IM SPECIALE n. 208

ANNO 25 - NUMERO 208 - AGOSTO 2021 - SPED. IN ABB. POST. 45% - ART. 2 C.20/B LEGGE 662/96

La storia di tre amici d’infanzia

che si sono ritrovati dopo 50 anni, e insieme hanno risolto i loro problemi di economia professionale

AUTO E TASSE

QUANTO MI COSTA L’AUTO AZIENDALE

GIULIANO LATUGA 1

Direttore Responsabile Giuliano Latuga direzione@businesscar.it Redazione Silvia Gironi redazione@isomotori.it Grafica e impaginazione Enrico Cigolla enricocigo@gmail.com Web Tatiana Tinti t.tinti-grafica@businesscar.it Promozione e pubblicità Tel. 051.60.14.990 Registrazione N°6591 del 02/08/1996 Tribunale di Bologna

COLLAUDI - REVISIONI - OMOLOGAZIONI - ALLESTIMENTI

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Questa è la storia di tre amici cresciuti nel rione Savena a Bologna.

Erano compagni di scuola fin dalle scuole elementari e, anche alle scuole medie, per uno strano destino, hanno condiviso la stessa aula. È la storia, ora, di tre uomini adulti che hanno intrapreso strade diverse.

Di Giuliano Latuga Coautore AUTO & TASSE

Si chiamano Giuliano, Giampiero e Nicola, e le loro storie potrebbero essere quelle di chiunque legga questo libro.

A distanza di oltre quarant’anni si sono per caso ritrovati e si sono raccontati

N

icola vive da anni a Budrio, un centro cittadino non molto distante da Bologna, il capoluogo emiliano, ed ha uno studio tecnico: ha raggiunto l’ambito traguardo (tanto sognato all’epoca da sua madre) di diventare ingegnere. Giampiero, invece, vive a Bologna e ha un ambulatorio medico, sulle orme del padre che a sua volta faceva lo stesso mestiere. È stato certamente il più posato e sereno dei tre amici, il più bravo dei tre a scuola, sempre pronto a darti una mano.

Infine Giuliano, nato all’estero ma rientrato in Italia piccolino, figlio di un ex macellaio a cui la guerra ha rovinato in parte i sogni di lavoro e per necessità familiare si è ritrovato a tagliare bistecche, anziché seguire una promettente carriera in una compagnia telefonica. Giuliano fino ai 21 anni ha vissuto alla giornata, facendo qualsiasi lavoro gli capitasse.

Cosicché, una volta diplomato, si mise subito all’opera in uno studio di consulenza automobilistica. Durante il periodo militare, per passare qualche giorno a casa, decise di partecipare ad un concorso indetto dalle Ferrovie dello Stato per diventare tecnico per la manutenzione delle strutture edili.

Incredibile ma vero, entrò tra i vincitori del concorso ma, per una serie di punteggi che venivano assegnati a concorsisti con problemi familiari, si ritrovò primo degli esclusi. La direzione, nel comunicargli questa notizia, gli disse di pazientare qualche tempo perché sicuramente nel giro di pochi mesi sarebbe stato chiamato per sostituire qualche vincitore di concorso che certamente avrebbe chiesto il trasferimento. Così, per due anni svolse altre attività a cominciare, appunto, dallo studio di consulenza. Dei tre era certo il più “precario”, ed era l’unico che, al ritorno dal servizio di leva, non sapeva quale sarebbe stato il suo lavoro futuro.

Dopo i primi anni delle superiori i tre amici, che avevano intrapreso indirizzi diversi, si persero di vista e per tantissimo tempo non ebbero più alcun modo di incontrarsi e rivedersi. Nicola mise su famiglia e si spostò nella piccola cittadina della provincia, mentre Giampiero era sempre più impegnato con la sua specializzazione medica e restò nella casa dei suoi familiari. Giuliano era alle prese con la grave malattia che aveva colpito sua madre. La sua perdita gli lasciò un profondo vuoto nell’animo, 4

ma non per questo perse la sua voglia di imparare a fare cose sempre nuove.

Un giorno, appena tornato dal servizio militare, un amico che doveva partire a sua volta per i 12 mesi di naia gli chiese se era disposto a sostituirlo nell’attività di famiglia: uno studio di consulenza automobilistica.

Giuliano accettò.

Nel frattempo Nicola entra, ancora laureando, in uno studio tecnico ingegneristico, e dimostra sin da subito di avere la stoffa del libero professionista. Tanto è vero che da lì a poco entra in società con il titolare dello studio.

Ecco che a questo punto i nostri amici si trovano nella fase in cui si prendono le decisioni più importanti della vita; hanno tutti superato la maggiore età ed il futuro gli si sta aprendo davanti. Certamente sia Giampiero che Giuliano sono alle prese con situazioni difficili e diametralmente opposte.

Giampiero con la scelta della specializzazione, combattuto tra il seguire la strada paterna, o il suo cuore, che lo spinge a scegliere un’altra specializzazione. Alla fine, vince la volontà del padre.

Così Giampiero inizia a fare un lavoro che non gli dà nessuna soddisfazione. Giuliano, invece, aveva accettato di sostituire l’amico durante il periodo del servizio militare nello studio di consulenza automobilistica; durante questo periodo gli capitò di intuire quale poteva essere la sua strada: il mondo delle omologazioni automotive.

Capitò nei primi giorni della sua nuova esperienza: si presentò in studio un potenziale cliente con un problema abbastanza originale: omologare un camper.

Oggi il camper si dovrebbe definire, come da Codice della Strada, autocaravan; ma tant’è che questo signore si era recato presso un’officina di Serramazzoni, in provincia di Modena, per allestire un furgone quale camper, e nessuno sapeva come si dovesse fare per omologarlo. Così il proprietario del mezzo, che abitava in zona, si rivolse allo studio di pratiche in cui lavorava Giuliano per risolvere il problema. L’unica cosa di cui disponeva erano i disegni dell’allestimento ed una descrizione dei lavori eseguiti.

Le ragazze al front office dello studio, davanti ad una richiesta del genere, non sapevano nemmeno cosa rispondere e passarono la patata bollente a Giuliano. Il ragazzo non si perse d’animo, esaminò i documenti che il potenziale cliente gli aveva sottoposto e chiese se poteva tenerli per qualche giorno per verificare se i lavori fossero in linea con le normative previste per quel tipo di intervento.

L’intraprendenza del ragazzo (nemmeno lui sapeva cosa si dovesse fare) lo spinse, la mattina seguente, a presentarsi in Motorizzazione, all’ufficio tecnico, gestito a quel tempo dal signor Moruzzi, una persona gentile e sempre disponibile. Gli presentò il caso ed il signor Moruzzi gli rispose che era fortunato. La nuova e completa normativa sui “camper” era 5

stata emanata proprio poche settimane prima ed egli aveva ricevuto l’avviso ed il contenuto solo pochi giorni prima. Preparò una copia della normativa e la consegnò a Giuliano e gli suggerì tutti i passaggi da seguire per ottenere l’autorizzazione al collaudo, che a quel punto sarebbe stato un pro forma. Nel pomeriggio Giuliano passò molto tempo a studiare la normativa e a confrontarla con le descrizioni dei lavori eseguiti dall’officina. Si accorse che, a parte qualche piccolo particolare da sistemare, il lavoro rispondeva alla normativa vigente e così, il giorno successivo, quando incontrò il cliente, gli disse che era disposto ad assumere l’incarico di presentare il progetto in Motorizzazione; concordò le piccole modifiche da fare e fissò il suo compenso, che il cliente accettò.

Qualche giorno dopo aver presentato la pratica alla Direzione Provinciale della Motorizzazione Giuliano fu convocato dal vice direttore, l’ing. Silvani. Era una figura oltre i sessanta anni con un fare autorevole, ma gentile, che andò subito al punto, rivolgendosi al ragazzo:

“Lei ha intenzione di fare questo mestiere?” (Il progettista per l’omologazione di autoveicoli) Il ragazzo titubante e palesemente in soggezione, accennò ad una specie di affermazione. L’anziano dirigente lo incalzò dandogli un consiglio:

“Lavoro in questo settore da oltre 40 anni e quando sono entrato in questa amministrazione un ingegnere che allora aveva la mia età attuale mi diede un consiglio che ora giro a Lei, se intenderà proseguire in questa carriera.

Non ceda mai a nessun compromesso, con nessuno, dentro e fuori da questi uffici. Io ho seguito questo consiglio e sono arrivato a questa età sereno e tranquillo, quando molti miei colleghi se la stanno passando anche molto male per aver ceduto alle lusinghe. Ora questo consiglio lo giro a Lei. Ne faccia buon uso.”

Come avrete capito, il protagonista della nostra storia è Giuliano; ma anche Giampiero e Nicola dimostreranno di essere persone serie ed affidabili, con un preciso progetto, e partecipano a questa storia. Ecco dunque Giuliano davanti ad un bivio: da un lato, aspettare il posto sicuro alle Ferrovie dello Stato (forse oggi sarebbe già in pensione) e, dall’altro, scegliere la possibilità di esercitare la libera professione, come Nicola e Giampiero. Le attività dei suoi amici si sono nel tempo “appiattite” nel mantenere i rapporti con i clienti già acquisiti dagli studi dove avevano iniziato a lavorare.

Giuliano, invece, la clientela se la sarebbe dovuta cercare ex novo, ma aveva capito che in quel settore c’era una possibile linfa vitale da cui abbeverarsi con piena soddisfazione personale. Alla fine degli anni ‘70 le persone cominciarono a capire la differenza tra una vacanza in tenda e la roulotte e quella con un camper.

Il Ministero dei Trasporti proprio nel 1977 emanò la circolare n.10 del 9 febbraio che stabiliva tutti i criteri di come si doveva realizzare un autocaravan (camper).

All’inizio degli anni 80 ci fu un boom di richieste di omologazione dei furgoni allestiti in camper, come nel caso in questione. Le imprese che in origine erano prevalentemente delle falegnamerie si riconvertirono ed iniziarono a produrre 6

camper cosiddetti “puri “(cioè nascono allestendo negli interni un furgone). Molti carrozzieri si misero a trasformare i furgoncini Fiat 238 in camper attraverso l’installazione di una roulotte al posto del cassone. È così che sono nati nuovi marchi, che si sono affiancati a quelli dei produttori di roulotte, che oggi sono famosissimi costruttori soprattutto di autocaravan, come Laika, Arca, Elnagh, Adria, Hymer, Mobilvetta, Rimor, Westfalia e Roller. Ancora oggi questi mezzi scorrazzano per le nostre strade quale simbolo di libertà.

Fu così che lo studio tecnico di Giuliano, specializzatosi in omologazioni di camper, iniziò un percorso virtuoso nel campo delle omologazioni e degli unici esemplari per la regolarizzazione di queste case su 4 ruote.

Attento a tutto quello che gli ruotava intorno, allargò le sue possibilità di produrre “approvazioni” (così generalmente si chiamano i collaudi in unico esemplare) anche per allestitori di veicoli industriali che dovevano sottoporre al vaglio ministeriale, previa elaborazione di una perizia tecnica, un ribaltabile, piuttosto che una gru, oppure una sponda montacarichi posteriore, e così tante altre tipologie di allestimenti.

Allo stesso tempo, mentre avanzava il boom dei camper, un’altra procedura che comportava l’approvazione in unico esemplare cominciava a farsi largo: “le trasformazioni da autovettura ad autocarro”. Migliaia di pratiche, che resero Giuliano quello che si chiama un esperto del settore.

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Ed ecco che finalmente gli amici si ritrovano

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icola contatta Giuliano, che era molto conosciuto nel campo, per informazioni su come risolvere un problema che lo attanaglia da anni e che gli ha sempre privato del gusto di comprarsi un’automobile nuova. Nicola ha saputo che è possibile trasformare un’autovettura come il Range Rover in autocarro. Con questa trasformazione il suo autoveicolo diventa strumentale, e quindi deducibile, al 100%.

Ora forse poteva sperare e si era rivolto a Giuliano con Fino a quel momento Nicola aveva sempre fiducia. Un primo momento comprato auto dal valore molto basso perché, di reciproca euforia, ritrovarsi considerata la perdita del 60% sull’IVA e dell’80% dopo così tanti anni, è sull’imponibile, non poteva permettersi di un’emozione irripetibile dissanguare le risorse economiche del suo studio che ti fa mancare il fiato. per l’acquisto di un’auto che d’altra parte avrebbe Purtroppo però la risposta fatto bene all’immagine del suo ufficio quale mezzo di Giuliano alla domanda di di rappresentanza.

Nicola inizialmente fu una mazzata: era negativa per due motivi. Primo, perché anche se si effettuasse la trasformazione da autovettura ad autocarro, il veicolo non sarebbe, dal punto di vista fiscale, considerato strumentale in quanto una serie di limitazioni che l’Ufficio delle Entrate ha imposto con un decreto dirigenziale del 2006 ne hanno limitato la fattibilità.

Infatti, le limitazioni sono da considerare singolarmente e sarebbe sufficiente che una di queste risultasse incompatibile con le necessità di Nicola per rendere la trasformazione fattibile.

Quali sono queste limitazioni (paletti) chiede Nicola?

1) Il numero dei posti: se sei disposto a rinunciare a tutti i posti posteriori, rimanendo disponibili solo quelli anteriori, allora l’allestimento è fattibile.

Dopo averci pensato su nemmeno tanto dice: “No, almeno 4 posti mi servono”.

Quindi questa limitazione non è stata superata, e si passa a quella seguente.

2) Il codice di carrozzeria non può essere F0 = Furgone. Infatti, per esempio, un pick up anche a 5 posti come l’Amarock della VW ha il codice carrozzeria 9

Range Rover del 2010

K0 = Cassone che è diverso da F0 = Furgone, pertanto quello è fattibile, ma un Range Rover, una volta reso autocarro, acquista il codice carrozzeria F0 = Furgone; pertanto anche sulla seconda limitazione siamo deficitari, non ci resta che sperare nella terza ed ultima possibilità.

3) Il decreto dirigenziale dell’UdE stabilisce che il rapporto fra potenza massima (che è rilevabile dal codice P2 della carta di circolazione) e la portata massima in tonnellate deve essere = o inferiore a 180.

Dalla descrizione dei dati tecnici della Range Rover del 2010 emerge che:

“

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Al posto del precedente V8 4.2 da 396 CV, la nuova Range Rover 2010 propone il nuovo LR-V8 con cilindrata di 5 litri, sempre sovralimentato, ma ora dotato di un più evoluto compressore volumetrico Eaton di sesta generazione con sistema Twin Vortex. I 510 CV e i 625 Nm di questo nuovo motore rappresentano un miglioramento del 29% in termini di potenza e del 12% in coppia rispetto al predecessore di 4,2 litri, mentre il consumo di carburante si riduce del 6,9% e le emissioni di CO2 fanno segnare un -7,4%. L’inedito V8 Supercharged, lo stesso utilizzato dalla Jaguar XF-R, risponde alla normativa Euro 5 ed è stato adattato e impermeabilizzato per il gravoso impiego in fuoristrada. La velocità massima è di 225 km/h, per l’accelerazione “0-100” sono sufficienti 6,2 secondi, i consumi combinati si attestano sui 14,9 l/100 km e le emissioni di anidride carbonica sui 348 g/km. L’alternativa diesel è costituita dalla conosciuta unità TDV8 3.6, la versione biturbo da 272 CV (corrispondenti a 200 kW) e 640 Nm che permette di raggiungere i 209 km/h, accelerare da 0 a 100 km/h in 9,2 secondi, consumare mediamente 11,1 l/100 km ed emettendo 294 g/km di CO2.

Ovviamente ci sono altri modelli con altre potenze, ma Giuliano deve rispettare le richieste di Nicola.

“ “

Il peso a pieno carico supera i 2.800 kg con una portata di 545 kg che in tonnellate è = 0,545 t

Ora possiamo eseguire il calcolo che ci richiede l’Ufficio delle Entrate = 200/0,545 = 367, decisamente siamo a più del doppio del limite consentito.

Prendendo anche la versione che ha 130 kW avremmo 130/0,545 = 238, più alto del limite di 180.

Ecco cosa succede se scegli un’autovettura con potenze che superano i 110 Kw: la conseguente trasformazione autocarro diventa inutile perché per l’Ufficio delle Entrate rimane fiscalmente un’autovettura e non un bene strumentale. Il secondo motivo per cui Nicola a quel tempo non poteva acquistare un Range Rover del 2010 risiede nel fatto che, anche si fosse rientrati in uno dei tre vincoli imposti dall’UdE (ad esempio accontentandosi di 2 posti) il veicolo sarebbe diventato un autocarro e quindi bene strumentale ai fini fiscali, ma con una appendice importante da riscontrare: strumentale per inerenza.

Quell’inerenza stabilisce un altro limite molto importante Stabilisce che il veicolo, per essere strumentalmente inerente, deve essere utile ai fini della costruzione del reddito d’impresa come stabilito dall’articolo 109 comma 5 del TUIR. In questo caso, per chiarire il concetto, se prendiamo ad esempio un’autobetoniera, essa sicuramente è un bene strumentale, come l’autocarro di Nicola, ma se a comprarla è un macellaio diventa dura provare all’UdE che si tratta di un grosso tritacarne.

In sostanza, per un libero professionista a cosa servirebbe ai fini del proprio lavoro un mezzo per trasporto merci, a cosa servirebbe, non certo a trasportare i disegni! Non è credibile ed è facilmente attaccabile. A tale proposito è stato posto un interpello da un notaio all’UdE per sapere se fosse possibile dedurre una Fiat Panda in autocarro.

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Interpello Notaio per autocarro Risoluzione 244 del 23.07.02 OGGETTO Interpello n. /2002 Art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. XY- Articoli 50, DPR 22 dicembre 1986, n. 917 e 19 bis 1, D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633.

Testo Con istanza di interpello del 27 marzo 2002, inoltrata ai sensi dell’articolo 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212 e indirizzata alla Direzione Regionale ......, il Sig. XY ha chiesto un parere in merito all’esatta applicazione dell’art. 50 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n.

917concernente “determinazione del reddito di lavoro autonomo” e dell’art.19-bis 1 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, concernente “esclusione o riduzione della detrazione” dell’Iva “per alcuni beni e servizi”.

Esposizione del quesito Il Sig. XY, esercente l’attività di notaio, intende acquistare un veicolo da utilizzare ai fini dello svolgimento della propria attività professionale. In particolare, intende immatricolare il suddetto veicolo come autocarro, ai sensi della lettera d) dell’art. 54 del C.d.S., in quanto destinato “al trasporto di cose e delle persone addette all’uso o al trasporto delle cose stesse”.

In particolare l’istante sostiene che tale veicolo gli occorre in ragione della sua attività, per lo svolgimento della quale ha necessità di trasportare “con notevole frequenza documentazione da e verso Pubblici Uffici, nonché da e verso soggetti privati. Ha inoltre esigenza di provvedere talvolta al trasporto di forniture necessarie alla propria attività”.

Chiede, pertanto, di conoscere se possa interamente dedurre i relativi costi di acquisto ed utilizzo e detrarre l’imposta ad essi relativa.

Soluzione interpretativa prospettata dal contribuente L’istante ritiene possibile, in quanto compatibile col principio di inerenza e con la normativa vigente, dedurre integralmente ai fin dell’Irpef i costi relativi all’acquisto nonché’ quelli relativi all’uso del veicolo, quali, ad esempio, le spese sostenute per il carburante o la manutenzione del veicolo stesso e detrarre la relativa imposta. Parimenti ritiene possibile operare l’integrale detrazione dell’Iva assolta o addebitata per rivalsa in relazione alle predette spese.

Parere dell’Agenzia delle Entrate al contribuente istante Al fine di dare corretta risposta al quesito bisogna prendere in considerazione, oltre all’art. 50, comma 1, relativo alla “determinazione del reddito di lavoro autonomo”, l’art. 121-bis del Tuir e l’art. 19-bis 1, comma 1, lett. c), del D.P.R.26 ottobre 1972, n. 633, come integrato dall’art. 30 della l. 23 dicembre 2000, n. 388.

L’art. 50, comma 1, del Tuir afferma che “il reddito derivante dall’esercizio di arti e 12

professioni è costituito dalla differenza tra l’ammontare dei compensi in denaro o in natura percepiti nel periodi di imposta, anche sotto forma di partecipazione agli utili, e quello delle spese sostenute nel periodo stesso nell’esercizio dell’arte o della professione...”

La disciplina contenuta nell’art. 121-bis del Tuir, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, concernente “limiti di deduzione delle spese e degli altri componenti negativi relativi a taluni mezzi di trasporto a motore, utilizzati nell’esercizio di imprese, arti e professioni”, trova applicazione esclusivamente nei riguardi di taluni mezzi di trasporto a motore individuati dalla norma stessa.

In particolare, con riferimento agli autoveicoli, la norma in commento individua dei limiti di deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi, solo per le autovetture e gli autocaravan, di cui alle lettere a) ed m) dell’articolo 54 del d.lgs. 30 aprile 1992, n.

285 (nuovo Codice della Strada).

Per gli altri autoveicoli, non espressamente individuati dalla norma, è, invece, consentita l’integrale deducibilità nella determinazione del reddito sempre che risulti soddisfatto il principio generale dell’inerenza, che, per quanto riguarda i professionisti, è ricavabile dall’art. 50, comma 1, del Tuir, il quale richiede che “i beni di cui si tratta siano impiegati nell’esercizio dell’arte o della professione”.

Deve, pertanto, sussistere un rapporto di diretta inerenza tra l’utilizzo del veicolo e l’esercizio dell’attività professionale (cfr. Circolare n. 48 del 10 febbraio 1998).

Riguardo, poi, al diritto alla detrazione dell’Iva, occorre far riferimento innanzitutto al disposto dell’art. 19-bis 1 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633.

Tale articolo, in deroga ai principi di carattere generale indicati nei precedenti articoli 19 e 19-bis, prevede, per alcuni beni e servizi limitazioni generalizzate al diritto alla detrazione.

In particolare, relativamente agli autoveicoli, la lett. c) dell’art. 19-bis 1 prevede che “l’imposta relativa all’acquisto o all’importazione di ciclomotori, di motocicli e di autovetture e autoveicoli indicati nell’articolo 54, lettere a) e c) del decreto legislativo 30 aprile 1992, n.285... che non formano oggetto dell’attività propria dell’impresa, e dei relativi componenti e ricambi, nonché alle prestazioni di servizi e a quelle di impiego, custodia, manutenzione e riparazioni relative ai beni stessi, non è ammessa in detrazione salvo che per gli agenti o rappresentanti di commercio”.

L’art. 30, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, ha precisato che, a decorrere dal 1 gennaio 2001, “l’indetraibilità dell’imposta sul valore aggiunto afferente le operazioni aventi per oggetto ciclomotori, motocicli, autovetture e autoveicoli di cui alla lett. c) del comma 1 dell’art. 19-bis 1 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633”, limitatamente all’acquisto, all’importazione e all’acquisizione mediante contratti di locazione finanziaria, noleggio e simili di detti veicoli è ridotta al 90 per cento del relativo ammontare ed al 50 per cento nel caso di veicoli con propulsori non a combustione interna.

Per le cessioni dei veicoli per i quali l’imposta sul valore aggiunto è stata detratta dal cedente solo in parte a norma del comma 4, la base imponibile è assunta per il 10 per cento ovvero per il 50 per cento del relativo ammontare nel caso di veicoli con propulsione non a combustione interna.

La disciplina Iva non individua, invece, nessun tipo di limitazione di detraibilità per gli 13

autoveicoli di cui alla lettera d) dell’art. 54 del C.d.S. Pertanto, per essi si applicherà la disciplina generale di cui all’art. 19 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 che prevede che “è detraibile dall’ammontare dell’imposta relativa alle operazioni effettuate, quello dell’imposta assolta o dovuta dal soggetto passivo o da lui addebitata a titolo di rivalsa in relazione ai beni ed ai servizi importati o acquistati nell’esercizio dell’impresa, arte o professione”.

Dalla lettura delle richiamate disposizioni si ricava che, poiché le limitazioni alla deduzione Irpef e alla detrazione Iva previste, rispettivamente dall’art. 121-bis del Tuir e dell’art. 19-bis 1 del D.P.R. n. 633/72 (letto in connessione con il richiamato art. 30 della l. n. 388 del 2000) non operano in relazione ai veicoli di cui alla richiamata lettera d) dell’art. 54 del C.d.S., la spettanza o meno delle predette deduzioni Irpef e detrazioni Iva, nel caso in esame va valutata esclusivamente in relazione alla sussistenza o meno del requisito dell’inerenza. Affinché l’istante possa dedurre integralmente dal reddito la spesa sostenuta per l’acquisto del veicolo e gli altri componenti negativi di reddito ad esso correlati, è necessario che vi sia un rapporto di stretta inerenza tra l’attività di notaio, dallo stesso esercitata e l’utilizzo del veicolo immatricolato quale “autocarro”.

Identica condizione deve essere verificata in relazione alla detrazione Iva. Al riguardo, la scrivente ritiene, in linea generale, che non sia possibile riscontrare un nesso di diretta strumentalità tra l’utilizzo di un autocarro e lo svolgimento di un’attività professionale, quale quella notarile, che si caratterizza logicamente per il fatto di fondarsi sull’applicazione di energie intellettuali da parte del prestatore del servizio e che viene normalmente esplicata in ambienti organizzati in ufficio.

Per quanto riguarda la necessità, invocata dall’istante, di trasportare frequentemente documenti, si fa presente che, a parte il fatto che l’introduzione di procedure telematiche per la registrazione degli atti sta riducendo il movimento dei supporti cartacei, risulta francamente difficile ipotizzare che la quantità di fascicoli da trasportare richieda addirittura l’utilizzo di veicoli attrezzati per il trasporto professionale di merci.

Poiché nel caso di specie, sulla base degli elementi di fatto rappresentati alla scrivente non è stato individuato uno stretto rapporto di strumentalità tra l’esercizio dell’attività di notaio e l’utilizzo del bene, deve ritenersi esclusa per l’istante la possibilità di fruire, anche parzialmente, delle deduzioni Irpef e delle detrazioni Iva relativamente all’acquisto e all’uso del veicolo immatricolato quale autocarro.

La risposta di cui alla presente Risoluzione, sollecitata con istanza di interpello presentata alla Direzione Regionale..., viene resa dalla scrivente ai sensi dell’articolo 4, comma 1, ultimo periodo del decreto ministeriale 26 aprile 2001, n. 209.

Nicola davanti a queste chiusure normative si era notevolmente demoralizzato.

Il sogno che stava già accarezzando da qualche tempo, potere avere finalmente un’auto aziendale di prestigio, era da accantonare.

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Guerrini dott. Piersante Specialista in medicina dello sport | Ecografista muscolo scheletrico Mesoterapia antalgica | Direttore Centro Fisioterapico e di medicina sportiva Ambulatorio Sant’Agata sul Santerno

Via della libertà 5 | tel. 3495207717 | tel. 054545517 15

Ma Giuliano aveva in serbo un’arma potentissima per accontentare il suo amico

D

al 1997 nell’ambiente è soprannominato “il papà degli autoveicoli speciali per usi aziendali”. Disse a Nicola: “Non devi per forza trasformare il tuo Range Rover in autocarro, lo puoi trasformare in un autoveicolo ad uso speciale Businesscar.it”. La risposta, ovviamente incuriosita, ma piena di fiducia, ben riposta, fu: ”Cosa vuol dire trasformare l’auto in autoveicolo speciale?”.

“Vuol dire che, anziché trasformare la tua vettura in un mezzo per trasporto di sole cose come si definisce un autocarro, la trasformiamo ai fini di un uso più specifico della tua attività.

Predisponiamo un allestimento che è fissabile per intero nel vano bagagliaio del tuo nuovo mezzo. Questo allestimento è meno invasivo di un divisorio di un autocarro che è visibile esternamente ed è indispensabile per chi fa il libero professionista. Sarà come portarsi dietro il proprio studio nel proprio bagagliaio ed usarlo nei cantieri, o presso un potenziale nuovo cliente”.

Diceva a tal proposito il dottor commercialista Albino Leonardi autore del libro “Auto e Fisco” ad un convegno sul tema: “non c’è autocarro che possa essere più inerente per un’impresa di un autoveicolo uso speciale”. È così che sono nati nel 1997 gli autoveicoli ad uso speciale per fini aziendali a marchio Businesscar.it.

Sono nati attraverso l’articolo 120 comma B del DPR 610/96 promulgato dopo che il nostro studio ad un convegno aveva posto uno specifico quesito al Ministero dei Trasporti: ART. 120 dpr 610/1996 1. All’articolo 203 del D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, sono apportate le seguenti modificazioni: a) Al comma 1: A) dopo la lettera l) sono aggiunte le seguenti lettere: “m) carrozzerie, anche ad altezza variabile, per il trasporto esclusivo di animali vivi; n) furgoni blindati per trasporto valori;”; B) conseguentemente la preesistente lettera “m)” è sostituita dalla seguente: 16

“o) altre carrozzerie riconosciute idonee per i trasporti specifici dal Ministero dei trasporti e della navigazione – Direzione generale della M.C.T.C..”. b) Al comma 2: A) dopo la lettera cc) sono aggiunte le seguenti lettere: dd) autoveicoli per uso abitazione; ee) autoveicoli per uso ufficio; ff) autoveicoli per uso officina; gg) autoveicoli per uso negozio; hh) autoveicoli attrezzati a laboratori mobili o con apparecchiature mobili di rilevamento;”.

B) conseguentemente la preesistente lettera “dd)” è sostituita dalla seguente: ii) altri autoveicoli dotati di attrezzature riconosciute idonee per l’uso speciale dal Ministero dei trasporti e della navigazione - Direzione generale della M.C.T.C..”.

Come si può notare sono diverse le varianti che sono stati introdotte quali autoveicoli ad uso speciale con quel DPR, creando per ognuno di loro un’applicazione corretta sul loro nuovo inquadramento ed uso aziendale.

A questi abbiamo aggiunto al nostro pacchetto un’altra definizione che era già contenuta nell’articolo 203 del Regolamento al Codice della Strada: q) auto pubblicitarie e per mostre pubblicitarie purché provviste di carrozzeria apposita che non consenta altri usi e nelle quali le cose trasportate non abbandonino mai il veicolo; Con questo pacchetto a disposizione, diceva Giuliano, il nostro studio tecnico è in grado di regolarizzare qualsiasi allestimento sulle auto per fini aziendali. Pensa, segnalava all’amico, che il convegno da cui è scaturito il quesito ministeriale era stato organizzato perché le società, che erano le maggiori utilizzatrici di questi allestimenti, erano state convinte dai loro allestitori che il collaudo non era necessario.

Ecco come nascono gli autoveicoli speciali a marchio Businesscar.it Così multinazionali come Enel, Telecom, ed altre, dopo la delusione di essersi affidate ad artigiani superficiali ed aver rischiato multe salatissime, decisero di alienare i loro parchi circolanti realizzando una nuova flotta di auto ad uso speciale.

Nell’arco di 3 anni ben oltre 50mila autovetture sono state trasformate in autoveicoli ad uso speciale officina mobile e le pratiche di omologazione sono passate tramite lo studio di Giuliano.

Pertanto, a molti consulenti aziendali sprovveduti (o spesso prevenuti) che sostengono che questi autoveicoli speciali non sono allestimenti fiscalmente deducibili in quanto non compatibili con la strumentalità per inerenza, suggeriamo di scambiare quattro chiacchere con i responsabili del parchi circolanti di alcune di queste società.

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Così, raccontava Giuliano, ben presto anche gli editori specializzati come il Sole 24 Ore ed Ipsoa hanno inserito nei loro opuscoli il marchio “Businesscar.it” come sinonimo di auto aziendale per uso speciale e quindi totalmente deducibile in quanto strumentale per inerenza. Nicola rimase sorpreso da questa nuova scoperta, gli si leggeva negli occhi la soddisfazione di poter finalmente acquistare l’auto che aveva sempre sognato. Rimaneva solo da decidere come operare per portare a termine l’operazione.

Giuliano spiegò al suo amico il percorso:

“Caro Nicola, tu ordini l’autovettura presso la concessionaria di tua fiducia.

Se l’auto è nuova ci muoviamo in una direzione, se è usata o km zero ci dobbiamo muovere in un’altra. Vediamo entrambe le possibilità.”

Auto nuova Aspettiamo l’immatricolazione e poi abbiamo 6 mesi o 6.000 km per eseguire la trasformazione, questo in conformità ad una norma che l’ACI PRA adottò per i veicoli di importazione che spesso arrivavano in Italia già immatricolati un giorno in un altro paese comunitario.

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A tale proposito riportiamo sopra quanto segnalato dal Centro Europeo Consumatori in merito. Ciò non preclude all’acquirente dell’auto nuova di considerarla ai fini fiscali come trasformata da nuova e pertanto con tutti i benefici fiscali conseguenti a partire dal recupero dell’IVA.

Auto usata o km0 Se invece, Nicola, decidi di acquistare un’auto a km0 allora, a quel punto, essendo il veicolo già immatricolato a terzi, diventa necessario eseguire la trasformazione in unico esemplare prima della data del passaggio di proprietà dal concessionario alla tua partita IVA. Inoltre, visto il grave dissesto in cui si trova in questo momento la Motorizzazione Civile, per evitare di correre il rischio che prenotando il collaudo presso uno degli UMC territoriali per competenza si possano facilmente superare i sei mesi, con la perdita di ogni beneficio dovuto alla detrazione e deduzione fiscale, ti propongo di procedere all’approvazione in unico esemplare con omologazione europea di veicolo singolo.

Di seguito in corsivo la normativa di rifermento.

“

Infatti con il DECRETO MINISTERIALE 4 agosto 1998 che riportiamo di seguito sono previste le procedure per ottenere un’approvazione e/o una omologazione europea quella approvazione e/o omologazione è valida su tutto il territorio comunitario Recepimento della direttiva 98/14/CE della Commissione del 6 febbraio 1998 che adegua al progresso tecnico la direttiva 70/156/CEE del Consiglio concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative all’omologazione dei 19

veicoli a motore e dei loro rimorchi.

Decreta:

Art. 1.

1. Il decreto 8 maggio 1995 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi è così modificato: 1) Il comma 1 dell’art. 3 è sostituito dal seguente: “1. La domanda di omologazione di un veicolo è presentata dal costruttore alla autorità nazionale che rilascia l’omologazione.

Essa è accompagnata dalla documentazione informativa contenente le informazioni specificate nell’allegato III e dalle schede di omologazione relative a ciascuna delle pertinenti direttive particolari, conformemente agli allegati IV o XI. Inoltre, fino alla data di rilascio o di rifiuto dell’omologazione, il fascicolo di omologazione previsto dalle direttive particolari per l’omologazione di sistemi ed entità tecniche è messo a disposizione dell’autorità che rilascia l’omologazione”.

2) Il comma 1 dell’art. 4 è sostituito dal seguente: “1. Ciascuno Stato membro concede: a) un’omologazione del veicolo: - ai tipi di veicoli che sono conformi alle informazioni contenute nella documentazione informativa e che soddisfano le prescrizioni tecniche delle corrispondenti direttive particolari menzionate nell’allegato IV. - ai tipi di veicoli speciali menzionati nell’allegato XI che sono conformi alle informazioni contenuti nella documentazione informativa e che soddisfano le prescrizioni tecniche delle direttive particolari indicate nella relativa colonna dell’allegato XI, questo procedimento si svolge secondo le procedure previste nell’allegato V; b) un’omologazione in più fasi ai tipi di veicoli base, incompleti o completati che sono conformi alle informazioni contenute nella documentazione informativa e che soddisfano le prescrizioni delle pertinenti direttive particolari, indicate negli allegati IV o XI, in funzione dello stato di completamento del tipo di veicolo. Questo procedimento si svolge secondo le procedure previste all’allegato XIV. c) un’omologazione del sistema ai tipi di veicoli che sono conformi alle indicazioni contenute nella documentazione informativa e che soddisfano le prescrizioni tecniche della relativa direttiva particolare di cui agli allegati IV o XI. d) un’omologazione del componente o dell’entità tecnica a tutti i tipi di componenti o entità tecniche che sono conformi alle informazioni contenute nella documentazione informativa e che soddisfano le prescrizioni tecniche della direttiva particolare di cui agli allegati IV o XI che contiene disposizioni espresse a questo proposito.

Nel caso dell’omologazione di un veicolo in base all’allegato XI o all’art. 8, paragrafo 2, lettera c), o dell’omologazione di un sistema, componente, entità tecnica in base all’allegato XI o all’art. 8, paragrafo 2, lettera c), comprendente restrizioni o deroghe ad alcune disposizioni della pertinente direttiva particolare, 20

vengono indicate sulla scheda di omologazione le restrizioni in materia di validità e le deroghe concesse e viene attribuito un numero d’omologazione speciale, conformemente all’allegato VII. Qualora le informazioni contenute nella documentazione informativa di cui alle lettere a), b), c) e d) prevedano disposizioni relative ai veicoli per uso speciale conformemente alle colonne corrispondenti dell’allegato XI e relative appendici, dette disposizioni e deroghe figurano anche sulla scheda di omologazione”. … omissis…”

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ALLESTIMENTO BASE BUSINESSCAR.IT CONFORME ART. 54 CDS 22

Cosa sono le classificazioni degli autoveicoli in categoria M1 e N1

D

alla direttiva, ripresa e confermata anche dalla 2001/116 CE e la 46/2009 qui si evince quanto segue: con le circolari n. 100 del 27 ottobre 1998 e n. 106 dell’11 novembre 1998, è stata disciplinata l’ammissibilità tecnica per il cambio di destinazione dei veicoli in circolazione tra le categorie comunitarie M1 ed N1. La presente circolare, sollecitata dai numerosi quesiti posti dagli Uffici provinciali e dai costruttori dei veicoli, è finalizzata a riordinare e razionalizzare le disposizioni precedentemente emanate ed a fornire disposizioni integrative alle citate circolari, riproposte in una stesura aggiornata che tiene anche conto delle implicazioni sull’argomento derivanti dagli emendamenti alla direttiva 70/156/CEE, concernente l’omologazione dei veicoli a motore e loro rimorchi In merito, si osserva preliminarmente, la classificazione dei veicoli in categorie avviene in base alle loro caratteristiche costruttive.

La categoria di appartenenza di un veicolo è determinata dal costruttore al momento della richiesta di omologazione del tipo o di accertamento dei requisiti di idoneità alla circolazione. Lo stesso costruttore ne attesta la rispondenza alle direttive comunitarie particolari ovvero, laddove previsto, alle norme nazionali.

L’appartenenza di un veicolo ad una determinata categoria consegue, quindi, alla progettazione e alla costruzione dello stesso in conformità alle direttive particolari, aventi ambiti di applicazione differenziati a seconda della categoria d’appartenenza dei veicoli. Com’è noto, l’elenco delle direttive particolari applicabili alle diverse categorie dei veicoli è riportato nella direttiva 70/156/CEE e successive modifiche ed integrazioni (92/53/CEE, 98/14/CEE e 2001/116/CE).

Ne consegue, in linea di principio, che l’inquadramento in una categoria diversa da quella originaria può ritenersi ammissibile alla condizione che il veicolo modificato risulti conforme a tutte le direttive particolari e alle norme nazionali vigenti per la categoria nella quale è richiesto l’inquadramento.

Tale conformità, per quanto sopra riportato, deve essere attestata dal costruttore del veicolo in maniera diretta, con apposito nulla osta alla modifica, ovvero con l’attestazione che il veicolo è reso conforme ad un tipo di veicolo già omologato.

Si rammenta, per completezza di informazione, che le citate direttive, finalizzate all’omologazione dei veicoli: 23

A. definiscono gli stessi veicoli in base alla seguente classificazione: - categoria M1: veicoli a motore progettati e costruiti per il trasporto di persone, aventi almeno quattro ruote e al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente; - categoria N1: veicoli a motore progettati e costruiti per il trasporto di merci, aventi almeno quattro ruote e massa massima non superiore a 3,5 t; B. individuano per i veicoli di categoria M1 ed N1 i diversi tipi di carrozzeria. “m) carrozzerie, anche ad altezza variabile, per il trasporto esclusivo di animali vivi; n) furgoni blindati per trasporto valori;”; B) conseguentemente la preesistente lettera “m)” è sostituita dalla seguente: “o) altre carrozzerie riconosciute idonee per i trasporti specifici dal Ministero dei

La norma tecnica europea per passare da M1 a N1 I soli veicoli di categoria M1, con carrozzeria “AF” multiuso, (e con decreti successivi anche AC Familiari) possono essere classificati nella categoria N1 se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

a) il numero dei posti a sedere, escluso il conducente, non è superiore a 6; un “posto a sedere” è determinato dalla presenza sul veicolo di ancoraggi “accessibili” dei sedili, dove per accessibili s’intendono gli ancoraggi che possono essere utilizzati. Per evitare che gli ancoraggi risultino “accessibili”, il costruttore ne deve impedire materialmente l’uso, ad esempio coprendoli con piastre saldate o altri dispositivi fissi simili che non possono essere rimossi con gli attrezzi normalmente in uso. b) P-(M+Nx68) > Nx68 con P = massa massima a pieno carico tecnicamente ammissibile; M = massa in ordine di marcia (tara); N = numero dei posti escluso quello del conducente.

I soli veicoli di categoria N1, con carrozzeria “BB” (furgone con cabina integrata nella carrozzeria), possono essere inquadrati nella categoria M1 se oltre alla rispondenza alle pertinenti direttive finalizzate alla predetta categoria, soddisfano anche alla seguente condizione:

c) P -(M+Nx68) = Nx68 (con P, M e N precedentemente definiti).

La normativa di riferimento è la stessa che si utilizza per le trasformazioni da autovettura ad autocarro, in quanto la normativa comunitaria si basa sulla classificazione internazionale dei veicoli, dove M1 sono gli autoveicoli per trasporto prevalente di persone fino ad un massimo di 8 oltre il conducente, mentre gli N1 sono autoveicoli per trasporto prevalente di cose fino a 3,5 t.

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25

Perché Autocarro NO e Businesscar.it Sì?

Nicola, che è molto attento ad ogni particolare, domanda al suo amico: “Ma allora perché un autoveicolo ad uso speciale che ha le stesse caratteristiche tecniche di un autocarro e che risponde alla stessa normativa comunitaria, può essere considerato un bene strumentale per inerenza a tutti gli effetti, mentre l’autocarro no?”

Giuliano gli risponde: “Ricordati i tre paletti di cui abbiamo fatto riferimento all’inizio dei questa spiegazione, ovvero, riepilogando: a) Numero di posti = o + di 4 b) Codice carrozzeria F0 c) Rapporto Potenza in kW/ su Portata in t = o maggiore di 180: Abbiamo anche detto che basta che uno solo di questi paletti sia in distonia con l’ipotesi che, automaticamente, scatta la strumentalità della trasformazione.

Se ricordi abbiamo anche fatto degli esempi:

- nel caso ti accontentassi di avere solo 2 posti non ci sarebbe più bisogno di superare anche gli altri paletti - se trasformassi una Fiat Panda motore benzina 1.200 con 55 kW e una portata di 410 kg (= a 0,410 t) il rapporto sarebbe 134, che è meno di 180 - infine abbiamo fatto l’esempio dell’Amarock che è un pick up con codice carrozzeria K0 = Cassone che è diverso da F0, pertanto basterebbe questo per ottenere la strumentalità.

Ecco, proprio per lo stesso motivo, ovviamente, anche gli autoveicoli ad uso speciale hanno dei codici di carrozzeria diversi da F0. Per esempio, tra quelli a marchio Businesscar.it, un autoveicolo ad uso laboratorio mobile ha codice G7, mentre un autoveicolo per fini pubblicitari ha codice FY. Come si può notare, entrambi i codici sono diversi da F0, ed ecco perché automaticamente scatta la strumentalità del veicolo.

Un solo vincolo, in realtà, è stabilito da una sentenza di Cassazione perché la strumentalità sia garantita al 100%: che l’allestimento interno sia fissato in modo irremovibile.

Addirittura, la sentenza scavalca il concetto di collaudo ritenendo il principio stabilito dall’articolo 54 lettera g del Codice della Strada più importante dell’intervento della verifica ponderale.

Di seguito in corsivo allego un articolo di un autorevole giornale sulla sentenza della Cassazione.

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Cosa vuol dire muniti permanentemente di speciali attrezzature?

Per chiarezza prendiamo lo spunto da un articolo apparso sul Sole 24 ore del 9 ottobre 2017: Auto, no all’uso ufficio rimovibile!

Le attrezzature inerenti all’uso speciale installate su un veicolo non possono essere rimovibili.

Così la Sezione tributaria civile della Corte di Cassazione (ordinanza 23362/2017) chiude il cerchio delle pronunce contrarie all’immatricolazione come autoveicoli a uso speciale-uso ufficio di quelle che in realtà sarebbero solo autovetture (in quanto di fatto o prive di allestimento o di allestimento rimovibile), cui spesso in certi contesti con di operatori truffaldini, veniva al massimo aggiunto un kit rimovibile per giustificare un eventuale utilizzo come ufficio mobile.

La diatriba andava avanti dal 2005, quando alcuni allestitori, dopo aver ottenuto da uffici locali della Motorizzazione la possibilità di ottenere per alcuni modelli di vettura la classificazione a uso speciale (o autocarro) installando i relativi kit, ma tutti facilmente removibili, hanno proposto in tutta Italia queste formule, facendo discretamente leva sulla loro convenienza fiscale.

L’ordinanza della Cassazione, in sostanza, dipana l’intreccio fra il filone tributario e quello penale (che ne contiene in sé uno amministrativo, perché si tratta di valutare la correttezza dell’operato della Motorizzazione nel riconoscere la classificazione a uso speciale).

L’architrave del ragionamento della Cassazione è questa: il Codice della strada (articolo 54, comma 1, lettera g, da leggere assieme all’articolo 203, comma 2, del Regolamento di esecuzione) richiede che gli autoveicoli a uso speciale siano «muniti permanentemente di speciali attrezzature».

I kit uso ufficio erano in diversi casi invece rimuovibili o inesistenti.

E’ stato giuridicamente accertato che gli allestimenti della Businesscar.it e della Fiat erano regolamentari.

In questo la Cassazione legge una «rilevanza ai fini delle agevolazioni fiscali» data dal legislatore «all’installazione permanente».

Ciò rende «irrilevante» l’asserita buona fede del contribuente, che aveva acquistato una vettura munita di valida carta di circolazione che la descriveva come autoveicolo uso ufficio, ma che in effetti non portava l’allestimento fisso.

Per la Cassazione cosa conta di più?

In sostanza per la Cassazione non fa fede quanto riportato sulla carta di circolazione, (che potrebbe nascere da un falso collaudo in unico esemplare con un compiacente funzionario pubblico), ma come si presenta realmente l’allestimento che deve essere appunto fissato in modo inamovibile.

Si archivia così definitivamente a favore del gruppo Businesscar.it (detentore del brevetto) una vicenda che insieme ad un importante costruttore italiano li aveva visti penalizzati dalla concorrenza sleale di allestitori spesso opportunisti e in malafede.

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Quindi sappiate che, se vi viene proposto un allestimento da autovettura ad uso speciale per uso aziendale, solo il marchio Businesscar.it garantisce e certifica la irremovibilità dello stesso e quindi in regola con l’attuale normativa in vigore con l’ultimo tassello fornito dalla appena citata sentenza della Cassazione.

Nicola non stava più nella pelle.

Dopo avergli fatto vedere l’allestimento sulla sua auto, Giuliano si congedò da Nicola con l’accordo che appena l’auto fosse stata disponibile si sarebbe provveduto alla trasformazione in autoveicolo uso speciale a marchio Businesscar.it.

E così si fece, per la grande gioia di Nicola.

Infine per l’anno 2021 su questi autoveicoli è previsto il credito d’imposta del 10% Fu talmente contento che un giorno, incontrando per caso in un laboratorio Giampiero, dopo le mille feste ed abbracci (non eravamo ancora in periodo pandemico), lo invitò al bar e, sorseggiando insieme una birra, gli raccontò tutta la storia nata con Giuliano per rendere deducibile la sua Range Rover.

Anche Giampiero ascoltò con molta attenzione il racconto del vecchio amico, mostrando un certo interesse per l’argomento.

In fondo anche lui era una Partita IVA e anche lui era un libero professionista, categoria tra le più bistrattate dalla normativa forfettaria delle auto aziendali.

Quando però apprese da Nicola che era possibile ottenere il pass per la strumentalità per inerenza solo per veicoli con carrozzerie SUV o familiari, anche Giampiero ebbe un momento di sgomento.

Così Giampiero raccontò a Nicola i diversi tentativi che aveva attuato nel tempo per potersi acquistare una vettura berlina nuova (anche lui come ogni “ragazzo” della loro generazione vive nel solco dello status symbol che rappresenta l’automobile).

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Anche Giampiero aveva un sogno

L

a sua speranza prima o poi era di poter acquistare a parametri fiscali abbordabili l’auto dei suoi sogni che rispondeva al modello dell’Audi A 4 Berlina. Sapeva benissimo che per il trattamento fiscale di cui beneficia la sua categoria era impossibile fare un acquisto così azzardato. Casualmente dopo l’incontro con Nicola, Giampiero era impegnato in un corso di aggiornamento per i CFP, che corrispondono a 150 crediti a triennio. Tra una lezione ed un’altra si trovò a conversare con un suo collega, il dottor Piersante di Santagata sul Santerno.

Siccome spesso la lingua tocca dove il dente duole, Giampiero cominciò a raccontare la sua storia dell’auto professionale al collega e alla difficoltà di riuscire a rendere meno pesante il salasso per le sue casse.

Piersante lo ascolta attentamente e poi gli risponde: “Io la soluzione l’ho trovata!

Tramite la mia commercialista di Lugo sono entrato in contatto con un certo Giuliano di Bologna che mi ha risolto il problema al 200%, sia di nome che di fatto.”

A Giampiero non parve vero.

La conversazione si prolungò oltre il dovuto, visto che entrambi dovevano rientrare 29

in aula, ma anche Piersante gli raccontò quanto fosse riconoscente a Giuliano.

Ecco che qui ci si sposta su di un altro fronte e su un altro brevetto conseguito nel 2004 da Giuliano.

Il prodotto brevettato che aveva tolto le castagne dal fuoco a Piersante si chiama “Formula 200xCento.com.”

Come funziona 200xCento.com?

A quel punto i due colleghi si accordano di cenare insieme dopo aver finito il corso di aggiornamento per scambiarsi le proprie opinioni sul brevetto di Giuliano.

Così Piersante informa il collega che gran parte del merito per avergli risolto l’annoso problema è stato l’interessamento della sua commercialista, che aveva conosciuto Giuliano in occasione di una segnalazione ricevuta da ben 2 suoi clienti.

La prima, da parte di un certo Massimo che dirige un’impresa di servizi a Ravenna e che con questa Formula aveva sistemato i suoi acquisti per una serie di veicoli destinati ai soci dell’impresa, a cominciare dal suo stesso Mercedes GLC. L’altra, da parte di un certo Glauco che in questo modo aveva potuto riscattare anticipatamente dal leasing la sua auto da lavoro, una Skoda Octavia.

A questo punto Giampiero pone al suo interlocutore la più ovvia delle domande: “Ma come funziona questa Formula 200xCento.com?” La risposta non si fa attendere:

Ecco che cos’è FORMULA 200xCento.com E’ ovvio che utile a chi è in possesso di una Partita IVA. Sicuramente, tutti quelli che hanno un’impresa, compreso chi possiede uno studio professionale, è alle prese ogni giorno con due grossi problemi da risolvere contemporaneamente: 1) Acquisire nuovi clienti (quindi avere più fatturato) 2) Risparmiare il più possibile sui costi dei beni aziendali.

La società di Giuliano dal 2004 ha brevettato e certificato una Formula che garantisce una soluzione concreta a queste 2 necessità vitali, fornendo una campagna promozionale efficace, che porta nuovi lead (contatti caldi).

Inoltre, grazie ai servizi pubblicitari, riceverai in omaggio un’auto di valore pari all’80% del contratto pubblicitario.

Un esempio?

Dimmi quale auto ti interessa e quanto costa” e nel frattempo chattava su WA i dati che Giampiero gli segnalava.

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In questo caso una: Audi A4 35 TDI/163 CV S tronic Business Advanced – Berlina - € 41.900 IVA compresa 120 kW 163 CV Automatico, Elettrica/Diesel - Tipo di veicolo Nuovo - Colore esterno Grigio Metallizzato - Carrozzeria Berlina – Porte 4 - Posti a sedere 5 - Tipo di cambio Automatico – Marce 7 – Cilindrata .1968 cm³- Alimentazione Elettrica/Diesel (Filtro antiparticolato) AUTOVETTURA NUOVA DA IMMATRICOLARE UFFICIALE ITALIANA, PREZZO ESCLUSA ECOTASSA.

“Giampiero, ti illustro la differenza di quanto potresti risparmiare con la Formula, rispetto a quanto in effetti avresti dedotto e detratto generalmente per l’acquisto della tua auto aziendale.

Sono certo che questa valutazione ti farà apprezzare la Formula come l’ho apprezzata io anche per i tuoi prossimi acquisti.

Recentemente, Giuliano mi ha raccontato che gli ha scritto un cliente dopo il terzo contratto con la Formula, e l’ha riassunta in 15 righe.

Come funziona Formula 200xCento in 15 righe 1

sottoscrivo con la mia P.IVA un contratto pubblicitario Formula 200xCento. com x 1 anno (esempio da 41.213 euro + IVA).

2

la vostra società vende subito l’auto che ho scelto alla mia persona fisica C.F. del valore di 34.344 euro + IVA, con ctr di Logo Car Advertise a prezzo già scontato di 100 euro + IVA con fattura già quietanzata

3

sul contratto Formula 200xCento.com ho i seguenti vantaggi fiscali:

4 detrazione IVA 100% 5

deduzione imponibile 100%

6 detrazione credito d’imposta 50% su imponibile (sono state riaperte come nel 2020 le prenotazioni a settembre) predisposto per pubblicità erogata e fatturata nel 2021 7

con pressione fiscale per la mia P.IVA al 60% ho il seguente risparmio di conto economico

8

IVA totalmente recuperata 100%.

9

tassazione imponibile risparmiata: 41.213 x 60% = 24.728 euro.

10 credito imposta: 41.213 x 50% = 20.606 euro.

11 totale tasse risparmiate: 24.728 + 20.606 = 45.334 euro, quindi 41.213 - 45.334 = - 4.121 euro di maggior risparmio.

12 risparmio IVA 100%.

13 risparmio imponibile 110%.

14 auto personale gratis, spese di gestione a carico ditta, con tabella ACI 15 al momento della rivendita si effettuerà una vendita tra privati con i relativi vantaggi di mancata plusvalenza

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…dimenticavo: 16 usufruisci di una campagna promozionale che ti produce nuovi clienti e nuove entrate (che, anche fossero solo 1.000 euro, rappresentano sempre un guadagno in più).

17 l’auto gratis in cambio di pubblicità. È il car advertising, ma non è Logo Car Advertise Siamo disposti a circolare in città con un’auto ricoperta di slogan e immagini pubblicitarie? Se non ci importa di dare nell’occhio, il carvertising fa per noi.

L’ultima frontiera del marketing può essere una ghiotta opportunità di risparmio per chi cerca un’auto nuova ma fa i conti con budget troppo magri per potersela permettere.

Ecco dunque che il carvertising ci viene in aiuto: si tratta di un servizio che permette ai clienti di avere un’auto gratis o quasi, a patto di rispettare una serie di vincoli, primo dei quali quello di permettere l’uso della carrozzeria della vettura come pannello per apporre dei banner pubblicitari.

I vantaggi sembrano notevoli: nessun limite di tempo nell’utilizzo del veicolo, rimborso (totale o parziale) del prezzo, un contributo per l’assicurazione Rc-auto e rimborsi per il carburante (con un tetto massimo mensile, di solito fino a 50 euro).

A carico del cliente resta solo il bollo.

Ci sono però anche altri limiti: innanzitutto non si può comprare l’auto che si vuole, ma solo scegliere tra determinati modelli, acquistabili presso concessionari convenzionati.

E, come detto prima, il rimborso del prezzo potrebbe essere solo parziale perché questo dipende dall’auto scelta (normalmente chi offre questo servizio pone un tetto massimo di rimborso che potrebbe non coprire l’intera spesa di acquisto).

Questo rimborso si ottiene attraverso rate spalmate in 5 anni, che vengono bloccate se il cliente trasgredisce ai suoi doveri (ad esempio alterando o danneggiando i banner pubblicitari).

Un altro vincolo che caratterizza l’accordo è il cosiddetto wrapping: periodicamente (in linea generale ogni mese) il cliente deve portare l’auto da un carrozziere convenzionato per far apporre sulla carrozzeria la pubblicità delle aziende che, di volta in volta, acquistano lo spazio pubblicitario.

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E il costo dell’operazione è a carico del cliente automobilista (circa 100 euro mensili per i 60 mesi di durata del contratto).

E ancora: per non trascurare il lato “social” dell’operazione, l’automobilista che ha comprato l’auto con queste modalità deve postare un certo numero di foto o selfie a settimana con l’auto durante le sue attività quotidiane.

Deve ovviamente circolare parecchio, soprattutto in città, affinché il messaggio pubblicitario abbia la giusta visibilità e parcheggiare in luoghi visibili, così che anche parcheggiata l’auto sponsorizzata assolva la sua funzione di marketing.

Se si è pronti a tutto questo, alla scadenza del contratto l’auto sarà libera dai banner pubblicitari, e si potrà lasciare anche in garage.

Le normative in Italia Dando una veloce occhiata al materiale legislativo del nostro paese, salta all’occhio il divieto ai privati di sfruttare le auto per pubblicizzare terzi.

L’articolo 23 del Codice della Strada e il regolamento di attuazione (Decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495), recitano al comma 1: “L’apposizione sui veicoli di pubblicità non luminosa è consentita […] unicamente se non effettuata per conto terzi a titolo oneroso. […] Sulle autovetture ad uso privato è consentita unicamente l’apposizione del marchio e della ragione sociale della ditta cui appartiene il veicolo”. Nel comma 2 si legge poi: “La pubblicità non luminosa per conto terzi è consentita sui veicoli adibiti al trasporto di linea e non di linea, ad eccezione dei taxi”.

Allora in Italia non si può fare il car advertising: esatto!

O meglio lo si può fare nel rispetto totale delle regole che, il Logo Car Advertise in abbinamento con Formula 200xCento.com, lo rendono un connubio imbattibile.

Ecco perché solo il nostro logo funziona e non i wrapping.

Per ottenere l’auto gratis dell’80% del valore del contratto pubblicitario Formula 200xCento.com dovrai completare 6 operazioni previste dal contratto Logo Car Advertise da effettuare regolarmente e che ti garantiranno fin da subito l’auto gratis.

1.

Promuovere l’immagine 200xCento.com applicata sulla tua auto, attraverso la tua attività sui social network

Pubblicare Foto con l’immagine della tua auto e il ns logo applicato e condividere sui social almeno due nostre promozioni. Valore di sconto X% sul prezzo del veicolo

2.

3.

Ospitare sull’automobile l’adesivo decorativo, per un periodo di 12-18-24 mesi (in base al valore del veicolo). Valore X% di sconto sul prezzo del veicolo Non tenere l’auto ferma, ma farne un uso regolare e quotidiano con almeno da 15 a 50 km giorno. Valore da X % sul prezzo del veicolo 33

4.

Postare almeno un giorno a settimana due foto diverse della tua auto parcheggiata in altrettanti luoghi diversi, con il nostro adesivo pubblicitario ben in vista. Ciascuna foto dovrà essere accompagnata da un commento descrittivo della tua esperienza.

I post dovranno essere rilasciati attraverso l’app Formula 200xcento (ti daremo le tue personali credenziali di accesso), per la condivisione istantanea sui tuoi profili Facebook e Twitter e su Instagram. Nel testo dovrai citare l’hashtag #autogratis e il tuo hashtag-name personalizzato, nonché taggare il profilo Formula200xcento del social su cui stai postando. Valore X% s.p.v.

5.

6.

Avere cura del veicolo e dell’adesivo decorativo, avvertendo Formula 200xCento di eventuali danneggiamenti dell’adesivo. Valore X% s.p.v.

Avvertire Formula 200xCento di eventuali inattività del veicolo a causa di avarie e/o provvedimenti amministrativi di fermo.

In caso di mancato rispetto del presente regolamento disposto per concedere l’auto gratis all’80% del valore contrattuale di Formula 200xCento saranno applicate le sanzioni previste dal contratto di comodato appositamente redatto.

Alla fine l’auto diventa subito tua con una fattura di 122 euro IVA compresa.

In ultimo, voglio dirvi che sono riuscito ad accontentare sia il mio amico di vecchia data Nicola che, con un allestimento in versione Businesscar.it ed un contratto di leasing, si è potuto permettere l’acquisto di una Range Rover Sport, che il mio amico Giampiero, che pure conosco da più di 10 lustri e che, con la Formula 200xCento.com in combinazione con il contratto di Logo Car Advertise si è potuto permettere l’acquisto di una Audi A4 berlina.

Giuliano…Latuga Il papà degli autoveicoli ad uso speciale dal 1997

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La rivista indispensabile per chi opera nel settore automotive COLLAUDI - REVISIONI - OMOLOGAZIONI - ALLESTIMENTI

La rivista da 20 anni al fianco dei centri di revisione. Tutto quello che devi sapere sulle norme del codice della strada TITOLO III - DEI VEICOLI (da Art. 46 ad Art.114)

Il mensile che, da oltre 20 anni, pensa al Vostro aggiornamento professionale e si presenta con una nuova veste grafica.

IM ISO-MOTORI è il mensile tecnico per i centri di revisione, per gli allestitori e gli autoriparatori, le associazioni di categoria, gli autotrasportatori e tutti coloro che lavorano nel mondo dell’auto.

Dedicato agli addetti del settore, fornisce aggiornamenti legislativi, consulenza tecnica e amministrativa, novità su infrastrutture e trasporti.

Il leitmotiv è il tema della sicurezza stradale, sulle 3 direttrici: veicoli, persone, strade.

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