Juggling Magazine Città di Circo , allegato JM #78 - march 2018

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GALÀ: LA BATTAGLIA FINALE di Andrea Bettaglio

FOTO DI STEFANO SCHEDA

NEL MOVIMENTO LA GIOIA DI UN GRANDE GALÀ

bettaglioandrea75@gmail.com

Come meteore scagliate nell’iperspazio. 60 teste ed altrettanti corpi sognanti di artisti, tecnici e musicisti. Una pioggia di meteoriti. Uno sciame creativo che si fonde e confonde i sensi. Riuscite a sentire i sobbalzi del terreno? La mandria del circo ha valicato il confine della valle. Annego di metafore banali. Ma come descrivere l’epopea di montare un doppio cabaret con 20 e passa numeri in 24 ore? Quale sarà il contenitore? L’idea era di andare oltre l’inaugurazione di Città di Circo dell’anno scorso, due sindaci ed un doppio comizio a parodiare la politica dei Comuni mortali. E quest’anno? Guardiamo lontano. Pensiamo ad una colonizzazione della città, della provincia e perchè no, col tempo, del mondo intero. Pianeta di circo. Le armi le abbiamo, l’esercito pure, la fede da brandire è presto inventata. Si tratta di esportare il gioco come modello di vita.

Chi guiderà i coloni? tre present-attori, un Sindacor, un alto prelato e un galoppino, metà portaborse e metà chierichetto. Dai tendoni si fondono le forze. Il campo di battaglia prescelto è il tendone Magdaclan, il più capiente, che in un attimo diventa la casa di tutti. Facciamo due scalette di numeri più o meno complementari, in modo tale da usare la stessa struttura per due cabaret, appena sufficienti a contenerci tutti. Corda aerea, ruota tedesca, corda molle, palo cinese, nelle tende italiane troviamo tutto l’alfabeto circense. si compone il collettivo portes, i più grossi, quelli che spostano pesi, che lanciano le persone, che le fanno volare. A loro il compito di comporre la battaglia finale tra i poteri forti, e la grottesca banda dei “bulgari”, per fare le scene madri che verranno usate in entrambi i cabaret. Tutto viene montato nel giro di poche ore, nonostante sia la prima volta che i ragazzi lavorano insieme. Ci dividiamo in due squadre, da un lato gli elettori del sindacor e dall’altro i fedeli di padre Mazza. Ci immaginiamo due cortei, uno dentro l’altro, un’inizio epico per poi poter sporcare tutto con più slancio. Con i figuranti raggiungiamo i numeri di un colossal. Si raccolgono i musicisti dai vari collettivi, mettiamo su una band eclettica ed esplosiva. Due pianisti, fiati e batterie elettroniche, polistrumentisti che moltiplicano il ventaglio di colori a disposizione. Con la scaletta in mano lottano contro il tempo per mettere insieme 10-15 pezzi dai repertori che possano far brillare i numeri. Le ore divorano la giornata, nel frattempo a Città di Circo ci sono corsi di formazione e seminari tematici e turni di servizio che ci obbligano all’ubiquità multipla. ci troviamo a pochi passi dal debutto. C’è chi si riscalda e si allunga, chi adatta i propri numeri clavati alla durata ridotta che gli è stata commissionata. i tecnici dei vari tendoni arrampicati alle scale che si urlano tra loro indicazioni ed appendono fari e trovano un lessico comune fatto di gesti e imprecazioni, i bambini che giocano in mezzo alla pista, in barba a tutte le leggi sulla sicurezza sul lavoro, i tre presentatori che si inseguono per scambiarsi idee dell’ultimo minuto sulle varie entrate e pur venendo da universi artistici lontani, bastano poche parole ed un cenno d’assenso per comprendersi e divertirsi. Siamo creatori di mandala. Siamo artefici di un grande gioco intriso d’urgenza e immediatezza in cui ci si può lasciare andare perchè qualcuno ci raccoglierà prima di toccare il suolo. È un corpo unico quello che prende forma.L’urlo che emana dal grande cerchio è una sola voce che vuol farsi sentire, che ha qualcosa da dire, che vuol mostrare che si può creare insieme, perchè è l’unica grande ricchezza che ci rimane. Senza prenderci troppo sul serio però, perchè noi partiamo ed a voi che guardate restano le vostre vite, la vostra città. Riprendetevela! Ora possiamo soffiare sulla sabbia.

CITTÀDICIRCOBOLOGNA29


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