Juggling Magazine Città di Circo , allegato JM #78 - march 2018

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N E L L A

G R A F I C A

E

A N I M A

O G N I

C O S A :

GRAFICA E ANIMA di Andrea Niccolai e Annalisa Bonvicini

facebook.com/cittadicirco

Interessante è l’aspetto della comunicazione, in una grande città, di un grande evento: dalla comunicazione alla grafica, si ragiona sul “vestito” che indossa il progetto quando va in scena. L’idea è stata quella di una comunicazione “illustrata”, pensata, con un valore “acrobatico” e che nasce da una collaborazione di artisti e specialisti delle diverse compagnie; in particolare da Andrea “Biondo” Niccolai (Circo Paniko) e Annalisa Bonvicini (Magda Clan). La comunicazione è incollata alle sinuose forme dell’evento quindi si affida a una veste grafica prodotta direttamente dall’interno del Forum Nuovi Circhi. Provare a spiegare il contenuto della grafica è un controsenso in quanto essa stessa deve riuscirci ma commentare il perchè delle immagini grafiche può essere divertente.

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Nella locandina, immagine con cui l’evento si presenta e vuole spiegarsi, si è trattato di voler rappresentare, all’interno di un circo, una specie di ammaestratore di tendoni, una sorta di figura inesistente, impalpabile (e che difatti appare di spalle, quasi fumosa ed evaniscente) che invita le diverse compagnie presenti a Città di Circo a farsi avanti, a giocare tra loro, a unire intenti, diversità ed esperienze. Il pieghevole è sempre l’incubo dei grafici che devono conciliare contenuti, estetica e praticità di consultazione. È lavoro molto complesso composto da 16 facciate che raccontano gli spettacoli che andranno in scena, sotto quale tenda, di quale compagnia, a che ora, quali giorni… oltre a dovere fornire tutte le informazioni sul festival: cos’è, come fare a prenotare, come arrivare. In questo dedalo d’infor-

mazioni e complessità siamo riusciti a creare una sorta di scacchiera nella quale gli spettacoli invadevano il campo, quasi il circo stesse giocando a scacchi con la città e fosse in evidente vantaggio (tema tra l’altro che si è sviluppato in maniera parallela nei Gran Galà andati in scena gli ultimi giorni!). Un gioco per trovare le informazioni, un gioco tra Circo (tendoni) e Città (torri), una sfida precisa e gioiosa come è stata Città di Circo. Il logo invece nasce con l’idea d’esser nomade, com’è desiderio della Città, e sogna di poter ospitare al suo interno il nome della città dove andrà a posarsi, c’è quindi uno spazio, sotto alla scritta Città di Circo, che cambierà in base al luogo. Nel crearlo però lo spazio per la città ospitante continuava a mostrarsi come una bocca, l’idea quindi di una Città di Circo affamata di luoghi, desiderosa di mangiare e divorare le piazze per entrarci dentro davvero, per una maggiore fusione, intreccio, scambio… Viene fuori un logo a due facce, come una moneta con sul recto la scritta, sul verso un volto grottesco e onirico, con una bocca reale al posto della città, con uno sguardo indefinito e figlio della stranezza che rappresenta, iconico, ipnotico, folle …forse un’evoluzione selvaggia della maschera classica, classico simbolo del teatro.


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