Vol v chiesa e stato, vol i (1939)

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libertà, cioè lo spezzare i vincoli terreni che l'avrebbero impedito. I primi cristiani non si ponevano il problema se la Res publica o Impero dovesse intervenire ad appoggiare il culto cristiano, o dovesse eliminare quello pagano, o comunque avesse il dovere o il diritto di riconoscere la chiesa. Tutte queste sono idee posteriori. Nei primi tre secoli si domandava che le autorità politiche non impedissero a nessun cittadino o schiavo la professione cristiana, nè assumessero u n atteggiamento ostile alla predicazione del Vangelo, nè perseguitassero coloro che vi aderivano. La libertà richiesta dai cristiani diveniva per il potere politico un limite da non potersi varcare per nessuna ragione. I1 giorno che esso avesse voluto varcarlo lo avrebbe fatto solo con la forza; trovava di fronte a sè migliaia di uomini che preferivano i tormenti e la morte. Le lunghe esperienze dell'uso della forza contro i cristiani, ne mostrarono l'insufficienza a vincere u n moto religioso autonomo, riformatore, conquistatore; l'impero dovette ripiegare sul terreno della tolleranza fino all'affermazione pubblica della libertà. Nella seconda fase che s'inizia con Costantino, la libertà religiosa dei cristiani prende un nuovo aspetto, non solo individuale, ma sociale, non solo privato, ma pubblico. Poteva sembrare, per poco, che la tolleranza costantiniana fosse più o meno la stessa di quella consentita fra una persecuzione e l'altra nei secoli precedenti ; invece erano intervenuti fattori più efficaci che ne ampliavano la portata e ne modificavano il significato. Tra questi fattori si debbono annoverare lo stato di decadenza del culto pagano politeista presso le classi colte e la tendenza sempre più marcata verso il culto di un dio supremo, pur ammettendo u n demiurgo (Apollo-sole) che ne sarebbe la mailifestazione e pur non escludendo ancora gli dèi secondari almeno come simboli. L'influsso dello stoicismo e quello del neo-plaionismo erano stati dissolventi della vecchia società religiosa. E d'altra parie, per il numero crescente e la loro forza d i espansione, più non era possibile che i cristiani fossero tenuti in una posizione d'inferioriià sociale. I1 cristianesimo non era più quello di una volta: minoranza di nuclei iniziali che potevano tollerarsi ovvero disperdersi (come si credeva) con la persecu-


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