KILOWATT FESTIVAL E IL SUO PUBBLICO www.kilowattfestival.it www.bespectactive.eu
In occasione di Kilowatt Festival, importante vetrina sulla scena contemporanea, chiediamo a Luca Ricci alcune considerazioni sul processo di coinvolgimento del pubblico all’interno del festival e più in generale nel panorama culturale europeo Durante il Kilowatt festival arriva tanto pubblico da fuori, insieme ad un nutrito numero di operatori e critici che, uniti ai Visionari, creano una buona platea per le 61 repliche in programma. Ma è durante la stagione invernale, quando abbiamo solo il pubblico locale, che il gruppo dei Visionari di Kilowatt diventa un pezzo importante a sostegno di una programmazione a fortissimo rischio culturale, fatta di proposte di ricerca e prove aperte, tutte a pagamento, a cui garantiamo una platea di 40/60 spettatori, un numero di rilievo per il nostro tipo di programmazione. Sul tema dell’engagement quest’anno siamo riusciti a lanciare il bando “L’italia dei visionari”, in collaborazione con 5 altri teatri e festival italiani, tra Como, Rimini, Teramo, Messina e Livorno, dove si sono creati dei nuovi gruppi di Visionari che hanno lavorato sul medesimo concept e anche sugli stessi spettacoli inviati dalle compagnie. Ogni gruppo ha poi operato la sua selezione e si sono programmate 28 repliche, tutte a chachet. Una nostra ulteriore nuova iniziativa è la Giornata Europea dello Spettatore, lanciata per la prima volta lo scorso novembre. Abbiamo chiesto agli spettatori d’Europa di caricare sul sito una foto della loro faccia e rispondere a 3 domande sulla loro esperienza di spettatori. Raccogliamo tutto questo mosaico di facce e risposte e poi il giorno concordato, nella stessa ora, in tutte le città del network, ma anche in altri network che abbiamo cercato di coinvolgere, riproponiamo in diretta le domande in un incontro pubblico, dedicando 20 minuti ad ogni domanda e condividendo le risposte più interessanti. Ma
la cosa più divertente è l’idea della contemporaneità, l’idea che ci siano gruppi di spettatori che in varie parti d’Europa in quel momento riflettono sul loro ruolo, per valorizzarlo insieme ai teatri e ai festival. Raccogliere le individualità, i punti di vista che ti arrivano da queste persone, per capire che cosa muove lo spettatore, per alimentare un tema di ricerca, lasciandolo in eredità a chi vorrà approfondirlo. Il tema dell’audience, che la commissione europea ha avuto il merito di porre con molta chiarezza e forza, sta attivando pensieri nuovi nei soggetti culturali, nelle loro strategie di programmazione e produzione. Quest’anno sono stato a Upsola, Tallin, Barcellona, Praga, Bruxelles, e la percezione di questo tema varia molto tra est e ovest. All’est è ancora poco chiaro il perchè uno si debba interrogare su questo tema; c’è un’idea molto forte dell’artista come soggetto assoluto, in qualche modo anche staccato dagli effetti che causa la sua arte. Inoltre esiste una relazione con i pubblici più popolare, più forte rispetto all’occidente.
Altro elemento critico al momento è l’incontro degli artisti con specifici target del pubblico locale che possano nutrire il progetto creativo, come il progetto Kamyon che presentiamo a Kilowatt quest’anno e che propone l’incontro coi richiedenti asilo, le associazioni che ci lavorano, i decisori politici. Le residenze degli artisti con gli spettatori oscillano al momento tra due estremi: da un lato artisti che tendono a privilegiare una direzione già tracciata nelle loro ricerche, dall’altro progetti talmente abbandonati nelle mani degli spettatori da trasformarsi quasi in community art, dove è il pubblico ad andare in scena da solo. È un equilibrio difficile da trovare, ed è un punto dove mi auguro di vedere grandi miglioramenti. Credo che ad oggi non si siano sviluppati idee e modelli particolarmente innovativi o sperimentali. Si lavora su strategie semplici, come fornire ingressi gratuiti, ma le vere idee sono poche. Sono però fiducioso e la recente ricerca avviata dal progetto Engage Audiences sta selezionando una ventina di progetti di audience engagement, tra cui anche il nostro Be SpectActive, che una volta pubblicati forniranno buoni esempi al settore.
jugglingmagazinenumero72settembre2016