Juggling Magazine #71 - june 2016

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ALIS intervista a Onofrio Colucci direttore artistico

foto di archivio A-Group

Sono andato via di casa all’età di 14 anni e nella mia carriera di artista ho lavorato con grandi compagnie come il Cirque du Soleil che ha rivoluzionato l’intero sistema dello spettacolo dal vivo, o Slava Polunin, che è diventato per me come un padre. Continuo a lavorara con Slava, e il prossimo impegno ci vedrà impegnati per una settimana a Istanbul, una città “sotto tiro”. Ma il clown ha una missione nel mondo e credo debba andare proprio dove c’è più bisogno. Ho imparato molto da queste importanti esperienze, e potrei considerarmi oggi un artista maturo, vivere di quello che ho. Ma desidero sempre mettermi in gioco, prendere dei rischi, affrontare nuove sfide. Così quando Gianpiero Garelli, presidente di A Group, impresa specializzata nel turismo e nei cosiddetti MICE (meeting and incentives corporate events), mi ha invitato la scorsa estate a partecipare ad uno di questi eventi ho accettato di buon grado. Mi sono affacciato a questo mondo corporate con grande curiosità, e da questo incontro è nato l’entusiasmo di Garelli per il circo contemporaneo. Dopo una serie di chiacchierate, analisi e valutazioni, e con una buona dose di sana incoscienza abbiamo così deciso di buttarci nell’impresa di produrre uno spettacolo di circo contemporaneo, per il quale mi è stata affidato il ruolo di Artistic&Casting Director e Maître De Cérémonie. Ho selezionato più di 150 proposte, scegliendo artisti che rappresentassero il circo contemporaneo, sia nelle sue accezioni consolidate, sia in quelle più innovative. Il cast è composto da 10 uomini e 10 donne, un equilibrio che ho cercato con attenzione. Tra di loro artisti di fama internazionale, come Yves Décoste, che ha

lavorato con il Cirque du Soleil sin dal 1985. A lui si affiancano Dominique Lacasse, Karen Goudreault, Jonathan Morin, Joel Baker, Sergii Tymofieiev’s, Delphine Cezard, Asia, Maryna Tkachenko, Kateryna Fedorovich, Zoran Madzirov, Trio Torimè, Oleksandr Yenivatov, Aurelie Brua, tre giocolieri del progetto Raw-Art. Alla fine, quasi magicamente, è venuto fuori un cast dalle qualità più svariate, con elementi più meditativi, altri più estroversi, altri ancora più rock e “rumorosi”. Il processo di creazione è stato condizionato dalle contingenze, e abbiamo avuto solo 4 giorni di prove, incluso il tempo per luci, rigging, etc. Ho molto apprezzato la professionalità, umiltà e capacità di tutti gli artisti di mettersi in gioco; lavorare con loro è stata un’esperienza veramente unica. Facendo di necessità virtù - è inutile nascondere che per produrre uno spettacolo ci vogliono ben più di 4 giorni di prove - ho sentito da subito l’esigenza di fare un’operazione in controtendenza. In un contesto di circo contemporaneo, dove si esprime sempre più attenzione alla teatralizzazione dell’evento circense, e di circo classico, più attenti a valorizzare il tradizionale concetto del “numero”, ho

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voluto fortemente tornare un po’ alle origini, e quindi puntare tutto sull’artista, metterlo al centro. L’idea narrativa evoca vagamente “Alice nel paese delle meraviglie” e altre fiabe come “Pinocchio”. Un viaggio fantastico di questa giovane ragazza, alla scoperta delle qualità umane, dove io interpreto un personaggio un po’ Bianconiglio e un po’ Grillo Parlante. Alis, che utilizza questa letteratura fantastica dell’800 come spunto narrativo non didascalico, è in realtà un compendio dell’eccellenza del circo con una forma di teatralizzazione che integri e leghi i vari numeri. In una Italia attraversata sporadicamente da grandi produzioni straniere di circo contemporaneo mi appassiona l’idea di realizzare un prodotto italiano, di respiro internazionale, con un cast che spazia dall’Ucraina, Russia, Francia, Stati Uniti, al Canada. Ovviamente, essendo un numero zero, molte cose le stiamo imparando. Per ora ci posizioniamo in un punto più bilanciato tra l’esasperazione dello show business e l’ancoraggio ad un codice tradizionale. Abbiamo seminato da un sacchetto che avevamo in soffitta, celebrato quello che intendo realizzare; e poi magari da qui cresceremo.


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