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Curiosità dal Mondo

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Shingo Araki

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lo sconosciuto della nostra infanzia.

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Un maestro nel suo lavoro: trasformare manga in anime. Shingo Araki, originario di Nagoya, classe ‘39, si è recentemente spento in Giappone all’età di settantadue anni. Sua la penna che ha reso celebri personaggi del mondo dei manga, trasformandoli in cartoni animati che hanno accompagnato più d’una generazione sino alla giovinezza: Lupin III, Kiss me Licia, La principessa Zaffiro, Rocky Joe, Ryu il ragazzo delle caverne, Babil Junior, Sam il ragazzo del West, Bia, Goldrake, fino ai Cavalieri dello Zodiaco, serie che ha curato personalmente sino al suo ritiro dall’attività alla veneranda, ed operosissima, età di 69 anni. Per i cultori è doveroso citare il suo primo lavoro, quello che lo rese celebre ai tempi, ossia Kimba il leone bianco, da lui prodotto ed animato nel 1965. Quasi un trentennio di lavoro, dove infaticabile, preciso e stacanovista (come lo ricordano), si adoperava per trasformare l’immagine statica in qualcosa di vivo ed animato; così come animava la comune immaginazione divenendo, seppur sconosciuto, un elemento importante per l’infanzia di intere generazioni. Strano che, solo dopo la sua morte, per la maggior parte del suo pubblico, Shingo Araki abbia un volto ed un nome, ma magari nell’intento di un artista c’è il sopravvivere attraverso le sue opere. E se così fosse, Shingo Araki non morirà mai, perché immortale ed indimenticabile nei i ricordi (indiretti) di ognuno di noi. Addio, e grazie.

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