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La nuova geografia dei sistemi locali
Per effetto di questa emorragia di nuclei disgiunti da tutte le altre tipologie, i sistemi locali robusti e persistenti si rafforzano molto, ma soprattutto in termini di unità territoriali: i nuclei che si aggiungono ai 503 originari sono 707, portando il numero complessivo a 1.210; in parallelo, i comuni passano da 5.215 a 7.223, con un aumento di 2.008. Per contro, l’aumento della superficie è “soltanto” del 21 per cento e quella della popolazione del 13 per cento: a sostegno dell’ipotesi che a muoversi tra sistemi locali diversi siano soprattutto i nuclei più piccoli e marginali, in termini sia di superficie sia di popolazione. Concentrando l’attenzione sui 503 sistemi locali robusti e persistenti, sono 184 i sistemi locali che hanno mantenuto la medesima composizione in termini di comuni: 1.351 nel complesso, con oltre 10 milioni di residenti. Quelli che sono cresciuti di estensione, attraendo comuni dai sistemi contermini, sono 229 sistemi locali: in queso caso a un nucleo originario di 3.559 comuni con quasi 31 milioni di abitanti si sono aggregati altri 1.121 comuni (quasi 5 milioni di abitanti), per un totale di 4.680 comuni e quasi 36 milioni di abitanti. I sistemi locali che invece si sono contratti, cedendo territori comunali ai sistemi vicini, sono 90: dal nucleo originario di 1.367 comuni (oltre 9 milioni di abitanti) se ne sono distaccati 175 (poco più di mezzo milione di persone), portando l’aggregato nel 2011 a 1.192 comuni e poco meno di 9 milioni di abitanti.
3.3 Principali realtà urbane: realtà monocentriche, policentriche e reti Il processo di identificazione dei sistemi locali (Sl) italiani induce una concettualizzazione dello spazio in termini di aree funzionali definite attraverso relazioni orizzontali nel territorio. Nel caso di sistemi locali le relazioni sono flussi di pendolarismo quantificati attraverso l’auto-contenimento che, per costruzione, è massimizzato all’interno dell’area e minimizzato al di fuori dei suoi confini (§ 1.2). Nell’ottica in cui la città non è più identificata con i confini fisici dell’edificato ma è definita attraverso lo spazio urbano costruito a partire dalle relazioni sociali (§ 1.1), il presente contributo focalizza l’analisi all’interno dei sistemi locali che rappresentano le principali realtà urbane in Italia, l’ossatura del sistema urbano italiano (Calafati, 2012, Martellato e Sforzi, 1990). In tali unità funzionali il capoluogo del sistema locale organizza il territorio di riferimento e stabilisce un’interdipendenza asimmetrica (Calafati, 2014) con i comuni contigui. In alcuni casi il capoluogo della realtà urbana monopolizza e accentra la maggior parte delle relazioni funzionali interne. Tuttavia, la forte differenziazione delle principali realtà urbane italiane suggerisce in molti casi l’esistenza di ulteriori poli12/centri e quindi l’esistenza di configurazioni più articolate per l’interpretazione del territorio: in questi casi il modello di riferimento segue le linee del policentrismo (Parr, 2004). Infine, per una realtà in particolare, risulta evidente che le dimensioni del fenomeno urbano non si esauriscono con i confini del sistema locale e si allargano a sistemi confinanti determinando delle organizzazioni più complesse con strutture a rete (Camagni e Salone, 1993). Partendo dall’analisi della struttura e delle intensità delle relazioni spaziali esistenti tra i poli delle realtà 12 Località con almeno 100 posti di lavoro (ovvero occupati che vi lavorano a prescindere dal loro luogo di residenza) che presenta un flusso di pendolari netti (ovvero al netto degli occupati che lavorano nel comune di residenza) in entrata superiore a quello dei pendolari netti in uscita.