COM PAG NIA ZEN HIR
IL P T R A UNT O D CI R C ’ I N C O OE RIFL NTRO ESS ION E
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di Elena, Flavio, Giulio Il nome Zenhir nasce dall’incontro fra lo Zenith ed il Nadir. Giulio alla scala cerca l’uno mentre Elena con le verticali cerca il suo opposto, l’ “h”, nel mezzo rappresenta Flavio, il punto di incontro, l’Azimut. La compagnia è composta da Elena Bosco, Giulio Lanfranco, Flavio “Enzo” Cortese ed Albin Warette. A Febbraio 2017 ha debuttato a Torino il nostro primo spettacolo “Ah, com’è bello l’Uomo”. Lo spunto per iniziare la sua creazione è stato rendersi conto che creare uno spettacolo è una grande opportunità, perché esibendosi si ha la possibilità di parlare ad un pubblico potenzialmente infinito. Il punto di partenza tecnico invece è stato quello di creare uno spettacolo con una grande componente teatrale, cercando di contestualizzare la tecnica circense all’interno della drammaturgia. Il nostro obiettivo è portare uno sguardo tenero e acerbo sulla comunicazione che tanto è cambiata in due o tre generazioni. Questa causa per le interazioni sociali si cristallizza, ovviamente, attorno agli smartphone (e altri derivati). Nessuna intenzione di posizionarsi sopra alla massa né di gridare allo scandalo. Semplicemente di guardare in faccia i fatti e il cammino che l’Uomo ha percorso, tuffandoci con forza in una constatazione che sia più reale possibile; essere lo specchio, riflettere la realtà per portare a riflettere. Poiché le cause e l’effetto sono indissociabili parleremo di una traiettoria e non di un www.jugglingmagazine.it
semplice momento. La creazione dello spettacolo è stata come il binario di un treno, da una parte il lavoro di ricerca fisica e creazione del materiale circense, dall’altra il lavoro di studio ed analisi dell’argomento. Se di giorno si sudava, la sera ci si arrovellava, in questo modo le due piste, avanzando contemporaneamente, si sono influenzate l’una con l’altra. Dopo un primo inverno di lavoro siamo stati selezionati per partecipare ad un Lab CircusNext, durante il quale abbiamo lavorato al nostro progetto con artisti di circo internazionali, Jean-Michel Guy e Albin Warette. Proprio quest’ultimo si è appassionato al progetto, ed ha deciso di seguirci ed aiutarci per la scrittura dello spettacolo e la messa in scena, la parte più complicata per noi. La sua esperienza e la grande sensibilità artistica ci hanno permesso di affidargli il nostro materiale fisico e di seguirlo con piacere nella fase finale di creazione. Lo spettacolo è stato creato per sala teatrale, con pubblico frontale, ma si adatta anche a tendoni in grado di rispettare le esigenze tecniche. Facciamo parte di quel movimento di compagnie di circo contemporaneo che stanno cercando di aprire i teatri italiani al circo. Parallelamente cerchiamo di portare lo spettacolo anche
all’estero, per ricordare che il circo contemporaneo italiano c’è ed è in grande fermento creativo ed organizzativo. In ogni caso fare “Ah, com’è bello l’Uomo” in teatro o in tendone per noi è diverso e immagino lo sia anche per gli spettatori, soprattutto per gli elementi di critica e di lettura di cui i diversi pubblici dispongono. Il nostro impegno è affermare che il circo è un linguaggio con un vocabolario, una grammatica ed una sintassi proprie. Durante questi anni siamo cresciuti molto come artisti di circo contemporaneo e abbiamo affermato uno stile nostro, con caratteristiche specificatamente italiane, come è stato definito lo spettacolo da Albin Warette, riuscendo nel nostro intento: creare uno spettacolo di circo contemporaneo con una forte componente teatrale e capace di far riflettere gli spettatori. Il nostro sogno, adesso, è quello di rendere lo spettacolo anche un progetto didattico presentandolo in sessioni scolastiche per poi discuterne i temi trattati. Ad aprile abbiamo potuto fare un primo esperimento, con 150 studenti di seconda liceo venuti a vedere lo spettacolo nel quadro di un progetto di sensibilizzazione contro l’abuso delle nuove tecnologie da parti dei giovani.