TONY CLIFTON www.tonycliftoncircus.com di Nicola Danesi de Luca e Iacopo Fulgi
C
i siamo incontrati in occasione di alcuni lavori di animazione e spettacoli di strada. Era il 1996 andavamo con i trampoli, le scuole di circo erano molto lontane dall’esistere in italia. I nostri percorsi erano tutto tranne che “accademici”. È stata per noi una fortuna, eravamo completamente liberi di cercare e scegliere, nessuno ci aveva detto come si fa o come non si fa. Gli strumenti fondamentali di questa formazione erano curiosità ed entusiasmo e l’unica motivazione era il piacere, oltre che il denaro… In sostanza eravamo dei guitti che accumulavano esperienza e pratica di anno in anno. Dopo alcuni anni, che ora potremmo definire di formazione e gavetta, però, la noia un po’ si faceva sentire. Non eravamo più tanto contenti di fare sempre le stesse gag e routine, e soprattutto del fatto che funzionassero sempre e che per il pubblico fossero sempre eccezionali. Ci sembrava di prenderli in giro e ancor peggio di prendere in giro noi stessi. Per uscire da questa empasse ci siamo messi al lavoro per creare uno spettacolo che come primo obbiettivo facesse divertire noi stessi senza tanto chiederci se sarebbe piaciuto al pubblico. Ci siamo mossi in questa direzione per determinare i nostri personaggi. In scena eravamo noi due, senza tante finzioni ma semplicemente esagerando i nostri caratteri. Da una parte un gran chiacchierone, basso, cicciottello, logorroico e razionale, dall’altra un frenetico irrequieto, dinoccolato, spilungone e un po’ teppista. Tuttora crediamo che, nel gioco del clown, esasperare quello che si è rimanga un’ottima strada per trovare il proprio personaggio. Quello che più ci interessa è l’estrema stupidità del clown che, se portata bene al giusto limite, ci porta diretta sul territorio della conoscenza o della riflessione e www.jugglingmagazine.it
CIRCUS
foto di archivio Tony Clifton Circus
della sensibilità. Il potere e la bellezza del clown sta proprio nella libertà anarchica che può concedersi. In questo senso il clown è un idiota, cioè uno che è al di fuori della società, che fa riferimento solo a sè stesso. E per questo è pericoloso e potenzialmente esplosivo, perché ha delle regole sue e può permettersi di fare quello che vuole. Il naso rosso permette di fare e dire agli altri cose che altrimenti sarebbe difficile o a volte impossibile. Ma può farlo solo a
patto di far ridere. Se fai ridere davvero, di pancia non di testa intendiamo, allora davvero puoi permetterti di dire a chiunque e di fronte a chiunque, qualsiasi cosa. Non è importante quanto sia politicamente scorretta, inopportuna o apparentemente offensiva. Su questa strada nel passato non sono mancati maestri e degli incontri che ci
hanno segnato, su tutti Leo Bassi. Del resto il Circo ci ha sempre affascinato soprattutto come il luogo delle stranezze, dove andare a vedere gente strana che viene da posti strani e fa cose strane. Abbiamo lavorato per anni utilizzando tecniche circensi, principalmente giocoleria, ma sempre, in realtà, come pretesto, con l’obbiettivo di far ridere o catturare l’attenzione dello spettatore, rassicurarlo con qualcosa di riconoscibile (non avere paura…. Sono solo un giocoliere….) per poi cercare di spingerci altrove, un po’ più in là diciamo (ok… non sono un giocoliere, sono un clown… Ora forse è il momento di avere un po’ di paura…). Probabilmente nei nostri spettacoli la tecnica circense non propone abilità eccezionali, che non abbiamo, ma contribuisce nel creare aspettative, costruire un mondo a parte, nella continua ricerca dello stupore dello spettatore, nel piacere sfrenato di mettere in scena l’anomalia, cioè quello che è contrario alla legge del quotidiano e che oggi è sempre più difficile incontrare. In questo il rapporto con il pubblico è progressivamente cambiato. Lo spettatore non è più qualcuno al quale far passare un’oretta piacevole e spensierata, ma è parte integrante dello spettacolo, qualcuno che deve prendersi la responsabilità di essere vivo e presente. Per rimanere passivi c’è la TV per rimanere nel tuo mondo c’è il tuo smartphone; se ti sei preso la briga di venire a teatro, o al circo o in piazza, magari ti meriti qualcosa di più forte e vero, e cosa c’è di più vero della paura che si prova di fronte ad un clown che avanza verso di te con una torta in mano?