Reflect 1-2020 Italian

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Un nuovo sorriso per Andrea Trattamento provvisorio realizzato con tecnica digitale per la riabilitazione di una difficile situazione iniziale

08 Tecnica di stratificazione semplificata per restauri latero-posteriori di alta qualitĂ Presentazione di un approccio istoanatomico a doppio strato

20 Risultati estetici anche in presenza di sottostrutture discromiche Regolazione di luminositĂ e saturazione del colore con il sistema IPS e.max


Editorial Editoriale

Care lettrici e cari lettori La digitalizzazione delle nostre vite non avviene in un solo giorno. È un processo di trasformazione. Ciò emerge con tutta evidenza anche nel settore dentale. Mentre i processi di produzione supportati da CAD/CAM sono ormai consolidati da anni, oggi siamo alle soglie dell’industria 4.0. Digitale, in rete, flessibile - cosa significa per noi? Una produzione sempre più automatizzata; macchine, persone, software e materiali che interagiscono tra loro. Ne è un esempio la Digital Denture, il processo di produzione digitale per protesi rimovibili. Trasferisce la realizzazione di protesi rimovibili nel mondo digitale. Un esclusivo software di progettazione, materiali calibrati tra loro, il tutto abbinato a speciali strategie di produzione e il sistema di fresaggio PrograMill PM7 permettono di ottenere risultati ottimali e costanti. In questo numero di Reflect, il protesista dentale canadese Eric Kukucka ci porta nella realtà della pratica quotidiana raccontando una storia toccante. Dal titolo dell’articolo, “Un nuovo sorriso per Andrea”, si può desumere solo parzialmente il valore della riabilitazione protesica realizzata con Digital Denture. In definitiva, si tratta più di una semplice protesi dentale. Si tratta di individualità e benessere, di salute e qualità della vita. Per questo motivo, con tutto l’entusiasmo per la digitalizzazione, non dovremmo mai dimenticare chi è al centro di ciò che facciamo: il paziente. Cordiali saluti,

Sonia Gómara, Managing Director di Ivoclar Vivadent Spagna

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Editoriale

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16 Un nuovo sorriso per Andrea 07

Trattamento provvisorio realizzato con tecnica digitale per la riabilitazione di una difficile situazione iniziale

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Indice

Odontoiatria 04 Restauri di denti singoli in ceramica integrale in presenza di danni alla sostanza dentale dura

Risultati a lungo termine in pazienti con e senza amelogenesi imperfetta Dr.ssa Andrea Klink, Dr. Fabian Hüttig e PD Dr. Martin Groten

Odontoiatria 08 Tecnica di stratificazione semplificata per restauri latero-posteriori di alta qualità

Presentazione di un approccio istoanatomico a doppio strato Dr. Gianfranco Politano e Prof.ssa Marleen Peumans

Intervista

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Da fornitore di materiali a produttore di sistemi Intervista con Michael Taube, Chief Marketing Officer Michael Taube

Teamwork

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Un nuovo sorriso per Andrea Trattamento provvisorio realizzato con tecnica digitale per la riabilitazione di una difficile situazione iniziale Eric D. Kukucka DD

Teamwork

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Risultati estetici anche in presenza di sottostrutture discromiche Regolazione di luminosità e saturazione del colore con il sistema IPS e.max Dr. Tony Rotondo e Szabolcs Hant, MDT

Ulteriori informazioni sulla “Un nuovo sorriso per Andrea”: reflect-digital.ivoclarvivadent.com/it

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Impressum Editore: Ivoclar Vivadent AG, Bendererstr. 2, 9494 Schaan/Liechtenstein, Tel. +423 / 2353535, Fax +423 / 2353360 Pubblicazione: 2 per anno / Tiratura complessiva: 37.173 (versioni in lingua tedesca, inglese, francese, italiana, spagnola, russa e greca) Redazione: A. Nöstler-Büchel, Dr. M. Dieter, Dr. R. May, T. Schaffner / Servizio lettori: redaktion@ivoclarvivadent.com Produzione: teamwork media GmbH, Fuchstal/Germania

Edizione 01 / 2020

Indice

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Odontoiatria

Restauri di denti singoli in ceramica integrale in presenza di danni alla sostanza dentale dura Risultati a lungo termine in pazienti con e senza amelogenesi imperfetta Dr.ssa Andrea Klink, del Dr. Fabian Hüttig, entrambi di Tubinga/Germania, e del PD Dr. Martin Groten, Reutlingen/Germania

I danni di natura non cariogena alla sostanza dentale sono acquisiti o determinati da cause genetiche. In entrambi i casi, i restauri in ceramica integrale cementati con tecnica adesiva garantiscono un successo terapeutico a lungo termine. L’articolo fornisce una panoramica dei risultati di casi clinicamente complessi. Il trattamento di dentizioni completamente edentule e danneggiate riguarda due gruppi di pazienti: 1. Pazienti con marcate erosioni, abrasioni e logoramenti, con relativa eziologia nell’alimentazione (ad es. bevande sportive) e/o nello stress funzionale (ad es. digrignamento). 2. Pazienti con difetti genetici a carico della struttura e della composizione dello smalto (ad es. amelogenesi imperfetta, AI) (figg. da 1 a 3). Nei pazienti del primo gruppo, i problemi (ad es. dolore, limitazioni estetiche) si manifestano solitamente nel quarto o quinto decennio di vita. I denti sono più corti e giallognoli, la sostanza dentale ancora presente presenta zone più fragili - si verificano riduzioni secondarie dell’occlusione. Nei pazienti con difetti genetici dello smalto, di solito è necessario avviare una terapia nel secondo decennio di vita. Ceramiche integrali e sistemi adesivi continuamente migliorati consentono la rimozione contenuta di sostanza dentale durante

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la preparazione e permettono di realizzare restauri stabili a lungo termine, funzionali ed estetici. In caso di erosione, l’anamnesi del paziente deve includere informazioni di carattere medico generale (ad es. bulimia nervosa, malattie da reflusso) e abitudini alimentari, nonché eventuali relativi accertamenti e terapie presso il medico di famiglia. In presenza di problemi funzionali, è indicato un adeguato pre-trattamento. Nel caso di danni congeniti alla sostanza dentale, è importante eseguire esami clinici e radiografici accurati, in quanto oltre alle malformazioni dello smalto (figg. 4 e 5) possono ad esempio manifestarsi cisti follicolari, dentizione ritardata, denti retinati o impattati, morso aperto o calcificazioni

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01 — 03  Tre fenotipi della amelogenesi imperfetta autosomica dominante ereditaria in base all’esempio dei denti anteriori di tre sorelle. 4

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04 e 05 — Anche i denti posteriori dei pazienti AI presentano varianti dello smalto presente fino alla completa mancanza dello strato di smalto.

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05 06 e 07 — La mancanza della corona dentale del dente 23 è impressionante ( fig. 6). L’immagine dell’area occlusale (fig. 7) mostra una dentina formatasi regolarmente con uno smalto da debole a non presente.

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08 — La panoramica mostra una grave forma di AI. In nessun dente è riconoscibile una struttura smaltea.

intrapulpari (figg. da 6 a 8). La malattia è anche associata a infiammazioni gengivali e parodontali. Tale situazione va considerata durante il pre-trattamento di smalti ipomineralizzati o ipocalcificati. A seconda del grado di gravità del difetto di formazione dello smalto, la coesione adesiva è significativamente ridotta rispetto allo smalto sano, cosicché nella maggior parte dei casi la cementazione adesiva avviene Edizione 01 / 2020

09 — Anche la dentina spesso si differenzia notevolmente nel colore rispetto alla norma. La determinazione del colore del moncone è di supporto per il risultato estetico delle corone monolitiche.

nella dentina (fig. 9). Attualmente non esistono linee guida o rapporti scientifici per una terapia basata sull’evidenza di pazienti con AI. Un’osservazione a lungo termine condotta presso il nostro ospedale universitario di Tubinga è stata in grado di individuare le complicanze associate a restauri di denti singoli in ceramica integrale cementati con tecnica adesiva in questi gruppi di pazienti.

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10 — Chipping di terzo grado di una corona anteriore IPS Empress 2 dopo 16 anni. È stato possibile fissare nuovamente il frammento adesivamente. 11 — Classica frattura di una corona molare (qui Celay ceramica silicatica, Vita Zahnfabrik) dopo 14 anni. È stato possibile rimuovere completamente la corona e ritrattare il dente soltanto con una minima ripreparazione.. 10

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Base dei dati e studi

Pazienti, osservazioni e risultati

Sono stati selezionati pazienti che si presentavano regolarmente alle visite di controllo e che mostravano il seguente modello di trattamento:

Sono stati inclusi 17 pazienti di età compresa tra 12 e 69 anni (momento di esecuzione del restauro) per un totale di 450 restauri (Tab. 1 – QR Code, v. pag. 7). Di questi, nove pazienti soffrivano di una forma di AI. I pazienti sono stati osservati per un massimo di 17 anni, nel corso dei quali su 44 restauri (10 %) in 11 pazienti (65 %) sono insorte le seguenti complicanze:

Restauri di denti singoli (corone, corone parziali) in silicato (Si) o ceramica a base di disilicato di litio (LiDi), cementati con composito mediante tecnica adesiva. Una panoramica dei materiali utilizzati è riportata nella Tabella 1 (QR Code, v. pag. 7). I denti mancanti, al massimo quattro, sono stati sostituiti con un ponte in ceramica integrale a tre elementi o un impianto di dente singolo con corona singola in ceramica integrale. I pazienti che richiedevano un rialzo del morso superiore a 4 mm sono stati pretrattati con una placca di svincolo da indossare 24 ore su 24/7 giorni su 7 per almeno quattro mesi. Il rapido sviluppo dei materiali in ceramica integrale ha portato a modelli di restauro specifici. All’inizio, le ceramiche feldspatiche sottoposte a fresatura di copiatura o le ceramiche di silicato rinforzate con leucite permettevano di realizzare corone estetiche per denti singoli, che venivano utilizzate anche nella regione latero-posteriore con tecnica adesiva.

La prima generazione di ceramica LiDi IPS Empress® II ha compensato il rischio di frattura g ­ razie al miglioramento delle proprietà meccaniche, seguita da IPS e.max® Press ottimizzata. Per determinare l’efficacia del trattamento è stato avviato lo studio di assicurazione della qualità, associato ad un programma di follow-up che prevede, a cadenza annuale, il rilevamento e la classificazione secondo i criteri Ryge della situazione dentale, le profondità di sondaggio dei solchi gengivali, l’indice di sanguinamento della papilla, nonché la qualità di tutti i restauri. Le fratture irreparabili, la perdita di denti e i margini con sondaggio profondo sono classificati come “insuccesso assoluto”. In presenza di dati che mettono in dubbio la prognosi del restauro, ma non giustificano una riesecuzione dello stesso, si parla di “insuccesso relativo” (ad es. chipping, incrinature nella ceramica).

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Su 44 restauri, 11 sono stati classificati come “insuccesso assoluto”, con un tasso di sopravvivenza del 99,8% dopo tre anni e del 91,4% dopo dieci anni. Non sono state osservate differenze tra pazienti con e senza AI. Le 33 complicanze classificate come “insuccesso relativo” sono state prevalentemente casi di chipping (25), 11 delle quali, vale la pena notare, si sono verificate in un solo paziente. Tutte le complicanze osservate hanno determinato una percentuale di successo del 95,7 % dopo tre anni e dell’ 81,4% dopo dieci anni. In questo caso si è potuta rilevare una differenza statistica tra pazienti con e senza AI. La percentuale di successo nei pazienti con AI è risultata significativamente più elevata.

Discussione Il “mix di materiali” riportato nelle Tabella 1 e 2 (QR Code, v. pag. 7) permette di valutare il concetto di ricostruzione di restauri monolitici di denti singoli cementati tramite tecnica adesiva, con i sistemi disponibili, nel corso di un lungo periodo di osservazione. Si può desumere che i restauri di denti singoli in ceramica di silicato tendono a fratturarsi in un lasso di tempo compreso tra uno e d ­ ieci reflect


12 — Immagine completa della riabilitazione della paziente dell’immagine 2, dopo 5 anni.

anni (figg. 10 e 11), mentre l’eventuale cedimento delle corone in disilicato di litio si verifica piuttosto alla fine dello stesso periodo. Questi risultati coincidono con quelli riportati in letteratura. Nei casi sopraccitati, tuttavia, malgrado l’elevato numero di restauri, la numerosità dei pazienti è scarsa. Ciò consente valutazioni valide soltanto in misura limitata, ma permette di condurre analisi qualitative delle tendenze. Le fratture hanno riguardato con maggiore frequenza i restauri dei molari, in particolare dopo circa cinque anni, e prevalentemente pazienti senza aumento della dimensione verticale. Tale situazione può essere imputabile al materiale o ad uno spessore insufficiente dello strato di materiale. La minore frequenza di complicanze nei pazienti con AI rispetto ai pazienti senza AI è stata sorprendente, in considerazione delle presunte “peggiori” condizioni del legame adesivo. In questo caso l’età potrebbe avere giocato un certo ruolo, in quanto i pazienti con AI erano in media 24 anni più giovani. I risultati relativi ai pazienti affetti da AI mostrano inoltre che i restauri adesivi in ceramica integrale non causano problemi endodontici e possono quindi essere classificati come strumento terapeutico a lungo termine. Nei pazienti con AI, comunque, la fresatura dei denti viene sempre eseguita in modo circolare, per evitare di creare fughe cementizie inadeguate e per potere ricostruire l’intera forma anatomica in termini funzionali.

Sintesi I restauri di denti singoli in ceramica integrale cementati con tecnica adesiva consentono di ottenere ottimi risultati clinici, indipendentemente dalla situazione iniziale (fig. 12). Nei pazienti con pre-carichi funzionali si prevedono tuttavia percentuali di complicanze tecniche più elevate. In generale, è probabile che in circa due corone su cento si verificherà una complicanza, principalmente la frattura dei molari, dopo un Edizione 01 / 2020

lasso di tempo compreso tra cinque e dieci anni. Si raccomanda di eseguire almeno un controllo annuale per trattare le possibili complicanze in fase precoce e ridurre al minimo il rischio di insuccesso. Note/commenti I risultati qui riportati sono già stati pubblicati in: Klink A, Groten M, Huettig F; Complete rehabilitation of compromised full dentitions with adhesively bonded all-ceramic single-tooth restorations: Long-term outcome in patients with and without amelogenesis imperfecta. J Dent. 2018 Mar;70:51-58. doi: 10.1016/j. jdent.2017.12.011. Epub 2017 Dec 21.

Tabelle 1 + 2 online

Indirizzo di corrispondenza: Dr.ssa Andrea Klink, Dr.  Fabian Hüttig, PD Dr.  Martin Groten Universitätsklinikum Tübingen (Universitätsklinik für Zahn-, Mund- und Kieferheilkunde / Center for Dentistry, Oral Medicine, and Maxillofacial Surgery) Osianderstraße 2-8 72076 Tubinga Germania andrea.klink@med.uni-tuebingen.de www.medizin.uni-tuebingen.de

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Tecnica di stratificazione semplificata per restauri latero-posteriori di alta qualità Presentazione di un approccio istoanatomico a doppio strato Dr. Gianfranco Politano, Roma/Italia, e Prof.ssa Marleen Peumans, Leuven/Belgio

I materiali bulk fill fluidi e i materiali di modellazione a media traslucenza consentono di realizzare in breve tempo otturazioni latero-posteriori in composito di alta qualità. Questo articolo presenta una tecnica di stratificazione rapida e semplificata sulla base di due casi clinici. Sia nei materiali dentali che nelle procedure si assiste ad una costante tendenza alla semplificazione. Il fatto che, utilizzando materiali sperimentati, tale semplificazione non sia in contrasto con la qualità è evidenziato dall’esempio della terapia restaurativa diretta nella regione latero-posteriore. L’efficienza aumenta applicando una tecnica di stratificazione semplificata e utilizzando materiali compositi che si adattano in modo ottimale alla sostanza dentale residua.

Standardizzazione e aumento dell’efficienza Questo articolo presenta una tecnica di stratificazione semplificata per la realizzazione di restauri diretti in composito nella regione latero-posteriore. Nei due casi clinici riportati sono stati utilizzati Tetric EvoFlow Bulk Fill come sostituto della dentina e un composito nanoibrido di media traslucenza nei colori A2/A3 (IPS Empress® Direct o Tetric® EvoCeram) come sostituto dello smalto. L’esperienza clinica dimostra che 8

questi materiali, in combinazione con un approccio istoanatomico a doppio strato, consentono di realizzare otturazioni dirette che si integrano perfettamente nell’ambiente orale. In entrambi i casi, la tecnica di stratificazione semplificata ha permesso di realizzare restauri latero-posteriori di alta qualità in 30 minuti. Un ulteriore vantaggio della semplificazione dei materiali e dei processi risiede nella maggiore facilità di standardizzazione dell’applicazione clinica. La probabilità di errori si riduce. Se consideriamo le varie fasi di una procedura restaurativa, risulta evidente che non è possibile aumentare l’efficienza nel processo di preparazione della cavità. Il prerequisito per ottenere restauri di lunga durata è la preparazione ottimale dal punto di vista biomeccanico. Per quanto riguarda la tecnica adesiva, è possibile semplificare la procedura con moderni adesivi universali (ad es.

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Adhese® Universal). Questo adesivo può essere utilizzato in combinazione con diverse tecniche di mordenzatura: Etchand-Rinse, Self-Etch o Self-Etch in abbinamento a mordenzatura selettiva dello smalto con l’ausilio di acido fosforico. L’applicazione di una tecnica di stratificazione semplificata può aumentare l’efficienza del processo di riempimento. Tre aspetti risultano essenziali: 1. Applicazione dell’approccio istoanatomico a doppio strato Lo scopo è quello di imitare il dente naturale e riprodurne la struttura istoanatomica. Mentre la dentina naturale presenta una forma concava nella zona occlusale, lo strato di smalto è convesso. Tale conformazione biologica (Bazos et al., 2011) va considerata nella stratificazione di compositi. Analogamente, lo strato dentinale viene modellato con forma concava, quello di smalto con forma convessa (fig. 1). La stratificazione con la tecnica a doppio strato è semplice. Nella cavità occlusale preparata, gli strati di smalto e dentina possono essere facilmente sovrapposti e posizionati con precisione. Un ulteriore vantaggio della procedura isto-anato­mica

a doppio strato è il basso rischio di limitazioni ottiche durante la fresatura della situazione occlusale. 2. Scelta del materiale per il sostituto della dentina e dello smalto Come sostituto della dentina si utilizza un composito flowable altamente riempito, in grado di garantire migliori proprietà di scorrimento in corrispondenza dei margini e del pavimento cavitario, così come dello strato superiore di composito convenzionale (fig. 2). I compositi flowable presentano inoltre un minore stress da contrazione grazie all’effetto coesivo elastico. Possono essere facilmente applicati come sostituti della dentina, poiché il materiale fluido assume automaticamente la forma concava della dentina. Cavità particolarmente profonde possono ad esempio essere riempite rapidamente con Tetric EvoFlow Bulk Fill. Questo composito flowable altamente riempito presenta una percentuale di riempitivo pari al 52 % in volume. Grazie al fotoiniziatore brevettato Ivocerin, abbinato alla tecnologia Aessencio, il composito può essere applicato

01 — La dentina naturale presenta una forma concava nella zona occlusale, mentre lo strato di smalto è convesso.

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02 — Restauro di due molari con cavità di Classe II. 1: composito flowable; 2: composito convenzionale. Il composito flowable ha mostrato migliori proprietà di fluidità. Edizione 01 / 2020

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in strati di 4 mm di spessore e indurisce comunque in modo affidabile. Nel corso della polimerizzazione, la traslucenza del materiale flowable diminuisce dal 28 % a < 10 %, un valore che si avvicina molto alla traslucenza della dentina naturale. Inoltre, il materiale possiede una piacevole consistenza autolivellante e si adatta in modo ottimale alle pareti della cavità. Tetric EvoFlow Bulk Fill mostra un basso stress da contrazione in quanto contiene, oltre ai riempitivi standard, anche un riempitivo elastico in resina, che agisce come attenuatore dello stress da contrazione. Come sostituti dello smalto si utilizzano masse di stratificazione a media traslucenza (A2/A3), che riproducono le proprietà foto-ottiche dello smalto naturale. Tra i sostituiti idonei dello smalto vi sono il composito estetico IPS Empress Direct e il composito clinicamente sperimentato Tetric EvoCeram. Come descritto, si crea lo strato di smalto in forma convessa applicando la successiva tecnica di modellazione delle cuspidi. Le cuspidi sono modellate passo dopo passo. Per ottenere risultati estetici ottimali, le fessure occlusali possono essere caratterizzate da colore marrone (IPS Empress Direct Color Brown), che conferisce una demarcazione ottica delle cuspidi. Il colore, inoltre, sigilla la fessura, riduce l’accumulo di placca nella fessura stessa e semplifica la lucidatura della superficie occlusale. 3. Schema di stratificazione per restauri di classe II Durante il riempimento del box prossimale di una cavità di Classe II, innanzitutto si applica in posizione cervicale uno strato di composito flowable altamente riempito, nello spessore di almeno 2 mm (fig. 3). In questo modo si migliora l’adattamento del margine nell’area cervicale del box prossimale. La modellazione della parete prossimale viene eseguita con un composito nanoibrido convenzionale, al fine di ottenere le migliori proprietà fisico-meccaniche nella zona del margine. Dopo avere trasformato la cavità di Classe II in cavità di Classe I, è possibile ricostruire la cavità occlusale residua come sopra descritto. Nel caso in cui si utilizzi Tetric EvoFlow Bulk Fill come sostituto della dentina, la stratificazione risulta più semplice e più rapida se il materiale viene applicato in un unico passaggio (sia nel box prossimale che a livello occlusale). Lo spessore massimo dello strato non deve tuttavia superare i 4 mm.

Infine si verificano le condizioni funzionali e si procede alla finitura e lucidatura del restauro. È possibile semplificare queste fasi osservando i seguenti punti: Un’analisi esatta dell’occlusione e dell’articolazione all’inizio del trattamento previene l’eventuale sovratensione della superficie occlusale. Selezionando la matrice corretta e il suo corretto posizionamento, si possono evitare grandi eccedenze nelle otturazioni di Classe II. Inoltre, il bordo marginale deve essere modellato all’altezza corretta. Durante la modellazione successiva si deve tenere conto dell’angolo di inclinazione delle cuspidi e pianificare uno spazio sufficiente per la cuspide antagonista. Questo approccio comporta una notevole semplificazione, in quanto si riduce il tempo necessario per la correzione della situazione funzionale, nonché per la rifinitura e la lucidatura.

I restauri possono essere rifiniti con i tre lucidatori in silicone del set Astropol e lucidati a specchio. I lucidatori devono essere applicati nell’ordine corretto, ossia a granulometria decrescente. Le superfici occlusali e i margini vengono rifiniti con i lucidatori grigi alla velocità di 10.000 giri/min con raffreddamento ad acqua. In questo modo si rimuovono ad es. i graffi causati da frese diamantate durante la fresatura dell’occlusione. I lucidatori verdi e rosa vengono poi utilizzati per lucidare a specchio il restauro.

03 — Schema di stratificazione per restauri di classe II. Tetric EvoFlow Bulk Fill può essere applicato come flowable in un unico passaggio (strati 1 e 3) (spessore massimo dello strato: 4 mm). 10

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Caso paziente 1 Una paziente di 35 anni desiderava sostituire le otturazioni in amalgama nel primo e nel secondo molare inferiore. Lamentava dolore all’ultimo molare quando serrava i denti. Le radiografie cliniche evidenziavano otturazioni difettose su entrambi i denti (fig. 4). Dopo l’applicazione dell’adesivo universale Adhese Universal, come sostituto della dentina è stato inserito Tetric EvoFlow Bulk Fill (fig. 5). Il composito flowable ha un’ottima consistenza autolivellante e assume automaticamente una forma concava. Nel secondo molare, il flowable è stato applicato in un unico strato sia nell’area occlusale che nel box prossimale, quindi fotopolimerizzato per 20 secondi con la lampada fotopolimerizzatrice Bluephase (potenza luminosa 1200 mW/cm2).

Il produttore raccomanda una fotopolimerizzazione di 10 secondi. Lo spessore dello strato era inferiore a 4 mm. Grazie alla tecnologia Aessencio, il materiale flowable mostra un’opacità relativamente elevata dopo la fotopolimerizzazione (fig. 5). Si è quindi proseguito con l’applicazione dello strato di smalto con Tetric EvoCeram A3, massa di media traslucenza, secondo la tecnica successiva di modellazione delle cuspidi. Le fessure sono state caratterizzate con IPS Empress ­Direct Color Brown (fig. 6).

04 — Caso paziente 1: otturazioni difettose in entrambi i molari inferiori

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05 — Ricostruzione dello strato dentinale con Tetric EvoFlow Bulk Fill. L’opacità del composito dopo la polimerizzazione è chiaramente visibile grazie alla tecnologia Aessencio.

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06 — Sostituzione dello smalto con un composito di media traslucenza (Tetric EvoCeram A3) nella tecnica successiva di modellazione delle cuspidi. I solchi sono stati caratterizzati con IPS Empress Direct Color Brown.

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07 — Risultato dopo finitura e lucidatura 07 — Ergebnis nach Ausarbeitung und Politur

Dopo la rimozione della diga, è stata controllata l’occlusione. Poiché le cuspidi erano state modellate correttamente, si sono rese necessarie soltanto correzioni minime. La rifinitura e la lucidatura sono state eseguite con i tre lucidatori in silicone del sistema di lucidatura per compositi Astropol. I restauri definitivi mostravano una morfologia superficiale semplice ed esteticamente gradevole, integrandosi armoniosamente nella sostanza dentale circostante (fig. 7).

Caso paziente 2

08 — Caso paziente 2: i due molari inferiori devono essere modellati con restauri diretti in composito.

09 — Dopo la rimozione delle vecchie otturazioni, sono comparse estese lesioni cariose.

10 — Cavità preparate dopo la sabbiatura con ossido di alluminio

11 — Ricostruzione dello strato dentinale con Tetric EvoFlow Bulk Fill (dopo l’indurimento)

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Un paziente di 30 anni presentava otturazioni difettose in due molari inferiori (fig. 8). Dopo l’applicazione della diga, i vecchi restauri sono stati rimossi, rivelando estese lesioni cariose (fig. 9). Il tessuto carioso è stato rimosso con una fresa a rosetta in metallo a bassa velocità e le cavità sono state pulite mediante sabbiatura con ossido di alluminio (30 µm).

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12 — Risultato dopo finitura e lucidatura. Lo strato di smalto è stato ricostruito cuspide dopo cuspide con IPS Empress Direct Enamel (A2). nach Ausarbeitung und Politur. Die Schmelzschicht wurde Höcker für Höcker mit IPS Empress Direkt Enamel (A2) 12 — Ergebnis rekonstruiert.

La cuspide vestibolare leggermente sottominata del primo molare non è stata fresata, in quanto non era stata esposta a carichi elevati durante l’occlusione e l’articolazione (fig. 10).

La stratificazione del composito è stata eseguita applicando la tecnica a doppio strato. Lo strato concavo di dentina è stato ricostruito con Tetric EvoFlow Bulk Fill.

Conclusione È possibile realizzare otturazioni in composito di alta qualità nella regione latero-posteriore in modo semplice e in un normale lasso di tempo. Il protocollo di trattamento può essere semplificato tramite approccio istoanatomico a doppio strato. L’impiego di un composito flowable, altamente riempito, con opacità simile alla dentina, nonché l’uso di una massa smalto di media traslucenza, sono essenziali per il successo del trattamento.

Dopo la polimerizzazione è risultata evidente la copertura ottimale del pavimento cavitario discromico grazie alla maggiore opacità (fig. 11). Per la sostituzione dello smalto è stato utilizzato IPS Empress Direct Enamel nel colore A2. Una sottile caratterizzazione delle fessure con IPS Empress Direct Color Brown ha fornito una demarcazione ottica delle cuspidi. Dopo la rifinitura e la lucidatura finali, i restauri presentavano un aspetto estetico ottimale e si integravano armoniosamente nella sostanza dentale circostante (fig. 12).

Dr. Gianfranco Politano Studio di odontoiatria Dr. Daniele Puzzilli Via dell’Umanesimo, 199 00144 Roma/Italia gianfrancopolitano@yahoo.it

Edizione 01 / 2020

Prof.ssa Marleen Peumans KUL Faculty of Medicine Universiteit Leuven Department of Oral Health Sciences Kapucijnenvoer 7 B-3000 Leuven/Belgio marleen.peumans@uzleuven.be

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Intervista

Da fornitore di materiali a produttore di sistemi Intervista con Michael Taube, Chief Marketing Officer, Schaan/Liechtenstein

“In futuro non penseremo più in termini di singoli prodotti, ma ­secondo sistemi integrati e soluzioni in grado di offrire ai clienti un significativo valore aggiunto”, parola di Michael Taube, Chief Marketing Officer di Ivoclar Vivadent. Tale offerta comprende: corsi di formazione professionale perfettamente coordinati e un Servizio Clienti ai massimi livelli. Sig. Taube, negli ultimi anni abbiamo assistito alla costante evoluzione di Ivoclar Vivadent da semplice fornitore di ­materiali a produttore completo del settore dentale. Quali sono le ragioni di questa trasformazione? Ci stiamo orientando con sempre maggiore determinazione verso le esigenze e i vantaggi dei nostri clienti. Vogliamo offrire il miglior servizio e supporto possibile esattamente su ciò che i clienti considerano rilevante.

Compito non semplice in un ambiente economico e sociale sempre più complesso. Sì, esatto. Ma è proprio in questa complessità che individuiamo le maggiori potenzialità della nostra azienda. Grazie a soluzioni coordinate di prodotti e sistemi, siamo in grado di semplificare numerosi processi dei nostri clienti. I clienti che si affidano alle nostre soluzioni di sistema sanno che otterranno un pacchetto globale ben equilibrato.

Può fare un esempio? Sì, un esempio è il sistema di prodotti 3s PowerCure, che abbiamo presentato per la prima volta alla IDS 2019. La combinazione di un dispositivo di fotopolimerizzazione, un adesivo e due diversi materiali di riempimento, Tetric PowerFill e Tetric PowerFlow, rappresenta in questa forma una soluzione veramente speciale. L’ottimizzazione del valore di questi prodotti deriva proprio dalla loro combinazione, che permette di eseguire la terapia restaurativa diretta in modo più efficiente e raggiungere nuovi livelli qualitativi. Questo significa che il dentista può eseguire più otturazioni contemporaneamente.

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Intervista

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Come è stato accolto il sistema di prodotti 3s PowerCure dal mercato? Molto bene. Il feedback degli utilizzatori è completamente positivo.

In quale misura le soluzioni di sistema influiscono sui processi presso Ivoclar Vivadent? Come già citato, le soluzioni di sistema comprendono non soltanto i materiali, ma anche gli apparecchi che lavorano tali materiali. E quando parliamo di apparecchi, ci riferiamo anche ai servizi post-vendita, ossia le modalità con cui presentiamo la qualità dei nostri apparecchi. Questo cambiamento ha ripercussioni importanti sulla nostra ricerca e sviluppo. Già oggi non pensiamo più solo in termini di singoli prodotti, ma secondo pacchetti che, nel loro insieme, offrono al cliente un significativo valore aggiunto.

Qual è il ruolo degli International Centers for Dental Education (ICDE) nei vostri programmi futuri? Estremamente importante. La formazione e il perfezionamento professionale, ovvero la corretta applicazione dei nostri prodotti, sono per noi essenziali. Investiamo in questo settore da molti anni e continueremo a farlo anche in futuro. In tutto il mondo, la rete dei nostri 56 ICDE organizzati internamente e dai nostri partner si sta consolidando sempre più e sarà in grado di offrire opportunità di formazione e perfezionamento professionale ancora migliori. Non solo corsi in loco, ma anche moduli da completare internamente. Noi lo chiamiamo “blended learning”. Puntiamo molto anche sugli eventi interni, come il “Seminario” di Città del Messico, che si è tenuto a fine estate con oltre 6.000 partecipanti, o sull’International Expert Symposium (IES).

Quando si terrà il prossimo IES? Il 12 e 13 giugno 2020 nel cuore di Parigi e l’evento sarà di nuovo incredibilmente interessante. Le diverse location previste per queste due giornate saranno sorprendenti: rappresentano un connubio esclusivo di tradizione e modernità in una cornice straordinaria. Le conferenze si svolgeranno presso “Le Carrousel du Louvre”.

Cosa si prevede per i partecipanti? Tra le altre cose, risponderemo a domande riguardanti il mondo dentale del futuro, con il supporto di quindici rinomati esperti e relatori provenienti da tutto il mondo. Anche l’Università di Parigi partecipa a questo evento. Ivoclar Vivadent attribuisce grande importanza a questa partnership, grazie alla quale è possibile fornire contenuti basati sui dati scientifici più recenti. Siamo riusciti ad assicurarci la presenza del Prof. Assoc. Dr. Jean-Pierre Attal dell’Università di Parigi, che ricoprirà l’incarico di Presidente del Simposio e guiderà i partecipanti attraverso il programma.

Quando è possibile iniziare a iscriversi? Fin da oggi. Sul sito web dell’evento è possibile trovare tutte le informazioni e i prezzi riguardanti l’evento, le singole conferenze, i relatori e, naturalmente, gli hotel consigliati. Dal momento che, come ogni anno, i posti sono limitati, consiglio a tutti gli interessati di iscriversi al più presto. Saremo lieti di accogliere a Parigi il maggior numero possibile di esperti del settore dentale provenienti da tutti i paesi! Sito web dell’evento: www.ivoclarvivadent.com/ies2020

Michael Taube Ivoclar Vivadent Bendererstrasse 2 9494 Schaan Liechtenstein info@ivoclarvivadent.com www.ivoclarvivadent.com

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Intervista

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Un nuovo sorriso per Andrea

Gu a ca rdi so q on ues li to ne !

Trattamento provvisorio realizzato con tecnica digitale per la riabilitazione di una difficile situazione iniziale Un articolo di Eric D. Kukucka DD, Windsor/Canada

Il caso “Andrea” illustra in modo magistrale come il team di lavoro protesico è stato in grado di donare a una paziente un nuovo benessere. Nel processo Digital Denture, per la giovane paziente è stata elaborata una soluzione provvisoria che ha comportato un netto miglioramento della sua qualità di vita. Nell’articolo viene descritto l’approccio terapeutico interdisciplinare seguito nel caso clinico di una giovane paziente che ha sofferto a lungo, in termini fisici e psichici, a causa della propria situazione orale (fig. 1). Oltre al knowhow odontoiatrico e odontotecnico, l’ottimale interazione tra studio e laboratorio e il coordinamento delle tecnologie di produzione sono risultate indispensabili per la soluzione di questo caso. Il percorso inizia con un trattamento provvisorio, che consente alla paziente di avere una “normale” situazione dentale in termini funzionali ed estetici.

L’anamnesi della paziente

Conseguenze della malattia

Quando Andrea, 25 anni, si è rivolta allo studio per la prima volta, soffriva già da diversi anni di gravi disturbi. Tale difficile situazione era imputabile a due diversi quadri clinici, dai quali erano derivate gravi conseguenze, alcune isolate altre interagenti tra loro. La giovane donna soffre di una modificazione genetica congenita, il cui sintomo consiste, tra l’altro, nel debole sviluppo

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dello smalto dentale. La paziente è inoltre affetta da fibromialgia, una patologia dolorosa cronica che comporta un grado elevato di sofferenza soggettiva correlata ai sintomi. Quale conseguenza di questa malattia, negli anni passati la paziente vomitava in media da tre a quattro volte al giorno. L’erosione acida che ne derivava ha danneggiato considerevolmente la sua funzione masticatoria, comunque già compromessa (fig. 2).

La paziente riferiva dolori insopportabili, accompagnati da infezioni orali multiple. Negli ultimi anni si è sottoposta a innumerevoli terapie antibiotiche, la cui azione diventava sempre meno efficace. In seguito alle infe-

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01 — Situazione iniziale: giovane paziente con forte sofferenza fisica e psicologica.

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02 — Denti ancora presenti gravemente danneggiati 03 — Rimozione dei denti ancora presenti tramite software 04 — Analisi virtuale del modello 05 — Sollevamento della dimensione verticale di 5,5 mm e scelta della forma dei denti nella libreria denti Digital Denture Full Arch

zioni, si era reso necessario estrarre diversi denti. La situazione orale pregiudicava la sua alimentazione. Aumentava inoltre il disagio per il suo aspetto fisico gravemente compromesso, con forti ripercussioni anche sulla psiche e sulla fiducia in sé stessa. La paziente descriveva le precedenti visite odontoiatriche come un’esperienza estremamente spiacevole e all’inizio esitava ad accettare di sopporsi a una terapia complessa. In una serie di colloqui condotti con sensibilità ed empatia, siamo riusciti a farle comprendere la necessità del trattamento.

Obiettivi del trattamento Dopo numerose consultazioni è stato definito un primo obiettivo terapeutico: estrazione dei denti non recuperabili e ricostruzione temporanea con una protesi provvisoria. La seconda fase del trattamento prevedeva l’inserimento degli impianti. L’obiettivo principale era innanzitutto il miglioramento della qualità di vita. Per potere offrire alla paziente una procedura terapeutica quanto più “confortevole” possibile e garantire al contempo un alto grado di prevedibilità al

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team di specialisti, la scelta è caduta sul processo Digital Denture. Poiché la paziente voleva assolutamente evitare di trovarsi in condizioni di edentulia totale, le protesi provvisorie dovevano essere presenti in studio già al momento dell’estrazione dei denti.

Realizzazione della terapia Dopo la realizzazione dell’impronta di posizionamento delle arcate superiore e inferiore, i modelli sono stati stampati, digitalizzati con lo scanner di laboratorio (3Shape) e i dati importati nel software Digital Denture. In abbinamento ai dischi SR IvoBase® CAD & SR Vivodent® CAD Multi, dello stesso colore dei denti, il software consente un processo di produzione automatizzato per la realizzazione di protesi digitali.

Progettazione CAD delle protesi provvisorie Per la progettazione delle protesi provvisorie è stato necessario rimuovere i denti ancora presenti sui modelli virtuali (fig. 3). A tale scopo il software dispone di opportuni strumenti. Nel corso dell’analisi dei modelli, il software ha guidato l’operatore passo dopo passo attraverso il processo. Sono state contrassegnate le caratteristiche anatomiche e sono stati definiti importanti parametri per l’estensione della protesi (fig. 4). In base alla determinazione della relazione maxillo-mandibolare, si è proceduto a sollevare di 5,5 mm la dimensione verticale (fig. 5a). La scelta delle corrispondente forma dei denti (Phonares® II B71-L50-N3) è avvenuta con l’ausilio della libreria denti Digital Denture Full Arch (fig. 5b). Il software ha generato automaticamente un Teamwork

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06 — Montaggio campione generato automaticamente e proposto dal software

07 — Serraggio del disco SR Vivodent CAD Multi con la scritta rivolta verso l’alto

08 — Serraggio del disco IvoBase CAD per la base protesica

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09 — I dischi fresati subito dopo la prima fase del processo Oversize.

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10 — Protesi provvisoria dell’arcata superiore dopo l’inserimento di base e arcata. Degna di nota è la traslucenza della zona incisale.

11 — Protesi provvisorie dopo la fresatura di precisione.

montaggio campione (fig. 6). In caso di necessità, il montaggio può essere personalizzato. Dopo la verifica dei parametri fondamentali (lunghezza del dente, linea mediana, posizione occlusale, ecc.), attraverso il software si è eseguito l’adattamento dei dettagli, quindi si è proceduto alla finitura virtuale della base protesica e alla caratterizzazione dei contorni gengivali. A tale scopo, nel software sono implementati diversi strumenti virtuali, con i quali è ad esempio possibile applicare o rimuovere il materiale e levigarlo.

Il processo Oversize

Realizzazione CAM delle protesi provvisorie Dopo aver salvato la progettazione CAD, il software ha generato un output CAM per fresare l’arcata dentale e la base protesica. La fresatura dell’arcata è stata eseguita utilizzando un materiale DCL a base di PMMA, altamente reticolato e policromatico (SR Vivodent CAD Multi) (fig. 7), che presenta un’elevata biocompatibilità. Un’ulteriore particolarità del materiale è il Pearl Structure Effect, che favorisce un decorso cromatico equilibrato. È stato scelto il colore A1. Il decorso multicromatico del disco – smalto, dentina, colletto – conferirà un aspetto naturale ai denti sottoposti a fresatura monolitica, senza richiedere molte rifiniture. Nel processo Digital Denture sono integrati diversi dischi PMMA nel colore della gengiva (IvoBase CAD) per la fresatura della base protesica. Il concetto cromatico di questi dischi è coordinato con il materiale della base protesica IvoBase (Preference, Pink, Pink V, 34V) (fig. 8). 18

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Nella prima fase, la macchina CAM (PrograMill PM7) ha eseguito la fresatura Oversize grossolana delle arcate dentali. Mentre l’arcata dentale è stata lavorata sovradimensionata dal punto di vista occlusale, le superfici basali sono state fresate adeguandole esattamente alla base protesica (fig. 9). Successivamente è stato possibile unire tra loro l’arcata dentale e la base protesica. A tale scopo è disponibile un adesivo bicomponente autoindurente (IvoBase CAD Bond), che consente un processo d’incollaggio efficiente (fig. 9). A seguire viene effettuato un ulteriore passaggio di fresatura di precisione, quindi l’arcata dentale e la base protesica giungono al loro disegno definitivo (figg. 10 e 11).

Realizzazione delle protesi provvisorie Le fasi operative per l’elaborazione delle protesi realizzate digitalmente sono state

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12 — La paziente dopo una settimana dall’estrazione di tutti i denti e inserimento diretto delle protesi provvisorie. 13 — Impressionante collage di ritratti della paziente prima e dopo il trattamento. Nel corso del colloquio successivo, la paziente stessa ha sottolineato l’enorme miglioramento della sua qualità di vita.

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limitate al minimo. Le aree vestibolari della base protesica con la loro morfologia naturale - interazione di aree concave e convesse - erano già state create nel software e rilevate automaticamente in scala 1:1. Se necessario è possibile conferire ai denti e alla gengiva una micro-tessitura individuale. A seconda delle esigenze e delle necessità, l’aspetto naturale delle protesi può ad esempio essere rafforzato da sottili faccette di abrasione. La pre-lucidatura è stata eseguita sul manipolo, seguita dalla lucidatura a specchio sull’unità di lucidatura con pietra pomice, pasta lucidante universale e spazzolini montati in fili di cotone, che ha conferito alle protesi la “brillantatura” finale.

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Conclusione La fase terapeutica primaria è stata un passaggio importante per l’intero processo di riabilitazione. La paziente non ha ottenuto soltanto un nuovo sorriso, ma ha anche migliorato la propria qualità di vita (Fig. 13). Grazie al processo Digital Denture, l’impegno richiesto alla paziente per il trattamento è stato minimo. La giovane donna è davvero felice, sicura di sé e motivata ad affrontare il passaggio successivo.

L’estrazione e il nuovo sorriso I denti sono stati estratti in anestesia generale ed è stata eseguita un’alveoloplastica, creando in tal modo le condizioni ideali per la ricostruzione protesica. Dopo l’intervento chirurgico, la paziente ha lasciato lo studio con le protesi provvisorie impiantate. Una settimana più tardi si è presentata per una visita di controllo. Non solo l’aspetto era cambiato drasticamente, ma anche il suo comportamento esprimeva sicurezza e fiducia in sé stessa (fig. 12). Edizione 01 / 2020

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Eric D. Kukucka DD The Denture Center 2601 Lauzon Parkway #750, Windsor, ON N8T 3M4 Canada erickukucka@gmail.com

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Risultati estetici anche in presenza di sottostrutture discromiche Regolazione di luminosità e saturazione del colore con il sistema IPS e.max Dr. Tony Rotondo, Brisbane/Australia, e Szabolcs Hant, MDT, Perth/Australia

Nei rivestimenti ceramici, il corretto valore di luminosità è essenziale per la perfetta riuscita del trattamento. Tale risultato può rappresentare una vera e propria sfida, in particolare nei monconi discromici. Durante le terapie protesiche, il team di lavoro protesico si trova spesso ad affrontare monconi discromici, una situazione che richiede una procedura ben ponderata nell’area esteticamente visibile. La questione cruciale è: come riuscire a inglobare le discromie dentali nello schema di stratificazione in modo da trovare un equilibrio tra “copertura” adeguata e gioco di colori vitale (figg. 1 e 2)? L’approccio presentato di seguito prevede una chiara tabella di marcia, illustrata in dettaglio nel prosieguo.

1. Spazio necessario per mascherare restauri in ceramica integrale 2. Scelta del materiale 3. Copertura della discromia con la struttura 4. Copertura della discromia con supercolore (IPS Ivocolor®) 5. S tratificazione con masse ceramiche (IPS e.max® Ceram)

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01 — Queste immagini evidenziano la struttura interna di denti naturali. Compito dell’odontotecnico è imitarla. 02 — Per questo caso si utilizza Power Dentin nella zona opaca e Dentin nell’area più traslucente.

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04 03 — Il perno moncone in metallo deve essere ricostruito con una corona. 04 — La cappetta di sottostruttura viene prima sovrastratificata con uno strato di IPS Ivocolor Essence White e concludendo con un totale di tre strati. 05 — Il perno in metallo è stato coperto perfettamente. Il valore di luminosità della corona si adatta in modo ottimale ai denti naturali.

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1. Spazio necessario per mascherare ­sottofondi discromici in restauri in c­ eramica integrale Nella cementazione di restauri in ceramica integrale su monconi discromici è necessario disporre di spazio sufficiente (figg. da 3 a 5). Solo in questo modo è possibile coprire la discromia e ottenere così un effetto cromatico naturale e la luminosità desiderata. Lo spazio necessario può essere calcolato con una formula elaborata da Aki Yoshida e Galip Gürel. Partendo dallo spessore minimo di una struttura in ceramica integrale, si aggiungono 0,15 mm per ogni tonalità di colore con cui si intende schiarire la struttura. Esempio: Moncone discromico: colore A4 Colore target corona: A1 Spessore minimo e.max Press: 0,4 mm Spazio necessario per il restauro: 4 x 0,15 + 0,4 = 1 mm

In alternativa, per determinare la traslucenza e il colore in base alla situazione iniziale è possibile utilizzare l’app SNA (IPS e.max Shade Navigation App).

2. Scelta del materiale della struttura Negli ultimi dodici anni il nostro materiale d’elezione è stato IPS e.max Press, con il quale abbia avuto ottime esperienze. Normalmente utilizziamo grezzi per pressatura MO 0, LT e MT. Se si utilizza il grezzo LT, il colore della struttura viene sempre scelto di una tonalità più chiara, ad esempio BL4 per un colore target A1. Questo argomento è illustrato più in dettaglio nel paragrafo “Stratificazione”. Solitamente

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questi grezzi rappresentano la soluzione ideale. Tuttavia, se il moncone è fortemente discromico, la situazione che si presenta è leggermente più complessa. La discromia deve essere coperta. La copertura può avvenire in due modi diversi: Mascheratura con la struttura Mascheratura con supercolore (IPS Ivocolor)

3. Mascheratura con la struttura Se si vogliono coprire le discromie con la struttura, le possibilità sono limitate. L’effetto di mascheratura dipende dallo spessore della struttura e non soltanto dal materiale utilizzato. In caso di spessore ottimale dello strato, cioè tra 0,5 e 0,7 mm, la copertura delle discromie con grezzi MO può risultare ottimale. Tuttavia accade spesso che lo spazio sia minore oppure che il moncone sia troppo scuro. In alternativa è possibile utilizzare grezzi HO o strutture in ossido di zirconio. Questi materiali presentano tuttavia un’elevata opacità, caratteristica che rende difficile creare un’illusione naturale di profondità e traslucenza nella zona incisale.

4. Mascheratura con supercolore (IPS Ivocolor) L’assortimento di supercolori e colori per glasura Ivocolor include alcuni sorprendenti materiali. Grazie alle loro particolari proprietà, le masse smalto ed effetto possono essere utilizzate sia per materiali in metalloceramica che per quelli in ceramica integrale. Un ulteriore vantaggio risiede nella bassa temperatura di cottura. Le masse smalto ed effetto a basso punto di fusione si sono spesso rivelate estremamente utili per integrare un punto di contatto oppure per ottenere un croma superiore o determinati effetti con una cottura di correzione, senza compromettere la forma e la tessitura.

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Questa tecnica richiede una struttura, il cui materiale è indifferente se si utilizza IPS ­Ivocolor. All’inizio abbiamo usato grezzi MO 0 fino a quando ci siamo resi conto che si poteva raggiungere lo stesso effetto di mascheramento con grezzi LT e MT e che si potevano anche realizzare superfici linguali in forma anatomica e di buona qualità estetica. IPS Ivocolor Essence White è particolarmente indicato come supercolore di base per il mascheramento (figg. da 6 a 9). Effettuiamo tre cotture di supercolori poiché, durante la cottura, uno strato spesso di colore avrebbe una contrazione troppo elevata, con possibile conseguente formazione di irregolarità e incrinature sulla superficie. Applicando tre strati di IPS Ivocolor Essence White è possibile coprire anche discromie estremamente marcate, senza ridurre lo spazio disponibile per la stratificazione. I tre strati hanno solitamente uno spessore di soli 0,1-0,15 mm. Il supercolore bianco può anche essere miscelato con altre essenze per ottenere una corrispondenza ancora più precisa con il colore finale. Si raccomanda di eseguire questa procedura con cautela. Quanti più supercolori traslucenti si utilizzano, tanto minore è l’effetto di mascheramento. IPS Ivocolor Essence Ceram contiene ad esempio particelle traslucenti che riducono l’opacità della miscela. Se non si è sicuri del livello di opacità, è sufficiente diluire la miscela con liquido per supercolori

o alcol benzilico e osservarla sotto la lente di ingrandimento (da 10x a 20x). Di solito, per aumentare il croma del supercolore bianco utilizziamo IPS Ivocolor Essence Sunset. In alternativa è possibile utilizzare anche un colore bianco puro. Si aumenta poi la saturazione del colore con la successiva cottura di supercolori, che avviene alla temperatura di 750 °C nel programma di cottura della dentina.

5. Stratificazione con IPS e.max Ceram Nel mascherare monconi discromici, anche la stratificazione svolge un ruolo importante per il raggiungimento di livelli elevati di luminosità e saturazione del colore. La ceramica da stratificazione IPS e.max Ceram è stata originariamente sviluppata per strutture opache con elevata saturazione del colore, realizzate in materiali come HO, MO o la prima generazione di ossido di zirconio. Su queste strutture (elevata saturazione del colore) IPS e.max Ceram fornisce ottimi risultati. I problemi sono sorti quando sul mercato sono arrivati i grezzi LT e HT. Il vero problema risiedeva nel connubio tra la ceramica da stratificazione traslucente IPS e.max Ceram e i materiali traslucenti per strutture LT e HT. All’improvviso la tradizionale tecnica di stratificazione non funzionava più, con conseguente confusione e frustrazione per gli odontotecnici, noi compresi. In seguito abbiamo scoperto l’elemento chiave per restauri perfetti: la combinazione di luminosità-saturazione del colore-opacità. Abbiamo imparato molto da vari esperimenti con diverse combinazioni di materiali. La nostra linea di base è sempre stata l’utilizzo di Mamelon Light Impulse, un materiale ad alta opacità e fluorescenza, utile per ottenere un risultato finale dall’aspetto naturale. Oggi il sistema IPS e.max Ceram comprende il nuovo assortimento di masse Power Dentin e Power Incisal, materiali che consentono di ottenere un’opacità naturale senza miscelare materiali diversi. Se la struttura è bianca e/o opaca, si può lavorare con la prima generazione di materiali Deep Dentin/Dentin/Incisal. In caso di strutture in LT, MT e altri materiali traslucenti, si utilizzano i nuovi materiali Power (figg. da 10 a 14).

06 — Anche in questo caso, il moncone è ­fortemente discromico. 07 — La struttura in grezzo LT è stata coperta con IPS Ivocolor Essence White

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08 — Durante la fase di prova, una foto (filtro polarizzato) ha confermato il corretto valore di luminosità.

09 — Le due corone dopo l’inserimento

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10 — In questo caso, si deve ricostruire il moncone discromico con una corona e il dente contiguo con una faccetta. 11 — La fotografia dentale è un ottimo strumento per l’analisi della situazione iniziale.

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11b 12 — Le strutture vengono realizzate dalla pressatura di un grezzo MT e pitturate con IPS Ivocolor Essence White. 13 — Fase di prova dopo la prima cottura 14 — I due restauri in ceramica inseriti in cavità orale del paziente

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Conclusione Il corretto valore di luminosità è alla base di un risultato estetico perfettamente riuscito. In linea di principio occorre scegliere il materiale della struttura con estrema attenzione, soprattutto per i restauri in ceramica integrale. Il rispetto di questo principio è relativamente facile con il sistema IPS e.max, anche in casi complessi. Si consiglia di concentrare l’attenzione inizialmente sul colore del moncone e sullo spazio disponibile, quindi selezionare il materiale della struttura. A tale proposito, uno strumento particolarmente utile per dentisti e odontotecnici è rappresentato anche dalla IPS e.max Shade Navigation App (app SNA). Nella maggior parte delle situazioni, il sistema qui presentato ci permette di ricostruire monconi fortemente discromici con restauri in ceramica, che si integrano in modo armonico e naturale nell’arcata dentale esistente. Edizione 01 / 2020

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Szabolcs Hant, MDT. Szabi Hant - Hant Dental 32A Bombard street, Ardross, 6153 Perth Western Australia

Dr. Tony Rotondo Level 4, 106 Edward St 4000 Brisbane QLD Australia

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Keynote lecture: Dr. Bertrand Piccard

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Via del Lavoro, 47 | 40033 Casalecchio di Reno (BO) | Italy | Tel. +39 051 6113555 | Fax +39 051 6113565

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