INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition 11th - 17th October 2015
School of Civil Architecture Politecnico di Milano
Contemporary Cities and Urban Regeneration Milan 2016 - After Expo Scientific Coordinator:
Maurizio Carones
Prof. Architecture and Urban Design - Politecnico di Milano Professors:
Alfredo Ronchi
Prof. Construction Methods - Politecnico di Milano
Fabio Vanerio
Prof. Theory and Design of buildings and structures Politecnico di Milano Attend to panel discussion:
Manuela Grecchi
THE CITY OF CONCENTRIC SYSTEMS
THE CITY OF RAILROAD
THE CITY OF CITADELS
THE CITY OF RADIAL
THE CITY OF AXES
THE CITY OF WATER
Pro-Rector - Politecnico di Milano
Angelo Torricelli
Dean of School of Civil Architecture - Politecnico di Milano
Stefano Della Torre
Principal of Department A.B.C. - Politecnico di Milano
Alessandro Balducci
Town Planning Councillor of Milan
Pietro Romano
Mayor and Town Planning Councillor of Rho Councilor of Citta Metropolitana of Milan
Ferruccio Favaron
President of Department of Urban and Territorial Administration CNAPPC
Valeria Bottelli
President of Order of Architects PPC of the Province of Milan
Marco Engel
Segretary of INU Lombardy
Luciano Pilotti
President of Arexpo S.p.A. Prof. Corporate Economics And Management Università degli Studi di Milano
Contemporary Cities and Urban Regeneration
Giuseppe Filiputti
Ex On Site Manager - Expo 2015 S.p.A.
Lorenzo Pallotta
Milan 2016 - After Expo
Project Manager - Expo 2015 S.p.A. / Arexpo S.p.A.
Edoardo Lecaldano Venture Capitalist
International workshop of urban and achitectural design
Valerio Zunino
Geographer, AD - Studio SIT srl tutors: arch. Luca Scalingi, Agostino Cangini, arch. Jr. Mariagiulia Di Lizia organization: arch. Marco Grassi
VI edition THE CITY OF GRIDS
THE CITY OF INFRASTRUCTURE
11th - 17th October 2015
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition 11th - 17th October 2015 Contemporary Cities and Urban Regeneration Milan 2016 - After Expo Scientific Coordinator:
Maurizio Carones
Prof. Architecture and Urban Design - Politecnico di Milano
Organization by:
POLITECNICO DI MILANO SCUOLA DI ARCHITETTURA CIVILE
Professors:
Alfredo Ronchi
Prof. Construction Methods - Politecnico di Milano
Fabio Vanerio
Prof. Theory and Design of buildings and structures Politecnico di Milano Attend to panel discussion:
Manuela Grecchi
Pro-Rector - Politecnico di Milano
Angelo Torricelli
Dean of School of Civil Architecture - Politecnico di Milano
With the Patronage of:
Stefano Della Torre
Principal of Department A.B.C. - Politecnico di Milano
Alessandro Balducci
Town Planning Councillor of Milan
Pietro Romano
Mayor and Town Planning Councillor of Rho Councilor of Citta Metropolitana of Milan
Ferruccio Favaron
President of Department of Urban and Territorial Administration CNAPPC
Valeria Bottelli
President of Order of Architects PPC of the Province of Milan
Marco Engel
Segretary of INU Lombardy
Luciano Pilotti
President of Arexpo S.p.A. Prof. Corporate Economics And Management UniversitĂ degli Studi di Milano
Giuseppe Filiputti
Ex On Site Manager - Expo 2015 S.p.A.
Lorenzo Pallotta
Project Manager - Expo 2015 S.p.A. / Arexpo S.p.A.
Edoardo Lecaldano Venture Capitalist
Valerio Zunino
Geographer, AD - Studio SIT srl tutors: arch. Luca Scalingi, Agostino Cangini, arch. Jr. Mariagiulia Di Lizia organization: arch. Marco Grassi
With theAttendance of:
School of Civil Architecture Politecnico di Milano
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
coordinatore: Maurizio Carones
Professore di Composizione Architettonica Politecnico di Milano
10.00 - 13.30
Maurizio Carones “IWUAD VI Edizione”
introduzione:
Buongiorno a tutti. Innanzitutto saluto gli ospiti e i nostri studenti, alcuni dei quali di provenienza internazionale. Innanzitutto vorrei ringraziare chi ha collaborato alla organizzazione di questo Workshop internazionale. Un mio ringraziamento va all’architetto Marco Grassi del nostro ufficio relazioni internazionali che con la sua attività consente l’organizzazione di questi eventi e anche delle nostre trasferte all’estero. Ringrazio l’architetto Luca Scalingi che da diversi anni collabora all’attività didattica del nostro gruppo, e i giovani tutor Agostino Cangini e Maria Giulia Di Lizia che ancora studenti ci aiutano. Il workshop ha avuto l’importante patrocinio di: Expo Milano 2015 spa e dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano e la partecipazione della Città metropolitana di Milano Penso – e mi auguro - che lo svolgimento di questo Workshop sia una occasione importante di formazione e di confronto e perciò ringrazio gli studenti che hanno scelto di frequentarlo. Provo ad elencare schematicamente alcune ragioni per considerarlo in questo modo. In primo luogo questo Workshop rappresenta un altro elemento che, insieme ad altri, contribuisce a creare stabili relazioni fra alcune Università internazionali e il Politecnico di Milano. In particolare, negli ultimi anni il nostro gruppo di lavoro ha organizzato diversi workshop internazionali e siglato un accordo di doppia laurea con la Korea University di Seoul, accordo che vede già avviati i primi scambi di studenti e stiamo siglando un accordo con la Binus University di Jakarta. Abbiamo partecipato a diversi bandi dell’Unione Europea per progetti bilaterali fra Unione Europea e Stati dell’Oriente coinvolgendo altre università quali la Beuth University di Berlino, la Korea University e la Seoul Tech, entrambe di Seoul. Elementi che danno un contributo alla più ampia strategia del Politecnico di Milano di internazionalizzazione. In questi rapporti ed in questa strategia si inserisce anche il lavoro di questa settimana. Questo lo dico per gli studenti ma anche per noi docenti, per sottolineare gli avanzamenti di un lavoro collettivo. Penso che oggi i nostri studenti debbano guardare a scenari internazionali e non solo gli studenti, anche le
Inaugurazione IWUAD VI Edition – Milan 2015
segreteria organizzativa: arch. Marco Grassi
Maurizio Carones
tutors: arch. Luca Scalingi, A. Cangini, M. Di Lizia
saluto:
con il patrocinio: Expo Milano 2015 spa Ordine degli Architetti PPC di Milano
Prorettore - Politecnico di Milano
con la partecipazione: Città metropolitana di Milano
Professore di Composizione Architettonica Politecnico di Milano
Manuela Grecchi interventi:
Maurizio Carones
Professore di Composizione Architettonica Politecnico di Milano
Ferruccio Favaron
Consigliere CNAPPC Dipartimento Politiche Urbane e Territoriali
Giuseppe Filiputti
Ex-On Site Manager - Expo 2015 S.p.A.
Valerio Zunino
Geografo, AD - Studio SIT srl
15.00 - 18.30
Tavola rotonda: “Milan 2016 - After Expo” interventi:
Angelo Torricelli
Preside della Scuola di Architettura Civile Politecnico di Milano
Luciano Pilotti
Presidente - Arexpo S.p.A. Professore di Economia e Gestione delle Imprese Università degli Studi di Milano
Valeria Bottelli
Presidente Ordine Architetti PPC della Provincia di Milano
Marco Engel
Segretario INU Lombardia
Edoardo Lecaldano Venture Capitalist
Lorenzo Pallotta restituzione sintetica degli interventi ad uso dei partecipanti al Workshop a cura di: Mariagiulia Di Lizia e Chiara Vaglia
Conference 12th November
Project Manager Expo 2015 S.p.A. / Arexpo S.p.A.
nostre scuole e i professori. Un altro aspetto che mi piace sottolineare è quello che questa è la sesta edizione del Workshop Contemporary cities and Urban regenerations; due a Milano (marzo 2011 e febbraio 2012), uno a Seoul (maggio 2013), uno a Manila (maggio 2014), uno a Jakarta (febbraio 2015). Ci siamo presi negli anni scorsi un impegno di continuità che cerchiamo di mantenere. Stiamo organizzando le prossima edizioni a Bangkok (maggio 2016) e a Seoul (ottobre 2016) e siete già tutti invitati. Un ulteriore punto è l’importanza del tema: provare ad esercitarsi sul tema della città contemporanea e della rigenerazione urbana credo sia oggi di particolare importanza. E’ un tema molto vasto e di grande rilevanza che in questa breve introduzione noi non possiamo trattare in modo sufficiente. Credo però che sia evidente come una delle più importanti questioni del futuro sarà lavorare sulle grandi città e qualificarle. Questo vuol dire che i nostri studenti quando - fra qualche anno - dovranno impegnarsi nel lavoro si confronteranno certamente con questo tema. Avremo occasione di parlarne nei prossimi giorni. In questo senso il Workshop presenta la straordinaria opportunità di lavorare sulla città di Milano, in un momento particolare della sua vicenda urbana e civile. Un momento in cui uno storico evento si sta concludendo e occorre occuparsi di come utilizzare l’area su cui si è svolta la manifestazione; una occasione per la città e al centro del dibattito cittadino e non solamente. Un altro esempio in cui la città contemporanea si confronta con la sua storia, con la questione scalare, con i cambiamenti di destinazione d’uso, con le idee di sviluppo e con la domanda quanto e come crescere ancora. Tutte questioni che riguardano le grandi città del mondo e che possono qui trovare un particolare campo di sperimentazione e di confronto. E questo è forse il senso principale di iniziative come questo: il confronto e lo scambio fra esperienze, formazioni e culture diverse. Questo è quello che auguriamo agli studenti del Politecnico di Milano e agli studenti internazionali ospiti e quindi buon lavoro a tutti.
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
Manuela Grecchi “Progetto interculturale” Buongiorno a tutti e un benvenuto soprattutto a coloro che sono qua al Politecnico di Milano per la prima volta e mettono in gioco le proprie capacità e abilità all’interno di questo Workshop per produrre nuove e, speriamo, ottime idee. Qual è lo scopo di questa iniziativa? Possiamo dire si tratti di un progetto interculturale, grazie anche al fatto di avere una classe internazionale che porta alla capacità di vedere in modo diverso tanti aspetti differenti. Ognuno di voi ha culture, usanze e problematiche differenti a seconda del paese di provenienza; differenti sicuramente rispetto al contesto italiano. Questo progetto è anche un occasione che consente ai nostri studenti di poter sperimentare un’attività nell’ottica futura di lavoro all’estero. Stiamo coinvolgendo due scuole di architettura storiche ed importanti del Politecnico ed una scuola di ingegneria edile, nella quale io insegno, proprio perché il mix di competenze è strategico se vogliamo realizzare degli edifici che abbiano una qualità e delle caratteristiche importanti. Milano oggi è il tema. In questo momento c’è un grande dibattito sulla rigenerazione urbana e mi auguro che questo caso possa dare il via ad una sequenza di sviluppo per la nostra città.
Maurizio Carones “La città e gli eventi” La realizzazione del sito espositivo dell’Expo 2015 costituisce per Milano e il suo territorio una delle più consistenti variazioni verificatisi negli ultimi anni, in un panorama della città comunque già molto modificato anche da altri notevoli cambiamenti. In che modo è possibile leggere questa trasformazione? Al di là della pur straordinaria e spettacolare contingenza della Esposizione Universale, è possibile coglierne l’importanza strutturale inscrivendola nella più generale vicenda urbana di Milano e delle sua città metropolitana? Numerosi sono gli spunti per riflessioni - in parte già sviluppate anche in altre sedi – che la trasformazione urbana generata dalla
realizzazione Expo 2015 pone alla città, al territorio e agli abitanti. Una possibile prospettiva è quella di guardare Milano dal punto di vista offerto da questa nuova parte di città: come ogni trasformazione, anche essa contribuisce alla costruzione della città e, allo stesso tempo, ne diventa, in un modificato rapporto, inevitabilmente parte. Alcune questioni: EXPO 2015: LA CITTA’ E GLI “EVENTI” Ogni città si costruisce attraverso una continua successione di piani, progetti e atti costruttivi che nel corso del tempo ne determinano la forma urbana. Ciò che resta sulla città sono i segni e le tracce, più o meno visibili, di queste trasformazioni, le conseguenze sulla forma urbana e in generale sul “manufatto” della città. Nella città contemporanea, sempre più complessa e stratificata, da qualche decennio uno degli elementi di trasformazione più evidenti è riferibile a ciò che si definisce “evento”. Il termine ha avuto in questo recente periodo una interessante evoluzione: da un significato tendenzialmente riferito a fatti straordinari esso ha assunto un significato sempre più relativo allo svolgimento di grandi manifestazioni, sociali, culturali, sportive. Alcune città, a partire dalla organizzazione di una Olimpiade o di una Esposizione Universale, hanno profondamente mutato parte della loro struttura urbana, realizzando infrastrutture per facilitare la mobilità con particolare riferimento ai luoghi interessati all’evento. In queste occasioni spesso queste città hanno anche ridefinito la loro identità, cogliendo l’opportunità di specificare alcuni aspetti peculiari per meglio caratterizzare il loro ruolo in un ambito globale che vede sempre più elevata la competizione fra città. EXPO 2015: LA “FONDAZIONE” DI UN SITO Oltre al più ampio coinvolgimento della città e del territorio circostante ciò che ha sempre caratterizzato la realizzazione delle strutture necessarie per la realizzazione di tali eventi è stata la individuazione di un luogo delimitato in cui far svolgere le manifestazioni principali. La scelta del sito espositivo milanese per Expo 2015 si colloca inevitabilmente all’interno di questa logica di luoghi recintati e risponde alla necessità di individuare una grande area libera, prossima alla città
Conference 12th November
ma distinta da questa. Il luogo scelto – non senza controversie – risponde a queste caratteristiche e si configura come un’area “libera”, una sorta di frammento residuo dell’originaria campagna attorno alla città. Esso è circondato da autostrade (Milano-Laghi, Milano-Torino e Tangenziale Ovest) da ferrovie (Milano-Torino) ed è contiguo ad altri grandi recinti: la nuova Fiera di Pero-Rho, il carcere di Bollate e il Cimitero Maggiore. Il sito vanta inoltre un buon rapporto con i diversi sistemi di mobilità: è prossimo agli accessi al sistema autostradale, alle stazioni ferroviarie di alta velocità e regionali (stazione Fiera-Rho), alla stazione della linea metropolitana milanese (linea 1, stazione Rho Fiera). L’area è quindi caratterizzata da un perimetro casuale, dovuto alla realizzazione di queste infrastrutture. All’interno di questo sito, la scelta fondativa compiuta è il tracciamento di un sistema ortogonale di assi che, anche nella stessa denominazione ufficiale, si riferisce alla fondazione della città romana (cardo e decumano). La struttura quindi ha un suo autonomo ordine interno che rinvia alla pratiche di fondazione e così appare: un pezzo di città, una sorta di “cittadella” con un chiaro principio insediativo. Ogni città ha sempre teso a definire ambiti formalmente circoscritti: tutte aree definite da un limite preciso, destinate a particolari funzioni. Ed è sempre stato interessante considerare anche come la città ha usato questi ambiti urbani circoscritti quando la loro specificità d’uso è venuta meno. Tutta la grande area è circondata da un sistema di canali che ne costituisce il confine e il limite formale e che dovrebbe anche rappresentare il rapporto con il sistema delle acque della pianura lombarda. I canali perimetrali del sito Expo sono in effetti collegati al sistema delle acque, sia per l’afflusso delle acque che per il loro deflusso, anche se in modi differenti da quelli proposti nel progetto originario. EXPO 2015: UNA PARTE DELLA CITTA’ La realizzazione del sito espositivo per Expo 2015 propone un rapporto molto chiaro con la vicenda urbana della direttrice nord-ovest di Milano. A partire dalla fondazione tre-quattrocentesca del Castello Visconteo-Sforzesco, situato nel quadrante nord-ovest
della città, Milano individua la direttrice verso il passo del Sempione, sulle Alpi a nord di Milano, come una linea precisa di sviluppo della città, in qualche modo opposta e complementare all’antico tracciato romano della via Emilia verso Roma, a sud est. Il ruolo dell’asse del Sempione si manifesta chiaramente dai primi del XIX secolo sino ad oggi. Su questa direttrice la città costruisce piani e progetti, parti monumentali, modifica parte del suo stesso centro, definisce assi di uscita dalla città, colloca in una sorta di successione quartieri sperimentali e realizza quartieri nuovi, costruisce nuovi paesaggi, colloca grandi funzioni industriali, situa parti monofunzionali di città. Anche la stessa vicenda delle precedenti Esposizioni milanesi fa parte della storia urbana del Sempione. Ad eccezione della prima Esposizione del 1881, a carattere nazionale, svoltasi nei giardini di Porta Venezia, già le Esposizioni Riunite del 1894 si svolgono nel parco Sempione, dietro al Castello Sforzesco di cui è in corso il restauro. Nel 1906 la Esposizione Internazionale milanese si svolge in parte sempre nel parco Sempione e per la maggior parte nell’area dell’ex Piazza d’Armi, non lontano dal Corso Sempione cittadino, quella che poi diventerà l’area della Fiera, oggi a sua volta per la maggior parte trasferita a Rho. Sempre su questo asse si è infatti recentemente realizzato lo spostamento della Fiera di Milano che, decentrata dalla sua originaria collocazione verso l’area di Pero-Rho - in una ideale continuità con le trasformazioni precedenti – ha lasciato spazio alla realizzazione di un grande ed architettonicamente evidente insediamento residenziale. Il sito di Expo 2015, all’interno di questa vicenda urbana riferita al Sempione, è contiguo a quello della Fiera e ne costituisce una sorta di doppio speculare, anche nella scelta di avere un forte asse centrale, elemento funzionale ed architettonico molto riconoscibile. La costruzione degli edifici all’interno del sito espositivo per Expo 2015, dopo iniziali incertezze gestionali, è avvenuta in tempi rapidi e propone alcune interessanti questioni. Dopo l’iniziale programma di costruire un “orto planetario” in cui sarebbero state soprattutto le coltivazioni dei lotti di terreno assegnati alle nazioni a rappresentare le loro colture caratteristiche, nell’evoluzione
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del progetto ha avuto il sopravvento la realizzazione di padiglioni nazionali in forma di più consueti edifici costruiti. Il carattere costruttivo, oltre ad un cimento di logistica per la costruzione in tempi molto limitati, ha richiesto un confronto con tecniche costruttive leggere, essendo previsto a fine manifestazione lo smontaggio dei padiglioni e il ripristino del suolo originario. Se il carattere temporaneo dei padiglioni è chiaro, lo è meno il destino dell’intera area, oggi molto dotata di infrastrutture e quindi una potenziale e molto grande risorsa per la città. La prossima conclusione dell’Expo - il 31 ottobre 2015 – propone allora la grande questione, ad oggi non risolta: cosa farà la città di quest’area a manifestazione conclusa? Quello che si può sin d’ora dire che essa è già una parte di Milano, infrastrutturata e collegata al resto della città ma, allo stesso tempo, riconoscibile frammento fra altri contigui frammenti. L’Expo è stato un rapido processo costruttivo che – in ogni caso - ci consegna una parte di città profondamente diversa, all’interno di una riconoscibile vicenda urbana. Una importante occasione per la città. Alcune delle immagini che abbiamo visto questa mattina mostrano l’area di Expo 2015 in una vista prospettica verso la città: Milano all’orizzonte, con il suo modificato profilo; altre hanno un punto di vista opposto, quasi un controcampo verso il territorio. Sia le une che le altre indicano molto bene quell’inevitabile rapporto con la città e con il territorio da cui ogni programma per l’uso del sito Expo dovrà partire.
Ferruccio Favaron “Reintegrazione urbana” Buongiorno a tutti e benvenuti. Oggi parliamo di generazioni del presente su di un tema che oggi è uno dei più importanti sui quali si fa dibattito. In un convegno organizzato dall’ordine degli architetti di Milano si dibatteva sul se e sul come Milano potesse cambiare a seguito di questo grande intervento internazionale che ha accelerato tutta una serie di progetti che erano già stati avviati. Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina,
partecipante al convegno dello scorso sabato, ha detto che quello che conta ora costruire è il “post-Expo” a partire dalle grandi iniziative he sono state seminate qui e che dovranno “germogliare”. Stiamo parlando di uno spazio occupante 1 milione di mq, situato in una posizione geografica di grande rilievo accanto ai padiglioni della fiera e dotato di progetti propri ed infrastrutture; è evidente, quindi, come il futuro di questo sito sia strategico per lo sviluppo della città metropolitana di Milano. Città metropolitana che andrà a sostituire il piano territoriale della provincia e a causa di ciò dovrà occuparsi, con nuovi strumenti di pianificazione territoriale di area vasta, dei piani urbanistici in rapporto alla regione. Serve un nuovo processo di pianificazione dimenticandosi tutto quanto successo fino ad oggi su questa scala, immaginandoci invece dei rapporti di condivisione con strumenti più agili e snelli. La città metropolitana, a mio avviso, si deve occupare della pianificazione configurativa del territorio. Attualmente in Italia abbiamo il 70% della popolazione che vive in città e produce li l’80% del PIL. Questo significa che un intervento sulla qualità delle città italiane rappresenta un investimento più che produttivo sulla qualità della vita, sullo sviluppo e sulla sicurezza dei cittadini. Non possiamo non occuparci della politica delle città. Nelle città serve una pianificazione basata sulle diverse presenze delle risorse che ci sono sul territorio, semplice ed efficace, data da un insieme di azioni che siano in grado di consentire alla pubblica amministrazione di confrontarsi con gli operatori, dando alla popolazione criteri di sostenibilità e qualità ambientale; meno vincoli, ma più puntuali e condivisi, così da cogliere l’occasione di fare un architettura di qualità. Dobbiamo superare il concetto di urbanistica e riferirci ad un concetto più vasto di governo del territorio, disciplina più estesa e diversa da quella della regolamentazione edilizia sull’uso dei suoli; comprende tutte le materie che influiscono sull’uso del territorio con una strategia che deve essere condivisa da tutte le figure professionali. Parliamo ora di Expo: abbiamo potuto vedere come hanno affrontato i vari paesi il tema dell’alimentazione, ma non dimentichiamoci che essa è strettamente legata al territorio; è evidente, quindi, che “area Expo”
Conference 12th November
non va consumata progettandovi edifici che rimarranno successivamente vuoti. È giunto il momento di riportare, all’interno di una coerente ed efficiente pianificazione urbana, la definizione degli interventi di trasformazione dei tessuti della città. Quest’ultima va rinnovata, con regole semplici, condivise ed efficaci, che non permetteranno il rovinarsi della logica speculativa di questi anni. Abbiamo davanti prospettive completamente diverse. A quanto abbiamo visto fino ad ora è opportuno fissare regole e norme per la città consolidata, quindi non solo per la periferia e i centri storici, ma l’insieme della città attraverso il recupero e la sua ricucitura, abbandonando il vecchio regolamento per sostituirlo con una logica fondata sulla qualità delle presentazioni in grado di dare risposte dal punto di vista ambientale, energico e sismico. Il patrimonio immobiliare del nostro paese ammonta a 120 milioni di vani situati in città. Di questi, circa 30 milioni fanno parte di edifici considerati storici ai fini della tutela e che costituiscono l’identità stessa della nostra civiltà; quindi andrebbero ri-attrezzati e ri-funzionalizzati. Poi abbiamo circa 90 milioni di vani in periferie urbane (e non) che, invece, sono caratterizzati da scarsissima qualità architettonica e costruttiva. Con queste affermazioni vorrei dire che serve una legge in cui la reintegrazione urbana sia sostenibile e in grado di coinvolgere, non solo il patrimonio immobiliare, ma anche l’ambiente, la sicurezza e il risparmio energetico per una trasformazione urbana veramente di qualità. Servono progetti innovativi, progetti in grado di dare agli italiani case sicure e piacevoli.
Manuela Grecchi “Il nostro patrimonio” Cosa significa intervenire sul patrimonio esistente? Dobbiamo imparare ad interrogarci sul patrimonio esistente, ma dobbiamo farlo in modo critico avendo anche il coraggio di demolire qualcosa che ci appartiene. In Italia purtroppo ci sono molti vincoli. Ci sentiamo l’unico paese al mondo con valore e qualità storica
molto elevati, ma non è così. Ci sono tanti paesi nel mondo che hanno un patrimonio storico elevato, ma a differenza nostra si assumono maggiori responsabilità, capendo le condizioni di intervento. Nel nostro DNA formativo abbiamo un valore aggiunto che è quello di legarci alla storia, ma non dobbiamo dimenticarci che oggi dobbiamo creare qualcosa che sia valido anche per il futuro. Oltre ad occuparmi dell’ateneo, mi occupo di una rigenerazione interna, perché ho la delega su tutto il patrimonio edilizio del PM, so qual è la difficoltà di intervento e so cosa vuol dire interloquire con la politica. Oggi la città ha bisogno di rigenerarsi in modo veloce; questo lo stiamo vivendo oggi con lo sviluppo di Bovisa. Il ruolo dell’architetto, del pianificatore e del tecnico devono guidare questi processi. Chiudo il mio intervento facendo riferimento ad un numero impressionante di architetti che abbiamo in Italia. Un tema questo unico nel suo genere. Non esiste nessun’altra nazione al mondo che abbia il nostro numero di architetti. A proposito di ciò l’ateneo ha ridotto i numeri d’ingresso, aumentando però la qualità dell’insegnamento; questo perché noi abbiamo l’obbligo di formarvi in modo molto efficace a causa del fatto che fuori dall’università la sfida è importante e difficoltosa. Buon lavoro a tutti, ci vediamo sabato mattina con la presentazione dei vostri lavori finali.
Valerio Zunino “Expo Milano 2015, The making of” Vi ringrazio. Il libro che voglio presentarvi oggi è un libro giovane come la nostra casa editrice. Giovane nel senso che venne iniziato nel maggio di quest’anno e paradossalmente in 2 mesi è uscito nelle librerie. Il titolo è “Expo Milano 2015, The Making of”, cioè una sorta di documento, un rendiconto grafico del sito Expo. La cartografia è un entità assolutamente fondamentale per documentare il territorio e misurare e pianificare lo sviluppo in tre dimensioni. Nella pubblicazione del volume abbiamo le riprese
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
fotogrammetriche dell’area Expo per intero e zenitali, dal giugno 2013 fino al primo maggio di quest’anno. Troviamo anche una sorta di excursus che ci racconta quello che sono stati i cantieri dei padiglioni singoli; quindi l’evoluzione cantieristica fino alla costruzione e realizzazione finale. All’interno troverete anche 8 foto in sequenza da settembre 2013 sino ad oggi, da cui vi sono entità misurabili per distanze e per aree. Esse sono sovrapposte tra loro formando quello che è un grande formato orizzontale che presenta un apertura di quasi un metro e un altezza di 400 millimetri. Si parla anche dello sviluppo del decumano ed i padiglioni predisposti uno di fianco all’altro che lo percorrono dall’inizio alla fine. Il libro è l’unica opera che di fatto rappresenta un documento a testimonianza dell’edificazione del quartiere Expo. Oggi siamo a 1000 copie vendute. Concludo e lascio qui il volume per un eventuale consultazione per chi ha interesse.
Giuseppe Filiputti “Le regole” Grazie a tutti per l’invito. Io ho avuto il privilegio di poter gestire la costruzione di Expo come On-Site Manager. Esperienza interessante e faticosa che doveva interfacciare un mondo che arrivava a Milano e che avrebbe dovuto rappresentare la cultura dell’alimentazione. Prima di parlare della mia esperienza, volevo un momento riallacciarmi ad una serie di punti che sono stati espressi da chi mi ha preceduto, riprendendoli per giustificare alcune esperienze che vorrei trasmettervi per quanto possibile. La trasformazione urbana o il riuso del territorio di un area che era agricola ed ormai è circondata da ferrovie, dalla fiera e da un intorno ormai completamente urbanizzato, possiamo affermare essere quindi un area isolata, è complesso. Ciò non vuol dire che un area isolata non possa essere riqualificata soprattutto in questo caso dove abbiamo lo stimolo ed il vantaggio di avere avuto un evento a livello mondiale come Expo. Questo ha fatto si che siano stati ipotizzati scopi futuri, anche se per adesso non ben definiti, per la des-
tinazione finale. L’evento espositivo ha reso possibile utilizzare una serie di infrastrutture già esistenti; questo è molto importante perché molto spesso gli eventi venivano collocati per facilità in aree totalmente esterne e totalmente fuori dalla città, dovendo a loro volta portare alla costruzione di infrastrutture, strade, metropolitane ecc… In questo caso viene fatto un ottimo utilizzo dell’area già infrastrutturata, che era di proprietà in parte del Comune di Milano, della Fiera e in parte di privati. L’evento è quindi un modo per generare una trasformazione e questo ci insegna anche come in futuro questo luogo potrebbe avere un destino importante. L’evento è stato strutturato su di un asse che collega due poli, come succedeva nelle città del medioevo, che aveva ad un polo la parte secolare e dall’altra la cattedrale; il flusso delle persone avveniva lungo una strada che collegava questi due poli opposti, nella quale vi erano le abitazioni, i negozi degli artigiani e tutte le attività che generavano una città viva. Uno dei primi scopi per il sito di Expo era quello di far si che quest’area non diventasse quello che è successo a Siviglia, dove c’erano dei grandi padiglioni che alla fine divennero solo dei grandi capannoni di cemento vuoti senza nessuno scopo previsto. Nel nostro caso una delle regole che abbiamo posto ai partecipanti all’evento è quella dello smontaggio dei padiglioni alla fine del periodo dell’esposizione e di riportare tutti i materiali della costruzione via dall’area in modo da lasciarla come era in precedenza; i padiglioni, proprio per questo motivo, sono stati progettati e realizzati per essere poi smontati e questo permetterà all’area di ritornare libera. L’altro punto che è stato sollecitato è il legame con il territorio. Prima di Expo l’area non aveva nessun legame con esso, era un area completamente circondata da strade, ferrovie e di pura campagna. Le barriere infrastrutturali impedivano la continuità agricola. Le passerelle, che sono state realizzata per l’evento, scavalcano la ferrovia e una anche l’autostrada collegando la Fiera e anche ambiti residenziali importanti; tutto ciò ha generato connessione. Il riuso sarà reso possibile da una serie di condizioni che Expo ha generato.
Conference 12th November
Ha dato delle possibilità in più a quell’area grazie allo stato italiano, ma anche ai paesi stranieri, piuttosto che società commerciali che per partecipare all’evento hanno versato alle casse di Expo 3 milioni di euro ciascuna ed hanno consentito poi all’evento stesso di creare attività anche grazie a questo contributo economico. L’impatto sulla città che Expo ha generato non è solo un impatto avvenuto nell’area, ma ha portato ad un utilizzo diverso della città stessa. Un approccio diverso verso il territorio anche da parte della mentalità immobiliare. L’esperienza della gestione dei progetti è una cosa che mi porto dietro quasi da 30 anni ed è molto importante per un architetto perché fa capire come procedere nel lavoro. Gestire un progetto vuol dire anche progettarlo prima di iniziare a tirare la prima riga su di un foglio bianco. È importante, quindi, per la progettazione sapere che quello che si disegna si dovrà costruire e diventerà poi un edificio; edificio che avrà un impatto e non sarà solo “bello o brutto” da vedere, ma genererà anche situazioni di trasformazione sullo spazio che lo circonda. Il padiglione Italia, a proposito di ciò, ha esposto un bellissimo esempio di rappresentazione della moltiplicazione delle bellezze italiane e dei vari paesaggi che ne fanno parte; attraverso una ripetizione generata da un sistema di specchi. Questo è uno stimolo a capire quanto si possa intervenire in termini di impatto d’effetto con una semplice disposizione di specchi, tramite quindi elementi molto semplici, ma efficaci. Per cui, il governo del progetto è il governo della trasformazione che genera crescita o cambiamenti nella città. A proposito delle regole: abbiamo le leggi del 1942 che purtroppo ancora ci portiamo dietro e contengono regole che lasciano troppo spazio all’interpretazione. Questo genera incertezza, insicurezza da parte di chi deve investire e chi deve progettare. La fase di costruzione dei padiglioni di Expo è avvenuta negli ultimi 3 mesi, prima si sono costruite solo le strutture e le strade che hanno avuto bisogno di molto più tempo. Il problema vero è stato che alcuni partecipanti hanno presentato i progetti a luglio del 2014 e altri ad ottobre dello stesso anno; ovviamente questo ha portato
dei ritardi all’inizio della realizzazione dei cantieri. Le regole che sono state utilizzate per Expo sono state poche ma, secondo me, sufficienti: limiti massimi di copertura dell’area, limiti massimi di altezza degli edifici e distanza dai confini; dal punto di vista della geometria il regolamento era veramente minimo, ma efficace: l’architettura doveva rispettare ovviamente le norme di sicurezza, ma per il resto pervadeva la totale libertà. Io personalmente sono stato incaricato a marzo 2014 per definire quelle che erano le regole per la costruzione. Siamo partiti con un indice molto chiaro e preciso del regolamento che doveva tenere conto di alcuni elementi legati alla facilità nel dover gestire il rapporto con i partecipanti. I presupposti e gli obiettivi, però, erano chiari. I presupposti erano quelli legati alla densità del luogo, ovvero il cantiere nella sua complessità. chi gestiva il cantiere doveva avere sempre ben in mente le regole che erano state definite e avere un rapporto di chiarezza con l’interlocutore, partendo dalle condizioni logistiche ed ambientali. Per quanto riguarda la logistica si sono dovuti gestire tutti coloro che si spostavano all’interno dell’area, con limiti ben precisi: si entrava, per ragioni di sicurezza, solo con veicoli coperti (no motociclette, biciclette) e nessuno si poteva muovere a piedi all’interno del cantiere; ciò ha consentito di evitare incidenti. La stesura delle regole per la costruzione, quindi, è stata fatta per tutti i partecipanti, informando i progettisti prima che iniziassero il loro lavoro. Le condizioni della costruzione del sito erano abbastanza complesse sotto il punto di vista ambientale e logistico perché vi erano flussi di camion che entravano ed uscivano in continuazione per poter scaricare i materiali; noi abbiamo dato indicazioni precise a tutti i partecipanti di modo che utilizzassero sistemi costruttivi a secco, smontabili o prefabbricati. Ci siamo mossi su piani molto chiari e semplici, le regole sono state fatte con pochi elementi, ma rigidi e concreti, sui quali nessuno si è mosso; ci siamo basati anche su di un ottima comunicazione di cui io ero l’interfaccia da parte di Expo per tutti i partecipanti. Il fatto che ci fosse un unico interlocutore con il quale rapportarsi ha fatto sì che tutto fosse svolto in maniera ineccepibile e che alla fine tutto si risolvesse con chiarezza e precisione.
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La comunicazione , quindi, è stata importantissima e fa parte del progetto stesso. Nessuno meglio dell’ architetto ha una visione totale, perché ha una capacità di gestire la parte formale e logistica che in nessun altra disciplina si trova. Noi siamo formati per gestire i cantieri della costruzione e gestire le regole che lo governano.
Maurizio Carones Questo documento di programmazione citato è davvero un documento che prevedeva le fasi costruttive dei progetti esecutivi. Se da una parte è vero che gli architetti in Italia sono tanti, credo che bisognerebbe pensare a come il nostro lavoro sia sempre più articolato e pensare che l’unica soluzione sia quella di fare i progettisti nel senso più semplice della parola. La nostra formazione di architetti ci consente uno sguardo che le altre professioni non hanno e redigere un programma di progetto è un lavoro che si può fare e che viene richiesto. Io credo che fare un programma di progetto corretto possa aiutare molto. Qui, il programma deve essere mosso da una richiesta progettuale programmatica di un ente pubblico o di una società, con uno sguardo all’architettura, ed il gioco del progettista poi sarà quello di rispondere a tale programma impostogli. Io credo che ci siano tantissime possibilità; gli architetti possono fare benissimo questo programma di lavoro.
Ferruccio Favaron Qualche piccola considerazione mi piace farla da progettista che lavora in questo paese. La mission è stata tutto sommato raggiunta ed ha messo in evidenza come il nostro paese sia in grado, nonostante tutto, di dare delle risposte in termini di qualità. Se devo fare un resoconto dopo Expo potrei dire che, nell’insieme, è andato tutto bene e non si poteva fare di più. Tutto è fattibile meglio, ma in questo caso devo dire che il solo fatto di aver portato a termine quest’impresa mi riempie di orgoglio.
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Dopo questo successo, però, l’area deve assumere un ruolo strategico all’interno della pianificazione. Siamo bravi a costruire, ma un po’ meno a pianificare. Questo purtroppo è dovuto alla politica.
pensare come sfruttare il territorio in maniera attrattiva per generare dei flussi di movimento all’interno dell’area stessa, in modo tale che non rimanga un’area abbandonata e vuota. Per fare ciò abbiamo bisogno anche dell’intervento del Governo che ci permette di portare dei soldi nell’area e poterla trasformare. Valerio Zunino Quando il libro andò nelle librerie, i librai ci dissero L‘importante è avere degli obbiettivi che riportino ad sostanzialmente: “ma questo è un libro per architetti!”. un buon utilizzo di quest’ultima, facendo ciò i privati Questo cosa vuol dire? Il libraio vede nell’architetto il saranno incentivati nell’investire del denaro. personaggio a capo della Fiera-evento di Expo. Siete voi architetti, quindi, quelli che dovrebbero usare Giuseppe Filiputti le mappe più spesso in modo ricorrente e potente. Le tende purtroppo non sono state progettate e calcolate per resistere alla neve, quindi dovranno essere smontate. Maurizio Carones Mi piace questa considerazione perché ha un rappor- Oppure si dovranno trovare delle migliorie strutturali per poterle sostenere. to diretto con quanto facciamo. Noi usiamo la frase “costruire contesti” come locuzi- I sotto servizi principali, comunque, rimarranno a one per descrivere il nostro lavoro. Con questa frase mantenere l’area infrastrutturata. cosa si vuole dire? Che anche il contesto non è a priori, ma si costruisce a partire dalle conoscenze e dalle rappresentazioni.
Domanda 2 Studente - Politecnico di Milano
Domanda 3 Studente - Politecnico di Milano Dal punto di vista tecnico come può avvenire questa riconversione?
Giuseppe Filiputti I lotti, per fare questo tipo di agricoltura di cui parlavo, sono sufficientemente grandi perché hanno la dimensione fino a 5000 mq e quindi le colture possono essere fatte, purchè vengano gestite in maniera corretta.
Maurizio Carones Questa idea era stata portata anche dalla consulta di architetti avendo parlato di orto planetario. Qualche traccia di questa proposta si vede ancora, ma poi ha avuto un conflitto con la costruzione di microclimi e ciò ha reso difficile la realizzazione dei vari padiglioni.
L’ipotesi di un ritorno parziale al suolo agricolo Domanda 4 Studente - Politecnico di Milano dell’area, secondo lei, è un opzione fattibile o l’infra- A me interessa molto la figura del manager che ha strutturazione è talmente presente che questa ipotesi gestito l’evento, ruolo che ha permesso poi l’effettiva Domanda 1 Studente - Politecnico di Milano riuscita di Expo. Mi chiedevo se c’era un programÈ vero che all’interno del sito esiste un cablaggio, ci- sembra un po’ complessa? ma ed una nuova figura che gestirà effettivamente lo tato prima, molto potente che rimarrà? E le tende del spazio espositivo. Decumano, rimarranno anch’esse? Chiedo questo perché, gli altri casi che sono stati sviGiuseppe Filiputti luppati dal governo per altre infrastrutture non hanno Nelle previsioni non c’è un ritorno agricolo dell’area avuto una gestione troppo limpida. Ferruccio Favaron anche se lo vedrei positivo se fosse un ritorno agricolo Uno dei vantaggi di quest’area è la struttura che si è di carattere “didattico”. generata all’interno, ovvero tutta la parte di impianti Potrebbe essere una parte per orti per anziani oppure Giuseppe Filiputti una parte educativa di sperimentazione agricola. che resterà. Vi sono, però, altri elementi che resteranno dal pro- Prima dell’avvento di Expo quest’area era agricola, Ringrazio ma non voglio prendermi i meriti che non gramma iniziale: le infrastrutture, la viabilità, il ca- ma anche semi-abbandonata, in quanto si faceva quel ho. Il tutto è stato fatto con una grossa squadra di nale e le passerelle che manterranno la relazione con minimo di coltura consentita a causa della presenza persone che hanno lavorato a questa cosa e hanno il contesto dell’intorno per la comunicazione fisica delle 3 autostrade piuttosto che delle 2 ferrovie che interfacciato quanto me dal punto di vista operativo i facevano diventare l’accessibilità all’area sconveni- partecipanti. dei passaggi pedonali. Io ho seguito esclusivamente la parte della gestione La ricchezza delle infrastrutture che sta nel sottosuolo ente e complicata. è molta. Grazie a ciò abbiamo un opportunità futura Sicuramente prenderanno in considerazione qualco- progettuale e della comunicazione di essa. sa legato al concetto di alimentazione o alla ricerca, Dal punto di vista della gestione successiva, invece, ci nell’eventualità che si vogliano progettare dei lotti. sono diversi livelli, che saranno magari approfonditi Le regole di oggi dicono che il 50% dell’area dovrà questo è auspicabile. nel pomeriggio, che sono quelli legati alla gestione rimanere verde, mentre per la restante metà si dovrà politica dello sviluppo pratico e concettuale dell’area.
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Ci sarà anche un manager per la dismissione della fase operativa. Entro il 31 maggio 2016 tutti i partecipanti hanno contrattualizzato che dovranno lasciare l’area così come è stata trovata; non deve riportare alcun danno dal punto di vista ambientale, condizione che deve quindi essere rispettata o ripristinata.
Angelo Torricelli “Workshop Expo dopo Expo” La prima riunione che si terrà del workshop delle scuole sarà l’11 novembre. A proposito di questo c’è anche un corso opzionale attribuito a me con il titolo “Workshop Expo dopo Expo” che fino a quella data sarà dedicato soprattutto all’istruttoria del tema e del problema. L’esito finale di questo workshop sarà una mostra che si terrà a Leonardo tra la seconda metà di febbraio e i primissimi giorni di marzo. In questa mostra selezioneremo una serie di progetti fatti dalle scuole di Milano e dalle scuole invitate per mostrare l’esito di questo lavoro progettuale di proposta sul tema che è diventato quasi un “tormentone” per la città di Milano. Il problema che ci si pone sulla vicenda Expo è su quello che sarà il dopo. Devo dire che i tempi delle decisioni politico-amministrative e i tempi del progetto di architettura a scala urbana non possono completamente coincidere ed è proprio per questo motivo che emergono delle difficoltà. Da una parte abbiamo il dibattito che richiede decisioni anche forti, dall’altra una necessità di progetto che si pone a diverse scale. Si deve pensare anche all’architettura, ciò richiede il fare una mappa ben precisa di che cosa c’è e cosa rimarrà, come ci si può comportare dentro quest’area e quali sono le sue connessioni con la città ed il contesto di appartenenza. A tal proposito vorrei parlare del concetto di piazza: le piazze sono fatte di tante cose; di un articolazione di presenze la cui territorialità è più o meno estesa, infatti è diverso parlare del quartiere di un palazzo rispetto al parlare di una piazza urbana.
Luciano Pilotti “Il futuro dell’area Expo” Lo sviluppo della vicenda Expo si attesta in un decennio che ha visto mutazioni economiche e sociali di scala globale e l’emergere di una crisi che dura da sette anni, dalla quale soltanto adesso si vedono i primi segni di superamento, anche se non in tutta Europa. Le aree urbane mondiali sono identificate come forti fonti di crescita interna, attrattive di nuove risorse umane e imprenditoriali, nuovi attori e nuove sperimentazioni tecnologiche. In quest’ottica l’evento EXPO va letto da due prospettive principali, come un doppio vantaggio per la nazione: il rilancio del paese, della sua immagine e dei grandi temi connessi con il cibo e con le tecnologie del Made in Italy, e la rielaborazione delle modalità di crescita della città, ripensando le traiettorie trasformative dalla città antica verso la “città nuova”, ricompattando città e campagna, ricerca e produzione, cultura/arte e produzione, centro e periferie. Nonostante nel 2010 si sottovalutò l’impatto della scelta connessa al prezzo dei terreni e si sottovalutarono i tempi di realizzazione e la necessità tempistica di partire subito, l’EXPO è stato inteso come una grande leva di trasformazione sociale, prima che urbana, tecnologica o economica. Questo fattore di trasformazione sociale è il maggiore insegnamento da trasferire al “Dopo Evento” che sia condiviso con gli utenti, comunità e istituzioni che ne fruiranno dopo in modo che l’eredità possa divenire viva, dinamica ed evolutiva attraverso azioni di rigenerazione urbana e di trasformazione sociale della città. Vista in quest’ottica l’operazione non poteva né doveva essere immobiliare, ma andava ripensata cercando di inglobare nel pensiero i movimenti e le dinamiche di una città emergente in grado di misurarsi con le sfide future di ricerca, innovazione, competitività e attrattività per una nuova vivibilità urbana e per ridisegnare i confini tra scienza, produzione e comunità di viventi. Dunque il progetto doveva incorporare un elevato tasso di qualità e di innovazione, iniettando forme urbanistiche di vita “mobili e flessibili” capaci di resistere agli shock futuri. Gli effetti sarebbero stati più imponenti, percepiti e
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duraturi se avessimo subito pensato e programmato l’EXPO in funzione del post-EXPO, come dimostrato dai casi di successo come Londra e Barcellona. Non essendo stato così, Arexpo ha dovuto lavorare sulla scia del successo di Expo, vendendo successivamente i terreni. L’asta deserta del novembre del 2014 ha dato una spinta positiva verso un cambio di prospettiva che segnala una grande convergenza lungo una linea di sviluppo “pubblico-privato” a favore di un progetto di riqualificazione e di rigenerazione urbana di alta qualità e di innovazione. Convergenza che si consolida a inizio 2015 con l’emersione forte dell’opzione Statale per un campus urbano di ricerca, di nuove tecnologie e alta formazione. Proposta alla quale si aggiunge quella dell’IiT di Genova. Da qui la ”spinta” ad esplorare i vantaggi di una città della conoscenza e dell’innovazione come nella possibilità presentata dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, quella di una authority delle PMI proposta da Consob o l’idea di Alta Gamma di realizzare nell’area un polo di formazione professionale. Il progetto, per decisione del Governo, esplorerà tutte le opzioni di partecipazione al progetto emergente dell’aprile 2015 e si propone di essere lo strumento di valorizzazione degli investimenti profusi per la realizzazione dell’evento. L’entrata del Governo avrà l’obiettivo da una parte strumentale di apporto delle risorse necessarie, ma dall’altro di ridisegno strategico con un progetto a forte regia pubblica integrata che faciliterà anche la scelta degli uomini e della squadra adatti allo scopo guidati da una “Cabina di Regia” politico istituzionale in grado di guidare l’uscita da Expo e l’entrata nel post-EXPO anche attraverso una fase transitoria mettendo a valore le strutture permanenti con alcune strutture in un primo momento lette come provvisorie (tra queste anche il Padiglione “0” e l’EXPO Center). L’occasione proposta dalla Statale si presta come locomotiva della valorizzazione congiunta tra EXPO e post-Expo, trainando altri progetti complementari e sinergici; risulta anche la dimostrazione di come la crescita della città passi attraverso il ruolo attivo dell’università nella società della conoscenza in accoppiamento con le fonti d’impresa dell’innovazione. Il masterplan del Post Expo si propone di riutilizzare in maniera virtuosa tutti gli investimenti già effettuati per la costruzione e l’infrastrutturazione del sito,
quindi l’ossatura infrastrutturale offrirà un telaio idoneo per lo sviluppo del futuro progetto urbano, che sarà proposto in un’ottica di contenimento delle risorse necessarie, elevata sostenibilità, riuso intelligente e il consumo di suolo contenuto. L’obiettivo primario sarà quello di riaprire il sito nel più breve tempo possibile dopo la conclusione dell’evento e prefigurare, per alcune parti, un possibile utilizzo subito dopo l’esposizione del 2015, cosiddetto fast post facilitato anche dalla proposta progettuale della Triennale con Design after Design da aprile a settembre 2016. Il progetto persegue un’alta differenziazione di usi e attività per permettere all’area di ospitare un’alta varietà di soluzioni, che potranno fruire di spazi e dotazioni adeguate a un’elevata abitabilità con una solida e qualificata dotazione di strutture e servizi dentro un paesaggio urbano riconoscibile. Di questo paesaggio evolutivo faranno parte un grande parco multi-tematico, presente in più della metà dell’area, che avrà un solido legame con i temi dell’Expo 2015 “Feeding the planet, energy for life” ovvero, scienza, innovazione, divulgazione, educazione, tra agroalimentare e cultura, tra sport, wellness e salute. Il Masterplan proposto disegna il proprio assetto con margini di flessibilità e di adattabilità robusti. Sarà così possibile verificare nel tempo, per quanto concerne le componenti permanenti, la coerenza con l’evoluzione stessa di Expo 2015. Gli elementi decisivi saranno selezionati: sotto il profilo della valorizzazione strategica e delle ricadute di interesse pubblico e collettivo, dei fattori di attrazione, degli elementi di identità funzionali al processo di disegno, data la complessità e la situazione dei mercati, e sia quelle che seguiranno con i progetti emergenti. Questo “disegno aperto” tenderà a conseguire: un progetto urbano dotato di forte riconoscibilità, di elevato livello qualitativo e grado di visibilità internazionali, la massima valorizzazione economica delle aree pubbliche, elementi di innovazione progettuale (valenza e sostenibilità ambientale, smart city, spazi e servizi pubblici, controllo della qualità progettuale), lo sviluppo economico dell’area e della città metropolitana, un processo attuativo e gestionale ben programmato e ben governato che richiederà una attenta governante dell’intero ciclo di sviluppo nello spazio e nel tempo. La fase del Post Expo va governata in modo “integrato” ad Expo e con una grande partecipazione coinvol-
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gendo tutti gli stakeholders in un grande tavolo di coprogettazione: si richiederà un intervento “morbido” ma con una forte visione d’insieme, come è il Masterplan di Arexpo, aperto, flessibile e modulare in grado di guardare ad una città nuova nella città e avviarsi verso una smart city 4.0 knowledge oriented: fruibile, accessibile e modellabile nell’impatto con l’esistente. Ciò potrà realizzarsi coinvolgendo gli attori non solo come “utenti” ma come veri e propri “costruttori”, facendoli dialogare e interagire in una sorta di urban interactionism, dall’idea, al progetto, alla realizzazione, alla sua manutenzione nel tempo e nello spazio. I Progetti “integrati” presentati da Università di Milano e quelli emergenti anche in collaborazione con IiT di Genova per una “città della scienza e della tecnologia” sono di tipo «mission oriented» con una forte base scientifico-tecnologica e di scala europea che connette ricerca e innovazione, sperimentazione e cultura, tecnologia e arte. Un “Grande evento” è un allora mezzo e non un obiettivo “in se”, che accoglie e produce senso se è in grado di spingere e supportare una traiettoria trasformazione e di crescita endogena di una comunità, di una regione e di un intero paese verso nuovi obiettivi sociali, economici e comportamentali di intere popolazioni e ampi territori.
una documentazione su Shanghai fatta quest’estate e ad alcune fotografie significative del cantiere nel sito dell’attuale Expo milanese, focalizzate soprattutto su ciò che resterà del sito dopo lo smantellamento. Questo è il nostro auspicio: confrontarsi su punti di vista differenti tra loro. Riguardo al progetto credo che ci voglia una funzione ed una modalità eccezionale per un ruolo che ha visto un investimento pubblico così forte ; questa deve essere anche una spinta per tutto il territorio nazionale e non solo per la Lombardia. Dobbiamo essere così bravi da inventare una funzione, attraverso una procedura innovativa, che sia in grado di portare l’Italia in giro per il mondo. Penso che questa sia una delle partite più importanti per noi, per la città e per il paese. Metteremo tutta la nostra cocciutaggine nella discussione in modo da poter esercitare l’intelligenza per trovare delle procedure che non facciano perdere il futuro all’area. Penso che si giunga ad un fallimento se in questo momento storico non riuscissimo a realizzare un pezzo di città che faccia da governo alla città stessa e all’intero del paese.
Valeria Bottelli “Procedure innovative per il futuro dell’area”
Io partirei proprio da quello che accadeva in questa città proprio 40 anni fa. Vi faccio vedere quella che è la proposta del nuovo PRG della città di Milano, presentato dall’assessore Salvatore Cannarella al consiglio comunale di Milano, nell’aprile del 1975; venne adottato dalla giunta comunale l’anno successivo, nel 1976 divenne operativo e nel 1980 venne adottato il piano che sopravvisse fino a qualche anno fa. Consideriamo che cosa succedeva nel 1974. Venne elaborato un piano, da un grande gruppo di tecnici dei due enti che in quel momento erano disponibili a Milano, non tutti architetti tra l’altro. Questo periodo è di grande produttività e crescita per il comune di Milano. Questo porta la città di Milano a 1 milione e 800 mila abitanti, quando al tempo la città ne aveva 1 milione e 700 mila. Possiamo dire essere un piano che non porta ad una grandissima espansione, ma che comunque consente una maggiore possibilità di sviluppo urbano.
Grazie Maurizio per l’invito. Provo ad esprimere il mio pensiero che è anche quello del consiglio che rappresento. Nel lontano 2009, con il vecchio consiglio, decidemmo di mandare 5 fotografi a documentare la situazione del Post Expo nelle 5 sedi europee che, in precedenza, erano state Lisbona, Siviglia, Hannover in Svizzera e Saragoza. La mostra di fotografia e tutti gli incontri che si sono fatti, non hanno avuto alcun riscontro, ma io sono ottimista, altrimenti non sarei un architetto e non farei il Presidente dell’ordine, quindi non escludo che, nonostante questo percorso erratico, non si possa aggiungere ad Expo il meglio che si sia mai fatto nella storia delle Esposizioni Universali. Nel giro di 10 giorni riapriremo la mostra di allora con le fotografie del dopo expo nelle 5 sedi, unitamente ad
Marco Engel “Produttività e crescita”
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Dal censimento del 1971 incomincerà il declino della popolazione di Milano poiché abbiamo perso mezzo milione di abitanti durante questi 40 anni. All’epoca vi era già l’idea che Milano dovesse uscire dai suoi confini e i centri di sviluppo non dovessero essere collocati ai bordi, nell’estrema periferia, per fare da cerniera con lo sviluppo del sistema metropolitano. Facciamo ora un salto di 30 anni: la strada del Sempione è un tracciato molto tormentato, è uno degli assi storici dello sviluppo industriale milanese ed una delle aste sulla quale si concentravano, e si concentrano tutt’oggi, una maggiore quantità di aree industriali dismesse (presenti anche nei documenti scaricabili dal geo-portale della Lombardia). Come vi sto mostrando, tra Legnano e Castellanza, sull’asta del Sempione, ci sono moltissime aree dismesse; mentre vedete anche comparire un area più vasta, segnata in rosso, che rappresenta una grande area industriale, quasi il doppio di quella di Expo. Quest’ultima una volta era occupata dall’Alfa Romeo di Arese ed a marzo verrà aperto il più grande centro commerciale attualmente in costruzione. Il secondo punto sul quale vorrei vertere è il riuso dell’area Expo che è una novità straordinaria e di grandi dimensioni, una profusione di investimento pubblico gigantesca. Per affrontare la progettazione di quest’area dobbiamo capire che c’è un rapporto locale con la Fiera, ma non vi è alcuna relazione con Rho e Pero. La Fiera è “caduta come un astronave” in mezzo al nulla senza collegamenti con il contesto circostante. Non è mai stato efficace a Milano il rapporto tra Fiera e città, ma qualcosa tuttavia è successo in questo ultimo periodo. Come facciamo, quindi, ad evitare che questo “schema-effetto” si riproduca tale e quale danneggiando anche l’efficacia dell’investimento che è quella del sistema metropolitano? Quale è la scommessa che si vuole affrontare oggi?
di sensato e comunque è un argomento complesso che probabilmente fareste fatica a comprendere e non vi interessa per il compito che oggi siete chiamati a svolgere. Da quello che ho capito si tratta, per voi, di fare un progetto su questa “cittadella” della scienza e della tecnologia. Architettura e psicologia sono legate perché nella mia visione gli architetti hanno bisogno di essere spesso psicologi per realizzare un progetto che risponda alle necessità e ai desideri di chi è destinato ad occuparlo. In questo caso i clienti con i quali andrete ad interfacciarvi appartengono a quattro categorie distinte: l’Università Statale, che dovrebbe trasferire nell’area dell’EXPO una parte delle sue facoltà, le grandi imprese tecnologiche, che dovrebbero stabilirvi il loro quartier generale per l’Italia, i centri di ricerca privati e pubblici, che sono in parte diversi dalle università perché non hanno finalità didattiche ma di creare conoscenza e, infine, gli start up, cioè piccole società che vogliono produrre qualcosa di nuovo con un target tecnologico. All’interno del vostro concept di progetto c’è sicuramente al primo posto la statale, al secondo le grandi entità tecnologiche, al terzo i centri di ricerca e per ultime le start up che sono di gran lunga meno importanti per lo spazio che dovrebbero occupare. Se però guardiamo alla difficoltà, invece, vi devo dire che quelli più complicati da accontentare saranno proprio gli start up. Perché questo? In primo luogo gli start-up arriveranno ad occupare gli spazi progettati per loro solo dopo che essi saranno stati realizzati e quindi non saranno presenti come “committenti” nella fase di progettazione. Questo vuol dire che dovrete lavorare “al buio”, cercando di indovinare le loro esigenze e i loro desideri e questo è sicuramente un problema. In secondo luogo, essi sono clienti molto difficili da accontentare e questo per vari motivi che dipendono sia dalla “mission” degli start-up, sia dalla loro psicologia perché negli start-up, anche solo per la loro Edoardo Lecaldano dimensione, il fattore umano è molto più determinante che in un’azienda pienamente sviluppata. Gli “La psicologia delle start-up ” start up sono dei soggetti che vogliono diventare ricIl mio intervento non vuole vertere su come si finan- chi, trasformando la conoscenza in soldi e, allo stesso zia una roba del genere perché alo stadio attuale di tempo, sono guidati da un ego smisurato e vogliono definizione del progetto sarebbe difficile dire qualcosa cambiare il mondo con le loro invenzioni e diventare
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famosi e essere conosciuti da tutti. Da ciò deriva che loro non vedono lo stabilirsi all’interno di un “science park” come un punto di arrivo, ma solo una fase di passaggio; nel loro modo di vedere sono i “bambini” che stanno nei parchi, mentre loro invece si ritengono soggetti che cambieranno il futuro dell’umanità. Inoltre gli start-up o crescono, e quindi cambiano le loro esigenze, oppure muoiono e quindi, essendo soggetti destinati ad evolversi strada facendo, non possono sapere con precisione quello di cui hanno bisogno e sicuramente quello che oggi va bene per uno di essi non sarà quello che gli servirà domani. A questo punto, qualcuno di voi potrebbe pensare che forse non valga tanto la pena di spremersi per accontentare un soggetto così instabile e poco disponibile. In fondo che bisogno c’è di avere anche gli start-up in questa “cittadella della tecnologia”? Non bastano l’università, le grandi aziende e i centri di ricerca, lasciando che gli start-up trovino la loro collocazione nei garage, come alcuni illustri loro predecessori? In realtà, invece, in un progetto come quello di cui ci stiamo occupando gli start-up sono una componente essenziale per evitare che il progetto stesso, per dirla con le parole del preside di questa facoltà, si limiti ad un trasloco di persone e attività già esistenti. Il tessuto industriale italiano è sempre più arretrato da un punto di vista di produzione di nuove tecnologie e, come ho ricordato prima, la “mission” degli start-up è proprio di produrre innovazioni che siano in grado di diventare prodotti e soddisfare in modo innovativo bisogni esistenti o di crearne di nuovi. Al progetto, gli start-up aggiungono questa dimensione oggi quasi assente in Italia. E allo stesso tempo, anche se magari loro non sono in grado o sono restii ad ammetterlo, possono essere avvantaggiati dal fatto di collocarsi all’interno di un ecosistema della scienza e della tecnologia, perché questo può aiutarli a sopravvivere e crescere e così servire se stessi e il paese. Per questo credo sia importante che chi sia chiamato a progettare questi spazi conosca sia le esigenze, sia la psicologia degli start up, per poter progettare qualcosa che possa rispondere ai loro bisogni e possa farli essere contenti di starci. Vi sono alcuni aspetti che vanno tenuti presenti nel vostro lavoro di progettisti. Il primo è quello del limite economico, ovvero che non potete spendere molto. Lo start up non ha grandi mezzi e i pochi di cui dispone è meglio che li destini
prevalentemente a sviluppare il suo progetto, anziché pagare un affitto elevato. E anzi bisogna sperare che in qualche modo questa “cittadella” riesca ad offrire gli spazi destinati allo start-up più o meno gratuitamente, in cambio di altre cose, come per esempio un quota dei futuri, potenziali, successi degli start-up stessi. Il secondo è quello della modularità. Come detto, lo start-up, se non muore, cresce e muta le sue esigenze nel tempo, sia come quantità di spazi, sia come funzionalità. E’ quindi necessario progettare degli spazi che siano in grado di accomodare queste esigenze in continuo divenire. Il terzo è che bisogna facilitare la “vita sociale” degli start-up, favorendo, anche contro una loro tendenza contraria, gli scambi di informazioni, di persone, di idee; quindi spazi comuni a loro dedicati dove andranno collocate una serie di funzioni collettive come riunioni, dimostrazioni, videoconferenze o ambienti destinati alla “vita sociale” dove le persone che lavorano negli start-up potranno conoscersi e frequentarsi. Infine non dovete trascurare l’aspetto psicologico ed estetico. Da un punto di vista psicologico, è bene che l’area destinata agli start-up sia esteticamente distinta e fisicamente distante da quella destinata all’università, perché chi lavora in uno start-up è gente che non ritiene gli universitari alla loro altezza, li considera come dei ragazzini che giocano con le idee mentre loro sono dei guerrieri che si confrontano con la realtà e lottano per sopravvivere ed affermarsi. Quindi dovete dare loro la sensazione di possedere un territorio proprio, che li assimili al mondo delle aziende. Quanto alla pura estetica dei luoghi che andrete a progettare, dovete cercare di essere un po’ “volgari”. Gli start up sono un po’ “kitsch”, vogliono vedere gli oggetti che brillano, l’acciaio e il vetro, vogliono l’atrio con la “palmetta” o magari un giardinetto zen che fa tanto California; quindi se volete fare una cosa gradita ai futuri clienti dovete fare qualcosa che ricordi loro il meno possibile la tipica cascina milanese, perché, pur essendo bellissima, non sono in grado di apprezzarla. Concludo dicendo che per gli start up dobbiamo cercare di fare loro qualcosa che li faccia sentire delle identità all’interno del progetto in cui vogliamo che si inseriscano.
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Lorenzo Pallotta “Programma di progetto” Grazie a tutti. Io è dal 2009 ormai che lavoro per Expo e soprattutto negli ultimi anni ho collaborato con il presidente Pilotti. Parlando dell’area possiamo dire che di questo milione di mq sono percorribili solo circa 800 mq, un isola, la così detta “piastra”. Nell’esperienza italiana è forse l’unico progetto infrastrutturale ad avere avuto questa potenza trasformativa milanese negli ultimi decenni. La progettazione dell’area attraverso un bando pubblico era una necessità di valutazione progettuale e quindi effettivamente la costruzione di un programma di progetto che affrontasse tutti gli aspetti tra cui il recupero delle strutture di Expo; quindi si voleva creare il tentativo di un bando che non fosse un appalto pubblico. Expo si dedicherà fino al 31 ottobre prossimo, alla costruzione del procedimento e poi negli 8 mesi successivi allo smantellamento dei paesi; da luglio dovrebbe poi svilupparsi la fase del post-Expo. La prima legacy che questo sito lascia a Milano è certamente il pacchetto infrastrutturale realizzato e sicuramente una nuova accessibilità che quest’area continua ad avere. La volontà iniziale, di fare di questa occasione un’eredità per la città di Milano, è quella di non trovarci oggi con manufatti vuoti o con migliaia di mq destinati ad uffici, procurando quindi un danno anche per il territorio. Se facciamo una radiografia del suolo di area expo ed osserviamo quello che c’è sotto, troviamo una città di nuova fondazione molto pesante; dall’iniziale idea di un Expo leggero, si è poi passati ad un area che forma una vera e propria “cittadella” con basi solide. Quello che siamo chiamati a fare, quindi, è selezionare quello che è permanente, perché questa realizzazione complessa e stratificata ed economicamente imponente per le finanze locali, ha lasciato un mix di infrastrutture ed opere che andranno a determinare l’infrastrutturazione di bordo; ad oggi è uno dei siti più infrastrutturati d’Europa con la presenza di tutte le tecnologie possibili e con una densità e complessità incredibili. Sotto il decumano, corrono tutta una serie di servizi, ma anche tutta una parte sperimentale smart green
energetica, un area dove i consumi elettrici sono tutti controllati. Immaginarsi un parco qui, come era stato declinato nel programma, c’era sembrato un po’ limitante per questo milione di mq, quindi dall’inizio avevamo provato attraverso una call pubblica ad aprire il confronto e quindi assumere una pluri-funzionalità; fare diventare quest’area verde un “parco” di attività, tra cui quella delle smart cities delle start up. Un grande campus dentro l’area è forse una vera sfida progettuale. Andando oltre il decumano essa ha una sua morfologia e una sua possibilità di essere evocata ad accogliere un campus anche aperto e con servizi in condivisione con attività imprenditoriali, riconoscendo forse anche alcune identità di imprese di start up. Altra cosa su cui si deve riflettere è la possibilità di non perdere questo “effetto Expo”. Non è neutro il fatto che si debba chiudere quest’area, era già in programma infatti; se si dovesse chiudere sarebbe una chiusura di tipo tecnico e potrebbe lanciare un messaggio negativo per la città. Adesso i tempi sono un po’ superati, ma l’ipotesi che anche alcuni mesi fa avevamo proposto era quella di riuscire a mantenere contemporaneamente le attività di smantellamento con alcune riaperture per parti dell’area. Un anno fa avevamo già iniziato con un concept chiamato Fast-Post, cioè l’immediato riuso di alcune aree che potrebbero non interferire, dando origine ad un pezzo di città. Alcune parti saranno aree verdi, un’area sportiva e molti padiglioni adattati e riutilizzati potranno continuare alcune attività di Expo, restando così al servizio della collettività accogliendo anche nuove funzioni; per esempio, attività di co-working e attività anche ad usi tecnologici; grandi spazi per lo sport ed anche iniziative che molti degli sponsor avevano già in mente come la possibilità di creare un parco per i giovani e le famiglie, un grande spazio pedonale che potesse riattivarsi per esempio con alcune installazioni e alcuni eventi. Immaginavamo, per esempio, che alcuni paesi potessero rimanere con i loro padiglioni immaginando un salone del mobile dell’anno 2016 in connessione con la fiera. Concludo dicendo che abbiamo bisogno forse di un regista vero e proprio che si occupi dell’area, della gestione di essa, che faccia in qualche modo da pro-
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motore e motore dell’insediamento di attività e che in Federico Acuto qualche modo, in questa occasione, si occupi anche “Come competere oggi” del Fast-Post che non è neanche più tanto “fast” perché passeranno 10-15 anni, forse, prima che l’area Io intervengo innanzitutto per cercare di essere utile divenga agibile. a chi farà questo progetto, gli studenti. Intervengo con un aneddoto personale: quando ero piccolo c’era una bicicletta in commercio che si chiaEmilio Battisti mava “Saltafoss”. Io ovviamente non l’avevo perché molto costosa e quindi mi accontentavo di una bici“Le funzioni” cletta gialla che truccavo. Continuando in questa Il prof. Balducci, in occasione del concorso che c’è metafora, immaginate che un giorno mi presentassi stato, in modo sommesso ha detto: “se l’università ad una gara ed in quel momento scoprissi che non era non la si trasferisce siamo finiti”. una competizione di biciclette, ma di nuoto. Mi sarei Dovremmo quindi interrogarci rispetto all’indice di trovato nel luogo sbagliato con i mezzi sbagliati. La probabilità che questo progetto ha di andare a buon metafora allora è questa: che cosa oggi è necessario fine. Tutto dipende dall’università; io non so se questa per competere? Credo che questa sia una domanda ha intenzione di localizzarsi al 100% li, soprattutto chiave. Marco Engel ha fatto vedere degli anni 70 una rispetto a quello che ha dichiarato pubblicamente in figura che ha mostrato l’esempio di Rho fiera, ma ci varie occasioni il rettore. Per quanto si sa c’è molta sono anche altri esempi, come il decentramento del resistenza dell’ente statale rispetto a questo progetto. Politecnico a Gorgonzola oppure la vicenda di BicocAll’interno dell’università troviamo qualche problem- ca che oggi pare un quartiere modello, ma che invece atica insieme a tutte le questioni esterne che riguarda- è stata una vicenda dell’urbanistica alquanto conno ad esempio il trasferimento delle funzioni, relative troversa. Quello che voglio dire è che probabilmente ai dipartimenti scientifici da un luogo ad un altro. Se costruire in quel posto non serva nemmeno. questo trasferimento non si accompagna ad un evi- Il decentramento di funzioni premeditate dal centro dente valore, a delle procedure, ad un significato, a di Milano al suo immediato intorno è un esperimento dei protocolli e ad una qualità di ricerca ed insegna- fallito in tutto il mondo che ha generato la congesmento, la cosa sarebbe praticamente insensata. tione dei mezzi privati; è un operazione che sarebbe A mio parere le funzioni in quanto tali non sono in fallimentare sotto il punto di vista delle strategie urgrado di generare la città, esse sono la materia prima, bane di lungo periodo. ma se poi non c’è quell’attività che riesce a trasfor- Secondo me gli studenti dovrebbero pensare se l’area mare la presenza di queste in una compagine di carat- è funzionale, costruita o meno, allo sviluppo di Mitere spaziale, organizzativo, legata alla mobilità e lano e dell’Italia. Non voglio negare ora che qui ci qualità degli spazi, invece che avere una porzione di siano delle risorse territoriali. Da un punto di vista città avremo un pezzo di periferia. universitario però credo che l’esercizio che si chiede Ritengo che sia molto importante il fatto che ci sia sia prescindere da queste grandi funzioni e da questi un riferimento a nord-ovest fra quali i 16 comuni del aspetti salvifici e risolutivi, ma lavorare su un pezzo di Rodense che sono disposti sulla sfera di influenza di città con delle qualità, il cui problema della densità e questo intervento e che potrebbero avere garanzie per dei contenuti è un problema da smontare e da rendere attuare un punto di condensazione di una centralità più articolato e frammentato. superiore alle specifiche centralità comunali, ricavandone anche un fattore che potrebbe sviluppare il proprio territorio. Marco Engel Questo potrebbe essere un altro dei tramiti signifi“Area Expo come occasione per Milano” cativi per accorare l’intervento alle sorti della città metropolitana attraverso anche un passaggio signifi- Qualche mese fa, dopo una lunga e feroce agonia, ha cativo nei confronti dei comuni del Rodense. chiuso a Legnano la Franco Tosi.
Conference 12th November
È stata una delle più grandi aziende del nord di Milano; ha fatto un pezzo importante della storia industriale di questo paese e non solo dell’area milanese. L’azienda ha chiuso, un “gigante” ex industriale che lascia 300 mila mq di territorio inutilizzato e riempito di diversi capannoni, nel pieno centro della città sull’asse del Sempione, fra la stazione e il municipio. I vantaggi che presenta sono certamente legati al fatto che si trova in pieno centro ed ha la stazione vicino; inoltre ci sono dei pezzi industriali che potrebbero essere recuperati. Ci vorrebbe qualcosa di nuovo, perché non dobbiamo rinunciare alla base produttiva del nostro paese e soprattutto dobbiamo focalizzarci sul che cosa ci si vuole effettivamente realizzare all’interno. Io non so se area Expo potrà essere questa occasione, però non ne vedo altre in questo momento sul “tavolo”. Credo, quindi, che sia quasi un “gioco-forza” utilizzare ciò che abbiamo in mano per sfruttarla a nostro vantaggio.
Lorenzo Pallotta Io vorrei sottolineare che l’opzione zero sia da escludere. Cioè abbandonare e chiudere quest’area non serve a nulla, avrebbe un effetto boomerang su Milano anche sotto il punto di vista economico. Questa occasione secondo me dovrebbe essere identificata come la piattaforma di sviluppo di insediamento di attività, il più possibile evocate da uno sviluppo economico, ma anche con un fine sociale; il tutto , però, può avere delle scelte urbanistiche e politiche diverse. Ci vuole un soggetto che gestisca tutto questo, quindi la qualità del paesaggio, le infrastrutture ecc…
Domanda 5 Studente - Politecnico di Milano Prima si è parlato di vari concetti, dalle start up, al creare un programma scientifico per un importante azienda. Ecco, pensiamo anche agli altri start up che ci sono a Venice a Los Angeles o in altre parti del mondo, mi viene in mente il ruolo delle start up che si collocano in un ambiente giovanile, quindi magari non sarebbe una soluzione cercare di integrarle con il territorio circostante? Quindi aprire questo sistema all’esterno
in modo da creare per le start up una situazione più di sviluppo rispetto al chiudere questo sistema in una funzione definita?
Giuseppe Filiputti Parto dal rapporto con l’intorno che è molto importante per questa questione; mi fa paura aver sentito parlare di “cittadella” perché significherebbe avere a che fare con un luogo blindato e circondato da un recinto. Il quartiere Expo, per ovvi motivi funzionali e per impedire l’accesso alle persone dall’esterno, lo è stato in questi mesi. Credo che nel pensare alla ri-progettazione dell’area la cosa più importante sia il legame con il tessuto, non solo tramite le infrastrutture, ma anche attraverso delle funzioni che possono collaborare “entrando e uscendo”. Questo luogo non deve diventare una lottizzazione: mi farebbe paura solo pensarlo. Se utilizziamo la rete infrastrutturale che sta sotto la viabilità allora potremmo consentirne anche uno sviluppo per i lotti stessi, ma lasciando comunque la possibilità a chi vi progetterà di modificarne le parti interne in funzione di quello che si andrà a fare; questa, a mio parere, potrebbe essere una proposta accettabile. Non meno importante è pensare che vi sono molti problemi e quindi anche pensare ad una soluzione finale è di fondamentale importanza per il progetto, tenendo conto della preesistenza delle funzioni. Tutto ciò non è semplice, ma abbiamo due punti forti dei quali dobbiamo tenere conto fortemente: il primo è legato all’attrazione che questa cosa deve avere per potersi trasformare e la seconda è legata al rapporto con l’intorno.
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THE PLACE The area selected to activity of “International Workshop of Urban and Architectural Design” situated at the northwestern border of Milan. The area belongs to the historical urban system of Sempione and during the last years it has been involved by the displacement of the Milan trade fair. This area proposes itself as a well defined field of study, specifically delimitated by strong infrastructural marks. The place gives the opportunity to compare themselves with the aspects linked to the border of the contemporary town, to the relationship between the suburbs construction and the structure of the area, to the construction of the infrastructures and to the settlements of new functions.
Project Area
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EXHIBITION SPACES Exhibition Spaces of Official Participants cover an area of about 170,000 square meters of the expo Site. according to the Expo Milano 2015 Participation Model, Exhibition Spaces divided in two groups: spaces allocated to individual Official Participants, pavilions, and spaces allocated to multiple Countries grouped around a common thematic thread, collad Clusters. The Pavilions are located along the World Avenue. a roof structure, composed by cables and pillars covered by a special membrane, protects the Decumanus (World Avenue), from weather phenomena. according to BIE Rules and Expo Milano 2015 all Exhibition spaces are designed to be temporary structures. Participants must return, no later than May 2016, all spaces made available to them, both covered and open, in the same condition as when they received such space. For this reason, each pavilions was designed for dismantling at the end of the Event.
Š Expo 2015 S.p.A.
Expo 2015 Milano
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The “Sempione” axis
THE “SEMPIONE” The axis of the Sempione is the place of the description of the urban history of Milan. Along this radial growth of the city are some exemplary episodes of urban history and some of the most important architectural works. 16
17
List of architectural and urbans works: 1. 2. 3. 4. 5.
Cathedral of Milan and Duomo’s square. Via Dante / Dante road. Castello Sforzesco / Sforzesco Castle. Casa al parco / Home at park, arch. Ignazio Gardella Parco Sempione / Sempione’s Park, arch. Emilio Alemagna a. Palazzo dell’Arte / Palace of Art (Triennale’s Museum), arch. Giovanni Muzio b. Torre Branca / Branca Tower, arch. Gio Ponti c. Arena Civica / Civic Arena, arch. Luigi Canonica 6. Arco della Pace / Ark of Peace, arch. Luigi Cagnola 7. Piazza Sempione / Sempione’s square, arch. Vittoriano Viganò 8. Milano Verde / Milan Green (unrealizad project). arch. Giuseppe Pagano 9. Palazzo Ina / Ina’s house, arch. Piero Bottoni 10. Casa Rustici / Rustici’s house, arch. Giuseppe Terragni 11. CityLife, arch. Arata Isozaki, Daniel Libeskind, Zaha Hadid 12. Piano Beruto / Beruto’s urban plan, eng. Cesare Beruto 13. Portello / Portello’s urban regeneration, arch. Gino Valle d. Nuovo Portello / New Portello Residences, arch. Cino Zucchi e. Parco del Portello / Portello’s Park, arch. Charles Jencks, Andreas Kipar 14. QT8 / Triennale 8 distric, arch. Piero Bottoni f. Chiesa di S.Maria Nascente / S.Maria’s church, arch. Vico Magistretti g. Monte Stella / Stella’s Hill (artificial mount), arch. Piero Bottoni 15. Quartiere Gallaratese / Gallaratese’s distric, arch. Piero Bottoni h. Monte Amiata / Monte Amiata’s residences, arch. Aldo Rossi, Carlo Aymonino 16. Fiera Milano-Rho / Milan-Rho Fair, arch. Massimiliano Fuksas 17. Expo Milano 2015, Workshop project’s area
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HYDRIC NETWORKS AND DESIGN OF AGRICULTURAL TERRITORY Flows, navigli and canals netoworks have always meant particular theme of land design, declined in different functions from irrigation to trasportation and water dischage. The recent question of waterways in relation to Expo 2015 program is an example of importance and new potentialities represented by the hydric resource system.
The City of Water
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CONCENTRIC GEOEMTRY SYSTEM AND URBAN CONSTRUCTION IN THE BORDERING AREAS Research of the urban figure in the historical cartographic representations and in the modern town plannings. Restriction of the urban sprawl thorough definition of the peripheral urban zones.
The City of Concentric Systems
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ACCESSIBILITY Punctual element which determines relationship between urban spaces. THE LIMITS Project about border area. Infrastructure as occasion for urban architecture.
The City of Infrastructures
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THE RAILROAD SYSTEM IN MILAN AND THE HIGH VELOCITY LINE Process of transformation through “ring-formed” railroad system and station networks. The railroad interports in the bordering areas with intergration of regional and local train-networks.
The City of Railroad
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THE CITADELS AND THE URBAN LIMITS Urban transformation through superposition of the specifical urban functions on the pre-existing historical urban fabrics and constitution of urban limits.
The City of Citadels
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
THE SEMPIONE HI-WAY The street as element of the urban development. The street as architectural place, urban episode. Functional reorganization along the urban infrastructure.
The City of Radial
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
Realignment system and axial urban construction Transformation which overlaps pre-existing urban or agricultural fabrics, also in unprejudiced ways, new alignments new geometries in order to re-use the historical city’s areas as elements of urban design.
The City of Axes
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
URBAN BLOCK Block’s measure as matrix for new urban settlement.
The City of Grids
INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After About Expo2015
Italy has hosted the Universal Exposition three times total including Expo2015, however, it has been over 100 years
The purpose of the Universal Exposition Expo is to bring nations together addressing the world’s contemporary problems through technology and architecture by showcasing achievements that societies have made and promoting creativity and engagement on a global level. Expo Milano 2015 is the Universal Exposition dedicated to the Theme Feeding the Planet - Energy for Life: that is, to nourishment and sustainability, as well as to the right of everybody to enough safe and healthy food. Its mission is to seek and share more sustainable models of production and consumption.
since the previous Expos in Turin in 1911 and Milan prior in
The theme for Milan Expo 2015 is Feeding the Planet, Energy for Life, a theme dedicated to nourishment, sustainability, and the intrinsic human right to have access to safe and healthy food. Participating nations were challenged to explore this theme through a scientific and technological approach, a socio-cultural approach, or a cooperation and development approach. The opening of the Milan Expo 2015 coincided with May 1st celebrations in the city. Throughout it’s six month duration, numerous events and shows have been organized throughout Milan in coordination with the Expo which closes on October 31st, 2015.
The city of Milano submitted it’s formal bid to host the 2015
1906. Governance, Bureaucracy, and Selection The Bureau International des Expositions (BIE) was formed in Paris among 31 signing countries in 1928 to select host countries, regulate,
organize,
month duration. The themes relate to humanity on a global scale.
Expo to the BIE in 2006 and won the bid in 2008. Immediately following it’s selection, the Expo 2015 SpA was formed in order to organize and carry out all the work necessary to make the Expo a reality. In 2010, the BIE officially approved the application at it’s 148th General Assembly. This process is described in more depth in the following pages.
The “Great Exhibition of the Works of Industry of All Nations” was the first world exhibition held in London’s Hyde Park in 1851. Since then over forty Universal Expositions (also previously called World Fairs) have taken place in cities around the world and produced architectural legacies like Paris’s Eiffel Tower (1889), the Barcelona Pavilion (1929), or Seattle’s Space Needle (1962). While in the 1800s through the 1930’s the themes focused on industrial technology, the themes of the last twenty years relate to on the planet at large.
facilitate Universal
Expositions which take place every five years and have a six
A Brief History of Universal Expositions
sustainability in the wake of humanity’s incredible impact
and
fonts: www.expo2015.org/ www.ibtimes.co.uk www.en.wikipedia.org/wiki/Expo_2015 www.aboutmilan.com/expo-2015
CHRONICLES EXPO 2015 CHRONICLE OF EXPOOF MILANO 2015 Albertin M., Bergamin CassioG. G.,Cassio, Corti E., Discacciati S. M., Melzi I., Otani NishiNishi, T., Sciola G., Rocha S. M. Albertin, S. S., Bergamin, E. Corti, S.M. Discacciati, I. Melzi, T. Otani G. Sciola, S. Rocha
INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After
CHRONICLES EXPO 2015 CHRONICLE OF EXPOOF MILANO 2015 Albertin M., Bergamin CassioG. G.,Cassio, Corti E., Discacciati S. M., Melzi I., Otani NishiNishi, T., Sciola G., Rocha S. M. Albertin, S. S., Bergamin, E. Corti, S.M. Discacciati, I. Melzi, T. Otani G. Sciola, S. Rocha
Chronicle 16th September 2006: CANDIDACY OF THE CITY OF MILAN
Prime Minister Romano Prodi opened the candidacy of Milan
3rd November 2006: COMPETITION BETWEEN MILAN AND
Deadline for nominations. Milan for Italy and Smirne for Turkey
SMIRNE
remain the only cities in the running. The theme of the Milan is: Feeding planet, energy for life. To Smirne: New routes to a better world. Health for all. In the application are already proposed the theme “Feeding the Planet , Energy for Life “ and the site of exposure, between the cities of Milan and Rho. An area of around 1.700.000 square meters, being in this way much larger than the one defined by later in the project, but divided into several airlines and connected to the center of Milan by the two new routes of the Way of the Earth and of the Way Water.
25 September 2007: 1ST MASTER PLAN FOR THE EXPO
Candidacy Masterplan 2006
BIE receives the application file for Milan: the document describes in detail the project and theme development. And it accompanied by two letters formalization no commitment of the country, one of President Giorgio Napolitano, one of Prime Minister Romano Prodi. The new master plan covers an area reduced to 1,000,000 square meters; the site consists mainly of two distinct areas: between the railroad MI - TO and the “ Autostrada dei Laghi”, and the other that is part of the recent exhibition in Milan, Fiera Milano. Among the most distinctive architectural components that exposure will gave a tower Expo Milano, a tall skyscraper over 200 meters that allow you to make your site recognizable even at a considerable distance.Country pavilions in three different sizes depending on the financial resources of each participating country; Three collective pavilions dedicated to three geographical areas: Asia, Africa and Latin America/Caribbean.
22th to 25th October 2007: BIE’S OFFICIAL VISIT TO MILAN
the representatives of BIE are on an official visit to Milan for a threeday assessment of the city; meet the world of culture and business, visit the area where the exhibition will be built; the first comments are positive: “Milan is the ideal city to host Expo”.
31st March 2008: MILAN WINS THE COMPETITION AND IT’S
Milan won the chance to host the Universal Exhibition of 2015: 86
THE NEW HOST
votes for Milan, 65 for Smyrna.
images fonts: www.giuliocavalli.net www.expo2015notizie.it
Candidacy revision masterplan 2007
INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After 6th February 2009: FIRST MEETING IN MILAN OF ARCHITECTS
CHRONICLES EXPO 2015 CHRONICLE OF EXPOOF MILANO 2015 Albertin M., Bergamin CassioG. G.,Cassio, Corti E., Discacciati S. M., Melzi I., Otani NishiNishi, T., Sciola G., Rocha S. M. Albertin, S. S., Bergamin, E. Corti, S.M. Discacciati, I. Melzi, T. Otani G. Sciola, S. Rocha
First meeting in Milan of architects called to outline the guidelines for international competitions Expo: Stefano Boeri, Richard Burdett, Jacques Herzog, Joan Busquets, William McDonough.
26th May 2009: STARTING THE DISCUSSION OF THE POST
The first online public-opinion poll launched by the company to
EXPO
understand what people expect from the Milan Expo 2015. It started the discussion of the post Expo and procedures for land acquisition.
8th September 2009:
CONCEPTUAL MASTERPLAN OF
BOTANIC GARDEN PLANETARIUM
The conceptual master plan of Expo is presented to the Palazzo Reale. It founded the Botanical Garden Planetarium. In 2009, we realize that this Expo will be different from all that occurred so far as it is conceived and It made during a global economic crisis.This concept masterplan the theme “ Feeding the Planet , Energy for Life “ and the design scheme are directly connected, imagining a new type the path and a new experience for the visitors and for the participating countries. The pavilions of the participating countries have lots of land to farm overlooking a long drive. There are greenhouses where
Conceptual Masterplan 2009
play climates and vegetation of world, a terraced hill, a circular ake and channel around the entire area.
26th October 2009: OPENING OF THE PLANNING OFFICE
the company opened the Planning Office, made up of young architects and engineers who have the task of turn it into a concrete project the conceptual master plan of the exhibition site.
5th July 2010: PLANNING CONTRACTS
Fiera Milano and group Cabassi (owners of most of the area) formulate a proposal and agree to assign the land for six years to the company that handles the loan for use at the symbolic price a euro. At the end of the event over half of the land will remain public shareholders, the other party will return to the owners, who could be built with the index set to 0.60. The owners, also they agree to contribute to pay the planning fees.
images fonts: www.stefanoboeriarchitetti.net
General views of Masterplan 2009
INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After 22nd April 2010: DEFINITIVE MASTERPLAN OF EXPO
CHRONICLES EXPO 2015 CHRONICLE OF EXPOOF MILANO 2015 Albertin M., Bergamin CassioG. G.,Cassio, Corti E., Discacciati S. M., Melzi I., Otani NishiNishi, T., Sciola G., Rocha S. M. Albertin, S. S., Bergamin, E. Corti, S.M. Discacciati, I. Melzi, T. Otani G. Sciola, S. Rocha
Expo Spa approves the definitive version. It is the registration dossier of the event that is delivered to the Bie. The BIE has six months to examine the draft and make comments prior to the examination and approval.Within the unique landscape and extraordinary is that the Site Expo is very simple, deliberately ordered in contrast to the variety and multiplicity of forms that accompany the different modes of participation. The two axes that structure the grill master resume alignment historic of Sempione, but also symbolize an ideal path: the Decumanus moves from the center to the periphery. Along the Decumano, it will be offered to all countries the opportunity to express and represent their wealth and power production; likewise the second axis - the Cardo - develops around itself the exhibition spaces and tasting treated by the host country, Italy, a great interpreter of the Expo theme object, declined according to its excellence linked to food, health and well-being.
7th October 2010: TERMS OF AGREEMENT
Letizia Moratti wrote to landowners ask for the “immediate and
Definitive Masterplan 2010
unconditional availability of the areas”.The letter reproduces the terms of the agreement: free transfer of areas that will remain public shareholders (over 500 thousand square meters) and free loan for those which, from 2017, will become Building; 19th October 2010: APPROVAL OF THE DOSSIER OF MILAN
The Executive Office of Bie, with the letters of Fiera and Cabassi on areas, gave a positive opinion to registration of Expo and then the General Assembly of the BIE approved unanimously the registration dossier of Milan.
10th April 2011: TERMS OF AGREEMENT
For the first time Arexpo name appears; the new company obtains the land to join Fondazione Fiera Milano.
16th April 2011: THE SHARES
Public Space and services
Region, City, Province and owners of the areas sign a report that ensures the transfer of areas to Arexpo. The shares: the City will have a 51% Fiera 35%, the Region 12%, Rho city and Provincia di Milano 1% each.
28st October 2011:
Starting of works.
1st May 2015:
Opening of Expo
images fonts: MASTERPLAN 2010. Presentation of 26th Aprile 2010 - Milano -Teatro Strehler
View of Decumanus
INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After
CHRONICLES EXPO 2015 CHRONICLE OF EXPOOF MILANO 2015 Albertin M., Bergamin CassioG. G.,Cassio, Corti E., Discacciati S. M., Melzi I., Otani NishiNishi, T., Sciola G., Rocha S. M. Albertin, S. S., Bergamin, E. Corti, S.M. Discacciati, I. Melzi, T. Otani G. Sciola, S. Rocha
Final Masterplan 4- Cascina Triulza, renovated, will remain as a legacy to the The Concept Plan 2010 survive the cardo, the decumanus,
city after the event. The countries are grouped around specific
the lake, the hills and the channel. The new approach,
food chains (Rice, cereals and tubers, spices, cacao, coffee,
however, is technological: the site will become a smart city.
fruits and legumes) or global issues of particular importance
The exhibition site, designed as an expression of the theme
(Agriculture and Nutrition in Dry Areas, Sea and Islands, the
Feeding the Planet, Energy for Life, has been designed by
ecosystems of the Bio-Mediterraneum) creating spaces called
designers Expo 2015 S.p.A. with the support of internationally
Cluster;
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9
8
7
10 1
3
renowned architects, such as Stefano Boeri, Ricky Burdett and Jacques Herzog. The Decumano is an axis of about 1.5
5- Pavilion Zero: developed with the support of the United
km, along which all the spaces for participating countries.
Nations, the Pavilion will be the “springboard” of the themes
At one extreme of the Cardo, near the Piazza d’Acqua, it is
of Expo 2015, also, will exposed the Good Practices for
placed Palazzo Italia, the building that is the meeting place
Sustainable Development for Security;
6
5
2
Institutional between the host country and the Participants. The point intersection of the Cardo and the Decumano represent
6- Future Food District: consisting of two pavilions of 2,500
symbolically the place where Italy meets the world and the
mq exhibition and a square of 4,500 mq, Future Food District
world meets Italy. Architectures of Service are temporary
is designed as an urban district where understanding how to
structures made entirely of wood, dismantled and recycled at
evolve the ideal future scenarios of the food production chain;
Plan of EXPO 2015
the end of the event. Together with the main channel iconic elements of the Site help to the landscape at the points of the
7- Park of biodiversity: the Park will be a great space of
compass: the Hill, the Open Air Theatre, Lake Arena and
14,000 mq dedicated agrobiodiversity, or the diversity of food
Expo Center.
systems, complex subject that is an extraordinary wealth for the man and the planet;
1- The Mediterranean Hill plays the hot tempered and agroecosystem constitutes a viewpoint within the site;
8- The Children park will be an area dedicated to kids, where children and their families will explore the complex issues of
2- The Open Air Theatre, located in the southern part of the
life and the sustainability of the planet approaches.
site, can accommodate about 11,000 people on the lawn and bleachers at outdoor concerts, theatrical performances and
In the end, the site is bordered by a canal, which is one of
ceremonies;
the elements characterizing and distinguishing the project. The
Lake Arena (9)
Palazzo Italia (10)
channel will have a length total of 4.5 km. The water that will 3- The Expo Center, situated at one end of the Decumanus
power will come directly from the canal Villoresi, a channel
West, consists of three independent functional blocks: an
existing crossing the territory north of Milan and that comes
auditorium for 1,500 people (south block), performance area
out in a new funnel that leads to the marina, in the heart of city.
(central block) and office building (block north), with a total volume of 62 965 mc;
images fonts: www.fuorisalone.it www.expo2015.org
Mediterrean Hill (1)
INTERNATIONALWORKSHOP WORKSHOPOF OFURBAN URBANAND ANDARCHITECTURAL ARCHITECTURALDESIGN DESIGN -VIVIedition edition INTERNATIONAL CONTEMPORARYCITIES CITIESAND ANDURBAN URBANREGENERATION REGENERATION- Milan 2016 -After AfterExpo Expo CONTEMPORARY Milan 2016.
CHRONICLES EXPO 2015 2015 CHRONICLE OF EXPOOF MILANO Albertin M. M.,Albertin, Bergamin S., CassioG.G., Corti E. E.,Corti, Discacciati S. M., Melzi I., Otani NishiNishi, T., Sciola G., Rocha S. S. Bergamin, Cassio, S.M. Discacciati, I. Melzi, T. Otani G. Sciola, S. Rocha
INTERNATIONAL VIedition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN -VI CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION -Milan AfterExpo Expo Milan 2016 2016.- After
fonts: expo2015.assolombarda.it www.expo2015.org www.expodiffusa.it www.noexpo.it news.worldexpo2015.it expo2015contact.virgilio.it www.provincia.milano.it www.regione.lombardia.it www.landsrl.com www.dopoexpo2015.it silvia.regione.lombardia.it changemakers.expo2015.org www.arexpo.it www.skyscrapercity.com www.concorsopadiglioneitaliaexpo2015.com www.corriere.it www.repubblica.it www.let-milano.com www.tehnopol.ee www.italiastartup.it www.wired.it www.techloft.co.il www.distretto33.it
CHRONICLES EXPO 2015 2015 CHRONICLE OF EXPOOF MILANO Albertin M., Bergamin S., CassioG.G.,Cassio, Corti E., Discacciati S. M., Melzi I., Otani NishiNishi, T., Sciola G., Rocha S. M. Albertin, S. Bergamin, E. Corti, S.M. Discacciati, I. Melzi, T. Otani G. Sciola, S. Rocha
INTERNATIONAL WORKSHOP OF AND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN VI edition VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo In April 2015, the ban for found the advisor that evalues the project for the post Expo is published with the purpose of give the members a first idea of the possible functions and subjects that will be involved in the custructions. In the ban we can find which structure will remain and what will be their future destination, and also for which pavilions it has been already decided the future destination.
PRESS REVIEW PRESS REVIEW OF AFTER-EXPO
B. Caccia, V. Campara, I. Kirova, I.A. Morandi, C. Ronchini, Q.Q.Wang B. Caccia,S.V. Delvecchio, Campara, S. Delvecchio, Kirova, A. Morandi, C. Ronchini, Wang
PALAZZO ITALIA
ZERO PAVILION
BIODIVERSITY PARK
Conserved
Conserved
Conserved
G H
A B C
I L
Articles that talks about the proposal
D
E
F
LEGENDA Remaining Structure Pavilion whit a definited destination A B C D E F G H I L
Bahrein Pavilion Angola and Czech Republic Pavilions Brazil Pavilion Azerbaijan and United Arab Emirates Pavilions Hungary Pavilion Mexico Pavilion Vanke Stand Coca Cola Stand Monaco Pavilion Slow Food Pavilions
Corriere della Sera Milano, Elisabetta Soglio (30-07-2015)
EXPO CENTER
Exposition Museum
CASCINA TRIULZA Third Sector
OPEN AIR THEATRE
With a casing will become a space for events
INTERNATIONAL WORKSHOP OF AND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN VI edition VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo The proposal provide the construction of a new Città Studi that will take the place of the one located in the east part of Milan, where there are the old buildings of the Phisics, Vet, Agrarian, Chemistry, Science and Informatic. The university with the new campus can create a new aggragate of science and research, with sports court, auditorium and houses. Will be constructed also a particle accelerator under the Decumano (5m diameter and 10m in the ground), international reasearch infrastructure linked to other in Europe and taking Milan in the center of the world.
PRESS REVIEW PRESS REVIEW OF AFTER-EXPO
B. Caccia, V. Campara, I. Kirova, I.A. Morandi, C. Ronchini, Q.Q.Wang B. Caccia,S.V. Delvecchio, Campara, S. Delvecchio, Kirova, A. Morandi, C. Ronchini, Wang
UNIVERSITY STATALE of MILAN CAMPUS & SOCIAL HOUSING (residence for students) 215.000 mq
20.5% Articles that talks about the proposal
TECNOLOGICAL DISTRICT Rocca proposal is the creation of a platform for transforming the Expo area in an attractive site for innovative companies. The project idea is the one of a permanent destination of the area at the end of Expo, with a new innovation district, a vanguard laboratory of ideas and technologies, an international center for investments, talents and companies: a real digital city, that can develop in the Milanese area and will be possible thanks to infrastructural and single condition made by Expo.
104.500 mq
10% Articles that talks about the proposal
It’s a plan of 220 millions that will merge the offices of a bunch of public function: like Archivio di Stato, Agenzia delle Entrate e delle Dogane, della Ragioneria and a part of Guardia di Finanza and Nas. The source of the money will be the ones that nowdays go on rent (28 millions every year) and the sell of the barrack Medici of Lamarmora street. The park that will occupy half of the site will also link everything.
CITY of PUBBLIC AMMINISTATION & INNOVATION 110.000 mq
10,5% Articles that talks about the proposal
PUBBLIC GREEN The proposal provide that the 57 % of the Expo area, independently the future destination will be left to the green.
590.000 mq
57% Articles that talks about the proposal
INTERNATIONAL WORKSHOP OF AND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN VI edition VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
57%
PRESS REVIEW PRESS REVIEW OF AFTER-EXPO
B. Caccia, V. Campara, I. Kirova, I.A. Morandi, C. Ronchini, Q.Q.Wang B. Caccia,S.V. Delvecchio, Campara, S. Delvecchio, Kirova, A. Morandi, C. Ronchini, Wang
20.5%
10.5%
10%
Articles that talks about the proposals
PUBBLIC GREEN
UNIVERSITY STATALE of MILAN CAMPUS & SOCIAL HOUSING
CITY of PUBBLIC AMMINISTATION & INNOVATION
TECNOLOGICAL DISTRICT
OTHER PROPOSALS
INTERNATIONAL WORKSHOP OF AND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN VI edition VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo TEMPORARY EXPO the TRIENNALE PROPOSAL This option, presented by the Triennale president Claudio de Albertis, provide to surrender part of the area for six month for the “Expo of Design”, the XXI international exhibition of architecture that the museum pole in Alemagna street will organize in April 2016. This will be a temporary solution, a bridge between Expo and what will be the future of the area, so in this way it will be kept alive the inheritance of the universal exposition while we are waiting to know what will be done in thisarea.Thehypothesiswill befinancialsustainablebecausewilluseinfrastructure and architecture that are already in the area, with a total cost around 20-30 millions, that will be divided between sponsor, privates, tickets, shares of the Host Countries and public contributions. This will allow the reuse of some pavilions: in each one will be organize workshops and meeting, while we are waiting to know what to do whit the expo area.
PRESS REVIEW PRESS REVIEW OF AFTER-EXPO
B. Caccia, V. Campara, I. Kirova, I.A. Morandi, C. Ronchini, Q.Q.Wang B. Caccia,S.V. Delvecchio, Campara, S. Delvecchio, Kirova, A. Morandi, C. Ronchini, Wang
PROPOSALS DISCARTED: RENAISSANCE MUSEUM
STADIUM
LA SCALA’S STORES
SPORTS DISTRICT
PARK OF THE ITALIAN EXCELLENCE
JUSTICE CITADEL
TEMATIC PARK
FOOD DISTRICT
30.000 mq (3%)
160.000 mq (15.3%)
400.000 mq (38.2%)
120.000 mq (11.5%)
367.700 mq (35%)
435.000 mq (41.6%)
Articles that talks about the proposal
450.000 mq (43%)
813.000 mq (78%)
INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After Getty Center, Richard Meier Los Angeles, CA
CITADELS CITADELS OF OF SCIENCE SCIENCE
A. A. Bortolotti, Bortolotti, B. B. Manzoni, Manzoni, A. A. Nifosì, Nifosì, M. M. Righi, Righi, P. P. Tomasoni, Tomasoni, S. S. Jie Jie
Conservation and Education Institute
Auditorium
The Getty Center sits on a hilltop in the Santa Monica Mountains. The campus is organized around a central arrival plaza, and offers framed panoramic views of the city. The layout establishes a
Tram arrival station
Museum
dialogue between the angle of intersection and a number of curvilinear forms. Three-quarters of a mile to the north of the main complex and below it, a parking garage and tram station mark the public entrance to the Getty Center. In the Museum, clear sight lines between interior and exterior spaces allow visitors to move in and
Restaurant and cafeteria Research Institute
out of the 5 gallery pavilions; a clockwise horizontal progression around the main courtyard allow visitors to experience the collections chronologically. Near the arrival plaza there is the Restaurant/Café building with private room for meetings. Across the Tram Arrival Plaza the Auditorium seat 450 people for lectures, concerts and other cultural events. The Getty Research Institute for the History of Art and Humanities complete the complex. The program comprises a million-volume library, reading rooms, study carrels, offices for staff and scholars and a small exhibition gallery in which are displayed objects in the GRI’s collection for visitors. The Getty Center is open every day from
10.00 to 17.30.
Area of the project: 100 000 sqm
Expo Area
AA.VV., “ The Getty Center Design Process”, Los Angeles, The J. Paul Getty Trust, 1991 M. De Michelis, “Getty Center, Los Angeles”, in Domus n. 799, December 1997 M. Sveiven, “AD Classics: Getty Center / Richard Meier & Partners, Architects LLP”, www.archdaily.com, January 2011
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INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After
CITADELS CITADELS OF OF SCIENCE SCIENCE
A. A. Bortolotti, Bortolotti, B. B. Manzoni, Manzoni, A. A. Nifosì, Nifosì, M. M. Righi, Righi, P. P. Tomasoni, Tomasoni, S. S. Jie Jie
Brembo Technical Center, Jean Nouvel Bergamo, IT AZ Veicoli Group
The Kilometro Rosso Science and Technology Park is a site intended to house the new premises of research institutes and businesses. Offices, laboratories, research and development centers will be located in the leafy green surroundings which will be a park open to the public. The whole site overlooks and extends
Brembo Technical Center
Italcementi group I.LAB
alongside the A4 motorway. A red lamellar metal wall runs next to the motorway for a kilometer, becoming an architectural backdrop. Brembo Centre: Brembo laboratories and research centres are located in the western area of the park. They consist in of elongated
M. Negri Institute for Pharmacological research
Offices
buildings that sits perpendicularly to the alignment of the red wall. Professional Centre: is the main “portal” that welcomes people into Kilometro Rosso but it is also a meeting place for the various research activities that take place across the campus. Building for offices: the building stands alongside the Professional Centre and directly abuts the red wall and consist of three distinct functional blocks, which extends into the park over 250 m. University Centre: The building consist of a parallelepiped volume in direct contact with the red wall, which contains spaces for university activities, arranged over three floors.
Area of the project: 200 000 sqm
Expo Area
www.jeannouvel.com www.kilometrorosso.com
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INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After MUSE Science Museum, Renzo Piano Trento, IT
MUSE
Offices and Trade
CITADELS CITADELS OF OF SCIENCE SCIENCE
A. A. Bortolotti, Bortolotti, B. B. Manzoni, Manzoni, A. A. Nifosì, Nifosì, M. M. Righi, Righi, P. P. Tomasoni, Tomasoni, S. S. Jie Jie
Offices and Trade
The “Albere” district is a site of a former Michelin factory and it is now a new part of the city of Trento. The Albere district is home to Muse, the new Science Museum, it serving to reinforce the cultural identity of this area of Trento. The regeneration of the district of “Albere” project had sustainability
Albere Palace
as an integral part of the design. The buildings use little energy with Park
the extensive use of renewable resources. The museum building is developed plan of a maximum length (East / West) to 130 m and a maximum width (North / South) of 35 m. All floors above ground,
Housing and Trade Housing
accommodate functions for the public service of both administrative and research. The underground floor is mainly intended for parking. The building consists of a succession of spaces and volumes, solids and voids , laid on a large body of water on which appear to float. The various functions of the Museum can be grouped into five groups: public functions, exhibition areas, places of study and research, offices, stores and services. The time in which to visit is from 10.00 to 18.00 and on public holidays till 19.00.
Area of the project: 116 300 sqm
Expo Area
www.rpbw.com/project/146/muse-museo-delle-scienze www.muse.it/it/il-muse/edificio www.arketipomagazine.it www.abitare.it/it/architettura
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INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After
CITADELS CITADELS OF OF SCIENCE SCIENCE
A. A. Bortolotti, Bortolotti, B. B. Manzoni, Manzoni, A. A. Nifosì, Nifosì, M. M. Righi, Righi, P. P. Tomasoni, Tomasoni, S. S. Jie Jie
City of Arts and Sciences, S. Calatrava Valencia, ES The City of Arts and Sciences in Valencia is a unique complex devoted to scientific and cultural dissemination which is made up of six main elements. Along an axis of about 2 km this complex get to know different aspects of science, technology, nature and art. The buildings, in order of their inauguration are: The Hemisferic: an IMAX Cinema, planetarium and laserium. The building is meant to resemble a giant eye, and has an approximate surface of 13 000 m². The Principe Felipe Science Museum: an interactive museum of science that resembles. It occupies around 40 000 m² on three floors. The Umbracle: located on the southern side of the complex and designed as an entrance to the City of Arts and Science, it’s a planted landscaped walk. The Oceanografic: an open-air oceanographic park built in the shape of a water lily. Each building represents houses over 500 different animals. The Palau de les Arts Reina Sofia: an opera house and performing arts center. It holds many events and is surrounded by 87 000 m² of landscape and water. The Agora: a covered plaza where there are concerts, sporting events. The City of Sciences is open every day from 10.00 to 19.00.
Area of the project: 350 000 sqm
Expo Area
www.cac.es www.arcspace.com
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INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After
CITADELS CITADELS OF OF SCIENCE SCIENCE
A. A. Bortolotti, Bortolotti, B. B. Manzoni, Manzoni, A. A. Nifosì, Nifosì, M. M. Righi, Righi, P. P. Tomasoni, Tomasoni, S. S. Jie Jie
City of Culture, Eisenman Architects Santiago, ES The City of Culture is a new cultural center for the Province of Galicia in northwestern Spain. Its design evolves from the
Museum of Galicia
superposition of three sets of information. First, the street plan of the medieval center of Santiago is overlaid on a topographic map of the hillside site. Second, a modern cartesian grid is laid
Central services
Centre for new technology
over these medieval routes. Third is the use of computer modeling software. Through this mapping operation, our project emerges as a Music theatre and performing arts centre
curving surface that is neither figure nor ground. The six buildings of the project are conceived as three pairs: the Museum of Galician History and the International Art Center; the Music Theater and Center for Cultural Innovation; and the Galician Library and Periodicals Archive. The largest building is the Music Theater, which contains all of the spaces and technologies required
Library Archive
to host the international opera and symphonic music circuit. There are two auditoria: a large theater of more than 1500 seats, and a 450 seat theater. The heights of all of the buildings rise in gentle curves that seem to reconstruct the shape of the hilltop with their collective roof lines.
Area of the project: 500 000 sqm
Expo Area
Archello, Domus, Stefano Casciani, Peter Eisenman Eisenman Architects, Paisajes Espanoles
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INTERNATIONAL VI edition edition INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF OF URBAN URBAN AND AND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN - VI CONTEMPORARY AfterExpo Expo CONTEMPORARY CITIES CITIES AND AND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION -Milan Milan2016 2016.- After Education City Doha, Q
CITADELS CITADELS OF OF SCIENCE SCIENCE
A. A. Bortolotti, Bortolotti, B. B. Manzoni, Manzoni, A. A. Nifosì, Nifosì, M. M. Righi, Righi, P. P. Tomasoni, Tomasoni, S. S. Jie Jie
Qatar National Convention Centre Qatar Foundation
Education City is an initiative of Qatar Foundation for Education, Science and Community Development. Located on the outskirts of Doha, the capital of Qatar, Education City houses educational facilities from school age to research level and branch campuses of some of the world’s universities. It is also conceived of as a forum
Arab Museum of Modern Art
Qatar National Library
Qatar Academy Universities
where universities share research and forge relationships with businesses and institutions in public and private sectors. Six
Al Shaquab Academy
American universities, one British university and one French university have branch campuses at Education City. They are: Virginia Commonwelth University, Cornell University, Harvard University, Yale University, Texas A&M University, Carnagie Mellon Univerity, Georgetown University and UCL University. Several centers based at Education City focus on science and research. These include: RAND - Qatar Policy Institute, Qatar National Research Fund and Qatar Science and Technology Park. Most of these building are designed by famous architecs like Arata Isozaki (Qatar National Convention Centre), Legorreta Architects (Texas A&M University), Coelacanth K&H (Liberal Arts & Science), OMA (Qatar Foundation), ADH (Weill Cornell Medical College) and Atelier Jean Nouvel (Museum of Islamic Art -under construction).
Area of the project: 14 000 000 sqm
Expo Area
Arcspace, Archdaily, Wikipedia Isozaki.Co, Pygmalion Karatzas, Nelso Garrido
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INTERNATIONAL WORKSHOP OF AND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN - VI edition INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION Milan 2016 - After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
DOUBLE DOUBLECITY CITY
M. R. Abate, A.M.R. Dunic, C.A.Nardi, A. Ponti, S. Spreaico, M.M. Ventilato Abate, Dunic, S. C. Petrolo, Nardi, S. Petrolo, A. Ponti, S. Spreafico, Ventilato
Coney Island Koolhaas sees the early twentieth-century version of Coney Island as a dramatic foil to Manhattan itself and a safety valve for the overcrowded city. He writes, “Coney Island is the incubator for Manhattan’s incipient themes and infant mythology. The strategies and mechanisms that later shape Manhattan are tested in the laboratory of Coney Island before they inally leap toward the larger island.” “Coney Island,” he declares, was “a fetal Manhattan,” where modern culture discovered its desire “to live inside a fantasy” in a fabricated, fully urban environment that was the product of compression and density. The various elements of Coney Island, the Blue Dome of Creation, the End of the World, the Canals of Venic, were all examples of the Technology of the Fantastic, and those attractions excited crowds to the same degree that they offended highbrow taste. Those who found Coney Island cheap, fake, and mediocre supported razing its structures and replacing them with a park, but Koolhaas argues convincingly that this solution was a weak substitute for the spontaneous urbanism of the masses. A ‘glorious whole’ – the skyscraper represents a coming together of a number of urbanistic breakthroughs. The tower was irst tested on Coney with the ‘snow white pinnacles’ of Luna’s skyline.
Expo: 110 ha
Lunapark: 1,28 ha
bibliography: R. Koolhaas, DNY. “Coney island: the technology of the fantastic”. www.architectureandurbanism.blogspot.it/2010/05/remkoolhaas-delirious-new-york.html www.kneelingbus.wordpress.com/2012/05/02/deliriousnew-york-ii-coney-island-poetic-technology/ www.rabbitisland.org/post/1387488690/delirious-newyork
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INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
DOUBLE CITY M.R. Abate, A. Dunic, C. Nardi, S. Petrolo, A. Ponti, S. Spreafico, M. Ventilato
Cinecittà - Roma Among the very few industries in Rome, the complex of Cinecittà cinematographic s establishments inaugurated April 28, 1937, designed by Gino Peressutti has always been one of the most important. It was part of an originally more complex !"#!$%&'$(")*' "+,*,-.&'/0)-$*,"1&'21$1-/.'$10'$!chitectonic cinematography support, initiated by the regime which detects both the power tool of communication and spread of ideas as the central role in the question about modernity. Peressutti s project inside a large enclosure cut in the countryside of Agro downstream of the Alban Hills, crossed by the Via Tuscolana, masonry buildings, parks and movie sets.
100m
1km
The main entrance opens onto via Tuscolana reported by a low portal'*3$*',0/1*,2/.'*3/ axis on which the block of buildings of representation and direction is organised in: the restaurant, the large greenhouse, swimming pool, and the process,1#'"4'*3/'2+%.'$+!/$05'/6 "./07' The !"#$%&"'() * +#%*"#, of the system designed by Peressutti has allowed the conservation till now along with the possibility of changes necessary to the technological adjustments, renewing the myth of Cinecittà, the most important system in the international overview. Cinecittà is an imposing complex of buildings and structures spread on an area of 400,000 m² (40 ha), about 9 km from the center of Rome and is part of one of the largest communities of production in the world, second only to Hollywood. It consists of 22 studios varying in size.
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D/!/..)**,E.'0!$9,1#
Expo: 110 ha
Cinecittà: 40 ha
bibliography: www.archidiap.com - www.cinecittastudios.it - www.wikipedia.com - www. senato. archivioluce.it - www.treccani.it
8$*/!'*"9/!'9,*3'%$15':""!.'4"!'2+%,1#
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INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
DOUBLE CITY M.R. Abate, A. Dunic, C. Nardi, S. Petrolo, A. Ponti, S. Spreafico, M. Ventilato
Tivoli - Copenhagen Tivoli Gardens is a famous amusement park and pleasure garden in Copenhagen and was founded in 1843 as a national treasure and an international attraction. Tivoli is is the second-oldest amusement park in the world and the second-most popular seasonal theme park in the world, with around four million visitors a year (4,033 ml in 2012). Georg Carstensen obtained the permission of construction in 1841 by the King Christian VIII. Tivoli was located in an area of 5,6 ha in the west of Copenhagen just outside the city s wall. When the !"#$%&'#$!()*+*#,-*).,",)/,-!0$*1,/)$()#1,)23456*) the city gradually expanded around the park. In the park we can found a rich variety of styles and period character, in particularly inspired at the Asiatic world. At the opening Tivoli included a theatre, band *#'(/*7)",*#'8"'(#*)'(/)&' 9*7):!.,");'"/,(*7)'(/) more than 30 entertainments. The access is possible from three entrances; the -!*#) *$;($%&'(#) $*) $() <"$&=*) '(/) "!! ) #$0,*7) /'#,/) 1890. Once through the entrance, the visitor is in a quiet and green place, completely separated from the bustling streets surrounding the park. Today the 169-year-old amusement garden is an oasis in the heart of Copenhagen, a rare mixture of new and old, amusement and culture. Copenhagen has surrounded the park, which now constitutes an $(#,;"'0)>'"#)! )#1,)&$#+6*)$((,")&!",?) As Mr. Carstensen said himself, Tivoli will never be completed , meaning Tivoli is constantly changing. Old buildings are replaced or modernized, new rides are introduced, and new entertainment concepts are presented to meet the ever-changing demands of the public.
500m
100m
1853
1880
Expo: 110 ha
Tivoli: 5,6 ha
bibliography: www.tivoligardens.com www.parksmania.it fonts: www.oldmapsonline.org kbhkort.kk.dk
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INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
DOUBLE CITY M.R. Abate, A. Dunic, C. Nardi, S. Petrolo, A. Ponti, S. Spreafico, M. Ventilato
MURANO Murano is a series of islands linked by bridges in the Venetian Lagoon, northern Italy. Murano is spread on an area of 1.17km2 and measures about 1.5 km across with a population of just over 5,000 (2004). It is famous for its glass making. Murano s reputation as a center for glassmaking was born when the Venetian Republic, fear!"#$%&#'!(#)*&#(&+)%,-) .!#./#)*&#- )01+#2.+)30# wooden buildings, ordered glassmakers to move their foundries to Murano in 1291. In the 16th century three thousand (of Murano island s seven thousand) inhabitants were involved in the glass making industry. Murano glass making supported almost the entire economy of the island of Murano. Murano s glassmakers held a monopoly on quality glassmaking for centuries. During the late 17th Century and all the way to the early 19th Century, Murano glass making techniques suffer a serious decline. A high percentage of furnaces are shuttered and numerous family based glass makers cease to exist. Main reason for this decline was that Chinese glass was introduced to the world thanks to the +'2&#+&'#%.,)&+#4* -*#$%+)#*&35&(#6,%'!.#&7port its glass.
Jacopo de Barbari 1500 1901
Vetreria AVEM1935
1932 ferry connection connection mainland
natural boundery
high density
islands connected by the bridges
Location of the shops and manufacturing of the glass_2010
Expo: 110 ha
Murano: 117 ha
bibliography: http://www.atlantedellalaguna.it/ materiale WAVE 2012 IUAV di Venezia http://www.stardust.com/ http://www.galleryat94.com/ http://www.comune.venezia.it/
1970
In Murano glass weighs is still relevant, both with respect to the local economy 55% of active companies in 2010 and their representation of total municipal.
VRPG_ 2001: areas of transformation
2003
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DOUBLE CITY M.R. Abate, A. Dunic, C. Nardi, S. Petrolo, A. Ponti, S. Spreafico, M. Ventilato
Milano 2 !"#$%&'()*'+,"-,'+$.'/0.1'-&%-2"324'"%'5678*'".'1,2' /0.1'"1$#"$%'29$:;#2'&<'$%'&;2%'-"1=';0&3"424'+"1,'$##' 1,2'<$-"#"1"2.'1&'.$1".<='1,2'%224.'&<'1,2'"%,$>"1$%1.' $%4'&%'1,2'&1,20',$%4'02;02.2%1.'$%'$110$-1"&%'<&0' 1,2'.?00&?%4"%@'$02$.A' B"1?$124'&%'1,2'&?120'24@2'&<'!"#$%*'C'D:'<0&:'1,2' -"1=E-2%102*' !"#$%&' (' ".' 1,2' .?--2..<?#' &?1-&:2' &<' #&%@'02.2$0-,'$%4'.1?4"2.A'F,".';0&G2-1'+$.'-$00"24' &?1'>='$';0&<2.."&%$#'@0&?;'&<'$0-,"12-1.'&<'H4"#%&04' I0&@211"' B;$*' 1,2' $0-,"12-1?02' /0:' #24' >=' J"$%-$0E #&' K$@$LL"*' 1&@21,20' +"1,' <$:&?.' .&-"&#&@".1.' $%4' 12-,%"-$#'29;201.A'I#$%%24'1&'421$"#*'1,2'%2+'.?>?0>' &<<20.' $' ,"@,' M?$#"1=' 2%3"0&%:2%1' "42$#' <&0' <$:"#"2.' $%4' -,"#402%*' +"1,' ;#2%1=' &<' @022%' $02$.*' .-,&&#.*' .;&01' <$-"#"1"2.*' ;#$=@0&?%4.*' .,&;.*' 02#"@"&?.' -2%E 102*'&</-2.*'#2".?02'$%4'02-02$1"&%'-2%102.'<&0'.&-"$#' $%4'-?#1?0$#'$-1"3"1"2.A'F,2'1&+%'+$.';#$%%24'<&0'$' ;&;?#$1"&%'&<'5NANNN';2&;#2'$%4'"%-#?42.'(A7NN'#"3E "%@'?%"1.A'O%2'&<'1,2';0"%-";$#'-,$0$-120".1"-.'&<'1,".' %2+'1&+%'".'1,2'.2;$0$1"&%'&<'1,2'0&$4.'<0&:';242.E 10"$%';$1,.'$%4'>"D2'10$-D.A'F,202<&02'-,"#402%'-$%' 02$-,'.$<2#='$##'&<'1,2';?>#"-';#$-2.*'.;&01'<$-"#"1"2.' $%4'.-,&&#A'
Urban Framework
Location
Pedestrian Path
F,2'@?"42#"%2.'&<'1,2' :&42#'!"#$%'()'+202P EQ$0@2' green spaces,' $.' &;;&.24' 1&' 1,2' #$-D' &<' @022%'"%'1,2'-"1='&<'1,$1';20"&4 ER'triple road system'S;242.10"$%*'>"-=-#2'$%4'32E ,"-?#$0T*'"%'+,"-,'1,2';$01"2.'4&%U1'-0&..';$1,.'$%4' ;242.10"$%'32,"-?#$0'$#:&.1'%2320';$01V'1,2'32,"-?E #$0'0&$4'-2%10$#'?%"1'".'$#.&'."1?$124'$1'$'#&+20'#232#' 1,$%'"%'?0>$%'$02$.*'#":"1"%@'1,2'":;$-1'&<'10$</ER'.10?-1?02'+"1,'$'central axis*'1,2'0&$4'&<'1,2';#?@*' $#&%@'+,"-,',$.'>22%'4232#&;24'1,2'%2"@,>&0,&&4' $%4',$32'>22%'42."@%24'$%4';&."1"&%24'1,2'3$0"&?.' .203"-2.A
Street
Functional Program The city provided with all the facilities to satisfy the needs of the inhabitants and on the other hand represents an attraction for the surrounding areas.
Building and Facilities
H9;&P'55N',$''
''''''''!"#$%&'(P'57N',$
bibliography: www.urbanistica.unipr.it www.wikipedia.it
Study of the public space: The public spaces and gardens are designed according to the inhabitants and architectural styles designed
Green Background
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DOUBLE CITY M.R. Abate, A. Dunic, C. Nardi, S. Petrolo, A. Ponti, S. Spreafico, M. Ventilato
PATH - Toronto PATH is a 29 kilometres networks of pedestrian tunnels and is the largest undergound shopping complex in the world with 371.600 square meters of retail spaces. It provides an important contribution to the economic viability of the cityÂ&#x2019;s downtown core. The system facilitates pedestrian linkages to public transit, accommodating more than 100,000 daily commuters, and thousands of additional tourists and residents on route to sports and cultural events. The city has a duplicated section. it suggests to solve the urban area with a layering approach.
NETWORKS UNDERGROUND ECONOMIC VIABILITY SECTION LAYERING
Expo: 110 ha
Path: 130 ha
schematic isometric
section
bibliography: www.wikipedia.com - www1.toronto.ca
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Project Area - BEFORE EXPO
View of Decumano
Project Area - DURING EXPO
3D MODEL C. Ballester, F. Capitani, M. Dagradi, M. Pelagatti, M. Tornaghi
Project Area - AFTER EXPO
View of Expo Site from the Milan
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
en Op
air
WORKSHOP PROJECTS
gym
Team 1
THE GREEN BELT Ana Dunic, Carlotta Nardi, Alessandro Ponti, Chiara Ronchini
L RA
TU EC
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P HO KS OR
OF
IT CH AR ND NA BA UR
Team 2
E INT
NEW AXES FOR EXPO. From Decumano to Sempione Benedetta Caccia, Valentina Campara, Ilina Kirova, Alessandra Morandi
Team 3
BOUNDARY AND BEYOND Marta Albertin, Germana Cassio, Tatiana Otani Nishi, Giacomo Sciola
,
Team 4
LIVED BRIDGE
,
Alberto Bortolotti, Kristina Gradinarska, Martina Righi, Shen Jie, Patrick Tomasoni
IGN o DES st Exp o AL UR he p ECT ilan. T HIT RC N - M A IO D AN ERAT AN RB EGEN R FU P O BAN SHO UR RK ND WO IES A L NA CIT ATIO ARY ERN POR INT NTEM CO
Team 5
SYSTEM OF CONNECTIONS Elisa Corti, Stefania Maria Discacciati, Ilaria Melzi, Sabrina Rocha, Qi Wang
Team 6
LANDSCAPE COLLECTIONS Cristina Ballester, Francesca Capitani, Melissa Pelagatti, Manuela Tornaghi
Team 7
CONTINUUM Simone Delvecchio, Amelia Nifosì, Taeho Kim, Salvatore Petrolo
Team 8
THE EDGE Sara Bergamin, Barbara Manzoni, Simone Spreafico, Chen Yang
Team 9
CORE OF INFRASTRUCTURES Maria Rosaria Abate, Marcello Dagradi, Nodar Kvanchiani, Mario Ventilato
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo 1. MASTERPLAN The project is defined as a linear park all around the actual site. It connects multiple functions for pleasure, biking as well as open air sports in order to use the present green spaces and to create new ones. The Green Belt can be visited by foot or by bike. In all the main entrances, there could be various stop points, where one can rent a bike, repair it or use a certain service. However, this promenade would also be full of attractions such as a skate park, water activities, educational park, sport areas, picnic areas and park for the children. 2. ENTRANCES There are several main accesses, the Expo ones, however the new project provides numerous other access points, usually in a form of a bridge for crossing the existing water belt and for access to the central area. The aim is to get morepermeability for the area, in the physical and visual sense. 3. GRID Sometimes it is the grid of the city that enters inside the project as in the area of the Research Centre,sometimes it is the grid of the project area that creates new green spaces as the park that we can see in the north of the area. The objective has been to try and integrate the Expo site and the city further.
Bike sharing
TEAM 01 Ana Dunic, Carlotta Nardi, Alessandro Ponti, Chiara Ronchini
Pic- nic area
Services
Running/biking track
Water activities
Open air gym Children park
Skate park
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TEAM 01 Ana Dunic, Carlotta Nardi, Alessandro Ponti, Chiara Ronchini
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo VISTA 1 The pedestrian and bicycle path which pass all around the Expo area. The existing water system and the Italian Pavilion which will become a new administration centre for the future functions. There is also a skate park and different water activities.
VISTA 2 The pedestrian bridge connects the Expo area with Cascina Merlata, the smaller one serves as secondary entrance. The small pavilions are stop points for rent a bike, get a snack or have a rest.
TEAM 01 Ana Dunic, Carlotta Nardi, Alessandro Ponti, Chiara Ronchini
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 02 Benedetta Caccia, Valentina Campara, Ilina Kirova, Alessandra Morandi
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 02 Benedetta Caccia, Valentina Campara, Ilina Kirova, Alessandra Morandi
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 03 Marta Albertin, Germana Cassio, Tatiana Otani Nishi, Giacomo Sciola
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 03 Marta Albertin, Germana Cassio, Tatiana Otani Nishi, Giacomo Sciola
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 03 Marta Albertin, Germana Cassio, Tatiana Otani Nishi, Giacomo Sciola
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition
INTERN INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIES AND REGENERATION URBAN REGENERATION Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CONTEMPORA CITIES AND URBAN - Milan. The post- Expo 1_THE BRIDGE
This infrastructure is a collective functional center that act as an intermediary into the site. The bridge is composed by different layers; at ground floor we find transportation facilities; here the width of the bridge is divided into 3 parts: one for two ways for automatic tram and two for bicycle and electric vehicles. Escalators brings people on the first floor that is reserved for pedestrians. pedestrians The separation of the walk way creates an opportunity for new functional spaces. At this level we find public service facilities, greenbelt and pedestrian space segment. The public services includes spaces that enable the use of the bridge from the morning to the evening. Some of the inclined plans which intersect the horizontal floors are rooftop terraces that allows a panoramic view of the site or green roof.
Elevation of some elements of the bridge Masterplan | 1:5000
TEAM 04
LIVED BRIDGE Alberto Bortolotti, Kristina Gradinarska, Martina Righi, Shen Jie,Jie, Patrick Tomasoni Alberto Bortolotti, Kristina Gradinarska, Martina Righi, Shen Patrick Tomasoni
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition
TEAM 04
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIES ANDREGENER URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION REGENERATION - Milan. The post Expo 1_SITE SCHEMES AND CONNECTIONS
The schemes point out the results of the dismantling of the Expo Area. At the end of the works the site will present borders marked by green areas and water canals; some buildings won’t be dismantled. Our project, named “Lived Bridge”, fits into this context and act as an axis of the site in which all the buildings of the site will be “mixed togheter”.
Palazzo Italia
Green Areas Water Canals Buildings that will not be dismantled
SECONDARY ENTRANCE
2_CONCEPT
The bridge is designed onto two main levels: at ground floor we find the fast transit way that allow people to reach the two sides of the site quickly. On the first floor there is the walk way. Among this two levels we have two more floors; one between the ground and the first level and one that is a rooftop terrace that offer panoramic views of the site.
LIVED BRIDGE Alberto Bortolotti, Kristina Gradinarska, Martina Righi, Shen Jie, Patrick Tomasoni Alberto Bortolotti, Kristina Gradinarska, Martina Righi, Shen Jie, Patrick Tomasoni T
Cascina Triulza
SECONDARY ENTRANCE
SECONDARY ENTRANCE
The LIVED BRIDGE act as an axis of the site
3_FUNCTIONS
System of mixed uses along the bridge that enclose spaces for different activities and functions and urban landscaping.
SECONDARY ENTRANCE
Mediterranean Hills
MAIN ENTRANCE SECONDARY ENTRANCE
Open Air Theatre
Rooftop terrace
WALK WAY Middle floor
FAST TRANSIT WAY
Electric cars + Bikes
Automatic tram
Electric cars + Bikes
PROJECTION WALK WAY FAST TRANSIT WAY RESTAURANT
MEETING ROOM
PERFORMANCE
STUDY ROOM WALK WAY FAST TRANSIT WAY
CAFÉ
SPORTS
STUDY ROOM
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition INTERNATIONAL WORKSHOP URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIESOFAND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan. The post Expo 3D VIEWS 1_Overview of the site and the bridge in relation to the central axis of Rho Fiera complex 2_3_4_Perspective views of the bridge
TEAM 04
LIVED BRIDGE Alberto Bortolotti, Kristina Gradinarska, Martina Righi, Shen Jie, Patrick Tomasoni Alberto Bortolotti, Kristina Gradinarska, Martina Righi, Shen Jie, Patrick Tomasoni
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN INTERNATIONAL WORKSHOP OFAND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan. The post Expo
VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
MASTERPLAN: Connectivity in the Expo site on three levels: Level -1: parking Level 0: green, water; pedestrian path Level 1: school and technological hub, trasportation hub, car circulation, cableway, train Action 1: Development of a direct connection between Rho, in particular Expo Center, and Roserio (business transportation hub) with a cablway system mimics the line of Decumanus. Action 2: Development of a system of a business transportation hub in the area Roserio, where there is a problematic road crossing. The shape of the technological hub is a circle and it contains various functions: commercial, transportation, parking, travel, temporary residences. The hub is used primarily by business people who travel for work. Action 3: The school building follows the southern edge of the site in which to place a various educational functions. The building is elevated enabling a direct connection between the park space and waterfront. Action 4: Maintaining existing structures: The Expo Center, Cascina Triulza, Italy Palace, and open air theater are connected through a system of pathways and squares. Action 5: Expansion of existing waterways for sports and fun.
AFTER EXPO - A SYSTEM OF CONNECTIONS TEAM 05 ELISA CORTI , STEFANIA MARIA DISCACCIATI , ILARIA MELZI , SABRINA ROCHA , QI WANG Elisa Corti, Stefania Maria Discacciati, Ilaria Melzi, Sabrina Rocha, Qi Wang
INTERNATIONAL WORKSHOP OFAND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION Milan. The post Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo A system of Connections This project aims to build upon this existing foundation of transportation, native green space, and waterways by strengthening existing connections and creating new ones.
1_Trasportation connection:
The existing Expo site has strength in it’s accessibility to the greater Milan and Lombardy area by car, railroad, metro, bus, or tram. The site is anchored by the train and subway station to the north and roads, buses, and trams to the south.
2_Pedestrian and cycle connection: Cycling paths are added and expanding the pedestrian pathways throughout the site interconnecting the remaining Expo landmarks with a new transportation hub and university buildings.
3_Green Space Connection:
The site functions as a large park with various natural and artifical green spaces for people to enjoy. The landscaping creates a series of perspectives of the monumental buildings Palazzo Italia, Expo Center, and Cascina Triulza. The existing native vegetation consisting of trees, grasses, and plants that create a healthy micro ecosystem togetherwith the site’s canals and waterways.
4_ Water Connection:
Using the language of the canals and fountains created for the Expo, this project expands the site’s waterways and creates a beautiful lake.
The waterways project initiated by the Expo 2015 built the connection between Canal Villoresi to the north and the Naviglio River to the south. The opportunity for native vegitation and pedestrian pathways along this new waterway and through our site in turn connects Parco delle Groane to Cascina Merlata. The transportation hub, pedestrian and cycling pathways are part of a larger scheme that can connect the greater Milan area. Therefore, this project can serve as a blueprint and first step to this much larger idea of connection. Milan’s population is growing and the need for these types of spaces is growing too.
TEAM 05 AFTER EXPO - A SYSTEM OF CONNECTIONS ELISA CORTI , STEFANIA MARIA DISCACCIATI , ILARIA MELZI , SABRINA ROCHA QI Wang WANG Elisa Corti, Stefania Maria Discacciati, Ilaria Melzi, Sabrina Rocha,, Qi
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan. The post Expo 2016. After Expo View This project aims to build upon this existing foundation of transportation, native green space, and waterways by strengthening existing connections and creating new ones.
First View:
The road network and intersection within the building suggested an idea of how to approach our site by exaggerating the number of connections that can reach the system of buildings at Roserio: Cars, trains, trams, pedestrian and cycling street. The distinctive trait of the project is the possibility it can be replicated in different parts of the city of Milan,where there is traffic congestion and intersections of different modes of transportation.
Inspiration Images; project by Rem Kooolhaas (OMA).
Second View:
The direct connection between the Expo Center and the technology hub.The cable system creates a fast connection between the two opposite poles of the Expo. Its path is reminiscent of the cardo and decumano axis during the expo, but with a new perspective from above.
TEAM 05
AFTER EXPO - A SYSTEM OF CONNECTIO Elisa Corti, Stefania Maria Discacciati, Ilaria Melzi, Rocha, Qi Wang ELISA CORTI , STEFANIA MARIA DISCACCIATI , ILARIA MELZISabrina , SABRINA ROCHA , QI WA
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 06 Cristina Ballester, Francesca Capitani, Melissa Pelagatti, Manuela Tornaghi
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 06 Cristina Ballester, Francesca Capitani, Melissa Pelagatti, Manuela Tornaghi
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
TEAM 06 Cristina Ballester, Francesca Capitani, Melissa Pelagatti, Manuela Tornaghi
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan. The post Expo 2016. After Expo
1_PLAN
This plan is the third phase. while the commercials are still running start on the construction site of the State University. However, the commercials have changed destination.
TEAM 07
CONTINU Simone Delvecchio, Amelia Nifosì, Taeho Kim, Salvatore Petrolo Simone Delvecchio, Amelia Nifosì, Taeho Kim, Salvatote Pe
INTERNATIONAL WORKSHOP OFAND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIESCITIES AND URBAN - Milan. The post Expo CONTEMPORARY ANDREGENERATION URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo 1_TERRITORIAL FRAMEWORK Since the beginning of this year Milan had many events and projects that have characterized a huge influx of visitors. Before two weeks to the end of Expo no one knows what the future of the area in Rho-Pero after this event. Many themes have been proposed to occupy part of the land of a million square meters, while it remains the node scorching investors and funds.
2_LEGACY Our project takes that passage from the after - expo to keep alive this area that has risks of the complete abandonment for more than 5 - 10 years.
3_STRATEGY The process of recovery and development is based on the time schedule of the functions of keeping the areas open to the public both day and night life.
1_TERRITORIAL FRAMEWORK
TEAM 07 CONTINUUM SimoneDelvecchio, Delvecchio, Amelia Nifosì, Simone Nifosì,Taeho TaehoKim, Kim,Salvatote SalvatorePetrolo Petrolo 2_LEGACY
3_STRATEGY
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition
TEAM 07
INTERNATIONAL INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF URBAN OF URBAN AND ARCHITECTURAL AND ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan CONTEMPORARY CONTEMPORARY CITIESCITIES AND URBAN AND URBAN REGENERATION REGENERATION - Milan.- Milan. The post TheExpo post Expo 2016. After Expo
CONTINUUM CONTINU Simone Delvecchio, Amelia Nifosì, Taeho Kim, Salvatore Petrolo Simone Simone Delvecchio, Delvecchio, AmeliaAmelia Nifosì,Nifosì, TaehoTaeho Kim, Salvatote Kim, Salvatote PetroloPet
1_URBAN 1_URBAN PARK PARK
50% of the 50% available of the available green lends green itself lends to different itself to use. different use.
2_GARDEN 2_GARDEN EDUCATIONAL EDUCATIONAL
The garden Theisgarden spreadisfrom spread Cascina from Triulza CascinatoTriulza Italian to Italian pavilion characterized pavilion characterized by greenhouses by greenhouses and games andforgames for children. children.
1_URBAN 1_URBAN PARK PARK
2_GARDEN 2_GARDEN EDUCATIONAL EDUCATIO
3_NIGHT 3_NIGHT LANTERNS LANTERNS
Decumano Decumano lends itself lends to events itself toofevents any kind of any as akind public as a public space linear, space is the linear, night is the of the night lanterns of the on lanterns dasena. on dasena.
4_EVENING 4_EVENING CONCERT CONCERT
The theater Theoffers theater at sunset, offers atovernight sunset, overnight events and events and shows forshows atirarefor people. atirare people.
3_NIGHT 3_NIGHT LANTERNS LANTERNS
4_EVENING 4_EVENING CONCERT CONCERT
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition INTERNATIONAL INTERNATIONAL WORKSHOP WORKSHOP OF AND URBAN OF URBAN ANDAND ARCHITECTURAL ARCHITECTURAL DESIGN DESIGN CONTEMPORARY CITIES URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CONTEMPORARY CITIES CITIES ANDAND URBAN URBAN REGENERATION REGENERATION - Milan. - Milan. TheThe postpost ExpoExpo
TEAM 08
the Chen the EDGE EDGE Sara Bergamin, Barbara Manzoni, Simone Spreafico, Yang SaraSara Bergamin Bergamin - Barbara - Barbara Manzoni Manzoni - Simone - Simone Spreafico Spreafico - Chen - Chen YangYang
PLAN PLAN 1:5000 1:5000
1_EDGE 1_EDGE Working Working on two ondifferent two different scales: scales: big spots big spots to attract to attract fromMilano the Milano metropolitan city,other the other peoplepeople from the metropolitan city, the build-buildingsintegrated are integrated withsurraundigs. the surraundigs. connectings are with the TotalyTotaly connected inside andthe withoutside. the outside. ed inside and with
2_PARK 2_PARK CardoCardo and and Decumano Decumano as modern as modern archaeological archaeological memory memory shapes shapes the renaturation the renaturation of theofpark. the park.
PLAN_1:5000 PLAN_1:5000
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan. TheDESIGN post Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan. The post Expo INTERNATIONAL WORKSHOP OFAND URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN ARCHITECTURAL DESIGN URBAN FRAMEWORK CONTEMPORARY CITIES AND REGENERATION URBAN REGENERATION Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN - Milan. The post- Expo URBAN FRAMEWORK
STRATEGY STRATEGY
URBAN FRAMEWORK
the EDGE Sara Bergamin - Barbara Manzoni - Simone Spreafico - Chen Yang Sara Bergamin - Barbara Manzoni - Simone SpreaficoTEAM - Chen 08 Yang the EDGE Sara Yang SaraBergamin, BergaminBarbara - BarbaraManzoni, ManzoniSimone - SimoneSpreafico, SpreaficoChen - Chen Yang
STRATEGY
1_URBAN STRATEGY 1_URBAN STRATEGY Settled in the intersection of the higly urbanized and
infrastructured direction of of the thehigly Milano metropolitan Settled in the intersection urbanized and 1_URBAN STRATEGY city, and the vertical voids of system that goes from the infrastructured direction the Milano metropolitan Alps to inthe Milano green belt, througth the city, and the vertical voids that goes fromand the Settled thesouthern intersection ofsystem the higly urbanized Parco Alps toNord. the southern Milano belt, througth the infrastructured direction of green the Milano metropolitan Actually the area is designed frame in the Parco Nord. city, and the Expo vertical voids system like thatagoes from the city: starting from center going to Actually Expo area is designed like a frame in the Alps ittowas thedesigned southern Milano greenthe belt, througth the outside. city: it Nord. was designed starting from the center going to Parco This process produced really plannet boundary. the outside. Actually the Expo areaaisnot designed like a frame in the This producedstarting a not really boundary. city: itprocess was designed from plannet the center going to the outside. This process produced a not really plannet boundary.
2_PROGRAM 2_PROGRAM To reconnect area with the surroundings the strategy
METROPOLITAN CITY METROPOLITAN CITY VOID VOID GREEN BELT METROPOLITAN CITY GREEN BELT VOID GREEN BELT
is reverse the relation between the edge the Totoreconnect area with the surroundings the and strategy 2_PROGRAM inner part. City connections break the boundary, is to reverse the relation between the edge and the than expo and big pubblics spots further inner part.legacy City break the To reconnect areaconnections withnew the surroundings theboundary, strategy fragment, the surraundigs shapes the space in little than expo legacy and new big pubblics spotsand further is to reverse the relation between the edge the buildings. fragment, surraundigs shapes the the space in little inner part.theCity connections break boundary, buildings. than expo legacy and new big pubblics spots further fragment, the surraundigs shapes the space in little buildings.
BOUNDARY RELATIONS BOUNDARY RELATIONS BOUNDARY RELATIONS
DESIGN PROCESS DESIGN PROCESS DESIGN PROCESS
A8 A8 A8 TO TO
3_PARK 3_PARK Decumano and Cardo gives rules to the renaturation
TO A4 A4
Decumano and Cardo gives rules to the renaturation
3_PARK
Decumano and Cardo gives rules to the renaturation
A4
A4 A4 A4
FRAME FRAME CONNECTIONS CONNECTIONS FRAME CONNECTIONS
MI MI MI
A8 A8 A8
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN CONTEMPORARY CITIES ANDREGENERATION URBAN REGENERATION Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN - Milan. The post-Expo
1_PERSPECTIVE VIEW
the view put in evidence the design of the park in contrast with the buildings of the edge. The long natural decumano is an element of distribution for the park and also an interesting landscape element.
2_AUTUMN IN THE PARK A void as public space. The park is an occasion to rethinking the relationships between Milano and its public spaces.
3_NO REAR Designing the board. not as waste , but as a living space
TEAM 08
the EDGE Sara SaraBergamin, Bergamin Barbara - BarbaraManzoni, ManzoniSimone - SimoneSpreafico, SpreaficoChen - ChenYang Yang
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES ANDREGENERATION URBAN REGENERATION Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN - Milan. The post-Expo INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN
TEAM 09
CORE OF INFRASTRUCTURES Maria Rosaria Abate, Marcello Dagradi, Nodar Kvanchiani, Maria Rosaria Abate, Marcello Dragari, Nodar Kvanchiani,Mario MarioVentilato Ventilato
1_ SUNSPENDED SLAT The concept of the projet is to overlay the minute sprawl of the pavillions with a big surface. Under the covering, volumes are like drawers in which temporal and flexible uses take place.
2_PALIMPSEST The area can be considered in its continuos transition from the agricultural destiny to the Expo recent call. The masterplan tries to be conscious of different marks and different tales present on the site.
3_LANDSCAPE & STRATIFICATION Water, green, agriculture : different landscapes are put together as importants elements of legacy for the area.
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INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES ANDREGENERATION URBAN REGENERATION Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN - Milan. The post-Expo
TEAM 09
CORE OF INFRASTRUCTURES Maria Rosaria Abate, Marcello Dagradi, Nodar Kvanchiani, Maria Rosaria Abate, Marcello Dragari, Nodar Kvanchiani,Mario MarioVentilato Ventilato
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN
1_CITADELS & INFRASTRUCTURES Milan is a city of citadels. The high speed connections and infrastructures contribute to define enclaves and new boundaries among the city.
Rotterdam - 1000 km
Malpensa - 30’ Kiev - 2000 km
Torino - 30’
Lisbona - 2000 km Venezia - 3 h
2_EX-POST: A NEW CORE In this scenario the Expo Area changes radically its role of emancipation to become a new centrality on the metropolitan scale. Transportation allows an incessant flow of people, goods and ideas.
3_DENSITY : SOLID – VOID To insist on a larger scale, the project unifies the fragmented layout of Expo in a new density.
Roma - 3h30’
Genova - 1h30’
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INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES ANDREGENERATION URBAN REGENERATION Milan 2016. After Expo CONTEMPORARY CITIES AND URBAN - Milan. The post-Expo
TEAM 09
CORE OF INFRASTRUCTURES Maria Rosaria Abate, Marcello Dagradi, Nodar Kvanchiani, Maria Rosaria Abate, Marcello Dragari, Nodar Kvanchiani,Mario MarioVentilato Ventilato
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN
1_ BIRDâ&#x20AC;&#x2122;S EYE VIEW (north-est) The research aims to achive an image of balance and rithm playing with differents objects and differents scales.
2_ SIDE VIEW ( PEM ) Between legacy and super-structure : the slowness of landscape and the force of the slat.
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3_ ENTRANCE VIEW (underground exit) A new scale. Once out of the underground station the super-structure imposes itself on the other elements of the site.
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INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition CONTEMPORARY CITIES AND URBAN REGENERATION - Milan 2016. After Expo
WORKSHOP’S MOMENT
Students at work Visit to the Expo’s Site
Delivery of certificate of atendance Middle project presentation
Partecipants at the Workshop
INTERNATIONAL WORKSHOP OF URBAN AND ARCHITECTURAL DESIGN VI edition 11th - 17th October 2015 Contemporary Cities and Urban Regeneration Milan 2016 - After Expo
School of Civil Architecture Politecnico di Milano Program
Submission guideline
Sunday 11 October Expo area, Milan
Each design team must produce n°3 panels (A2, horizontal, PDF/JPEG), n°2 video (90s, MPEG4/AVI)
Scientific Coordinator:
Maurizio Carones
Prof. Architecture and Urban Design - Politecnico di Milano Professors:
Alfredo Ronchi
Prof. Construction Methods - Politecnico di Milano
Fabio Vanerio
Prof. Theory and Design of buildings and structures Politecnico di Milano Attend to panel discussion:
Manuela Grecchi
Pro-Rector - Politecnico di Milano
Angelo Torricelli
Dean of School of Civil Architecture - Politecnico di Milano
Stefano Della Torre
Principal of Department A.B.C. - Politecnico di Milano
Alessandro Balducci
Town Planning Councillor of Milan
Pietro Romano
Mayor and Town Planning Councillor of Rho Councilor of Citta Metropolitana of Milan
Ferruccio Favaron
President of Department of Urban and Territorial Administration CNAPPC
Valeria Bottelli
President of Order of Architects PPC of the Province of Milan
Marco Engel
Segretary of INU Lombardy
Luciano Pilotti
President of Arexpo S.p.A. Prof. Corporate Economics And Management Università degli Studi di Milano
Visit to the project site
09:00 - 18:00
First panel - Urban scale: planimetric drawing
Monday 12 October Campus Bovisa, Milan
Opening Ceremony Conference: Milan after Expo
09:30 - 13:00 15:00 - 18:30
Tuesday 13 October Campus Bovisa, Milan
Design Lab Design Lab
09:30 - 13:00 14:00 - 18:30
First Team Project Presentation Design Lab Design Lab
09:30 - 11:30 12:00 - 13:00 14:00 - 18:30
Thursday 15 October Campus Bovisa, Milan
09:30 - 13:00 14:00 - 18:30
Giuseppe Filiputti
Ex On Site Manager - Expo 2015 S.p.A.
Lorenzo Pallotta
Project Manager - Expo 2015 S.p.A. / Arexpo S.p.A.
Edoardo Lecaldano Venture Capitalist
Valerio Zunino
Friday 16 October Campus Bovisa, Milan
Middle Team Project Presentation Design Lab Design Lab
09:30 - 11:30 12:00 - 13:00 14:00 - 18:30
Geographer, AD - Studio SIT srl tutors: arch. Luca Scalingi, Agostino Cangini, arch. Jr. Mariagiulia Di Lizia organization: arch. Marco Grassi
Saturday 17 October Campus Bovisa, Milan
Final Presentation Closing Ceremony
Second panel - Architectonic scale: plans, sections, elevations drawings Third panel - Concept design prospectives Content of the videos:
Wednesday 14 October Campus Bovisa, Milan
Design Lab Design Lab
Content of the panels:
10:00 - 12:30 12:30 - 13:00
First video: current situation Second video: project proposal