Francescani e politica nelle autonomie cittadine dell’Italia basso-medioevale Atti del Convegno 2014

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TRA CHIESA E IMPERO, TRA MOVIMENTI DI PACE ED ERESIA

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Purtroppo, nel caso di quest’ultima formazione religiosa, le informazioni a nostra disposizione, in merito sia alle origini, sia ai successivi sviluppi, sono così scarse da consentire una ricostruzione storica che procede spesso solo per supposizioni. È probabile ad esempio che i frati, che ebbero sede in quella chiesa di S. Maria Nuova già menzionata come luogo di attrazione di molti gruppi religiosi di nuova costituzione, si fossero affiancati inizialmente a una comunità femminile cistercense, originaria dal monastero di S. Siro delle Fontanelle nella pieve di S. Eulalia, dove si trovava il paese di Martorano45, e poi trasferita su terreni che un monastero benedettino di Parma presente patrimonialmente a Martorano, il cenobio femminile di S. Alessandro46, possedeva nell’Oltretorrente. Si è inoltre ipotizzato che i frati di Martorano si occupassero di viabilità, e nello specifico della manutenzione dei ponti, visto il loro collegamento con un cenobio rurale sito nei pressi del ponte sull’Enza lungo la via Emilia, e il successivo insediamento in un’area suburbana, il Capodiponte di Parma, al tempo interessata da poderosi lavori di risistemazione viaria, fluviale e urbanistica, tra i quali la ricostruzione del principale ponte cittadino, distrutto nel corso di una rovinosa piena di qualche decennio prima, tutte opere di riassetto urbano alle quali parteciparono altre comunità religiose e assistenziali del quartiere47. Nel presente contesto, tuttavia, spiace soprattutto essere poco informati sulla figura del fondatore, quel Bernardo Vizio che dieci anni più tardi, alla morte del vescovo di Parma Martino da Colorno, sarebbe stato indicato come suo successore dal capitolo della cattedrale. Posto inizialmente in cattedra dal legato Guglielmo da Montelongo, il Vizio non venne tuttavia consacrato da Innocenzo IV, dapprima con l’accusa di dilapidare i beni ecclesiastici e poi con il pretesto di irregolarità nell’elezione:

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AFFÒ, Storia cit., II, p. 184, e III, pp. 160-163. Le origini di ques’ordine e della sua denominazione, così come le sue vicende storiche, sono a tutt’oggi oscure. Per Affò il nome deriva dalla famiglia omonima, ma non chiarisce il legame di questa famiglia con l’ordine di frati. In passato si è sostenuto l’impegno dei frati nella cura della viabilità fluviale, vista la coincidenza toponomastica con i due centri di Martorano sul basso Taro e di Martorano sulla sinistra dell’Enza, presso la via Emilia: pur non escludendo questa ipotesi, la riserviamo a futuri approfondimenti. Notiamo comunque la coincidenza con insediamenti cistercensi: il monastero di Fontevivo si trova infatti nella medesima area vicino al Taro. 46 Il legame con i cistercensi si consolidò nel 1327 quando i frati di Martorano vennero annessi ai monaci cistercensi di Fontevivo. FURLOTTI, S. Maria Nuova del Martorano cit. 47 Dalla domus dei cavalieri di S. Giovanni all’ospedale di Rodolfo Tanzi: M. GAZZINI, La città, la strada, l’ospitalità: l’area di Capodiponte a Parma tra XII e XIV secolo, in Un’area di strada. L’Emilia occidentale nel Medioevo. Ricerche storiche e riflessioni metodologiche, cur. R. GRECI. Atti dei Convegni di Parma e Castell’Arquato, novembre 1997, Bologna 2000, pp. 307-331.


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