Strade. Antifascismo e Resistenza nella toponomastica di Bergamo

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introduzione Ciascuno è responsabile della memoria del passato della propria collettività, perché la memoria collettiva non nasce e né cresce da sola, ma è frutto delle scelte operate dal presente che decide di farsene custode e di fissare le coordinate per raccontarlo. Per questo l’Isrec ha sostenuto con convinzione la ricerca di Paolo Rizzi sulla toponomastica di Bergamo dedicata alla Resistenza, agli eventi e ai luoghi della lotta, ai suoi uomini e alle sue donne: far emergere la rete di memoria che radica il ricordo del passato nel tessuto urbano della nostra città significa considerarne i pieni e i vuoti, la conformazione e la consistenza. A settant’anni dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la conoscenza di questa rete lasciataci in eredità dalle generazioni che hanno costruito la memoria della Resistenza bergamasca consente a tutti noi di considerare l’immagine della Resistenza che vogliamo consegnare alle nuove generazioni, ai cittadini che arrivano da paesi diversi, ai turisti che attraversano la nostra città. Per radicare nell’esperienza di tutti la

conoscenza, sono qui proposti nove itinerari da percorrere a piedi o in bici: accanto a lapidi e monumenti, i volti e le storie racchiuse dietro i nomi delle vie permettono di riabitare il tessuto urbano come tessuto di eventi umani, da scoprire o riscoprire, ma soprattutto da raccontare, rinsaldando il legame tra generazioni e cittadini. Senza alcuna pretesa storiografica, il lavoro di Paolo Rizzi coinvolge il destinatario in un esercizio di memoria attiva, capace di stimolare la curiosità per il mondo che abitiamo, la cura per il passato di cui vogliamo dirci eredi e la passione nel dare significato al nostro vivere insieme. Un grazie a tutti quanti hanno aiutato alla realizzazione di questa ricerca e in particolare a Claudio Fojadelli, all’Archivio del Comune di Bergamo, a Paola Palermo e al suo staff per la collaborazione cordiale e generosa. Elisabetta Ruffini direttrice dell’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea


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Largo BeLotti Bortolo Belotti, Zogno 26 agosto 1877 – Sonvico 24 luglio 1944. Avvocato, liberale, deputato al Parlamento nel governo Bonomi. Oppositore del fascismo, è confinato a Cava dei Tirreni dal 1930 al 1931. Per sottrarsi ad un nuovo arresto ripara in Svizzera, dove muore a Sonvico il 24 luglio 1944. È ricordato per la monumentale opera Storia di Bergamo e dei bergamaschi. Via dei Partigiani Il giorno della Liberazione, 25 aprile 1945, è un giorno unico per la storia italiana, è il giorno simbolo in cui tutto rinasce, tutto riparte. È il giorno in cui si celebra il coraggio di donne e uomini di ribellarsi, di lottare, di credere in una idea di democrazia e libertà, di credere nonostante tutto e per questo rischiare tutto. Il 25 aprile 1945 è un inizio, non è una fine, è lo sprone a non rassegnarsi mai a considerare questo il “migliore dei mondi possibili”. Ora e sempre Resistenza! Via zamBianchi Ezio Zambianchi, San Zenone Po (Pv) 7 maggio 1892 – Bergamo 21 dicembre 1945. È stato il primo prefetto di Bergamo dopo la Liberazione. Durante il ventennio aderisce al Partito socialista ed è costretto ad abbandonare l’incarico di direttore didattico in quanto ritenuto “elemento pericoloso”. Dopo l’8 settembre 1943 è il principale esponente del Partito socialista in seno al Cln ed è promotore di numerose azioni contro i nazifascisti.

Via zeLasco Giovanni Zelasco, Voghera 27 agosto 1893 – Algua 18 ottobre 1944. Giovanni Zelasco lascia l’attività militare dopo la Grande Guerra e si stabilisce a Bergamo, dove insegna all’Istituto tecnico industriale (l’“Esperia”). Aderisce al Partito socialista ed è fra i primi ad offrire la sua collaborazione nelle file della Resistenza, dedicandosi in particolare al salvataggio di centinaia di perseguitati politici e prigionieri. Mentre ispeziona le formazioni partigiane in val Serina è vittima di un incidente stradale, che costa la vita anche a Norberto Duzioni. Rodolfo Zelasco, Bergamo 2 novembre 1924 – Montedomenico (Ge) 5 dicembre 1944. Figlio di Giovanni, Rodolfo “Barba” Zelasco, arruolato di forza dai fascisti nella Divisione Monterosa, riesce a disertare e entra nelle formazioni partigiane in Liguria. Nel dicembre 1944 cade nella zona di Montedomenico, vicino a Sestri Levante, dove gli è stata dedicata la scuola elementare. Medaglia d’argento. Via duzioni Norberto Duzioni, Bergamo 7 giugno 1910 - 30 settembre 1944. Capitano del 78° Reggimento “Lupi di Toscana” di stanza in Valcamonica. L’8 settembre 1943 si dà alla macchia, fra i primi gruppi partigiani. Sarà comandante della Divisione orobica di Giustizia e Libertà. Il 30 settembre 1944, mentre è diretto a Oltre il Colle insieme a Giovanni Zelasco, Carrara e Buttaro, si ferisce gravemente in un incidente automobilistico. Muore la sera stessa all’Ospedale maggiore di Bergamo.


, Piazza deLLa LiBerta Il palazzo (progettato dall’architetto Alziro Bergonzo) viene inaugurato nel 1940 ed è la sede della Casa del Fascio. Durante l’occupazione, nei sotterranei sono interrogati e torturati gli arrestati dai nazifascisti. Nel palazzo erano sistemati anche il laboratorio fotografico della Luftwaffe, il comando provinciale della Guardia nazionale repubblicana e, dal dicembre 1944, il Comando presidio aeronautico della Rsi. Alla liberazione il palazzo fu sede del Cln e la piazza prese il nome di Piazza della Libertà. PiazzaLe deLLa rePuBBLica Articolo 1 della Costituzione italiana: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. monumento ai caduti deLLa resistenza Il monumento di Giacomo Manzù, dono dell’artista alla città natale, viene inaugurato il 25 aprile 1977 alla presenza di autorità locali e nazionali. Epigrafe incisa: Partigiano ti ho visto appeso immobile. Solo i capelli si muovevano leggermente sulla tua fronte. Era l’aria della sera che sottilmente strisciava nel silenzio e ti accarezzava, come avrei voluto fare io. Giacomo Manzù, 5 gennaio 1977

Piazza matteotti Giacomo Matteotti, Fratta Polesine 22 maggio 1885 – Roma 10 giugno 1924. Laureato in Giurisprudenza a Bologna nel 1907. Durante la Prima guerra mondiale, per le sue posizioni antimilitariste viene confinato in un piccolo paese del messinese. Eletto in Parlamento la prima volta nel 1919, il 30 maggio 1924 alla Camera dei Deputati tiene un discorso di denuncia sui brogli elettorali e termina dicendo: “Io il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.” Il 10 giugno 1924 viene rapito da alcuni membri della Polizia politica; accoltellato a morte viene sepolto in un bosco del comune di Riano (Roma). Passaggio ciVidini Pierantonio Cividini, Alzano Maggiore 24 luglio 1919 – Bergamo 29 novembre 1962. Docente di italiano e storia all’Istituto magistrale Secco Suardo di Bergamo, è figura di rilievo nell’associazionismo cattolico, dalle Acli all’Azione cattolica. Amico fraterno di don Antonio Seghezzi, per la sua attività antifascista è fatto prigioniero l’8 settembre 1943 e internato a Sandbostel (Germania). Durante la prigionia si distinse per la generosità presso i compagni di sventura. Fisicamente provato, avendo contratto una forma di tubercolosi, muore a soli 43 anni.


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Passaggio zeduri Mario Zeduri, Bergamo 11 giugno 1926 – Malga Lunga 17 novembre 1944. Per sottrarsi alla leva della Repubblica sociale italiana, ripara sulle montagne di Fonteno e si unisce alla 53° Brigata Garibaldi, con il nome di battaglia di “Tormenta”. Partecipa ad azioni di guerriglia e di sabotaggio in Valcamonica, Bossico e Gandino. Ferito e curato a Valmaggiore di Endine, raggiunge il 17 novembre 1944 la Malga Lunga, accolto dalla squadra di Giorgio Paglia. Lo stesso giorno militi fascisti della “Tagliamento” attaccano la Malga e dopo un combattimento hanno ragione dei partigiani circondati. Zeduri, zoppicante, viene fucilato sul posto con un compagno russo, gli altri quattro giorni dopo al cimitero di Costa Volpino. Passaggio seghezzi Antonio Seghezzi, Premolo 26 agosto 1906 – Dachau 22 maggio 1945. Ordinato sacerdote il 23 febbraio 1929, nell’estate del 1935 viene inviato come cappellano militare in Eritrea. Rientrato in Italia dopo l’8 settembre 1943 entra a far parte della Resistenza, organizzando una rete per l’espatrio degli ex prigionieri. Scoperta l’organizzazione, don Seghezzi, per evitare rappresaglie, d’accordo con il Vescovo, si consegna ai tedeschi il 4 novembre 1943. Portato a Dachau, si ammala di emottisi e muore il 25 maggio 1945 dopo la liberazione del campo. La salma viene riesumata il 25 novembre 1952 e traslata al cimitero di Premolo; nel 2006 viene trasferita nella cripta della chiesa di Premolo.

Passaggio Bruni Roberto Bruni, Bergamo 11 luglio 1914 – Dachau 12 febbraio 1945. Studente universitario di idee antifasciste, fu arrestato con altri patrioti e processato nel marzo del 1942 per disfattismo e offesa al duce dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Prosciolto per insufficienza di prove, dopo il 25 luglio 1943 tornò in libertà per entrare poco dopo nella formazione di Ettore Tulli, che operava nella zona di Santa Brigida, in valle Brembana. Arrestato mentre si trasferiva in Val Canovina, venne in un primo momento rinchiuso nel famigerato carcere comasco di San Donnino e quindi a San Vittore, a Milano; trasferito, morì a Dachau. VicoLo BancaLegno Vi si trova la casa natale di Vincenzo Magni, comandante della Divisione Orobica, ucciso a Milano dai brigatisti neri. Vi è una lapide in sua memoria, che recita: “Alla memoria del rag. Vincenzo Magni umile e generoso volontario della lotta clandestina che ai grandi ideali di patria e libertà sacrificò la vita e la famiglia. Cadde a Milano stroncato da piombo fratricida.” Via PagLia Giorgio Paglia, Bologna 9 marzo 1922 – Costa Volpino 21 novembre 1944. Il tenente Giorgio Paglia è medaglia d’oro al valor militare. Allievo ufficiale a Cerveteri, partecipa dopo l’8 settembre ai combattimenti contro i tedeschi. Nella primavera del 1944, per sottarsi ai bandi militari, raggiunge le prime formazioni


partigiane nel bergamasco, distinguendosi come ufficiale della 53° Brigata Garibaldi nella battaglia di Fonteno e in altre azioni. Catturato il 17 novembre 1944 alla Malga Lunga, è fucilato insieme ad altri compagni al cimitero di Costa Volpino. Sdegnosamente rifiutava la grazia della vita perché figlio di un decorato. Piazzetta don andrea sPada Andrea Spada, Schilpario 24 gennaio 1908 – 1° dicembre 2004. Direttore dal 1938 e per oltre cinquant’anni de “L’Eco di Bergamo”. Cappellano militare, prestò servizio in Marina. Cappellano al carcere di Sant’Agata nel periodo della Rsi, assiste e aiuta in modo particolare i detenuti politici. Memorabili i suoi scritti sulla morte per fucilazione di Arturo Turani e di Giuseppe Sporchia. stazione ferroViaria (LaPide) La lapide, inaugurata il 25 aprile 2005, recita: “In questa stazione il 17 marzo, il 5 e 13 aprile 1944 i nazifascisti caricarono sui carri piombati almeno 865 lavoratori che nell’Italia settentrionale avevano scioperato e bloccato la produzione bellica. Arrestati in casa in fabbrica per le strade furono concentrati nella caserma Umberto I (ora Montelungo) e poi deportati a Mauthausen dove pagarono duramente per la loro scelta. Cittadino che leggi queste parole ricorda che la libertà non è mai regalata ma conquistata. Con i recenti lavori di ristrutturazione della stazione ferroviaria una parte della lapide risulta ora coperta. Nella pagina successiva si riportano le

fotografie della lapide prima e dopo i lavori di ristrutturazione. Via gaLLiccioLLi (LaPide) Nell’ex collegio Dante Alighieri, ora sede del Credito bergamasco, fu di stanza la 612° Compagnia Ordine Pubblico “Bergamo” della Gnr (Guardia nazionale repubblicana), nata nel gennaio 1944 dalla 14° Legione della Milizia. La componevano 150 uomini al comando del capitano Aldo Resmini, che a 16 anni aveva partecipato alla marcia su Roma. La 612° OP “Bergamo” aveva compiti esclusivi di lotta antipartigiana e insieme alla 648° OP “Macerata” e a una compagnia del Comando provinciale partecipò anche a numerose azioni contro i partigiani fuori della bergamasca. La caserma fu anche luogo di interrogatorio e tortura ad opera dell’Ufficio politico investigativo (UPI) della Compagnia.


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Via deLLe fosse ardeatine Alle Fosse Ardeatine sono massacrati 335 civili e militari italiani il 24.3.44 dalle truppe di occupazione tedesca come rappresaglia per l’attentato partigiano, compiuto dai Gap romani, contro le truppe tedesche in transito in via Rasella, che aveva causato la morte di 33 soldati del Reggimento Bozen. Le Fosse Ardeatine, antiche cave, furono scelte quale luogo dell‘esecuzione per poter meglio occultare i cadaveri. Nel dopoguerra sono state trasformate in un sacrario “monumento nazionale”. Via frank Annelies Marie “Anna” Frank, Francoforte sul Meno 12 giugno 1929 – Bergen Belsen marzo 1945. Anna Frank diventata il simbolo della Shoah per il diario scritto nel periodo in cui lei e i suoi familiari si erano rifugiati nel solaio di una casa di Amsterdam, dove la famiglia si era trasferita nel 1933. A causa di una delazione vennero arrestati e deportati il 4 agosto 1944. Anna muore nel marzo 1945 nel campo di Bergen Belsen, dove ha contratto il tifo petecchiale. L’unico che sopravvisse fu il padre Otto Frank, che tornato ad Amsterdam trovò il diario della figlia Anna nascosto in casa. Il diario, scritto in lingua olandese, venne pubblicato nel 1947 con il titolo L’alloggio segreto. Successivamente prese il titolo di Il diario di Anna Frank. Otto Frank morì a Basilea il 19 agosto 1980. Via minzoni Giovanni Minzoni, Ravenna 29 giugno 1885 – Argenta 23 agosto 1923. Don Giovanni Minzoni studia nel Seminario di Ravenna e nel 1909 è

ordinato sacerdote. Partecipa alla Grande Guerra come cappellano militare e viene decorato sul campo con la medaglia d’argento al Valor militare. Aderisce al Partito popolare e fonda ad Argenta un gruppo scout nella sua Parrocchia preferendolo all’Opera nazionale Balilla. Dopo numerosi contrasti con i fascisti, la sera del 23 agosto 1923 viene ucciso a bastonate da una squadraccia fascista, riconducibile al futuro console della Milizia, Italo Balbo. Via costituzione Entrò in vigore il 1.1.1948. “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione”. (P. Calamandrei) Piazza VarsaVia Il 1° settembre 1939 la Polonia viene occupata dalle truppe naziste. Durante l’occupazione più di mezzo milione di ebrei sono rinchiusi nel ghetto. Sono loro i protagonisti nell’aprile ‘43 di una disperata insurrezione. I morti a Varsavia tra il 1939-44 sono più di 800.000. Dal 1° agosto al 2 ottobre ‘44, Varsavia è teatro di una sollevazione popolare, anche questa soffocata nel sangue dai tedeschi. La città è liberata dalle truppe russe e polacche il 17 gennaio 1945. Via Lidice In seguito all’attentato delle forze partigiane


ceche, in cui rimase ucciso Reinhard Heydrich “Protettore del Reich della Boemia e della Moravia”, il 10.6.1942 fu distrutto e raso al suolo l’abitato della cittadina di Lidice, nella Boemia centrale. I maschi con più di 16 anni, 192, furono subito fucilati. Le 198 donne furono trasferite nei campi di concentramento di Auschwitz e di Ravensbrück. I bambini da 1 a 16 anni furono portati al campo di concentramento di Chelmo, tra questi 17 furono giudicati adatti alla “germanizzazione”, cioè consegnati a famiglie ariane per la loro educazione. Solo al termine della guerra verranno restituiti alle loro famiglie. Via d , acquisto Salvo D’Acquisto, Napoli 15 ottobre 1920 – Torre di Palidoro 23 settembre 1943. Medaglia d’oro al valor militare. L’8 settembre ‘43 viene assegnato alla caserma dei Carabinieri di Torre di Palidoro. Il 22 settembre ‘43, alcuni soldati tedeschi rovistando in alcune casse fecero inavvertitamente esplodere le bombe a mano che vi erano state abbandonate; due rimasero uccisi. Il giorno successivo i tedeschi prendono in ostaggio 22 civili e il vice brigadiere D’Acquisto. Dopo un sommario interrogatorio vennero condannati a morte. D’Acquisto dichiara di essere il responsabile e viene subito fucilato. Grazie al suo gesto i 22 ostaggi furono salvi.

Via corPo itaLiano di LiBerazione Il Cil nasce il 22 marzo ‘44 come Corpo d’Armata del nuovo esercito italiano, e partecipa a fianco delle truppe inglesi all’offensiva per la liberazione delle città sulla costa adriatica. Il 24 settembre ‘44, l’unità viene sciolta consentendo la nascita di 6 divisioni denominate “Gruppi di Combattimento”.

Via koLBe Massimiliano Kolbe, Zdunska Wola 8 gennaio 1894 – Auschwitz 14 agosto 1941. Ordinato sacerdote il 28.4.1918. Fonda assieme ad alcuni confratelli “La milizia dell’Immacolata”. Nel 1938 consegue la licenza di radioamatore ed ancora oggi è il patrono dei radioamatori. Arrestato una prima volta dai nazisti il 18 settembre 1939, e poi il 17 febbraio 1941, è ucciso con una puntura di acido fenico il 14 agosto 1941. Proclamato Santo il 10 agosto 1982 da Giovanni Paolo II. Via gramsci Antonio Gramsci, Ales 23 gennaio 1891 – Roma 27 aprile 1937. Nel 1921 è tra i fondatori del Partito comunista. Incarcerato nel ‘26 dal regime fascista, condannato a una lunga pena è rilasciato gravemente malato il 21 aprile ‘37. Muore il 27 aprile 1937 nella clinica Quisisana di Roma. Parco LocateLLi Albino Locatelli, morto a Capriate nel ‘44. Guerino Locatelli, morto in val Taleggio il 27 giugno 1944. Giuseppe Locatelli, morto a Bergamo nel ‘44. Dopo l’8 settembre ‘43 Guerino costituisce, con Albino e altri di Villa d’Alme, un gruppo partigiano aderente alle Fiamme verdi, operante in val Taleggio. Il 27 giugno ‘44, in uno scontro con i nazifascisti, Guerino viene ucciso. Alla sua memoria è assegnata una medaglia d’argento al valor militare. Albino è catturato nell’autunno del ‘44 sul Colle di Petosino. Seviziato e torturato è condotto sul ponte dell’Adda, giustiziato con un colpo di pistola alla nuca è gettato nel fiume. Il fratello Giuseppe, infiltrato nella banda Resmini, informa il Cln degli spostamenti dei nazifascisti. Scoperto nel dicembre ‘44 è fucilato davanti alla chiesa di Sant’Agostino.


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Lazzaretto L’antico edificio cinquecentesco divenne caserma “Seriate”, cioè deposito del 17° Reggimento di fanteria. È stato luogo di fucilazione di partigiani e di militari condannati dai tribunali nazisti e fascisti. Le esecuzioni avevano luogo all’esterno del Lazzaretto, muro nord, dove era il terrapieno per le esercitazioni di tiro. Qui, tra molti altri, furono uccisi i partigiani Cesare Consonni, Giuseppe Sporchia e Arturo Turani e il colonnello Guido Rampini. Due lapidi ricordano le uccisioni di Sporchia e Rampini. Via marzaBotto L’eccidio di Monte Sole (più noto come la ”strage di Marzabotto”) fu un insieme di stragi compiute dalle truppe nazi-fasciste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nel territorio dei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno che occupano le pendici di Monte Sole, in provincia di Bologna, nel quadro di un’operazione di rastrellamento antipartigiana. Alla fine dell’eccidio il Comitato onoranze ha accertato la morte di 1676 persone. Il Parco storico di Monte Sole è stato istituito nel 1989 il cui principale obiettivo è la diffusione di una cultura di pace rivolta soprattutto alle giovani generazioni. Via fossoLi Nel corso del 1944 è il campo poliziesco e di transito utilizzato dalle SS come anticamera dei lager del Reich. I circa 5000 prigionieri politici e razziali che passarono da Fossoli ebbero

come tragiche destinazioni Auschwitz, Dachau e altri campi. Sul primo treno diretto ad Auschwitz il 22 febbraio 1944 viene trasportato anche Primo Levi che rievocherà̀ la propria esperienza a Fossoli nelle prime pagine di Se questo è un uomo e nella poesia Tramonto a Fossoli. Dopo la guerra il campo venne utilizzato dalla comunità di Nomadelfia, e dai profughi giuliano-dalmati. Ora è di proprietà del Comune di Carpi, che dal 1973 ha aperto anche il Museo Monumento al Deportato. Via de gasPeri Alcide De Gasperi, Pieve Tesino (Tn) 3 aprile 1881 – Sella di Valsugana 19 agosto 1954. Politico italiano tra i fondatori della Democrazia cristiana, si oppone all’avvento del fascismo. È arrestato l’11 marzo 1927 e condannato a 4 anni di carcere. Durante la Resistenza riorganizzò il Partito popolare con il nome di Democrazia cristiana e nel 1943, dopo l’8 settembre, entra a far parte in rappresentanza della Dc del Comitato nazionale di Liberazione. Via sPorchia Giuseppe Sporchia, Martinengo (Bg) 27 ottobre 1907 – Bergamo 23 marzo 1944. Antifascista, dopo l’armistizio organizza con altri compagni la fuga di prigionieri dal campo di concentramento della Grumellina. Collabora all’organizzazione della “Banda Turani”, svolgendo attività di collegamento. Arrestato il 10 dicembre 1943 mentre si recava ad una riunione clandestina, è condannato a morte


dal Tribunale militare tedesco il 5 gennaio 1944 e fucilato il 23 marzo 1944 nella caserma “Seriate”, ex Lazzaretto. A Martinengo vi è una via a lui dedicata. camPo generaLe utiLi Umberto Utili, Roma 18 luglio 1895 – Milano 27 ottobre 1952. Umberto Utili, generale di Divisione, comandante il Corpo italiano di Liberazione durante la Seconda guerra mondiale, alle dipendenze dell’8a Armata britannica. Il Cil combatté in Abruzzo e nelle Marche fino ad entrare a Bergamo il 29 maggio 1945. Via turani Arturo Turani, Bergamo 29 settembre 1888 – 23 marzo 1944. Capitano dell’esercito, dopo l’8 settembre è tra i primi a scegliere la lotta per la libertà, dando vita ad una formazione nota con il nome di “Banda Turani”. Catturato in via Pignolo, dopo uno sbrigativo processo viene fucilato dai tedeschi alla Caserma “Seriate”, ex Lazzaretto, il 23 marzo 1944. Via BarnaBa Adolfo Barnaba, Buja 13 marzo 1884 – Marchtrenk 1° agosto 1944. Lavora presso l’Italcementi a Villa d‘Almè e poi a Bergamo come direttore dell’officina detta “La Lombarda” nella quale nasconde materiale di propaganda antifascista e armi. Attivo in Giustizia e libertà, arrestato e processato, è deportato in Germania, dove muore nel lager di Marchtrenk il 1 agosto 1944. Via ramPini Guido Rampini, Pinerolo 16 maggio 1898 – Bergamo 8 marzo 1945. Ufficiale dell’e-

sercito regio combatte nella I guerra mondiale e in Spagna, addetto al comando della divisione fascista “Frecce Azzurre”. Partecipa alla campagna di Russia come capo del servizio informazioni. Al momento dell’armistizio entra a far parte della Resistenza e dirige l’ufficio di collegamento con gli Alleati. Catturato, è fucilato a Bergamo nella Caserma “Seriate”, ex Lazzaretto, l’8 marzo 1945. Medaglia d’oro al valor militare. Via Buozzi Bruno Buozzi, Pontelagoscuro 31 agosto 1881 – Roma 4 giugno 1944. Sindacalista, politico e deputato socialista dal 1920 al 1926. Nel dicembre 1925 succede a Lodovico D’Aragona alla guida della Cgil. Perseguitato dal regime, emigra in Francia e svolge attività antifascista. Catturato nel 1942 dai tedeschi viene tradotto in Italia e confinato a Montefalco (Pg). Liberato dopo l’8 settembre 1943, combatte con i Granatieri di Sardegna a Porta San Paolo a Roma. Arrestato dalle SS il 13 aprile 1944, il 4 giugno è ucciso con un colpo di pistola alla testa insieme ad altri 12 compagni, alla Storta, vicino a Roma. Via ghezzi Aldo Ghezzi, Bergamo 21 luglio 1923 – Ebensee 3 giugno 1945. Ghezzi, attivo nella banda di Dante Paci, nel dicembre del 1943 è incaricato di svolgere il lavoro di collegamento tra Milano, Bergamo e le valli bergamasche. Catturato dai nazifascisti è internato nei campi di concentramento di Fossoli e di Bolzano. In seguito, trasferito in Germania e internato a Mauthausen, vi muore il 3 giugno 1945.


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VicoLo sant , agata Durante la guerra fu la sede del carcere giudiziario, vi erano rinchiusi i prigionieri politici a disposizione del Tribunale militare tedesco e dei tribunali fascisti e dal dicembre del 1943 un presidio militare di soldati tedeschi all’interno del carcere. Via deL Vagine Dal dicembre 1943 fu attivato un servizio di guardia tedesco e un presidio militare. Via PignoLo (LaPide) Il Collegio Baroni, pensionato per studenti fondato dal professore Angelo Baroni, fu requisito dai tedeschi che lo trasformarono in carcere destinato a indagati di reati di competenza del Tribunale militare tedesco. Fu sede di interrogatori e torture ad opera della Polizia militare tedesca e di fascisti. Via san tomaso Lapide di Cesare Consonni, che prese parte con Arturo Turani, Giuseppe Sporchia e altri a varie azioni armate. Da ricordare la manifestazione del 2 novembre 1943 in piazza Vittorio Veneto quando vennero gettati dei fiori alla Torre dei Caduti per ricordare la guerra del 1915-1918, con chiara allusione al suo significato antitedesco. Largo monteLungo La battaglia di Montelungo fu il primo episodio che vide in combattimento unità militari italiane a fianco degli Alleati dopo l’armistizio di Cassibile. All’unità italiana venne affidato il compito di conquistare Montelungo nel comune di Rignano Montelungo (Caserta), che venne raggiunto, dopo aspri combattimenti, il

16 dicembre 1944. Via PignoLo (LaPide) Qui era la casa di Arturo Turani (al n° 13). In gioventù socialista, fu tra i primi ad organizzare in città un gruppo armato per resistere all’occupazione tedesca. Il fatto più evidente in tutta la fase iniziale della Resistenza bergamasca è costituito dal diffondersi in ogni zona della provincia di gruppi di ex prigionieri alleati e di militari sbandati, a cui si uniscono via via volontari antifascisti e renitenti. La formazione “Turani” comprendeva circa 20 uomini, tra cui Giuseppe Sporchia e Cesare Consonni. Nella notte tra il 19 e il 20 novembre 1943, a seguito di azioni armate contro caserme o civili, membri della banda Turani furono arrestati. Furono processati dal Tribunale tedesco e fucilati alla caserma “Seriate” (ex Lazzaretto) Cesare Consonni, Giuseppe Sporchia e lo stesso Arturo Turani. Altri partigiani furono inviati nei campi di concentramento in Germania. Via martiri di cefaLonia Dopo l’8 settembre 1943 fu annunciato l’armistizio a Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra l’Italia e le truppe alleate. I tedeschi, con l’operazione Achse, che era volta al disarmo e alla deportazione delle truppe italiane, attaccarono la guarnigione italiana presente a Cefalonia (Divisione Acqui e altre Unità). Gli italiani si opposero al tentativo tedesco di disarmo, ma vennero massacrati: alla fine si contarono più di diecimila morti.


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1. Via Porta Dipinta (lapide) 2. Piazzale Brigata Legnano BORGO PALAZZO 3. Rocca (lapidi e monumenti) VIA VIA SA

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Via Porta diPinta (LaPide) Nel duro anno di guerra 1944 cinque giovanissimi amici del quartiere di sant’Andrea privi di lavoro entrano nel “Battaglione Volontari” al servizio dell’occupante tedesco e vengono inviati nell’Italia centrale. L’esperienza di pochi giorni nel campo di lavoro tedesco apre gli occhi ai giovani bergamaschi sulla terribile realtà del momento e i cinque decidono di fuggire e fare ritorno al nord. Catturati dai tedeschi sono a lungo interrogati e condannati a morte “a monito ed a esempio”. Vengono fatti sfilare davanti agli altri lavoratori e poi fucilati. PiazzaLe Brigata Legnano La Brigata partecipò alla guerra di Liberazione. Nell’aprile del 1944 viene inserita nella 2a brigata del Corpo Italiano di Liberazione e prende parte alla battaglia di Montelungo. Il 24 novembre 1944 entra far parte del Gruppo di combattimento della Legnano. Il gruppo si schiera sull’Appennino ToscoEmiliano, e partecipa successivamente alla liberazione di Bologna. rocca (LaPidi e monumenti) Lapidi 1. Lapide “Brigata Legnano”, inaugurata il 31 ottobre 1980 2. Lapide a ricordo degli ebrei bergamaschi deportati, inaugurata il 23 ottobre 1994 3. Lapide a ricordo del generale Umberto Utili, inaugurata il 2 maggio 1976 (in origine era sulla facciata della caserma Montelungo) 4. Lapide a ricordo del decimo anniversario della Liberazione, inaugurata il 25 aprile 1955 5. Lapide a ricordo dei caduti nella lotta contro la tirannide nazi-fascista, inaugurata il 25 aprile 1946

6. Lapide a ricordo dei perseguitati politici bergamaschi Monumenti 7. Monumento ai Caduti della prigionia dell’internamento della guerra di Liberazione e ai reduci, inaugurato il 23 ottobre 1949 8. Monumento ai Granatieri di Sardegna, inaugurato il 26 maggio 1974 9. Monumento ai caduti della Legnano e a tutti i combattenti della guerra di Liberazione 1943-45, inaugurato il 30 aprile 2007 10. Monumento ai Caduti di Cefalonia, inaugurato il 16 ottobre 1955


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Via simoncini Costantino Simoncini, Clusone 20 giugno 1918 – Bergamo 9 ottobre 1990. Laureatosi in Giurisprudenza a Milano, esercitò l’avvocatura. Ufficiale degli alpini, combatte nella II guerra mondiale sul fronte del Don, ferito e insignito di medaglia d’argento al valor militare. Attivo nella Resistenza, è arrestato e picchiato dalle brigate nere di Aldo Resmini. Sindaco di Bergamo dal 1955 al 1964, successivamente fu chiamato a presiedere la Camera di commercio di Bergamo. Via manzi Antonio Manzi, Milano 28 ottobre 1913 – Fossoli 12 luglio 1944. Tenente degli Alpini, cattolico militante, entra a far parte della Resistenza dopo l’8 settembre 1943. Intraprendente e attivissimo, tiene il collegamento tra i partigiani bergamaschi e milanesi. Catturato al Colle di Zambla su delazione mentre trasportava fucili, viene incarcerato al Collegio Baroni e seviziato. Trasferito a Fossoli è fucilato il 12 luglio 1944. Via tuLLi Ettore Tulli, Pofi (Fr) 7 settembre 1898 – Bergamo 9 settembre 1972. Antifascista, militante comunista, arrestato nel 1943 per la sua attività nella Resistenza, è condannato a morte, pena poi commutata in dodici anni di lavori forzati. Internato nel campo di Bernau, viene liberato dagli Alleati nel maggio 1945. Via gamBirasio Giacinto Gambirasio, Seriate 11 ottobre 1896 – 6

giugno 1971. Partecipa alla prima guerra mondiale. Eletto sindaco a Seriate è costretto a dimettersi dopo aver subito violenza da una squadra fascista. Direttore del “Giopì “ e della “Penna”, dopo l’8 settembre 1943 è incarcerato dai nazifascisti per la sua attività patriottica. La città di Seriate gli ha dedicato una via e la Biblioteca civica. Via amBiVeri Elisabetta “Betty” Ambiveri, Seriate 16 gennaio 1898 – 4 giugno 1962. Contribuisce alla costituzione di una delle prime formazioni partigiane bergamasche. Per la sua attività è arrestata e incarcerata prima al collegio Baroni e successivamente al carcere di Sant’Agata. Deportata in Germania nel campo di concentramento di Aichach in Baviera, si adopera nell’aiuto dei compagni di prigionia. Liberata torna a Seriate e si dedica ad opere di assistenza. Consigliere dell’Amministrazione comunale di Bergamo, nel 1961 riceve la medaglia d’oro al merito civico. A lei sono intitolati l’Istituto Professionale di Presezzo, la biblioteca di Boccaleone (Bg) e quella di Seriate. Via deLL , orto Ferruccio Dell’Orto, Milano 22 dicembre 1927 – Bergamo 8 febbraio 1945. A 17 anni, mentre tenta di disarmare un ufficiale dell’esercito di Salò, in via Pignolo, viene ferito gravemente. Trasportato per essere interrogato presso la caserma Colleoni, è seviziato, ma non fa il nome dei suoi compagni del Fronte della Gioventù. La città di Bergamo gli ha dedicato una via nella zona di Campagnola e una lapide


in via Pignolo. Il Comune di Brembate Sopra gli ha intitolato la Scuola media.

1944 è ucciso in via Mercanti a Milano dai brigatisti della legione “Ettore Muti”.

Via VaL d , ossoLa È la più conosciuta tra le repubbliche partigiane e dura dal 10 settembre al 23 ottobre ‘44. Nel suo territorio si trovano 35 comuni con 85.000 abitanti. L’esperienza amministrativo-politica impressiona le forze nemiche, e i fascisti, più di 12mila, più 500 tedeschi, il 9 ottobre iniziano la controffensiva. In breve hanno ragione delle formazioni partigiane e il 23 ottobre 1944 entrano a Domodossola, ponendo fine a questo straordinario esperimento politico. Nel 1945 alla valle fu conferita la medaglia d’oro al valore militare.

Via Paci Dante Paci, Sforzatica 28 marzo 1922 – Bergamo 21 luglio 1944. Dopo l’8 settembre 1943 è attivo a Milano alla direzione del Fronte della Gioventù. Fra gli organizzatori della Resistenza nel lecchese, è poi a capo di una banda in bergamasca. Catturato al Colle di Zambla il 16 gennaio 1944, è trasferito nelle carceri di Bergamo dove rimane per sei mesi. Il 21 luglio 1944, è fucilato dai fascisti repubblichini davanti al cimitero di Bergamo.

Via gasParini Vittorio Gasparini, Ambivere, 30 luglio 1913 – Milano, 10 agosto 1944. Nel settembre del 1943, dopo l’armistizio, decise di collaborare con la Resistenza. Organizzò a Milano un centro radiofonico clandestino. Scoperto, fu arrestato e fucilato a Piazzale Loreto il 10 agosto 1944. Medaglia d’oro al valor militare. Il comune di Ambivere gli ha dedicato una via. Via magni Vincenzo Magni, Bergamo 19 luglio 1913 – Milano 9 dicembre 1944. Presso l’oratorio dell’Immacolata, al circolo giovanile “Giuseppe Greppi”, molti antifascisti si ritrovano e partecipano attivamente alla lotta resistenziale. Tra i più conosciuti: Duzioni, Farina, Scarpellini, Nosari e Magni. Vincenzo Magni, opera nella Divisione Orobica e partecipa a numerose azioni. Il 9 dicembre

Via fLores Mario Flores, Bergamo 29 settembre 1919 – Cremona 9 settembre 1943. Iscritto al Politecnico di Milano, è sottotenente di complemento del 3° Reggimento di artiglieria a Cremona. Dopo l’8 settembre 1943 alla notizia che un’armata tedesca era entrata in Cremona, schiera i pochi uomini a sua disposizione per la difesa della caserma Manfredini. Il 9 settembre 1943 in uno scontro a fuoco, muore dilaniato da una bomba. È insignito della Medaglia d’oro al valor militare. Via cassina Angelo Cassina, Bergamo 2 aprile 1923 – 19 gennaio 1945. Arrestato nel gennaio del 1945 in via Pignolo perché sospettato di cospirazione. Tradotto in via Gallicciolli, sede della brigata di Resmini, mentre scendeva dalla camionetta tenta di fuggire ma è ucciso con una sventagliata di mitra.


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Lazzaretto L’antico edificio cinquecentesco divenne caserma “Seriate”, cioè deposito del 17° Reggimento di fanteria. È stato luogo di fucilazione di partigiani e di militari condannati dai tribunali nazisti e fascisti. Le esecuzioni avevano luogo all’esterno del Lazzaretto, muro nord, dove era il terrapieno per le esercitazioni di tiro. Qui, tra molti altri, furono uccisi i partigiani Cesare Consonni, Giuseppe Sporchia e Arturo Turani e il colonnello Guido Rampini. Due lapidi ricordano le uccisioni di Sporchia e Rampini. Via frateLLi rosseLLi I fratelli Carlo e Nello Rosselli vivono a lungo in esilio a Parigi. Fra i più importanti politici, giornalisti e attivisti dell’antifascismo italiano. Arrestati più volte e confinati a Ponza e Lipari. Carlo fugge da Lipari, fonda il movimento Giustizia e Libertà e prende parte alla guerra di Spagna. Nello fugge da Ponza e raggiunge il fratello a Bagnoles de l’Orne. Individuati dai sicari del gruppo filofascista “La Cagoule”, sono massacrati a colpi d’arma da fuoco e da coltellate il giorno 9 giugno 1937. ViaLe, santuario deLL addoLorata Al numero 6 si trova la casa dove Giovanni D’Amico è stato arrestato dai fascisti il 14 agosto 1944. Una lapide (in una casa privata) in sua memoria ricorda l’evento. Via d , amico Giovanni D’Amico, Bergamo 13 agosto 1917 – Mauthausen 31 gennaio 1945. Comitato di liberazione nazionale: “Si dichiara che il dott.

D’Amico Giovanni ha fatto parte del Comando Divisione Orobica collaborando attivamente per i partigiani ed in seguito a tale attività fu internato in Germania ove è deceduto in campo di concentramento.” Via Buttaro Mario “Bassi” Buttaro, Genova 23 luglio 1884 – Bergamo 19 agosto 1956. Dirigente amministrativo della Dalmine, aiuta renitenti alla leva, prigionieri ed ebrei ad espatriare in Svizzera. È coinvolto nell’incidente ad Algua che costa la vita a Norberto Duzioni e Giovanni Zelasco, rimanendo illeso. Durante il periodo resistenziale è a capo delle formazioni di Giustizia e Libertà. Nel 1951 è eletto presidente della Provincia di Bergamo. Il Comune di Dalmine gli ha intitolato una via. Via gaLimBerti Guido Galimberti, Chignolo d’Isola (Bg) 18 febbraio 1906 – Costa Volpino (Bg) 21 novembre 1944. Operaio antifascista, aderisce nel 1926 al Partito comunista d’Italia. Confinato a Lampedusa, Ustica e Ponza. Residente a Bergamo nel quartiere di Redona, dopo l’8 settembre 1943 organizzò una banda partigiana sui colli di Bergamo e nella primavera del 1944 entrò a far parte della 53° Brigata Garibaldi, nella squadra di Giorgio Paglia. Nella formazione gli venne affidato l’importante compito di procurare e organizzare i rifornimenti, tenendo i rapporti con la popolazione. La sua cultura politica, maturata con l’adesione al Partito comunista, ne fece all’interno della brigata un punto di riferimento, un interlocutore per i giovani. Il 17 novembre 1944 sorpreso dai militi fascisti, venne arrestato con Giorgio Paglia ed altri compagni alla Malga Lunga. Il 21


novembre 1944 venne fucilato nel cimitero di Costa Volpino. Via rossi Ernesto Rossi, Caserta 25 agosto 1897 – Roma 9 febbraio 1967. Politico, giornalista e antifascista, esponente del Partito d’azione. Condannato dal Tribunale speciale viene confinato a Ventotene, dove con Altiero Spinelli, scrive il famoso “Manifesto di Ventotene” cardine del federalismo europeo. Il 27 agosto 1943 fonda il Movimento federalista europeo. Dopo la Liberazione è sottosegretario alla ricostruzione e nel 1955 tra i fondatori del Partito radicale. Gli è stata dedicata la biblioteca dell’Istituto Commerciale Vittorio Emanuele II, dove era stato insegnante. Via mafaLda di saVoia Mafalda di Savoia, Roma 19 novembre 1902 – Buchenwald 28 agosto 1944. Figlia di Vittorio Emanuele III e di Elena di Montenegro, sposa il 23 aprile 1925 il principe tedesco Filippo d’Assia Kassel. Nel settembre 1943, alla firma dell’armistizio degli alleati, il re e Badoglio fuggono a Brindisi. Mafalda si trovava in Bulgaria per assistere il cognato Boris, re di Bulgaria, che morì poco dopo. Rientrata in Italia, viene arrestata a Roma dai nazisti e successivamente trasferita al lager di Buchenwald. Durante un bombardamento effettuato dagli alleati viene ferita e solo dopo molto tempo operata. Muore dissanguata il 28 agosto 1944. Via BoLis Don Achille Bolis, Calolziocorte 14 ottobre 1873 – Milano 23

febbraio 1944. Ordinato sacerdote nel 1896, è parroco nella chiesa di san Colombano a Valtesse e successivamente nel suo paese natale. Nel febbraio 1944 è prelevato dalla sua abitazione dai militi della banda Resmini e portato presso la Casa del fascio a Bergamo, dove viene torturato perché sospettato di aver dato rifugio nella parrocchia ad ebrei, sbandati e disertori. Trasferito a Milano presso l’Hotel Regina, è pesantemente percosso dalle SS e da brigatisti neri. Per le violenze subite muore in una cella di San Vittore. Via BoVes Dopo l’armistizio dell’8 settembre, Boves è la prima città italiana che subisce le rappresaglie dei nazifascisti. Il 19 settembre le forze tedesche al comando di Joachim Peiper mettono a ferro e fuoco il paese, reo di aver ospitato gruppi partigiani. Nell’eccidio vengono massacrate 32 persone. Il secondo eccidio avviene tra il 31 dicembre 1943 e l’inizio del 1944 e perdono la vita 59 persone. La città è insignita della medaglia d’oro al valor militare e medaglia d’oro al valor civile. Via Vacha Ettore Vacha, Livorno 1893 – Baviera 1944. Attivissimo antifascista collabora con la Banda Turani. Catturato è condannato a otto anni di lavoro forzati e muore in un lager in Baviera nel 1944.


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BRESC Percorso IA-VEN 9 EZIA TRADA A4 (E6 4) TO RINO Galmozzi 1. Via Ferruccio - TRIE STE (partenza) 2. Via Antonio Cavalli 3. Via Sereno Locatelli Milesi 4. Via Carlo Zilocchi 5. Via Don Bepo Vavassori 6. Stele campo di concentramento Grumellina

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Via gaLmozzi Ferruccio Galmozzi, Annone d’Asti 25 dicembre 1889 – Bergamo 24 aprile 1974. Laureato in medicina esercita la professione presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo. La moglie, di origini ebraiche, rimane nascosta nel periodo bellico in un istituto religioso di Gandino. Il figlio Nicola, partigiano, è arrestato e condotto a San Vittore, dove riesce a fuggire prima della fucilazione. Eletto sindaco di Bergamo nel 1946, per dieci anni amministra la città, contribuendo alla sua ricostruzione. Via caVaLLi Antonio Cavalli, Villa di Serio (Bg) 12 settembre 1889 – Calcinate (Bg) 20 dicembre 1965. Militare nella Grande Guerra, aderisce al Partito popolare. Nel corso del ventennio è perseguitato e arrestato. Nel novembre del 1944 entra nelle Fiamme verdi e ricopre il ruolo di comandante delle Brigate del Popolo: il 26 aprile 1945 è nominato dal Cln sindaco del Comune di Bergamo. Via LocateLLi miLesi Sereno Locatelli Milesi, Bergamo 28 luglio 1884 – Villa d’Almè (Bg) 5 dicembre 1946. Si laurea in Giurisprudenza a Pavia e partecipa alla vita del Ducato di Piazza Pontida e dell’Ateneo di scienze, lettere ed arti. Arrestato dai nazifascisti, dopo il 25 luglio subisce violenze fisiche e in conseguenza dei maltrattamenti muore pochi mesi dopo la Liberazione. Via ziLocchi Carlo Zilocchi, Piacenza 12 febbraio 1884 – Bergamo 9 giugno 1966. Aderente nel 1906 al Par-

tito socialista, nel 1919 è eletto deputato e riconfermato nel 1921. Laureato in Giurisprudenza a Bologna, si era trasferito a Bergamo, dove aveva aperto il suo studio di avvocato. Antifascista, sindacalista, partecipa attivamente alla Resistenza. Eletto consigliere comunale a Bergamo nel 1946. Via VaVassori Don Giuseppe Vavassori “Don Bepo”, Osio Sotto (Bg) 19 luglio 1898 – Bergamo 5 febbraio 1975. Figura storica del cattolicesimo bergamasco, durante la guerra si adoperò per aiutare ebrei, perseguitati politici, prigionieri fuggiaschi dai campi di concentramento e partigiani, ospitandoli nella casa del Patronato San Vincenzo a Santa Brigida. Fondatore del Patronato San Vincenzo a Bergamo in via Gavazzeni. ex-camPo di concentramento grumeLLina Il campo di concentramento della Grumellina (Campo P.G. n° 62 di Grumello del Piano) fu un campo per prigionieri di guerra dall’agosto 1941 al settembre 1943. La maggior parte erano prigionieri jugoslavi, successivamente inglesi. La Resistenza aiutò molti di loro a fuggire in Svizzera, altri entrarono nelle formazioni partigiane.


g. vavassori

f. galmozzi

s. locatelli milesi

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Le LaPidi (raffigurate nel loro stato attuale di conservazione)

1. Lapide Vincenzo Magni (vicolo Bancalegno), percorso 2, inaugurata il 10/12/1950

2. Lapide alla Stazione ferroviaria, percorso 2, inaugurata il 25/4/2005

3. Lapide in via Gallicciolli, percorso 2, inaugurata il 27/5/1962

4. Lapide al Lazzaretto, percorso 4, inaugurata il 24/4/1998

5. Lapide al Lazzaretto, percorso 4, inaugurata il 25/4/2005

6. Lapide al Collegio Baroni (via Pignolo), percorso 5, inaugurata il 27/5/62


7. Lapide Consonni (via S. Tomaso), percorso 5, inaugurata il 25/4/1951

8. Lapide Turani (Via Pignolo), percorso 5, inaugurata il 24/4/2005

9. Lapide Dell’Orto (via Pignolo), percorso 5

10. Lapide in Porta Dipinta, percorso 6, inaugurata il 28/6/1946

11. Lapide Brigata Legnano (Rocca), percorso 6, inaugurata il 31/10/1980

12. Lapide Ebrei (Rocca), percorso 6, inaugurata il 23/10/1994


13. Lapide generale Utili (Rocca), percorso 6, inaugurata il 2/5/1976

14. Lapide per il X anniversario Liberazione (Rocca), percorso 6, inaugurata il 25/4/1955

15. Lapide ai “Patrioti” (Rocca), percorso 6, inaugurata il 25/4/1946

16. Lapide ai “perseguitati politici” (Rocca), percorso 6

17. Lapide Giovanni D’Amico (casa privata, Viale dell’Addolorata), percorso 8

18. Lapide in via Leone XIII, percorso 8


19. Lapide all’ex-campo Grumellina (via delle Rose, Lallio, Bg) , percorso 9, inaugurata il 25/4/2008

20. Lapide “Assemblea Costituente” (palazzo Frizzoni), inaugurata il 2/6/2006

21. Lapide a Ferruccio dell’Orto (ITCS Vittorio Emanuele)

25. Lapide Ernesto Rossi (ITCS Vittorio Emanuele), inaugurata il 26/5/1984

23. Lapide a Norberto Duzioni (Imiberg, via S. Lucia), inaugurata il 30/9/1951

24. Lapide a ricordo dei 22 bambini (palazzo Frizzoni), inaugurata il 27/1/2007


22. Lapide in via Duzioni (auditorium di piazza della LibertĂ ), inaugurata il 24/4/05

26. Lapide per i caduti della guerra di Liberazione (Chiesa di Sudorno)

27. Lapide ai caduti della Resistenza (Chiesa di Sudorno)

28. Lapide alla Divisione italiana partigiana Garibaldi (Chiesa di Sudorno)

29. Lapide alla Divisione Acqui (Chiesa di Sudorno)

30. Lapide presso l’Oratorio dell’Immacolata (via Greppi)


i monumenti

1. “Monumento al partigianoâ€? di Giacomo ManzĂš (piazza Matteotti), percorso 1, inaugurato il 25/04/1977

2. Monumento al generale Utili (Campo Utili, via Baioni), percorso 4, inaugurato il 27/05/1985


3. Divisione Acqui (Rocca), percorso 6, inaugurato il 31/10/1980

4. Granatieri di Sardegna (Rocca), percorso 6, inaugurato il 26/05/1974

5. Monumento ai Caduti della prigionia, dell’internamento, della guerra di Liberazione e ai reduci (Rocca), percorso 6, inaugurato il 23/10/1949


6. Corpo italiano Liberazione (Rocca), percorso 6, inaugurato il 30/04/2007

7. Monumento ai caduti nell’insurezione (via Longuelo) inaugurato il 25/04/1948


8. Monumento al Deportato (Cimitero di Bergamo)

9. Monumento a Ferruccio Galmozzi (Santuario dell’Addolorata, viale Addolorata)

10. Monumento “Redona ai suoi caduti” (via Leone XIII), inaugurato il 08/06/1958


ringraziamenti La presente pubblicazione è stata resa possibile grazie all’aiuto di: Angelo Bendotti, presidente Isrec Elisabetta Ruffini, direttrice Isrec Luciana Bramati, vicepresidente Isrec Elisa Pievani, collaboratrice Isrec Elisabetta Zonca, bibliotecaria Isrec Luca Guaschetti, bibliotecario A. Mai Clelia Chiarolini, bibliotecaria A. Mai Albrizio Franchino, assistente di biblioteca A. Mai Giorgio Nesossi, bibliotecario A. Tiraboschi Laura Boni, bibliotecaria A. Tiraboschi Mariuccia Gotti, responsabile Centro socio-culturale di via Pignolo Patrizio Daina, biblioteca Museo scienze naturali Cristina Mosconi Elena Franchioni Cristoforo Molteni Claudio Nespoli Armando Casati Ettore Maffi

informazioni sui Percorsi Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea via T. Tasso 4 | Bergamo | 035 23 88 49 www.isrec.it | info@isrec.it


di seguito L , eLenco deLLe Vie che hanno camBiato denominazione neLL , immediato doPoguerra Largo Adua " Largo Bortolo Belotti (2 aprile 1947) Via Martiri Fascisti " (28 maggio 1945)

Via Partigiani

Via Monte Ortigara " Via Ezio Zambianchi (2 aprile 1947) Via XXIII Marzo " Via Giovanni e Rodolfo Zelaso (28 maggio 1945) Piazza Littorio " Piazza LibertĂ (28 maggio 1945)

Le date di intitoLazione di aLcune Vie Via Norberto Duzioni, il 2 aprile 1947 Passaggio Pierantonio Cividini, 23 maggio 1972 Passaggio Mario Zeduri, inaugurato, 19 giugno 1964 Passaggio Roberto Bruni, il 19 giugno 1964 Passaggio Don Antonio Seghezzi, il 19 giugno 1964 Via Guido e Giorgio Paglia, il 6 aprile 1956 Via Fosse Ardeatine, il 5 febbraio 1967

Piazza Ettore Muti " Piazza Giacomo Matteotti (28 aprile 1945)

Via Anna Frank, il 5 febbraio 1967

Piazza della Serenissima " Piazza della Repubblica (9 settembre 1963)

Via Costituzione, il 9 dicembre 1963

Via delle Scuole " Via Vittorio Gasparini, 15 marzo 1946 Via XXI aprile " Via Angelo Cassina, 6 aprile 1956 Via Abbi Addi " Via Guido Galimberti, 15 marzo 1946

Via Don Minzoni, il 5 febbraio 1967 Piazza Varsavia, il 9 dicembre 1963 Via Lidice, il 9 dicembre 1963 Via Salvo D’Acquisto, 23 maggio 1972 Via Corpo italiano di Liberazione, 7 maggio 1973 Via Padre Massimiliano Kolbe, 23 luglio 1972 Via Antonio Gramsci, 27 aprile 1951 Parco Fratelli Locatelli, 5 febbraio 1967 Via Marzabotto, 10 marzo 1964 Via Fossoli, 10 marzo 1964


Via Giuseppe Sporchia, 9 dicembre 1963 Via Arturo Turani, 9 dicembre 1963

Via Ettore Vacha, 9 dicembre 1963 Le nuoVe intitoLazioni

Per il 70° della Resistenza, 25 aprile Via Adolfo Barnaba, 9 dicembre 1963 2015, l’Amministrazione comunale Via Guido Rampini, 9 dicembre 1963 intitola: Via Bruno Buozzi, 9 dicembre 1963

1.

Giardini XXV aprile (dove si trova il Monumento al Partigiano di G. Manzù)

2.

Targa a Ezio Zambianchi nel Famedio di Bergamo

Via Andrea Ghezzi, 9 dicembre 1963 Via Martiri di Cefalonia, 9 dicembre 1963

Via Costantino Simoncini, 12 febbraio 3. 1985 Via Antonio Manzi, 9 dicembre 1963 Via Ettore Tulli, 12 febbraio 1985 Via Giacinto Gambirasio, 12 febbraio 1985 Via Betty Ambiveri, 12 febbraio 1985 Via Ferruccio Dell’Orto, 16 luglio 1961 Via Val d’Ossola, 28 febbraio 1964 Via Vincenzo Magni, 28 febbraio 1964 Via Dante Paci, 16 luglio 1961 Via Mario Flores, 6 aprile 1956 Via Fratelli Rosselli, 16 luglio 1961 Via Giovanni D’Amico, 9 dicembre 1963 Via Mario Buttaro, 10 maggio 1976 Via Don Achille Bolis, 9 dicembre 1973 Via Boves, 10 marzo 1964

4.

Parco dei Giusti (ex parco del Galgario) Parco “Mario Invernicci” (Colognola, via dell’Azzanella)

l’Amministrazione Provinciale: 5.

Piazzale Fratelli Cornelia e Bruno Quarti (cortile del Palazzo della Provincia di Bergamo).




strade

Antifascismo e Resistenza nella toponomastica di Bergamo

Il filo di Arianna Š 2015 Isbn 978-88-96119-18-1 Ricerca e fotografie a cura di Paolo Rizzi progetto grafico e illustrazioni di Dario Carta | www.dariocarta.com

In collaborazione con

Con il sostegno di

Finito di stampare nel mese di aprile 2015 da Ecogreenstampa Bergamo su carta FSC


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