EVANGELIZZARE È AMARE
1. Quando i visigoti giungono in Spagna, agli inizi del VI secolo, sono una minoranza rispetto agli ispano-romani, e conservano le loro tradizioni. La fibula custodita al Museo Arqueológico di Madrid, che mantiene le caratteristiche dell’oreficeria ostrogota, ne è un chiaro esempio.
Capitolo 13
EVANGELIZZARE È AMARE
«Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni» (Matteo 28,19) furono le parole di Gesù nel momento del suo congedo definitivo, e a partire da quell’istante gli apostoli e i loro seguaci dedicarono i loro sforzi ad annunciare al mondo la buona novella di Cristo. In realtà, quest’annuncio costituì la conseguenza più impegnativa dell’amore dei discepoli per Cristo e per i loro fratelli. La loro fedeltà al Maestro e il loro impegno solidale con giudei, greci e romani li portò a spendere le proprie vite nell’annuncio del Vangelo, che era l’annuncio dell’amore di Dio per gli uomini. La storia del cristianesimo è la storia degli araldi della vita e della dottrina di Cristo. Gli apostoli furono i primi a raccontare il loro incontro e la loro esperienza personale con Cristo, incontro che aveva cambiato le loro vite e che dovevano comunicare agli altri: Giacomo a Gerusalemme; Giovanni a Patmos e a Efeso; Pietro ad Antiochia e a Roma; Paolo nel corso delle sue peregrinazioni mediterranee, che si conclusero definitivamente a Roma; Tommaso in India… In poco tempo, i discepoli si diffusero in Africa, Europa e parte dell’Asia, costituendo comunità nelle principali città del mondo conosciuto. Ogni atto di evangelizzazione ha la medesima causa e il medesimo metodo, l’urgenza di annunciare agli altri l’amore e la pace che si sentono nel proprio cuore; e ci si sente capaci di affrontare ogni genere di peripezia per riuscire a fare questo. I popoli barbari rappresentavano una grave minaccia per l’Impero; al contrario, per il cristianesimo costituirono una nuova occasione per estendere il regno di Cristo e per far sì che altri popoli conoscessero la chiamata e il progetto divini. Troviamo questa contraddizione nella Città di Dio di sant’Agostino. Agostino si sentiva orgogliosamente cittadino romano e diffidava probabilmente dei nuovi popoli 76
che irrompevano senza chiedere permessi nell’Impero, ma fu consapevole della sfida che la possibilità di estendere la conoscenza di Cristo comportava per i cristiani. È la storia di Clodoveo e dei Franchi, di Recaredo e dei Visigoti, di san Martino e dei Suebi, di Teodolinda e degli Ostrogoti. Gli inizi della civiltà occidentale devono essere ricercati nella comunità di popoli diversi uniti dal cristianesimo, che si era formata nel momento in cui era crollato l’Impero romano e in seguito alla conversione al cristianesimo dei vari popoli barbari. Per costoro, la Chiesa si presentava con il prestigio di una civiltà raffinata, rafforzata dalla legge e dalla cultura romane, e finì per trasformarsi nella loro educatrice e legislatrice. Nel profondo cambiamento religioso e culturale di questi secoli barbarici, i vescovi e le parrocchie svolgono un compito decisivo. Si trattava di edificare comunità cristiane capaci di trasformarsi in luoghi di incontro di cristiani vecchi e nuovi e in tessuti sociali che unissero le popolazioni nella loro vita religiosa e culturale. La cultura cristiana, che andò impregnando la vita di questi popoli, aveva come centro la liturgia, pervasa da una vasta tradizione di poesia, di musica e di simbolismo artistico-religioso. Di fatto, sia l’arte bizantina sia l’arte medievale, così come la cultura e il teatro popolari, non possono comprendersi senza una certa conoscenza dell’origine e dello sviluppo storico della liturgia. Le rappresentazioni della passione e della natività, così come le celebrazioni del culto cristiano e delle feste dei santi, stanno alla base della cultura rurale e fanno da ponte verso la cultura superiore ecclesiastica e letteraria del tempo. Le chiese costituivano per i popoli al medesimo tempo spazio di preghiera e di incontro personale con Dio ma anche scuola, teatro e galleria d’arte. L’uomo nuovo si caratterizzava per i princìpi dottrinali
2. Corone visigote, oggetti votivi offerti ai santi in cerimonie ufficiali. L’unificazione religiosa della Spagna si compie nel 576 con il re visigoto Leovigildo, poi ratificata dal III concilio di Toledo, nuova capitale nel 589. Per i visigoti, ariani convertiti al cattolicesimo, l’oreficeria preziosa aveva importanti funzioni pubbliche.
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