Juggling Magazine #42 - march 2009

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Jug n 42:JUG new

18-03-2009

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Gli alieni del pianeta Stribux vogliono conquistare la terra. O forse prima sterminarne la popolazione. Dovrà venire a capo del dilemma l’esploratore Bustrix, mandato in avanscoperta per indagare sugli umani. Lo farà durante le “prove” del SuperMagic 2009 dove assisterà, e noi con lui, alle esibizioni dei più grandi maghi del pianeta. In uno spettacolo in grado di accontentare tutti, tra motociclette che si materializzano sul palco e splendide ragazze che volano trovano spazio alcuni dei più grandi manipolatori del mondo come Juliana Chen che prima di produrre dal nulla una quantità impensabile di carte si esibisce in un numero con le maschere tipicamente orientale, con una grazia mai vista in occidente. Degno di nota è Tony Chapek in grado di trasformare trucchi ormai scontati in qualcosa di sorprendentemente nuovo e sbalorditivo grazie all’interazione col suo alter-ego in televisione, con una precisione tecnica che è una delizia per gli occhi. Non potevano mancare le colombe che tra le mani del maestro Mirko Menegatti ci hanno riportato al varietà degli anni ‘50 in uno spettacolo capace di conciliare la magia del passato con le nuove esigenze del pubblico moderno. Un pubblico che, per oltre due ore, è rimasto inchiodato alla poltrona in un mondo di meraviglia. Ed è proprio questa meraviglia a convincere Bustrix (capace, tra l’altro, di collegare brillantemente le varie performance) a salvare la terra perchè un mondo così “magico” merita di essere tenuto d’occhio. Abbiamo chiesto proprio a Bustric (Sergio Bini) di raccontarci come viene allestito uno spettacolo così articolato e di darci la sua opinione sul mago moderno e sui possibili sviluppi dell’illusionismo.

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Ho sempre lavorato con quello che non avevo, ho fatto diventare le mie debolezze dei punti di forza, ho inventato un mio modo di fare spettacolo usando la magia che non ha niente a che vedere con il mago puro. Sono un esempio del nuovo mago trasversale, che pensa alla storia prima che al gioco di prestigio. Credo molto al testo scritto, mi piace mescolare le cose e ora per esempio sto preparando il nuovo spettacolo di Piero Pelù. Amo la magia, che considero come un compagno di lavoro, così come la pantomima e il lavoro dell’attore in genere. Credo che un gesto, o un effetto magico, così come una frase, siano innanzi tutto pensieri. Naturalmente amo moltissimo anche il prestigiatore puro, e ne ho incontrato alcuni che mi hanno davvero affascinato, come Pierre Brama o Edernac. Penso che la figura del mago non morirà, magari ci saranno momenti in cui dovrà trasformarsi per sopravvivere. Del resto è sempre stato così, ci sono personaggi che ne hanno fatto la storia proprio grazie alla loro capacità di reinventare la Magia, come Robert Houden, a cui il grande Houdini si è ispirato per il suo nome. Houden ha tolto la magia dalle fiere e dai teatri di boulevard per dare a questa la dignità che merita esibendosi davanti a Principi e Sovrani. Una figura affascinante, secondo me poco conosciuta in Italia è Georges Méliès, inventore del cinema d’espressione. Méliès, dopo aver visto la prima dimostrazione del cinematografo fatta dai Fratelli Lumiere, si costruì una cinepresa, trasformando una macchina da proiezione su modello degli Edison e cominciò a raccontare meravigliose storie magiche. Usava il cinema per fare magia. Quest’anno SuperMagic era alla sua sesta edizione e delle 10 repliche 5 hanno fatto il tutto esaurito, un vero successo. È l’unico spettacolo in Italia dedicato interamente alla magia, e questo lo ha fatto diventare un appuntamento importante ed eccezionale. In Europa e nel Mondo ci sono naturalmente anche altri incontri, ma sono legati per lo più al circuito dei maghi e degli illusionisti, mentre Super Magic è l’unico veramente fruibile dal grande pubblico. La sua forza è nel presentare i maghi più bravi del momento, inserendoli in un contesto drammaturgico che li valorizzi. In Super Magic la magia viene rappresentata nelle sue diverse categorie,


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