Juggling Magazine Città di Circo , allegato JM #78 - march 2018

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P O R TA R E S U O N I E M U S I CA I N C I T TÀ C O N L A C O R R E N T E M A A N C H E

FOTO DI ELENI ALBAROSA

CON LA CORRENTE

SUONI E MUSICA IN CITTÀ di Carlo Coppadoro

carcoppa@gmail.com I suoni di Città di Circo molti e diversi, alcuni costanti e ricorrenti, si fanno casa e abitudine. La mazza sui picchetti, lo schioppo dei tappi di birra, il motore dei camion. Come i suoni che trapassano la tela sottile degli chapiteau, e da fuori – sera dopo sera – ricordi e riconosci a che punto è lo spettacolo. E riconosci le voci e il vociare di ciascuno, dal dormiveglia dentro al camper, oppure al capannello intorno al fuoco appena fuori. E costante è il rito del cerchio prima di ogni spettacolo, che esplode univoco in un OH! collettivo, prima che si apra al pubblico. E gli applausi alla fine, sinceri e generosi. E la macchina automatica che sputapiatti, improbabile totem della culinaria: inserendo nell’occhio sinistro della maschera di cartone il buono pasto , questi restituiva un piatto pulito dalla bocca, sempre segnalando l’incasso con un colpo di campana o una raganella. Buon appetito. E il mantra cantabile dei “Marroni di Marradi” l’instancabile discomidley della tastierina del Maestro, e la batteria elettronica del Belva, come la potenza deli ottoni panici, e l’elegante trio d’archi alla porta del Side. E il ciarlare sotto la Canguro – la piccola tenda rossa di accoglienza – dove tra una coda al bar e una coda alla biglietteria, sottofondo di cumbia e rintocco dei popcorn, strilloni gestivano le lista d’attesa. Le incursioni fuori orario di un risciò sound system, e il

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muovere le anche autogestito connettendo il proprio telefono ad una cassa qualsiasi. E poi: la BANDA. La bBanda! La Banda dei Galà. Nominatasi sul campo “Sciavavavaivavaj Nigga”, accrocchio di temerarie eccellenze dei vari circhi, poderosa nel groove e generosa ad improvvisare. Equilibrio perfetto e instancabile di sonorità timbri e poliedrico repertorio. E i concerti di Nema Problema, che ha mosso una massa compatta di ballerini, e della Royal Circus Cozza, all’occasione schiusasi ad ospitare più ospiti che titolari. Almeno 60 i tipi di strumenti differenti che hanno vibrato a Città di Circo: dal sitar alla cornamusa, dal kaos pad alla charamella, variando per qualsivoglia strumento a fiato e a corda. Forse solo il bongo escluso. Roba da non crederci, che se mi avessero detto: - “domani nevica” l’avrei trovato più probabile!

di Rose Opdenhoff

roseopdenhoff@gmail.com Un piccolo episodio: mentre nel tendone del Magda Clan é in corso uno degli ultimi galà qualcuno segnala un black-out in una parte dell’accampamento. Nel tendone mensa l’indagine porta alla seguente causa: una mensola di un frigo ha ceduto al peso della scorta di birra, il suo crollo fa cadere le bottiglie che aprono lo sportello e il getto di succo di luppolo gorgoglia in una ciabatta elettrica dove produce un corto circuito che fa scattare l’interruttore della linea 1. Nel tendone del Magda Clan, mentre è in corso lo spettacolo, nessuno si è accorto di niente. Un caso fortunato? La Città di Circo, come ogni struttura urbana, è stata allestita da un’infrastruttura basica e funzionale con tutto il materiale delle compagnie unito al materiale noleggiato - intessuta da cavi elettrici e tubi. Tubi che distribuiscono l’acqua nell’accampamento, nella cucina…tubi connettono il container dei bagni alla fognatura e cavi che connettono i tendoni tra loro, e all’interno di ognuno di loro altri circuiti interni tra dimmer, casse, luci: migliaia di metri di cavi che conducono la corrente a spasso per la città, dai quadri dell’Enel e dall’insaziabile generatore fino all’accampamento. I tendoni creano luoghi da cui la luce naturale è esclusa e dove il suono spesso è amplificato. Sia all’illuminazione sia al suono va attribuito un proprio ruolo, diretto dalle compagnie ed eseguito da noi tecnici. Nel migliore dei casi il nostro lavoro non é percepito come assenza di problemi ma come elemento portante che sostiene solidamente lo spettacolo. L’intesa tra tecnici ed artisti si basa su fiducia e rispetto con lo scopo comune di produrre un’opera artistica e questa deve essere protetta da eventuali incidenti – a volte imprevedibili – come quello del crollo nel frigo. La consapevolezza di tutti i collegamenti e carichi ed anche la precisione nella progettazione sono requisiti per uno svolgimento senza difficoltà. Nella Città di Circo questo è stato possibile grazie a un’ottima collaborazione fra noi tecnici. Ognuno poteva dedicare abbastanza tempo alla propria compagnia e quelle ospiti perché si è potuto riporre fiducia nella professionalità del lavoro e nelle responsabilità di ciascun tecnico.


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