La Commedia delle Sante Menzogne

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Ma per dimostrarvi quanto l’interpretazione cristiana era ed è flessibile, sentiamo cosa dice il monaco povero Francesco D’Assisi: “I frati obbediscano ai loro ministri in tutte quelle cose che hanno promesso a Dio di osservare e che non sono contraire alla coscienza e alla regola” (Regola 10) Questi tremendi papi, questo tremendo clero, fanno venire in mente le “Arpie” virgiliane: “Mostro non v’è al par di quello odioso/ né peste più funesta”. E Cristo sta a guardare? “E se licito m’è, o sommo Giove/ che fosti in terra per noi crucifisso,/ son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?”(Purg.VI,118-119). Brutto periodo, questo, anche per la scienza e la filosofia; 1)- il 17 febbraio del 1600, viene bruciato vivo sul rogo in Campo de’ Fiori in Roma fra’ Giordano Bruno, dopo essere stato condannato dalla santa Inquisizione: “Che siano pubblicamente guasti et abbrugiati nella piazza di S. Pietro, avanti le scale, et come tali che siano posti nell’indice de’ libri proibiti… sentenziamo e dichiariamo te, fra’ Giordano Bruno predetto, essere eretico impenitente pertinace <ed ostinato>, e perciò essere incorso in tutte le censure ecclesiastiche e pene <dalli sacri> canoni...” firmato: I cardinali: Madrutius; Severinae; Deza; Pinellus ecc..(da L’età della controriforma in Italia, di Maria Antonucci, Editori Riuniti). Cosa aveva detto? Beh, non molto, ma… troppo per la santa romana chiesa: - accusava i preti di aver ridotto il loro compito nel garantire l’ordine sociale con gli strumenti della fede; - in campo teologico, oltre a negare la creazione come descritta nella Bibbia, sosteneva l’infinità dell’universo, il movimento della terra ecc., e tra le altre cose metteva in discussione l’idea secondo la quale l’uomo, avendo l’anima, può disporre a suo piacimento della natura che lo circonda; - definiva Cristoforo Colombo un pirata, il quale barattava battesimi con l’oro e l’argento; - a livello filosofico con certe sue intuizioni anticipava già Galileo e persino Darwin ecc. ecc…; troppo per la chiesa, quindi abbastanza per il rogo. 2)- Nello stesso periodo un altro frate, Giulio Cesare Vanini, alias “fra Gabriele” dell’ordine dei Domenicani, nato a Taurisano in provincia di Lecce nel 1585, si avviò al patibolo a soli 34 anni pronunciando questa frase: “Andiamo, andiamo allegramente a morire da filosofo”. Era stato condannato per “crimini di ateismo, di bestemmie, di empietà”. Breve sintesi del suo pensiero: -liquida le controversie tra cattolici e protestanti su Trinità, divinità di Cristo e sacramenti, come “questioni di lana caprina ( la sua opera è una delle prime a svalutare la figura del messia); -attacca le favole teologiche ponendo sullo stesso piano le tre religioni monoteiste; -Gesù è evasivo nelle risposte ai farisei, prudente e furbo nel sottomettersi al potere politico (date a Cesare …), privo di coraggio nell’affrontare la morte. Il nucleo essenziale della concezione vaniniana ruota attorno al valore supremo da riconoscere alla cultura, alla conoscenza, attraverso l’esperimento e l’interrogazione della natura, allo studio scientifico come conoscenza delle cause, delle proprietà “meravigliose” della materia. Infine, l’eresia che gli viene contestata dai teologi di Tolosa poggia sulla sua ironica rappresentazione dei miracoli, diavoli, inferni, e della resurrezione come un inganno dei sacerdoti. Viene affidato al boia, il quale gli taglia 173


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