Juggling Magazine #75, june 2017

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“BRIGATATOTEM”

PAOLO LOCCI

GIOCOLIERIA DELLA BRIANZA

www.paololocci1981.wixsite.com/palo foto di Valentina Di Mattia

I

l manicomio di Collegno è stato il parco principale della mia adolescenza. Qui ho scoperto che la mia agilità naturale poteva evolvere imparando le basi dell’acrobatica e della giocoleria, il tutto inserito in un contesto urbano in cui il writing, la break dance ed il Judo erano le mie principali attività. La passione per l’acrobatica l’ho riscoperta quando ho incontrato la Flic e deciso di impegnarmi totalmente nel percorso di formazione della scuola a Torino. Da quel momento, tutte le mie esperienze precedenti sono sembrate meno casuali, bensì un bagaglio di risorse, la spinta per imparare la padronanza delle tecniche circensi che ho poi affinato all’E.S.A.C. a Bruxelles, diplomandomi in palo cinese e mano a mano. La scoperta del palo cinese è stata una rivelazione. Ho amato da subito la sensazione che provavo in alto, salire per godere la vista dall’alto della scena, ma anche l’adrenalina che scorre quando controlli una caduta libera e arrivi a due centimetri dal suolo. Mi attira il rischio, sfidare i miei limiti e studiarne la naturalezza dei gesti. Di ritorno a Torino dal Belgio, ho insegnato un anno alla Flic e lavorato 8 anni con molte compagnie europee di Circo e danza contemporanea, ho partecipato a festival internazionali in Europa ed in Cina, ma la mia ricerca personale premeva per trovare una libera espressione. È così che è nato il mio progetto “BrigataTotem”, in collaborazione con le creazioni grafiche “Bumobu” di Valentina De Mattia. Il progetto si ispira alla bellezza dell’unione, il ritrovo in un punto sacro per la creazione di qualcosa di

unico ed estemporaneo, così come uno spettacolo in piazza o in una sala riunisce in un dato momento un pubblico che pur non conoscendosi sarà unito dalla visione di un arte viva, portatrice di bellezza. Più che una ricerca artistica, la creazione di Hobo è un’evoluzione spontanea a cui ho assistito dentro di me. Ho sempre trovato affascinante la fluidità del movimento sia negli uomini sia negli animali ed ho iniziato ad osservare con sempre maggiore attenzione i comportamenti del mio cane. Notavo la sua diversa percezione dello spazio, l’indipendenza, l’adattamento, concentrandomi soprattutto sulle sue reazioni all’imprevisto. Hobo nasce dall’unione di questa doppia intenzione che mette insieme istinto animale e decisione razionale. Pensavo a come riuscire a conciliare le due parti di me, pensiero e istinto allo stato puro, e l’intuizione più naturale è stata quella di creare un personaggio che unisse un cane e il suo padrone nello stesso corpo, per l’esattezza un acrobata umano e un cane clown.

Con il suo naso nero, HOBO è riconoscibile come un clown ma richiama anche l’identità animale e istintiva del cane. L’approccio curioso del cane che si spaventa della sua stessa abilità è spontaneo come la percezione diretta che unisce un clown e il suo pubblico: quello è il mio momento di verità in scena, in cui Hobo è libero di improvvisare sé stesso.Il palo cinese è lo strumento principale, ma il mio intento è quello di far sparire l’oggetto dietro alle intenzioni e gli sguardi di HOBO per farne risaltare le sue reazioni istintive. Le evoluzioni acrobatiche risultano così più dinamiche, impossibili da decifrare tra l’inconsapevole e il voluto. Stupire me stesso con le pause ed i cambi di velocità è basilare, la cosa più difficile, ma anche la più soddisfacente, così come un’ apertura tesa alla ricerca curiosa di tutto ciò che ancora non conosco. HOBO significa “vagabondo” e la sua creazione assomiglia al percorso di un treno a vapore, proprio come il significato che il suo nome rappresenta. Gli Hobo sono i vagabondi che cercano lavori stagionali per avere il tempo di esplorare il mondo in libertà. Lo spettacolo “HOBO” è un omaggio alla strada e alla magia degli incontri spontanei, alla curiosità permanente, e alla bellezza delle cose che cambiano nel tempo, alle pause, ai respiri, allo stupore e all’irrazionalità. j u g g l i n g m a g a z i n e numero7 5 g i u g n o 2 0 1 7


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