Juggling Magazine #45 - december 2009

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Jug n 45:JUG new

18-12-2009

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Clown Net

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Bologna 8/24 agosto www.clown-net.com a cura di Lucia Cominoli foto di Laura Arlotti

Quando si vive in tempi bui, quando la crisi impazza e le necessità quotidiane sono più opprimenti e minute anche il buffone può diventare un eroe. Un sollievo, una pausa, un attimo di semplice respiro è la medicina del clown, che delle nostre ossessioni si ostina a farsi beffa, ora per demolirci ora per risollevarci con le pernacchie della sua sottile linguaccia. Provocazioni queste ma anche sensibilità in divenire su cui l’Ass. Circo e Dintorni e il direttore artistico Alessandro Serena hanno deciso di scommettere su una rassegna che ha registrato alla Pinacoteca Nazionale di Bologna il tutto esaurito, coinvolgendo artisti e spettatori sullo stesso palco nel nome di un’arte chiamata popolare prima di tutto per la sua poesia.

A confrontarsi, nel piccolo cortile del Terribilia, grandi protagonisti internazionali del tendone e del nouveau cirque come gli americani Peter Shub e Rob Torres con “Alzati e inciampa” e “Room to play”, i belgi Oki Dok con “Slip experience” insieme ai maestri nonché alle nuove leve del teatro di strada nostrano quali Marco Carolei in “Capocomico”, i FreakClown in “Peaceamis”, o ancora il cabarettista Tino Fimiani con “Un mago e una valigia”, ciascuno primo attore della risata per quattro giorni di replica. Una formula semplice quanto, va detto, in Italia certamente inusitata, è stata quella prediletta da Clown Net che, senza la pretesa di una troppo fitta kermesse giornaliera di nomi, ha permesso agli artisti di crescere e di sperimentarsi quoti-

dianamente con il pubblico della calda città rossa, il quale, questionari di gradimento alla mano, ha sorprendentemente saputo subito scegliere e affezionarsi al suo clown. Sono proprio la personalità e la singolarità infatti, a mostrarsi vero trait d’union di questi diversissimi artisti che, memori dell’insegnamento di Lecoq, hanno voluto fare del pagliaccio un personaggio riconoscibile non per maschera ma per evoluzione, dove al genere, sia esso circo o teatro è stato lasciato solo lo spazio dell’ispirazione. Autonomie e abilità d’artista a parte, riflettere sugli esiti di questa rassegna ci sembra tuttavia ora impossibile se non come parte delle sue ragioni, quelle cioè di un nuovo network che parte dal clown per arrivare agli sguardi e ai luoghi

di una città dalla scena abitata e della scena abitante. A spasso per le strade e per le piazze, ospite d’onore, finalmente, anche delle parole alle conferenze sul rapporto pittura e saltimbanco organizzate dalla Pinacoteca, o ancora, in mezzo agli stuzzichini degli “Apericlown”, il pagliaccio si toglie gli orpelli dell’icona e ritorna a vivere in tutta la sua esuberante fantasia come uomo tra gli uomini. Risultati felici, questi, di un esperimento che al circo lascia senza dubbio il compito di un investimento in direzione dell’oggi, di risveglio artistico ma anche di più dinamiche organizzazioni verso una comunità creativa di artisti e di pubblico che, come ci ha dimostato Clown Net, non ha ancora finito di sorridere.

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