FOTO DI ALBERTO BERTOCCHI
GRANDE COME UNA CITTÀ di Salvatore Frasca
turi.fraska@gmail.com
Quattro anni fa alcuni collettivi di artisti portatori di un’esperienza comune e nuova sul territorio italiano, “il circo sotto chapiteau”, si ritrovano quasi spontaneamente a condividere il loro percorso. Incrociandosi, con i loro tendoni, sui sentieri non battuti del circo nuovo in Italia, discutono delle gioie e dei loro problemi. Considerate le affinità umane e lavorative i collettivi si guardano intorno e percependo comunemente il territorio in cui si muovono come desertico, sentono la necessità di collaborare. Entusiasti sognano subito di montare tutti i circhi insieme in un grande evento. Spontaneamente tra i collettivi comincia uno scambio di saperi e una condivisione di informazioni (strumenti per districarsi nel labirintico mondo legislativo). Ben presto senza nessun patto o accordo prestabilito i circhi cominciano a contare gli uni sugli altri anche a livello tecnico e artistico e si ritrovano nel condividere spesso insieme le loro appassionanti avventure. Nasce così una profonda familiarità tra i componenti coinvolti nell’esplorazione e lo sviluppo del circo in Italia. Tutti con le proprie forze senza appoggio alcuno dalle istituzioni, molti dopo lunghe esperienze all’estero, vivono analoghi sentimenti rispetto alla situazione storica di cambiamento. Nascono così i primi incontri. La voglia di sostenersi a vicenda e la spregiudicatezza comune ai circensi fa accarezzare, addirittura, l’idea di fondare una federazione che possa meglio interfacciarsi con le istituzioni e portare avanti un discorso per il riconoscimento del settore circo contemporaneo! ‘Bangherang’ è un grande evento di due giorni che vede i circensi sotto chapiteaux aprire le loro discussioni e ospitare rappresentanti e altre figure non definite della professione “circo”. Scuole, centri di creazione, artisti di strada, organizzatori, curiosi e sconosciuti si ritrovano a discutere del presente e del futuro del circo in Italia. Quello che viene fuori è qualcosa di completamente diverso dallo spirito cooperativo e di fratellanza già instaurato tra i circhi. Anzi, si profilano figurini rapaci che imprestati da altre branche dello
2WWW.JUGGLINGMAGAZINE.IT
spettacolo vaneggiano di voler rappresentare l’intera professione. Tematiche e soprattutto approcci completamente diversi rischiano di accavallarsi e generare ulteriori e più grandi confusioni. Suona il corno della ritirata, i collettivi sotto chapiteau abbandonano quel percorso e si richiudono nel loro ambito, già di per se problematico e vasto. L’idea di fondare una federazione viene allontanata, scongiurata: i collettivi in quel momento sono troppo impegnati nella propria sopravvivenza. L’arte è il loro lavoro e per alimentarla devono fare fronte alla necessaria e continua auto-strutturazione; alle loro creazioni artistiche, agli allenamenti. Tutto ciò non permette a nessuno di sprecare energie su aspetti burocratici collettivi. I circhi continuano così le loro missioni in un percorso parallelo per altri due anni, aprendo a colpi di machete piazze, creando collaborazioni, mentre le loro strade continuano a intersecarsi. Nel frattempo, nei piani alti, burocrati e commissioni discutono di bandi/criteri/attribuzioni per allestire un nuovo triennio di contributi per il settore circo contemporaneo con parametri basati sul modello del circo tradizionale… Giù in basso, in piazza, si volta pagina quando il Side e il Pa-