DM oggetti Design Magazine N.15

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JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA | AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE 2014 | ANNO IV | NUMERO 15 | Á 3,00

AUX Aud$ 9,00 - AUT Á 6,00 - BE Á 5,50 - F Á 8,00 - D Á 7,00 - LUX 5,50 - PTE CONT. Á 5,00 - UK £ 4,50 - E Á 5,00 - USA $ 9,00 - CH CT CHF 7,00 - RC CHINA - HONG KONG

Museo Novecento Firenze Istallazione di Archizoom e Superstudio Courtesy Centro Studi Poltronova

SUPERARCHITETTURA

MUSEI. TDM7. IL DESIGN OLTRE LA CRISI> MUSEO NOVECENTO FIRENZE> MAXXI ROMA. GAETANO PESCE> SMART FACTORY. ALBERTO ALESSI. METAPROGETTO DIVINO> H-FARM. ITALIA STARTUP> ITALIAN LIVING DESIGN. POLIFORM> VALCUCINE> ZANOTTA> CONCEPT STORE. RICHARD GINORI FIRENZE> CARLO MORETTI MILANO> TOP GOURMET. CARLO E CAMILLA IN SEGHERIA> EATALY TORINO WWW.OGGETTIDESIGNMAGAZINE.IT




2>;;4I8>=4 ;018A8=C> Rigorosa. Razionale. Un percorso logico di linee evoca l’immagine di un labirinto e crea una cornice grafica che distingue la Collezione Labirinto. Perfetta sintesi tra antica cultura e design moderno di cui Gio Ponti fu uno dei massimi esponenti, la Collezione si ispira al decoro ideato dal maestro nel 1926. La forma Impero con le sue sagome cilindriche richiama gli analoghi modelli del tardo settecento, improntati alle linee dell’eleganza neoclassica, ed esalta lo stile e il rigore della Collezione Labirinto. La collezione prevede un completo assortimento tavola, tè e caffè.



2>;;4I8>=4 74B?4A8304 Atmosfera nobile raccontata attraverso un decoro grafico di farfalle, coccinelle e libellule per la Collezione Hesperidae. Il decoro storico settecentesco, presente in alcune porcellane dell’archivio storico del Museo Richard Ginori, è rieditato nella Collezione e proposto nella nuova forma in porcellana: Duchessa. I piccoli insetti si posano sulla porcellana e si lasciano impreziosire da un semplice filo d’oro. Duchessa, la nuova forma rieditata in porcellana, sottolinea il Made in Italy della produzione Richard Ginori. Simmetria delicata e di grande impatto con un’ispirazione barocca per piatti a larga tesa e con punte smussate. La collezione prevede un completo assortimento tavola, caffè e tè.



MUSEI & MOSTRE 12

ARCADI Museo del Compasso d’Oro Anteprima del progetto di Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi vincitore del concorso Esporre il Compasso d’Oro ADI

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Triennale Design Museum Milano TDM7 Il design oltre la crisi Autarchia, austerità, autoproduzione

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MUSEO NOVECENTO Firenze Format Multimediale “Dentro il Novecento”

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MAXXI MUSEO Roma Gaetano Pesce Il tempo della diversità

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MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza In mostra “La ceramica che cambia

DESIGN NEWS 22

Omaggio a Giovanni Moretti La mostra “Monolite” al Duvetica Store di Milano dedicata alla collezione privata di Carlo e Giovanni Moretti

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Design<Designers

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Salone Satellite Award 2014

Sommario

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SMART FACTORY 56

H-Ack Industry Il format tecnologico di H-Farm

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ALBERTO ALESSI Metaprogetto Divino La Signora Eugenia e il passero solitario

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BACCARAT 1764 250 anni Incontro con Daniela Riccardi AD Baccarat

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Carlo e Camilla in Segheria In via Meda a Milano il nuovo bistrot di Carlo Cracco, Tanja Solci e Nicolla Fanti

DESIGN IN TAVOLA 78

Richard Ginori Collezione Giftware

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Hutschenreuther Blue Style La collezione per i 200 anni di anniversario

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Arzberg New Mood

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Villeroy&Boch Classica eleganza

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Modigliani La Forma del Rosso

Sommario

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Collezioni Daisy


OGGETTI DESIGN MAGAZINE ARCADI. MUSEO DEL COMPASSO D’ORO MILANO

ARCADI Milano IL FUTURO POLO CULTURALE DEDICATO ALLA STORIA DEL DESIGN ITALIANO È UN PROGETTO DEGLI ARCHITETTI ICO MIGLIORE, MARA SERVETTO E ITALO LUPI TESTO ROSSELLA CRIPPA RENDERING COURTESY ICO MIGLIORE, MARA SERVETTO E ITALO LUPI 12


Museo del Compasso d’Oro ADI NATO DAL RECUPERO INDUSTRIALE DI UNA EX CENTRALE ENEL, IL MUSEO OSPITERÀ DAL 2015 LA COLLEZIONE PERMANENTE DEL COMPASSO D’ORO DAL 1954 AI GIORNI NOSTRI 13


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEO DEL COMPASSO D’ORO MILANO

ARCADI. MUSEO DEL COMPASSO D’ORO Rendering del progetto “ARCADI Museo del Compasso d’Oro Milano”, realizzato da Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi.

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n nuovo archivio del design aperto al pubblico dal 2015, con sede nella ex Centrale Enel di via Ceresio a Milano. È il progetto ARCADI Museo del Compasso d’Oro Milano, di Ico Migliore (group leader), Mara Servetto e Italo Lupi, (Migliore+Servetto Architects), il vincitore del concorso “Esporre il Compasso d’Oro” promosso dall’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) per l’esposizione permanente della Collezione storica del Premio Compasso d’Oro ADI. Nell’area in corso di ristrutturazione e un tempo occupata da impianti Enel per la trasformazione e la produzione di energia elettrica, l’edificio diventerà dal 2015 la casa milanese del design, pensata per i professionisti del mondo del progetto come per gli appassionati e i curiosi della cultura del design provenienti da tutto il mondo. Un archivio aperto e facilmente consultabile, in cui troveranno posto gli oltre trecento oggetti della collezione, che comprende gli oggetti vincitori del Premio Compasso d’Oro ADI dal 1954 ad oggi, con i relativi servizi al pubblico e gli spazi per la conservazione. Un ambiente flessibile che potrà mutare nel tempo con il conferimento dei nuovi premi, contaminato da una serie di strumenti multimodali per offrire una molteplicità di piani di lettura, racconto e percorso, all’interno di scenografie e prospettive differenti. Grazie a un database collegato con il sistema espositivo e a postazioni integrate nei tavoli centrali della sala, i visitatori avranno inoltre la possibilità di selezionare e illuminare singoli oggetti o gruppi omogenei per

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Il museo sarà un archivio aperto, e facilmente consultabile su postazioni multimediali, in cui troveranno posto gli oltre 300 oggetti vincitori del Premio Compasso d’Oro ADI dal 1954 a oggi

epoca, tipologia e importanza storica, mentre la documentazione disponibile comparirà sui display degli stessi tavoli. “Il museo è concepito come una sorta di arca dove conservare e far vivere tutte le specie di qualità del design italiano. Preservando la suggestiva navata storica della ex centrale elettrica Enel, la collezione popola le pareti con leggerezza di segno e una forte sinergia tra luce naturale e artificiale”, spiegano i progettisti. Una felice sintesi di innovazione, ricerca e gusto, “capace di rispondere al tema del concorso con un’idea sintetica di grande forza”, si legge nella motivazione della Giuria presieduta da Cino Zucchi e composta da Luisa Bocchietto, Giovanni Cutolo, Michele De Lucchi, Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Mario Mastropietro ed Enrico Morteo. “Un concetto espositivo che valorizza l’intera collezione, nella sua presenza fisica e nella possibilità di scegliere diversi approfondimenti tematici agli oggetti stessi e alla loro storia progettuale”. Fra le priorità del nuovo Presidente ADI Luciano Galimberti, impegnato nella riorganizzazione dell’associazione attraverso il raggiungimento della sua autonomia economica, il museo prevede inoltre, ai lati della balconata che recinge i reperti industriali, un affaccio inedito verso lo spazio deposito, sfruttabile grazie a una serie di periscopi tecnologici: l’obiettivo è infatti quello di raccontare con un linguaggio multimediale la ricchezza dei materiali in deposito e incoraggiare il visitatore nel suo percorso di scoperta. www.adi-design.org www.architettimiglioreservetto.it 15


ITALIAN LIVING DESIGN 104

ZANOTTA.it

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La città della Carlo Moretti

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POLIFORM.it

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L’Oca Nera Idee di Charme

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ALESSI Light&Home Design

CONCEPT STORE 125

Carlo Moretti Via Spiga 48 Milano

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Casa Ginori Firenze Palazzo Ginori via de’ Rondinelli

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Gioielleria Curnis Bergamo

DESIGN GOURMET 144

Eataly Torino Lingotto

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ALESSI Design Portrait 20 anni di “Anna G.” di Alessandro Mendini

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VIDIVI Stile italiano

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SAMBONET Cooking Evolution

BY SHOP 162

Sommario

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Indirizzi Aziende

Sommario

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HEREND È DISTRIBUITO IN ESCLUSIVA IN ITALIA DA B.MORONE • WWW.B.MORONE.IT


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Trimestrale n.15 Agosto Settembre Ottobre 2014 REDAZIONE EDITORE Direttore Responsabile Stefania Bosco di Camastra s.bosco@johnsons.it Relazioni Esterne Elisabetta Palma elisabetta.palma@johnsons.it Paolo Poma p.poma@johnsons.it Redazione Ombretta Bertini o.bertini@johnsons.it Rossella Crippa r.crippa@johnsons.it Grafica Editoriale Monica Zanardi Alessandro Guerrato redazione@johnsons.it Collaboratori in Redazione Peppa Buzzi pepperbi@libero.it Mariella Orlando,Olga Di Bartolo Margherita Treves Trend Tessuti Nena Mazza n.mazza@johnsons.it Fotografi Archivio Aziende Studio Insight

Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano Tel 02 4398 2263 Presidente e Amministratore Delegato Achille Palma Vice Presidente Tiziano Magni Produzione Gionata Caimi Distributore Esclusivo Edicola Italia Press - Di Distribuzione Stampa e Multimedia Srl 20090 Segrate (MI) Distributore Esclusivo Estero Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano Stampa Tiber spa Brescia Servizio Abbonamenti Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano Logo Testata Glocal Design, Biella

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KOSTA BODA Calice champagne e bicchiere da shot della collezione “Open Minds”, design Ulrica Hydman Vallien (2014). Kosta Boda è distruibuita in Italia da Messulam di Milano. 20

Ai sensi degli Art.7 e 10 del decreto Legislativo 196/2003 Vi informiamo che i Vostri dati personali sono trattati da Johnsons International News Italia S.r.l., Via Valparaiso 4, 20144 Milano, Titolare del trattamento, e che le finalità del trattamento dei Vostri dati sono l’invio del presente periodico e/o di eventuali proposte di abbonamento, e/o l’elaborazione a fini statistici e/o la trasmissione di iniziative editoriali e/o commerciali di Johnsons International News Italia S.r.l.. I Vostri dati saranno trattati con le finalità sopra esposte dalle seguenti categorie di incaricati: addetti all’Ufficio Abbonamenti e Diffusione, addetti al confezionamento e alla spedizione, addetti alle attività di Marketing, addetti alle attività di redazione. Vi ricordiamo che in ogni momento avete diritto di ottenere l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione e la cancellazione dei Vostri dati inviando una richiesta scritta a Johnsons International News Italia S.r.l. - Responsabile Trattamento Dati -, Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta da parte di Johnsons International News Italia S.r.l., Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Iva assolta dall’editore Art. 74 Dpr 633/72 e successive modifiche I comma lettera C. Esente da bollo Art. 6 II comma Dpr 642/72.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OMAGGIO A GIOVANNI MORETTI

Omaggio a Giovanni Moretti DALLA COLLEZIONE PRIVATA DI CARLO E GIOVANNI MORETTI, LA MOSTRA “MONOLITE” PRESSO IL “DUVETICA STORE” A MILANO HA CELEBRATO LA CREATIVITÀ E L’ESTRO DEL MARCHIO MURANESE TESTO A CURA DI ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO CARLO MORETTI

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n omaggio alla figura di Giovanni Moretti, recentemente scomparso, fondatore nel 1958 insieme al fratello Carlo dell’omonimo marchio muranese specializzato nella produzione di vetri d’arte apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo. In concomitanza con l’ultima Milano Design Week, la mostra “Monolite”, nel Duvetica Store progettato da Tadao Ando, ha voluto evidenziare un percorso di ricerca atipico nei processi di lavorazione del vetro, estraneo ai consueti canoni industriali e per questo riconosciuto come un’esperienza imprenditoriale unica. Da un progetto nato fra il 1996 e il 1998 per l’esposizione internazionale “Aperto Vetro” presso il Palazzo Ducale di Venezia, la serie “Monolite” sembra pensata per un collezionismo da Wundekammer: sculture in Cristallo di Murano, alte fra i 15 e i 50 centimetri, formate da monoblocchi di diversi colori, alcuni dei quali con striature interne eseguite a mano in fornace. 22


GIOVANNI MORETTI Giovanni Moretti (1940-2014) nasce sull’isola di Murano nel 1940 dove, terminati gli studi a indirizzo commerciale, si unisce al fratello Carlo nella costituzione nel 1958 della Carlo Moretti SpA con l’obiettivo di salvaguardare la storica tradizione del vetro dell’isola di Murano. Da qui nasce la denominazione “fabbrica d’autore” il claim dell’azienda cui i due fratelli hanno tenuto fede fino all’ultimo. Il ruolo di Giovanni Moretti all’interno dell’azienda si rivolge in particolare alla cura dell’immagine, del marketing e delle relazioni esterne, pur contribuendo in modo costante all’ideazione di nuovi prodotti e alla loro presentazione sul mercato internazionale attraverso accordi speciali e partnership. Dalla scomparsa di Carlo, avvenuta nel 2008, Giovanni Moretti assume le redini dell’azienda in modo esclusivo e trova, nello sviluppo di alcuni progetti personali, un linguaggio proprio capace di introdurre elementi di novità e spingere l’azienda verso nuove sfide, rivolte in particolare al collezionismo d’autore. Impegnato da sempre nella valorizzazione della specificità del vetro muranese, Giovanni Moretti è stato anche Presidente del Consorzio Venezia Vetro (1989-94), promotore del marchio d’origine “Vetri Murano”, animatore del Museo del Vetro di Murano (1985-86) e dello showroom “Murano Collezioni” insieme a Venini e Barovier&Toso, oltre a sedere nel Consiglio della Camera di Commercio I.A.A. di Venezia e nella giunta di Confindustria Venezia. Inoltre, quale membro del Comitato promotore “Altino Vetri di Laguna”, Giovanni Moretti ha sviluppato progetti culturali legati al vetro, con mostre e cataloghi, ed è stato coordinatore della sezione del “Vetro del ’900” presso il Museo del Vetro di Murano. Nel mese di giugno 2013 Giovanni Moretti ha concluso la trattativa per la cessione della Carlo Moretti alla società finanziaria veneziana che ha tra le sue controllate il marchio Duvetica.

DUVETICA STORE LA MOSTRA “MONOLITE” La mostra “Monolite” svoltasi presso il “Duvetica Store” di Milano durante il Fuorisalone 2014, curata da Giovanni Moretti ed Ettore Mocchetti, Direttore di AD.


OGGETTI DESIGN MAGAZINE OMAGGIO A GIOVANNI MORETTI

“MONOLITE” DI CARLO E GIOVANNI MORETTI In questa pagina: la mostra delle sculture “Monolite”, design Carlo e Giovanni Moretti, realizzata presso il Duvetica Store in via Santo Spirito a Milano durante il Fuorisalone 2014, è stata curata da Giovanni Moretti ed Ettore Mocchetti, Direttore della rivista AD.

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apolavori di creatività e manifattura, sono opere realizzate ancora oggi a “porte chiuse”, con una tecnica segreta parte del patrimonio esclusivo di conoscenze e tecniche della Carlo Moretti. A cura di Giovanni Moretti ed Ettore Mocchetti, Direttore di AD, l’allestimento emergeva con tutta la sua forza espressiva, permettendo ai nove “Monoliti selezionati, fra pezzi unici e altri tirati in edizione limitata e numerata, di manifestarsi in tutta la loro suggestione. Una scelta esaltata da espositori particolari, disposti in ritmica sequenza, “piccole macchine espositive”, spiega Ettore Mocchetti, “… che sviluppano la lezione di Franco Albini e soprattutto di Carlo Scarpa, peraltro anche lui sapiente conoscitore di vetri e cristalli”. Un piedistallo alto, combinato con una lampada che proietta una luce puntiforme sul monolite lasciando parlare il cristallo, i suoi colori, la sua vibratilità percettiva che, nel caso specifico, lo rende diverso a ogni osservazione. Scaturiti dunque da una sfida, tecnica in primis, ma anche progettuale e identitaria poi, i Monoliti sono frutto di una spinta creativa, scriveva Giovanni Moretti nella scheda di presentazione della mostra, “… basata su un patrimonio culturale che certamente aveva radici nella tradizione familiare, ma che si è sviluppato in modo personale e autonomo grazie al bagaglio che ciascuno di noi, Carlo ed io, ha saputo costruire, coltivando le proprie passioni e maturando conoscenze diverse”. Opere entrate di diritto nelle collezioni dei più importanti musei di arte decorative del mondo, tra i quali: Museum of Decorative Arts, Praga; Victoria and Albert Museum, Londra; The Cooper-Hewitt Museum e The Museum of Modern Art, New York; The Corning Museum of Glass, Corning; Musée des Arts Décoratifs, Parigi; Musée du Verre, Charleroi, oltre ovviamente al Museo del Vetro di Murano. www.carlomoretti.com.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TDM7. TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

TDM7. Il design oltre le crisi LA CREATIVITÀ OLTRE LE CRISI. LA SETTIMA EDIZIONE DEL TRIENNALE DESIGN MUSEUM FOCALIZZA LA SUA ATTENZIONE SUL TEMA DELL’AUTOSUFFICIENZA PRODUTTIVA E LO DECLINA IN TRE PERIODI STORICI CRUCIALI PER IL NOSTRO DESIGN TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO 26


TDM7. TRIENNALE DESIGN MUSEUM Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione Ideazione e direzione: Silvana Annicchiarico Cura scientifica: Beppe Finessi Progetto di allestimento: Philippe Nigro Progetto grafico: Italo Lupi Calendario: 4 aprile 2014 - 22 febbraio 2015

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rogettare in tempi di crisi, sperimentando nuovi materiali e tecniche di produzione. Scriveva Albert Einstein nel 1931: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce all’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”. Argomento complesso, oggi più che mai d’attualità, TDM7,la settima edizione del Triennale Design Museum, affronta la questione dell’autosufficienza produttiva: l’idea, o forse il paradosso, che le crisi economiche siano una condizione particolarmente favorevole allo sviluppo della creatività progettuale. 27


OGGETTI DESIGN MAGAZINE TDM7. TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

TDM7. IL DESIGN OLTRE LA CRISI In queste pagine: la grande stanza/vetrina che apre il percorso museale e accoglie in un solo colpo d’occhio una selezione di oggetti rappresentativi dei tre periodi storici della mostra: gli “anni Trenta” (Dall’autarchia all’autonomia), gli “anni Settanta” (Dall’austerità alla partecipazione) e gli “anni Zero” (Dall’autoproduzione all’autosufficienza). Sopra, automobile giocattolo “Disco Volante” di Raffaella Crespi (1959) per Vittorio Bonacina,“Abito nuziale con strascico” di Pietra Pistoletto (1996) e bicicletta “Littorina Autarchica” prodotta da Officine di Vianzone di Torino (anni ‘30). Qui sotto, “Giraffa, Oca, Rana” di Benedetta Mori Ubaldini (2013/2014).

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d ecco allora che la settima grande mostra annuale del Triennale Design Museum, TDM7. Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione”, ideata da Silvana Annicchiarico, direttore del Museo, con la cura scientifica di Beppe Finessi, l’allestimento di Philippe Nigro e la grafica di Italo Lupi, prova a indagare una possibile “inedita” storia del design italiano: quella che va dagli anni dell’autarchia fino alla crisi globale di questo Terzo Millennio, passando attraverso la crisi petrolifera del 1973. Ovvero tre momenti storici puntuali, tre date intervallate quasi dalla medesima distanza cronologica: un periodo preciso, che gli economisti hanno imparato a decifrare attraverso ipotesi di ciclicità degli eventi. Fedele alla sua vocazione dinamica e mutante, capace di offrire ai visitatori percorsi sempre inediti e diversificati, Triennale Design Museum mostra quest’anno il culto di una certa “italianità”, quella emersa alla metà degli anni Trenta con gli obblighi derivanti dalla politica autarchica inseguita dall’allora governo, che ha generato esperienze e sperimentazioni uniche attraverso la disponibilità di nuovi materiali inventati ad hoc, tra arredamento ed edilizia, arti applicate e abbigliamento. Parliamo di leghe speciali di alluminio come l’Anticorodal e il Duralluminio, pannelli lignei come l’Eraclit e il Buxus, nuovi vetri come il Termolux e il Vetroflex, nuovi tessuti come il Raion e il Lanital. Sono gli anni dei record di Giuseppe Pagano e Gino Levi Montalcini, Giuseppe Terragni e Luigi Vietti, Gabriele Mucchi e Franco Albini; ma anche gli anni delle funamboliche esperienze di Bruno Munari e Fortunato Depero; gli stessi in cui Gio Ponti realizza il gioiello architettonico di Palazzo Montecatini a Milano. Fra primi attori come Enzo Mari, Angelo Mangiarotti, Ettore Sottsass, Ugo La Pietra e Gaetano Pesce, nella seconda sezione della mostra vengono quindi indagati i distretti produttivi sorti nel corso degli anni Settanta, piccole aree geografiche contraddistinte da un patrimonio di sapere ed eccellenza basato su tradizioni locali e disponibilità diretta di materie prime.

Sondando il potenziale creativo sprigionato dalle crisi, la mostra risponde alla domanda “Cosa ha fatto il design italiano quando si è trovato a operare in una società ‘con le spalle al muro’?”

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TDM7. TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

La linearità cronologica della mostra TDM7 si interrompe nel periodo “anni Settanta”, dove gli oggetti si dispongono più liberamente nello spazio quasi a marcare uno spaesamento

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on approfondimenti filologici su alcuni casi campione come il distretto produttivo del marmo di Carrara, la produzione del midollino, diffusissimo nel campo dell’arredamento, la tecnica del mosaico in vetro, ceramica e materiali lapidei, e poi la tradizione artigianale sarda, divisa tra folclore e attualità, e una città, Torino, che ha visto agire fuoriclasse come Carlo Mollino e Toni Cordero. Fino ad arrivare agli anni più recenti, il nostro tempo presente, e alle forme sperimentali di produzione dal basso spinte da nuove e incombenti ristrettezze economiche. È la realtà effervescente dei nuovi “makers”, figure di creativi che arrivano all’autoproduzione passando attraverso fattori contingenti, come l’assuefazione rispetto a una struttura industriale creativamente allineata e il forte desiderio di originalità e personalizzazione degli oggetti. Un atteggiamento meno rigoroso e più libero, che ha i prodromi nei gruppi “Global Tools” e “Alchimia” degli anni Settanta e che si è messo a fuoco linguisticamente guardando all’Olanda di “Droog Design” e alla “Design Academy” di Eindhoven, fra le migliori scuole di design al mondo. Un futuro artigiano nel segno della rete, tra stampanti 3D e meccanismi di crowdfunding, capace di trovare con facilità, e soprattutto senza grandi strutture produttive e distributive alle spalle, sbocchi di mercato e di pubblico fino a pochi anni fa ancora inimmaginabili. A dimostrazione che “Ogni crisi pone di fronte a una alternativa. Obbliga al movimento. All’innovazione. Alla contromossa. Non consente l’inerzia, l’attesa, la routine”. www.triennale.it

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEO NOVECENTO FIRENZE

MUSEO NOVECENTO Firenze NEL RESTAURATO “SPEDALE DELLE LEOPOLDINE” IN PIAZZA SANTA MARIA NOVELLA HA APERTO IL NUOVO MUSEO NOVECENTO DEDICATO ALL’ARTE ITALIANA DEL XX SECOLO E CARATTERIZZATO DA UNA RICCA PROPOSTA MULTIMEDIALE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MUSEO NOVECENTO FIRENZE 32


MUSEO NOVECENTO “Superarchitettura” di Archizoom (A.Branzi, G.Corretti, P.Deganello e M.Morozzi) e di Superstudio (A.Natalini) (1966/1967), courtesy Centro Studi Poltronova. L’istallazione è composta di una chaise-longue, di una ‘scatola giradischi’ collegata a una ‘scatola cassa acustica’, di fiori tridimensionali di cartone, di una scatola contenitore di forma cubica, e, all’esterno, una cassettiera con decorazioni luminose e due ‘sedute ad onde’ a due livelli, una davanti all’altra. Il tutto colorato in maniera esageratamente “vivace“, in chiaro stile pop. L’opera è situata nella sezione “Contaminazioni artistiche tra musica, arti visive, comunicazione di massa, design e architettura / Architettura radicale.

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a De Chirico a Morandi, da Emilio Vedova a Renato Guttuso, fino alla sezione fiorentina della Biennale di Venezia del 1988. Una collezione di circa 300 opere, provenienti dalle raccolte civiche o concesse in comodato da artisti, collezionisti ed enti, organizzate “a ritroso” in un percorso che dal 1990 risale ai primi anni del “secolo breve”. Con sede nell’antico “Spedale delle Leopoldine”, il nuovo Museo Novecento di Firenze celebra la rappresentazione di una stagione artistica irripetibile, che ha visto la città al centro della scena culturale nazionale e internazionale. “Finalmente apriamo, in questo straordinario complesso vicino alla Basilica di Santa Maria Novella, un museo atteso da ormai cinquant’anni”, spiega il sindaco Dario Nardella. “Qui saranno visibili tante delle opere che sono pervenute a Firenze dopo l’appello del critico d’arte Carlo Ludovico Ragghianti all’indomani dell’alluvione di Firenze e che finora hanno atteso nei depositi”. Primo docente di museologia in Italia, dopo l’evento straordinario del 1966, Ragghianti invitò artisti e collezionisti a compensare con l’arte “nuova” le ingenti perdite di arte antica: il risultato fu la costituzione di un importante fondo museale a cui contribuirono oltre duecento artisti riuniti nella mostra “Gli artisti per Firenze” del 1967. 33


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEO NOVECENTO FIRENZE

Suddiviso in 15 ambienti espositivi, il format multimediale “Dentro il Novecento” comprende materiali di approfondimento come video documentari, foto d’epoca, interviste televisive, riviste

MUSEO NOVECENTO In questa pagina: qui a destra, il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenuto all’evento dell’inaugurazione, e il chiostro restaurato dello “Spedale delle Leopoldine”. In alto, nella sezione espositiva dedicata a “Carlo Ludovico Ragghianti e il progetto MIAC”, le opere “Camion” di Titina Maselli (1968) e “Malcolm X ed altri” di Alberto Moretti (1965).

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rganizzato in senso cronologico, tematico e interdisciplinare, il percorso museale prevede postazioni multimediali, dispositivi sonori e sale video: un approccio “immersivo” dove la presenza della musica, della poesia, del cinema e dell’architettura, ma anche il racconto della contaminazione tra arti, moda e comunicazione di massa che ha caratterizzato tanta parte del secolo, contribuiscono a ricreare l’ambito di produzione delle opere e offrono al visitatore un’esperienza unica e personalizzata. Suddiviso in 15 ambienti espositivi, il format multimediale “Dentro il Novecento” comprende materiali di approfondimento come documenti, fotografie d’epoca, interviste televisive, riviste e brani letterari, oltre a video documentari appositamente realizzati dalla Direzione Cultura del Comune di Firenze. “L’obiettivo sta nel restituire la vivacità del secolo attraverso episodi osservati e riproposti in un’ottica interdisciplinare: tramite l’accostamento di opere e medium diversi, il visitatore può ricostruire autonomamente complesse relazioni storiche non spiegate in maniera didascalica, ma tradotte e intese naturalmente attraverso una fruizione sensoriale”, puntualizza Valentina Gensini, giovane curatore scientifico del progetto museale. Il complesso monumentale è stato recuperato grazie a un lungo e delicato lavoro di restauro, curato dal Servizio Belle arti del Comune di Firenze, e grazie al determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e de Il Gioco del Lotto in qualità di partner. www.museonovecento.it 34



ANMUT FLOWERS

UN FRESCO MAZZO DI FIORI Con questo decoro sarà “buon umore” a prima vista: il variopinto motivo floreale di Anmut Flowers trasmette una freschezza e una dinamicità senza paragoni. La nuova linea decorata in Premium Bone Porcelain completa la serie di grande successo e dalle mille sfacettature Anmut e consente di imbandire la tavola in modo originale e unico. Entusiasma sia gli appassionati della cultura della tavola tradizionale, sia gli amanti di pezzi unici di design. Fiori dai mille colori vivaci, come disegnati a mano ad acquerello, si estendono generosamente sui pezzi del servizio e fanno di queste creazioni i veri protagonisti delle vostre occasioni conviviali. Anmut Flowers si abbina perfettamente alla linea Anmut My Colour e ne esalta il motivo floreale. Villeroy & Boch, Arti della Tavola via S. Sandri 2, 20121 Milano, tel. 02 655 849.1 www.villeroy-boch.com



OGGETTI DESIGN MAGAZINE MAXXI MUSEO ROMA

GAETANO PESCE al MAXXI UNA GRANDE MOSTRA PER RIPERCORRERE LA CARRIERA DELL’ARCHITETTO E DESIGNER, CON UN ALLESTIMENTO ISPIRATO AL SUO ANTICONFORMISMO E AL CULTO DELLA DIVERSITÀ TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO MUSACCHIO IANNIELLO COURTESY FONDAZIONE MAXXI 38


MAXXI MUSEO. ROMA GAETANO PESCE. Il tempo della diversità Dal 26 giugno al 5 ottobre 2014 Galleria 1 e Piazza del MAXXI Museo Cura scientifica: Gianni Mercurio e Domitilla Dardi Il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, progettato da Zaha Hadid, è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea. Da dicembre 2013, Hou Hanru è il Direttore Artistico del museo, di cui fanno parte il MAXXI Architettura, diretto da Margherita Guccione, e il MAXXI Arte, diretto da Anna Mattirolo..

Il tempo della diversità DISEGNI, MODELLI ORIGINALI E OGGETTI IN SCALA AL VERO SOTTOLINEANO L’ASPETTO CONCETTUALE DEI PROGETTI, IN UN ITINERARIO CHE RENDE IL VISITATORE PROTAGONISTA 39


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MAXXI MUSEO ROMA

GAETANO PESCE AL MAXXI MUSEO In queste pagine: modelli originali e oggetti in scala al vero come il divano “Montanara” (foto in alto), design Gaetano Pesce per Meritalia (2009) e vedute di alcuni dei 40 pannelli mobili ospitati nella Galleria 1 al piano terra del MAXXI, articolati secondo 7 percorsi tematici individuati dai concetti: Non Standard, Persona, Luogo, Difetto, Paesaggio, Corpo, Politica. Qui a destra, la versione macroscopica della poltrona “Up 5&6” di B&B Italia, design Gaetano Pesce (1969), creata per denunciare i soprusi di cui sono vittime le donne. L’installazione, collocata sulla piazza esterna del museo, ospita al suo interno una serie di riflessioni sulla condizione femminile nel mondo, con uno speciale contributo all’attivista pakistana Malala Yousafzai.

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er tutta la vita ha teorizzato la diversità, la casualità, la libertà dal conformismo e dalla prevedibilità, progettando oggetti e architetture ispirati alle persone, capaci di rispecchiare l’incoerenza della vita ed elogiare il difetto e l’errore. Al MAXXI di Roma fino al prossimo ottobre, la retrospettiva dell’architetto Gaetano Pesce. Il tempo della diversità ripercorre l’itinerario creativo del maestro dagli anni Sessanta a oggi. In mostra disegni, bozzetti, schizzi, modelli originali e oggetti in scala al vero a sottolineare l’aspetto ideativo e concettuale dei suoi progetti, in riferimento a temi costanti come la serie diversificata, la doppia funzionalità di oggetti e architettura, l’uso creativo del colore, la teoria della femminilità nel design. Un rifiuto alla standardizzazione che si traduce nella “personalizzazione degli oggetti e nella soddisfazione dei bisogni individuali delle persone”, per citare le parole del maestro. Situata nella Galleria 1 al piano terra del museo, la mostra propone un sistema di 40 pannelli mobili che variano la configurazione dello spazio e la fruizione stessa delle opere: “la mostra si incentra sul senso della diversità come cambiamento e trasformazione”, spiega Domitilla Dardi, co-curatrice insieme a Gianni Mercurio. “Più che proporre uno schema rigido di lettura del lavoro di Pesce, che da decenni teorizza il caos creativo e l’abbattimento delle divisione fra discipline, si è preferito raccontarne l’opera attraverso alcune parole chiave e un allestimento mutevole.

Le opere di Gaetano Pesce introducono alla diversità, all’abbattimento delle barriere tra discipline, alla libertà dal conformismo e dalla prevedibilità, all’elogio del difetto e dell’errore Il risultato è un itinerario sempre diverso dove il visitatore è libero di muoversi tra oggetti che non sono accondiscendenti e consolatori, non mistificano la caducità delle cose, ma la mostrano in tutta la sua emozionante verità”. Attraverso i temi guida “Non standard”, “Persona”, “Luogo”, “Difetto”, “Paesaggio”, “Corpo”, “Politica” si passa quindi a una sala di più ampio respiro dove una video installazione, realizzata appositamente per il MAXXI, indaga il tema tanto controverso quanto affascinante del “Tempo”. Sperimentatore di linguaggi con una spiccata vocazione al nomadismo, Pesce ha fatto coincidere la domanda di diversità che si registra nel nostro tempo con il tema dell’utilità sociale: una ricerca che si è sviluppata sondando le necessità dell’individuo, le nuove tipologie costruttive e le logiche di trasformazione culturali, etiche, economiche e politiche. Fra i pezzi più famosi in tal senso, la poltrona “Up 5&6” (prodotta nel 1969 da C&B, poi B&B Italia) campeggia in formato maxi nel cortile del museo: un padiglione alto 7 metri per riflettere sull’universo femminile e le condizioni di disparità cui allude l’iconica seduta. A oltre 40 anni dalla sua ideazione, Gaetano Pesce non perde l’occasione per denunciare i pregiudizi maschili di cui sono vittime le donne, con un tributo anche all’impegno della giovane studentessa pakistana Malala Yousafzai. www.fondazionemaxxi.it 41


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN < DESIGNERS

www.marcthorpedesign.com Noto per il suo design olistico, capace di integrare le componenti sociali di “spazio” e “forma”, Marc Thorpe vanta una laurea in Industrial e Graphic design all’Università del Maryland e un Master in Architettura alla Parsons School of Design (NY). Apprezzato per il carattere dinamico e innovativo del suo approccio, Thorpe è affascinato dalle intersezioni sistemiche che caratterizzano ogni progetto e con il suo team lavora all’integrazione di diverse discipline (architettura, interior design, media digitali, grafica, exhibit design). Tra i suoi ultimi progetti, entrambi per Moroso, il tavolino in acciaio verniciato “The morning Glory”, e il piano di appoggio ideale “Ratio1”, pensato come una libera composizione di moduli tagliati a 45°.

www.charlottejuillard.com I materiali sono il punto di partenza di tutti i suoi progetti. Alla ricerca dell’equilibrio perfetto tra consistenza e forma. Laureata all’Ecole Camondo di Parigi, istituzione dedita allo studio delle arti decorative, Charlotte Juillard lavora a stretto contatto con il mondo degli artigiani (ceramisti, ebanisti, maestri vetrai), come dimostra la collaborazione con la Manifattura di Sèvres per la collezione “Mophose”: sei oggetti in porcellana bianca per la tavola della prima colazione, che le sono valsi i complimenti della commissione di laurea. Istintivo e poetico, il suo design ricerca un ideale di “morbidezza” capace di catturare e incuriosire lo sguardo, come accade con il progetto “Bureau à Effeuiller”, dove il legno sembra assumere la consistenza di una stoffa.

www.antonioarico.com Formatosi presso la milanese Alta Scuola Politecnica, Antonio Aricò può contare su un’esperienza internazionale che lo ha portato a studiare e lavorare in Spagna, Scozia e Australia. Desideroso di ampliare i propri confini progettuali, pur nel rispetto della tradizione della sua terra, Aricò bandisce ogni formalismo e falso intellettualismo, riscoprendo la freschezza e la spontaneità di soluzioni istintive e intelligenti. Nasce così “Water Pitcher Block”, caraffacubetto in vetro soffiato da Massimo Lunardon, dalla forma organica, simile a un cubo di ghiaccio di grandi dimensioni. Ma anche il set da scrivania “Still Alive” per Seletti, ispirato al genere pittorico della “natura morta”, che propone una serie di elementi contenitori diversi per forma e materiali.

www.emanuelemagini.it Con studi alla Bezalel Academy di Gerusalemme e una laurea in Disegno Industriale al “Politecnico di Milano”, Emanuele Magini è titolare dell’omonimo studio di design fondato nel 2010, che vanta già numerose collaborazioni con marchi come Seletti, Campeggi, Heineken, Fiera di Verona. Percorsi da una tensione progettuale che cerca di ripensare i nostri gesti quotidiani, all’insegna di valori come l’ironia, la leggerezza e l’accoglienza, gli oggetti di Magini sanno rispondere con duttilità alle molteplici esigenze della casa contemporanea. Come il divano mutante “Sosia” o il più recente “Tandem” per Campeggi, un divano biposto che integra un kit per pic-nic da salotto.

www.samuelwilkinson.com Con un portfolio clienti che annovera brand come British Airways, Audi, LG, Samsung e Virgin Airways, Samuel Wilkinson ha una laurea in Furniture & Product Design presso il Ravensboure College of Art&Design (UK). Autore di progetti di riqualificazione urbana come “L’arbre de Flonville” a Losanna, ma anche di arredi, luci e oggetti per la casa, Wilkinson adotta un approccio fresco e vivace, diversificando il suo lavoro e mescolando varie discipline, dall’architettura ai prodotti di consumo, dalla grafica pubblicitaria ai mobili. Fra le sue ultime novità si segnala il progetto “Worn” per Casamania: un sistema di imbottiti con struttura in metallo e cinghie elastiche. 44



OGGETTI DESIGN MAGAZINE SALONE SATELLITE AWARD 2014

www.fromindustrialdesign.com Con un universo progettuale che parte dall’analisi di materiali e metodi di produzione, From - Industrial Design indaga lo spazio domestico in chiave funzionale, esplorando in modo particolare il rapporto casa/ufficio. Team multiculturale formato da Cesare Bizzotto di Padova, da Tobias Nitsche di Monaco di Baviera e da Manuel Amaral Netto di Lisbona, From affonda le sue radici all’Ecal, la Haute École d’Arts Appliqués di Losanna dove i giovani designers si sono conosciuti, ottenendo con il progetto Volta lamp il primo premio SaloneSatellite Award 2014. Legata all’idea di uno spazio sempre più versatile, “Volta lamp” è una lampada direzionale a led composta da un cilindro sospeso su due cavi, che trasportano elettricità e permettono di far roteare la sorgente luminosa, modulando così la luce di ogni stanza.

www.arturoerbsman.com Il francese Arturo Erbsman realizza oggetti che traggono ispirazione dai suoi viaggi lontani nonché dall’osservazione dei fenomeni naturali. Laureato all’Ecole Nationale Supérieure des Arts Decoratifs di Parigi e ricercatore presso lo stesso istituto, è il vincitore del secondo premio SaloneSatellite Award 2014 con il progetto Atmos: una lampada d’atmosfera che utilizza la condensazione dell’acqua per diffondere la luce. Con una base di alluminio contenente una sorgente luminosa e un bulbo in vetro soffiato a mano, Atmos favorisce la contemplazione e la fantasticheria: quando la lampada è accesa, l’acqua evapora gradualmente e comincia a condensare sulle pareti interne, sino a formare piccole gocce che amplificano la diffusione luminosa.

www.avandistudio.com Avandi, alias Ariane van Dievoet, progetta oggetti e mobili di design che ben si adattano all’universo nomade contemporaneo. Belga di nascita con un master in architettura d’interni alla Rhode Island School of Design (USA), Avandi è la vincitrice del terzo premio SaloneSatellite 2014 con il progetto Steptool: una scaletta da appoggio antiscivolo con uno studio mirato al suo impiego in condizioni di spazio limitate. L’inserimento di alcuni semplici elementi arricchisce l’utilità di un oggetto così umile e antico, pensato per cucine dalle dimensioni ridotte ma funzionali. Leggera e flessibile, “Steptool” sfrutta il piano di lavoro come supporto, mentre le sue estremità in gomma colorata garantiscono una presa sicura e un bel contrasto con il legno naturale.

www.ruxisacalis.com Naturale evoluzione degli studi in architettura, il lavoro di Ruxi Sacalis si propone di esplorare la relazione tra identità locale e design contemporaneo e di riscoprire il legame con i mestieri tradizionali. Con una laurea in Conservazione dei Beni Culturali alla Oxford Brookes University (UK) e una laurea in Architettura presso l’Università “Ion Mincu” di Bucarest, Ruxi Sacalis ha ottenuto una menzione speciale Salone Satellite Award con il progetto Chamotte: uno studio originale sul recupero e la destinazione d’uso di un materiale naturale ottenuto dalla macinazione di argilla cotta. Composto da tre contenitori per alimenti e un portafrutta che funge anche da vaso, il progetto offre la resistenza ceramica e una qualità tattile ruvida.

www.yoy-idea.jp Con l’ambizione di riscrivere una storia personale sul rapporto fra spazio e oggetti, lo Studio Yoy gioca con la sua capacità immaginativa e propone soluzioni ironiche che sfidano le convenzioni dei sensi. Fondato a Tokio da Naoki Ono, designer d’interni, e Yuki Yamamoto, product designer, Studio Yoy si è aggiudicato la seconda menzione speciale Salone Satellite Award con il progetto Protrude: un vassoio a clip che aggiunge valore a un oggetto d’uso quotidiano e sfida la forza di gravità. Dall’equilibrio apparentemente instabile, “Protrude” è fissato al tavolo di lavoro con una semplice clip e può essere sistemato in ogni angolo, estendendo lo spazio disponibile per accogliere documenti in formato A4, prodotti di cancelleria, ma anche oggetti vari come tazze di tè e caffè. 46



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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MIC MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE FAENZA ivolto ad artisti singoli o associati senza alcun vincolo tematico o di età, il Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea, più noto come Premio Faenza, costituisce un punto di riferimento ceramico a livello mondiale.

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Il Premio Faenza Istituito nel 1932 per iniziativa del Museo di Faenza e il patrocinio dell’ E.N.A.P.I. (Ente Nazionale Artigianato e Piccole Industrie), il Concorso era inizialmente inserito nell’ambito della “Settimana Faentina”, complesso di iniziative a carattere fieristico-promozionale. Nel 1938 il Concorso prese un carattere nazionale, a cadenza periodica (annuale fino al 1987, biennale dal 1989) e senza finalità commerciali. Fin dall’inizio il Premio Faenza è stato un importante momento di valorizzazione, rinnovamento e promozione della ceramica, sia sotto l’aspetto artistico e decorativo, sia in quello funzionale e di arredo. Visto soprattutto come esperienza per avvicinarsi a questo multiforme materiale, il Concorso di Faenza ha permesso un interessante confronto con l’arte contemporanea e, negli ultimi cinquant’anni, ha visto un significativo coinvolgimento della scultura. Al Concorso hanno partecipato artisti del calibro di Angelo Biancini, Guido Gambone, Leoncillo Leonardi, Pietro Melandri, Carlo Zauli, Eduard Chapallaz, Sueharu Fukami, per citarne solo alcuni, che hanno segnato non solo la storia della ceramica del XX secolo, ma anche quella della scultura e della pittura. Il Premio Faenza 2013 è stato assegnato all’artista finlandese Paivi Ritaniemi (sezione over 40) per l’opera “Avis” e a Nero/Alessandro Neretti (sezione under 40) per “I nuovi Apostoli ovvero paesaggi economico-strutturali”. www.micfaenza.org

LA CERAMICA CHE CAMBIA In queste pagine: “Dormiente e Coccodrillo” di Mimmo Paladino (1998), argilla refrattaria, Collezione Privata. Sullo sfondo “Trumeau Alato” di Luigi Ontani, maiolica policroma, Collezione Privata dell’Artista, e “Caravella” di Goffredo Gaeta (1999), maiolica a riflessi, Collezione Privata.


MIC. La ceramica che cambia AL MIC DI FAENZA 120 OPERE IN MOSTRA RACCONTANO I MUTAMENTI AVVENUTI NELL’APPROCCIO ALLA CERAMICA DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI 2000. UN DIALOGO TRA GENERAZIONI DA ARTURO MARTINI A LUCIO FONTANA E MIMMO PALADINO. TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO MIC FAENZA FRANCESCO BASSI 51


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MIC MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE FAENZA

MIC. LA CERAMICA CHE CAMBIA Alcune opere in mostra nelle sale delle collezioni permanenti. A sinistra, “Mano” di Pablo Echaurren. Sotto, a sinistra, “Scultura” di Giacinto Cerone (2002), terracotta smaltata rossa, e “Trumeau Alato” di Luigi Ontani. Qui sotto, l’allestimento con “Dormiente e Coccodrillo” di Paladino e con sculture di Sebastian Matta (1980).

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eocubismo, arte informale, pop art, minimalismo, prende le mosse da una famosa asserzione dello scultore, arte concettuale uniti in una mostra dal titolo “La pittore e incisore Arturo Martini, che nel 1945, anticipando ceramica che cambia. La scultura ceramica in temi a venire, scriveva: “La statuaria è morta, ma la scultura è Italia dal secondo dopoguerra”. In corso presso il viva”. La mostra si snoda attraverso picassismo e neocubismo, MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dal due eredità importanti che in ceramica vengono sviluppate 28 giugno 2014 al 1 febbraio 2015, l’esposizione racconta, in tra gli anni ’50 e ’60, fino ad arrivare alla grande stagione 120 opere, i mutamenti avvenuti nell’approccio alla ceramica dell’Arte Informale, con Leonardo Leoncillo e Lucio Fontana dal dopoguerra agli anni 2000, un periodo molto complesso e alle sue molteplici declinazioni. Dalla metà degli anni nel corso del quale la ceramica ha acquisito un sempre più ’60 assistiamo a un ulteriore rinnovamento e a un’indagine marcato valore scultoreo. Uno sguardo inedito che fa luce su sulla “forma” ceramica in quanto rivestimento, superficie o un aspetto peculiare dell’universo della ceramica, come scrive intervento architettonico. Sono gli anni dell’evoluzione di Claudia Casali, direttrice del museo e curatrice della mostra, atteggiamenti “poveristi” nei quali si manifestano tendenze secondo la quale “…persiste una notevole difficoltà critica all’esclusività della materia in sé, lasciata anche in semplice nell’affrontare la dimensione ‘scultura ceramica’, per decenni terracotta, seguendo una poetica primitiva che contempla vincolata a ottuse gerarchie di genere”. Per la prima volta la contaminazione con materiali diversi. Grazie a questa sono esposti insieme i grandi protagonisti del cambiamento mostra il Museo Internazionale delle Ceramiche rispolvera della scultura italiana, non solo ceramica, da Arturo Martini dai depositi una cinquantina di pezzi della propria collezione. a Lucio Fontana, da Leonardo Leoncillo a Fausto Melotti Un aspetto molto importante, come spiega Pier Antonio e Nanni Valentini, e ancora Sebastian Matta, Diato, Asger Rivola, presidente della Fondazione Museo Internazionale Jorn, Aligi Sassu, Angelo Biancini, Domenico Matteucci, Pino delle Ceramiche in Faenza “…perché ci permette di fare Spagnulo, Giacinto Cerone, Ugo Nespolo, Enrico Baj, Pablo emergere dai nostri depositi opere straordinarie che fino Echaurren, Luigi Ontani, Giosetta Fioroni, Mimmo Paladino, ad ora non erano state esposte e che finalmente potranno Bertozzi & Casoni, per citare solo i più noti. L’esposizione essere ammirate dal pubblico”. www.micfaenza.org/it 52


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Rappresentante generale per l’Italia Viale Cirene, 4 - 20135 Milano Tel. 02 54001010 - Fax 02 54001060/20 e-mail: info@bohemia.it

www.rona.sk RONA a.s. - Schreiberova 365 020 61 LednickĂŠ Rovne - Slovak Republic



H-FARM VENTURES H-Farm nasce da un’idea di Riccardo Donadon nel 2005. È un’impresa che opera come un incubatore ovvero crea e coltiva altre imprese offrendo loro un luogo favorevole alla crescita. All’interno di H-Farm sono nate H-art, H-care, H-umus, H-play, Zooppa.com, Shado.tv, ultime Domains Income e H-Ack Industry e altre iniziative sono in cantiere. H-Farm offre alle imprese che nascono al suo interno l’opportunità di concentrarsi sul loro business e sulle relazioni con partner esterni senza preoccuparsi di aspetti amministrativi, finanziari e di marketing. Per contro, H-Farm controlla inizialmente una larga parte del pacchetto azionario ma favorisce la diffusione del restante tra investitori e dipendenti dell’azienda stessa. www.h-farmventures.com

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H-Ack Industry H-Ack Industry è il primo format di H-Farm a servizio delle aziende tradizionali che vogliono aprirsi all’innovazione. H-Farm è una piattaforma digitale, nata con l’obiettivo di aiutare giovani imprenditori nel lancio di start up innovative, fondata nel 2005 da Riccardo Donadon nella tenuta agricola di Ca’ Tron nei pressi di Treviso TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO H-FARM

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-Ack Wine, una maratona di 24 ore no-stop denominata hackthon (evento al quale partecipano esperti di diversi settori dell’informatica ndr) dedicata allo sviluppo di idee e progetti digitali per il settore wine. Con la partecipazione di tre marchi di alto livello guidati, per l’occasione, da altrettante donne: le produttrici Marilisa Allegrini (Allegrini) e Camilla Lunelli (Cantine Ferrari) e la managing director di Vinitaly International, Stevie Kim.

Questo il programma che lo scorso marzo ha visto convergere in H-Farm più di 300 giovani provenienti da tutta Italia, ognuno con competenze diverse ma uniti dalla medesima passione: il digitale. Primo format di hackathon completamente dedicato al mondo delle aziende, H-Ack Industry nasce con l’obiettivo di aiutare gli operatori del business tradizionale a trovare nuove idee e nuovi approcci di mercato attraverso gli strumenti digitali. Una formula veloce e concreta, dove i rappresentanti delle aziende coinvolte diventano parte attiva dell’evento, lavorando a stretto contatto con gli hackers: studenti di moda e design, sviluppatori, designer e marketing specialist.

H-Ack Industry Con il coordinamento di Alessandro D’Annibale, H-Ack Industry è solo uno degli eventi in programma nei prossimi mesi in H-Farm, venture incubator nata nella tenuta agricola di Ca’ Tron con l’obiettivo di supportare la trasformazione delle aziende italiane in un’ottica digitale. “Molte delle nuove aziende che stiamo facendo nascere in H-Farm possono avere un ruolo solo se riescono a dialogare con le aziende tradizionali e, viceversa, queste ultime possono sopravvivere solo se hanno la capacità di aprirsi all’innovazione”, dichiara Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm. Che continua: “È il momento di far dialogare questi

due mondi: la tecnologia è ormai completamente entrata nei comportamenti sociali e sta imprimendo un cambiamento drastico a processi e prodotti, reinterpretando le esigenze del business e delle persone”. Dopo aver investito, nei primi nove anni di vita, 15,4 milioni di euro in 54 startup, creando oltre 350 nuovi posti di lavoro con un fatturato aggregato delle aziende che supera i 30 milioni di euro, H-Farm si sta mettendo sempre più a disposizione del territorio, attraverso un percorso che solo negli ultimi 12 mesi ha radunato duemila giovani coinvolti in gare di programmazione a tema.

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H-FARM lancia H-ACK INDUSTRY il primo format ideato per rispondere alle esigenze delle aziende trovando soluzioni digitali a business tradizionali secondo i brief delle aziende.

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Riccardo Donadon fondatore di H-Farm

Marilisa Allegrini di Allegrini 58

così anche Allegrini, Ferrari e Vinitaly International si sono presentate con un obiettivo chiaro e hanno lanciato il proprio brief ai ragazzi coinvolti nel format H-Ack Wine. Ad avere la meglio, il team “The Allegrini Experience” per Allegrini, che ha ripensato la comunicazione del brand attraverso diversi canali digitali (sito, social network e blog), “Wine Wine West” per Ferrari, che ha sviluppato un QR Code in grado di comunicare il brand componendo video e immagini, e infine “Weneeln” per Vinitaly International, che ha ideato un sistema di photosharing di esperienza con il vino. Un successo per H-Ack Industry ma soprattutto per le aziende partecipanti, con week-end dedicati anche ai settori Travel (Wish Days, Costa Crociere, Vela Spa e Bravofly Rumbo Group), Automotive (Jeep Italia e Mercedes Benz con i brand Smart e FirstHand) e Payment (RCH e Banca Sella). www.h-farmventures.com

Camilla Lunelli di Cantine Ferrari

Stevie Kim di Vinitaly International


Desall. Design on Demand

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esall, ovvero design on demand. Piattaforma di crowdsourcing che, attraverso contest dedicati al mondo del design, permette alle aziende di entrare in contatto con una comunità internazionale di creativi, Desall è un’idea di Davide Somparin, nata in H-Farm nel 2012 e con un portfolio clienti che comprende marchi importanti come Alessi, Illy, Malìparmi, Chicco, Italcementi. Un universo di opportunità per gli addetti ai lavori, come ci ha raccontato di recente il suo fondatore. Come nasce l’idea di Desall? Il modello di business su cui si basa Desall è quello del crowdsourcing, attraverso il quale le aziende entrano in contatto con creativi da tutto il mondo in modo più veloce ed economico rispetto ai processi tradizionali. Utilizzando la piattaforma Desall.com, il cliente ha la possibilità di formulare richieste specifiche alla community e ottenere in cambio proposte progettuali e social advertising.

Chi sono i membri della community di Desall? La community conta più di 35mila creativi. E se la maggior parte sono designer emergenti, ci sono anche senior designer, architetti, ingegneri, graphic designer, makers, copywriter e appassionati provenienti da più di 180 Paesi nel mondo. Quali sono i vantaggi per le aziende? I benefici che le aziende possono ottenere collaborando con Desall sono molteplici. In particolare, ciò che contraddistingue Desall dai metodi di sviluppo tradizionali e dall’utilizzo di agenzie di consulenza esterne è la garanzia di una maggiore efficienza in termini di tempo e risorse investite. Tramite l’accesso alla community, il cliente ha la possibilità di ricevere un elevato numero di idee e progetti in un periodo di tempo piuttosto contenuto e a un livello di dettaglio già funzionale alla produzione.

Desall è una piattaforma di crowdsourcing che, attraverso contest di design, connette aziende e privati grazie a una community mondiale di oltre 35mila talenti creativi

DESALL Chaise longue “Glass”, design Stefano Alberti (2013) per Vetrerie Dal Pian.

Davide Somparin ideatore di Desall

Come viene scelto il progetto vincitore? Il contest comincia su iniziativa del cliente, che ha la possibilità di formulare la sua richiesta al team di Desall o di caricarla autonomamente all’interno del sito, specificando nel dettaglio ciò di cui ha bisogno e fissando un compenso per la proposta migliore. Su questa base, la community di Desall elabora delle idee su misura e le condivide sul web, sottoponendole a una prima valutazione fatta dalla community stessa. Un meccanismo che può essere applicato anche in modalità sequenziale lungo le quattro fasi del processo di design di un nuovo prodotto: brain-storming e ideazione, progettazione tecnica ed estetica, attribuzione del nome, studio del packaging.

A questo si aggiunge la capacità della piattaforma di sondare i trends nei mercati di riferimento e la possibilità di promuovere il proprio business e aumentare la brand awareness attraverso il social marketing. E quali i vantaggi per i giovani talenti creativi? Desall offre ai giovani talenti una vetrina sul mondo, per promuovere i propri progetti ed espandere il proprio network professionale instaurando contatti diretti con singoli professionisti, ma soprattutto con aziende italiane ed estere, che porteranno sul mercato i prodotti da loro selezionati e riconosceranno agli autori un adeguato compenso che potrà tradursi anche in contratti di royalties. www.desall.com 59


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“Dopo 12 anni di ricerca, preparazione e test da parte di professionisti di agronomia, biodinamica, enologia, il sogno di Alberto Alessi di riuscire a produrre vini di alta qualità sulle colline del lago d’Orta è divenuto realtà con il progetto vitivinicolo “La Signora Eugenia e il passero solitario” 60


Alberto Alessi Metaprogetto Divino La casa di Alberto Alessi sul lago d’Orta fra passione, design e legame col territorio. Un intreccio di storia e cultura culminante nel progetto vinicolo “La Signora Eugenia e il passero solitario” TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ALESSI / GIACOMO GIANNINI

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n territorio collinare e montuoso a nord del Piemonte, affacciato sui riflessi scintillanti del lago d’Orta. Su uno di questi declivi, fino a pochi anni fa, c’era solo del verde incolto dominato da un rustico seicentesco, adattato a villa nel corso dell’Ottocento. Intorno, un piccolo vigneto e qualche albero da frutto. Oggi l’antica masseria di Pratolungo, frazione di Pettenasco, si è trasformata in una splendida residenza grazie alla passione di Alberto Alessi, Presidente dell’omonima azienda di Crusinallo, la “Fabbrica dei sogni” del design italiano. “La tenevo d’occhio da trent’anni ma i proprietari non si decidevano a venderla”, ha dichiarato Alberto Alessi rivelando, tra l’altro, come la famiglia Alessi si sia attestata sul territorio di Pratolungo già fin dal Seicento. La fortuna ha infine arriso al progetto rendendo possibile l’acquisto dell’antica tenuta agricola, allora denominata Villa Fortis dal nome della prima proprietaria, la signora Eugenia Fortis della ex “Cascina Eugenia” la cui esistenza è documentata ai tempi della dominazione austriaca nei rilievi del catasto dell’imperatrice Maria Teresa del 1723.

Alberto Alessi e il progetto vitivinicolo Data al 2001 l’inizio dei lavori per il recupero del complesso, destinato in parte a residenza e in parte alla produzione e all’invecchiamento del vino. L’ampio terreno digradante verso il lago d’Orta, con vista sulla vicina Isola di San Giulio, è al centro di un inedito progetto vitivinicolo fortemente voluto da Alberto Alessi e dalla moglie Laura Pessina, che riprende in tal modo un’antica tradizione del territorio, dove la vite è conosciuta sin dai tempi di Plinio il Vecchio.

Il recupero architettonico è stato affidato a Francesco e Alessandro Mendini, insieme con Alex Mocika e Alessandro Ciapponi, ed Eduardo Hess e Paivi Viiki, esperti di feng shui. All’intrapresa vitivinicola, della quale “Luigi Veronelli è stato l’angelo istigatore” e il gastronomo Alberto Gozzi l’impareggiabile incoraggiatore, ha lavorato una squadra di operatori e di consulenti che si sono affiancati al mentore biodinamico Jacques Mell: il responsabile delle colture Gianni Uccheddu, i consulenti agronomici ed enologici Christian Prudhomme, Patrizio Gasparinetti e Monica Rossetti. Il recupero è durato fino al 2009, anno dell’ultimazione della casa e del vigneto di tre ettari. Dunque, dopo 12 anni di ricerca, preparazione e test da parte di professionisti di agronomia, biodinamica, enologia, il sogno di Alberto Alessi di riuscire a produrre vini di alta qualità sulle colline del lago d’Orta è divenuto realtà: un pinot nero, uno chardonnay e un vino da uve stramature con le relative grappe sono disponibili dal maggio 2014 sotto l’etichetta de “La Signora Eugenia e il passero solitario”. Un’idea che prende le mosse dalla prima proprietaria della tenuta nel lontano Seicento, un progetto enologico cresciuto intorno a un’idea estetica che riguardava sia la qualità del vino, sia gli aspetti relativi al ciclo completo della produzione, dalle architetture, alla cantina, alla particolare bottiglia con le originali etichette e il relativo packaging, al sito web. Aspetti quest’ultimi curati dal designer Martí Guixé, autore della grafica corporate, da Giacomo Giannini per i filmati d’autore sulla Cascina Eugenia e da Gianfranco e Anna Gasparini, inventori e disegnatori dei complessi mobili per accogliere le bottiglie in cantina. La produzione de “La Signora Eugenia e il passero solitario”, condotta secondo le regole della biodinamica nel modo più naturale possibile ed eseguita a mano in ogni sua fase, dalla potatura alla messa in bottiglia, è molto limitata. 61


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IL PROGETTO DI ALBERTO ALESSI. “LA SIGNORA EUGENIA E IL PASSERO SOLITARIO” In queste pagine: la bottiglia per vino “Leo”, disegnata da Alberto Alessi ispirandosi a uno schizzo di Leonardo da Vinci contenuto nel Codice Windsor. Nella pagina a destra, veduta aerea del complesso destinato in parte a residenza e in parte alla produzione e all’invecchiamento del vino. Il progetto di ristrutturazione da un’antica masseria è stato curato da Francesco e Alessandro Mendini, insieme con Alex Mocika e Alessandro Ciapponi ed Eduardo Hess e Paivi Viiki, esperti di feng shui. Dalla collina è visibile l’Isola di San Giulio sul lago d’Orta.


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l metodo biodinamico prevede di valorizzare il gusto specifico dei vini che dipende dall’andamento meteorologico di ciascuna annata, variazioni evidenziate da etichette diverse. Per queste ragioni le bottiglie sono vendute esclusivamente on-line attraverso il sito dedicato www.lasignoraeugeniaeilpasserosolitario.com o potranno essere richieste sulle tavole di ristoranti selezionati. Un risultato enologico destinato a una bottiglia dalla forma speciale, l’unico oggetto disegnato personalmente da Alberto Alessi e ispirato a Leonardo Da Vinci, noto - ancorché sobrio - amante della vite. Nasce così la bottiglia “Leo”, esito di una approfondita ricerca storica intorno all’archetipo del contenitore da vino attraverso i secoli. “La Signora Eugenia e il passero solitario” si presenta dunque come un vero e proprio metaprogetto che coinvolge la cultura del vino e l’amore per la forma a più livelli. Il logo è stato affidato all’ironica creatività di Martí Guixé, che ha raffigurato la signora Eugenia mentre guarda il lago in compagnia del passero posato sulla sua spalla. A completamento del percorso progettuale, è prevista per il 2015 la prima cuvée di uno spumante pas dosé.

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LA CASA DI ALBERTO ALESSI In queste pagine: il soggiorno open space del piano terra visto dal ballatoio del secondo piano. Protagonista il lungo tavolo ricavato da un singolo albero di castagno. Le sedie sono celebri pezzi di design, diversi per epoca e stile.

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a residenza è stata ristrutturata secondo le precise linee guida di Alberto Alessi: semplicità, funzionalità, equilibrio energetico, comunicazione tra tutte le parti della casa. L’abitazione è articolata su due livelli più una mansarda per circa 400 mq di superficie totale. Semplice, contemporanea, pop e al tempo stesso di grande raffinatezza, la casa riunisce celebri pezzi di design, diversi per epoca e stile, da Alvar Aalto ai fratelli Bouroullec, da Albini a Gio Ponti. Il soggiorno, un open space a pianta rettangolare, è dominato da un lunghissimo tavolo in castagno, talmente grande da poter ospitare tutti i membri della famiglia in seduta plenaria. Muro color malva e camino in pietra per il salotto, dove campeggiano i divani di Philippe Starck e, all’altra estremità, l’isola a mezza luna di LaCucinaAlessi in versione tailor made, disegnata da Alessandro Mendini. Da qui, attraverso una porta a vetri, si raggiunge la spa con piscina, di circa

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200 mq. Il primo piano è dominato da un ballatoio con piani-scrittoio a vista sul soggiorno, circondato da una biblioteca di 3.500 volumi sulla storia del territorio, con stampe del lago d’Orta e del lago Maggiore e antiche carte geografiche. La mansarda sorprende come luogo della memoria e delle passioni di Alberto Alessi, che qui custodisce arredi di diverse provenienze, botti, libri e una collezione di bottiglie di vini, oggetti-simbolo legati a momenti speciali, ma anche sculture in legno, fumetti dell’infanzia recuperati e rilegati, le prove per la bottiglia “Leo”. Salendo ancora più in alto lungo le scale a chiocciola della torretta, ci si trova in un belvedere affacciato sul paesaggio a 360°, da dove è possibile ammirare il vigneto per un’estensione di circa 20.000 mq. Un’architettura “a chilometro zero” che valorizza il territorio e rispetta l’ambiente, visto che parte del materiale impiegato per il restauro è stato ricavato dai resti del vecchio complesso agricolo. 65


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LA CASA DI ALBERTO ALESSI In queste pagine: il soggiorno open space con il lungo tavolo in castagno e la zona salotto con divani di Philippe Starck. In alto, il ballatoio e la biblioteca con 3.500 volumi sulla storia del territorio, e, a destra, l’area wellness.

Oggetti appartenenti alle diverse tipologie dell’Enciclopedia Alessi si uniscono in un insieme di armoniosa semplicità in questa “casa del bel design” realizzata secondo i principi del feng-shui


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oncludiamo con le parole di Alberto Alessi che ci aiutano a comprendere come ha realizzato il suo progetto: “... Mi sto rendendo conto di avere lavorato a una specie di gesamtkunstwerk (opera d’arte totale ndr) sui generis, o meglio alla inconsapevole scoperta di un nuovo genere letterario fatto di racconto, di ricerca storica, di cronaca, di estetica, di immagini oltre che naturalmente di vino. Forse anche una specie di “opera aperta” nella quale ho chiamato a recitare alcuni degli autori e dei personaggi che mi sono stati vicini in questo decennio. Ognuno di loro ha recitato una parte in questa storia… per non parlare di Leonardo che mi ha dato il “la” per il disegno della bottiglia Leo”. www.lasignoraeugeniaeilpasserosolitario.com 67


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“Vorrei che i bicchieri diventassero come le borse per le donne, l’accessorio della casa che rende la tavola qualcosa di cui si parla” ha dichiarato Daniela Riccardi AD di Baccarat 68


Baccarat 250 anni di perfezione Un anno ricco di festeggiamenti per i 250 anni dalla fondazione dello storico marchio che dal 2013 ha un nuovo Amministratore Delegato in Daniela Riccardi TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO BACCARAT

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ondata nel 1764 nel villaggio di Baccarat nei Vosgi, in Lorena, per decreto del Re di Francia Luigi XV, “le bien aimé”, la Maison Baccarat, controllata oggi da Starwood Capital (66,5%) e Catterton Partners (22%), festeggia quest’anno i suoi primi 250 anni. Due secoli e mezzo nei quali il marchio si è imposto come un classico di tutti i tempi, elevando il cristallo alla sua massima espressione artistica. Forte di committenti come Re Luigi XVIII di Francia, Re Carlo X, Napoleone III e i Presidenti della Repubblica fino a oggi, Baccarat ha saputo cogliere lo spirito della contemporaneità proponendo nuove collezioni che, sempre in linea con l’eleganza e lo stile della Maison, hanno osato sfidare gli antichi stilemi attraverso l’opera di artisti e designer che hanno impresso un mood a tratti onirico a tratti irriverente a un corpus di creazioni che sono già entrate nella storia.

Daniela Riccardi AD Baccarat Tra esposizioni, inaugurazioni, concerti, mostre e party, un ricco calendario di eventi segna un 2014 all’insegna dei festeggiamenti con iniziative in tutto il mondo. Da giugno 2013 la Maison Baccarat ha un nuovo Amministratore Delegato in Daniela Riccardi. “Sono onorata di essere entrata a far parte di un’azienda del lusso prestigiosa e leggendaria come Baccarat, simbolo assoluto dell’art de vivre francese” ha dichiarato al suo ingresso nella Maison. Laureata in Scienze Politiche e Studi Internazionali all’Università La Sapienza di Roma, Daniela Riccardi vanta una vasta esperienza nella gestione di attività e di marchi

internazionali consumer così come nel settore retail. Fondamentale l’esperienza venticinquennale in Procter & Gamble, dove ha ricoperto numerosi ruoli operativi di alto livello tra cui la carica di Vice President in Colombia, Messico e Venezuela e, dal 2001 al 2004, di Vice Presidente e General Manager per l’Europa orientale e la Russia. Presidente di Procter&Gamble dal 2005 al 2010 per la Grande Cina, una delle aree di maggiore e più rapida crescita della società, dal 2010 al 2013 Daniela Riccardi è stata Amministratore Delegato presso Diesel, marchio di lifestyle a livello internazionale con oltre 1,2 miliardi di euro di fatturato. Barry Sternlicht, Presidente del CdA Baccarat, si è dichiarato molto lieto dell’arrivo di Daniela Riccardi: “Nel momento in cui l’azienda accelera il suo sviluppo, in particolare a livello internazionale, Daniela apporterà un comprovato track record nelle vendite retail e una serie di competenze decisive per le nostre attività. Sono certo che la sua vasta esperienza internazionale, la sua capacità di creare marchi globali insieme alle sue qualità umane saranno una risorsa di inestimabile valore per la nostra azienda”. Come ha spiegato il nuovo CEO, la scelta di Baccarat si è basata sulla bellezza, che rappresenta la forza del marchio, e su un patrimonio di competenze di altissima artigianalità sviluppate in due secoli di storia. Tavola, decorazione, illuminazione, arredo, bijoux: Riccardi intende proporli a un pubblico esclusivo e consapevole come elementi di un lifestyle incentrato su un lusso autentico, che è possibile solo in presenza di una solida e versatile tradizione culturale. Una tradizione che vede in Medio Oriente, India e Russia gli storici mercati di riferimento e che trova nella Cina un acquirente relativamente nuovo, interessato ai pezzi più preziosi per i quali a volte è necessario, come avvenuto per i vasi “Simon”, recuperare sofisticate tecniche artigianali. 69


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MAISON BACCARAT PARIGI In questa pagina: le collezioni contemporanee nello showroom della sede della “Maison Baccarat” a Parigi, al numero 11 di Place des États-Unis, restaurata da Philippe Starck. Nella pagina a destra, veduta del “Museo Baccarat” dove è conservata una selezione di pezzi che illustrano l’evoluzione stilistica e tecnica dei cristalli Baccarat dal 1764, inclusi i vasi “Simon” rosso rubino, creati per l’Esposizione Universale del 1867, e il ristorante “Cristal Room Baccarat” con lampadario a bracci “Zénith”, design P. Starck (2003). 70


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ltre alle strategie di posizionamento e alla supervisione delle nuove collezioni, con l’obiettivo di raddoppiare il fatturato portandolo a 300 milioni di euro nel 2018, Daniela Riccardi si è impegnata sul versante dei nuovi flagship stores e del contract. Dopo l’apertura nel 2013 del flagship store Baccarat di New York, in Madison Avenue, e la riconferma da parte di Starwood Capital del piano per una catena di resort di lusso e residence in diverse località tra cui il Marocco, Dubai e Cina, per il prossimo mese di dicembre è attesa l’inaugurazione del luxury “Baccarat Hotel&Residences” sulla 53ma Strada, proprio di fronte al MoMA: un grattacielo di vetro di 50 piani con 62 appartamenti di lusso, arredati dal designer Tony Ingrao con prestigiosi pezzi della Maison, e 114 camere d’albergo progettate dagli architetti Gilles&Boissier, simili, per atmosfere e accessori, alla splendida sede della “Maison Baccarat” a Parigi, al n. 11 di Place des Etats-Unis, ex residenza storica della Viscontessa di Noailles, una dei mecenati delle arti più audaci e influenti del XX secolo, oggi punto di riferimento assoluto per stile, eleganza e spirito eclettico contemporaneo.

La parola d’ordine di Baccarat, rimasta immutata, era “perfezione” nel 1764: ottenuta dalla purezza del cristallo, dalle proporzioni, dal disegno, dal savoir-faire dei maestri vetrai Ristrutturati da Philippe Starck con un progetto stravagante, ricco di sorprese e di oggetti meravigliosi, i 3.000 metri quadrati della residenza ospitano, dal 2003, la sede di Baccarat e la sua Boutique, la “Galleria-Museo”, che raccoglie oltre 1000 pezzi delle collezioni sia storiche sia contemporanee, la “Sala da ballo” originale, frutto di una magistrale lavorazione artigianale, e lo straordinario ristorante “Cristal Room Baccarat”, frequentato da una clientela cosmopolita. Affidato a Guy Martin, celebre chef stellato Michelin di fama internazionale, insieme a Adrien Manac’h, sfoggia mattoni grezzi incastonati tra pannelli di legno e dorature con lampadari a bracci “Zénith” e “Zénith Noir”, icone d’eccellenza disegnate da Starck. Proseguono durante tutto l’anno 2014 le celebrazioni per i 250 anni. Dall’inizo di primavera ad oggi, la bella mostra “Baccarat, 250 ans de modernité” durante il Fuorisalone di Milano in Brera si è affiancata all’allestimento “Art de vivre” nelle vetrine di “Harrod” a Londra, e al prestigioso progetto “La Tavola Baccarat”, firmata BE Alain Ducasse, presso “Printemps Haussmann Maison” e l’Atrium di Parigi, con l’eccezionale coreografia dall’artista Julien Colombier. Nelle sale della “Galleria-Museo”, fino a gennaio 2015, è in corso la mostra, curata da Michaela Lerch, “Baccarat. Les 250 ans”, 250 pezzi storici tra i più rappresentativi della maison, dal celebre bicchiere “Harcourt, creato nel 1841 per Re Luigi Filippo e poi adottato da Napoleone III, ai vasi “Simon”, di un rosso rubino, creati per l’Esposizione Universale del 1867. E al museo “Petit Palais” a Parigi una mostra antologica andrà in scena dal 14 ottobre al 5 gennaio 2015. www.baccarat.it/com 71


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CARLO E CAMILLA IN SEGHERIA

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In questa pagina: Tanja Solci, Art Director di Carlo e Camilla in Segheria, lo Chef Carlo Cracco, grande capo di questa avventura imprenditoriale, e Nicola Fanti, gestore del ristorante-BAR.


Carlo e Camilla In Segheria Un’architettura industriale con luci teatrali e una selezione di design per il nuovo gastro

bistrot milanese di Carlo Cracco, Tanja Solci e Nicola Fanti TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO NATHALIE KRAG PER TANJA SOLCI STUDIO

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n restauro conservativo capace di preservare la poesia del luogo, una storica fabbrica del 1932 in via Meda a Milano, a pochi passi dal naviglio pavese. Un inedito bistrot con luci teatrali, un tavolo social con 70 coperti e un banco bar piastrellato che richiama nel pattern i classici tessuti per cravatte.

“Carlo e Camilla in Segheria” è il nuovo ristorante di Carlo Cracco e Tanja Solci, proprietaria e direttore artistico, curatrice di mostre e designer di allestimenti, nonché voce femminile di questo esclusivo spazio milanese gestito da Nicola Fanti, già titolare del ristorante “Da Oreste” a Santarcangelo di Romagna.

Da un’idea di Carlo Cracco e Tanja Solci “Una location industriale unica, come se ne vedono a Londra e Berlino, dove ogni sera va in scena un’esperienza gastronomica e artistica completa, un concerto di sapori limpidi e dettagli inattesi in un’ambientazione che assomiglia a un set cinematografico, con una tovaglia di luce riflessa a illuminare le portate e le mani dei commensali. Sotto la supervisione di chef Carlo Cracco, due stelle Michelin e un’apprezzata partecipazione al talent show culinario più famoso al mondo, la cucina è affidata ai giovani e fidati chef Emanuele Pollini e Simone Gobbi, mentre Filippo Sisti, bar tender di fama internazionale, è responsabile dell’offerta cocktail. Grande ricerca nelle tecniche di cottura, con l’impiego di basse temperature per preservare i sapori nella loro purezza, un menu all’insegna di materie prime di altissima qualità e una predilezione per i prodotti del territorio delineano una proposta culinaria semplice ma rigorosa, nel rispetto delle stagioni e di ricette tradizionali rivisitate in chiave contemporanea. Con un sorriso contagioso e un’energia invidiabile,

Tanja Solci ci racconta nel dettaglio da dove nasce questa nuova avventura imprenditoriale. Qual è la vera storia dietro l’insegna “Carlo e Camilla in Segheria”? Nessun mistero in realtà. Il nome è stato coniato casualmente da Roberto Spada, commercialista di Carlo Cracco, mentre provava a spiegarmi l’assetto societario della nuova attività... È stata come una folgorazione. Carlo e Camilla sono diventati nella mia mente una coppia surreale, molti e nessuno allo stesso tempo: l’incontro di un maschile e un femminile accomunati dall’amore per la creatività e l’adesione a un progetto, il culto della bellezza e il piacere della condivisione. Un’idea che Carlo, grande capo di quest’avventura imprenditoriale, ha subito approvato e sostenuto. E poi ci piaceva l’aspetto ironico del rimando alla coppia di reali inglesi. Come nasce il concept del ristorante? Nasce dall’immagine delle tavole apparecchiate ritratte nei dipinti del ’500 e ’600. Una presenza, quella della tavola imbandita, che attraversa tutta la storia della pittura ma che in quel periodo in particolare, complici le nuove scoperte geografiche e l’avvento di sapori prima di allora sconosciuti, diventa simbolo di festa e di condivisione, con l’arte della cucina che si unisce alla cura e alla creatività della mise en place. E nasce dal cinema, per me molto importante: come non pensare al “Pranzo di Babette” o all’opera di Peter Greenway. Durante la lavorazione di un progetto nella mia testa si mescolano mondi diversi, sacro e profano, riferimenti classici e pop. Una danza di immagini e rimandi che alla fine si ricompone in una sintesi tutta mia. Un contesto dal quale prende vita anche l’idea del “tavolo unico”: una consuetudine oggi diffusa in molte grandi metropoli negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia, su cui mi ha incoraggiato anche l’amico e collega Roberto Da Pozzo (allievo di A.G. Fronzoni e storico direttore de “L’Uomo Vogue” negli anni ’80), con il quale mi confronto su molti dei miei progetti. 73


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CARLO E CAMILLA IN SEGHERIA In queste pagine: il lungo tavolo social, design Tanja Solci, con sedute “Tate”, design Jasper Morrison (2000), e “Fronzoni ‘64”, design A. G. Fronzoni (1964), entrambe prodotte da Cappellini. Per la mise en place sono state scelte le Collezioni Tableware in porcellana di Richard Ginori 1735. 74


Curatrice di mostre e designer di allestimenti, con il progetto “Carlo e Camilla in Segheria” Tanja Solci rende omaggio anche alla cultura del design italiano e alla tradizione dell’arte della tavola

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uando penso a un luogo, sono del resto abituata a dell’incontro tra me e Cracco, realizzando così un’intuizione rapportarmi ai suoi volumi, oltre che alla sua storia: che avevo da tempo, mentre il mio desiderio, in fondo, era in un ambiente con soffitti alti fino a 6 metri, potevo quello di ricominciare a viaggiare e affittare Segheria a immaginare solo un lungo tavolo comune completamente qualcuno che se ne prendesse cura per un po’. bianco, molto materico, con una seconda porzione di tavolo Cosa l’ha convinta a restare? che interseca l’asse principale e invade la seconda navata. Mi hanno conquistato l’intuito e lo sguardo lungo di Carlo. E se L’effetto è quello di un ambiente integrato, con una certa è vero che ho sempre professato la libertà come cuore della vita, circolarità che è funzionale al gioco degli sguardi: mi piaceva la proposta di occuparmi della direzione creativa del ristorante insomma l’idea di uno scambio possibile fra i commensali. - bar, da parte di un grande chef come lui, poteva essere una sfida Responsabile del progetto grafico di “Carlo e Camilla professionale nuova e divertente. È un’opportunità che si sposa in Segheria”, è proprio Da Pozzo, che oltre ad essere alle mie già numerose avventure di progettazione, che non si un progettista grafico di eccellenza è anche l’artefice erano però mai confrontate con il mondo del cibo e della tavola. 75


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CARLO E CAMILLA IN SEGHERIA In queste pagine: il tavolo social lungo 20 metri e le Collezioni Tableware di Richard Ginori 1735. Il bancone del bar è rivestito con piastrelle decorative che riproducono il pattern dei tessuti per cravatte.

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redo nelle energie che nascono dagli incontri positivi e con Carlo, sua moglie Rosa Fanti e il fratello, Nicola Fanti, mi sono sentita subito in famiglia.

Ci può raccontare la storia di questo luogo così particolare? Segheria nasce negli anni ’20, per poi essere ricostruita dai miei nonni dopo la guerra, secondo l’approccio edilizio tipico delle fabbriche dell’epoca. Che significa muri in mattone e cemento, tetto a shed per sfruttare al massimo la luce naturale, rivestimento interno del tetto in mattoni traforati ed esterno a tegole. Fu una delle poche grandi segherie di Milano attive fino all’avvento della plastica, quando le merci viaggiavano ancora in casse di legno: pensi che ho ritrovato anche vecchie casse di Peck (storica gastronomia di Milano) con il marchio 76

a fuoco. Dopo la chiusura definitiva avvenuta negli anni ’70 e con la complicità di mio padre Carlo, nel 1999 decido di dedicarmi al recupero di questi spazi, coltivando il sogno di riuscire a fermare il tempo e trasformare Segheria nel mio “foglio bianco”: una scatola vuota da riempire, ricca di storia del lavoro e di ricordi, aperta ai nuovi incontri che la vita mi avrebbe riservato. E così per 13 anni questi ambienti sono diventati la sede temporanea delle mie ricerche sulle tendenze, decine di progetti e installazioni legate al mondo del design e dell’architettura, ma anche lo sfondo di importanti servizi fotografici pubblicati in tutto il mondo. Come ha scelto gli arredi per questi spazi postindustriali? Non amo molto la parola “arredo”: preferisco parlare di


WHO’S WHO Progetto grafico: Roberto Da Pozzo con Tanja Solci Illustrazioni: Gianluca Biscalchin In cucina: sotto la direzione dello Chef Carlo Cracco, Emanuele Pollini e Simone Gobbi Al bar: Filippo Sisti e Thomas Dotta In sala: Giorgio Guglielmo

“allestimento”, ovvero qualcosa di non vincolato, smembrabile, ripensabile. Oltre al concept, le mie scelte in questo campo sono state molto chiare, con due presenze ben riconoscibili della nostra grande tradizione manifatturiera. Anzitutto la cultura del design, rappresentata dalle sedute “Tate” di Jasper Morrison e “Fronzoni ‘64” di Angelo Giuseppe Fronzoni, genio assoluto e forse grande dimenticato della storia della grafica italiana, entrambe prodotte da Cappellini. E poi la storia della manifattura di porcellana, rappresentata da un marchio di prestigio come la Richard Ginori 1735: sono circa una quindicina i decori presenti in tavola, mescolati fra loro quasi fossero appena usciti dalla dispensa della casa di campagna, una dimora immaginaria appartenuta a una famiglia di nobili decaduti, a testimonianza di una vita che arriva dal passato.

Come centrotavola poi, anche un centinaio di pezzi bianchi fermati prima di entrare nei forni del decoro, con salsiere, teiere, zuccheriere di varie fogge e dimensioni. E per quanto riguarda il sistema di illuminazione? La scelta è stata quella di un sistema di luci teatrali composto da una leggera “tovaglia luminosa”, una tessitura di luce di diversa gradazione che lascia i commensali in penombra illuminando maggiormente il cibo, i piatti e le loro mani, mentre una serie di lampadari sospesi, presenze pensate per riconciliare l’essere umano con le altezze degli ambienti, sono corpi che vivono di luce riflessa ricreata attraverso un meccanismo scenografico. Una citazione della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, a ricordo della Milano di un tempo. www.carloecamillainsegheria.it 77


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RICHARD GINORI In queste pagine: “Tazze con coperchio” della collezione Giftware “Oriente Italiano” su forma Antico Doccia, pezzi della tradizione rivisitati con colori e ironia moderna.

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RICHARD GINORI Collezione Giftware SI AFFIANCA ALLA COLLEZIONE TABLEWARE LA PROPOSTA GIFTWARE, NATURALE EVOLUZIONE DEI DECORI DELL’ART DE LA TABLE DELLA MANIFATTURA, CON VASI, POTICHE, SET TÊTE-À-TÊTE, SVUOTATASCHE, MUGS, COPPE, PIATTI TORTA, VASSOI, ESPRESSIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO RICHARD GINORI FOTO ARCHIVIO RICHARD GINORI 79


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n fiore stilizzato, conosciuto to nella nel e llaa tradizione tra radi diiziion ne delle d ll de llee ceramiche cera ce raamich mich mi chee fiorentine fior fior fi o en enti tiine come com omee motivo m ti mo tivo v del vo del e “garofano” e reinterpretato da Gio Ponti nel 1946, è il decoro deco coro pprincipe rinc ri nccippe delle n d ll de llee pr pproposte opos op oste os te Tableware Tab able lewa le ware wa re e Giftware Gif iftw twar tw aree “Oriente ar “Oriente Italiano”. Scenari di alba e “O tramonti si plasmano con la precisione dell’aerografo e la fantasia del colore creando un meraviglioso intreccio decorativo su piatti, vasi, svuotatasche, set tazze caffè con coperchio e potiche. Pervinca, azalea, iris, porpora, albus, bario, malachite, vermiglio, citrino e cipria sono i toni che in un elegante gioco di sfumature regalano colore alle forme degli oggetti. La collezione Tableware è realizzata su forma “Antico Doccia” ed è disponibile in assortimento completo tavola, tè e caffè.

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RICHARD GINORI In queste pagine: collezione Tableware “Oriente Italiano” su forma Antico Doccia.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA DESIGN IN TAVOLA

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ella collezione “Cartiglio” la memoria di un paesaggio, la poesia del colore rosa, la tecnica autentica dell’arte manifatturiera danno vita a un sottile gioco di rimandi tra passato e futuro, dove l’elemento decorativo, il “paesaggio”, rivive nella determinazione dei colori del nero, del giallo e del turchese. La forma prescelta per la collezione Tableware “Cartiglio” è la forma “Impero”, manifesto di rigore e di raffinata semplicità. Nata nel 1790, con le sue sagome cilindriche la forma “Impero” richiama gli analoghi modelli settecenteschi, improntati alle linee dell’eleganza neoclassica. La collezione Tableware “Cartiglio” è interamente dipinta a mano e prevede un assortimento completo tavola, tè e caffè. I “Vasi Impero Cartiglio” della nuova collezione Giftware, rievocazione di antichi vasi da farmacia a calice di ispirazione neoclassica, seguono una forma slanciata ed elegante. Presenti nell’archivio del Museo in riferimento al periodo Impero, i vasi erano utilizzati per contenere unguenti, polveri, spezie e sostanze medicinali. 82


RICHARD GINORI In queste pagine: “Vasi Impero Cartiglio”della nuova collezione Giftware e piatto “Cartiglio” della collezione Tableware su forma Impero. 83


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na storia del saper fare per la collezione “Contessa”, dove la straordinaria decorazione, affidata all’eccellenza della tecnica artigianale e alla precisione dell’aerografo, rivela le nuove collezioni di piatti torta, svuotatasche e alzate, disponibili nei colori del citrino, onice, indaco e smeraldo. La straordinarietà del processo “dilaccatura”, una decorazione al negativo, dove il colore in eccesso viene rimosso con la stessa assoluta precisione di una pittura a mano per dar spazio alla filettatura in oro zecchino, platino o bianco assoluto Richard Ginori, è utilizzata nella lavorazione di tutte le proposte, realizzate su forma “Impero”. I nuovi “Vassoi Contessa” della collezione Giftware sono realizzati con manico aerografato a mano e filettatura in platino e oro. La collezione Tableware prevede un assortimento completo tavola, tè e caffè.

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Ogni elemento della “Collezione Paesaggio” è unico e rappresenta un paesaggio diverso realizzato con l’autentica tecnica dell’esecuzione a spolvero, testimone dell’eccellenza della Manifattura

RICHARD GINORI

In queste pagine: “Vassoi Contessa” ed elementi del servizio caffè, su forma Impero.

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OGGETTI OGGETTI DESIGN DESIGN MAGAZINE MAGAZINE IN DESIGN TAVOLA IN TAVOLA

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igorosa. Razionale. Un percorso logico di linee evoca l’immagine di un labirinto e crea una cornice grafica che distingue la collezione “Labirinto”. Perfetta sintesi tra antica cultura e design moderno di cui Gio Ponti fu uno dei massimi esponenti, la collezione si ispira al decoro ideato dal maestro nel 1926. La forma “Impero” con le sue sagome cilindriche richiama gli analoghi modelli del tardo settecento, improntati alle linee dell’eleganza neoclassica, ed esalta lo stile e il rigore della collezione. Nella nuova collezione Giftware “Labirinto” un percorso di linee si interseca in modo armonioso per creare un disegno geometrico che si declina in tutte le proposte. Stile e rigore esaltano vasi, piatti torta, alzate, svuotatasche, coppe, vassoi e mugs. Nero, smeraldo, zaffiro e scarlatto il percorso cromatico delineato da “Labirinto”. La collezione Tableware “Labirinto” prevede un completo assortimento tavola, tè e caffè.

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RICHARD GINORI In questa pagina: “Collezione Oro di Doccia” su forma Vecchio Ginori, realizzata nei colori giada, magenta e turchese.

RICHARD GINORI In questa pagina: “Collezione Val d’Orcia” su forma Vecchio Ginori, disponibile in assortimento completo tavola, tè e caffè.

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imboli decorativi intramontabili, figure di galli Ji Ondori, trame armoniche quasi ad evocare la tessitura di tappeti ornamentali celebrano nella “Collezione Oro di Doccia” il valore dell’arte, il senso di continuità con la tradizione e una modernità inaspettata. La forma è “Vecchio Ginori”, eterna bellezza, mentre le finiture realizzate a mano in oro ne regalano preziosità. Turchese e oro, giada e oro, magenta e oro, i toni prescelti per la Collezione Oro di Doccia che prevede un assortimento completo tavola, tè e caffè.

RICHARD GINORI In pagine: Inqueste una modernità inaspettata, l’eccellenza dell’oro si integra nella “Collezione Oro di Doccia” con elementi del servizio le figure deivassoio galli, simboli decorativi intramontabili, motivi chiave della tradizione Richard Ginori caffè tête-à-tête, e mugs della collezione Giftware “Labirinto”, design Gio Ponti (1926), su forma Impero. 87


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ecori a mano, figure di galli Ji Ondori, regalano ricercatezza alle proposte “Oro di Doccia”. Le finiture realizzate a mano in oro evidenziano la preziosità delle proposte create nei toni del turchese, magenta e giada. Accanto alla collezione Tableware, le nuove proposte Giftware “Piatto Quadro” e “Mugs” grazie all’eccellenza della lavorazione sottolineano il valore dell’arte e dell’eterna bellezza. “Mugs Oro di Doccia” è la serie unica realizzata sulla forma iconica Richard Ginori, la forma “Vecchio Ginori”, e “Piatto Quadro Oro di Doccia”, un oggetto estetico ma funzionale, è un’idea regalo che richiama l’estetica e il prezioso decoro Oro di Doccia della collezione Tableware Richard Ginori.

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RICHARD GINORI In queste pagine: le collezioni Giftware “Piatto Quadro Oro di Doccia” e “Mugs Oro di Doccia” e i piatti della collezione Tableware “Oro Di Doccia”, su forma “Vecchio Ginori”. 89


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HUTSCHENREUTHER Blue Style CON LA COLLEZIONE “BLUE STYLE” REALIZZATA PER I 200 ANNI DI ANNIVERSARIO, LO STORICO BRAND RIELABORA IL DECORO “CIPOLLA” NEL SEGNO DELLA GRAFICA DIGITALE TESTO A CURA DI OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO HUTSCHENREUTHER 90



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Per creare un decoro che reinterpretasse gli elementi base del motivo “Cipolla” sulle superfici, sono stati armonizzati i motivi storici con le tendenze del tessile e della moda

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on una collezione dedicata, il brand Hutschenreuther festeggia il suo 200° anniversario combinando tradizione e modernità, passato e presente, vecchio e nuovo. Nasce così la collezione anniversario “Blue Style”, che comprende dodici piatti parete in edizione limitata, un set da tavola e una gift collection. L’idea è quella di fondere i motivi storici del decoro con le tendenze del tessile e della moda, per creare un modello che mantenga gli elementi tradizionali del motivo “Cipolla” reinterpretandolo sulle superfici. Il progetto è stato affidato ai designer olandesi Shirley Muijrers e Marty Lamers, tra i più versatili dei Paesi Bassi nel campo tessile e della decorazione, che hanno trasposto l’elemento artigianale proprio del decoro Cipolla nel mondo digitale moderno. I due designer si sono concentrati sui fiori che, attraverso linee spezzate e la presenza combinata con gli altri elementi creativi, sono stati riletti rimanendo comunque inconfondibili. La preminenza del blu, tratti che sembrano tracciati con la penna a sfera e bordi ridefiniti, danno vita a una grafica astratta e moderna. Un richiamo alla memoria della tradizione storica del design originale ma anche in linea con la moda della produzione artigianale. Un sottile rivestimento in titanio enfatizza i fiori blu e dona a questa collezione d’anniversario una apparenza brillante e fortemente contemporanea dal look metallico. Il brand Hutschenreuther è distribuito in Italia da Sambonet Paderno Industrie. www.rosenthal.de/hutschenreuther/anniversary-collection-en/

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HUTSCHENREUTHER COLLEZIONE BLUE STYLE In queste pagine: della collezione “Blue Style”, design Shirley Muijrers e Marty Lamers (2014), 6 dei 12 piatti parete realizzati in edizione limitata. Nella pagina a sinistra, vasi e leoni della “Gift Collection”.

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ARZBERG mood ARZBERGNew Forma 1382

ECCELLENTE PER QUALITÀ DI PORCELLANA E RICERCA STILISTICA, ARZBERG SINTETIZZA ILICTUR, SEQUATIOREM FUGIASTRA REMTRADIZIONE ESTOTA VOLUPTATI IMUS AUTEM UNAB CONCETTO DI TAVOLA SOSPESO E MODERNITÀ CON IL RESTEMPOS RILANCIO SOLUPTA EPELLIQ UUNTEM DOLORESSI SIMUS ET OD REHENDAE ITAE. NAM DELLE SUE COLLEZIONI DI PUNTA DAL DESIGN MULTIFUNZIONALE E SEMPRE DIIDUCILIS TENDENZA TESTO A CURA DI XXXXXX OMBRETTA BERTINI FOTOXXXXXX ARCHIVIO ARZBERG TESTO XXXXX FOTO ARCHIVIO 94


ARZBERG In queste pagine: nella pagina a sinistra, collezione tavola in porcellana “Profi”, design Heike Philipp. Qui sopra, collezione tavola in porcellana “Form 2000”, design Heinrich Löffelhardt. 95


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ARZBERG In queste pagine: sopra, collezione “Gourmet” in versione bianco e, sotto, collezione “Profi”, design Heike Philipp. Nella pagina a destra, collezione “Tric”, design Michael Sieger (2014), disponibile in 15 tonalità di colore.

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ondato nel 1887 in Baviera, il brand Arzberg è entrato a far parte del Gruppo Sambonet Paderno Industrie nel 2013. Grazie a questo, dall’inizio del 2014 il marchio vive una nuova vita, con il rilancio delle sue collezioni di punta. Forte di un prestigio consolidatosi grazie alla progettualità di designer come Hermann Gretsch, che nel 1931 creò la celebre collezione di design “Form 1382” basandosi sui principi del Bauhaus, Arzberg rappresenta da sempre una pietra miliare nel panorama della porcellana di qualità. Accanto a linee designed oriented dominate dal bianco, come le classiche “Form 2000” di Heinrich Löffelhardt e “Form 2006” di Peter Schmidt, Arzberg propone una serie di collezioni che sperimentano con il colore. Toni caldi o sfumature tenui, nuances brillanti o timide e polverose: il colore detta le nuove tendenze in tavola. La linea “Tric”, firmata da Michael Sieger, rappresenta una perfetta sintesi tra funzionalità e stile. Contemporanea e al tempo stesso piacevolmente rétro, perfetta per una tavola monocromatica o per un mix&match di tonalità differenti, “Tric” è adatta ad atmosfere informali ma di tendenza, con le sue linee ben definite, ispirate alla forma conica, che diventano pretesto per presentare una gamma di 15 colori freschi e vivaci. Disegnata da Heike Philipp all’insegna della multifunzionalità, la collezione “Profi” mostra una particolare sensibilità al design. Le sue forme morbide si adattano alle delicate nuances pastello, alternate al profilo bianco del bordo che ricorre in ogni elemento. Grazie allo spessore della porcellana e all’ampiezza della base di piatti e piattini, le linee sinuose della collezione “Profi” garantiscono resistenza e durevolezza per un uso intensivo e quotidiano. Arzberg è ditribuita in Italia dal Gruppo Sambonet Paderno Industrie. www.sambonet.com www.arzberg-porzellan.com

Coniugando l’eccellenza qualitativa della materia prima alla ricerca di uno stile fresco e contemporaneo, Arzberg propone un design multifunzionale, colorato e di grande tendenza

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Villeroy&Boch Classica eleganza UNO STILE SENZA TEMPO, UN’AMPIA GAMMA DI DECORI NEI COLORI DI TENDENZA E ATTENZIONE ALL’ESTETICA E ALLA FUNZIONALITÀ PER LE NUOVE COLLEZIONI TAVOLA TESTO A CURA DI ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO VILLEROY&BOCH


VILLEROY&BOCH In queste pagine: collezione “Anmut Flowers” (2014), in Premium Bone China. La collezione “Anmut” è stata sviluppata per la prima volta da Karl Leutner negli anni Cinquanta.

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na miscela unica di romanticismo e classica eleganza. La collezione “Anmut Flowers” riprende la forma armonica sviluppata per Villeroy & Boch da Karl Leutner nel 1950 e la declina in una nuova versione dall’immagine fresca e floreale, adatta a una tavola moderna e dal gusto raffinato. La collezione si compone di piatti piani e fondi di diverse misure, tazze, una zuccheriera, una lattiera e un’ampia scelta di ciotole. Utilizzabile individualmente, “Anmut Flowers” si abbina in maniera armonica anche alle collezioni “Anmut”, in bianco candido, e “Anmut My Colour”, disponibile in diversi colori e decori con una vasta possibilità di personalizzazione. 99


OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN IN TAVOLA

VILLEROY&BOCH In queste pagine: la collezione “La Nuova Classica” e, nella pagina a destra, elementi della collezione “La Classica Contura”.

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n design dalle linee nette, con proporzioni armoniche e attenzione alle esigenze alimentari contemporanee. Si caratterizza per l’eleganza senza tempo e un’estetica moderna e funzionale la nuova collezione “La Nuova Classica” di Villeroy & Boch. Con echi architettonici che affondano le radici nelle produzioni storiche della manifattura, la collezione è pensata per aspiranti chef desiderosi di sorprendere gli ospiti con le loro prelibatezze e una presentazione impeccabile. La collezione include la tradizionale gamma di articoli per la tavola in Premium Bone China di alta qualità e una serie di accessori in vetro coordinati. In aggiunta alla versione bianco ottico, l’opzione decorata dal nome “La Classica Contura” opta per un motivo grafico dai colori neutri e ispirato alla forma “a cupola”. www.villeroy-boch.com

La collezione “La Classica Contura” presenta un decoro con linee e motivi geometrici ispirati agli elementi architettonici e si accompagna a una serie di accessori in vetro coordinati


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MODIGLIANI La Forma del Rosso PERSEGUENDO LA SPINTA INNOVATIVA DELLE SUE ULTIME COLLEZIONI, MODIGLIANI REINVENTA COLORI E DECORI PER UNA TAVOLA CONTEMPORANEA ALL’INSEGNA DELLA CONVIVIALITÀ TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO STUDIO INSIGHT 102


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ata da un felice connubio fra il design più innovativo e il rispetto della migliore tradizione ceramica, la collezione “La Forma del Rosso” di Modigliani si caratterizza per le linee pulite e le forme morbide, valorizzate dall’accostamento del bianco assoluto con pennellate sovrapposte di colore rosso acceso. Un mood dalla forte identità e dai gusti decisi, pensato per una tavola contemporanea che non disdegna un certo amore per la classicità e il piacere di una mise en place a regola d’arte. Realizzata in ceramica modellata a mano, la nuova linea “La Forma del Rosso”, come tutta la produzione Modigliani, è rigorosamente made in Italy e rispettosa della tradizione artigiana, valorizzata anche attraverso un accurato e costante studio dei nuovi trends richiesti dal mercato. L’utilizzo di materiali di alta qualità, la ricerca di forme e smalti innovativi e l’ampia gamma di decori rappresentano del resto il vero cuore del progetto Modigliani: un successo perseguito dal 1983 e riconosciuto anche a livello internazionale. www.modigliani.it

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MODIGLIANI In queste pagine: il nuovo servizio tavola “La Forma del Rosso”, posate “Via Veneto”, nella versione in rosso, e tumbler e calice “Tivoli” 103


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ZANOTTA In queste pagine: composizione divano “Scott”, design Ludovica + Roberto Palomba (2014), cuscini Pied de poule, Canneto ed Extra, tavolino “Tempo”, design Prospero Rasulo (2001), e chaise longue “Lama”, design Ludovica + Roberto Palomba (2006). 104


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE ITALIAN LIVING DESIGN

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ZANOTTA In queste pagine: divano “Undercover”, design Anna Von Schewen (2014), tavolino “Emil”, design Frank Rettenbacher (2014), poltrone “Sacco”, design Gatti, Paolini, Teodoro (2008), in tessuto Pied de poule, e sedile “Sella”, design Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1957). Nella pagina a destra, composizione divano “Scott”, design Ludovica + Roberto Palomba (2014), chaise longue e pouf “Grandtour”, design Ludovica + Roberto Palomba (2014), lampada “Arco”, design Achille e Pier Giacomo (1962), e sgabello“Mezzadro”, design Achille e Pier Giacomo (1957).

ZANOTTA.it I 60 ANNI DI ZANOTTA RICONFERMANO LA CAPACITÀ STRATEGICA DI IMPOSTARE UN SISTEMA-DESIGN DOVE LE SCELTE PROGETTUALI ACCOMPAGNANO LA REALIZZAZIONE DI PRODOTTI CONTEMPORANEI, ACCURATI NELLE FINITURE E NEI DETTAGLI COSTRUTTIVI FOTO ARCHIVIO ZANOTTA

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ella nuova serie di divani “Scott”, ideata da Ludovica+Roberto Palomba, gli elementi imbottiti interagiscono con alcuni nuovi accessori d’arredo, generando utilizzi diversificati nello spazio. Scott ha sedute basse, larghe e generose sia nei divani monoblocco con pouf, sia nei componibili da impiegare in composizioni lineari o ad angolo. Ideale la collocazione delle soluzioni articolate di Scott in ambienti ampi e socialmente aperti, dove creare corner e isole multi-funzionali. L’integrazione sul piano compositivo è affidata a piccoli tavolini e librerie, agili e versatili, che fanno da supporto a ciò che serve nell’area conversazione e relax. I divani “Undercover”, della designer svedese Anna Von Schewen, nascono da una ricerca su un nuovo concetto di personalizzazione e sartorialità abbinata al living: una fessura orizzontale nello schienale imbottito rivela uno strato diverso per colore e textures. La progettualità tessile si unisce al comfort elevato, per rispondere alle esigenze dell’abitare contemporaneo. I cuscini della seduta hanno un rivestimento trapuntato e sfilabile in stoffa o pelle, i cuscini di schienale e bracciolo sono imbottiti in piuma d’oca.

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CARLO MORETTI In queste pagine: le nuove collezioni della Carlo Moretti declinate in inedite e innovative colorazioni neutre, che scelgono i toni del bianco e del grigio accostati alla leggerezza e alla trasparenza del cristallo. L’ispirazione attinge al prezioso e ricco patrimonio dell’azienda coniugando tradizione e ricerca continua. 108


La città della Carlo Moretti UN’INEDITA SCELTA CROMATICA NEI TONI DEL BIANCO, DEL GRIGIO E DEL CRISTALLO LUCENTE PER LE NUOVE COLLEZIONI DI VASI, ELEMENTI CONTENITORI E OGGETTI D’ARTE DEL MARCHIO MURANESE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO CARLO MORETTI 109


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na poetica del vetro rivolta alla sua essenza più intima, conferma dello spirito creativo che contraddistingue da sempre il marchio Carlo Moretti. Nella costante di una cifra stilistica inconfondibile, il nuovo corso della Carlo Moretti attinge all’archivio dei fondatori, i fratelli Carlo e Giovanni Moretti, come a un tesoro di inesauribili invenzioni capaci di precorrere i tempi: un patrimonio dove l’unità di misura non è più l’elemento temporale bensì il valore, senza età, della semplice e più autentica bellezza. Forte di una tradizione votata alla ricerca di linguaggi sempre nuovi e alla continua sperimentazione di forme e materiali, Carlo Moretti presenta una nuova proposta di oggetti d’arte a comporre una città ideale, declinata nei toni del bianco, del grigio e del cristallo lucente, quasi una sfida al propagarsi del colore. Una scelta cromatica trasversale, che coinvolge collezioni storiche e produzioni più recenti come i vasi

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“I Piccoli” (ed. lim.) e “Singleflower”, i bicchieri “Bora” e “I Diversi”, le coppette “Le Diverse”, il vaso “Troncocono” riproposto in un’inedita versione con base color acciaio. Una piccola rivoluzione che interessa anche una delle linee più amate e rappresentative del marchio muranese, quella collezione “Rossomoretti” che comprende i vasi “Polaris”, “Airbubble” e “Pirus”, declinati nelle due nuove colorazioni “dandy” (grigio lattimo) e “niveo” (bianco lattimo). www.carlomoretti.com

CARLO MORETTI In queste pagine: da sinistra, in primo piano, si distinguono il vaso “Singleflower” della linea “Fondamentali”, i vasi e gli elementi contenitori “Pirus” della linea “Rossomoretti” nelle nuove colorazioni dandy e niveo, il “Decanter” della linea “Fondamentali” e il vaso “Troncosfera”, qui anche in colore rosso. 111


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POLIFORM.it FA PARTE DI UN HOME PROJECT TOTALE IL DIVANO “BRISTOL” CHE SI DECLINA IN SOLUZIONI COMPOSITIVE DI FORTE ORIGINALITÀ, COMPLETE DI TAVOLINI, MADIE, SCRITTOIO E POUF FOTO ARCHIVIO POLIFORM 112


POLIFORM In queste pagine: composizione divani della collezione “Bristol�, design Jean-Marie Massaud (2013).


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Forme morbide e comfort avvolgente, grazie alla doppia cuscinatura, associate alla leggerezza dei braccioli sottili, contraddistinguono l’estetica dei divani “Bristol” di Poliform

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oliform amplia la propria offerta tipologica, con una varietà di proposte all’insegna della versatilità, per l’area living nella sua componente dedicata al comfort, in piena coerenza con i sistemi componibili e i complementi.In collaborazione con prestigiosi designer internazionali, ha realizzato una serie di imbottiti concettualmente differenti, in grado di esplorare un’ampia gamma di approcci estetici e di diventare parte di un “home project” totale, dove ogni elemento d’arredo trova corrispondenza in un progetto di interior design fortemente unitario. Ne è un esempio la linea di divani componibili Bristol”, disegnata da Jean-Marie Massaud, che è un vero e proprio “Bristol System” composto di una serie di tavolini centrostanza, tavolini retrodivano e madie a giorno attrezzabili con contenitori con cassetto e ribalta o a giorno, scrittoio e pouf in cuoio, con finiture laccato opaco colori, laccato lucido colori (escluso contenitori), rovere spessart e rovere cenere. 115


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L’OCA NERA In queste pagine: da sinistra, cuscini nei colori bianco e fango, portacandela alto e basso con base in legno sbiancato, giara media, piccola e grande, portacandela piccolo, alto e largo, plaid nei colori bianco e fango.


L’Oca Nera Idee di charme IL LIVING DE L’OCA NERA PER LA PROSSIMA STAGIONE SI ARRICCHISCE DI NUOVE FRAGRANZE E COMPLEMENTI PER LA CASA, PORTACANDELE E GIARE RAFFINATE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO L’OCA NERA

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L’OCA NERA In queste pagine: cuscini e plaid nei colori bianco e fango. Nella pagina a destra, in alto, portacandela a calice piccolo, alto e largo e giare in vetro con base e sfera in legno sbiancato; sotto, le nuove collezioni di candele con eleganti scatole regalo. 118


Le nuove collezioni di candele de L’Oca Nera si esprimono in una ricca varietà di fragranze, dalle più delicate alle più intense, con le note naturali di bergamotto, rosa, pino e oliva

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’Oca Nera aggiunge un nuovo intrigante capitolo alla sua narrazione sulla casa di stile e presenta una raffinata selezione di oggetti e complementi pensati per esprimere con gusto l’emozione e il piacere dello stare insieme. Il living de L’Oca Nera si arricchisce così di essenze esotiche e profumi ricercati, grazie alle nuove collezioni di candele dagli aromi suggestivi. In una ricca selezione di fragranze, dalle più delicate come “Lemon Verbena” e “Green Tea Jasmin” alle più intense come “Patchouli” e “Sandalwood”, le candele bianche sono proposte in due misure e racchiuse in raffinate scatole bianche e oro. Essenze maditerranee e note naturali di “Bergamotto”, “Rosa”, “Pino” e “Oliva” caratterizzano invece la collezione di candele adornate da un raffinato fiocco in raso e completate da un’elegante scatola in oro e pearl. Entrambe le collezioni

sono vere e proprie gift ideas. Protagoniste anche della seconda nuova proposta living firmata L’Oca Nera, le candele con la loro luce morbida e soffusa sono esaltate dalla trasparenza di portacandele a calice con base in vetro, ideali da comporre insieme per ricreare una luce naturale di raffinata intensità. Arricchiscono infine il catalogo per l’autunno inverno 2014 anche le deliziose giare in vetro con base e sfera di chiusura in legno sbiancato, disponibili in due misure (piccola e grande), da riempire con piccole piante, aromi e decori, oltre ai nuovi morbidi cuscini e plaid nei toni del bianco panna e fango, che riproducono eleganti tricot a maglia effetto buccia d’arancia, pronti per assecondare il desiderio di relax al termine di una giornata densa di impegni, sorseggiando una tazza di tè caldo in compagnia di una buona lettura. www.locanera.it 119


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ALESSI Light&Home design AGGIUNTO CON SUCCESSO DA ANNI NELL’ENCICLOPEDIA ALESSI, IL CAPITOLO TIPOLOGICO DEL COMPLEMENTO D’ARREDO RICONFERMA IL PROFILO DI ECCELLENZA DEL SUO DESIGN FOTO ARCHIVIO ALESSI 120


ALESSI In queste pagine: a sinistra, lampada “Amanita”, design Fratelli Campana (2012), in rattan con tripla accensione, dotata di due lampadine a fluorescenza, a risparmio energetico in classe A. A destra, Tavolino portariviste in zama cromata e resina termoplastica “Pick-Up”, design Jakob Wagner (2013), (foto Santi Caleca).

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a Lampada da tavolo “Amanita” dei Fratelli Campana è realizzata in rattan intrecciato a mano in una forma che ricorda l’elegante portamento a ombrello dell’omonimo fungo. L’illuminazione morbida e diffusa che filtra attraverso la trama crea un effetto suggestivo con piccoli passaggi di luce che generano un’atmosfera calda e accogliente. “Amanita” è dotata di due lampadine, una nella base e una nella parte superiore che possono essere comandate separatamente permettendo la scelta fra tre diverse combinazioni luminose. Con Jakob Wagner si è aggiunto un nuovo autore al catalogo Alessi e un ulteriore prodotto nella serie dei complementi d’arredo. Il poliedrico designer danese si è cimentato con il progetto di un Tavolino portatile, facilmente trasportabile nei diversi ambienti della casa, che svolge anche la funzione di portariviste. “Pick-Up” esprime la ricerca delle forme essenziali, semplici ma ricche di dettagli funzionali che l’autore persegue nei suoi lavori. Il piano rotondo del tavolino, fissato a una struttura portante in zama cromata, è realizzato in materiale termoplastico nel colore bianco con finitura opaca; nel suo centro si trova un ampio incavo ergonomico che permette una presa agevole. Il contenitore portariviste, dalla superficie esterna finemente ondulata, è in materiale termoplastico in due versioni colore: trasparente e grigio traslucido. 121


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ALESSI In queste pagine: Contenitore multiuso “CrissCross”, design Eero Aarnio (2013), in alluminio anodizzato e alluminio anodizzato nero. Nella pagina a destra, Orologio da parete in ABS “Firenze”, design Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1996 su progetto del 1965), movimento al quarzo, quadrante nero con lancette bianche e quadrante bianco con lancette rosse. Sotto, Accessori per il bagno “Birillo”, design Piero Lissoni (2010/2013), realizzati in materiale termoplastico PMMA nei colori bianco e grigio scuro a finitura lucida.

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ero Aarnio ha firmato per Alessi il Contenitore “CrissCross”, un piccolo complemento d’arredo di grandi dimensioni, leggero e capiente. Originariamente concepito in legno e pensato per essere prodotto artigianalmente, “CrissCross”, pur modificando il materiale, ha mantenuto il carattere artigianale: buona parte della lavorazione implica passaggi manuali, come la disposizione delle fasce rivettate al bordo superiore che creano il reticolo ortogonale. Realizzato in alluminio anodizzato, metallo tra i più leggeri che intende nelle intenzioni dell’autore richiamare la leggerezza del legno, “CrissCross” è un complemento d’arredo versatile che può essere utilizzato nei diversi ambienti della casa: come portariviste, da appoggiare su un piano o sul pavimento, oppure come centrotavola importante o come oggetto ornamentale. Provvisto di feltrini antigraffio, “CrissCross” è disponibile in due versioni colore: alluminio e nero.


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isegnato originariamente dai fratelli Castiglioni nel 1965 in occasione della mostra fiorentina La casa abitata a palazzo Strozzi, l’Orologio da parete “Firenze”, entrato a far parte del catalogo Alessi nel 1996, viene proposto in due nuove varianti colore che si aggiungono alle quattro versioni già presenti a catalogo. Frutto di una ricerca svolta da Claudia Raimondo - consulente di Alessi per le ricerche legate al colore e alla finitura degli oggetti - presso gli archivi dello Studio Museo Achille Castiglioni, la nuova palette di colori attinge al linguaggio cromatico originale dei due autori. L’estrema leggibilità del quadrante rotondo con cifre della numerazione romana e “la sua vivace essenzialità” fanno dell’Orologio “Firenze” un piccolo capolavoro castiglionesco. L’Orologio da parete “Firenze” è realizzato in ABS con movimento al quarzo.

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a famiglia di Accessori per il bagno “Birillo”, disegnata da Piero Lissoni nel 2010, è diventata ancora più numerosa grazie all’introduzione di cinque nuove tipologie di oggetti: Porta fazzoletti di carta, Contenitore per rotoli di carta igienica, Dosatore per sapone liquido, Contenitore da bagno a scomparti con coperchio e Portasaponi per doccia e vasca da bagno. La serie “Birillo”, progettata sulla forma di un quadrato stondato, “un quadrato imperfetto o un rotondo completamente sbagliato“, come ama definire lo stesso Lissoni, è realizzata in materiale termoplastico PMMA ad alto spessore a finitura lucida nel colore bianco e nella nuova variante grigio scuro. La base d’appoggio, sfuggente alla vista, rende gli oggetti in apparenza galleggianti. L’originale packaging della serie “Birillo” è stato disegnato dallo studio Graph.x. www.alessi.com 123


OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS ASSOCIAZIONI

altagamma.it Stefania Lazzaroni è il nuovo Direttore Generale della Fondazione Altagamma. All’interno dell’associazione che riunisce le principali imprese del made in Italy nel campo della moda, design e food, Lazzaroni si occuperà della gestione e del coordinamento delle attività di Altagamma, con l’obiettivo di dare nuovo impulso a questo sistema d’imprese e sollecitare una maggiore collaborazione da parte delle istituzioni. Con l’arrivo di Stefania Lazzaroni viene introdotto in Altagamma il ruolo di Direttore, che mette l’accento su una maggiore responsabilità di gestione, in un momento in cui tra le priorità indicate dal Presidente Andrea Illy c’è l’esigenza di un’azione forte e coordinata del sistema italiano del lusso sui mercati internazionali.

adi-design.org Eletto Presidente ADI (Associazione per il Disegno Industriale) lo scorso maggio, Luciano Galimberti con il nuovo Comitato Esecutivo punta al rilancio organizzativo e strategico dell’associazione e alla creazione di un polo internazionale del design (Casa del Design), all’interno del quale troverà luogo la nuova sede ADI e ARCADI Museo del Compasso d’Oro Milano. La strategia del Comitato si svilupperà attorno a tre linee coordinate: l’identità culturale dell’ADI e i suoi valori professionali ed etici, la capacità di rappresentare le idee e gli interessi del design, il raggiungimento dell’autonomia economica grazie alla messa in valore dei servizi offerti dall’associazione.

ASSAREDO federlegnoarredo.it Si è svolta presso il Grand Hotel di Como l’Assemblea annuale di Assarredo, durante la quale sono stati eletti il Presidente dell’associazione, il Consiglio Direttivo e gli organi direttivi dei Gruppi per il prossimo triennio. “In questi tre anni si è fatto molto e questa riconferma permette una continuità rispetto alle azioni intraprese e agli obiettivi proposti, molti dei quali già realizzati”, ha affermato dopo la rielezione il Presidente Giovanni Anzani, AD Gruppo Poliform. Le priorità rimangono la formazione e la comunicazione, “perché è necessario imparare a comunicare facendo conoscere l’italianità in tutto il mondo. Inoltre, con la Presidenza Europea di questo semestre ed Expo Milano 2015 abbiamo una grande aspettativa sui consumi interni dell’Italia”.

ASSOLUCE federlegnoarredo.it Stefano Bordone, Presidente di Kundalini, è stato eletto nuovo Presidente Assoluce. L’elezione è avvenuta durante l’Assemblea Generale di Assoluce, l’associazione che raggruppa le più importanti aziende italiane produttrici di apparecchi d’illuminazione, un settore che nel 2013 ha generato un fatturato alla produzione di 2.146 miliardi di euro. “Mai come oggi”, ha sottolineato il neo Presidente Bordone, “le imprese del settore necessitano di un luogo di aggregazione. Penso innanzitutto al tema dell’export, che sarà una delle sfide su cui la mia presidenza sarà chiamata a confrontarsi. Ma penso anche ai cambiamenti in atto sul fronte delle normative di settore e delle tecnologie”.

pittimmagine.com L’Assemblea dei soci di Pitti Immagine approva il bilancio 2013 e rinnova il Consiglio di Amministrazione per il prossimo mandato, confermando il Presidente Gaetano Marzotto. Nel formulare a tutto il nuovo Consiglio gli auguri per gli impegni futuri, Stefano Ricci, Presidente CFMI Centro di Firenze per la Moda Italiana e socio di maggioranza di Pitti Immagine, ha espresso soddisfazione per l’ingresso dei quattro nuovi consiglieri, imprenditori italiani di prestigio: Francesco Barberis Canonico, Direttore creativo della Vitale Barberis Canonico; Andrea Lardini, Presidente e amministratore unico della Lardini; Claudio Marenzi, AD di Herno, Presidente di Classico Italia e di Sistema Moda Italia; Toni Scervino, amministratore unico della Ermanno Scervino. 124


CARLO MORETTI Ăˆ a Milano in via Spiga il nuovo flagship store della Carlo Moretti con produzioni storiche e collezioni contemporanee.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE FLAGSHIP STORE CARLO MORETTI

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CARLO MORETTI In queste pagine: gli interni del nuovo flagship store della Carlo Moretti a Milano.

Carlo Moretti Via Spiga 48 NEL QUARTIERE MILANESE DEL LUSSO PER ECCELLENZA L’INAUGURAZIONE DEL NUOVO FLAGSHIP STORE DELLA CARLO MORETTI, FRA PRODUZIONI STORICHE E COLLEZIONI RECENTI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO CARLO MORETTI 127


OGGETTI DESIGN MAGAZINE FLAGSHIP STORE CARLO MORETTI

CARLO MORETTI In queste pagine: alcune vedute degli spazi al primo piano al 48 di via della Spiga., a Milano Qui sopra in esposizione, in primo piano, i vasi “Singleflower” e i bicchieri “Bora” e, sul fondo, i vasi “Pirus” e i “Calici da Collezione”.

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In esposizione permanente al primo piano del flagship store, una rappresentanza disponibile di tutte le collezioni realizzate dalla Carlo Moretti nei suoi oltre cinquant’anni di attività

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l 48 di via della Spiga, tre ampie vetrine in un cortile interno celano uno spazio di 130 metri quadri su due livelli, che comprende il flagship store e lo showroom di rappresentanza. Inaugurato in occasione della 53a edizione del Salone Internazionale del Mobile di Milano, il nuovo punto vendita della Carlo Moretti si caratterizza per l’originale arredamento in legno e ferro, con pannelli divisori sospesi, pavimenti in assi lignee e un sistema di luci a giorno su pareti scure. Più che un negozio un laboratorio, dedicato al design contemporaneo e ispirato al punto vendita Carlo Moretti che l’artista Paolo Martinuzzi aveva progettato per la storica sede veneziana, accanto alla monumentale facciata di San Moisè. Un inventario di colori

e linee essenziali, dove i materiali utilizzati al vivo entrano in singolare dialogo con la trasparenza e la matericità degli oggetti, capaci di coniugare il savoir faire dei maestri vetrai muranesi con le istanze progettuali del design internazionale. Rivisitato dallo studio Tapiro di Venezia, lo spazio milanese accoglie in esposizione permanente una rappresentanza di tutte le collezioni realizzate dalla Carlo Moretti nei suoi oltre cinquant’anni di vita: un complesso di circa 500 prodotti, tutti presenti nel nuovo catalogo illustrato consultabile sul sito dell’azienda, che comprende anche le più recenti realizzazioni come i vasi “Singleflower” e “Troncosfera”, i bicchieri “Bora” e “Diversi” e le nuove collezioni 2014 dedicate ai “Calici da Collezione”. 129


OGGETTI DESIGN MAGAZINE FLAGSHIP STORE CARLO MORETTI

Ispirato al negozio Carlo Moretti progettato nel 1979 dall’artista Paolo Martinuzzi a Venezia, lo spazio milanese comprende anche uno showroom di rappresentanza dedicato al lighting

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CARLO MORETTI In queste pagine: lo showroom di rappresentanza con un’area dedicata al settore illuminazione e lighting contract. Iin basso, a destra, una delle vetrine nel cortile interno di via della Spiga 48 con l’esposizione del “Trittico Carlo Moretti” composto dal vaso “Ovale”, dal vaso “Cartoccio” e dal vaso “Asimmetrico”

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ggetto di una necessaria quanto accurata selezione, la cosiddetta “produzione storica”, formata dalle “Collezioni d’autore”, i “Calici da Collezione”, i “Fondamentali”, i “Rossomoretti”, i “Contemporanei”, i “Cristalli di Murano” e i “Complementari”, è invece presentata attraverso la riproposizione, in una nuova veste, del celebre “Trittico Carlo Moretti” in edizione numerata, che comprende le tre opere in Cristallo di Murano più rappresentative della storia e della creatività dell’azienda: il vaso “Ovale” con piede (1977), il vaso “Cartoccio” (1983) e il vaso “Asimmetrico” (1985).

L’inaugurazione del flagship store milanese Momento significativo nel nuovo corso della Carlo Moretti, dopo il passaggio di proprietà avvenuto lo scorso anno, l’inaugurazione del flagship store milanese testimonia la volontà, espressa dalla nuova gestione, di sviluppare e consolidare, nel rispetto dell’identità di marchio in un contesto contemporaneo, la propria presenza sul mercato nazionale e internazionale, attraverso una strategia che vede una progressiva e costante innovazione gestionale, di prodotto e di approccio al mercato, unita all’implementazione del settore Lighting Contract. “Fabbrica d’autore” fondata a Murano nel 1958 dai fratelli Carlo e Giovanni Moretti, appartenenti a una famiglia di imprenditori del vetro, la piccola ditta che produceva bicchieri a livello artigianale si trasforma ben presto in un luogo unico, dove creatività e scelte strategiche coincidono in una firma personale e inconfondibile. Fino alla svolta dei primissimi anni Settanta, con la riscoperta del Cristallo di Murano e la continua sperimentazione di forme e materiali, anche attraverso lo sviluppo della produzione di vetro colorato, in un unico strato o incamiciato, utilizzando particolari ossidi di terre rare che permettono di ottenere tonalità inedite. Una produzione di manufatti da collezione, con oggetti di culto per la casa, vasi e bicchieri in particolare, capaci di condizionare gusti e consuetudini, realizzati in numero limitato, soffiati a bocca e rifiniti a mano, con firma a punta di diamante e relativo certificato di autenticità. Infine, a riconferma del nuovo corso intrapreso da questa prestigiosa Fabbrica d’autore veneziana, ricordiamo che, lo scorso mese di luglio, la Carlo Moretti ha inaugurato il suo punto vendita di Kitzbühel, in Vorderstadt 29, la via principale della nota cittadina austriaca. www.carlomoretti.com 131


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FLAGSHIP STORE RICHARD GINORI In queste pagine: uno dei saloni con pareti e soffitto a volte decorati con l’iconico soggetto di Richard Ginori, i “Galli Ji Ondori” dipinti a mano con un effetto anticato, e il giardino d’inverno con le preziose vetrate dell’architetto fiorentino Tito Chini, situato nella serra dell’antica corte restaurata, sede di mostre ed eventi. 132


Casa Ginori Firenze RICHARD GINORI HA RIAPERTO LO STORICO NEGOZIO DEL 1802 SITUATO NEL “PALAZZO GINORI” IN VIA DE’ RONDINELLI NEL CUORE DEL QUARTIERE DE’ TORNABUONI, TESTO A CURA DI ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO RICHARD GINORI 1735 133


OGGETTI DESIGN MAGAZINE FLAGSHIP STORE RICHARD GINORI

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ulla facciata lo stemma in oro zecchino della Manifattura Ginori, dal XVIII secolo espressione di eccellenza italiana nella produzione artistica di porcellane. Con ingresso da via de’ Rondinelli nel quartiere dei Tornabuoni, considerata una delle zone più eleganti di Firenze, tra boutique di alta moda e noti gioiellieri, ha riaperto i battenti lo storico negozio Richard Ginori con sede nel palazzo di famiglia, inaugurato per la prima volta nel 1802. Oggetto di un recente restauro, il nuovo punto vendita si sviluppa su una superficie di 500 metri quadri disposti su un unico livello, dove sono riprodotti gli ambienti accoglienti di una casa. Cuore del negozio, il salone centrale presenta lunghi tavoli dedicati alla vendita e all’esposizione, con sobrie boiserie nere che corrono lungo le pareti e incorniciano un elegante caminetto: attraversando due grandi passaggi, si scoprono quindi le preziose vetrate dell’architetto fiorentino Tito Chini, che danno accesso alla serra nell’antica corte restaurata, dove in occasione dell’inaugurazione è stata allestita un’esposizione temporanea di tre opere originali di Gio Ponti, direttore artistico della manifattura dal 1923 al 1930: la “Coppa Donatella su funi” (1925), il “Piatto Isabella su fiore” (1925) e il “Vaso Ornamentale” del 1930. “Con la riapertura del flagship store viene

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restituito a Firenze un luogo storico della sua tradizione e si compie un ulteriore passo in avanti nel piano di rilancio intrapreso più di un anno fa per Richard Ginori, prestigioso marchio sinonimo da sempre di artigianalità e made in Italy”, sottolinea Karlheinz Hofer, consigliere di GRG (Gucci Richard Ginori) e Worldwide Operations & Supply Chain Director di Gucci. “Sono certo inoltre che la posizione di prestigio dello storico negozio, nel cuore di una città che accoglie un pubblico proveniente da tutto il mondo, permetterà alla Manifattura di Doccia di acquisire sempre più visibilità sulla scena internazionale”.

FLAGSHIP STORE RICHARD GINORI In queste pagine: la zona dedicata al confezionamento, con scatole di varie fogge e colori con il logo Richard Ginori. A sinistra, il disimpegno di “Casa Ginori”, rivestito da boiserie nere e arredato con mobili della Modellazione restaurati, consolle, specchiere e una grande lavagna espositiva a parete. Il pavimento che ricopre la maggior parte degli spazi di “Casa Ginori” è costituito da parquet recuperato in formelle Versailles.


OGGETTI DESIGN MAGAZINE FLAGSHIP STORE RICHARD GINORI

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umerose le presenze al grande evento dell’inaugurazione, avvenuto in concomitanza di Pitti Immagine Uomo e Firenze Hometown of Fashion, a testimonianza del lungo e solido legame del marchio con la città toscana. Con una proposta espositiva articolata in diversi ambienti domestici, “Casa Ginori” ci accoglie in una combinazione raffinata di eleganza e romanticismo, dove il design rende omaggio al savoir faire dei maestri artigiani e presenta soffitti a cassettoni in legno e soffitti a volta decorati a mano con i “Galli Ji Ondori”, uno dei decori iconici della Manifattura. Un itinerario di visita che comincia dallo scenografico ingresso, riproduzione dei vecchi androni dei palazzi nobiliari fiorentini, con soffitto voltato a botte e una pavimentazione in mattoncini di cotto posati a taglio, per proseguire nella zona living con le sale da pranzo, la cucina e la cosiddetta “Stanza degli innamorati”, una piccola sala rivestita da specchi e caratterizzata da una preziosa cupola con telaio decorato in foglia oro: al centro, un lampadario in porcellana Richard Ginori illumina un romantico tête-à-tête.

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Per celebrare la riapertura del negozio, Richard Ginori ha realizzato inoltre l’esclusiva collezione “Volière”, disponibile in assortimento completo tavola, tè e caffè. La collezione è prodotta nella forma “Impero”, segno distintivo della Manifattura e manifesto di rigore e raffinata semplicità, mentre il decoro, ispirato a stampe iconiche del Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia, riproduce immagini di colibrì e pappagalli su festoni incorniciati da motivi floreali sottolineati da un profilo in oro.

FLAGSHIP STORE RICHARD GINORI In queste pagine: a sinistra, la collezione “Volière” realizzata in esclusiva per l’inaugurazione del flagship store di Firenze, caratterizzata dalle immagini di colibrì e pappagalli su festoni incorniciati da motivi floreali. Sopra, un dettaglio della zona cucina con antichi vasi contenitori in porcellana utilizzati in Manifattura e un’originale cucina in ghisa. 137


OGGETTI DESIGN MAGAZINE FLAGSHIP STORE RICHARD GINORI

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ell’immaginario di “Casa Ginori” il percorso conduce quindi nell’ambiente della cucina, una sala che si caratterizza per la pavimentazione in pastina di cemento e le pareti il cui rivestimento decorato a mano è ispirato al disegno di una piccola piastrella, oggi conservata nel Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia. Dalla cucina si apre poi un disimpegno, rivestito da boiserie nere e arredato con mobili della Modellazione restaurati, consolle, specchiere e una grande lavagna espositiva a parete. Il secondo ingresso del negozio, in via dei Banchi al civico 17, svela invece i segreti della Modellazione e rievoca l’ambiente tipico del laboratorio artigiano, con pavimenti in lastra di ghisa, tavolo da lavoro, vasi di terre colorate a parete e pannellature espositive. Un luogo speciale dove, nei giorni dell’inaugurazione, la presenza eccezionale dei Maestri

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Giovanni Murtas e Marcello Bongini ha permesso di mostrare le autentiche tecniche di lavorazione artistica, testimonianza dello stile e patrimonio Richard Ginori. Il nuovo negozio si completa infine con altre due sale: un ufficio caratterizzato da arredi neri cerati e decorazioni alle pareti a righe blu e oro e la zona della cassa, che presenta una grande libreria per il nuovo packaging. www.richardginori1735.com

FLAGSHIP STORE RICHARD GINORI In queste pagine: tavoli e arredi contenitori nella cucina di “Casa Ginori�, caratterizzata da una pavimentazione in pastina di cemento e pareti rivestite con piastrelle dipinte a mano, ispirate a un antico decoro conservato nel Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia. 139


OGGETTI DESIGN MAGAZINE GIOIELLERIA CURNIS

GIOIELLERIA CURNIS In queste pagine: un’apertura di forma ellittica nel pavimento del soppalco permette la vista dal basso, attraverso una fenditura bordata da una cornice in oro che rappresenta la “C” del logo “Curnis”: al centro, un lampadario di Murano di colore ambra.

Gioielleria Curnis Bergamo TESTO A CURA DI ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO ULDERICO LEPRERI DESIGN PROJECT 140


Gioielleria Curnis Bergamo UN PROGETTO DELL’ARCHITETTO LEPRERI PER I BRAND DEL LUSSO, CON UN RESTAURO CONSERVATIVO CHE HA REINVENTATO GLI ELEMENTI DELLO SPAZIO E DISEGNATO VOLUMI LUMINOSI E FORME ELLITTICHE, CON ILLUMINAZIONE A FIBRE OTTICE E LED TESTO A CURA DI ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO ULDERICO LEPRERI DESIGN PROJECT 141


OGGETTI DESIGN MAGAZINE GIOIELLERIA CURNIS

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a ristrutturazione della storica “Gioielleria Curnis di Bergamo si è svolta nel pieno rispetto del contesto architettonico che la ospita. E così, se le scelte progettuali dell’architetto Ulderico Lepreri tengono conto della particolare conformazione delle vetrine archivoltate rivolte ai portici del centro storico, è proprio dal rapporto di comunicazione interno-esterno che trae spunto il loro design rigoroso. Superata la bussola d’ingresso blindata, dotata di porte scorrevoli in acciaio e vetro, il visitatore si introduce in uno spazio di accoglienza con il banco reception sagomato in curva, avvolto da pareti in acero naturale che contengono grandi vetrine realizzate in blocchi di cristallo sabbiato, con aperture basculanti a scomparsa illuminate da fibre ottiche. Un progetto di visual nato con l’intenzione di miscelare in modo ritmico l’esposizione di gioielleria e orologeria, garantendo autonomia e visibilità a ogni azienda. Suddiviso da pareti di vetro in privè per la vendita, il piano superiore si raggiunge con una scala rettilinea in legno e vetro, mentre un’apertura di forma ellittica nel pavimento del soppalco permette la vista dal basso, attraverso una fenditura bordata da una cornice in oro che rappresenta

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CURNIS BERGAMO I banchi vendita sono a forma ellittica in legno zebrano, con piani in cuoio abbinati al rivestimento delle poltroncine, il lampadario di Murano è progettato come un gioiello sospeso, i sistemi illuminotecnici all’avanguardia sono a fibre ottiche e led.

la “C” del logo “Curnis”: al centro, un lampadario di Murano progettato come un gioiello sospeso di colore ambra, in perfetta continuità cromatica con i legni delle pareti e del pavimento. Situati in posizione prospettica sui fondali, i banchi vendita presentano una forma ellittica in legno zebrano, con piani in cuoio abbinati al rivestimento delle poltroncine per i clienti. E mentre la luce struttura il progetto come costituente essenziale degli interni, le necessità espositive sono qui il pretesto per una sperimentazione che reinventa gli elementi dello spazio con volumi luminosi, in perfetta sintonia con la destinazione d’uso ma anche con la capacità di delineare un ambiente dai forti contenuti emozionali, dotato di sistemi illuminotecnici all’avanguardia a fibre ottiche e led miscelati a dicroiche e ioduri metallici. Lo spirito che informa il progetto tiene conto delle reali esigenze della vendita, mentre l’intersezione tra elementi architettonici, stimoli percettivi e assortimenti merceologici fa della “Gioielleria Curnis” un luogo unico e irripetibile, pensato per fornire alla propria clientela un’atmosfera di respiro internazionale e un servizio di estrema qualità legato a marchi di prestigio. www.uldericolepreri.com 143


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Eataly Torino Lingotto CON SEDE NEL VECCHIO OPIFICIO CARPANO NEL QUARTIERE MIRAFIORI, EATALY TORINO LINGOTTO, PUNTO VENDITA APERTO DA OSCAR FARINETTI NEL 2007, È IL PRIMO MERCATO ENOGASTRONOMICO IN ITALIA DOVE POTER COMPRARE, STUDIARE E DEGUSTARE CIBI DI ALTA QUALITÀ TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO EATALY TORINO

EATALY TORINO Eataly si presenta come un supermercato delle eccellenze dove le referenze sono suddivise per categoria merceologica: vi è l’area dei salumi e dei formaggi, della carne e del pesce; e poi l’ortofrutta, la panetteria, i cereali, la pasta fresca, gli analcolici e la cantina. Cibi e bevande di qualità in oltre 2.500 metri quadri di mercato con cucine didattiche, libreria, enoteca, ristoranti tematici e reparti espositivi. 144


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utto ha inizio con un’attenta analisi della situazione del mercato agroalimentare italiano, delle sue peculiarità e delle nicchie economiche che lascia scoperte. Correva l’anno 2007 quando Eataly, progetto d’avanguardia nato dalle logiche visionarie e imprenditoriali di Oscar Farinetti, apre il suo primo punto vendita a Torino, nella vecchia fabbrica del vermouth Carpano di fronte al Lingotto. E se i frammenti storici dell’antico opificio sono conservati nel Museo Carpano al primo piano, entrando nello stabile è possibile percepire fin da subito l’eccezionale opera di ristrutturazione e adattamento svolta per accogliere corsie, scaffalature, cucine didattiche, libreria, enoteca, ristoranti tematici e reparti espositivi con i relativi banconi. Eataly Torino Lingotto si presenta come un grande supermercato dove le referenze sono suddivise per categoria merceologica: vi è l’area dei salumi e dei formaggi, della carne e del pesce; e poi l’ortofrutta, la panetteria, i cereali, la pasta fresca, gli analcolici e la cantina. Cibi e bevande di qualità in oltre 2.500 mq di mercato. La considerazione degli aspetti positivi legati alle piccole realtà enogastronomiche (dalle aziende agricole ai ristoranti di lusso) e della grande distribuzione (dalle catene di ristorazione a quelle dei supermercati), ha portato Oscar Farinetti all’elaborazione di quella che egli stesso chiama la teoria dei contrasti apparenti. Ovvero se Eataly vuole funzionare come realtà alternativa al lusso per pochi e alla scarsa qualità per molti, deve essere necessariamente “informale ma autorevole, autoironica ma orgogliosa, onesta ma furba”. La politica di Eataly si traduce così nell’esaltare la territorialità dei prodotti, grazie anche alla partnership con Slow Food, e nel proporre luoghi e momenti dedicati alla didattica dell’alimentazione: certo un espediente di marketing inserito in una logica promozionale, ma anche il tentativo di creare consumatori più consapevoli e dunque più responsabili. L’idea di poter acquistare, imparare e persino mangiare all’interno dello stesso luogo è del resto molto attraente. Il calendario di appuntamenti preparato da Eataly Lingotto per il prossimo autunno prevede inoltre un ciclo di lezioni e degustazioni dedicate alle rivoluzioni alimentari, per illustrare i momenti storici in cui si sono verificati cambiamenti epocali nelle abitudini alimentari umane, alla cucina glutenfree

Realtà alternativa al lusso per pochi e alla scarsa qualità per molti, Eataly esalta la territorialità dei prodotti, grazie anche alla partnership con Slow Food, proponendo luoghi e momenti dedicati alla didattica dell’alimentazione per una cucina del benessere insieme allo chef Diego Bongiovanni e in collaborazione con AIC (Associazione Italiana Celiachia), alle buone abitudini a tavola e la cucina del benessere, per recuperare e mantenere uno stile alimentare vario ed equilibrato. Senza dimenticare poi le lezioni con la Scuola de La Cucina Italiana, dedicate alle specialità di Sicilia e Sardegna, e gli incontri con i produttori e le grandi cantine. www.eataly.it 145


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Cavatappi “Anna G. 20th Anniversary”, design Alessandro Mendini (2014), in zama cromata e resina termoplastica, maschera in ottone serigrafato. Edizione limitata 2014

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ALESSI Design Portrait UN RITRATTO DEL DESIGN CONTEMPORANEO: DALL’ICONICA GIOCOSITÀ DEL CAVATAPPI “ANNA G.” DI ALESSANDRO MENDINI NELL’EDIZIONE SPECIALE DEL VENTENNALE ALLA CAFFETTIERA DI MARIO TRIMARCHI FINO AI NUOVI ACCESSORI DELLA LINEA “OBJETS-BIJOUX” FOTO ARCHIVIO ALESSI

“Anna G. - 20th Anniversary” Design Alessandro Mendini, 2014

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lessi celebra i primi 20 anni del Cavatappi “Anna G.” - la fortunata icona nata nel 1994 dall’ ispirazione dell’architetto milanese Alessandro Mendini – con un’edizione speciale e limitata. “Anna G. - 20th Anniversary” enfatizza il suo status di piccola scultura da tavola indossando una grande maschera da danza tribale. La maschera, che reca la firma dell’autore, non indossata diviene un oggetto a sé, un elemento decorativo, una piccola opera da appendere alla parete o da posizionare su un piano. L’edizione celebrativa del ventennale è proposta in uno speciale packaging di forma triangolare illustrato con alcuni schizzi di Alessandro Mendini.

La storia di “Anna G.” Il Cavatappi “Anna G.” nasce come mascotte dell’operazione Alessi-Philips che agli inizi degli anni ’90 ha generato una piccola serie di elettrodomestici da cucina disegnati dai progettisti interni all’azienda olandese sotto la regia di Alberto Alessi e Alessandro Mendini. Racconta Alberto Alessi: “Quella collaborazione fu davvero eccezionale: per la prima volta nella storia, una fabbrica del design italiano accettava di collaborare per la mass production con una multinazionale. A un certo punto del progetto il direttore del design di Philips, Stefano Marzano, desideroso di rafforzare l’aura di design excellence della nascente collezione di elettrodomestici, ci chiese di creare anche un oggetto da catalogo Alessi, inteso come mascotte dell’intera operazione, un oggetto disegnato direttamente e autenticamente da Alessandro Mendini.”

Negli anni si sono aggiunte nuove colorazioni ed edizioni speciali e limitate come “Anna G. - Super”, “Anna G. - Hearts & Clubs” e “Anna G. - Proust”, decorata con il celebre motivo a puntini, creato alla fine degli anni ‘70 da Alessandro Mendini per l’omonima poltrona in stile postmoderno. Nel 2003 nasce la versione de luxe interamente in zama cromata lucida, tuttora in catalogo. La figura iconica di “Anna G.” è sottolineata anche in un indimenticabile annuncio pubblicitario che la raffigura come una novella Marilyn Monroe degli anni Duemila. Nel 2010, “Anna G.” si adorna di gioielli e diventa, grazie alla collaborazione dei maestri orafi di Valenza Po, “Anna Étoile”. Sette corredi in oro, argento e pietre preziose, sei dei quali prodotti in 99 esemplari e uno, il più pregevole, con applicazioni in oro, diamanti, topazio e corallo, in 9 esemplari numerati. Lo straordinario successo di “Anna G.”, con 1 milione e mezzo di pezzi venduti, ne ha fatto un bestseller che negli anni ha dato origine a una piccola famiglia di oggetti - il Macinapepe “Anna Pepper”, i Tappi per bottiglia “Anna Stop” e “Anna Sparkling”, la Grattugia “Anna Cheese”, il Barattolo “Anna Box”, il Contaminuti “Anna Timer”, il Candeliere “Anna Candle”, il Vaso di grandi dimensioni “Anna Harlequin”, l’Accendino “Anna Light”, la Penna a sfera “Anna Pen”, l’Alzata pieghevole “Anna Gong” - tutti caratterizzati dal volto sorridente divenuto un cult. L’attuale edizione anniversario 2014 di “Anna G.” presenta una maschera in ottone spazzolato nella versione con abito bianco, in ottone verniciato nella versione con abito rosso. Entrambe sono ingentilite da un collettino a contrasto di colore nero.

Fu Alberto Alessi il primo ad accorgersi che il Cavatappi “Questo progetto di Alessandro Mendini - afferma somigliava all’artista e designer Anna Gili e propose Alberto Alessi - si iscrive in modo esemplare nel quindi il nome “Anna G.” in suo onore. Inconsciamente Mendini aveva prodotto un “design portrait”, un oggetto processo di antropomorfizzazione degli oggetti della fine del XX secolo, non solo attraverso ispirato dai tratti fisici di una persona reale. Realizzato in zama cromata e resina termoplastica, il Cavatappi “Anna G.” debutta nel 1994 con quattro versioni colore: azzurro, rosso, giallo, verde. Ogni abito è abbinato a un vezzoso collettino in colori pastello a contrasto.

la nominazione, ma anche nel ridisegno di un attrezzo tradizionale casalingo”. Il Cavatappi “Anna G.” è presente in musei e collezioni permanenti di istituzioni internazionali: Triennale Design Museum di Milano, Indianapolis Museum of Art, Groninger Museum di Groningen, Museum Für Gestaltung di Zurigo. 147


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ALESSI In questa pagina: della collezione “Objets-Bijoux”, Gancio da tavolo per borsa “Jumbo”, design Frédéric Gooris con Sebastiano Tosi (2014), in acciaio inossidabile 18/10. Sotto, Dosatore per miele in acciaio inossidabile “acacia”, design Miriam Mirri (2014).

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spirato alle celle perfettamente esagonali degli alveari, il progetto del Dosatore per miele “acacia” nasce da una ricerca condotta da Miriam Mirri sul mondo del miele. Un’eccellenza nazionale che ne conta oltre cinquanta diversi tipi rendendo l’Italia il primo paese al mondo per le varietà prodotte. Il Dosatore “acacia”, prodotto in acciaio inossidabile 18/10 mediante microfusione, è costituito da una sfera con un’elaborata struttura ad alveare saldata a un cucchiaio che permette di raccogliere e dosare con facilità l’alimento. Per la collezione “Objets-Bijoux”, il designer belga Frédéric Gooris si cimenta invece nel disegno di “Jumbo”, raffinato Gancio da tavolo per borsa che raffigura un piccolo elefante giocoliere in equilibrio sopra a una palla. Realizzato in un pezzo unico in microfusione d’acciaio inossidabile a finitura lucida, “Jumbo” è dotato di proboscide che forma un gancio utile a sostenere la borsa, rimanendo in perfetto equilibrio sul bordo del tavolo. 148


ALESSI In questa pagina: Caffettiera espresso “Ossidiana” (1/3/6 tazze) in fusione di alluminio con manico e pomolo in resina termoplastica, nero, design Mario Trimanrchi (2014). Il piccolo pomolo in alluminio rivestito in resina termoplastica posto in prossimità del manico permette di aprire e chiudere agevolmente il coperchio evitando il rischio di scottature. Il manico nero realizzato in resina termoplastica riprende la forma sfaccettata della caffettiera, caratteristica che lo rende ergonomico e funzionale.

Ossidiana di Alessi è una caffettiera dall’architettura scultorea, che suggerisce una nuova ergonomia domestica attraverso volumi che accompagnano armoniosamente i gesti delle mani

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ella collezione delle “caffettiere d’autore” di Alessi non poteva mancare la nuova interpretazione visionaria di Mario Trimarchi. Prodotta in alluminio brillantato, la Caffettiera espresso “Ossidiana” riprende nelle sfaccettature della moka il motivo di una pietra intagliata. Forme scolpite e presa ergonomica caratterizzano questa caffettiera, dotata di un pomolo in alluminio rivestito in resina termoplastica che permette di aprire e chiudere il coperchio evitando di scottarsi. Il coperchio è dotato di una linguetta interna che raccoglie la condensa facendola defluire all’interno del raccoglitore. “Ossidiana” è disponibile nella versione da 1, 3, 6 tazze e confezionata in un packaging esagonale che richiama le sfaccettature della moka. Il progetto “Ossidiana”, come molti progetti dell’architetto siciliano, racchiude in sé la memoria di gesti ancestrali da rivisitare, in chiave contemporanea, attraverso forme intense e materiche. www.alessi.com 149


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VIDIVI In queste pagine: da sinistra, bicchieri “Tiziano”, “Mimosa”, “Rossini”, “Bellini “e “Tintoretto”. 150


VIDIVI Stile Italiano CONTEMPORANEO, SICURO, ELEGANTE E HIGH-TECH. E’ IL VETRO AD ALTA DEFINIZIONE DEL BRAND VIDIVI, ESPRESSIONE DI UN MADE IN ITALY AUTENTICO E RESPONSABILE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO VIDIVI 151


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VIDIVI In queste pagine: vaso e bicchiere della linea “Baguette” (alle estremità) e, in mezzo, bicchieri “Carré” ed “Esa”. In basso, bicchieri “Baguette”, “Esa” e “Carré”. Nella pagina a destra, in alto, coppette della linea “Papaya” e piatto “Honey”, e, in basso, da sinistra, bicchieri da liquore della linea “Honey”, “Concerto” e “Rialto”.

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l brand “Vidivi” propone una vasta gamma di articoli per la casa e la tavola dal raffinato design e dall’altissimo profilo tecnico. Brillantezza, trasparenza “extra-white”, eccezionale robustezza, utilizzo in microonde e perfetta idoneità al lavaggio in lavastoviglie sono i plus su cui si basa la forza di questo marchio veneto con sede a Colognola ai Colli, in provincia di Verona. Un vetro italiano al 100%, ad alta definizione, che non contiene piombo né cadmio ed è quindi completamente riciclabile. Grazie ai settori industriali in cui è sempre stato utilizzato, come quello degli oblò per le lavatrici e dei componenti per la profumeria, dove sono richieste un’elevatissima trasparenza e una forte resistenza agli agenti chimici nel tempo, il vetro Vidivi ha sviluppato una qualità superiore, estremamente versatile. Nascono così collezioni complete, dallo stile conviviale e contemporaneo, corredato da una ricca serie di complementi di diverse forme e capienze per una tavola coordinata e moderna. Per il servizio quotidiano Vidivi propone collezioni come “Full Moon”, “Torcello” e “Fenice”, contraddistinte da linee essenziali e sempre attuali. Vengono poi collezioni caratterizzate da “ottiche”, ossia motivi decorativi dai più svariati stili impressi direttamente sul vetro, che regalano una brillantezza inconsueta dal design originalissimo, come le intramontabili “Diva”, “Concerto” e “Carré”. Per chi desidera una tavola elegante e lussuosa, Vidivi presenta collezioni decorate in oro e platino per la mise en place delle occasioni speciali, come le serie “Baguette Oro e Platino” ed “Essenze”. Le collezioni vengono costantemente attualizzate e ampliate per soddisfare le esigenze del mercato. Ne sono un esempio i nuovissimi bicchieri da caffè e da liquore che vanno a completare le linee “Concerto”, “Honey” e “Rialto”. www.vidivi.it www.vetridellevenezie.com

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FROM SAMBONET TO KITCHEN In queste pagine: del brand “from Sambonet to Kitchen”, collezione di pentole “12’ O’ Clock”, in acciaio con dettagli in morbido silicone, design Centro Stile Sambonet. Il nuovo brand, lanciato nel 2013, punta a integrare all’ampia offerta di posateria e vasellame di Sambonet anche articoli per la cucina performanti ma friendly, con la creazione di una serie di collezioni contraddistinte dal design, dalla qualità dei materiali e dall’estrema funzionalità. 154


SAMBONET Cooking Evolution LE ULTIME COLLEZIONI SAMBONET FRA MODERNITÀ, DINAMISMO E PRESTAZIONI PROFESSIONALI. UN MULTIVERSO DI TENTAZIONI PER CHI AMA LA CUCINA CONTEMPORANEA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SAMBONET

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voluzione 2.0 per “from Sambonet to Kitchen”, la collezione-must di Sambonet pensata per servire direttamente “dal fuoco alla tavola”, in linea con le esigenze di convivialità e confort del vivere contemporaneo. Creato presso il Centro Stile Sambonet, il brand “from Sambonet to Kitchen” ha debuttato nel 2013 con “12’O’ Clock”, linea di pentole in acciaio inossidabile arricchita da una “capsule collection” di accessori per la cucina. 155


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aratterizzata dalle ampie impugnature e dal pomolo dei coperchi in silicone dalla nuance color “coccio”, quest’anno “12’ O’Clock” si arricchisce di una nuova palette-colore “Grey” e di un pratico colatutto. L’estrema funzionalità è garantita da tecnologia e materiali di eccellenza: acciaio inossidabile 18/10, fondo sandwich ad alto spessore per una perfetta conducibilità, ampie impugnature e pomolo dei coperchi in silicone che non scottano e offrono stabilità. Grazie al grande pomello il coperchio in vetro, rovesciato, può diventare un originale sottopentola ad alzata e, nelle pentole più capienti, essere ancorato per maggiore comodità. “12’ O’ Clock” è adatta per tutti i tipi di cottura, compresa l’induzione, facile da pulire e lavabile in lavastoviglie. Il bianco è invece protagonista nella nuova collezione di coltelli “White”. Un colore senza tinta ma dotato di un’alta luminosità si unisce così al design di “from Sambonet to Kitchen” in una moderna interpretazione della coltelleria da cucina professionale, proposta in sette tipologie di coltello. Le lame in acciaio, nella speciale lega molibdeno e vanadio, sono in grado di realizzare un taglio preciso e pulito degli alimenti. Il manico in ABS, grazie alla sua particolare sezione ovoidale, si adatta perfettamente al palmo della mano e risponde alle esigenze ergonomiche preferite di uno chef o di un appassionato ambizioso.

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FROM SAMBONET TO KITCHEN In queste pagine: del brand “from Sambonet to Kitchen”, collezione “Coltelli White” in acciaio inossidabile, con lama in acciaio nella speciale lega molibdeno e vanadio. Nella pagina a sinistra, dello stesso brand, la collezione “12 O’Clock Grey”, in acciaio inossidabile e silicone nella nuova nuance grigia, design Centro Stile Sambonet.

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Del brand “from Sambonet to Kitchen”, la collezione di utensili e accessori da cucina soft touch “Gadget Grey” disegnati dal Centro Stile Sambonet

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FROM SAMBONET TO KITCHEN In queste pagine: batteria di pentole in acciaio e dettagli in silicone “12’ O’ Clock” in versione color “coccio” (2013), e, a fianco, lacci, cucchiaini dosatori e misurini retraibili in silicone della collezione “Gadget”.

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l sofisticato abbinamento dei materiali, il design e l’innovazione “from Sambonet to Kitchen” si ritrovano anche nella linea “Gadget”, collezione di utensili e accessori soft touch, realizzata in morbido silicone “Grey”, perfettamente complementare alla linea di pentole “12’ O’ Clock”: frusta, pinze, spatole, misurini retraibili, ma anche sottopentola, presina, contenitori ermetici, guanto da forno e un curioso ceppo coltelli universale dotato di sottili fili di nylon che si adattano a ogni tipo di lama. Il soft touch del silicone rende l’intera gamma di strumenti da cucina facilmente maneggevoli in ogni fase della preparazione dei cibi, dalla cottura delle pietanze sino al momento di servirle in tavola. La collezione “Gadget” comprende anche una serie di accessori in silicone per ogni esigenza: pirottini per muffin, stampini per cioccolatini di ogni forma, contenitori da freezer, laccetti per arrosti, sottopentola, accessori per la cottura. Il silicone è oggi un protagonista in cucina: facile da pulire poiché lavabile in lavastoviglie, antiaderente, dalla grande flessibilità, in grado di sopportare temperature da - 40° a oltre + 200°, il silicone non altera in alcun modo le caratteristiche organolettiche degli alimenti. La sua presenza in cucina ne fa lo strumento ideale per chi pur avendo la passione della cucina, non ama complicarsi la vita. Semplici, raffinati e pratici, i complementi in silicone rappresentano la risposta più immediata alle esigenze di chi vuole immergersi nell’arte culinaria con uno spirito fresco, conviviale e giocoso. 159


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Il progetto “Terra.Cotto”, cinque forme di pentole contemporanee pensate per la cottura “di ieri”, è dotato di un ricettario per cucinare secondo la tradizione mediterranea a km 0

FROM SAMBONET TO KITCHEN In queste pagine: ricettario e la linea pentole della collezione “Terra.Cotto”, design Stefania Vasques (2014). Sopra, in alto, i nuovi pirottini per cupcake della collezione “Gadget” in silicone.

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u un altro versante, il progetto “Terra.Cotto” ripercorre la tradizione, gli antichi sapori e i colori che solo la terracotta è in grado di trasferire in cucina. La designer Stefania Vasques ha svelato le antiche ricette della nonna per suggerire che, con un uso ponderato dei condimenti e sfruttando l’uniformità di cottura che la terracotta conferisce agli alimenti, è possibile esaltare le proprietà organolettiche e i sapori. “Terra.cotto” – cinque forme contemporanee pensate per la cottura “di ieri”, dotate di un piccolo ricettario che tiene conto della stagionalità - vuole perciò riappropriarsi del piacere di vivere la cucina e di cucinare secondo la tradizione mediterranea. Le pentole in terracotta favoriscono una distribuzione graduale del calore che arricchisce il sapore delle pietanze facendo uso di poco olio e sale. Mangiare secondo stagione a km 0 abbatterebbe del 50 % l’inquinamento sul nostro pianeta. Allo stesso modo, la raccolta delle ricette della nonna, delle amiche o della mamma, invita a riscoprire la cucina semplice, sana, buona. www.sambonet.com

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LLADRÒ a Valencia La Città della Porcellana

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ABITARE IL TEMPO MARMOMACC Intelligente sinergia per due momenti fieristici di VeronaFiere

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INDIRIZZI AZIENDE Calendario Fiere 2014 >TENDENCE Francoforte Dal 30 Agosto al 2 Settembre >MAISON&OBJECT Dal 5 al 9 Settembre a Parigi HOMI MILANO Dal 13 al 16 Settembre a Milano INTERIOR LIFE STYLE CHINA Dal 18 al 20 Settembre a Shanghai ABITARE IL TEMPO MARMOMACC Dal 24 al 27 Settembre a Verona THAILAND BIG+BIH Dal 19 al 23 Ottobre a Bangkok IFFT interiorlifestyle living Dal 24 al 26 Novembre a Tokyo

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Sommario 162


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ntrare nella città della porcellana Lladró a Valencia è realmente un’esperienza unica. Si respira un’intensa atmosfera di grande armonia e serenità, la stessa che traspare sia da tutte le persone che incontri, coinvolte in un lavoro di squadra altamente professionale e colto, sia da ogni pezzo Lladró che nasce da questa intelligente collaborazione. Grazie all’invito di Damiano Semeraro, Direttore Generale di Lladró Italia, insieme a giornalisti italiani e a Liana Roditi, Uffico Stampa di Ladrò Italia, iniziamo la visita a questa straordinaria Manifattura di porcellane, fondata dai fratelli Juan, José e Vicente Lladró nel 1953 e rilevata nel 2007 dal fratello maggiore Juan Lladró. Oggi, sotto la guida delle sue figlie Rosa Lladró, Presidente, e Angeles Lladró, Vice-Presidente, l’azienda conta oltre 1.000 dipendenti, supera le 120 filiali all’estero in Europa, USA, Canada, Russia, Turchia, Emirati Arabi, Cina, Giappone, Australia, India, Singapore, Sud America, Africa, ed è presente con le “Lladró Boutiques” in tutti gli shopping district delle principali città del mondo, tra i quali quello di New York, al 500 di Madison Avenue, realizzato dall’architetto Jaime Hayon, art director già da anni del compartimento design del brand, il “Lladró Atelier“. Il complesso di questa “Città della Porcellana” è dunque la “Smart Factory” di tutte le creazioni Lladró. I primi edifici, inaugurati nel 1969, con la graduale espansione della compagnia, sono stati ampliati nel tempo fino a raggiungere un’estensione oggi di circa 100.000 mq. É una grande area progettata per la creazione artistica, con studi e laboratori dove opera un team di scultori e designer, situata all’interno di un vasto complesso che comprende il “Lladró Atelier”, piramide della cultura di tutti progetti del brand, la “Manifattura Lladró”, sede anche del “Museo Lladró”, che promuove diverse attività culturali, come conferenze e workshop, e la zona bar-ristorante esterna, area di incontro di tutti i dipendenti dell’azienda affacciata su una grande piscina, circondata da prati e giardini rigogliosi.

LLADRÓ In queste pagine: a sinistra, il palazzo sede del “Lladró Atelier” dove opera il team degli artisti Lladró e la scultura con l’effigie dei fratelli Juan, José e Vicente Lladró, fondatori della Manifattura nel 1953. Alcune sale del Museo Lladró (2006) e Juan Lladró con le figlie Rosa Lladró, Presidente, e Angeles Lladró, VicePresident, di Lladró S.A. con Sir Paul Smith, celebre fashion designer che ha creato l’ “abito” 2014 della figura “The Guest”, design Jaime Hayon (2013).

LLADRÓ La Città della Porcellana PIÙ DI 15.000 PERSONE VISITANO OGNI ANNO LA MANIFATTURA LLADRÓ A VALENCIA PER VEDERE GLI ARTISTI ALL’OPERA ED ESPLORARE LA COLLEZIONE D’ARTE DEL MUSEO LLADRÓ TESTO A CURA DI OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO LLADRÓ

C

on oltre 60 anni di storia alle spalle, Lladró è diventato uno dei fulcri di interesse culturale e turistico più importanti di Valencia. Situata a Tavernes Blanques, a 15 minuti dal centro di Valencia, la Lladró è infatti aperta al pubblico con un programma di visite guidate che danno l’opportunità di osservare il processo di creazione artigianale delle sue collezioni e di visitare il “Museo Lladró”, inaugurato nel 2006, sede di una ricca retrospettiva dedicata alla porcellana storica dell’azienda e della collezione privata d’arte della famiglia Lladró, che raccoglie oltre 70 opere dei periodi gotico, rinascimentale e barocco, da El Greco a Rubens, da José de Ribera a Pinazo e Sorolla. Grazie alla lungimirante gestione delle sorelle Rosa e Angeles Lladró, la manifattura è entrata da anni nel mondo dell’ “Home Décor”, della “Table Art”e del “Home Lighting” - realizzando collezioni del livello dei lampadari “Belle de Nuit” (2013) - fino alla creazione del progetto “The Guest”, ideato da Jaime Hayon, caratteristici personaggi onirici, vestiti da designer e artisti provenienti da diversi rami della creatività del Lladró Atelier: Devilrobots, Tim Biskup, Gary Baseman, Rolito. Per l’abito 2014 di “The Guest”, Lladró si è accostata al mondo della moda invitando Sir Paul Smith, uno dei più celebre fashion designer inglese, a disegnare la VI edizione della linea. “... Con maschere e confetti, volevo creare un oggetto che avrebbe reso felice ogni casa”, ha dichiarato Sir Paul Smith, la cui leggendaria capacità di rielaborare la tradizione e di aggiornare i classici si sposa alla perfezione con la vocazione di Lladró di reinventare costantemente i propri stilemi. 165


OGGETTI DESIGN MAGAZINE BY SHOP VISITA ALLA LLADRÒ

LLADRÓ In questa pagina: le varie fasi di lavorazione manuale dell’opera, dal modello dello scultore al lavoro di assemblamento del modellatore e alla finitura del pittore. Dall’alto, “Caballo Oriental”, design Lladró Atelier (2009), “Conversation Vase II” (2008) e “The Lover I” (2008), entrambi disegnati da Jaime Hayon. Per realizzare una figura di media grandezza servono almeno 15-20 stampi e più di 300 per i pezzi più complessi.

Il processo di creazione e lavorazione delle opere Lladró Impiegando diverse tecniche di modellamento con argilla o plastilina gli scultori danno forma ai volumi dal disegno originale, per proseguire con il supporto del gesso, nel quale vengono incisi i dettagli, le diverse consistenze e le caratteristiche che completano il pezzo. Una volta terminato il modellamento, il pezzo è diviso nei diversi segmenti che sono necessari all’opera per essere riprodotta in porcellana. Da ciascuno dei frammenti risultanti è ottenuto uno stampo che viene poi riempito con pasta di porcellana liquida per creare le diverse parti della figura finale. Mani esperte assemblano infine i pezzi tramite pasta di porcellana usata come adesivo. Si passa poi alla stesura manuale dei colori e alla smaltatura. A questo punto le figure sono pronte per la fornace. Dopo 20 ore di cottura ad altissime temperature, la porcellana si vetrifica, lo smalto si cristallizza e il colore emerge in tutta la sua brillantezza. Una palette di 4000 colori e la continua evoluzione nelle tecniche di decorazione, come l’applicazione di smalti speciali e la lucidatura in metallo, dimostrano la vitalità della Manifattura Lladró nel campo della ricerca e dell’innovazione. Le figure parlano di temi eterni in cui ciascuno si può riconoscere: amore, romanticismo, maternità, infanzia, natura, il tutto reso in un mirabile blend di tradizione e modernismo. www.lladro.com 166



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At Home di Giuseppe Viganò

Luxury&Relax Living

Raffaello Galliotto Design e Tecnologia

Verticalità Litiche

Raffaello Galliotto Design e Tecnologia

Incontro studenti e aziende

Abitare il Tempo ABITARE IL TEMPO RITORNA A SETTEMBRE CON UN NUOVO FORMAT PROPONENDO UN RICCO PROGRAMMA DI EVENTI COLLATERALI IN COLLABORAZIONE CON MARMOMACC TESTO A CURA DI ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO ABITARE IL TEMPO E MARMOMACC

Stone Academy 168

Favorita di Alice Schillaci


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en tornata Abitare il Tempo, per la quale si annunciano importanti novità per l’edizione 2014, a cominciare dal ritorno della data a settembre. La manifestazione si svolgerà infatti dal 24 al 27 settembre in concomitanza con Marmomacc, la rassegna mondiale per il business legato al comparto del marmo, della pietra naturale, del design e delle tecnologie. Una strategia voluta da Veronafiere per coinvolgere sinergicamente una platea internazionale di professionisti fatta di progettisti, architetti e operatori contract, che troveranno a Verona le migliori proposte di materiali e tecnologie, finiture d’interni e arredo. Un nuovo concept espositivo orientato ai progetti su misura, alla formazione e ai momenti B2B, con servizi alle aziende espositrici che non si limitano all’evento fieristico ma continuano nel corso dell’anno attraverso workshop, seminari e incontri con gli operatori del settore. “La scelta di unire nel calendario le due fiere” spiega Ettore Riello, Presidente di Veronafiere, “mette a sistema due eventi che rappresentano eccellenze del manifatturiero made in Italy come marmo e arredo, complementari a livello di filiera”.

I NUMERI VERONA FIERE

Secondo Organizzatore fieristico italiano, Verona Fiere ospita ogni anno 40 manifestazioni, con oltre 1.000.000 di visitatori da tutto il mondo, in 13 Padiglioni dislocati su 309.000 mq di superficie totale, di cui 152.000 coperti.

MARMOMACC ARCHITECTURE AND DESIGN Marmomacc è la manifestazione leader mondiale per il Made in Italy e per il Design in Pietra. 73.889 metri quadri netti espositivi 1.425 Espositori da 55 Paesi 59% Espositori esteri 59.992 Visitatori da 143 Paesi (29.715 esteri pari al 54% del totale) 314 Giornalisti accreditati (78 esteri). (Dati certificati da FKM)

MARMOMACC 2013 Marsi Marmi

ABITARE IL TEMPO

Progetto Italy Contract

Il nuovo concept espositivo ospiterà industrie del design, piccole e medie aziende sartoriali, laboratori di alto artigianato del settore arredo. Novità assoluta della fiera è una “piattaforma di relazione e B2B” che promuoverà tutto l’anno un’ attività di match-making in grado di far entrare gli espositori in contatto con un importante portafoglio di operatori esteri del settore. Sul sito il calendario degli incontri.

Marmomacc Verona LA SCELTA DI UNIRE IN CALENDARIO LE DUE FIERE, METTE A SISTEMA 2 EVENTI CHE RAPPRESENTANO LE ECCELLENZE DI MARMO E ARREDO NEL MANIFATTURIERO MADE IN ITALY Ma soprattutto la nuova data consente di valorizzare al meglio l’incoming estero, in particolare dall’Est Europa e dall’Asia. Abitare il Tempo si conferma dunque una vetrina concreta e qualificata, un luogo di incontro tra aziende e operatori e, al contempo, una piattaforma dove creare, approfondire e condividere conoscenze e competenze tecniche utili a costruire relazioni qualificate e sviluppare concrete opportunità di business. Un “forum del design” con una selezione di produttori che abbraccia trasversalmente tutto il settore dell’arredamento (industrie del design, piccole e medie aziende sartoriali, laboratori di alto artigianato).

Inside Marmomacc & Abitare il Tempo Frutto di una necessaria riorganizzazione dello spazio fieristico, l’edizione 2014 di Abitare il Tempo è ospitata all’interno del Palaexpo, mentre il Padiglione 1 sarà dedicato a mostre e convegni con la partecipazione di grandi autori internazionali, fungendo da ponte di collegamento con il resto del quartiere, riservato alle aziende di Marmomacc. 169


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ADI. MOSTRA E CONVEGNO “OLTRE LA DECORAZIONE, VENEZIA LABORATORIO CREATIVO DAL PASSATO AL PRESENTE” Nell’ambito delle iniziative culturali e formative di Abitare il Tempo si inserisce il progetto “Oltre la decorazione, Venezia laboratorio creativo dal passato al presente” che comprende una mostra e un convegno ideati e organizzati da ADI in collaborazione con la Fiera di Verona. Il tema della decorazione e delle finiture d’interni per l’arredo sarà affrontato attraverso un approccio originale ed evocativo ispirato alla città lagunare: in un salto temporale dal passato al presente il progettista avrà a disposizione materiali antichi e moderni, con la possibilità di trasformarli in elementi decorativi di interior design. Grazie dunque ad alcune celebri rappresentazioni del paesaggio urbano veneziano (Giorgio De Chirico, William Turner, John Ruskin, Filippo De Pisis, Maurice Prendergast) e da ciò che questi dipinti possono raccontare in termini di colori, vibrazioni, forme, emozioni, il progettista potrà trarre ispirazione per comporre una palette di materiali e prodotti, individuando una proposta espositiva da sviluppare in collaborazione con prestigiose aziende del settore. Un lavoro di ricerca che potrà interessare elementi decorativi e rivestimenti, tessuti e tasselli di mosaico in vetro, metallo o marmo, pietre naturali, colori e lacche, il legno in tutte le sue essenze, lavorazioni e finiture in materiali innovativi e di sperimentazione. Un percorso ideale tra arte e design che, partendo dall’edizione 2014 di Abitare il Tempo, si svilupperà negli anni con l’interpretazione di altre città del mondo.

I

cicli di incontri previsti a settembre nell’ambito del programma condiviso “Inside Marmomacc & Abitare il Tempo” si svilupperanno intorno a diverse tematiche legate all’architettura e al mondo del progetto: dalle questioni di natura prettamente tecnica ai temi maggiormente orientati al retail e alla distribuzione, fino ad argomenti focalizzati su decorazioni e finiture d’interni, a cui sarà dedicata anche una mostra in collaborazione con ADI Veneto e Trentino Alto Adige.

At Home. Luxury&Relax Living. Design e Tecnologia. From Nature to Design. Fra gli eventi da non perdere, si segnalano in particolare la mostra At Home a cura del designer Giuseppe Viganò, in cui vengono esplorate le potenzialità della pietra rapportata all’arredo e alle finiture d’interni per il settore contract, il progetto Luxury&Relax Living dell’architetto Massimiliano Caviasca, che indaga l’integrazione della pietra in ambienti dedicati al benessere della persona e al relax quotidiano, e la mostra Design e Tecnologia a cura di Veronafiere, nata con l’obiettivo di evidenziare l’eccellenza tecnologica, la capacità di trasformazione e la creatività del settore lapideo italiano. Infine, si segnala che Abitare il Tempo con Marmomacc sarà la cornice di un evento speciale: la premiazione dei progetti più significativi del contest From Nature to Design ideato da Marmi Bruno Zanet. Un’iniziativa che si propone di coinvolgere designer, architetti e progettisti nella ricerca di nuove interpretazioni per l’utilizzo quotidiano del marmo e del granito in un concetto di living contemporaneo. www.abitareiltempo.it/com www.marmomacc.com 170


STONE + DESIGN + TECHNOLOGY INTERNATIONAL TRADE FAIR

organized by

Verona, ITALY 24/27 SEPTEMBER 2014

marmomacc.com


visual

emozioni al servizio del business

Fabio Orsolini servizi professionali d’immagine per aziende e rivenditori retail FDELR 2UVROLQL H LO VXR VWDƪ JUXSSR )2 RSHUDQR su tutto il territorio nazionale ed internazionale. , VHUYL]L VRQR SHUVRQDOL]]DWL LQ EDVH DOOH HVLJHQ]H GHO FOLHQWH GDO VHPSOLFH DOOHVWLPHQWR D LPSRUWDQWL SURJHWWL GL FRPXQLFD]LRQH YLVLYD H GHO SURGRWWR Visual // Visual Merchandising // Allestimenti 6KRZURRP 9HWULQH ( 6FHQRJUDãH Immagine Coordinata // Realizzazione Cataloghi PER INFO : 334 9762567 // IDFHERRN FRP JUXSSRIR IDELRRUVROLQL // ZZZ IDELRRUVROLQLFJ LW // fabio.orsolini@inwind.it



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BIG+BIH Bangkok Ottobre 2014 SONO ATTESI OLTRE 40.000 VISITATORI ALLA PROSSIMA EDIZIONE DI OTTOBRE, DAL 19 AL 23, DELLA FIERA “BANGKOK INTERNATIONAL GIFT FAIR E INTERNATIONAL HOUSEWARE FAIR 2014” NEL CENTRO FIERISTICO “BITEC” DI BANGKOK, CON OLTRE 600 AZIENDE PARTECIPANTI TESTO A CURA DI MARIELLA ORLANDO FOTO BIG+BIH BANGKOK INTERNATIONAL GIFT FAIR E HOUSEWARE FAIR

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IG+BIH Ottobre 2014, la più importante Fiera di Lifestyle e prodotti di design dell’ASEAN, che si svolgerà nel centro fieristico “Bitec” di Bangkok, è organizzata dal DITP Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale del Ministero del Commercio della Thailandia, in collaborazione con le associazioni TLPF Thai Lifestyle Products Federation e Design and Objects Association. La fiera BIG+BIH Ottobre 2014 si terrà per il 38° anno consecutivo per mostrare tutte le potenzialità della creatività dei designer tailandesi, il cui lavoro, orientato alle tendenze nell’home living internazionale, continua ad attirare l’interesse del mercato globale. La fiera è una grande vetrina di prodotti di design ed è l’occasione giusta per gli amanti della “Home Decoration” sia per acquistare prodotti di qualità o semplicemente per trarre ispirazione. Con la partecipazione di oltre 600 espositori locali e stranieri, per un totale di 1.600 stand espositivi, la prossima edizione di BIG+BIH comprenderà una grande varietà di prodotti lifestyle, tra cui oggetti da regalo, souvenirs, oggetti per la decorazione e artigianato, fiori e piante artificiali, tessuti per la casa, cancelleria, oggetti decorativi natalizi e candele, giocattoli, ecc.. BIG+BIH ospiterà anche la nuovissima sezione Hospitality Objects Thailand (H.O.T.), con una completa gamma di prodotti accattivanti e contemporanei per il settore “Hospitality”, e una vetrina dei prodotti più all’avanguardia per le categorie Senior e Wedding, oltre un’ area

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BIG+BIH. ASEAN LIFE+STILE In queste pagine: la mostra delle migliori collezioni di design “Top of OTOP” e compratori internazionali in visita presso gli stand di alcune delle aziende presenti in fiera durante l’edizione di BIG+Bih di Aprile 2014.

specializzata nel nuovo uso di materiali naturali. E molto altro ancora... Sono inoltre attesi più di 40.000 visitatori locali ed acquirenti internazionali provenienti da Giappone, Cina, USA, Taiwan, Malesia, Singapore, Vietnam, Hong Kong, Indonesia, Australia, Francia, Germania e Gran Bretagna UK. BIG+BIG Ottobre 2014 si terrà dal 19 al 23 ottobre presso il Bangkok International Trade and Exhibition Center (BITEC) a Bangna, Bangkok. Gli operatori professionali, il TRADE, sono attesi per le negoziazioni commerciali dal 19 al 21 ottobre, dalle 10.00 alle 18.00, mentre la fiera sarà aperta al pubblico il 22 e il 23 ottobre, dalle 10.00 alle 21.00. Per maggiori informazioni visitate i siti www.bigandbih.com e www.ditp.go.th 175


Alessi spa

Giovanni Raspini spa

Via Privata Alessi, 6 28882 Crusinallo Omegna (VB) Tel. 0323 868611 alessi.com

Largo Torricelli, 1 52040 Pieve al Toppo (AR) Tel. 0575 410330 www.giovanniraspini.com

Arzberg Hutschenreuther Sambonet Sambonet Paderno Industrie spa

L’Oca Nera srl

S.R. 11, Km 84 28060 Orfengo (NO) Tel. 0321 879701 sambonet.it

Baccarat Italia srl Via San Maurilio, 19 20123 Milano Tel. 02 72015854 www.baccarat.it

B.Morone srl Via Soresina, 7 20144 Milano Tel. 02 48012016 Distributore esclusivo in Italia Herend Wedgwood www.bmorone.it

Borla Bohemia srl Viale Cirene, 4 20135 Milano Tel. 02 54001010 Rappresentante generale per l’Italia Rona www.borla.net

Carlo Moretti srl Fondamenta Manin, 3 30141 Murano (VE) Tel. 041 736588 www.carlomoretti.com

Corrado Corradi spa Via Medici del Vascello, 8 20138 Milano Tel.02 5099421 Agente generale per l’Italia di Daum www.corrado-corradi.it

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Via Ugo Foscolo, 7 62010 Montecassiano (MC) Tel. 0733 290050 www.locanera.it

Lladrò Italia srl Via P. G. Biumi, 14 20128 Milano Tel. 02 27201787 www.lladro.com

Modigliani ID srl Via Gianbattista Vico, 1-3 00196 Roma Tel. 06 6781715 www.modigliani.it

Poliform spa Via Montesanto, 28 22044 Inverigo (CO) Tel 031 6951 www.poliform.it

Richard Ginori GRG srl Viale Giulio Cesare, 50 50019 Sesto Fiorentino (FI) Tel. 055 420491 www.richardginori1735.com

Vidivi Vetri delle Venezie spa Via Calcinese, 60 37030 Colognola ai Colli (VR) Tel. 045 6137111 www.vidivi.it www.vetridellevenezie.com

Villeroy & Boch Arti della Tavola srl Via Sandro Sandri, 2 20121 Milano Tel. 02 655849.1 www.villeroy-boch.it

Zanotta spa 20834 Nova Milanese (MI) via Vittorio Veneto, 57 Tel 0362 4981 www.zanotta.it

Indirizzi utili

Indirizzi FIERE

ADI

Abitare il Tempo Marmomacc Verona Fiere spa

Via Bramante, 29 20154 Milano Tel. 02 33100 164/241 www.adi-design.org

H-Farm Italia srl Tenuta Ca’ Tron Via Sile, 41 31056 Roncade (TV) Tel. 0422 789611 www.h-farmventures.com

Carlo e Camilla in Segheria Via G. Meda, 24 20136 Milano Tel. 02 8373963 carloecamillainsegheria.it

Flagship Store Carlo Moretti Via Spiga, 48 20121 Milano Tel. 02 49580401 www.carlomoretti

Eataly Torino Lingotto Via Nizza, 230 101026 Torino www.eataly.it

Orsolini Via S. Allende, 20/e 50066 Reggello (FI) Tel. 055 0512019 www.fabioorsolinicg.it

Flagship Store Richard Ginori Via de’ Rondinelli, 17/r 50135 Firenze Tel. 055 210041 www.richardginori1735.com

Ulderico Lepreri Design Project Via dei Grimani, 2 20144 Milano Tel. 02 473211 www.uldericolepreri.com

V.le del Lavoro, 8 37135 Verona Tel. 045 8298001 www.abitareiltempo.com www.marmomacc.com

HOMI MILANO Fiera Milano spa Strada Statale 33 del Sempione, 28 20017 Rho (MI) Tel. 02 49971 www.homimilano.com

Interior Life Style China Shanghai New International Expo Centre (SNIEC) Shanghai, China Per informazioni Messe Frankfurt Italia srl www.messefrankfurtitalia.it www.il-china.com

Interior Lifestyle Tokyo Tokyo Big Sight, West hall Tokyo, Japan Per informazioni Messe Frankfurt Italia srl www.messefrankfurtitalia.it www.ifft-interiorlifestyleliving.com

Maison&Objet Saloni Internazionali Francesi srl Via Caradosso, 10 20123 Milano Tel. 02 4343531 www.maison-objet.com

BIG+BIH Bangkok International Gift Fair Bangkok International Houseware Fair Bitec Bangna Bangkok, Thailand Per informazioni Thailand Trade Centre Milano Via Albricci, 8 20122 Milano Tel. 02 89011467-77 www.thaitradeitaly.com www.bigandbih.com


30. 1 – 3. 2. 2015

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