LUIGI E MARIO STURZO
- CARTEGGIO
[London, Paddington], 1 ottobre 1930
Carissimo fratello, che cosa posso fare io al regalo deile tue cartoline? Lasciare ogni altro lavoro e risponderti subito. Così fo: rispondo alla tua del 27. Mi pareva di aver risposto, con la mia del 22 settembre, al tuo quesito fondamentale, negando come fatto la divisione della società in due campi ideali opposti, o meglio riducendo ciò ad una astrazione. Tu invece affermi il fatto, e poi ne trai una legge generale, che, a ben guardarla, svaluta il fatto stesso, al punto da non potere essere altro che un'astrazione. Prendiamo un esempio storico: le persecuzioni dell'irnpero romano. In generale una posizione politica contro una religione mal conosciuta. I n particolare un complesso di odii, ingordigie, orgogli, ecc., insieme a buona fede, ignoranza, legalismo, superstizione subiettivamente invincibile. L'antitesi fra cristianesimo e paganesimo non è sociale, è spirituale, o mistica, al punto che potrebbe darsi che vi siano pagani con un fondo cristiano e cristiani con fondo pagano. Nel fatto l'influsso dei cristiani sui pagani fu tale da trasformare sentimenti, fede, istituzioni, e viceversa, il paganesimo rimase in molti atteggiamenti del pensiero e dei costumi. Perciò ricordo che ti accennavo all'influsso reciproco dei vari atteggiamenti che sembrano opposti. Con la tua legge che io chiamerei di « ipervalutazione teoretica » non dovresti mettere in contrasto, come tu fai, il fatto e la verità, che sarebbero poi tutt'uno; perché un fatto senza interpretazione non si dà, e una interpretazione che non sia, pel soggetto, una verità, non può ammettersi. Così, io direi che noi tendiamo a ipervalutare gli elementi di un fatto fino ad alterarne la realtà, o per preconcetti teoretici o per fini pratici; tendenza che deve correggersi con l'amore alla verità per se stessa, e con una sana metodologia. Per me non c'è altro. Sto bene. Un abbraccio, tuo Luigi Aila tua del 26 risponderò altra volta.