HA LE SUE CONSEGUENZE: IL CIRCO È, ANCORA UNA CONSEGUENZE
LE SCELTE RADICALI, IL CORAGGIO, IL FUTURO INEVITABILE. IL VORTICE E L’ELASTICITÀ. Di Salvatore Frasca
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Il rischio e il suo risvolto cioè il coraggio sono l’essenza del circo. Se i rischi fossero dovuti restare solo nella pista i nostri circhi avrebbero fatto bene a continuare la tradizione dei lustrini. Ma nel circo contemporaneo il rischio della pista si estende a quello dei suoi nuovi contenuti, al suo fragile percorso di auto-sostentamento e al tentativo di riconoscimento.
FOTO DI ALBERTO BERTOCCHI
Il coraggio: certi piccoli fastidi come frequenze notturne o schianti di mazze su picchetti segnano la realtà di un fare sconosciuto. Nelle roulottes alla notte studiano Chopin, in Le scelte radicali: scegliere l'arte, scegliere di fare circo, accettare i rischi, mettere tutto quello appoggio sulla tavola della bascula un acroche hai per costruire un circo, trovare soldi per farlo, chiedere la fiducia di amici e colleghi, metbata è pronto per spararsi nell'aria, montano tersi a girare su se stessi e intorno agli altri, spellarsi le mani, il collo, i piedi e il cervello. Riuscire un tendone sotto la neve per accogliere il puba vivere del proprio sogno, riuscire ad avere un pubblico, andare avanti, sempre e comunque. blico, i circensi fanno sul serio. Ogni loro gesto Creare una propria poetica, una è una promessa, fiera. Una “Without deviation (from the norm), ‘progress’ is not possible.“ Frank Zappa propria libertà, un proprio stato, passione che consacra note una propria arte. Incontrare altri antiche che vanno ancora con nuovi circhi sulla strada, trovarli belli, unirsi a loro nella missione, trovare un pubblico ancora precisione diffuse, una tensione che si trapiù grande. Unire le forze, studiare i modelli pre-esistenti, puntare sempre di più ad una utopica sforma in avvitamento, una responsabilità qualità. Distanziarsi dallo spettacolo commerciale, fuggire i giudizi televisivi. Difendere la dienorme che diventa spettacolo. gnità della professione. Non trattare la propria libertà espressiva. Coinvolgere il pubblico cioè i Qualche passante mentre si spianta a Bologna cittadini. Andare avanti a testa alta, e bassa a volte. Trovare il cammino. Ridere. Ridere di sè, ci chiede “Quando tornate?”. Ehehe... Fa piacere degli altri, ridersi addosso. Non sperare, ma fare. Imparare ancora un'altra lingua dei popoli o rispondere: “Presto”. delle arti. Andare verso dove ci pare a tutti i costi. Se la porta è chiusa saltare il cancello, oppure scavare un tunnel, bucare il muro se necessario costruire un raggio laser. Non tradire mai se Bologna quindi Italia, questo è solo l'inizio. stessi né il pubblico. Mai. Scrivere queste cose su questa pubblicazione... e crederci. Promesso: Verremo a parlare con chi ha in ostaggio gli spazi pubblici e faremo insieme capriole. Verremo al centro delle vostre città, vi daremo l'anima. Cambieremo volto a i vostri parchi abbandonati, alle vostre serate davanti la spazzatura televisiva. Vi porteremo in un nuovo locale/teatro/bar ma proprio sotto casa vostra. Vi metteremo in contatto, faremo in modo che parliate con noi e tra di voi. Cambieremo le leggi e le mentalità perché abbiamo un fascino smodato per l'impossibile e non abbiamo paura di giacchine, di cravattini, ne di uniformissime. Ne di tunichette. Come facciamo ogni sera in pista, con tanta passione e rischiando la pelle sposteremo il limite di quello che si può fare. Risponderemo soltanto all'urlo di gioia del pubblico: Il futuro è per tutti inevitabile.
Il vortice: un camion con un rimorchio traccia sulla piazza una grande spirale, l’acrobata in sospensione capillare si avvita come un tornando sotto la cupola, è giroscopico il movimento di biciclette sincronizzate in pista, costante il ribaltamento dei piani, si rincorrono sensazioni, odori in spirali d’emozioni e risate in molte lingue, dall'attorcigliato baffo al più elegante riccio del contrabbasso, come il segno di una chiave di violino è un'avvolgente babilonia che prende vita a partire dai picchetti che perdono dalla testa ricci di metallo mentre su di essi, roteando, tuonano sorde le mazze: il circo è tornato in piazza. É resuscitato! É il funerale della noia, del telecomando, del rimbecillimento globale.
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L’elasticità: si tirano le spalle di un acrobata, si adatta l'impianto del circo al nuovo terreno, si snoda la schiena di una contorsionista, mentre si tendono le corde del violoncello, quelle del trapezio e quelle del circo. Paranchi, funi, cavi d’acciaio entrano in tensione. Appare il non luogo per eccellenza per 'selvaggiamente controcantare' alla sociale overdose video: i corpi volano per davvero, oggetti addomesticati dipingono nell'aria la meraviglia, le mani volano indiavolate sul pianoforte o sul campionatore, celebrando la potente bellezza dell’essere umano, dal vero. Qualcuno a Città di Circo ci ha parlato di “Vortice ed Elasticità”. Circo contemporaneo proprio come nel 1800. Autorevole è l'osservazione: faremo di tutto per portarvi elasticamente dentro il nostro uragano.