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Fatti accaduti in Romagna

Una casa costruita sulla rocciadove il bene permane 177

Una casa costruita sulla roccia dove il bene permane

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Tra le tante realtà colpite dall’alluvione, con questo libro abbiamo scelto di sostenere Casa Novella, un’opera che sorge a Castel Bolognese, la quale prende il nome dalla sua fondatrice. La storia di Novella costituisce un esempio da guardare in questo tempo di crisi e di ricostruzione. Un’alluvione personale, la morte di una giovane zia, madre di due bambini piccoli, aveva fatto maturare in lei la convinzione che la vita fosse una fregatura perché tradiva il desiderio di bene e di felicità così profondamente inscritto nel cuore di ogni persona. A ventotto anni si era ritrovata senza voglia di vivere.

Nel momento più acuto della crisi l’incontro “casuale” in un campeggio con una giovane coppia di sposi capovolse improvvisamente e radicalmente il giudizio sulla vita. Attraverso la semplice accoglienza ricevuta e la preghiera scoprì di essere amata dal Signore.

Pochi giorni dopo, partecipando a una messa, dopo anni che non frequentava più la Chiesa, fu invasa da una profonda gratitudine e dal bisogno di restituire ad altri ciò che aveva liberato lei dalla solitudine e dall’angoscia.

La coscienza di essere rinata grazie a un incontro con volti umani, nei quali aveva riconosciuto la tenerezza del Signore, la portò ad aprire la sua casa e il suo cuore all’accoglienza perché altri potessero fare la stessa esperienza, certa che ogni persona ha bisogno di sentirsi accolta, amata, abbracciata.

Quando nel 1982 Giovanni Paolo II intervenne al Meeting di Rimini lasciò una consegna: «È necessario che lo sguardo si volga “all’artefice della nostra salvezza” per generare una civiltà che nasca dalla verità e dall’amore. La civiltà dell’amore! Per non agonizzare, per non spegnersi nell’egoismo sfrenato, nell’insensibilità cieca al dolore degli altri. Fratelli e sorelle, costruite senza stancarvi mai questa civiltà! È la consegna che oggi vi lascio. Lavorate per questo, pregate per questo, soffrite per questo!».

Novella fu colpita da quelle parole che la incoraggiarono a realizzare il suo sogno: costruire una casa d’accoglienza che fosse espressione e seme della civiltà della verità e dell’amore. Per esperienza sapeva che l’io si smarrisce quando viene meno il legame con la propria comunità, con il terreno buono che lo ha fatto germogliare, in quanto rimane solo, in balia di sé stesso e del mondo. Per questo la casa doveva essere un segno di bene per tutti. E così è. Essa documenta la carità che diventa opera, cioè permane, dà forma alla quotidianità del vivere, e testimonia una strada che ciascuno, dentro la propria condizione, può percorrere.

La casa, come tantissime altre case, non è stata risparmiata da due alluvioni, ma era ed è fondata sulla roccia: «Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia».

Da qui, da ciò che non muore, dalla roccia che sta come solido fondamento si può ripartire. E ricostruire.

I curatori

Si dovrebbe pensare più a far bene che a stare bene: e così si finirebbe anche a star meglio.

I guai, quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore.

Alessandro Manzoni

I

Promessi

Sposi

Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso.

Madre Teresa di Calcutta

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