Juggling Magazine #62 - march 2014

Page 12

Jug n 62:JUG new 17/03/14 18:37 Pagina 10

LA VERITÀ Compagnia Finzi Pasca http://finzipasca.com

Andrea Lopez

foto di Viviana Cangialosi

"Dopo l’immersione in Anton Cechov è tempo di scoprire l’universo di un nuovo artista. C’è poi il Tristano e Isotta, la New York degli anni quaranta, il viaggio interiore di chi dovette lasciare l’Europa per rifugiarsi negli Stati Uniti. Ci sono temi che aprono su altri temi, nella testa le idee rimbalzano e si compongono in immagini. Una distesa di fiori gialli, personaggi bendati, velati, come le statue di Giuseppe Sanmartino nella cappella di San Severo a Napoli. Mani con dita lunghissime, ombre che deformano le proporzioni, rosso sangue, bianco, il blu del mantello di Maria, scale sospese nel vuoto, equilibri impossibili, corpi che si dislocano, piume e paillettes come se la storia prendesse vita in un vaude villes decadente con un direttore che cerca idee per risollevare le sorti della baracca." Daniel Finzi Pasca

Rolando Tarquini a cura di Karol Hrovatin (versione integrale dell’intervista su Juggling Digital Magazine) La genesi dello spettacolo è iniziata con quest’idea della Verità: il vero e il falso in scena, cos’è e come muta rispetto alla realtà? Più tardi una fondazione anonima ha dato a Daniele Finzi Pasca la possibilità di utilizzare il telo enorme di Dalì "Tristano e Isotta", un’opera 16 x 9 mt realizzata negli anni ‘40 come sfondo per il balletto "Le Tristan Fou" a New York e da allora non più esposta. Questa possibilità, unita al mondo di Dalì, che è molto legato alla finzione, alla scena, al vero e al falso, all’essere e all’apparire, si è inserita a pieno titolo nella scrittura dello spettacolo. Come in tutti gli spettacoli della Compagnia queste idee maturano all’interno di un gruppo creativo composto da Daniele Finzi Pasca e dai suoi stretti collaboratori, e vengono poi modificate in corsa anche grazie agli input del cast. Le fasi di creazione, durate tre mesi, hanno avuto luogo a Montreal, in un grosso spazio funzionale per gli acrobati e per il reparto scenografico, che presentava di continuo le sue idee e realizzazioni. Qui lavoravamo

Marco Paoletti Questi ultimi anni sono stati pieni di cambiamenti per me, anche geografici, con una vita che oggi gravita intorno ai centri di Buenos Aires - Berlino - Montreal. Ho anche imparato la Roue Cyr, un grande cambiamento… un solo oggetto con cui muoversi, invece che tanti da tenere in movimento, un oggetto con il quale "cadere" può fare molto più male. Ho cofondato Recircle Collective, realizzando creazioni e routine interessanti, e poco tempo fa ho cominciato a lavorare per la compagnia Finzi Pasca. Dopo tanti anni da free lance non ero abituato a far parte di una compagnia, della sua atmosfera familiare. Fin dai primi giorni di creazione per La Verità ho trovato della gente bellissima, con orecchie e occhi attenti, con sorrisi e abbracci quotidiani. Lo spettacolo dura 2 ore, durante le quali siamo in costante movimento. Ci sono tante scene diverse nelle quali siamo impegnati, con molti cambi di costume, e le 2 ore si susseguono come in un rituale. Un rituale quotidiano, in teatri sempre diversi, ma

10

w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t

in media 8 ore al giorno, alternandoci tra allenamento, creazione, prove e momenti di condivisione, lavorando con la regia soprattutto sulla parte musicale, perché molta parte del lavoro è legata al ritmo, alla musica. Nella Compagnia Daniele chiede ai circensi di essere un po’ attori, e agli attori di essere un po’ più acrobati, Dal mondo del teatro veniamo solo io e la brasiliana Beatrice Sayad Daniele ci ha chiesto di lavorare su input precisi e, come sempre, passano alcune piccole informazioni, mai esaustive, mai determinanti, per fortuna. Su queste informazioni ognuno di noi costruisce autonomamente il proprio immaginario. In questo spettacolo io sono un venditore d’asta che mette in vendita il telo di Dalì, e quindi ho lavorato su questo giocando con il mio clown. Da questo punto di vista Daniele lascia molta libertà agli artisti. Personalmente, per avvicinarmi al personaggio di Dalì ho letto il testo “Diario di un genio”, scritto da Dalì stesso e ho guardato molti filmati relativi alle sue apparizioni in pubblico e alla televisione. Un personaggio difficile, senza dubbio. Un poco da ammirare e un poco da sopportare. Ma anche da studiare e da eleggere come maestro. Ma ci sono veramente tanti temi nascosti nello spettacolo: la verità, la dicotomia tra il vero e il falso, il lavoro di Dalì e la sua sterminata passione per il surreale, il mito di Tristano e Isotta, il Dalì uomo e il Dalì personaggio, 12 guerrieri misteriosamente legati ad un

riconoscendo sul palco quelle facce amiche come punto di riferimento. Une delle cose che mi ha attirato di più di questa compagnia è che Daniele, il direttore artistico, ti fa fare molte cose diverse ed ha un interesse per il personaggio più che per il trick acrobatico, per l’aspetto teatrale più che per quello circense. Cantiamo, ridiamo, 13 artisti in scena e 5 tecnici, realizziamo un bello spettacolo che richiede molta concentrazione ed energia… In scena io e David Menes, legati da una buona complicità, presentiamo un duo di bouncing con palline, dopo aver sottoposto in creazione dei trick al regista, che poi ha selezionato quelli più teatrali. Alleniamo di continuo trick nuovi e verifichiamo ogni giorno la loro tenuta. Un giocoliere è senza dubbio l’emblema della perseveranza, ma la giocoleria non è mai perfetta, non è come andare in bicicletta. I miei tempi di allenamento sono cambiati, prima mi allenavo molte ore per chiudere i trick, adesso faccio solo i trick che mi piacciono e gi altri non li alleno più. Se ho un’idea la provo, ma se richiede troppo allenamento la lascio perdere.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Juggling Magazine #62 - march 2014 by Juggling Magazine - Issuu