26
Clinica Salus: l’Ortopedia ha un nuovo primario
Pierpaolo Mauro, torinese di 47 anni, dal 1 gennaio 2008 è primario di Ortopedia alla Clinica Salus di Alessandria, dove peraltro già lavorava da anni come libero professionista del gruppo GOST del professor Priano. Un nuovo primario, quindi, ma non nuovo alla realtà della clinica e già perfettamente ambientato nel suo posto di lavoro. Una sua nota biografica dovrebbe però iniziare con l’esperienza fatta a Savigliano, durata 15 anni (di cui 6 come responsabile della traumatologia), nel centro di chirurgia protesica diretto dal prof. Massè, un luminare molto noto e non solo in Piemonte. “Un periodo fondamentale per la mia formazione, in cui ho avuto modo di apprendere moltissimo”, sottolinea l’interessato. Dopo Savigliano, Mauro è approdato all’Ospedale Civile di Alessandria, quale responsabile di sala operatoria. Qui resta per 4 anni, dopodiché giunge alla Salus con l’equipe di Priano, come si è già detto. “Accettato senza riserve”, tiene a sottolineare, nonostante l’appartenenza a una scuola di pensiero (ortopedicamente parlando) diversa. Dottor Mauro, può descriverci brevemente le specialità medico-chirurgiche nelle quali è maggiormente specializzato? “Gli interventi che ho eseguito con maggiore frequenza in passato sono fondamentalmente di due tipi: chirurgia protesica dell'anca e del ginocchio. Si tratta di aree chirurgiche caratterizzate negli ultimi anni da una straordinaria evoluzione, dettata in primo luogo dal miglioramento tecnologico dei materiali. Grazie ad essa oggi possiamo impiantare protesi anche in persone di 40–50 anni, con la prospettiva di un solo reintervento nell’arco della vita”.
Il dott. Pierpaolo Mauro responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia della Clinica Salus di Alessandria
Secondo lei, in quale settore ortopedico si sono ottenuti i risultati più importanti? “Specie nella protesi d’anca, l’introduzione di nuovi materiali ha consentito di realizzare modelli protesici dotati non solo di una maggiore durevolezza, ma anche di una stabilità articolare intrinseca che fino a pochi decenni fa sarebbero state semplicemente impensabili. La combinazione di vari fattori migliorativi delle componenti protesiche ha portato anche ad un aumento della motilità articolare. Un esempio: la testa femorale di grande diametro, prima era improponibile in quanto causava formazione di micro particelle che avrebbero determinato a loro volta usura e scollamento (tecnicamente: malattia da debridment). Oggi si riesce, grazie a nuove leghe metalliche durissime, che si usurano ancora meno della ceramica, a garantire una durata d’impianto di gran lunga superiore. Un grandissimo passo in avanti è stato compiuto poi con l’introduzione della protesi di superficie che permette di conservare la testa femorale, rivestendola e mantenendo i diametri originali. Nel ginocchio la situazione è leggermente diversa: nel corso degli ultimi 15 anni i materiali sono sostanzialmente rimasti gli stessi, che si tratti di metalli o di polietilene. È solo da pochi anni a questa parte che si comincia a parlare di materiali alternativi, come ceramiche o particolari leghe di titanio, per le protesi di ginocchio. Pur essendo utilizzati da anni per le protesi d'anca, questi materiali non davano infatti sufficienti garanzie, avendo il ginocchio caratteristiche biomeccaniche completamente diverse. Va detto che pur venendo meno il rischio di rottura, la ceramica è a tutt'oggi utilizzata ancora con cautela, in casi selezionati e soprattutto nei pazienti con allergie accertate ai metalli. Sempre in riferimento questa articolazione, occorre aggiungere che i maggiori progressi si sono registrati piuttosto nella tecnica di impianto, nel rispetto della biologia articolare e negli strumentari”. A suo parere, quali esperienze risultano più formative nella carriera di un ortopedico? “Un aspetto che considero fondamentale è la traumatologia, che purtroppo molti giovani ortopedici non conoscono. Sono personalmente convinto che si tratti dell’unica chirurgia ortopedica che insegni a eseguire accessi chirurgici su tutte le articolazioni. Dirò di più: la traumatologia è un passaggio formativo ineludibile per il buon ortopedico. Anche perché consente di passare dalla chirurgia ‘aperta’ a quella artroscopica, laddove il processo inverso presenta maggiori difficoltà e molti più rischi”. Cosa significa, per un ortopedico, lavorare alla Salus? “Un vantaggio del lavorare alla Salus è la presenza in questa clinica di un ottimo reparto di riabilitazione funzionale, dove si adottano tecniche riabilitative d’avanguardia. Essendo