Suptime 11

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Rider: Attilio/Aurelio Verdi - Roberto Domenichini - Ph: RRD

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2013

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STAFF

COVER STORY

ANNO IV - NUMERO 11 APRILE 2013

Mathieu è un forte rider che vive a Tahiti, nella Polinesia francese, dove le onde certamente non mancano. La particolarità della foto di questa cover di SupTime risiede nel modo in cui è stata fatta: è un autoscatto! Per scoprire come è stato possibile realizzarlo dovete però aspettare il prossimo numero dove conosceremo meglio il protagonista della copertina e scopriremo la sua particolare storia.

DIRETTORE RESPONSABILE Cristiano Zanni • cristiano@jmag.it REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

ragno@hipow.com

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

RIDER Mathieu Fouliard ∞ LOCATION Tahiti - White Sand Beach Punaauia ∞ FOTO Vaite

marcom@hipow.com

INSIDE

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi:Chiara Baldi, Fabio Calò, Beppe Cuscianna, Sylvain Demercastel, Cristian Dessì, Alessandra Ferrara, Ovidio Ferrari, Raf Filippi, Mathieu Fouliard, Sarah Hebert, Paolo Marconi, Leonard Nika, Francesco Orsi, Roberta Pala, Sheila Palermo. immagini:Raffaele Barbera, Gill Chabaud, Joanne Demercastel, Sylvain Demercastel, Maxime Houyvet, Manu Morel, Sheila Palermo, Antonio Russo, Sebastian Schöffel, Vaite.

SUPTIME

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EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

La primavera è arrivata, le giornate iniziano a scaldarsi e si sono allungate, le nostre tavole da SUP sono pronte per farci divertire su ogni possibile bacino d’acqua, sia mosso che liscio! E noi di SupTime… senza nemmeno accorgercene siamo arrivati alla quarta stagione di questa pubblicazione! Il vostro affetto e i continui numeri in crescita, sia sul magazine che sul web, sono la conferma della giusta strada intrapresa. Il SUP è uno sport fantastico, facile nell’apprendimento e di immediata fruibilità, questo è il suo successo e questa linea editoriale “user friendly” è quella che vogliamo trasmettere in ogni singola pagina. E non lo diciamo soltanto noi, ma lo confermano anche tutte le aziende che continuano a proporre prodotti sempre migliori sia per i professionisti, ma anche e soprattutto per la gente normale, che vuole andare a pagaiare per tenersi in forma, per scoprire nuovi scorci paesaggistici, o semplicemente per giocare con le onde al mare, mettendoci magari una vela quando sale un po’ di brezza… Ma il SUP può influenzare la nostra vita e in quale modo? Penso che chiunque di noi appassionato di board sport possa avere avuto dei vantaggi notevoli. Il SUP, nello specifico, ci porta all’aria aperta, a incontrare e conoscere nuove persone appassionate come noi, a fare dei più o meno lunghi viaggi verso luoghi che forse senza la nostra passione non avremmo mai visitato. Il SUP ci arricchisce quindi anche culturalmente, perché viaggiando ed esplorando nuovi orizzonti possiamo continuare anche a crescere come persone. Le prossime pagine sono ancora una volta la dimostrazione di come l’addicted to SUP ci possa portare a scoprire nuove strade, a volte un po’ tortuose, ma la ricompensa è immensa. Proprio per questi motivi non mancheranno mai su queste pagine gli articoli dei grandi viaggi dei nostri collaboratori, vorremmo che fossero uno stimolo per tutti voi, anche se poi magari la meta del nostro prossimo viaggio non sarà così esotica ma più “alla portata”, l’importante è andare! Ci tengo in questo spazio anche a ringraziare il nostro super collaboratore Beppe Cuscianna, grazie a lui molti articoli vengono alla luce e alcune sue iniziative come l’Italian SUP Awards (articolo completo tra qualche pagina) hanno avuto un successo immenso e inaspettato grazie alle centinaia di migliaia di visualizzazioni e di MI PIACE che abbiamo avuto su www.suptime.it. Ci avete dimostrato che il popolo del SUP italiano è più che mai attivo e i numeri iniziano a diventare importanti… continuate a seguirci, ne vedrete delle belle! 4SUP… Have fun…

MODALITA’ DI PAGAMENTO Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano Banca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 05 M 03069 09400 100000003752 CAUSALE: abbonamento SUPTIME - NOMINATIVO E INDIRIZZO ED EV. RECAPITO TELEFONICO

Fabio Calò

fabio@hipow.com

ECCETERA PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 4,90

PERIODICITÀ Aprile; Giugno; Agosto; Ottobre

ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (4 NUMERI) euro 16,00 STAMPA Alfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)

ISSN 2038-9329 registrazione Tribunale di Milano n.419 del 14.07.2010 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234

SupTime è una testata della società Johnsons Media srl che pubblica anche i periodici KiteMagazineStance (kite), Funboard (windsurf), Surf Latino (surf), 6:00 AM (skateboard), En3 snowboardmag, Snowmap (snowboard), Soul rider (sci freeride) 4Skiers (sci freestyle freeride) e gli annuari Surfing (windsurf, surf, kitesurf) e Snowb (snowboard).

Tutti i diritti di Sup Time sono riservati e appartengono a Johnsons Media. Nessuna parte di Sup Time può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista.


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SOMMARIO

RIDER Sylvain Demercastel ∞ LOCATION Costa Rica ∞ FOTO Joanne Demercastel

ENDLESS SUPPER

Pag. 60

DI Sylvain Demercastel

Il racconto di una fantastica avventura, e questa volta con la moglie, del rocker giramondo Sylvain Demercastel. Un lungo viaggio alla ricerca delle migliori onde del Costa Rica per capire il vero significato della Pura Vida.

TOYS 2013

Pag. 20

DI 4Sup

Un approfondito sguardo sulle novità più interessanti di: Airboard, Fanatic, Jimmy Lewis, Moki, Naish, RRD e Starboard.

SRI LANKA

Pag. 40

DI Raf Filippi

Un nuovo paradiso delle onde e del cruising scoperto dal forte rider francese Raf Filippi con la straordinaria partecipazione della campionessa Olivia Piana.

ALLA CONQUISTA DELL’ORO VERDE

Pag. 52

DI Sarah Hebert

SUP cruising sul Diahot, l'unico fiume della Nuova Caledonia. Sarah Hebert e le sue amiche sono andate alla scoperta di questo affascinante corso d’acqua.

FAQ Pag 68 La sezione di SupTime dedicata a chi vuole suppare meglio e divertirsi di più. Su questo numero: ∞ Kick Turn Mat Side ∞ Salto della pagaia

SPOT GUIDE COSTA RICA

Pag. 74

DI Cristian Dessì

Immaginatevi delle pareti perfettamente lisce, davanti casa, tutti i giorni dell’anno, con temperature tropicali. Gli spot del Costa Rica raccontati da Cristian Dessì.


OberAlp S.P.A. - info@oberalp.it - 0471 242 900 - www.oberalp.it


E C S T A S Y

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RIDER Fabian Weber ∞ LOCATION Bavaria, Germania ∞ FOTO Sebastian Schöffel

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RIDER Alessandro Onofri, Campione Italiano SUP Surfing 2012 ∞ LOCATION Livorno, Tre Ponti ∞ FOTO Raffaele Barbera

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F A S T N E W S

SURF EXPO 2013 Tutto pronto per la nuova edizione del Surf Expo 2013 che si terrà dal 26 al 28 luglio 2013 ai piedi del Castello di Santa Severa, Roma. L’evento più cool dell’anno, atteso da tutto il popolo del surf e non solo, è giunto alla quindicesima edizione ed ha in serbo grandi novità. A muovere le fila sempre l’instancabile Alessandro Marcianò che anche quest’anno è pronto con grandi iniziative e tante novità. Quando il surf diventa legge, quando le onde sfidano le tavole e quando il mare la fa da padrona c’è un’unica risposta: Surf Expo! La manifestazione è ormai diventata un must dell’estate e i motivi per non mancare sono tanti, innanzitutto Surf Expo vuol dire grandi campioni. Dopo Beau Young, Gary Elkerton e Sunny Garcia, quest’anno sarà la volta di Garrett McNamara, il re delle onde giganti, un vero “cacciatore” di onde, capace di surfare dei veri e propri “muri” d’acqua e balzato agli occhi del mondo tra le celebrità surfistiche per aver cavalcato lo scorso 28 gennaio un’onda di 30 metri a Nazarè, in Portogallo. Sarà proprio lui lo special guest di quest’anno e si metterà a disposizione per qualche esibizione col tow in, per interviste, fotografie e autografi, il tutto allietato da qualche spettacolare session in mare. Surfare accanto ad un campione è un’emozione che solo il Surf Expo saprà regalarvi! Surf Expo vuol dire tappa Eurosupa e anche per quest’anno la competizione servirà a decretare il vincitore italiano in Europa. Un motivo in più per tutti gli appassionati a partecipare all’evento e a non lasciarsi sfuggire l’occasione. Ma Surf Expo è anche spettacolo. Alla sua quindicesima edizione l’evento può vantare un’esposizione mediaticache non ha eguali grazie all’interessamento di testate giornalistiche nazionali che certamente, anche quest’anno, daranno risalto alla manifestazione. Spettacolo vuol dire, anche, divertimento non stop per la 3 giorni romana tra sport, musica, arte, moda in un posto suggestivo come quello di Santa Severa. È questa la chiave giusta che SUPTIME

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La location del ISE

ogni anno aumenta esponenzialmente i numeri del Surf Expo, raccogliendo consensi non solo dagli appassionati del settore ma da un pubblico sempre più vasto. Surf Expo è innovazione. A partire da un nuovo logo che caratterizzerà l’edizione 2013, l’evento sarà ricco di sorprese e di novità. Tra queste una spicca su tutte, la possibilità che il team organizzatore riesca a portare in Italia lo Stand Up World Tour, il campionato mondiale dello Stand Up Paddle. Le trattative sembrano già a buon punto e manca solo la conferma ufficiale per poter inserire l’Italia tra le poche nazioni che hanno avuto il privilegio di ospitare il campionato. Il Surf Expo non smette di stupire. Surf Expo è surf culture, è lifestyle, è MUST!

NAISH ONE 12’6’’ - NISCO La stagione SUP 2013 è alle porte… Naish offre la possibilità di potersi cimentare in una vera e propria competizione SUP. Naish Italia, metterà a disposizione i SUP gonfiabili One 12’6’’ per poter partecipare alle gare di classe NISCO. La competizione sarà su 200 metri in match race (1 contro 1) e sarà aperta a chiunque voglia partecipare. Di seguito il calendario: ∞ 8 giugno 2013 Senigallia (Jan Surf Shop) www.ondanomala.an.it ∞ 15 giugno 2013, Igea Marina (Nautica Urban) ∞ 21 luglio 2013, Genova (Adrenalina Shop) www.adrenalinasportgenova.it Gare internazionali: ∞ 24-25 agosto 2013, Campionato europeo Naish ONE NISCO – Svizzera (Lago di Silvaplana, St. Moritz) ∞ 12-13 ottobre 2013, Campionato mondiale Naish ONE NISCO - Las Vegas, USA Per ulteriori aggiornamenti seguici su: Facebook: ww.facebook.com/NaishItalia Action to sport: www.action2sport.com


STAGIONE AGONISTICA 2013 Riparte la stagione agonistica 2013, campionato italiano e campionato europeo tante nuove realtà di promozione sportiva pronte a iniziare la stagione e tutti gli atleti sono carichi per darsi battaglia per il titolo di campione italiano e per salire sul podio nelle tappe europee. Abbiamo semplificato come funzioneranno i due circuiti presenti in Italia.

FISURF

EUROSUPA

Il nuovo campionato Fisurf sarà composto da 9 tappe di COPPA ITALIA dal quale uscirà il CAMPIONE COPPA ITALIA. Per essere proclamato campione verranno conteggiati i 5 migliori risultati su 9. Nel caso in cui un atleta disputasse tutte e 9 le gare di COPPA ITALIA saranno sempre conteggiati i migliori 5 risultati. Il circuito di COPPA ITALIA servirà anche per far accedere gli atleti al CAMPIONTATO ITALIANO ASSOLUTO. Per poter accedere alla finale, basterà disputare almeno 3 tappe di COPPA ITALIA per accedervi accedere di diritto. Il circuito ZONALE servirà alla FISURF a monitorare il lavoro svolto dalle associazioni sportive che organizzano le tappe di campionato ZONALE, questo lavoro serve per esaminare le competenze organizzative e le competenze tecniche al fine di poter ospitare per l’anno successivo una tappa della COPPA ITALIA. Il campionato zonale sarà sviluppato come il format della COPPA ITALIA, alla chiusura del campionato zonale solo il podio potrà accedere di diritto al CAMPIONTATO ITALIANO ASSOLUTO. Nel caso in cui gli atleti fossero già qualificati per CAMPIONTATO ITALIANO ASSOLUTO, potranno accedere gli atleti che seguono in graduatoria ZONALE.

Il campionato EUROSUPA in Italia sarà solo per 12.6 e nella specialità BEACH RACE. Al momento le tappe confermate è l’Italia Surf Expo 2013, mentre il Roma Event One 2013 è in attesa di conferma da parte del team organizzatore, altre 2 tappe sono in fase di valutazione da parte dell’EUROSUPA. Il montepremi complessivo di tutte le tappe è di circa di 10.000 euro in prize money.

TAPPE DI COPPA ITALIA

TAPPE EUROSUPA IN ITALIA

∞ ∞ ∞ ∞ ∞ ∞ ∞ ∞ ∞

∞ 6/7 ∞ 23 ∞ 27/28 ∞ 22/23

5 16 23 6/7 14 4 1 8 22

MAGGIO GIUGNO GIUGNO LUGLIO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE SETTEMBRE SETTEMBRE

FIUMARETTA IGEA MARINA BRACCIANO (RM) LECCE CESENATICO PESCARA ANZIO LIGNANO CAGLIARI

Come funziona il campionato EUROSUPA L’atleta che avrà raggiunto il maggior numero di successi sarà il vincitore della categoria. In Italia sarà proclamato il CAMPIONE ITALIANO in Europa. Tale titolo sarà dato all’atleta che avrà raggiunto il maggior numero di successi nelle gare disputate in Italia. Tale titolo ha solo una valenza italiana. Sarà anche proclamato il CAMPIONE EUROPEO in Italia. Tale titolo sarà dato all’atleta che avrà raggiunto il maggior numero di successi gareggiando anche nelle tappe europee. Tale titolo ha solo una valenza italiana.

LUGLIO LUGLIO LUGLIO SETTEMBRE

LECCE in attesa di valutazione SECRET SPOT in attesa di valutazione SANTA MARINELLA ITALIA SURF EXPO 2013 MACCARESE ROMA EVENT ONE 2013 in attesa di conferma

SUPTIME

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F A S T N E W S

SUPTRAININGLAB.COM “A way to evaluate, program and innovate in Sup”

SUPTIME

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Il Sup Training Lab nasce dal desiderio di fornire competenze e strumenti professionali per la preparazione atletica nello Stand Up Paddling. Il gesto tecnico e le richieste condizionali piuttosto elevate di questa disciplina richiedono un’attenta valutazione ed una periodizzazione e programmazione di allenamento ottimali. Ci piace utilizzare il termine “Lab” visto che tutto il nostro impegno ed il nostro lavoro sono focalizzati ad incrementare la performance nel Sup. Ciò significa approfondire la conoscenza di tutti i fattori che concorrono alla prestazione in questo sport ed utilizzare tutti gli strumenti e tecniche a nostra disposizione per poter ottimizzare il processo di allenamento. Proprio l’utilizzo delle più aggiornate metodiche di indagine quali, ad esempio, l’analisi biomeccanica del gesto tecnico e l’analisi posturale applicata al movimento, ci permette di continuare ad approfondire e migliorare. Crediamo fortemente in una metodologia scientifica di lavoro e sviluppiamo le nostre batterie di test e i nostri programmi di allenamento sui continui aggiornamenti del pensiero scientifico. A volte, come nel caso dello stand up paddling, ciò non è semplice visto il “recente” affacciarsi di questa disciplina al panorama agonistico mondiale. Altre volte, invece, l’introduzione di nuove regole o l’evoluzione delle attrezzature porta a cambiamenti importanti nella performance di sport più “tradizionali”. Ecco perché la definizione di “laboratorio” ci sembra più appropriata. Con i nostri programmi di allenamento seguiamo atleti di differenti livelli su tutto il territorio nazionale e non solo. Offriamo, inoltre, i nostri servizi a tutti gli appassionati che vogliano migliorarsi e rendere più efficiente il proprio lavoro in acqua o che necessitino, solamente, di consulenza a scopo preventivo o compensativo.

Dott. Gianluca Caimmi Chinesiologo professionista Dott. in Scienze Motorie Dott. in Scienze e Tecnologie Alimentari


TROFEO RIVER SEA SUP WATER RACE Domenica 5 maggio 2013 a Fiumaretta di Ameglia (SP). La Gara, valida per Coppa Italia SUP Pro si svilupperà su un percorso a boe per una lunghezza di circa3-4 km da ripetersi due volte. L’impostazione è quella di una Beach Race, la partenza dalla spiaggia sarà eseguita su due linee divise per categoria e il via differenziato con starter acustico. Oltre le classi previste da ISA e contemplate nel regolamento nazionale FISURF, sarà istituita la categoria SUP gonfiabili, sia in All round che in Race. I SUP gonfiabili utilizzati rientreranno nelle classi previste secondo le loro misure. Sarà stilata una classifica dedicata. Saranno premiate con trofeo e/o oggetti tutte le categorie ISA, l’OverAll maschile e femminile e i primi delle classi gonfiabili. Tutti i premi offerti dai Brand e dagli sponsor extra settore, saranno messi ad estrazione tra tutti i partecipanti intervenuti. L’organizzazione sta valutando la possibilità di inserire premi in denaro. La quota d’iscrizione, come previsto dal nuovo regolamento è fissata in Euro 35. Ai possessori di tessera FISURF saranno decurtati euro 5. Il pacco gara è in via di definizione, sono previste bibite energetiche fornite da RedBull, acqua per tutti gli atleti, buono pasto da consumarsi presso il Bar dello stabilimento Arcobaleno o presso la Pizzeria il Diavolo Rosso. Per tutti gli atleti è previsto l’aperitivo durante la premiazione. SI RICORDA: Gli atleti che prendono parte alla Coppa Italia SUP Pro, se vogliono rientrare nella Ranking ufficiale Nazionale, dovranno provvedere al pagamento dell’iscrizione Federale e fornire il certificato medico Sportivo. Tutti gli AMATORI che vogliono partecipare alla gara promozionale riservata alla categoria e non hanno volontà di inserimento nella Ranking, dovranno pagare solo la quota Federale fissata in EURO 5, (compresa nell’iscrizione) e presentare il certificato di sana e robusta costituzione.

SPORT SHOW Il mitico Sergio Minoni, ex gestore dell’albergo al Pra (Tignale, Lago di Garda) ha partecipato allo Sport Show di Brescia che si è svolto nei giorni 23-24-25 marzo 2013 e ci conferma che è stata un’esperienza veramente positiva per la promozione del SUP. Sergio con i suoi collaboratori della Canottieri Garda Salò, hanno emozionato tante persone nei tre giorni di fiera, giovani e non, facendoli provare a “stare in piedi sull’acqua” utilizzando il Sup con la collaborazione di RRD. Tanti inizialmente erano scettici ed impauriti ma dopo qualche minuto di confidenza con la tavola si alzavano in piedi sorpresi e molto soddisfatti. Sergio commenta: “Credo sempre di più che il Sup sia uno sport veramente utile per tutti, oltre ad essere un modo divertente per scivolare sull’acqua è un esercizio davvero efficace per il fisico e la mente.” Sul prossimo numero di SupTime vi presenteremo il nuovo centro SUP di Sergio aperto a Salò.


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AIRBOARD

DISTRIBUITO DA: Display Sports ∞ TEL./FAX: 0471.973255 ∞ EMAIL: info@display-sports.it ∞ WEB: www.display-sports.it / www.airboard.com

Finalmente verranno distribuiti anche in Italia i SUP gonfiabili Airboard, brand svizzero, che vantano di avere un’altissima qualità e rigidità delle tavole (attualmente forse le tavole gonfiabili più rigide in commercio).

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SHARK 11’2” - 12’6”

TRAVEL 9’2”

TRAVEL RENTAL 9’2”

Best for: Touring e Speed | flatwater Airboard SHARK 11’2” e 12’6”: la risposta Airboard all’ultima tendenza di creare tavole gonfiabili lunghe e veloci che si prestano per il cruising, touring e long distance, unendo le prestazioni di tavole rigide e la praticità di trasporto dei modelli air. Una lunga ricerca di materiali high-tech e l’altissima qualità della costruzione Airboard rendono i modelli Shark super-rigidi e veloci. I più leggeri trovano nel modello 11’2” la loro tavola ideale, mentre il 12’6” è pensato a chi vuole il massimo in termini di prestazioni e scorrevolezza. Features: US-Box | Double layer dot drop stitch vinyl | Luggage rack | antiskid EVA deck Contains: SUP-SHARK | Fin | SUP-Pump | Advanced bag ∞ max. 75 kg (165 lbs) ∞ 340 x 72 x 15 cm (11’2” x 28” x 6”) ∞ 230 litres ∞ 9.8 kg (22 lbs) ∞ Pressure: 0.8 - 1.2 bar (psi 12 - 19 psi) ∞ max. 120 kg (265 lbs) ∞ 380 x 76 x 15 cm (12’6” x 30” x 6”) ∞ 280 litres ∞ 10.5 kg (23 lbs) ∞ Pressure: 0.8 - 1.2 bar (psi 12 - 19 psi) ∞ red/white

Best for: Fiumi | Lago | Mare Airboard TRAVEL 9’2”: in assoluto la tavola gonfiabile più rigida e resistente della linea. Dotate di US-Box con pinna singola centrale e due pinnette fisse laterali rendono questa tavola l’ideale compagno per tutte le vostre avventure. È incredibile con quanta poca pressione si riesca ad ottenere la massima rigidità in questa modello. Tutta la famiglia apprezzerà questa tavola, sia che venga utilizzata da adulti o bambini in acque calme, mare mosso o addirittura fiumi. Features: US-Box, 2 permanent fins | Double layer dot drop stitch vinyl | Luggage rack | Diamond cut EVA deck- and kick-pad Contains: SUP-TRAVEL | Fin | SUP-Pump | Advanced bag ∞ max. 140 kg (310 lbs) ∞ 280 x 85 x 15 cm (9’2” x 34” x 6”) ∞ 260 litres ∞ 9.8 kg (22 lbs) ∞ pressure: 0.8 - 1.2 bar (psi 12 - 19 psi) ∞ black/gray

Best for: Fiumi | Lago | Mare | Noleggi La stessa inimitabile qualità e robustezza del “gemello” Travel, il modello RENTAL ha in dotazione tre pinnette fisse e due ulteriori maniglie per il facile trasporto. È stato concepito specialmente per il noleggio, dove le tavole devono distinguersi per la loro facilità d’uso anche per neofiti, essere ultraresistenti e allo stesso tempo di minimo ingombro quando devono essere trasportate. Features: 3 permanet fins | 3 handles | Double layer dot drob stitch vinyl | Lueggage rack | Diamond cut EVA Deck Contains: [nbsp]SUP-Travel | SUP-Pump | Advanced bag ∞ max. 140 kg (310 lbs) ∞ 280 x 85 x 15 cm (9’2”x34”x6”) ∞ 260 litres ∞ 9.5 kg (22 lbs) ∞ pressure: 0.8 - 1.2 bar (psi 12 - 19 psi) ∞ orange/gray

Shark 11’2”

Travel 9’2”

Travel Rental 9’2”


TOYS FANATIC EMAIL: fanatic.italy@icloud.com ∞ WEB: www.fanatic.com

FALCON 12’6”

FALCON 14’0”

Le 3 nuove misure vanno a rimpiazzare i design del 2012, pluripremiati nelle varie gare di race, dopo un estensivo progetto di ricerca e sviluppo tramite il sistema di shaping CAD, per studiare la perfetta distribuzione dei volumi. I profili più allungati e parallelamente simmetrici, con una prua più larga per fendere i chop e la schiuma, garantiscono una piattaforma ancora più stabile su cui poter massimizzare ogni remata. Questo aspetto è discriminante per il race ed auspicabile anche per l’esplorazione, e sono state anche sviluppate delle pinne specifiche, le RaceAce.

Capobranco dei 3 nuovi shape freschi freschi, è il neonato dal sistema di progettazione a CAD, che assicura performances vincenti. Progettato e realizzato specificatamente per racing ai massimi livelli, questi due modelli da 14’0” x 25”/14’0” x 27.5” e da 14’0” x 30” rappresentano l’avanguardia tecnologica applicata al mondo del racing. La posizione di remata resta molto stabile, grazie all’abbassamento del centro di gravità tramite l’utilizzo di una sezione centrale piatta, ideale per tutti i racer che richiedono alte prestazioni in qualsiasi condizione. Sono state anche sviluppate delle pinne specifiche, le RaceAce.

FALCON 12’6” (25” Carbon) Vol: 252 l ∞ Width: 25” / 63.5 cm Lenght: 12’6”/ 381 cm Thickness: 14.3 cm Technology: Carbon Sandwich Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 12’6” (381cm) x 32” (81cm)

FALCON 14’0” (25” Carbon) Vol: 268 l ∞ Width: 25” / 63.5 cm Lenght: 14’0” / 426.7 cm Thickness: 14 cm Technology: Carbon Sandwich Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 14’0” (427cm) x 30” (77cm)

FALCON 12’6” (27.5” Carbon) Vol: 264 l ∞ Width: 27.5” / 68.6 cm Lenght: 12’6”/ 381 cm Thickness: 14.4 cm Technology: Carbon Sandwich Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 12’6” (381cm) x 32” (81cm)

FALCON 14’0” (27.5” Carbon) Vol: 291 l ∞ Width: 27.5” / 68.6 cm Lenght: 14’0” / 426.7 cm Thickness: 13.8 cm Technology: Carbon Sandwich Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 14’0” (427cm) x 30” (77cm)

FALCON 12’6” (30” Carbon) Vol: 282 l ∞ Width: 30” / 76.2 cm Lenght: 12’6”/ 381 cm Thickness: 14.2 cm Technology: Carbon Sandwich Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 12’6” (381cm) x 32” (81cm)

FALCON 14’0” (30” Carbon) Vol: 317 l ∞ Width: 30” / 76.2 cm Lenght: 14’0” / 426.7 cm Thickness: 13.9 cm Technology: Carbon Sandwich Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 14’0” (427cm) x 30” (77cm)

FALCON 12’6” (27.5” HRS) Vol: 264 l ∞ Width: 27.5” / 68.6 cm Lenght: 12’6”/ 381 cm Thickness: 14.4 cm Technology: High Resistance Skin Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 12’6” (381cm) x 32” (81cm)

FALCON 14’0” (27.5” HRS) Vol: 291 l ∞ Width: 27.5” / 68.6 cm Lenght: 14’0” / 426.7 cm Thickness: 13.8 cm Technology: High Resistance Skin Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 14’0” (427cm) x 30” (77cm)

FALCON 12’6” (30” HRS) Vol: 282 l ∞ Width: 30” / 68.6 cm Lenght: 12’6”/ 381 cm Thickness: 14.2 cm Technology: High Resistance Skin Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 12’6” (381cm) x 32” (81cm)

FALCON 14’0” (30” Carbon) Vol: 317 l ∞ Width: 30” / 76.2 cm Lenght: 14’0” / 426.7 cm Thickness: 13.9 cm Technology: High Resistance Skin Fittings: ONE RaceAce 9.75”; US Box Rec. Boardcover: Race 14’0” (427cm) x 30” (77cm) Falcon HRS 12’6’’

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Falcon Carbon 14’0’’


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JIMMY LEWIS DISTRIBUITO DA: JLID srl - Europe Customer Service ∞ TEL: +390586425613 ∞ WEB: www.jlid-italydistribution.com

Jimmy Lewis race preview 2013

STILETTO 12’6 RACE STILETTO 10’6 KIDS RACE Per il 2013 uno dei migliori shaper al mondo, Jimmy Lewis, ha sviluppato tre diversi modelli molto simili tra loro nelle caratteristiche, destinati a tre diverse categorie race. Per tutti e tre gli esemplari il nome sarà il minimo comune denominatore che li caratterizzerà e non poteva essere altrimenti la forma, aggiungendo alle due classi 14’0 e 12’6 una terza con la nuova sfida dedicata ad un segmento di mercato in grande ascesa. Stiamo parlando della categoria race riservata alle bambine e ai bambini di tutto il pianeta, propriamente chiamata 10’6 stock class kids. Per tutti e tre i modelli il nome scelto è Stiletto. In questo primo approfondimento metteremo in luce le caratteristiche della nuova Stiletto 12’6 stock class e del 10’6 Stiletto Kids.

STILETTO 12’6 SUPTIME

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È un Sup race che corrisponde in maniera dettagliata alle nuove tendenze, quindi grande adattabilità ai nuovi format gara elite race e sprint race e grande attenzione alle tecniche di pagaiata che hanno subito in questo ultimo anno una grande evoluzione. Sviluppo avvenuto grazie anche al continuo feedback che il Team International ha instaurato con Jimmy Lewis in persona. Nuovo totalmente lo shape, con la carena che ha la prua più alta e sottile rispetto al Blade II mantenendosi piatta con leggera V, rocker leggermente più accentuato per favorirne la manovrabilità ed il contrasto alla corrente di lato, obiettivo raggiunto alla grande, grazie anche al nuovo studio fatto sulla forma dei rail che da centro tavola verso poppa risulta essere meno accentuato e più rientrato all’interno della carena. L’outline ha richiesto molte ore di lavoro con uno studio davvero profondo da parte del Guru della velocità dal quale ne è scaturita una linea molto più stretta a centro tavola 27”1/2 a conferma della continua ricerca del mantenimento della massima velocità sopratutto durante la fase passiva della pagaiata. La parte anteriore dello Stilletto conferma l’inclinazione di Jimmy Lewis a interpretare prue molto filanti mentre dal centro verso poppa il nuovo Stiletto 12’6 stringe notevolmente la sua forma per terminare con un tail molto piu ridotto rispetto al Blade II, in modo da agevolarne la manovrabilità in boa e la conduzione in acqua choppy. Particolare attenzione è stata rivolta allo shape della coperta che ritrova lo scavo ed è completamente piatta nella zona dove

il paddler concentra la sua massima spinta, con la novità dell’introduzione di due chanel posti sul bordo in prossimità del centro tavola, per favorire l’uscita dell’acqua dalla coperta. Con questo tipo di coperta si è potuto constatare come risulti essere più semplice concentrarsi sulla pagaiata, grazie anche alla posizione dei piedi posta all’altezza della linea di galleggiabilità, caratteristica che riduce al massimo l’effetto rolling, particolare che consente allo Stiletto una stabilità davvero eccellente considerato le ridotte dimensioni. Infine il volume del nuovo race Stiletto 12’6 di 235 litri, di molto inferiore rispetto al Blade II, proprio per facilitare la propulsione e la manovrabilita grazie all’equazione, meno superficie meno attrito. Per quanto riguarda la costruzione confermata la collaudata e esclusiva Jimmy Lewis Hi-TECH sandwich tecnology PVC che assicura resistenza e leggerezza con un peso finale comprensivo di pad di 9.7 kg. Novità anche in campo grafico per questo 2013 con la già disponibile serie Limited Edition completamente bianca oppure nella nuovissima livrea in giallo studiata per lo Stiletto 12’6 in collaborazione con il prestigioso grafhics designer Masao Jr Fukayama. Specifiche: Stiletto 12’6 x 27”1/2 litri 235 peso 9,7 kg Lo Stiletto affiancherà il Blade II nell’ultraperformante collection by Jimmy Lewis, dedicata alle competizioni race 2013 che si preannunciano davvero numerose e super agguerrite a partire dalla prima tappa del Circuito Coppa Italia in programma il 5 maggio con la consueta ed ormai classica race di Fiumaretta.

ma con misure ridotte in linea con le esigenze fisiche e prestazionali dei più piccoli. Quindi ridotta la larghezza che arriva ad essere a centro tavola di 24” e ridotto il volume di 140 litri ma sopratutto ridotto il peso grazie alla costruzione in Hi-Tech sandwich tecnology che garantisce allo Stiletto10’6 Kids un peso di 8,9 kg. Novità anche in campo grafico per questo 2013 con la nuovissima livrea disponibile nei colori bianco o giallo appositamente studiata per lo Stiletto 12’6 in collaborazione con il prestigioso grafhics designer Masao Jr Fukayama. Specifiche: Stiletto Kids 10’6 x 24” litri 140 peso 8,9 kg

STILETTO 10’6 KIDS Completamente nuovo il progetto race kids by Jimmy Lewis. Da sempre il famoso shaper Maui resident ha innato il looking forward in ogni campo abbia operato. Per questo motivo ha sviluppato un vero proprio missile ad hoc per i bambini e le bambine di tutto il pianeta. Da circa due anni questa particolare categoria sta godendo di sempre maggiore successo, ma se fino ad oggi molti di questi erano costretti a correre con sup race poco idonee, da questo anno potranno godere di un autentico gioiello dedicato al 100% a loro, grazie anche alla preziosa collaborazione instaurata con Jim Terrel Boss di QuickBlade nata in occasione della super richiesta Fly weight Kids wave e consolidata con questo nuovo modello. In pratica si tratta di una race che riproduce fedelmente le linee d’acqua del nuovo Stiletto 12’6

Stiletto 12'6


TOYS MOKI DISTRIBUITO DA: Moki Factory ∞ TEL: +39.071.804019 ∞ EMAIL: info@mokisup.com

MOKI SUP 2013 THE PREMIUM COLLECTION

Cresce la linea Moki per il 2013 e si arricchisce di nuovi modelli molto interessanti e all’avanguardia con look e finiture di qualità che distinguono il marchio italiano. Il team R&D Moki, che non si ferma mai, ha sviluppato e introdotto nella linea Green Line nuove e innovative tavole dalle forme perfette grazie all’utilizzo della CNC machine ora anche in produzione. Molto lavoro è stato svolto anche per migliorare ulteriormente la costruzione ritenuta determinante nel connubio prestazioni\qualità. Ora le tavole sono più leggere, più rigide grazie alla disposizione di nuovi rinforzi e maggior utilizzo di pvc e bamboo nei punti strategici. Una delle novità Moki è il DRAGSTER 11’8’’, una tavola definita CTC (Competition Touring Concept), nata per lunghe distanze che non maschera una forte attrazione per le competizioni.È leggera, rigida, ha un look nuovo e un volume di 225 lt che la fa galleggiare di più e le fa avere maggior spinta di avanzamento anche con rider pesanti. La carena è stata disegnata leggermente a V a prua per fendere il mare increspato, scorrere veloce sul piatto e non rallentare nel down wind. Pur non essendo una racing board, il Dragster resta una tavola allround molto competitiva che rientra nella categoria internazionale entro i 12 piedi; è molto interessante quindi come scelta strategica per chi ha vincenti ambizioni in tale classe. Sempre stabile e divertente, è ideale per le lunghe uscite ed ottima per il fitness o le lunghe avventure. Una tavola veloce per sfidarsi e per dare del filo da torcere anche alle sorelle maggiori. Passando alla linea wave sono tre i nuovissimi shape pro che affiancheranno ZEN 10’6’’, KARMA 9’8’’ e KULTO 8’10’’, che restano comunque dei riferimenti per facilità nel take off, stabilità e manovrabilità. Le nuove tavole wave pro si chiamano HALOO 9’3’’, SUMO 8’8’’ e BONZAI 7’11’’. Sono tavole new style, nate da esperienze oceaniche e da infiniti test nella nostra isola maggiore. Shape affilati e perfetti, disegnati per manovrare e avere controllo totale su veloci pareti liquide. Sono tavole da onda senza compromessi, chi è fortemente attratto dalle pareti d’acqua srotolanti, rimarrà particolarmente affascinato da queste nuove ed innovative sup-er tavole dagli shape e look “personale”. Colpisce subito la forma esclusiva del nuovo bordo SRC (sharp rail cut - MOKI ©) disegnato per mantenere velocità elevata e migliorare la tenuta nelle onde solide e veloci. Inoltre il volume ridotto e la forma affilata del

bordo SRC garantiscono maggior tenuta in parete nel tube riding. La “BLUE LINE” si conferma una classica Moki, da collezione, totalmente in bamboo look. I suoi differenti shape offrono prestazioni entusiasmanti, dall’acqua piatta alle onde formate. Un prodotto italiano unico, dal design naturale per distinguersi con stile ed uscire finalmente dal gregge. Equipaggiamento di alta finitura, pad eleganti, pinne leggerissime in bamboo e honeycomb con flex differenziato a seconda dei modelli, valvola in goretex e sacca in dotazione. Proposti, invece, nella linea gonfiabili due nuovi modelli denominati Tube 10 e 11 piedi. Sono realizzati con le migliori e attuali tecniche di costruzione PVC che ottimizzano rigidità e finiture; nuovi anche gli shape, ora più specifici. Il 10’ Tube rimane una tavola compatta e performante utilizzabile sia nelle onde che nei fiumi, adatta a chi cerca emozioni forti ma pretende un trasporto non ingombrante. Tre le pinne in dotazione. Il modello 11’ Tube, single fin, ha invece uno spessore maggiore di 15 cm, che offre suprema stabilità e galleggiabilità anche a rider più pesanti e volendo può sostenere comodamente due pesi medi. Moki offre per questa linea Hi-level un accessories packaging di serie di alta classe: pagaia in carbonio tre pezzi, scomponibile e regolabile, con pala in fibra di vetro trasportabile nella sua custodia, elastici per fissare il bagaglio, kit per riparazioni rapide, superpump con manometro tutto contenuto nel suo comodo ed elegante zaino.

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Dragster 11'8''


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NAISH

DISTRIBUITO DA: Action To Sport S.r.l. ∞ TEL: +39.0185.264754 ∞ EMAIL: info@action2sport.com

HOKUA SERIES 9’0’’/8’5’’ L’Hokua è un SUP specifico per onde, adatto a qualsiasi condizione, in ogni parte del mondo.

direzione preciso ed un accelerazione senza eguali. L’ 8’5’’ Hokua ha un design che rende facili e morbidi i cambi di direzione e ti permette di aggredire il lip. Configurabile sia quad che thruster. Ideale per rider fino 80 kg.

9’0’’ GT

NAISH ONE 12’6’’

Ti permette di progredire nelle tue perfomance per surfisti avanzati che desiderano sfruttare al massimo ogni onda. Simile all’ 8’5’’, il 9’0’’ ha una prua single concave, una doppia concavità nella sezione centrale, ed una poppa a V che permette un cambio di direzione preciso ed un accelerazione senza eguali. L’incremento del tail kick ti permette di velocizzare l’uscita dal top e dal bottom turn. Configurabile sia quad che thruster. Ideale per rider fino 89 kg

Naish ha lanciato sul mercato per questa stagione, il nuovo SUP Race, il 12’6” “ONE”, gonfiabile. Le specifiche della Naish ONE gonfiabile sono: 12’6” pollici di lunghezza, 30 di larghezza, 6 pollici di spessore, volume 265 Lt e un peso di 10,8 kg. Non è di certo un gonfiabile qualsiasi, ma un cavallo di razza, in gara e non. Flessibile, divertente, stabile, incredibilmente veloce, accessibile e facile da condurre, e con altissime prestazioni. Lo scopo è quello di cercare sempre il divertimento, senza dover per forza possedere una tavola in carbonio. Assieme al lancio della One, è stata creata la NISCO SUP RACE SERIES, gare che vedranno tutti i rider con la stessa tavola gonfiabile, con eventi a carattere nazionale e internazionale.

8’5’’ GT Progettata per surfisti che cercano la facilità di controllo per rendere al massimo su ogni onda. L’8’5’’ ha una prua single concave, una doppia concavità nella sezione centrale, e una poppa a V che permette un cambio di

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Hokua 8’5’’

Hokua 9’0’’

One 12’6’’


TOYS STARBOARD DISTRIBUITO DA: Pandora ∞ TEL: 0362.337568 ∞ WEB: www.star-board-sup.com

SURF PRO 9’0’’ X 29’’

Il 9’0’’ Pro è uno shape completamente rinnovato che include anche una nuova poppa square per aumentare il rocker trasformando questa tavola in un perfetto all-round. Riuscirete a prendere le onde con facilità, anche quelle più piccole. Il deck piatto vi darà molta più stabilità, mentre la nuova distribuzione del volume, più assottigliato, e i rail garantiranno una velocità elevata unita ad un’ottima maneggevolezza. Il nuovo shape studiato e sviluppato per rendere la nuova serie di tavole wave più radicali, leggere, stabili e performanti. Nonostante i volumi siano ridotti rispetto allo scorso anno la tavola non perde di galleggiabilità grazie ai nuovi rail che la adagiano molto uniformemente sull’acqua. Questa è la tavola della versione pro per chi vuole iniziare ad essere aggressivo sulle onde e sullo shore breack tubante. Se hai il sogno di poter essere radicale questa tavola fa al caso tuo. Disponibile nelle versioni: brushed carbon, AST silver e Wood. Modalità thruster con una pinna centrale da 140 e due laterali da 4.5’’. Misure: 9’0’’ / 29’’ / 118 lt

Surf Pro 9’0’’ x 29’’

ALL STAR 12’6’’ X 27.5’’ Con questa macchina da race potrete avere il massimo delle prestazioni sia in acque choppate che negli swell oceanici. SEGRETI: Uno shape sottile è generalmente sempre più veloce di uno più largo finché si può pagaiare con facilità. Una carena stretta consente alla pagaia di passare più vicino al centro della tavola massimizando lo sforzo rendendo ogni colpo più efficiente e con più equilibrio. Una superficie di appoggio ad incasso crea un centro di gravità più basso che permette condurre una tavola più stretta e veloce. L’All Star è la versione migliorata del vecchio BOP, veloce nel superare il chop grazie alla nuova prua con più volume. Leggera e ben distribuita è perfetta per la beach race, fantastica per i downwisnd e superlativa in flatwater. La parte centrale e superiore della tavola è leggermente incavata per aumentare la stabilità, la prua è stata ridisegnata per avere una perfetta bolina in condizioni di upwind. La carena piatta massimizza la linea di galleggiamento e aumenta la velocità. Il suo nuovo rail in tucked under edge ti permette di essere performante anche sulle onde, il suo scoop inoltre ti farà planare in downwind senza dover pensare all’ingavonamento della prua. La sua larghezza non influirà sulla vostra stabilità infatti potrete concentrarvi sulla pagaiata anche intensificando il ritmo. Il volume in coda e il suo square ti faranno girare velocemente in boa senza perdere tempo e velocità. La tecnologia di carbonio è extra-rigida, leggera e super-resistente. Misure: 12’6’’ / 27.5’’ / 235 lt

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All Star 12’6’’ x 27.5’’


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RRD

DISTRIBUITO DA: Ricci International ∞ TEL: 0564.455786 ∞ WEB: www.robertoriccidesigns.com

I-WAVE Programma: PRO MODEL WAVE SUP Tecnologia di costruzione: ∞ PRO MODEL: EPS/Custom made FULL CARBON Deck and Bottom with PVC deck. Matt Hi speed pro finish ∞ CLASSIC technology: EPS/ GLASS - wood veneer sandwich deck and bottom with PVC deck on standing area.

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Le nuove tavole da SUP RRD iWAVE sono state disegnate sulla base dei risultati ultimi test di sviluppo del Surf Team RRD, e sviluppate specificamente per essere utilizzate con una pagaia in mano. Si tratta delle più strette e radicali tavole da wave per il SUP della collezione RRD, concepita per l’utilizzo esclusivo da parte di rider super esperti e Pro rider alla ricerca delle prestazioni più estreme in termini di manovrabilità in ogni sezione dell’onda. L’outline e la prua slanciata servono proprio per massimizzare il feeling “loose” sia in fase ti bottom turn sia nell’off the top. La larga poppa squash tail è raccordata perfettamente alla outline relativamente arrotondata nella zona delle pinne, rendendo possibile a queste tavole di creare una bella velocità e una sicura presa di spigolo, mentre ci si spinge verso nuovi limiti, anche grazie al contributo dei bordi sottili. Le tavole sono equipaggiate con sistema future fin box con le nuovissime pinne RR Pro Fin model misura L. Il nuovo pad in EVA è realizzato con un nuovo disegno del grip a diamante rifinito con una nuova texture super sottile capace di incrementare sensibilmente il grip e il comfort. Inoltre il pad è caratterizzato da un tail kick di ben 3 cm che garantisce al piede posteriore una presa sicura anche nelle manovre più radicali. Le iWAVE sono disponibili in due differenti tecnologie: La tecnologia CLASSIC combina la resistenza, la durata nel tempo e la cura dei dettagli tipici delle tavole top della gamma SUP RRD. Carena e coperta sono impiallacciati in legno, con un sandwich aggiuntivo in PVC nell’area di calpestio per garantire alle tavole resistenza nel tempo e performances all’altezza dello shape delle tavole. La tecnologia PRO MODEL è realizzata con costruzione full carbon e sandwich in PVC nella zona di calpestio. La finitura in Ultra Light Pro Finish permette di mantenere il peso delle tavole a livelli mai visti. Si tratta

I-Wave 8’0’’ LTD

pertanto di una tecnologia di costruzione destinata ai soli Pro Rider che non accettano compromessi per quanto riguarda peso e performance. La 8’0’’ pesa solo 6 Kg!!! IWAVE 8’0” PRO MODEL Size: 8’0” x 28 1/4”x 4” 1/4” 243,8 x 71,8 x 10,2 cm ∞ Volume: 105 Fins: RR PRO ACTIVE CARBON Thruster Fins set size: “L” Future (made by Macro Polymer) IWAVE 8’6” PRO MODEL Size: 8’6” x 28 3/4”x 4” 1/2” 259,04 x 73 x 10,2 cm ∞ Volume: 120 Fins: RR PRO ACTIVE CARBON Thruster Fins set size: “L” Future (made by Macro Polymer) IWAVE 9’1” PRO MODEL Size: 9’1” x 29 1/4”x 4” 1/2” 276,5 x 74,3 x 10,2 cm ∞ Volume: 133 Fins: RR PRO ACTIVE CARBON Thruster Fins set size: “L” Future (made by Macro Polymer) IWAVE 8’0” CLASSIC Size: 8’0” x 28 1/4”x 4” 1/4” 243,8 x 71,8 x 10,2 cm ∞ Volume: 105 Fins: RR ACTIVE GLASS FLEX Thruster Fins set size: “L” Future (made by Macro Polymer) IWAVE 8’6”CLASSIC Size: 8’6” x 28 3/4”x 4” 1/2” 259,04 x 73 x 10,2 cm ∞ Volume: 120 Fins: RR ACTIVE GLASS FLEX Thruster Fins set size: “L” Future (made by Macro Polymer) IWAVE 9’1”CLASSIC Size: 9’1” x 29 1/4”x 4” 1/2” 276,5 x 74,3 x 10,2 cm ∞ Volume: 133 Fins: RR ACTIVE GLASS FLEX Thruster Fins set size: “L” Future (made by Macro Polymer)

I-Wave 8’6’’ Classic

I-Wave 9’1’’ LTD


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RRD RED ALU ADJUSTABLE PADDLES

PRO ACTIVE FLEX CARBON 50 VARIO PADDLE

Programma: Entry level, school & rental, Inflatable Sup. Caratteristiche: ∞ Tubo in alluminio anodizzato e lucidato. ∞ Pala in plastica con protezione dello spigolo in gomma. ∞ Sistema di regolazione Pin Lock. La nuova collezione di pagaie aggiustabili RRD RED ALU, porta a un nuovo livello la definizione di pagaia in alluminio. Il tubo è realizzato con un doppio processo di anodizzazione che riesce ad unire un look unico a caratteristiche di qualità e durata senza precedenti. La maniglia è realizzata in materiale plastico resistente ai raggi UV con disegno antiscivolo, ricoperto da un’area di gomma soffice nelle zone di contatto con polpastrelli e palmo della mano. Questo design particolare dona alla maniglia il miglior grip e comfort immaginabile. La pala completamente nuova è disponibile in 3 misure ed è stata disegnata per essere realizzata con una tecnologia in stampo, con una shape speciale da-V-a-concavo, ed uno spessore sovradimensionato per permettere alla pala di essere più resistente, più rigida e più efficiente. Il bordo della pala è ricoperto da una gomma speciale per evitare danni ai bordi della tavola da SUP. La nuova RRD ALU ADJUSTABLE COLLECTION è disponibile in 4 versioni: MODELLO LUNGHEZZA PALA: LARGHEZZA/ LUNGHEZZA Red Alu adjustable kid “S” 134/174 cm 18/41 cm - 7”/16” Red Alu adjustable “M” 170/210 cm 19/45 cm - 7.4” /17.7” Red Alu adjustable “L” 171/211 cm 20/46 cm - 7.8”/18.11” Red Alu adjustable “M” 3 pcs 171/211 cm 19/45 cm - 7.4” /17.7”

Programma: Active Freeride / waves Caratteristiche: ∞ Glass Carbon 50 Shaft and paddle ∞ Pin Lock adjustable system on adjustable paddles ∞ Round shaft 27/24 mms

RRD COMPOSITE PADDLES La nuova collezione RRD di pagaie in materiale composito offre un’ampia gamma di pagaie sviluppate per diverse tipologie di utilizzo in base a differenti tipologie di pala e rigidità dello shaft (tubo). Il concetto è davvero semplice: RRD ha cominciato il suo sviluppo dal design di una pala che riuniva una efficientissima capacità di penetrazione nell’acqua ad una sensazione di stabilità ad ogni pagaiata, unite ad una portanza superiore dato dallo speciale design concavo che termina con un “uncino” leggermente positivo sulla punta della pala. Questo grandioso shape della pala e uno speciale tubo a diametro ridotto sono stati realizzati in 4 differenti rigidità con un contenuto dal 25% al 100% di carbonio. Lo shaft (tubo) della pagaia è stato sviluppato per essere disponibile sia con sistema fisso sia regolabile. Le pagaie più soffici (ACTIVE FLEX CARBON 25 PADDLE) hanno un contenuto del 25% di carbonio e risulteranno più adatte per principianti che utilizzano poca potenza nelle loro pagaiate. Le pagaie 50% carbon (PRO ACTIVE FLEX CARBON 50 PADDLE) rappresentano il compromesso ideale fra rigidità e flessibilità, caratteristiche che li rendono più appropriati per rider intermedi alla ricerca di un attrezzo versatile da utilizzare in tutte le condizioni, dal cruising alle surfate. Le pagaie 75% Carbon (PRO ACTIVE FLEX CARBON 75 PADDLE) sono le preferite dagli utenti sportivi che hanno bisogno di una grande risposta ad ogni colpo di pagaia, continuando a mantenere una certa flessibilità che aiuta il comfort e la durata del gesto sportivo. Le pagaie più rigide ovviamente sono quelle con contenuto 100% carbon (PRO ACTIVE FLEX CARBON 100 PADDLE) che sono state sviluppate sulle esigenze dei Pro rider o di utenti alla ricerca della performance estrema, che hanno bisogno di massimizzare il trasferimento della potenza dal loro corpo alla pagaia, cercando di risparmiare quanto più peso possibile. Si tratta di pagaie senza compromessi orientate al puro risultato.

POWER BLADE KID PADDLE Programma: Kids lightweight paddle Caratteristiche: ∞ Glass Carbon 25 Shaft and paddle ∞ Pin Lock adjustable system ∞ RDM shaft

GLASS CARBON PADDLES ACTIVE FLEX CARBON 25 VARIO PADDLE Programma: Comfortable Freeriding and cruising Caratteristiche: ∞ Glass Carbon 25 Shaft and paddle ∞ Pin Lock adjustable system on adjustable paddles ∞ Round shaft 27/24 mms

PRO ACTIVE FLEX CARBON 75 VARIO PADDLE PRO ACTIVE FLEX CARBON 75 FIXED PADDLE Programma: Performance Touring / Waves Caratteristiche: ∞ Glass Carbon 75 Shaft and paddle ∞ T-Twist adjustable system on adjustable paddles ∞ Round shaft 27/24 mms on adjustable paddle ∞ Oval shaft 29-27mms on fixed paddles

FULL CARBON PADDLES PRO ACTIVE FLEX CARBON 100 VARIO PADDLE PRO ACTIVE FLEX CARBON 100 FIXED PADDLE Programma: PRO mid size blade Caratteristiche: ∞ Glass Carbon 100 Shaft and paddle ∞ T-Twist adjustable system on adjustable paddles ∞ Round shaft 27/24 mms on adjustable paddle ∞ Oval shaft 29-27mms on fixed paddles ∞ 88 square inches blade

PRO ACTIVE FLEX CARBON RACE 100 FIXED P. Programma: PRO big size blade Caratteristiche: ∞ Glass Carbon 100 Shaft and paddle ∞ Oval shaft 29-27mms on fixed paddles ∞ 98 square inches blade SUPTIME

KID POWER BLADE VARIO PADDLE ADJ system: adjustable compress ∞ Shaft/Ext Diamter: round 27/24 mm Paddle length: 130-170 ∞ Blade width: 7” wide ∞ Length: 40 cm Blade area: 79 sqi ACTIVE FLEX CARBON 25 VARIO PADDLE ADJ system: adjustable compress ∞ Shaft/Ext Diamter: round 27/24 mm Paddle length: 170-210 ∞ Blade width: 7.5” wide ∞ Length: 42,5 cm Blade area: 88 sqi PRO ACTIVE FLEX CARBON 50 VARIO PADDLE ADJ system: adjustable compress ∞ Shaft/Ext Diamter: round 27/24 mm Paddle length: 170-210 ∞ Blade width: 7.5” wide ∞ Length: 42,5 cm Blade area: 88 sqi PRO ACTIVE FLEX CARBON 75 VARIO PADDLE ADJ system: adjustable compress ∞ Shaft/Ext Diamter: round 27/24 mm Paddle length: 170-210 ∞ Blade width: 7.5” wide ∞ Length: 42,5 cm Blade area: 88 sqi PRO ACTIVE FLEX CARBON 75 FIXED PADDLE ADJ system: fix cut to length ∞ Shaft/Ext Diamter: Oval 29-27 mm Paddle length: 210 ∞ Blade width: 7.5” wide ∞ Length: 42,5 cm Blade area: 88 sqi PRO ACTIVE CARBON 100 VARIO PADDLE ADJ system: adjustable T-twist ∞ Shaft/Ext Diamter: round 27/24 mm Paddle length: 170-210 ∞ Blade width: 7.5” wide ∞ Length: 42,5 cm Blade area: 88 sqi PRO ACTIVE CARBON 100 FIXED PADDLE ADJ system: fix cut to length ∞ Shaft/Ext Diamter: Oval 29-27 mm Paddle length: 210 ∞ Blade width: 7.5” wide ∞ Length: 42,5 cm Blade area: 88 sqi PRO ACTIVE CARBON RACE 100 FIXED PADDLE ADJ system: fix cut to length ∞ Shaft/Ext Diamter: Oval 29-27 mm Paddle length: 210 ∞ Blade width: 8” wide ∞ Length: 42,5 cm Blade area: 98 sqi

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SUP ENDURANCE

IRON ELBA TOUR DI PAOLO MARCONI TESTO E FOTO DI courtesy Jimmy Lewis Europe

6 aprile 2013 sarà una data da ricordare a lungo, Paolo Marconi “De Bull” da Piombino 22 anni, ha compiuto un’autentica impresa circumnavigando l’isola dell’Elba, completando gli 83 km del percorso con un tempo di 12 ore e 37 minuti.

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Paolo Marconi è partito alle 5 da Rio Marina scegliendo per il primo tratto il Maliko M-14 e la Quickblade Elite Race 100. Affronta una prima parte di circa 6 km con vento e mare al traverso godendo poi del sud est per circa 40 km che lo spingono dalle Gemini fino a Chiessi in un indimenticabile downwind con punte anche di 17-18 nodi di velocità surfando una quantità infinita di onde che il vento da est intorno ai 20 nodi gli regalano. Da qui una breve distanza di circa 6 km percorsi con assenza di vento, dove Paolo cambia SUP, ringrazia l’M-14 e sceglie lo Stiletto 12’6, più agile e manovrabile del 14’0 per l’inevitabile Up Wind con vento contrario di circa 15 nodi che da San Andrea fino al promontorio dell’Enfola mettono a dura prova il sistema nervoso del fortissimo paddler toscano che non molla e dopo una piccola crisi dovuta a crampi riprende il suo passo. La scelta del cambio tavola si rivela azzeccatissima consentendogli di gestire la fatica che inevitabilmente inizia a farsi sentire al meglio aiutato anche da una Quickblade Elite Race più corta della precedente, più piccola di superficie 90 sq/in e più corta di circa 6 cm, quindi più idonea per affrontare l’upwind. Successivamente il vento tende a perdere la sua forza posizionandosi più al traverso costringendo Paolo ad un tratto davvero impegnativo per evitare di uscire dalla giusta traiettoria che lo conduce passando al largo di porto Ferraio fino punta del Cavo, tratto veramente massacrante dove sentiamo Paolo urlare più volte: “Non arriva mai Cavo non arriva mai...”, per via della corrente di lato che lo costringe a pagaiare sinistro per oltre 10km. È il momento in cui viene fuori il carattere e la professionalità con cui ha preparato questa follia, una prova contro se stesso che solo un grande uomo e atleta può pensare di affrontare e superare. A questo punto dopo più di 75 km percorsi il più sembrava fatto. Passato Cavo mancano ancora due piccoli promontori... Rio Marina li davanti a lui,

Il volto di Paolo dopo quasi 9 ore dall’inizio dice molto ma non tutto

ma ancora una brezza da sud est lo costringe a percorrere l’ultimo tratto in Up Wind. Paolo non molla un attimo e giunge a bordo dello Stiletto 12’6 con ben due ore di anticipo sulla tabella di marcia prevista dal preparatore atletico Dott. Gianluca Caimmi entrando alle ore 17:37 nel porto di Rio Marina salutato dall’immancabile suono delle sirene del porto e dai moltissimi curiosi spettatori giunti sul posto per l’occasione. Con gli occhi lucidi dall’emozione lo salutiamo, l’abbracciamo forte, lui con un filo di voce dice “grazie a tutti “ e vola via in albergo... Si ringraziano la capitaneria di Porto Ferraio e il comune di Rio Marina per l’ospitalità concessa. Gli sponsor: ∞ Fondiaria Sai agenzia 6 Livorno rappresentata dal Direttore Amministrativo Signora Sheila Palermo per il supporto economico e morale. ∞ Garmin per il supporto tecnico. ∞ Unicredit group. ∞ La Lega navale di Piombino per l’incredibile supporto nelle persone di Roberto, Laura e Cris che hanno seguito ed incitato Paolo dal primo all’ultimo km a bordo dei due mezzi di supporto messi a disposizione per l’occasione. ∞ Infine un grandissimo abbraccio e ringraziamento a Paolo Marconi per aver regalato a tutti coloro lo vorranno un esempio di grandissimo valore sportivo ed umano da consegnare alla storia dello sport e dello stand up paddle in particolare. Jimmy Lewis It’s time for an upgrade 2013 train hard, go fast, have fun!!! Jimmy Lewis Europe distribution. Aloha

Down wind puro con 17 nodi di velocita massima toccata


Paolo cambia tavola, adesso Stiletto e vento up wind sui 15 nodi

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Paolo verso Rio Marina con la barca d’appoggio sempre al fianco

Porto Ferraio sullo sfondo... dopo circa 8 ore di pagaiata

Ecco il volto di chi ha compiuto l’impresa!


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1 COPPA CITTÀ DI LIVORNO FINALE CAMPIONATO ITALIANO SUP WAVE LIVORNO 29 NOVEMBRE 2012 TESTO DI Chiara Baldi ∞ FOTO DI Raffaele Barbera

Alessandro Onofri Team Jimmy Lewis è il nuovo Campione Italiano Sup Surfing 2012. Vediamo come è andata.

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C’era grande attesa per la finale del Campionato Italiano categoria Sup surfing in programma a Livorno con waiting period 1-30 novembre. Gli organizzatori avevano a disposizione l’intero mese di novembre per cercare di cogliere la condizione migliore per lo svolgimento del contest. Con molta attenzione il race director Maurizio Coppola, ben supportato da Alessandro Dini e Claudio Kraus, ha seguito costantemente gli sviluppi meteorologici riuscendo a centrare in pieno l’arrivo di una potente depressione atlantica che ha saputo regalare condizioni di onda davvero notevoli. Il famoso Spot dei Tre ponti a Livorno è stato letteralmente preso d’assalto dai numerosi partecipanti iscritti già da tempo e riuscendo per la prima volta a formare le 8 teste di serie provenienti dalla classifica provvisoria delle due prove precedentemente disputate a Chiavari e Cesenatico, completando così il tabellone a 32 sinonimo di grande crescita di tutto il panorama sup surfing made in Italy. Lo skipper meeting svolto alle prime luci del mattino metteva in evidenza da subito una certa tensione tra i primi della classe giunti all’appuntamento decisivo della stagione con il preciso intento di vincere la classifica finale ed aggiudicarsi cosi l’ambito titolo di campione Italiano. Tra questi spiccavano naturalmente Alessandro Onofri, Giordano Bruno Capparella, Alessandro Merli e Daniele Guidi e, per la prima volta, anche due rappresentanti del gentil sesso molto agguerrite, la campionessa del mondo classe Mistral Giusi Miglioranza e la giovanissima Margherita Boschetti. Con ineccepibile puntualità, alle 9:15 l’organizzazione ha dato il via alle batterie eliminatorie, batterie che si sono ripetute incessantemente fino alle semifinali senza un attimo di sosta. Stupende le condizioni di onda incontrate grazie ad una potente depressione proveniente dal golfo del Leone che ha spinto senza un attimo di sosta barre di

misura oltre i 2 metri, con fuori serie che arrivavano spesso a sfiorare e superare i 3 metri, ben spazzolate da una leggera brezza proveniente da nord est. Molte le manovre portate al limite dai concorrenti migliori e molti gli spettacolari wipe out, a testimonianza della radicalità della condizione. Le batterie si succedevano in maniera serrata con scontri di grande qualità, tra queste sicuramente facevano scalpore l’uscita ai quarti di Daniel Mazzucchelli e Mirco Sarti, autori di una batteria non all’altezza della loro fama. Si giungeva così, dopo più di quattro ore di batterie eliminatorie, alle due semifinali che vedevano contrapposti Daniele Guidi, Martino De Giovanni, Alessandro Merli e Leonardo Lazzeri da una parte, mentre nell’altra si giocavano l’accesso in finale Giordano Bruno Capparella, Alessandro Onofri, Stefano Contini e Andrea Fazio. Al termine delle due bellissime batterie, contraddistinte da manovre davvero radicali e super spettacolari con back side e cut back of the lip davvero importanti, a centrare il passaggio in finale erano Onofri, Lazzeri, Merli e Capparella. La finale era un vero e proprio fuoco d’artificio con il mare che si lisciava ulteriormente e regalava set davvero eccellenti, oltre a questo la lenta discesa del sole verso il mare regalava colori e patos davvero eccezionali, non facilitando di certo il lavoro dei giudici che al termine della batteria di finale decretavano vincitore della 1a Coppa città di Livorno, con uno scarto davvero minimo, Alessandro “Mago” Merli su Alessandro Onofri, terzo Leonardo Lazzeri e quarto Giordano Bruno Capparella. A chiusura di una giornata davvero indimenticabile i due inarrestabili DJ, Davide e Dario, hanno poi decretato, attraverso la somma delle tre prove disputate eseguita dal Presidente di AISUP Roberto Domenichini, l’ufficialità della classifica finale del campionato Italiano FISURF SUP Surfing 2012.

Giudici al lavoro

Le condizioni davvero radicali del contest!!!


Mirco Sarti

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Alessandro Merli of the lip


I T A E V E N T S

Giordano Bruno Capparella

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Daniele Guidi

A vincere meritatamente il titolo di campione Italiano Sup Surfing bissando il successo del 2010 è Alessandro Onofri del Team Jimmy Lewis, piazza d’onore meritata per Alessandro Merli del Team Drops e terzo gradino del podio per Daniele Guidi del Team Jimmy Lewis. Appuntamento quindi alla 2a Coppa città di Livorno che anche per il 2013 si disputerà con waiting period 1-30 novembre, confermando così lo status di ultima delle quattro prove in programma per questo 2013 della categoria Sup surfing che decreterà anche per il 2013 il nuovo campione Italiano di categoria. Gli organizzatori, Jimmy Lewis Europe e il circolo Windsurf Tre Ponti Livorno ringraziano i tre giudici Maurizio Coppola, Alessandro Dini e Claudio Kraus, il presidente della AISUP Roberto Domenichini, gli atleti giunti numerosi da ogni zona della penisola e i molti spettatori presenti che hanno potuto godere di uno spettacolo davvero indimenticabile. CLASSIFICA FINALE 1a COPPA CITTÀ DI LIVORNO 1 Alessandro Merli team Drops 2 Alessandro Onofri team Jimmy Lewis - QuickBlade 3 Leonardo Lazzeri team Jimmy Lewis - QuickBlade 4 Giordano Bruno Capparella team Hobye CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO ITALIANO SUP SURFING 2012 1 Alessandro Onofri team Jimmy Lewis - QuickBlade 2 Alessandro Merli team Drops 3 Daniele Guidi team Jimmy Lewis - Quickblade 4 Mirco Sarti team Drops 5 Gabriele Malato team Jimmy Lewis - Quickblade Tabellone 1a Coppa Città di Livorno.

Il podio di Livorno

Alessandro Onofri back


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S U P E V E N T S

ITALIAN SUP AWARDS 2012 TESTO DI Alessandra Ferrara

Ci aspettavamo numeri da capogiro e così è stato. Gli Awards 2012 hanno confermato le aspettative raggiungendo migliaia di click ed un seguito mai visto prima d’ora. L’Italian Sup Awards, il premio più ambito nel panorama surfistico italiano nella categoria Sup, è riuscito a tenere il popolo del surf in fibrillazione fino alla proclamazione dei vincitori delle varie nomination. Il successo avuto in questa edizione non è altro che il coronamento di una stagione in cui lo sport ha fatto da padrona e in cui l’impegno degli organizzatori nel creare eventi, incontri, iniziative è stato premiato da una notevole diffusione e da un sempre maggiore coinvolgimento di un pubblico di sportivi professionisti ma anche di amatori. Circa 7.000 mi piace complessivi, quasi 100.000 pagine visualizzate e oltre 4.000

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condivisioni in un mese. L’idea del concorso on line è stata studiata attentamente dagli organizzatori per permettere ai partecipanti di poter mettere in mostra le proprie qualità sportive e le proprie capacità surfistiche. Si è partiti con la pubblicazione del progetto, era settembre 2012, e poi con il programma del concorso e le indicazioni sulle votazioni. Grazie alla visibilità del sito di suptime (www.suptime.it) in pochi mesi i click sono diventati decine, centinaia, migliaia. Complici l’utilizzo dei social network e il passaparola che hanno amplificato le informazioni e che hanno reso possibile la diffusione delle immagini e dei video. Hanno partecipato sportivi dall’Italia e dall’estero tramite iscrizione on line e la competizione non solo sulle onde ma anche sui social hanno reso gli awards una cassa di risonanza per il paddle surf. C’è stata una vera e propria “guerra” di click e tutti i partecipanti si sono messi in gioco per cercare di coinvolgere il maggior numero di contatti e ottenere il voto. Nomi illustri come Jimmy Hepp, noto fotografo Hawaiiano, Lalo Goya, Sean Pointer, Olivia Piana hanno votato il proprio personaggio preferito. Questi sono alcuni dei nomi illustri che un concorso nato per gioco si è dimostrato molto apprezzato dalla critica mondiale. Una giuria tecnica ha poi stabilito le graduatorie nelle varie categorie: miglior atleta race e wave (uomo e donna), miglior team, atleta più popolare, best trick, best surfing, best tube, best wipeout. Sono state aggiunte delle special guest nomination, la best big wave e il miglior atleta italiano in terra straniera, che hanno dato risalto al concorso anche all’estero. In un momento come questo, poco propenso alle iniziative e incentrato sui grossi problemi del Paese, il successo degli awards risponde con entusiasmo mettendo in risalto la voglia di puntare sulle cose positive della vita, su uno stile di vita sano e sportivo, sulla capacità di crescere, di lottare e di prendersi le giuste soddisfazioni. Ottima risposta dei partecipanti in tutte le categorie ma buona la risposta anche nella categoria best wipeout il che dimostra la voglia di mettersi in gioco e di vivere lo sport mettendo in risalto anche gli errori. Visto il successo ottenuto è necessario ringraziare chi ha partecipato con entusiasmo al progetto, chi ha votato il proprio beniamino per consentirgli di vincere, chi ha appoggiato e pubblicizzato l’evento e soprattutto gli ideatori e gli organizzatori del concorso che, ancora una volta, hanno impegnato il loro tempo per permettere la diffusione dell’idea di sport, di competizione ma soprattutto di divertimento. L’Italia affianca sempre più da vicino i Paesi storicamente legati al Sup e al surf e questa risposta ne è l’ulteriore conferma. I traguardi che questi sport stanno raggiungendo nel nostro Paese fanno ben sperare per un futuro sempre più ricco di manifestazioni, eventi e competizioni sportive. L’obiettivo è quello di dare risalto ad uno sport che possa in un futuro non troppo lontano entrare a far parte del CONI insieme ad altre discipline sportive storiche. La lotta all’ultimo click si è conclusa a gennaio 2013 e i vincitori sono stati


Best Trick 1 Alessandro Onofri 2 Leonard Nika 3 Davide Codotto

Jimmy Lewis Starboard Starboard

Best Wipeout 1 Leonard Nika 2 Alessandro Onofri 3 Nicola Abatescianni

Starboard Jimmy Lewis Starboard

Miglior Atelta Wave 1 Alessandro Onofri 2 Mirco Sarti 3 Giordano Capparella

Jimmy Lewis Nautica Urban Team Hobie Sup

Miglior Atleta Italiano in terra straniera Special Guest Nomination 1 Roberto Conti Vecchi Sayulita Surf Club Best Big Wave Special Guest Nomination 1 Saverio di Mauro Jimmy Lewis 2 Giordano Capparella Hobie Sup 3 Gian Marco Revel Fanatic proclamati a febbraio: per la categoria atleta più popolare Paola Perrone del team Starboard con 1511 click, per il best trick e miglior atleta wave Alessandro Onofri del team Jimmy Lewis, per il best wipeout Leonard Nika del team Starboard, per il best team Starboard. La vittoria per il miglior atleta race uomo è stata condivisa a pari merito da Fabrizio Gasbarro del team Fanatic e da Leonard Nika che ha vinto anche nella categoria best surfing e best tube mentre la categoria miglior atleta race donna è stata vinta da Paola Perrone. Per la classifica completa http://www.suptime.it/2013/02/13/risultatiitalian-sup-awards-2012/ Visto il grande successo l’appuntamento è per la prossima edizione degli Awards in cui verranno richieste capacità surfistiche, sportività e voglia di mettersi in gioco. Tutti gli interessati dovranno procurarsi una documentazione fotografica o video per poter partecipare alle varie categorie. Quindi grande popolo del sup non fatevi trovare impreparati, immortalate le vostre prestazioni sportive e cercate di dare il vostro meglio… l’Italian Sup Awards 2013 è alle porte!

Best Team 1 Starboard 2 Fanatic 3 Jimmy Lewis Miglior Atleta Race uomo 1 Fabrizio Gasbarro Fanatic / Leonard Nika Starboard 2 Davide Codotto Starboard / Giordano Bruno Capparella Hobie Sup 3 Roberto Conti Vecchi Sayulita Surf Club / Paolo Marconi Jimmy Lewis Miglior Atleta Race donna 1 Paola Perrone Starboard Miglior Atleta Amatore 1 Susak Moliero

ASD Line Up

Prime 3 posizioni, classifiche complete su www.suptime.it

Best Surfing 1 Leonard Nika 2 Mirco Sarti 3 Nicola Abatescianni

Starboard Nautica Urban Team Starboard

Atleta più popolare 1 Paola Perrone 1511 2 Nicola Abatescianni 1020 3 Susak Moliero 776

Best Tube 1 Leonard Nika 2 Mirco Sarti 3 Gian Marco Revel

Starboard Nautica Urban Team Fanatic

CLASSIFICHE AWARDS

Starboard Starboard ASD Line Up

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S U P T R A V E L

IL MIO VIAGGIO IN TAILANDIA

Leonard Nika, Campione Italiano Race 2012, è uno dei personaggi più attivi del panorama italiano nel mondo del SUP e per non restarsene fermo nemmeno un minuto durante il nostro lungo inverno, ha deciso di andare a far visita al suo sponsor Starboard, direttamente al quartier generale in Tailandia. Nika ha così potuto contribuire in prima persona alla realizzazione di alcune tavole che presto potranno essere sotto i nostri piedi. TESTO DI Leonard Nika

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L’undici dicembre sono partito da Roma per Bangkok(Tailandia), con uno scalo ad Amsterdam sono all’incirca 15 ore di volo, e tra un film e un altro, che trasmettevano durante il viaggio in aereo, passo dal freddo dell’Europa al caldo equatoriale dell’Asia. Atterrato nell’immenso aeroporto di Bangkok-Suvarnabhumi, ritiro il mio bagaglio e del denaro in valuta tailandese, almeno 10000 Thabah che equivalgono al momento a 200 euro. Esco dall’aeroporto, fa caldissimo, all’incirca 36 gradi; un autista incaricato di prelevarmi mi accompagna al lago Taco, dove sorge la grande azienda di Starboard, poco lontano dall’aeroporto. Il lago divide la casa di Svein, il titolare dell’azienda, dai suoi uffici, con le varie zone di SUP, Windsurf. Il mio soggiorno durerà all’incirca una settimana, con lo scopo di testare le tavole da Sup Race, dare dei giudizi, consigliare le varie modifiche, testare la loro velocità con il GPS, fare un confronto con le attuali tavole del 2013 e quelle che andranno in

produzione per il 2014. Il mio primo giorno in Tailandia inizia con l’incontro con Svein nel suo ufficio, seguito dal tour nell’azienda; mi presenta nei vari settori, marketing, design e shaping room, che sono i principali settori di un azienda di SUP. Le mie giornate iniziavano con la sveglia verso le 8, poi la colazione, che trovavo sempre pronta nella villa di Svein (persona gentilissima), da lì prendevo la tavola parcheggiata nel giardino e pagaiavo dall’altra parte del lago per incominciare il lavoro sulle tavole; Mathieu Rauzier, il designer manager, mi passava i prototipi che lui e lo shaper Bryan Szymanski avevano creato. Quindi andavo a pagaiare sul lago Taco e riferivo le mie impressioni. Un macchinario simile allo ski-lift era installato al centro del lago, ogni giorno attirava gente che si allenava per il wakeboard e per il kitesurf, ovviamente io non potevo non provarla, così ho

preso una tavola da surf della Starboard e mi sono buttato per farmi trainare intorno al lago. Al termine della giornata, quando il sole tramontava, facevo un giro delle quattro boe rosse Starboard poste ai quattro angoli del lago pagaiando alla massima potenza dando così a ciascuna tavola, 14,12’6’’, Unlimited, Sup gonfiabile e All Round, i tempi migliori su un giro completo. Io ovviamente sono stato il primo a farli quindi chi verrà dopo di me proverà a battere i miei record. Questo è quello che è successo nei primi tre giorni, nel weekend siamo andati a testare le tavole sulla costa più a sud di Bangkok per dare anche una valutazione in mare aperto. Durante questi giorni abbiamo soggiornato a Pattaya, bellissima città, ovunque c’erano grattaceli, palme di cocco e resort per tutte le tasche, e non solo; una città che vive soprattutto di turismo. Sotto un grandissimo hotel resort si trovavano altre due o più residenze di Svein; principalmente


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in quel posto tutti gli atleti e ciascuna persona del team venivano per provare le tavole, sia sup che Windsurf, fare video e per rilassarsi un po’ dopo una dura settimana di lavoro. Trascorso il sabato lì, incominciavo a conoscere un po’ meglio Caren, Mat, Brayan e Mari, che erano quelli con cui stavo più a contatto, e mi sono trovato subito bene con loro… mi hanno portato a visitare il centro della città e tutti insieme ci siamo veramente divertiti insieme. Caren è la network marketing manager e Mari la stagista che lavora con Caren. Per spostarci prendevamo una specie di taxi aperto, che loro chiamavano tuc tuc; il cibo e il taxi costavano veramente poco e tante altre cose che adesso non posso rivelare… La domenica successiva avevamo organizzato un trip in barca con sopra le tavole da sup per andare in un’isola poco più al largo dalla costa e fare video e foto. L’isola era piccola, ricoperta di verde e palme di cocco ovunque, l’acqua era cristallina e aveva un colore turchese, la spiaggia era affollatissima di turisti e di barche che li trasportavano. Domenica è stata una giornata unica all’isola, mentre facevamo il photoshooting Bryan e Mat ed io, sopra le tavole da Race, Caren, Marie e un altro ragazzo facevano foto e video; facevamo il test sul mare aperto leggermente mosso, mentre ci spostavamo da una sponda all’altra dell’isola passavamo vicino ai pescherecci del posto, con dei colori molto vivaci, e barche di turisti. Stanchi della

remata, sotto un sole cocente prendiamo una piccola pausa sul piccolo bar-ristorante dell’isola, la cucina del posto non era male, dopo una dura remata quel riso con pollo e verdure sembrava il pasto più buono che avessi mai mangiato e per togliermi la sete un mega cocconet. Al termine della giornata carichiamo tavole e zaini sopra il motoscafo e ci dirigiamo verso la terra ferma; a metà percorso Mat e Bryan ed io ci fermiamo per continuare il resto del tragitto con le tavole, io sulla 12’6’, Mat sulla 14’ e Bryan su un’altra 14’. Arriviamo alla base, io per primo, e stanchi per aver remato per almeno una decina di chilometri con il vento di traverso, una volta a casa ci aspettava un’intervista in cui ognuno di noi, con i propri ruoli (io come migliore rider race in Europa, Mat come Design Manager e Bryan come modellatore delle tavole) avrebbe dovuto dare le proprie impressioni generiche su ciascuna tavola Race testata e le modifiche che avevamo portato a termine per fare in modo che le tavole andassero il più veloce possibile. Io dovevo anche esprimere le mie opinioni su questo viaggio in Tailandia. Posso dire di aver trascorso un’esperienza unica con delle bellissime persone e imparato tantissime cose che non conoscevo e che soltanto vivendo lì avrei potuto imparare. Sono rimasto molto colpito dalla umiltà delle persone locali e di chi ha imparato a vivere con loro, anche se di un altro paese; è stato il mio primo viaggio in Tailandia e ho

fatto presto a notare che è un paese in continua evoluzione, lo capisci dall’immenso aeroporto, dalle autostrade, dai mega centri commerciali moderni e dalle tante aziende che producono i loro prodotti qui con un notevole basso costo per poterle esportare poi nel resto del mondo o vice versa, il cibo che ho mangiato l’ho trovato molto buono potevo variare, dalla cucina Tailandese piccante ma molto buona alle pizzerie, soprattutto italiane, e a tutti i tipi di sushi. Ovviamente non potevo non provare tutto anche perché ho scoperto che posso mangiare di tutto, ma veramente di tutto… passeggiando per la città con gli altri ragazzi abbiamo notato una piccola bancarella che friggeva scarafaggi, scorpioni e larve, loro hanno scommesso che io non sarei riuscito a mangiarli, ma li abbiamo comprati e li ho “buttati giù” con un po’ di birra; non erano male, le larve avevano il sapore di pesce fritto! Oggi, 20 dicembre, il mio viaggio è giunto al termine; ho trascorso dei bellissimi momenti con tutti e li ringrazio. L’ultima sera c’è stato un goodbye party per una persona che aveva terminato il suo lavoro di 4 mesi e tutti insieme abbiamo seguito la finale dello Stand up World Tour cenando a casa di Svein… lì era un po’ così, c’è chi va via e chi arriva. Spero di poter ritornare l’anno prossimo e rivivere ancora delle bellissime esperienze con tutto il grande team di Starboard.


LEO P E O P L E

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Leonard Nika durante la competizione Race al ISE

NI KA INTERVISTA DI Giuseppe Cuscianna ∞ FOTO DI Emanuela Cauli

Nell’ultimo anno ha vinto 7 gare Sup Race su 7 consecutive, è costantemente nei primi posti delle classifiche europee e mondiali, vice campione nazionale sul Wave, un record 2012 di ben 3 gare mondiali, 5 europee e 12 nazionali e un’esperienza di 5 anni nel settore sup e 13 anni nel surf da onda; questo è tanto altro è Leonard Nika. Fisicamente preparato, concentrato sui suoi obiettivi e determinato a raggiungerli. Abbiamo intervistato uno dei personaggi più in vista nel SUP italiano e mondiale per capire meglio come si prepara e quali saranno i suoi prossimi appuntamenti.

disputeranno due fantastiche discipline del SUP, Race e Wave, durante il quale io sarò lì per rappresentare l’Italia e per farmi valere in entrambe le discipline; poi sarà la volta della tappa europea a Saint Maxime, in Francia, dove gareggerò nel Race, Long Distance e Beach Race, e questo sarà uno degli eventi più importanti in Europa, che darà il via ad una serie di impegni Race europei e mondiali che mi porteranno in Germania per una tappa a 6 stelle con un montepremi di ¤30.000, poi in Spagna, USA, Hawaii. Il mio obbiettivo è vincere il mondiale Race e almeno una tappa mondiale SUP Wave.

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LEONARD NIKA, CAMPIONE ITALIANO CATEGORIA RACE 12’6 2012, CAMPIONE EUROPEO CATEGORIA RACE 12’6 SPECIALITÀ BEACH RACE, SECONDO POSTO GOLD RIDERS MEN, SETTIMO IN CLASSIFICA LONG DISTANCE EUROSUPA E CONSIDERATO UNO TRA I DIECI ATLETI PIÙ PROMETTENTI PER IL 2013. QUALI SARANNO I TUOI PROGETTI PER L’ANNO IN CORSO? Ciao a tutti, quest’anno sarò impegnato non solo in Italia e in Europa, ma anche nel resto del mondo, partendo dalla seconda tappa del Stand Up World Tour in Brasile, evento in cui si

L’ANNO SCORSO SEI STATO IN GIRO PER MONDO… QUALI SONO GLI APPUNTAMENTI A CUI SARAI PRESENTE? In Italia sarò presente agli eventi più importanti, come due tappe sup sprint e tre sup race, l’immancabile ISE e il REO, valevoli entrambe per il campionato europeo, per il quale parteciperò, inoltre, all’International Sup Cup di Saint Maxime, The Lost Mills in Germania. Nel campionato mondiale, invece, sarò presente alla tappa in Brasile Race e Wave, Ille D’Oleron in Francia e Bilbao in Spagna, Race e Wave, in USA a Chicago per il SUWS, la BOP in California e per chiudere l’anno in bellezza sarò ufficialmente presente alla finale alle Hawaii Race e Wave. PER ESSERE COMPETITIVO CHE TIPO DI ALLENAMENTO SEGUI? Ho fatto un programma di allenamento costante

e intenso con l’obiettivo di raggiungere ottimi risultati anche in Europa facendo molti sacrifici come svegliarmi presto tutte le mattine e cominciare ad allenarmi per almeno due ore al giorno e 10km per tre volte a settimana di seguito alternando con l’allenamento sulle partenze dalla spiaggia e le prove sul giro di boa, il tutto non prima di essermi scaldato sul mio Indoboard per almeno mezz’ora stando in equilibrio senza toccare terra con una sbarra di ferro di 5kg, simulando la remata, l’allenamento non è soltanto fisico ma anche mentale, rimanere concentrati e focalizzati sulle gare, voleva dire per me dormire presto mangiare bene e non bere nessun tipo di bevanda alcolica, ma nonostante tutti gli impegni e i sacrifici ho trovato il modo di divertirmi durante il tour che ho fatto per le gare stando con gli amici e condividere le stesse passioni. COSA È CAMBIATO RISPETTO ALL’ANNO SCORSO? TI ALLENI DI PIÙ? Dall’anno scorso è cambiato quasi tutto, metodo di allenamento molto più costante sia nel Race che nel wave, alimentazione più sana e corretta, e nonostante i pesanti allenamenti, riesco a lavorare, studiare e divertirmi nello stesso tempo. Faccio ufficialmente parte del Dream Team Starboard International; dopo il mio viaggio in Tailandia ho firmato un nuovo contratto molto allettante che non avrei mai potuto rifiutare, che mi porterà in giro per il mondo.


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COME TI È SEMBRATO IL CAMPIONATO ITALIANO RISPETTO ALL’EUROPA E AL MONDO? Il campionato italiano si è molto migliorato negli ultimi anni in quanto è aumentato di quasi il doppio il numero degli iscritti nella Fisurf con una media di 100 atleti in ciascuna gara nazionale e questo si avvicina un po’ alle gare in Europa. Quello che cambia è solamente il metodo di organizzazione molto efficace in Europa e altalenante in Italia ma non solo, in Italia devono dare più possibilità di alzare il monte premio alle categorie di élite cioè la 12’6 e 14’, in Europa al momento queste categorie sono molto valutate. Quella mondiale non ha la classe 14’ in quanto la maggior parte degli atleti più forti del mondo gareggia solo con la 12’6 e a livello organizzativo c’è molta tecnica, altissimi i prezzi di iscrizione ma adeguato al monte premio messo in palio. I TUOI COMPETITOR EUROPEI SANNO CHE QUEST’ANNO HANNO DI FRONTE UN LEONARD PIÙ SICURO DI SÉ E PRONTO A DARE FILO DA TORCERE… RIESCI A FARE UNA PREVISIONE DEI TUOI RISULTATI? In parte lo sanno e chi ancora non lo sa, lo saprà molto presto, non posso fare previsioni poiché non mi piace dire cose di cui non so ancora l’esito e poi non porta bene fare pronostici prima che il campionato sia iniziato, come si dice, “chi vivrà vedrà”. DA RUMORS ONLINE SI DICE CHE UN VECCHIO DETENTORE DEL TITOLO ITALIANO ABBIA INTENZIONE DI SPODESTARTI DAL PODIO… TU COSA NE PENSI? Spero che sia così perché sarò molto più agguerrito degli anni precedenti, l’anno scorso è stato un campionato italiano Race molto competitivo e con il maggior numero di partecipanti di tutti gli anni precedenti e spero che quest’anno possa esserlo ancora di più. I TUOI TRIP IN GIRO TI HANNO PORTATO A CONOSCERE MOLTA GENTE, PARLACI DI CHI STIMI DAVVERO TANTO. Sì, diciamo che questi anni di gare e sup trip in giro per il mondo, per rappresentare al meglio l’azienda internazionale Starbord che mi sponsorizza, mi hanno portato a conoscere molte persone; nel mio sup trip in Tailandia ho avuto modo di conoscere tutte le persone fantastiche che fanno parte del team Starboard e che lavorano per dare il meglio divertendosi e affrontando la vita con molta ironia, come Matheu e Bryn, designer, e lo shaper delle tavole Starboard, e lo stesso Svein, il capo della ditta. Durante le gare, invece, ho legato molto con atleti che non rappresentano il mio stesso

brand, siamo molto agguerriti nel mezzo delle competizioni, ma al di fuori dalle gare ci rispettiamo come amici, non posso fare nomi perché rimaniamo pur sempre competitor, però non posso negare che ce ne sono alcuni ad alto livello competitivo, che per me rappresentano una valida fonte di ispirazione, come Connor Baxter e Sean Poynter. LA TUA ATTREZZATURA RACE/WAVE SARÀ IMPRONTATA SULLO STILE PROGRESSIVE PRO? Quest’anno ho deciso, per superare tutti i miei traguardi dell’anno precedente, di usare tre tavole Race 12’6”, una 14’ e due tavole wave 7’7’x27 e 7’4’x26; le Race sono strette, molto leggere, molto stabili e molto veloci, le wave sono più leggere e flessibili, rispondono meglio sulle onde, ma allo stesso tempo resistenti come rocce. Userò ogni tavola per una specifica condizione, la Allstar 12’6x25 nelle Beach Race e long Distance, la Sprint 12’6x24 la utilizzerò nelle gare Sprint Race, nelle gare di fiume e con acqua piatta, la Ace 12’6x23 è quella che userò in tutte le gare di long Distance down wind. La Ace 14’x23 la userò nelle gare di lunga distanza, di solo categoria 14’ maggiormente nelle tappe europee. Le tavole wave di quest’anno sono quelle che mi piacciono di più e mi rappresentano di più, mi sento di fare molto con queste tavole; nonostante siano piccole e meno voluminose, le evoluzioni che si possono fare sono infinite, dopo tutto questo, vi mando un saluto e vi aspetto in gara.

Leonard Nika al Italia Surf Expo 2012 di Santa Severa, Roma SUPTIME

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SUPSAFARI

Sri Lanka TESTO DI Manu Morel ∞ FOTO DI Raf Filippi ∞ RIDER Raf Filippi, Olivia Piana

Destinazione che per anni ha fatto sognare generazioni di surfisti già dai lontani anni 70, lo Sri Lanka non era ancora stato propriamente esplorato dalla nascita e diffusione dello Stand Up Paddle.

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Speravamo che finalmente, dopo il cessate il fuoco del 2002, questo paese martoriato dalla guerra civile ormai da più di 20 anni potesse finalmente rivivere un po’ di tranquillità. I surfisti avrebbero finalmente potuto godere delle perfette destre in tutta tranquillità, surfando nella massima serenità. La situazione, purtroppo, è diventata ancora più critica con lo tsunami del 2004, che ha polverizzato tutti gli strenui sforzi di ricostruzione e rinascita del paese, allontanando i soldi dei turisti. Un terribile colpo di sfortuna, con la maggior parte delle bellissime spiagge dello Sri Lanka sommerse,

subendo danni materiali ed umani senza precedenti. Quattro anni dopo, non avevamo minimamente idea di quale scena ci saremmo trovati davanti. Eravamo però troppo curiosi e ansiosi di scoprire i tesori che quest’isola aveva da offrirci e allora ci siamo decisi, armati con le nostre tavole e pagaie.

INTRODUZIONE Per affrontare una peripezia del genere, ho quindi deciso di mettere insieme un team completamente inusuale. Manu Morel, il nostro fotografo, mi aveva


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già mostrato la sua lealtà condividendo con me delle grandi avventure windsurfistiche ancora negli anni 2000, prima che si perdesse nei meandri bui del kitesurf. Un viaggiatore insaziabile, ha ottenuto e perseguito tutti i suoi obiettivi su qualsiasi spiaggia avesse in mente in giro per il globo e infatti era anche già venuto sulle spiagge dello Sri Lanka qualche anno prima. Era assieme ad altri kiter e prima del disastroso tsunami. Non avevo mai conosciuto veramente Olivia Piana, ed ero anche ansioso di conoscerla meglio durante questa nostra avventura. Dopo una veloce

chiacchierata amichevole nel parcheggio di Carro, l’invito è stato avanzato. L’unico dubbio incombente era che quello sarebbe stato il suo primo vero viaggio al di fuori dell’Europa. Come reagirà la rider di SUP della Ciotat con il cambio dell’ora, lo stress del check-in con tutto il materiale in eccesso, per poi dover anche riadattare il suo stile alle onde tubanti dello Sri Lanka? C’era solo un modo per rispondere effettivamente a tutte le mie domande... Appassionata e amante delle onde, era fresca fresca del suo passaggio nel team Fanatic

International, in seguito a numerose vittorie in competizioni di race, tra cui anche la coppa del mondo alla Torche la scorsa primavera. Finalmente un tocco di femminilità all’interno della truppa, che avrebbe allietato il viaggio e che anche per lei rappresentava una buona opportunità per respirare un po’ e riprendere il fiato durante l’intensa stagione di competizione. Si sarebbe potuta godere le onde in pace senza bisogno di pensare al ritorno a scuola, oppure pensare di gareggiare all’Open di Lione o alla magia della sua prima Battle of Paddle in California.


Raf Filippi

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SI PARTE

PRIMO IMPATTO

Dopo qualche click su Internet e qualche colpo di telefono, abbiamo prenotato i biglietti per Colombo, la capitale. Il viaggio è stato piuttosto travagliato tra cambi di terminale (con tutto il nostro materiale da Stand Up nell’autobus in giro per Francoforte!) e i bagagli in eccesso, con le solite nervose trattative che non ci hanno proprio fatti passare inosservati. Velocemente derubati di altri 700 euro dalla compagnia aerea Sri Lankan Airlines, Olivia purtroppo ha perso il suo sorriso smagliante, pensando alla velocità con cui il suo sudato montepremi di gara fosse andato in fumo... Purtroppo anche lei aveva fatto la temibile scoperta che il tuo destino e il tuo portafoglio fossero completamente in balia della singola persona dietro alla biglietteria, e anche al suo umore in quel momento. Siamo arrivati a notte inoltrata sotto una pioggia incessante, in un aeroporto veramente caratteristico, dove ci hanno subito detto che la costa occidentale, dove si trova anche Colombo, è rinomato per le sue torrenziali piogge monsoniche, specialmente in agosto. Un minibus ci stava aspettando per farci attraversare il paese e portarci verso la nostra destinazione, Arugam Bay, che sarebbe diventato il nostro campo base. Il guidatore ci annuncia che per percorrere i 300 kilometri ci vorranno almeno 8 ore di macchina... e sarà un viaggio abbastanza travagliato anche. Le strade dello Sri Lanka meritano di essere in cima alla classifica delle peggiori strade possibili da percorrere con un minibus. Qualsiasi sia la vostra religione, occorre pregare assiduamente per assicurarsi di arrivare a destinazione, senza lasciarci le penne. C’è di tutto, animali che attraversano improvvisamente, camion malridotti che superano in curva cieche, facendoci il pelo e costringendo il nostro guidatore ad inchiodare. Decidiamo quindi di forzarci a dormire sul sedile posteriore, in modo da non vedere cosa stesse succedendo intorno a noi. Arugam Bay è un villaggio di pescatori nel bel mezzo di un’immensa baia spazzata dal vento. Sulla destra, a livello del point, c’è una delle onde migliori di tutto lo Sri Lanka che si srotola perfettamente lungo un reef corallino. I nostri presentimenti erano giusti e questo posto assomiglia in tutto e per tutto ad un vero paradiso del surf da onda. Dopo il nostro arrivo, non abbiamo più pensato al nostro viaggio infernale, e abbiamo appena fatto in tempo a mettere giù le valigie che subito siamo ripartiti. Le onde sono perfette e l’eccitazione alle stelle, quindi montiamo le pinne in men che non si dica e in meno di mezz’ora siamo già sul picco. Anche Manu, che solitamente necessita di un tempo non trascurabile per preparare tutto il suo materiale, ci raggiunge velocemente sul picco per fare una prima session di foto dall’acqua. Olivia, intanto, ha ritrovato la sua serenità ed è la prima a entrare in acqua, contagiandoci con il suo entusiasmo alle stelle. Forse perfino un po’ troppo esagerato! Ne riparleremo in seguito...

The point, lo spot ad Arugam Bay, è una delle destre migliori della zona. Quest’onda può anche arrivare a dimensioni notevoli e la prima sezione solitamente rompe tubando sul reef, per poi diventare un po’ più morbida e tubare nuovamente nell’inside quando arriva al livello del point. Una volta superate queste due sezioni, si perde nell’acqua più profonda della baia e diventa veramente un’onda anche per principianti. Appena finite la surfata e uscite dall’onda, poi, vi rendete conto di quanto dobbiate remare per tornare sul picco! Manu ha ragione, questo posto offre anche un ottimo allenamento a Olivia per le sue competizioni di race! Dopo svariate centinaia di metri di surfata parecchi rider optano per tornare sul picco a piedi, dalla spiaggia... I surfer locali sono veramente adorabili e ci accolgono a braccia aperte nonostante le nostre pagaie. Tutta un’altra atmosfera rispetto alla follia assoluta dei locali psicopatici degli shorebreak d’Hossegor, dove ero stato qualche settimana prima. Olivia sfrutta il suo charme sul picco per guadagnarsi la precedenza, finendo così per venire triturata da un set più grosso che ha chiuso più fuori, e che gli altri sono riusciti ad evitare andando più verso il canale, essendo più esterni. Dopo aver nuotato un bel po’ ed essersi fatta i suoi primi tagli sul reef, la giovane rider ritorna sul picco senza problemi, col suo sorriso radioso, continuando a surfare fino a sera. Usciti dall’acqua, siamo andati dritti alla piccola capanna che fungeva da ristorante, a berci un succo di frutta fresca proprio davanti allo spot. I local hanno trasformato questo piccolo ristorante in un punto di ritrovo per tutti colori che abbiano a che fare con il mare. Puoi quindi stare certo che finchè le onde pompano e ci sono tubi sul picco, non troverai un cameriere neanche a pagarlo a peso d’oro! L’ambiente locale ed il nostro albergo, proprio sulla spiaggia, ci hanno portato a scegliere Arugam come campo base. Gli spot che avevamo in mente di visitare erano tutti accessibili tramite tuk tuk, una piccola moto locale a tre ruote con guidatore, mezzo tipico della zona. Sono molto organizzati e non hanno assolutamente fatto problemi a portare il nostro materiale da SUP. Effettivamente non hanno paura quasi di nulla e spesso sono anche più spericolati di quanto dovrebbero... Mai domandare ai driver se le onde sono migliori in qualche altro spot più lontano, in quanto il loro unico obiettivo, logicamente, è quello di farvi fare la corsa più lunga possibile per guadagnare il più possibile! I guidatori di tuk tuk non hanno la minima conoscenza delle onde del posto, e questo lo abbiamo verificato noi in prima persona. Dopo aver surfato per qualche giorno sulle giocose onde d’Arugam, ci mettiamo in modalità viaggio per andare ad esplorare gli spot migliori della costa orientale...

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Raf alle prese con una situazione un po’ critica

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Olivia, in ogni giorno che ha trascorso in Sri Lanka è riuscita a migliorare il suo livello nel SUP


WHISKY POINT Dopo una settimana di onde giocose che non scendevano mai sotto il metro e mezzo, le previsioni davano uno swell più grosso in arrivo. Siamo stati veramente fortunati a poterci preparare per bene e abbiamo quindi deciso di cominciare ad esplorare la zona di Whisky point. Questo spot è rinomato per la sua destra potente che rompe tra due rocce e una sinistra tubante (molto rara in zona) che poi termina in un beach break. Sembra che il karma sia dalla nostra e le onde continuano ad aumentare, facendo schizzare l’euforia della squadra alle stelle, mentre il driver del nostro tuk tuk ci mette della musica a tutto volume per pomparci ancora di più. Olivia, sempre eccitata come una pazza, comincia a esplorare il picco, lottando per mezz’ora cercando di passare lo shorebreak, prima di capire che il piccolo canale a fine spiaggia ti permette di arrivare sul picco coi capelli asciutti e in meno di 10 secondi. Arriviamo infatti sul picco nello stesso momento, però io nel frattempo avevo fatto colazione! Troppa energia consuma troppa energia! Mi sono fatto delle grasse risate a vederla stremata e con il costume e i capelli pieni di sabbia, ma in men che non si dica si è ripresa e ha subito cominciato a prendere delle bombe di rara qualità. Le sue capacità migliorano drasticamente da una session all’altra... Dopo qualche ora, decido di scarrocciare di qualche centinaio di metri per surfarmi in solitaria la sinistra tubante, che rompe con la potenza di una cascata, permettendo a Manu di constatare da vicino la resistenza agli urti delle nuove tavole! Non c’è nessun altro in acqua, siamo in paradiso. Il posto è sperduto e restiamo davvero sorpresi a notare una piccola capanna sulla spiaggia che

funge sia da ufficio che da ristorante, con una piccola zona chillout ideale per gustarsi un thè fresco dopo la session. Tutti i venerdì sera qui ci sono delle serate da paura, e, lontano dal resto della civiltà, cominciamo a capire perchè questo spot è stato ribattezzato “Whisky point”!

FERITE DI GUERRA Durante la nostra traversata del paese abbiamo visto numerose scene che ci hanno permesso di comprendere l’effettiva gravità della devastazione causata dallo tsunami. Ogni alba illumina le terribili cicatrici lasciate da questo mostro della natura. L’aiuto internazionale sta cercando di ricostruire il tutto il più velocemente possibile, ottenendo ottimi risultati. Fortunatamente però ci sono anche delle strane casette rotonde tutte colorate vicino alla strada che risollevano un po’ il nostro morale. Sembrano quasi le case dei Teletubbies o qualche strano progetto delirante degli eccentrici architetti giapponesi. Gli abitanti però sono molto contenti di poter finalmente vivere in abitazioni vere e proprie, anche se assomigliano a scodelle multicolore! Mussaï, il nostro guidatore, mi ha raccontato che aveva messo la sua dentiera sul tavolo la notte dello tsunami. All’arrivo dell’onda, non si è ricordato di prenderla e non l’ha ovviamente mai più ritrovata. Non ha abbastanza soldi per permettersene una nuova e dovrebbe risparmiare il salario di un anno intero per comprarla. La fine della guerra ha fatto sì che un numero notevole di militari potesse essere impiegato per gli aiuti umanitari e per il controllo delle spiagge, casomai dovesse preannunciarsi un’altra tragedia simile. Lo spettro mortale dell’onda aleggia ancora nell’aria e nelle menti della gente locale.

ORA DI UN SAFARI Abbiamo deciso di partire verso sud per andare a scoprire altri picchi ed il nostro driver di tuk tuk ci ha fatto vedere dei paesaggi veramente stupendi lungo il tragitto. In Sri Lanka c’è veramente una grande varietà di fauna selvatica, e non è infatti inusuale vedere coccodrilli e elefanti che girano pacificamente vicino al bordo della strada. Manu continua a fare foto a ripetizione, per poi riportarle al villaggio e mostrarle ai bambini. I locali infatti preferiscono stare alla larga dai pachidermi, che possono facilmente innervosirsi e schiacciarli come formiche. Stranamente, noi invece ci sentiamo tranquilli e li avviciniamo senza pensarci due volte, e Olivia finisce perfino con l’infilare una pannocchia di mais nella proboscide del goloso elefante, con solo un sottile filo di ferro come recinzione. Gli srilankesi non sono assolutamente tranquilli e anzi s’innervosiscono anche parecchio di fronte alla nostra incoscienza! Approfittiamo di una breve pausa a una fattoria in cui si coltivano nocciole per abbuffarci con un’ottima vista e notiamo infatti anche delle ottime onde per rompere il ghiaccio in questa zona. La ragione primaria che ci ha spinto da questa parte, infatti, è la grande varietà di spot adatti per qualsiasi livello... Il paesaggio è assolutamente stupendo, la temperatura tropicale e c’è una destra giocosa che rompe su sabbia, con una grande e maestosa roccia sullo sfondo. Abbiamo notato una piccola bocca di un fiume a qualche centinaio di metri sottovento al picco e ovviamente Manu ci ha proposto di andare un po’ in esplorazione sui nostri SUP per fare qualche bello scatto. Il nostro guidatore sembra un po’ irrequieto e ci dice che i coccodrilli locali vanno ghiotti di turisti

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Chi ha la precedenza? Non sarà sicuramente un problema visto l’affollamento dello spot... SUPTIME

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europei. Ci abbiamo impiegato una buona mezz’ora per convincere Olivia a entrare in acqua, per poi fare 10 metri e rientrare a tutta velocità in spiaggia. È anche vero però che l’acqua completamente torbida mette un po’ in soggezione e ricorda uno stagno infestato di coccodrilli… Facciamo qualche foto a piedi su una bellissima spiaggia, ma vi consiglio vivamente non mettere le vostre tavole in acqua nei canali dello Sri Lanka, o verrete velocemente trasformati in una bancarella

ambulante. Nelle vicinanze della fattoria di noccioline, ogni singolo point rappresenta uno spot potenzialmente perfetto ed è praticamente scontato che vi troviate in acqua da soli in condizioni assolutamente paradisiache.

VISITA AL SUD Spingiamo il nostro driver a portarci ancora più a sud, diretti verso la riserva di Yala per approfittare di uno swell che si preannuncia piuttosto

massiccio. Ad Okanda facciamo infatti una scoperta sensazionale. Un’immensa baia delimitata da una gigantesca roccia tonda che viene sommersa completamente dai set più grossi. E i set grossi superano tranquillamente i 4 metri... Il take off è veramente semplice, però bisogna puntare dritti verso la roccia, che fa un po’ impressione. L’onda è davvero ottima già dalla partenza e permette di piazzare qualche bella manovra prima di raggiungerne la sezione tubante


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mentre si avvicina alla spiaggia. Lo spettacolo è praticamente al culmine e tutti gli abitanti del villaggio sono venuti per osservare questi strani visitatori che camminano e volano sull’acqua. Veniamo velocemente invitati a visitare un tempio Indù proprio al centro del villaggio, che sembra essere il punto di ritrovo per eccellenza. Veniamo accolti con grande rispetto e ci invitano ad unirci ad un banchetto a cui partecipa l’intero villaggio. In Sri Lanka convivono svariate religioni e il clima

sembra ormai completamente sereno e tranquillo, dalla fine della guerra. I Buddisti sono altrettanto numerosi. Sono anche molto discreti e ci si avvicinano a offrirci dei dolci dopo la seconda session. Non avevano idea che Manu andasse pazzo per i dolcetti, e ne rimane assolutamente entusiasta, e magari si vuole anche convertire?! Sono molto tranquilli e zen, e trascorrono la maggior parte del loro tempo a meditare e a mangiare dolci... È la religione ideale per Manu.

RITORNO AD ARUGAM Sostanzialmente abbiamo passato tutta la nostra vacanza o in acqua a surfare in SUP oppure seduti in tuk tuk a girare per il paese. Olivia ci sveglia tutte le mattine alle 5:30, per essere in acqua alle 6. Trascorre ore e ore a surfare e continua a migliorare tecnica e stile. Mi avevano detto che fosse determinata ma non pensavo di aver a che fare con una fanatica della pagaia! Finalmente, dopo tutto questo

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Raf con uno sfondo mozzafiato

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eccezionale allenamento ambulante, decidiamo di chiudere in bellezza tornando a surfare le onde perfette di Arugam Bay, per poi poterci gustare una birra fresca in relax a fine session e passare le ultime serate a far festa assieme ai nostri amici surfisti. Manu ha organizzato una serata che Olivia non dimenticherà mai, ma non si può dire altro! Le foto di questo delirio serale resteranno al sicuro sul nostro disco rigido, finchè non verranno valutate e forse fatte circolare... o forse no! Malgrado la serata, mi ha comunque svegliato la mattina seguente alle 5:30 per andare a surfare... questa ragazza è veramente una pazza! Il nostro ritorno a Colombo è stato nello stesso spirito dell’andata... sperando di arrivare a destinazione sani e salvi. Il paese è assolutamente pieno di meraviglie a ogni angolo, ed è anche consigliabile fare un viaggio turistico verso Kandy. Una visita al “tempio dei denti” è per me d’obbligo. È uno dei luoghi più importanti per il buddismo in Sri Lanka ed è possibile imparare molto sulla religione visitandolo. Ringraziamo di cuore quindi il Budda non solo per la frequenza con cui ci ha fatto surfare ma anche per l’eccezionale qualità delle onde durante la nostra trasferta e soprattutto per averci fatto arrivare a Colombo sani e salvi. Sicuramente questa prima visita non sarà l’ultima, e, a seconda delle stagioni, le coste

occidentali e meridionali lavorano al meglio, assicurando delle condizioni da sogno per qualsiasi surfista e rider di SUP. Le numerose ricchezze di questo paese, la qualità delle onde e la gentilezza dei locali ci hanno veramente lasciato il segno, e sicuramente ce ne ricorderemo anche noi nostri prossimi viaggi, sia qui che in altre location.

DIARIO DI VIAGGIO Lo Sri Lanka in cifre: 65600 km², corrispondente ad 1/9 della Francia. Anticamente chiamata Ceylan, lo Sri Lanka è una grande isola situata vicino alla punta meridionale dell’India. 21 milioni d’abitanti di cui 1 milione e mezzo solamente a Colombo, la capitale. Il salario medio di un lavoratore dello Sri Lanka si aggira sui 50 euro al mese. Lingua: Si parla cingalese, tamil e inglese. L’inglese poi è perfetto per girare e viaggiare un po’ ovunque. Non è necessario alcun vaccino specifico, ma occorre verificare di essere ancora coperti dalle proprie vaccinazioni tradizionali (tetano, polio, etc…). Bere solo acqua imbottigliata. Non c’è bisogno di trattamenti specifici contro infezioni da palude nella zona di Arugam Bay.

Per arrivarci: Voli diretti Parigi/Colombo o Francoforte/Colombo. Mettere in conto di spendere almeno 1100 euro al mese d’agosto, supponendo di aver prenotato i biglietti con largo anticipo. Il transfert da Colombo ad Arugam Bay costa dai 120 ai 150 euro, in un van che può essere condiviso in 5/6 persone. Preventivare circa 6/8 ore per la trasferta, a seconda del traffico. Non c’è nessun problema a caricare il materiale sul tetto. Differenza d’ora: 3 ore e mezza in avanti rispetto all’Italia nel mese d’agosto. Moneta: Roupia dello Sri Lanka: 1 euro = 160 Rupie circa. Contate d’aver un budget di 15/20 euro al giorno per albergo e cibo, avendo un budget moderato. Telefonia: Ottima ricezione cellulare anche ad Arugam Bay. Internet: Connessione lenta ma generalmente presente negli alberghi, se c’è la corrente! Olivia è riuscita a restare in contatto con la sua cricca tramite Facebook… Alloggio: Ci sono numerosi alberghi per qualsiasi prezzo. Consiglio però di allontanarvi dalle zone


Olivia Piana in un stiloso Cut Back

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Dopo la surfata, un’accogliente spiaggia attende i nostri rider

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in centro e anche vicino a locali, in quanto la vita notturna è estremamente attiva e rumorosa. Il Beach Hut è un posto molto simpatico ed è anche in un’ottima location per i surfisti da onda, offrendo anche comfort per i turisti normali. C’è perfino la connessione WiFi e un tavolo da biliardo nel tipico ambiente del surf camp in legno, con tavole rotte come mobilio. Il prezzo è ottimo e varia dai 5 ai 15 euro a notte a seconda della stanza.

Contatto: arugambaybeachhut@gmail.com Si avete un budget superiore, vi consiglio lo Stardust Beach Hotel. Merete, la proprietaria danese è anche architetto ed ha trasformato questo albergo presente ormai da 30 anni in un vera e propria opera d’arte, nel bel mezzo della spiaggia. Decorazioni di design e ottimo ristorante per i palati più raffinati. Si va dai 40 ai 110 Dollari US a seconda della vista e del comfort.

SUP freestyle

Materiale: Non ci sono negozi di Stand Up in zona e quindi conviene portarsi lo stretto necessario in caso di riparazioni. Portatevi una tavola wave radicale se avete un buon livello. Troverete anche altrettante onde più tranquille e per livelli intermedi lungo la costa ed anche nella baia d’Arugam. Prendete assolutamente della Betadine e antibiotici ad ampio spettro perchè qualsiasi escoriazione o taglio sul reef s’infetta immediatamente.


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Spostarsi in loco: La soluzione ideale è un van con guidatore per 3 persone, in modo da dividere i costi anche per le trasferte più lunghe. Dimenticate gli autobus che sono cadenti, sovraffollati e veramente pericolosi. Pensate piuttosto al treno tra Colombo e Kandy, vedendo dei paesaggi mozzafiato. Da vedere assolutamente: Il triangolo culturale di Anarudhapura, Kandy, e anche le grotte di

Non solo onde ma anche un po’ di cruising

Dambulla. Vi raccomandiamo quest’avventura, andando in esplorazione tra le montagne e le piantagioni di thè, finendo la visita in bellezza alla fortezza di Galle, riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Non perdetevi anche l’occasione di fare un safari al parco Yala, dove potrete ammirare elefanti, coccodrilli e leopardi d’Asia. Informazioni pratiche: Ad inizio anno è

necessario fare un’ETA (un visto elettronico) prima di partire. Costa 15 euro e si può compilare online all’indirizzo seguente: www.eta.gov.lk L’ETA vale per 3 mesi ed è gratuita per i bambini sotto i 12 anni. Ufficio del turismo dello Sri Lanka : www.srilankatourism.org Ottime info su : www.arugambay.com

Let’s party!


S U P ADVENTURE

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ALLA CONQUISTA DELL'ORO VERDE TESTO DI Sarah Hebert ∞ FOTO DI Gill Chabaud

Sarah Hebert ci racconta l’avventurosa spedizione di SUP a Diahot, Nuova Caledonia, in compagnia delle sue amiche che hanno deciso di accompagnarla alla scoperta di questo grande fiume caledoniano.


Esplorare, scoprire, e conoscere nuove culture... queste sono alcune delle motivazioni primarie che spingono chiunque a viaggiare. Sul mappamondo, il mio dito è finito sull’unico fiume della Nuova Caledonia, il Diahot, situato a circa 22.000 km da Parigi, tra l’Australia e la Nuova Zelanda. Quest’isola flirta pericolosamente con la faglia all’estremità della placca tettonica australiana. La “roccia”, com’è nota tra i locali, ha cominciato a fargli battere il cuore per la prima volta il 26 novembre 1984. Un atollo corallino, pervaso da segreti etnici. La cultura, arricchita delle innumerevoli avventure dei Kanak, dei prigionieri e dei coloni, nutre e tiene in vita antichi miti e leggende. Proprio a metà strada tra le montagne e i precipizi della costa orientale e le pianure di quella occidentale, la zona più settentrionale sembra quasi aprire le proprie braccia alle isole Beleps che fanno da gelose guardiane ai limiti di una delle più vaste lagune al mondo, classificata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Non vi sto però invitando a seguirmi in un viaggio tra le solite sfumature di blu ed azzurro, bensì, in quelle verde smeraldo, color avocado ed anche olivastro, arrivando perfino al cromato! Sono in tre: Sarah, Julie-Anne e Sylvie. Tre amiche che hanno deciso di seguirmi in questa spedizione unica per scoprire il grande fiume caledoniano. La

caratteristica principale di questo fiume è che scorre nella direzione degli alisei, permettendo alle barche di addentrarsi nel mainland. È rinomato come l’Eldorado per i cercatori d’oro... Per raggiungere il campo base della spedizione, dobbiamo percorrere 435 kilometri da Noumea, la capitale, per arrivare ad Ouegoa. Dopo 5 ore di macchina, arriviamo nella zona di Hoot Ma Waap, dove la popolazione vive per lo più in tribù, mentre il resto si è trasferito al villaggio di Ouégoa dove i discendenti dei minatori ora si occupano di servizi terziari e delle fattorie. Ricky ci ha trovato un alloggio all’incrocio tra la strada principale e un piccolo sentiero sterrato che ci condurrà poi al nostro punto di lancio. Appena la densa nuvola di polvere sollevata dal pickup si dilegua, finalmente emerge il tipico paesaggio tropicale, con poca acqua sotto i vari ponti ed enormi alberi che affollano gli argini. Le palme da cocco indicano la presenza di una tribù vicina. Una volta che abbiamo gonfiato i nostri Stand Up Paddle, prendiamo abbastanza acqua per il pomeriggio e decidiamo di partire. Il gruppo è molto eterogeneo, sia dal punto di vista delle capacità che anche dal tipo di materiale utilizzato. La più giovane, Sarah, ha un ottimo livello in racing e usa una Stand Up race, mentre io, che sono più abituata a questo tipo di spedizioni, opto per una Naish Stand Up ONE gonfiabile, eccellente

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per andare alla scoperta di posti nuovi. Sylvie e Julie Anne sono principianti e non sono necessariamente munite dei mezzi migliori e sicuramente ora del fine settimana saranno stanchissime! I giovani membri della tribù dei Crowded, ci guardano incuriositi mentre prepariamo tutto il materiale per entrare in acqua. In questo punto la corrente è piuttosto forte e dopo qualche minuto il nostro team da terra ci ha perso di vista. Siamo ora soli nella natura selvaggia, salutati dai canti di uccelli variopinti che nidificano nella vegetazione rigogliosa. In questa prima zona, la flora ricorda la tipica vegetazione tropicale, con un verde intenso ed estremamente fitta. Durante il nostro viaggio si creano anche dei piccoli ruscelli che sono costeggiati da foreste di Bamboo. La vegetazione poi diventa così fitta che non riusciamo neanche

più a raggiungere la riva. Piante rampicanti invasive come la Pohue e la Mikania soffocano piano piano la vegetazione locale e stanno diventando una notevole minaccia per le specie indigene. Le liane si gettano nell’acqua dolce, mentre felci e Pandanus affollano il sottobosco. Avvicinandoci agli argini, scorgiamo anche qualche pianta insettivora. Nepenthes Vieillardi, che restano in paziente attesa di qualche insetto suicida che si posi sulle loro foglie trappola. Qui, sono anche chiamate “i piccoli stomaci” per la loro forma cilindrica ed il liquido contenuto al loro interno. Qualche pagaiata più avanti un’enorme pianta di aloe rende il nostro viaggio ancora più indimenticabile. Sembra che la corrente si sia quasi completamente fermata e le prue delle nostre tavole scorrono tranquillamente su un

tappeto di fiori giallo. Alla nostra destra c’erano i Bouraos, che sono una specie di hibiscus indigena dell’Asia. Dopo questo spettacolare passaggio, il letto del Diahot si divide in due. Siamo quindi costretti a fare una scelta, che inizialmente sembra alquanto difficile. Da una parte però sembra ci sia acqua più stagnante, mentre l’altra sembra più fresca e con un po’ più di corrente. La spedizione delle ragazze in SUP prosegue puntando verso destra. Qui la vegetazione diventa ancora più spettacolare con colori sgargianti che mai avevo visto prima d’ora. Fortunatamente l’estremità superiore della vegetazione, che va ben oltre i 20 metri d’altezza, ci fornisce ombra, ideale per i nostri corpi già provati dall’intensa umidità tropicale. Improvvisamente sentiamo un cavallo nitrire e quindi ci rendiamo conto di essere nelle vicinanze di un piccolo


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villaggio. Il nostro presentimento viene poi confermato quando notiamo anche un piccolo fuocherello acceso. Gli argini si stringono e sto cominciando a ripensare alla mia scelta. Ora ci troviamo davanti ad un’insenatura, in cui una famiglia Kanak pesca tranquillamente. Sebbene la direzione della corrente non lasci tante alternative, chiediamo comunque indicazioni per la nostra destinazione. E rimaniamo esterrefatte quando ci confermano il nostro errore di percorso. Prendendo questo ramo di fiume, abbiamo perso circa un’ora di cammino e abbiamo anche coperto una notevole distanza nella direzione errata. Che paesaggio eccezionale però! Almeno non ci siamo persi questo piccolo angolo di paradiso. Il sole sta per tramontare sulla Nuova Caledonia, tuffandosi nell’Oceano verso ovest e scomparendo dietro ad una collina. Siamo proprio nel bel mezzo

della catena montuosa. Sarà difficile raggiungere Ouégoa entro stanotte sfruttando solo la forza delle nostre braccia. La strada era veramente lunga e i problemi tecnici della mattinata hanno solamente peggiorato il nostro timing. Improvvisamente sentiamo il rumore di un motore che si avvicina, e presto riconosco Joseph, che d’ora in poi ci farà da guida. Ci dice chiaramente che il villaggio è troppo lontano e non ce l’avremmo mai fatta. Decidiamo quindi di salire a bordo della nostra barca/taxi. Più tardi, durante la serata, ci ha raccontato di come il suo amato fiume lo abbia spaventato trasformandosi in un labirinto mentre ci stava cercando. Dopo essersi riuniti tutti al nostro punto di partenza a Diahot, e non averci più visto, aveva deciso di seguire il fiume lungo il nostro percorso originale, senza però trovare nessuno. È poi tornato indietro sull’altro ramo ed ha cominciato a preoccuparsi seriamente... Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, e ci ritroviamo tutti stipati in coperta assieme alle nostre tavole, appiccicati come millefoglie (dessert francese). Durante la morbida serata estiva, arriviamo finalmente ai piedi del ponte di Ouégoa. Il fiume ci aveva già mostrato il suo meglio, riempiendo i nostri occhi increduli con immagini

meravigliose, splendendo col riflesso del sole. Domani è un altro giorno, e stiamo già pregustando i numerosi tesori che ci aspettano lungo la strada. Dopo il primo giorno di viaggio, il team è ansioso di riunirsi attorno a tavola per cenare. Ricky è il nostro oste per la sera e, con l’aiuto di sua moglie, ci prepara un sacco di squisiti piatti locali. Mentre poi guida il suo pickup sulla sua terra, mi dice che qui siamo tutti conosciuti con lo stesso nome. Siamo tutti discendenti di un solo uomo, che ha vissuto nella zona settentrionale e lavorava in miniera. Indica poi una collina in lontananza, che disegna il suo soffice profilo sul cielo stellato, che apparteneva a suo nonno. Questa infatti è la terra dei niaoulis e dei Gaiacs, i re della foresta asciutta. Questo è l’habitat perfetto per i cervi selvatici che i caledoniani amano cacciare. La sera passa velocemente ascoltando i racconti di battute di pesca e caccia delle nostre due guide. Sul tavolo ci sono un sacco di patatine di banana Poingos, riso, pesce, carne cruda di cervo e al barbeque. Al riparo sotto una tettoia di alluminio, la notte sarà tranquilla per alcuni e un incubo per gli altri che soffrono le zanzare. L’indomani, cominciamo a prepararci per il nostro ultimo giorno d’esplorazione già dalle 7 di mattina.


Oggi puntiamo all’estuario del fiume. Dopo averci osservato per qualche ora, intuisco che la figlia di Ricky voglia provare il nostro strano mezzo di trasporto, e la invito a fare un tentativo sulla mia tavola da SUP. Dopo una veloce spiegazione, ci incamminiamo insieme verso la laguna. Qui il fiume si allarga di qualche centinaio di metri e gli argini sono ampiamente accessibili, ma solamente se sei a tuo agio con le mucche. La vegetazione qui è infatti più erbosa, ideale per i pascoli delle mucche, che si riparano dal sole all’ombra di grossi fichi e palme di cocco. Le remate ora sono più decise e sicure di prima ed il team ha trovato il suo ritmo. Finalmente riusciamo a vedere da vicino i primi alberi di mangrovia, che vivono nelle acque salate o semisalate in prossimità degli estuari dei fiumi. Il nostro viaggio è quasi finito e la laguna non dista molto ormai. Ai piedi delle mangrovie, facciamo slalom tra i rami di altri alberi più grossi, che sono caduti nell’acqua. Il sole è assolutamente a picco su di noi, e Joseph ci offre di fare una pausa per reidratarci. Le nostre tavole da standup sono incastrate sugli argini melmosi, mentre saliamo sulla barca in alluminio dalla chiglia piatta. Come un bambino che va al parco giochi. Dopo poco, puntiamo verso sinistra, dritti tra le mangrovie. Senza la nostra guida, probabilmente non saremmo più riusciti ad uscirne, in quanto alcuni SUPTIME

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passaggi sono sommersi. Joseph è a conoscenza dei passaggi da quando è piccolo, quando veniva qui tra le mangrovie per pescare granchi all’ombra, che spesso si rifugiavano nelle profonde buche tra le radici per trovare l’acqua più fresca. Il fondale fangoso poi è l’habitat naturale ideale per altre specie marine, tra cui grosse cozze, ed anche lumache che sono buonissime una volta cotte. Bisogna però stare molto attenti a non tagliarsi arrampicandosi sulle radici, in quanto è proprio qui che si attaccano le cozze. Questa galleria di verde è il posto ideale per il nostro snack, mentre i canti degli uccelli tropicali risuonano in lontananza. Dopo esserci riposati e rifocillati, è ora di rimettersi in marcia. Facciamo il giro intorno all’isola, seguendo il percorso Sentinel per arrivare a destinazione. Questa zona è una delle numerose culle della metallurgia caledoniana. Parecchi anni fa, dozzine di coloni si sono arricchiti grazie ai vari giacimenti di rame, o perfino d’oro, come fece John Higginson nel 1869. I collezionisti sognano ancora di trovare rocce di Pyromorphite, una specie di quarzo verde che è principalmente composto di piombo, che è gelosamente custodito nelle viscere dell’isola. Guardando nell’acqua marrone, non riesco ad immaginare come il letto del fiume possa essere disseminato di meraviglie tra cui l’oro! Riparati dalla catena montuosa, il vento è completamente assente, e cominciamo a

sudare in maniera notevole, dovendoci fermare più spesso per bere. Per gioco, decidiamo di raccontarci un po’ di storie spaventose sugli squali di Diahot. Apparentemente alla bocca del fiume s’è diffusa una specie di squalo tigre, e sono stati avvistati anche moltissimi squali toro. Mi tuffo in acqua e ora sento il sale sulle labbra, quindi penso che i pescioni coi denti aguzzi ci stiano osservando mentre gli passiamo sopra la testa a bordo delle nostre tavole da sup. Le colline si diradano, finalmente, e il paesaggio si fa sempre più pianeggiante e il vento ricomincia a soffiare, rinfrescandoci. La fine è ormai vicina e notiamo la laguna lì vicino. La riserva naturale di Pam Island è alla nostra sinistra. Il vento perpendicolare ci complica l’andatura negli ultimi kilometri, allora decidiamo di avvicinarci alle mangrovie per ripararci dal vento e avanzare più facilmente. Sylvie deve sforzarsi ancora di più, in quanto la prua del suo SUP gonfiabile tende ad imbarcarsi controvento. Un ultimo sforzo e finalmente scorgiamo la casetta dove il team di Joseph ci stava aspettando. La figlia di Ricky ci viene incontro in kayak per salutarci. È davvero una bella visione, dopo un intenso ma bellissimo viaggio assieme a 4 altri tuoi amici. Quella notte ci aspettava un meritato riposo, per poi fare una piccola gita culturale in mattinata alla miniera di rame. E poi si va a pesca con Joseph!


INFORMAZIONI PRATICHE: ∞ Come ci si arriva? Il volo da Parigi a Noumea è uno degli intercontinentali più lunghi. In meno di 24 ore però sei a destinazione, a meno di fare uno stopover. È anche uno dei più costosi, purtroppo, variando dai 1400 ai 2000 Euro. ∞ Formalità/documenti? Basta una carta d’identità se si vuole stare meno di tre mesi. Si raccomanda di avere un passaporto valido per i controlli negli aeroporti internazionali. Non è necessario nessun visto per i cittadini europei. ∞ Lingua? La lingua ufficiale e parlata da tutti è il francese. Ci sono parecchi dialetti Kanak legati alle diverse tribù. Negli alberghi più grandi si parla anche, oltre al francese, inglese e giapponese. ∞ Valuta? La moneta usata è il Franco Pacifico 1 Euro = 119.3317 CFP (constant exchange rates). Si trovano uffici del cambio sia all’aeroporto internazionale di Tontouta, ma anche in molti alberghi e banche. A Noumea si accettano molto anche le carte di credito, mentre i bancomat sono piuttosto rari fuori dalla capitale. ∞ Clima? L’isola dell’”Eterna Primavera” offre un clima caldo e soleggiato per quasi tutto l’anno. La Nuova Caledonia ha un clima tropicale Pacifico. L’estate australe (da dicembre a marzo) è molto calda ed umida, con piogge moderate ed una temperatura media di 26 °C. L’inverno australe (da aprile a novembre) è invece più secco e fresco, con

piogge rare e una temperatura media di 19 °C. Il periodo da dicembre a febbraio è quello più caldo, ed è anche la stagione dei cicloni. I mesi migliori sono aprile, maggio, settembre ed ottobre. ∞ Il jet lag? +10 ore in inverno, + 9 in estate. ∞ Dove si può noleggiare un SUP? È possibile

noleggiare tavole alle basi di MD pleasures: www.mdplaisirs.com, ed al Noumea Board Shop: www.noumeaboardshop.nc. ∞ Chi contattare ed Ouégoa? Joseph e Ricky, membri attivi dell’ OUEGOA Association of Tourism and Heritage: martinrichard@canl.nc

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SARAH HEBERT: ∞ Team Naish International ∞ 10 anni nel Windsurf ad alto livello: Vice World Champion Formula Windsurfing 2007 e top 3 al mondo nel PWA dal 2007 al 2009 ∞ Ha tentato la traversata atlantica nel 2012, dovendosi però arrendere a metà strada. ∞ Ora si specializza in spedizioni e avventure, lavorando ad un progetto triennale collegato all’energia basato su due spedizioni: la prima in SUP in Amazzonia nel 2013, percorrendo Rio Tapajos, minacciato dalla costruzione di 6 dighe e poi la «Route du Rhum» su una barca con energia rinnovabile al 100% nel 2014 (spedizione solitaria transatlantica su una barca a vela).

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Sylvain e Joanne Demercastell

E N D L E S S S U M M E R

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TESTO DI S.Demercastel ∞ FOTO DI S.Demercastel / J.Demercastel RIDER Sylvain Demercastel / Joanne Demercastel / Javier Quiros

Sylvain Demercastel insieme a sua moglie Joanne hanno deciso di seguire le orme dei ragazzi del mitico film Endless Summer, alla ricerca dei piĂš incantevoli spot del Costa Rica. Con i loro SUP hanno esplorato la zona assaporando il vero significato della PURA VIDA.


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Un’emozione. Alcune immagini e colori... Un odore? Qual è il criterio che ci spinge a preferire una destinazione all’altra? Oggi poi è possibile andare praticamente ovunque, e qualsiasi location è a portata di mano. Internet ci regala le possibilità su un piatto d’argento... o no? Qual è quindi quel processo mentale che ti porta a puntare il dito su uno specifico paese del mappamondo anzichè un altro? Per me spesso può essere un’idea di genuinità oppure un fraintendimento caricaturale. Sepolta in profondità all’interno del mio subconscio, la fame di esplorare torna a farsi sentire di tanto in tanto, imponendomi d’impacchettare il mio materiale e partire. È un’insaziabile voglia d’avventura, di fuga, verso una stagione più calda prima che cambi la stagione a casa propria. Qualche anno fa ho visto il secondo film della serie Endless summer. Un classico. Due ragazzi che partono alla ricerca di onde in giro per il mondo, spinti dalla voglia di prolungare ancora la loro estate californiana. La prima tappa era la Costa Rica. In particolare la costa esposta al Pacifico settentrionale. Onde e tramonti assolutamente indimenticabili. Natura

incontaminata e animali selvatici ovunque. Questa particolare sezione del film mi ha fatto davvero innamorare! Qualcosa di veramente eccezionale, che mi ha sempre attirato e che sapevo che prima o poi sarei finito per dovere provare in prima persona. Sarà ancora esistito dopo 20 anni dall’uscita del film? Era un’idea realizzabile quella di seguire le orme di quei due surfisti da onda, che già a loro volta avevano seguito i primi pionieri del primo capitolo di Endless summer svariati anni prima?! Già a quell’epoca era evidente l’impressionante velocità di cambiamento del mondo. Ciò nonostante, io ormai ero assolutamente contagiato. Non avevo più scampo. Con una semplice ripresa mi hanno messo in testa quest’idea ed io non vedevo l’ora di girare il mondo per viverla. Ho già fatto parecchi viaggi in giro per il mondo ma ancora, dopo 20 anni dalle riprese in quello spot della Costa Rica, non riuscivo a togliermelo dalla testa... Non avevo altra scelta se non andare a vedere con i miei occhi, per constatare in prima persona se il mio sogno fosse realizzabile o meno. Ero già mentalmente preparato a un fallimento totale, potendo arrivare

in un luogo completamente devastato dal progresso umano, come mi era già capitato in altre occasioni durante i miei anni di viaggi. Sfortunatamente, poi, sono proprio le destinazioni più paradisiache e incontaminate a finire vittime della devastazione portato dal turismo di massa, che non ha pietà per niente e nessuno. Sul Costa Rica se ne sentono di tutti i colori. Alcuni la paragonano a una Disneyland per botanici e ecoturisti. Altri si lamentano dell’eccessiva “americanizzazione” di questo piccolo paese dell’America latina... anche se sono i primi che non concepiscono viaggi al di fuori di quei paesi occidentalizzati... Penso che chiunque porti con sè delle aspettative e prospettive personali in qualsiasi posta vada... Quindi ho finalmente deciso di andare a controllare di persona. Questo paese ha deciso di abolire tramite costituzione qualsiasi tipo di esercito, ed ha anche investito parecchio per la conservazione dell’ecosistema. Non riuscivo a resistere al suo richiamo. Un piccolo pezzo di terra incastrato tra nord e sud America, in cui però ci sono circa il 5% di tutte le specie animali e vegetali al mondo. È un’opportunità irresistibile!


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TAMARINDO Fare un viaggio in SUP è un buon modo per esser sicuro di riuscire a sfruttare al meglio anche le condizioni più marginali. Indipendentemente dalle previsioni, passerai un sacco di ore in acqua. Permette anche di viaggiare con un’impostazione più famigliare. Quindi, per la prima volta nella storia dei miei surftrip, ho avuto la possibilità di godermi la presenza di mia moglie Joanne come “co rider”. Anche lei era molto motivata ed eccitata all’idea di vedere finalmente dal vivo tutti i posti meravigliosi che fino a quel momento aveva visto solo su Internet. Dopo aver superato tutti i problemi per l’extra bagaglio all’aeroporto, abbiamo finalmente

iniziato la nostra versione della “endless summer”, da Tamarindo. Proprio come avevano fatto loro nel film. È la stagione secca ed il paesaggio ricorda la savana africana ed ecco poi che vicino ad un piccolo corso d’acqua la vegetazione esplode e diventa la tipica foresta tropicale. Tamarindo tuttavia, ha una reputazione negativa di zona colpita dal turismo di massa, ma guardando da vicino, non è assolutamente così. Sì, c’è una piccola città con tutti i negozietti turistici, ristoranti e piccoli edifici, e sicuramente non è questa la vera faccia del Costa Rica. Allo stesso tempo però, la zona e il paesaggio aperto circostante sono enormi e le spiagge lunghissime sono proprio dietro

l’angolo. Basta guidare o remare un po’ più lontano, appena dietro l’angolo, per scoprire una natura incontaminata e mozzafiato. Martin, proprietario di un surfshop locale, ci ha portato a fare un giro nelle mangrovie lungo il fiume, che divide la lunghissima spiaggia in 2 parti. Siamo già completamente immersi nel cuore della natura. E siamo a meno di 5 minuti dalla città. Bhè: se tutte le destinazioni paradisiache distrutte dal turismo di massa fossero ridotte così... la situazione sarebbe assolutamente accettabile! Ci sono un’infinità di uccelli, pesci e perfino piccoli coccodrilli che fortunatamente non sono minimamente interessati ad animali


La Costa Rica è un piccolo pezzo di terra incastrato tra nord e sud America, in cui però ci sono circa il 5% di tutte le specie animali e vegetali al mondo.

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Esplorando le coste del Costa Rica

delle nostre dimensioni. Il paesaggio cambia radicalmente a ogni curva del fiume, e siccome le giornate finiscono rapidamente nei paesi tropicali, decido di ridiscendere il fiume per andare a controllare le onde prima che si faccia troppo buio. Arrivo giusto in tempo per riuscire a surfare qualche bellissima onda proprio davanti ad un tramonto memorabile. E così finisce un’altra giornata in paradiso.

VERSO IL SUD Dopo una notte notevolmente accorciata dagli ululati delle scimmie, decidiamo di partire per puntare verso sud lungo la costa. Ci sono tantissime spiagge, fiumi, beachbreas e reefbreak. I reef esterni poi offrono condizioni di

tutti i tipi, che solo pochi fortunati possono sognare, lontano da qualsiasi folla! Devi dividere le onde e le session solamente assieme alle tartarughe e ai pellicani mentre a terra ci sono uccelli, scimmie e iguane ad aspettarti. Se ti piacciono le cose semplici, questo è sicuramente uno dei posti che fanno per te. Sembra che il tempo si sia dimenticato di questa zona. È ancora possibile fare lunghe camminate sulla spiaggia in solitudine e quando incroci qualcuno, ti salutano con la mano. La gente si sorride, si guarda in faccia. L’interno ritmo è più naturale e sano: vai a dormire presto, ti svegli presto, mangi sano e senti solamente suoni e rumori naturali (anche se certi sono piuttosto fastidiosi). È impossibile annoiarsi se ti piace

guardare il sole sorgere dalla tua tavola da sup, da solo, la mattina presto, per poi tornare in spiaggia per mangiare un gallo pinto (carne locale con riso e fagioli…). Ogni giorno hai la possibilità di scegliere uno spot in cui non vi sia nessun altro, avendo le onde tutte per te. Ovviamente se punti sullo spot migliore, al momento perfetto della marea, potrebbe capitare di dover mostrare rispetto e condividere le onde con i surfisti locali. Ma se soli remi per altri 5 minuti sicuramente puoi trovare un altro picco deserto... Pian piano ci abituiamo al ritmo locale e le giornate cominciano a scorrere troppo velocemente.


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Alcune persone cercano di vedere quanto più possibile del paese in cui vanno. Si allontanano sempre di più ogni giorno, cercando di girare l’intero paese in modo da avere una visione complessiva. Noi invece usiamo un approccio differente. Preferiamo scegliere un posto adatto e passarci qualche giorno, in modo da immergerci completamente nello stile di vita locale... Scoprire i piccoli segreti che solo chi ha pazienza e le giuste conoscenze può capire.

LOS PARGOS Avendo deciso di fermarci per qualche giorno a Los Pargos, vicino a Playa Negra, incontriamo Javier Quiros che è un Ticos ed è anche proprietario di un piccolo shop di avventure in SUP. È molto amichevole e immediatamente si offre di portarci a scoprire tutti i tesori più eccezionali e nascosti immersi in questa zona remota. Conosce le mangrovie alla perfezione ed anche i break più inaccessibili. Sa anche di essere veramente fortunato di avere la possibilità di vivere in uno dei paesi più belli al mondo. Fortunatamente, ci sono anche alcune strade costiere in questa zona. Ogni volta che vuoi andare verso l’Oceano, sembra un terno al lotto. A volte può essere davvero frustrante, ma

allo stesso tempo è proprio per questa ragione che quando ci arrivi non ti trovi davanti un bar o un albergo gigantesco a pochi metri dal mare, nel bel mezzo della spiaggia. Logicamente c’è sempre qualche riccone che deve fare il pagliaccio e costruirsi la sua megavilla a pochi metri dalla battigia... ma sicuramente non è la zona costiera di Cancun...! Ed è proprio questo aspetto che rende questa location così eccezionale. Il paesaggio, fortunatamente, è cambiato poco rispetto a quello che avevo visto in Endless summer... Ovviamente ci sono più persone e non più un secret spot come lo era prima. In qualche modo però, sembra che la maggior parte degli imprenditori che hanno un’attività in zona siano molto rispettosi ed amanti della natura. Vogliono ovviamente guadagnare, ma sempre in maniera rispettosa. Tutto deve restare tranquillo. Vero.

PURA VIDA Javier è nato a San Jose. La capitale. Quasi subito, però, ha deciso di andare a vivere la propria “endless summer”. Per lui, una buona session è anche un’uscita in cui poter condividere le onde con gente che ha appena

incontrato e che condivide i suoi interessi. Gente che si può godere questa location nel rispetto dei local e dell’ambiente, in tranquillità ed immersi nella bellezza naturale. Fino a quel momento avevo solamente sognato quelle onde solitarie e paesaggi mozzafiato. Tutti quegli animali e lo splendore incontaminato della natura vergine. Ed ecco che finalmente il mio sogno si era tramutato in realtà. Il SUP comincia a piacere anche a Joanne, che è sempre pronta per fare nuove esperienze e scoperte. Devo ammettere che io preferisco cercare onde potenti e tubanti... però c’è un buon equilibrio e cominciamo a capire perchè la gente locale continui a ripetere “Pura Vida” (bella/pura vita). Una volta arrivati, ci si rende immediatamente conto che se si cerca un po’ e ci si allontana dai sentieri battuti si può trovare un tesoro nascosto ad ogni angolo. E non sto parlando solo di onde e spiagge ma anche di un sacco di giri in SUP che puoi anche improvvisare sul posto. Esplorazione di mangrovie, fiumi, e anche il tranquillo Oceano aperto... e ovviamente, onde spettacolari. Se invece preferisci non passare troppo tempo


Joanne prende le misure con le onde

Sylvain, un vero waterman

SUPTIME Una coppia molto rock!

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in spiaggia, puoi anche andare verso l’entroterra per cavalcare e andare alla ricerca di cascate nascoste. Se poi fai anche surf da onda, sicuramente non avrai un secondo per annoiarti. Io infatti cerco di bilanciare al massimo tra session di SUP e di surf da onda. Spesso infatti mi devo imporre di uscire dall’acqua prima di quanto vorrei, altrimenti rischio sempre di prolungare troppo la prima session giornaliera... finendo per essere troppo stanco per le successive. È questo il problema dell’acqua

In Costa Rica non solo SUP ma ovviamente anche tanto surf!

calda... che non hai mai voglia di uscire! Dopo 2 settimane di permanenza e solamente 50km di costa esplorati, comincio a chiedermi perchè i ragazzi di Endless summer avessero sentito la necessità di cercare onde in altri spot e continuare a girare, sapendo cosa questa zona potesse offrire?! A volte viaggiare è il modo migliore per capire che effettivamente non si può avere di meglio. Anche se continui a cercare. Sembra proprio che Javier lo abbia capito. Mentre lo salutiamo, sappiamo già che non sarà l’ultima volta che lo vedremo. Siamo consapevoli di come la Costa Rica ci abbia cambiato e sarà impossibile non tornarci al più presto per un’altra dose di Pura Vida.

Surfshops + SUP tours: www.neptunosurfshop.com www.pargosadventures.com

DIARIO DI VIAGGIO Alloggio: Dai bungalow alle ville, uno dei posti migliori in assoluto : www.losnancites.com Facebook: lodge los nancites

Voli: Si può puntare verso San Jose per poi passare qualche giorno ad esplorare vulcani e foreste. Oppure puntare dritti verso l’aeroporto di Liberia, a circa un’ora dagli spot.

Salute: Non c’è più la Malaria in Costa Rica e il servizio sanitario è piuttosto buono. Porta solo lo stretto necessario nel kit medico per tagli e infezioni.

Moneta: La moneta locale è la Colones (500 colones sono circa 1 dollaro) I Dollari americani sono accettati ovunque.

Tavole: È possibile noleggiare tavole da SUP sia a Tamarindo che a Playa Negra. Si possono anche noleggiare tavole da surf da onda, o comprarla e lasciarla poi in conto vendita al negozio quando riparti. Dritte: Se affittate una macchina vi conviene farlo tramite Internet, per esempio contattando Thrifty o Mapache.


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Il SUP fa bene all’anima e al corpo...


F A Q SOMMARIO

KICK TURN MAT SIDE PAG. 70 DI Giuseppe Cuscianna

Tahiti, un paradiso tropicale per il SUP e per imparare all’interno delle lagune tutti i nostri trick preferiti. In questa puntata Mathieu, rider RRD, ci fa vedere una stilosa virata.

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IL SALTO DELLA PAGAIA PAG. 72 DI Sheila Palermo

Il SUP principalmente deve essere divertimento e Paolo Marconi ci fa vedere come eseguire un esercizio che divertirà noi e i nostri amici e ci aiuterà anche a guadagnare sensibilità sulla tavola.



F A Q DIDATTICA

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KICK TURN MAT SIDE TESTO DI Giuseppe Cuscianna ∞ FOTO DI Vaite ∞ RIDER Mathieu Fouliard ∞ LOCATION Tahiti - White Sand Beach Punaauia

Più volte abbiamo analizzato sulle pagine di questa rivista come effettuare dei cambi di direzione con le nostra tavole da SUP. Nella spendida cornice di Tahiti il rider Mathie Fouliard ci fa vedere come eseguire una veloce virata. SUPTIME

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FOTO 1: Partendo dalla posizione classica di pagaiata, dirigiamo il peso del corpo verso la poppa, alleggeriamo l’intensità di pagaiata e addrizziamo la schiena.

FOTO 2: Portiamo il piede pivot vicino alla poppa, piede sinistro se siete regular, destro se siete goofy. Spostiamo anche il piede anteriore leggermente indietro, in modo da poter far sollevare la prua. Allontaniamo la pagaia dalla tavola e allarghiamo la pagaiata che passerà da parallela ai bordi a esterna dal rail all’acqua.

laterale. Manteniamo il piede posteriore ben centrato in poppa, ci aiuterà a effettuare una buona rotazione.

trasportare dall’inerzia e manteniamo l’equilibrio concentrandoci sulle gambe, leggermente piegate e senza scatti improvvisi.

FOTO 5:

FOTO 8:

Teniamo sempre le spalle dritte e continuiamo a pagaiare, una volta iniziato a girare bisogna stare attenti a non farlo troppo velocemente, potremmo perdere l’equilibrio e cadere in acqua. Prestiamo attenzione a non accentuare la pagaiata, potremmo entrare in over rotation con le spalle e perdere l’equilibrio.

Recuperiamo la fase di aggancio dell’acqua passando la pala dalla parte posteriore alla parte anteriore, se avremo effettuato bene la rotazione saremo facilitati dall’inerzia. Agganciamo l’acqua molto lentamente e ricordiamoci di pagaiare distanti dal bordo.

FOTO 6:

Manteniamo l’equilibrio e facciamo forza sulla pala per muovere la tavola; come possiamo vedere dall’immagine, il busto rimane dritto e si fa forza sulle spalle. Con le gambe leggermente piegate abbasseremo il baricentro e avremo più equilibrio.

Come possiamo notare nella foto, la fase di uscita della pagaia genera un abbassamento della poppa, la tavola diventerà più leggera in rotazione ma anche più instabile. Quando la pala non è in acqua potrebbe anche mutare il nostro equilibrio dettato dall’inerzia, quindi nel caso stessimo perdendo equilibrio appoggiamoci leggermente sulla gamba anteriore per recuperare.

FOTO 4:

FOTO 7:

Continuiamo a fa scorrere la pala in acqua, in questo momento abbiamo in linea gambe, braccia e pala; dobbiamo cercare di non perdere l’equilibrio in quanto con la pagaia in quella posizione non abbiamo nessun punto d’appoggio

In questa foto possiamo notare come il rider, per mantenere l’equilibrio, si sposti con il busto in avanti, infatti sollevare la pala dall’acqua per riportarla in avanti genera una variazione di equilibrio e spostamento. Lasciamoci

FOTO 3:

FOTO 9: Da questa inquadratura possiamo notare come, durante la fase di pagaiata, la prua tenda ad alzarsi, possiamo inoltre notare come il rider si poggi leggermente in avanti per recuperare l’equilibrio. In questa fase la tavola girerà molto più velocemente, manteniamo il peso equilibrato nelle gambe, manteniamo il piede posteriore ben al centro e continuiamo con la rotazione.

FOTO 10: Esercizio eseguito perfettamente; se vi trovate in questa posizione e non siete caduti neanche una volta, siete stati bravi. Riposizioniamo i piedi nella posizione di cruising e prepariamoci per effettuarla più velocemente o per un nuovo esercizio.


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F A Q FREESTYLE

IL SALTO DELLA PAGAIA

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TESTO DI Sheila Palermo ∞ FOTO DI Paolo Marconi e Sheila Palermo ∞ RIDER Paolo Marconi

2 Se un giorno Vi trovate al porto turistico di Salivoli davanti all’isola d’Elba – Piombino (LI) a fare cruising lungo la costa è possibile che incontriate Paolo a fare il salto della pagaia sul SUP. Pratica non molto facile da fare ma divertente da provare per gli appassionati del SUP, soprattutto se si vogliano fare due risate durante il nostro cruising! Questo è quello che mi è accaduto la scora estate e che sto provando a rifare! Adesso Vi spiego in breve come possiamo “colorare” la giornata in mare…

FOTO 1: Afferrare la pagaia con entrambi le mani; trovare la posizione giusta, che dia la sensazione di equilibrio e stabilità con il proprio corpo e mente per affrontare il salto; regolarizzare la vostra respirazione dopo il cruising!

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FOTO 2: L’impugnatura della pagaia deve avere, a questo punto, le mani leggermente più larghe delle spalle; la pagaia deve essere avvicinata alle cosce senza mai perdere l’equilibrio e la concentrazione! Caricare il salto…

FOTO 3: Saltare cercando di portare le ginocchia al petto. FOTO 4: Oltrepassare la pagaia con i piedi e il corpo; atterrare con il peso del corpo ben bilanciato e distribuito sulla tavola. La pagaia e le mani a questo punto si troveranno al pari dei glutei e braccia dietro la schiena!

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FOTO 5-6: Riassettare il bilanciamento, ritrovare la posizione, ricomporsi e proseguire il vostro cruising… Fate un bel sorriso perché avete raggiunto il vostro obbiettivo!

POSSIBILI ERRORI ∞ Saltare in avanti o indietro invece che in alto. ∞ Tenere la presa delle mani troppo larga o stretta. ∞ Tenere lo sguardo verso il basso perdendo la concentrazione (Paolo per quante volte lo ha già fatto, potrebbe farlo ad occhi chiusi! Quindi anche se nelle foto lo sguardo è rivolto alla sua tavola lui non ha fallito nell’impresa ma, io che sono alle prime armi si!).

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CONSIGLI ∞ Scegliere la tavola appropriata, conoscere la tavola che usiamo (spessore e galleggiabilità = più stabilità, controllo ed equilibrio). ∞ Prima di provare il salto in mare, provarlo a terra, consigliabile su prato o sabbia, cercando di portare le ginocchia più vicino possibile al petto. ∞ Al raggiungimento del proprio obbiettivo provare a saltare tenendo la pagaia con una mano sola. ∞ Nei primissimi tempi un valido allenamento al salto è la corda! ∞ Adesso che abbiamo capito come saltare possiamo provare a fare le nostre prime esperienze del salto in acqua, ovviamente le prime volte senza la pagaia! BUON DIVERTIMENTOOOOO E RISATE ASSICURATE!

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Testo di Cristian Dessì foto di Antonio Russo/info@mr-yeti.com e Cristian Dessì

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COSTA RICA Il Costa Rica, una delle mete più popolari per scappare dal freddo invernale della nostra amata penisola, e ancor di più il posto più indicato per una fuga senza tempo… si sa quando si parte… e a volte non si sa come e quando si torna a casa.

Prima di partire per questo viaggio mi è capitato di sentire tanti pareri differenti, tanti commenti, punti di vista, chi lo descriveva come il Paradiso, chi come un posto come tanti, ma sicuramente qualsiasi persona a cui lo nominiate… vi farà almeno un nome, di qualche amico, conoscente, surfer, il più delle volte andato e mai più tornato… in senso buono… E così parto anche io, prima che l’Inverno inizi a trasformare il Capo in una landa desolata, prendo il primo volo e col mio 9’ vado a confrontarmi con l’Oceano… Mi affido al caso, non ho chiamato nessuno delle persone che mi hanno segnalato amici e conoscenti, troppo facile lasciare l’Italia per andare dagli italiani, meglio cercare di capire

cos’è veramente la pura vida, di cui tanto si parla quando si nomina il Costa Rica (ndr: e come ce lo ha descritto Sylvain Demercastel nell’articolo Endless Supper di pag. 60). Arrivo a San José di notte, il tempo di caricare tutto sul primo taxi e mi dirigo in città, la prima notte di solito si passa là se si arriva dopo le 13:00. Si capisce ben poco della città attraversandola in taxi, il centro, come tutte le grandi capitali, con mega palazzi e mega scritte, e la periferia come tutto il Centro America, con recinzioni belle aggressive con tanto di filo spinato a mo di carcere… Tutto nella norma… La mattina sveglia all’alba, via scarpe e pantaloni lunghi, e dire che ne ho portato tre paia, e giù ad

aspettare un taxi per raggiungere il bus diretto per Cobano. Quando si viaggia con un SUP di 9’, ti rendi conto del perchè tutti i pro hanno un caddy, o almeno una ragazza che gli regga le pagaie… Con zaino, valigia non troppo grande, tavola e porta paddle e 35°C, dribblare le porte dell’hotel per caricarla sul taxi è più faticoso di stare tre ore in acqua surfando… Due ore di bus, un’ora di traghetto, e finalmente si giunge alla penisola di Nicoya, un vero e proprio parco giochi! Chilometri di costa, di onde, di sabbia, di acqua calda, di perizomi… sì… se non è il paradiso è solo perche gli angeli sono asessuati (così dicono) e il perizoma non gli è concesso…


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Cristian Dessì a Santa Teresa

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MONTEZUMA PLAYA GRANDE Il primo periodo ho surfato tutti i giorni a Montezuma, un pueblo a ovest che guarda dentro il golfo di Nicoya. Dal paesello (il più Hippy della zona) ci s’impiega una mezz’ora sia via mare sia via terra, camminando lungo la spiaggia, lo scenario è davvero emozionante, si passa attraverso diverse baie, ognuna di sabbia e colore differente, attraversando poi un tratto di foresta in collina in un sentiero che sembra la realizzazione di una fiaba, alberi che si intrecciano, animali di ogni genere… La prima volta mette un po’ di soggezione, ogni rumore ti mette in allarme, e ancor di più quando iguane da un metro e mezzo ti tagliano la strada per dirigersi anch’esse sulla spiaggia. Via mare è, ovviamente un’altra prospettiva, e meno faticoso,


velocità delle onde, con un po’ di misura, con le ragazze che ti droppano in tanga… Nel giro di pochi giorni i riflessi si fanno più veloci e non solo capisci quando un’onda sta per frangere, o se il set ti permette di surfarla, ma riesci anche a scorgere eventuali smagliature mentre ti bucano davanti… Molte persone che passano da queste parti non sono mai state allo spiaggione di Montezuma, ma penso che con il sup sia una tappa obbligatoria, primo perché le altre spiagge sono molto affollate a tutte le ore, ed è giusto sincerarsi di poter affrontare l’uscita in un beach break senza canale, imparare a domare la tavola quando si passa sopra o sotto gli schiumoni, anche perché siamo limitati in questo, e prendere un po’ di coscienza prima non guasta… La cosa bella di questi spot, delle temperature, della gente che ti sorride e ti incita in acqua, è che ti mette nelle condizioni di provare e riprovare, e quindi progredire, meglio perdere un giorno in più in uno spot isolato, che far si che la gente smetta di sorriderti in acqua…

MAL PAIS - PLAYA CARMEN SANTA TERESA

e la soggezione non è data più dalle bestie delle cronache di Narnia, ma da pescioni giganti e razze che ti nuotano intorno… e sinceramente, i primi giorni vorresti che il 9’ diventasse un gommone di 5 metri… Finalmente lo spot, poco affollato soprattutto se ci si arriva all’alba, un beach break enorme, lungo qualche chilometro, solo l’imbarazzo della scelta. L’onda non ha un picco fisso, ha delle zone, dove più o meno, frange più spesso, tipico di tutti i sabbioni. Secondo il set, non ti da nemmeno il tempo di capire dove sei e ti ritrovi con il sedere sul fondo, e lì capisci a cosa serve l’orologino con le maree e capisci soprattutto perché ne andrebbe bandita la vendita nel Mediterraneo, ma la cosa bella è che ti lasci sbattere giù cento volte, il posto ideale dove provare e riprovare, prendere confidenza con la

Nel lato rivolto a ovest (verso le Hawaii per capirci) della penisola di Nicoya, uno spiaggione anche questo immenso, meno hippy di Montezuma e più festaiolo discotecatuztuz… Uno stradone bello polveroso dove non mancano scuole di surf, noleggi di quad e ovviamente ristoranti e ostelli, hotel, e due banche. Insomma c’e proprio tutto. Il primo giorno in acqua l’ho fatto a Playa Carmen, anche perché è la prima che incontri appena arrivi, sempre beach break, sempre da interpretare, ma con una misura più appagante e un’onda più aperta che ti permette di surfare più a lungo. Il problema qui non è la gente, è la popolazione femminile, che a volte rende proprio impossibile la surfata… Chi viene da spot come i nostri (o almeno per me dalla costa ovest della Sardegna) può incontrare qualche difficoltà a rimanere lucido e concentrato quando sei in mezzo a una distesa di perizomi che aspettano l’onda… di tutti colori, forme e soprattutto sorridenti… Che strano, non se la tirano, anzi, ti salutano con un hola, hello, ciao… mah... ciao? E perche da noi, anziché dire ciao, se trovi la malcapitata sul picco anziché dirti ciao ti dice “zzo guardi?” … Mah! Torniamo alle onde... Santa Teresa e Mal Pais sono sicuramente famose per le onde 365 giorni all’anno, sempre, sempre, sempre, a volte con la pioggia, a volte con l’acqua sporca e piena di tronchi nella stagione delle piogge, a volte piena di meduse, che non fanno malissimo ti dirò, poi tanto stiamo sopra… a volte sembra di stare ad Anzio, ma tutto l’anno, comunque, le fa…

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Se volete un po’ di misura dovete sperare nello swell da sud, e in qualunque caso cercate di fare un mese, almeno una marea con la luna piena la dovreste prendere… al massimo ci rimettete un leash se è troppo grosso, e potete di certo affogare i dispiaceri al Full Moon Party la sera…

TAMARINDO Un viaggio nel viaggio… aspetto Peppino all’alba davanti al Banco Nacional, solo con uno zainetto e la sacca delle pagaie, due… non si sa mai… Avrei voluto portare la tavola, ma Peppino al contrario del 70 % degli abitanti del Costa Rica, non ha un pick up, ma una Subaru “fast n furios” con la marmitta grande quanto una pentola, vi lascio immaginare… Dopo appena tre ore e mezzo di viaggio, arriviamo a Tamarindo, la carretera non è male, un po’ di sterrato e poi si fila tranquilli su un asfalto appena completato. Tamarindo in confronto alle zone cui sono abituato è una città, palazzi enormi, resort enormi, negozi enormi, centri enormi, tutto enorme… Spiagge larghissime, popolate da pantaloncini sotto il ginocchio e perizomi, qui, tutto è musica e surf, nei bar che proiettano video a profusione, sugli spiaggioni che proiettano onde a profusione, tutto sano e iper turistico surf. SUPTIME

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AVELLANA - LOLA’S BEACH La spiaggia di Avellana è lo spot più adatto per la nostra disciplina, e anche il più frequentato dai sup. Quando si arriva in una spiaggia nuova e si vedono solo surfer con la tavola corta, un po’ si riflette sul “ma siamo benvenuti o no?”, quasi ci si aspettasse un cartello con la pagaia e il divieto d’accesso un po’ come coi cani nei ristoranti… e invece no! Avellana è sup friendly… e tra l’altro un’onda molto comoda, lunga, e semplice da surfare… Sulla destra in mezzo al mare c’e un outreef fantastico, chiamato Golfo Persico… due metri e

mezzo al centro del mare, davanti a una lingua di roccia che entra verso il Pacifico, una ventina di minuti per arrivarci e dopo si surfa un’onda veramente fantastica, destra e sinistra.

DOVE – COME – QUANDO Montezuma: Hotel Moctezuma - www.hotelmoctezuma.com Maurzio rojas +50626420058 Struttura storica di Montezuma, situato proprio in riva al mare nel centro del paesello, sicuramente una tappa obbligatoria e con prezzi che vanno dai 15 dollari a notte. Sotto l’albergo un ristorantino dove si mangia veramente bene, mare e terra, e soprattutto non perdetevi la pina colada custom! Di fronte all’hotel si trova una struttura chiamata Eco Tours, potrete trovare quad, moto, attrezzatura da snorkeling e soprattutto hanno la barca per i tour a Isla Tortuga, imperdibile per un cruising col sup indimenticabile! Mal Pais e Santa Teresa sono popolati di attività, sicuramente non potete perdervi il Cafè del Combo, un bar negozietto dove oltre a fare l’espresso migliore della baia, potete trovare prodotti di artigianato locale in vendita, dai costumi ai saponi, profumi, stoffe… very nice... il proprietario, Andrea, ha anche un ostello

alberghetto, a pochi metri dalle onde, imperdibile. Chi invece vuole una sistemazione più impegnativa e “europea” può chiamare Simone Pacifica Surf Studios simonsurfbro@yahoo.com. I suoi studio vi faranno passare un soggiorno con tutti i confort a pochi passi dall’Oceano. Tra l’altro, la stessa struttura offre un noleggio quad e scuola con noleggio di surf, e Antonio (www.mr-yeti.com +506 84301972) vi potrà immortalare in acqua per rendere il vostro soggiorno a Santa Teresa indelebile. Meglio spendere qualche euro per un buon servizio che viaggiare con la propria macchina fotografica e rischiare di perderla o che la vostra ragazza (o ragazzo) non vi prenda mezza volta! Per un appartamento per periodi un po’ più lunghi l’Oracolo è sicuramente una soluzione ideale (+506 2640 0372). A Tamarindo le possibilità di alloggio sono veramente tante, se volete qualcosa di più comodo in centro, potete recarvi all’hotel Flores (hotelflorestamarindo.com) tra l’altro a pochi passi dallo Sharky’s, un pub da non perdere. Per noleggio tavole o per testare le vostre abilità su differenti misure i centri non mancano. Ormai il sup è entrato a pieno in quelle che sono le offerte di tutte le località costiere, il centro più fornito che ho visitato è il PURA VIDA RIDE, (www.puravidarida.com +506 2654 6137) che si trova a Playa Danta, a nord di Tamarindo (Potrero) abbastanza “in culo al mondo”, ma l’unico che, oltre ai sup surf (si parte dal 7.2), ha fino al 14 piedi race. Tutta la linea Surftech è a disposizione per chi vuole provare qualcosa di nuovo, se capitate a Potrero cercate di farlo di mercoledì notte, Las Brisas, un chioschettino sulla spiaggia, offre una serata da non perdere, ma solo il mercoledì… tutti gli altri giorni c’e la pizzeria Marco Polo, che con il suo forno a legna vi farà sentire a casa… Si ringraziano Helgo Lass e le sue pagaie NP, Antonio Russo (mr-yeti) per le foto belle e Roberta Pala per il supporto… e chi mi supporta anche da lontano in questa avventura…



N E X T R I D E

LOCATION Isole Selvagenes ∞ FOTO DI Maxime Houyvet

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NEL PROSSIMO NUMERO: La leggenda del pellicano che amava le onde ∞ Le novità Race, Wave e Cruising dei principali brand ∞ I principali eventi italiani e esteri ∞ Nuove interviste esclusive ∞ Nuovi report di viaggi da mete vicine e lontane ∞ Prova materiali e tanto altro ancora... ∞ CI RIVEDIAMO IN EDICOLA A GIUGNO E CONTINUATE A SEGUIRCI ANCHE SU WWW.SUPTIME.IT!




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