18-09-2009
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Gaby Corbo www.gabycorbo.com
li altri. Ero un po’ stanca di questa mancanza di stimoli alla crescita e nel 2003/2004 ho formato insieme a Bruno Martín Gagliardini il duo Circo Circacho, con il quale ho lavorato in Italia con uno spettacolo di strada che proponeva acrobatica, equilibrismo e diabolo. Mi muovevo tra Spagna, Italia e Argentina tentata dalla voglia di lavorare da sola. Avevo sempre fatto discipline in gruppo o in duo (ho cominciato proprio con il mano a mano…), ma col tempo e con l’avvicendarsi delle esperienze ho capito che non avrei lavorato sempre con le stesse persone. Decisi quindi di apprendere
Foto di Daniele Errico
Sono nata in Argentina, da padre italiano e madre spagnola, lì ho frequentato per tre anni la Scuola di Circo Criollo, dove insieme ad altri studenti abbiamo fondato una compagnia con la quale ci siamo esibiti in strada, teatro, circhi e cinema. Poi però ho deciso di lavorare in un circo tradizionale in Argentina e Brasile perché la mia specialità era porteur al trapezio ballant e non si trovavano facilmente posti che offrissero dieci metri di altezza e dieci metri davanti e dietro per le oscillazioni. Ho girato un po’ coi circhi, una vita bellissima, dura, ed ero contenta di poter fare il numero che volevo. In quell’ambiente rischiavo però di esibirmi con lo stesso numero per tutta la carriera, non trovavo motivazioni a crescere perché ai direttori stava bene qualsiasi numero portassi, e anche perché tra i vari artisti non esisteva un confronto o uno scambio, ognuno aveva il suo numero e non si preoccupava di quello che facevano
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fatto nella mia vita, ho sempre fatto discipline piuttosto dure, forse per via del mio fisico robusto. Ho provato di tutto e mi piaceva nell’aerea fare il porteur, ma alla fine per poter lavorare in strada mi sono concentrata sul verticalismo, una disciplina che mi piace tantissimo. È bellissimo sentirsi sicura in quella posizione, posso camminare con le mani, e questo mi affascina, inoltre se perdi l’equilibrio sai che i piedi sono i primi che toccheranno terra! In strada per lo più si trovano artisti di sesso maschile, perché la vita per strada è dura, sia fisicamente, sia mentalmente, ma questa vita mi ha dato la possibilità di conoscere tanti posti e tanta gente, che è la conseguenza che apprezzo maggiormente di questa scelta. Lavorare in strada ti fa crescere giorno dopo giorno, perché anche se proponi lo stesso spettacolo il pubblico è sempre diverso e ogni giorno sei chiamato a trovare qualcosa di nuovo per conquistarlo. Questo spettacolo è il primo dove riesco a inserire anche la cultura argentina, compreso il tango di Buenos Aires. Mi piacerebbe poter portare in strada un livello tecnico sempre più alto, per il mio piacere personale, perché il pubblico nemmeno si accorge di tante differenze. Prima ero molto legata alla tecnica poi ho capito che la tecnica non è tutto e ho cominciato a lavorare sul personaggio e sulle emozioni. Presento un personaggio dolce e femminile che poi si trasforma e diventa più duro. Mi piace questa trasformazione, sono due anime che convivono in me e mi piace mostrarle entrambe, forse perché sono gemelli! Tante volte esagero in questo atteggiamento quasi maschile, tentare di essere più dura di quello che sono, forse perché in strada funziona, ma lo considero uno sbaglio e a fine giornata quando penso a come è andata spesso mi soffermo su questo aspetto, riflettendo su come possa migliorarlo. Nel mio tempo libero in questo momento mi dedico ai costumi. Tutti i costumi che indosso sono miei, ho cominciato 4 anni fa a confezionarli io stessa perché solo così puoi avere un costume che non crei problemi quando ti esibisci. Ora mi ci dedico sempre di più, ho anche cominciato a studiare, e chissà che in futuro quando non potrò più fare la strada non diventi una costumista!
Foto di Andrea Macchia
Jug n 44:JUG new
qualcosa che potessi fare un giorno anche da sola e la scelta è caduta sul verticalismo. Dopo aver chiuso l’esperienza di Circo Circacho sono venuta in Italia nel 2006 con il mio spettacolo solo e per ora mi sono fermata qui, a Torino. Il prossimo anno farò uno spettacolo nuovo dove non farò verticali, per provare altre cose. Mi piace comunque tantissimo lavorare con altra gente, ma non voglio forzarlo, e se un giorno se ne presentasse l’occasione lo fare volentieri. La grande differenza tra la strada e il circo è la libertà, potersi gestire come e quando si vuole. Il mio spettacolo di strada è diverso da quello che facevo al circo, ma questo è l’unico lavoro che ho sempre