Partito popolare popolarismo e fascismo

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quale l'espressione popolare può essere ritenuta volontà collettiva e quindi una delle due basi dell'autorità statale. Tutto questo ragionamento, si comprende, è diretto contro il criterio giuridico o meglio antigiuridico del progetto Acerbo (così viene indicato nella stampa) sulla riforma elettorale; perchè ivi la base della maggioranza, eome fonte di diritto, è trasportata ad una minoranza eventuale, fingendo che questa sia vera volontà collettiva. Ma si dirà: anche voi popolari peccate del medesimo peccato, quando attribuite i tre quinti dei seggi alla lista che abbia ottenuto il 40 per cento dei voti. Bisogna riconoscere che a fi1 di logica, è così: il progetto De Gasperi attenua ma non elimina il criterio anti-maggioritario della riforma fascista; allo stesso modo che oggi in Inghilterra il sistema uninominale (senza l'istituto del ballottaggio), nel caso di candidature multiple al disopra di due può dare la palma della vittoria al candidato che non abbia ottenuto la maggioranza dei voti. Però in questi casi, il mancato raggiungimento della maggioranza in un collegio singolo è compensata dalla eccedenza di a l t r i ' c ~ l l e ~sicchè i, la presunzione d i diritto e, nella maggior parte dei casi, la convergenza del fatto corrispondono con la risultante maggioritaria. Ciò non ostante, anche in Inghilterra, dopo le vittorie del partito laburista e i'accrescimento del corpo elettorale con il voto alle donne, si pensa sul serio ad una riforma che superi la concezione dei due partiti e dei due candidati in lotta (sistema uninominale) e arrivi alla concezione complessa e realistica dei tre e più partiti organizzati in lotta, come sbocco naturale del suffragio universale. (*) I1 progetto Acerbo invece, unendo il sistema minoritario e il .collegio nazionale, non solo' altera le risultanti locali, ma altera ( e non compensa) le risultanti nazionali, per cui si potrà avere come espressione legale della volontà popolare una minoranza elettorale trasportata a funzione di maggioranza parlamentare; il che vuol dire che si scardina così una delle basi dell'autorità statale. (*) Dopo le ultime elezioni, in Inghilterra si torna a parlare di riforma elettorale. (Nota alla '1 edizione, 1924).


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