Jug n 44:JUG new
18-09-2009
19:45
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Avviamo con questo numero un progetto di promozione delle testate che si occupano di arti circensi contemporanee e che vedrà comparire su Jug Mag articoli o estratti di articoli da loro pubblicati. Cominciamo la serie con la riduzione della lunga intervista di Marco Paoletti a Nata Galkina, apparsa sul nuovo mensile argentino online El Circense, al cui sito rimandiamo tutti i nostri lettori.
Nata Galkina
Foto di Marc Theis
http://www.youtube.com/GalkinaNata Nella piccola città di Molodogvardeisk, Ucraina, dove ho vissuto dagli otto ai quindici anni, c’era una casa della cultura, unico posto con attività per giovani, come cinema, discoteca, gruppi di danza e circo. Ricordo che osservando dalla serratura della porta vidi un ragazzo sul monociclo che giocolava con tre clave. Rimasi impressionata e chiesi ai miei di lasciarmi andare alle lezioni. Avevo 12 anni ed entrai nel gruppo dei giovani. I primi mesi provavo le differenti discipline ma un giorno vidi una trinca e un sigaro (sedia e cilindro usati per antipodismo). Mi coricai nella trinca, misi il sigaro sui piedi che mi cadde subito sulla faccia! Da quel giorno faccio antipodismo. Continuai ad allenarmi e nel 1998 entrai nella scuola di circo di Kiev. Non fu facile, c’erano circa 200 persone e solo 15 posti. Gli studenti vivono in un stesso edificio in quattro o cinque per stanza ed è dura. Incominci la tua vita indipendente a 15 anni senza saper cucinare, lavare vestiti o sapere come curarti... e quasi senza denaro. Sfortunatamente potetti frequentare la scuola solo il primo anno perché tutta la mia famiglia si trasferì in Russia, dove mi iscrissi alla Scuola di Circo di Mosca. A Kiev avevo imparato quasi tutto quello che so in espressione corporea e acrobatica. A Mosca imparai la maniera corretta di fare antipodismo e fu lì nel 2000 che partì il mio primo progetto, dopo aver incontrato a scuola una ragazza, Yilya, e un ragazzo, Denis, coi quali avevamo idee simili sulla creazione. Realizzammo così “Elektrorisation”, spettacolo sulla connessione tra il mondo natu-
rale quello elettrico, creando tutto l’occorrente: abiti, musica, scenografia, etc. Un altro ragazzo, Sanya, si unì a noi, eravamo diventati il gruppo “freak” della scuola, rimanevamo svegli fino alle quattro/cinque della mattina per creare nuove scenografie e parlare di teatro contemporaneo. Già allora non ci piaceva il circo tradizionale, volevamo fare qualcosa di nuovo e creammo la compagnia Not Theatre Nje. In quegli anni partirono tante esperienze, tutte importanti: dal primo gala alla convention di Berlino al progetto in teatro Katakustik, fino a Pilot, con Marco Paoletti e Elena Shtyk. Terminata la scuola arrivai per la prima volta a Berlino nell’estate del 2002, lì seppi di un concorso di circo e inviai il mio primo video di improvvisazione; fui selezionata, ma non volevo andare da sola così invitai un amico che suonava il piano e lui invitò un suo amico che suonava la tromba. Trascorsi la notte a creare il numero e alla fine al Pitburger Nachtwuchs Varietè vincemmo il primo premio e il premio del pubblico! Arrivò anche un contratto con il Roland Frosch Varietè di Munster, ma non fu una buona esperienza; in qualche modo ruppe la mia illusione sul mondo di circo e dopo un’altra creazione che presentai in un tendone di circo abbandonai il circo per tre anni e mezzo. Frequentai un anno nella scuola di teatro tedesca e dopo tornai in Russia fino a quando Markus Pabst, membro della giuria del concorso a Berlino, mi offrì di entrare nel cast di “Soap the Show“, in programmazione al Chameleon di Berlino. Lo show presenta sette vasche da bagno in scena e tutti i numeri si sviluppano dentro, sopra o vicino alle vasche. Nel cast nove artisti di paesi diversi ed un mese di prove con due direttori, ma senza coreografo, cosicché dovemmo creare tutto noi. Lo show ebbe
successo e andammo avanti per un anno, tutti i giorni eccetto i lunedì. Ci furono circa ventisei sostituzioni e momenti duri con prove senza sosta, ma imparai molto: essere pronta tutti i giorni per andare in scena; lavorare con gente differente; trovare numeri spiritosi che piacquero al pubblico ed erano quasi perfetti. L’unica cosa che mi preoccupava era il mio numero di antipodismo. Non mi piace quando mi cascano gli oggetti, specialmente se sono distesa in una vasca da bagno e la gente può vedere solo le mie gambe! Inoltre non avrei potuto raccogliere gli oggetti se fossero caduti. Ma tutto sommato su 350 rappresentazioni mi è caduto qualcosa solo una trentina di volte... Ho ancora molti obiettivi che voglio raggiungere. Tra questi giocolare tre palle solo coi piedi. Grazie ad Emilia Tau posso farlo
già con due, cosicché tre mi sembra possibile. Inoltre questa primavera ho debuttato con Marco Paoletti al nostro nuovo show “Nosotros“, un’idea nata quando ci conoscemmo nel 2007. Oltre ad esibirmi in alcune manifestazioni come il Recontre des Jonglages a Parigi, ora siamo al lavoro sulla nuova edizione dello spettacolo “Soap the Show“, che sarà in tabellone per 8 mesi, ma sono impegnata anche in altri due progetti in Spagna, uno di essi si chiama “Tango.” Questo è tutto... almeno per ora! j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 4 s e t t e m b r e 20 0 9
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