Juggling Magazine #65 - december 2014

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CIRCOMEDIA DALLA PRATICA AMATORIALE ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DA UNA LECTURE DI BIM MASON direttore di Circomedia al NICE Meeting 2014

www.circomedia.com Siamo impegnati da 30 anni nella formazione di artisti over 18, e il tema della “filiera”, cioè di un percorso formativo che per i ragazzi intenzionati a diventare artisti cominci già nelle scuole amatoriali è certamente attuale. Nei primi anni om di Circomedia, quando il circo hy.c grap o t o nuovo era al margine di una h enp lgre controcultura, la maggior Pau parte delle persone che si iscrivevano non erano mai state su un trapezio, mentre ora che il circo sta diventando mainstream gli allievi arrivano con anni di pratica alle spalle e sono molto più focalizzati sulle possibilità di poter poi lavorare e vivere di questo. All’interno di Circomedia abbiamo realizzato un corso BTEC per ragazzi di età dai 16 ai 18 anni, e ci siamo trovati di fronte a giovani che erano stati tanti anni nelle scuole di circo amatoriali, fisicamente preparati per frequentare un corso del genere, ma non culturalmente preparati. Ma proviamo a partire più da lontano. Circo significa rischio, in genere rischio fisico, e nel passato era anche il rischio culturale di confrontarsi con l’ignoto, le bestie feroci, i freak, etc. E in qualche modo questo rischio, paura fisica, stranezza, informava le due matrici del circo equestre: da un lato le arti marziali e guerresche, pensiamo al volteggio equestre, o lo swinging con le clave di legno, dall’altra parte Exotica, il mito del domare le bestie feroci, la natura selvaggia e sconosciuta. Naturalmente nel circo classico tra un numero e l’altro appariva in pista il clown, proprio per rilasciare lo stress che questi numeri rischiosi creavano nel pubblico, per rendere il pericolo più accessibile e fruibile. La storia del

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circo negli ultimi 100 anni è anche il tentativo di rendere tutto questo più accettabile e sicuro. Allora il circo era principalmente uno spettacolo per adulti, mentre col tempo il circo si è rivolto anche ad un pubblico familiare con bambini e ragazzi. Oggi nel circo proviamo a ridurre il rischio fisico in tanti modi, ma anche ridurre l’impatto sul pubblico di questo rischio fisico. Poi con il nuovo circo ecco un nuovo cambiamento, e così vedi artisti al trapezio che usano le longe, cosa che il circo di una volta non concepiva, perché in scena andava la sfida alla morte. Così l’allenamento fisico per controllare il rischio deve essere ben fatto, con una progressione accurata, passo dopo passo. Nella giocoleria per esempio hai il sitewsap e altri sistemi molto strutturati che ti accompagnano nella preparazione; e gli istruttori devono dare risposte molto chiare ai quesiti degli allievi. Ma l’apprendimento è anche raggiunto dagli allievi attraverso un auto-feed back, fino ad arrivare come i giocolieri in uno stato praticamente di isolamento totale, in una bolla, alla ricerca di questo Flow in cui riesci ad apprendere isolandoti da tutto il resto che ti circonda, quasi in completa autonomia. Noti facilmente come i giocolieri siano completamente immersi nel loro lavoro, anche se circondati da altre persone. Questa bolla è la loro specializzazione, e a Circomedia notiamo che i giocolieri e gli acrobati aerei sono due tipologie molto differenti; i giocolieri sono per lo più uomini, mentre gli acro-


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