Protocollo Bullismo ISIS Galilei

ISTITUTO STATALE D’ISTRUZIONE SUPERIORE “GALILEO GALILEI” Settore Tecnologico “G. Galilei” – “N. Pacassi” – Settore Economico “E. Fermi” Sede legale: via Puccini, 22 - 34170 – GORIZIA - tel. 0481.531452-530048 - fax 0481.534955 PEC: GOIS008001@PEC.ISTRUZIONE.IT Mail istituzionale: gois008001@istruzione.it – info@isitgo.it - www.isitgo.it C.F.: 80002640318

Codice meccanografico: GOIS008001

PROTOCOLLO PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DEL BULLISMO E DEL CYBERBULLISMO

INTRODUZIONE Nella società contemporanea l'uso degli strumenti tecnologici è imprescindibile dalla crescita delle potenzialità umane in qualsivoglia ambito sociale, dal lavorativo al privato.

Se da un lato la scuola ha da sempre l'obbligo di occuparsi di istruire, formare ed educare è altresì vero che questo compito diventa sempre più complesso nel secondo millennio a causa della perdita generale di valori e punti di riferimento e come conseguenza dell'isolamento degli individui vista la sempre minore attitudine a dialogare faccia a faccia.

Se le sopraffazioni e i meccanismi violenti che talora sorgono in gruppi di individui sono sempre stati sino ad ora osservabili direttamente attraverso azioni e frasi esplicite, oggi la vera sfida della società e della scuola è individuare e contrastare qualcosa che sembra essere incorporeo, celato e silenzioso ma che in realtà produce effetti negativi molto superiori alle vecchie modalità di prepotenza, ovvero il cyberbullismo.

Se un docente o un genitore o un educatore sino ad ora, vigilando correttamente e con scrupolo, riusciva a vedere e capire le dinamiche che stanno alla base delle varie forme di bullismo che si possono formare tra ragazzi in età scolare, è ben più complesso il lavoro da svolgere per individuare e contrastare quel fenomeno dei nostri giorni che è il cyberbullismo.

L'Istituto Superiore “Galilei-Fermi-Pacassi” intende pertanto delineare un Protocollo per la prevenzione ed il contrasto del bullismo e cyberbullismo che sia uno strumento di informazione e riferimento per genitori ed allievi che dovessero incappare nelle dinamiche in oggetto o che volessero anche limitarsi a conoscere dettagliatamente questi fenomeni frequenti.

IL BULLISMO Per bullismo si intende una condotta lesiva che un soggetto più forte, definito bullo, tiene in maniera sistematica e continuativa nei confronti di un soggetto più debole, definito vittima.

La condotta lesiva può essere attuata attraverso prevaricazioni fisiche, psicologiche, sociali, materiali.

Le prepotenze possono protrarsi per periodi moderatamente brevi, fino a durare anni. La vittima può subire violenza fisica, minacce, intimidazioni, furti, rottura di oggetti personali, emarginazione sociale, derisione, calunnie. La maggior parte delle vittime reagisce alle prevaricazioni con forti stati di disagio, ansia e paura. Subire bullismo può minare seriamente la stabilità psico-fisica di un individuo, fino a provocare forti traumi che possono perdurare nel tempo.

Il bullismo è una problematica sociale che investe il gruppo nel suo complesso e si sviluppa in modalità in cui all'interno del gruppo di pari ogni membro gioca un ruolo specifico: BULLO: chi attua le prepotenze, a volte non le attua direttamente ma si avvale di uno o più gregari VITTIMA: chi subisce le prepotenze LEADER: figura importante in presenza del bullismo, direttamente perché potrebbe essere proprio il bullo e indirettamente perché la sua presenza in classe può essere determinante, influendo in maniera positiva o negativa sugli eventi SPETTATORI: il pubblico silente che non interviene per paura di ritorsioni e anche se non condivide i modi della persecuzione ai danni della vittima non fa nulla per evitare che essi continuino ad essere perpetrati

SOSTENITORI: coloro che parteggiano per il bullo e lo sostengono anche senza diventare i suoi gregari negli atti di sopraffazione DIFENSORI DELLA VITTIMA: sono pochi elementi che non riescono ad avere, il più delle volte, la forza sufficiente in carisma e numero per intervenire adeguatamente Perché si possa parlare di bullismo è importante che vi siano quattro fattori: 1. Ci sia un soggetto più forte, il bullo, che reca danno ad un soggetto più debole, la vittima, in modo diretto o indiretto 2. Che i soggetti, bullo e vittima, siano sempre gli stessi (mentre possono variare gli altri protagonisti) 3. Che le azioni di prevaricazione si protraggano nel tempo 4. Che gli atti di prevaricazione non siano estremamente violenti o infrangano la legge Il bullismo non va confuso con quello che impropriamente si può definire bullismo degenerato.

Quando ci si trova di fronte a casi di violenza estrema o gravi furti, o ancora a danni alle strutture private e pubbliche, non si può parlare di bullismo, ma di veri e propri atti criminali, che vanno annoverati sotto il termine di criminalità o delinquenza minorile. Ma, pur essendo due problematiche molto gravi, bullismo e criminalità non sono strettamente correlate.

Si possono distinguere diversi tipi di bullismo a secondo della metodologia operativa del persecutore: • bullismo fisico, quando le prevaricazioni avvengono attraverso il contatto fisico, cioè quando il bullo aggredisce la vittima in varia maniera e la mette alle strette in angoli o cerca di introdurla forzatamente in determinati ambienti per agire indisturbato • bullismo verbale, quando le prevaricazioni avvengono solo ed esclusivamente attraverso il linguaggio con insulti, prese in giro, fastidiosi nomignoli, piccole minacce • bullismo psicologico, quando del prevaricazioni hanno specificamente l'intenzionalità di ferire la vittima nei sentimenti. L’obiettivo non è quello di prendere in giro o insultare la vittima, ma di suscitare in essa un forte disagio psicologico. Si tratta di vere e proprie offese sul piano personale con la volontarietà di ferire la vittima nei suoi punti più deboli: handicap, difetti fisici, sessualità, religione, ma anche situazioni personali. Vengono indirizzate alla vittima pesanti offese dirette a persone care e familiari. Si possono includere in questa categoria le minacce gravi che tendono a terrorizzare la vittima • bullismo sociale, quando le prevaricazioni comportano l'isolamento della vittima dal gruppo dei pari, attraverso l’emarginazione e l’esclusione da gruppi attraverso la diffamazione o attribuendo alla vittima responsabilità fittizie per atti che non ha in realtà commesso • bullismo strumentale, quando le prevaricazioni mirano al danneggiamento o all’appropriazione di oggetti appartenenti alla vittima • cyberbullismo, per il quale è doveroso condurre un discorso specifico

IL CYBERBULLISMO Il cyberbullismo è la forma di bullismo più perpetrata in questo secolo. Esso viene attuato sui social network, su internet o sulla telefonia mobile, attraverso l’uso di strumenti elettronici.

Il cyberbullismo viene messo in pratica mediante mms, sms, e-mail offensivi, minacciosi, volgari o porno, spediti alla vittima o di persecuzione con squilli anonimi e continui. Inoltre viene perpetrato attraverso la condivisione e la diffusione di immagini, filmati e informazioni che riguardano la

vittima, possono essere condivise con amici comuni, ma anche pubblicate sulle chat, sui forum, sui blog, sui social-network e su portali appositi che mostrano immagini e filmati. Rece3ntemente hanno preso piede soprattutto tra i giovanissimi delle applicazioni per i cellulari che permettono di inviare insulti in anonimato a contatti tramite condivisioni di profili social, previa una semplice registrazione.

I cyberbulli possono arrivare perfino ad impossessarsi dell’account e delle password della vittima o creare un falso account a suo nome per poi utilizzarlo sempre per fini impropri.

Il cyberbullismo (detto anche “bullismo elettronico”) è una forma di prevaricazione e di oppressione reiterata nel tempo che iniziano negli spesso in ambienti di aggregazione dei ragazzi, da quello scolastico, a quello sportivo, a tutti gli altri ambienti in cui si ritrovano.

Se si limitano alla quotidianità e alla vita offline dei ragazzi le sopraffazioni subite da una vittima a causa di un bullo sono forme di bullismo, se però queste prevaricazioni si estendono anche alla vita online, si parla di cyberbullismo.

Diverse sono le ragioni che hanno permesso il proliferare del fenomeno del cyberbullismo: ➢ l'impatto del fenomeno: la diffusione di materiale tramite internet è incontrollabile e non è possibile prevederne i limiti ➢ la possibile anonimia: chi offende online può rimanere nascosto dietro ad un nickname e non essere facilmente identificabile ➢ l’assenza di confini spaziali: il cyberbullismo può avvenire ovunque ➢ l’assenza di limiti temporali: il cyberbullismo può avvenire a ogni ora del giorno e della notte e traccia dell'accaduto resta in rete ben in vista ➢ l’assenza di empatia: non vedendo le reazioni della sua vittima alle sue aggressioni, il cyberbullo non è mai totalmente consapevole delle conseguenze delle proprie azioni e questo ostacola ancor di più la possibilità per lui di provare empatia, o qualsivoglia tipo di rimorso a posteriori, per ciò che ha fatto, se non viene aiutato ad esserne consapevole Inoltre bisogna tener presente che tutti quelli che partecipano anche solo con un like o un commento diventano, di fatto, corresponsabili delle azioni del cyberbullo facendo accrescere il suo potere; mettere un “like” su un social network, commentare o condividere una foto o un video che prende di mira qualcuno o semplicemente tacere pur sapendo, mette i ragazzi nella condizione di avere una responsabilità ancora maggiore. È lo stesso MIUR a stilare una tabella che mette in evidenza le caratteristiche specifiche di bullismo e cyberbullismo: BULLISMO

CYBERBULLISMO

Sono coinvolti solo gli studenti della classe e/o Possono essere coinvolti ragazzi ed adulti di tutto dell'Istituto il mondo generalmente solo chi ha un carattere forte, chiunque, anche chi e vittima nella vita reale, può capace di imporre il proprio potere, può diventare diventare un cyberbullo un bullo i bulli sono studenti, compagni di classe o di i cyberbulli possono essere anonimi e sollecitare Istituto, conosciuti dalla vittima la partecipazione di altri "amici" anonimi, in modo che la persona non sappia con chi sta interagendo le azioni di bullismo vengono raccontate ad altri il materiale utilizzato per azioni di cyberbullismo

studenti della scuola in cui sono avvenute, sono può essere diffuso in tutto il mondo circoscritte ad un determinato ambiente le azioni di bullismo avvengono durante l'orario le comunicazioni aggressive possono avvenire 24 scolastico o nel tragitto casa-scuola, scuola-casa ore su 24 le dinamiche scolastiche o del gruppo classe i cyberbulli hanno ampia libertà nel poter fare limitano le azioni aggressive online ciò che non potrebbero fare nella vita reale bisogno del bullo di dominare nelle relazioni percezione di invisibilità da parte del cyberbullo interpersonali attraverso il contatto diretto con la attraverso azioni che si celano dietro la tecnologia vittima reazioni evidenti da parte della vittima e visibili assenza di reazioni visibili da parte della vittima nell'atto dell'azione di bullismo che non consentono al cyberbullo di vedere gli effetti delle proprie azioni tendenza a sottrarsi da responsabilità portando su sdoppiamento della personalità: le conseguenze un piano scherzoso le azioni di violenza delle proprie azioni vengono attribuite al "profilo utente" creato Normativa di riferimento: ● Direttiva Ministeriale n. 16 del 5 febbraio 2007 - Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo ● Direttiva Ministeriale del 15 marzo 2007 - Linee di indirizzo utilizzo telefoni cellulari ● Linee di Orientamento per azioni di prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo (13 aprile 2015) ● Legge 29 maggio 2017, n.71 Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (entrata in vigore del provvedimento 18/06/2017) ● Aggiornamento Linee di Orientamento per la prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo (ottobre 2017) Il cyberbullismo può specificarsi in diverse tipologie: FLAMING: (“fiamma”), con tale termine si indicano messaggi elettronici, violenti e volgari, mirati a suscitare “battaglie” verbali online, tra due o più contendenti, che si affrontano ad “armi pari” per una durata temporale determinata dall’attività on line condivisa. Il divertimento sembra collegato non solo alla partecipazione al game interattivo, ma soprattutto al piacere di insultare o minacciare il nuovo arrivato (new user) che, sentendosi protetto dall’anonimato e dalla conseguente, presunta, invisibilità, può rispondere egli stesso in modo fortemente aggressivo alle provocazioni, alimentandole creando a lungo andare una flame war.

HARASSMENT: (“molestia”), consiste in messaggi scortesi, offensivi, insultanti, disturbanti, che vengono inviati ripetutamente nel tempo, attraverso E-mail, SMS, MMS, telefonate sgradite o talvolta mute. Sono qui riconoscibili le proprietà della persistenza del comportamento aggressivo reiterato nel tempo e dell'asimmetria di potere tra il cyber-bullo (o i cyber-bulli) e la vittima.

In alcuni casi, il cyberbullo, per rafforzare la propria attività offensiva, può anche coinvolgere i propri contatti on line (mailing list), che, magari pur non conoscendo direttamente lo studente target, si prestano a partecipare alle aggressioni on line.

CYBERSTALKING: (“cyber-persecuzione”), quando l’harassment diviene particolarmente insistente ed intimidatorio e la vittima comincia a temere per la propria sicurezza fisica. E’ facile riscontrare il cyberstalking nell’ambito di relazioni fortemente conflittuali con i coetanei o nel caso di rapporti sentimentali interrotti.

In questo caso, il cyberbullo, oltre a minacciare la vittima di aggressioni fisiche può diffondere materiale riservato in suo possesso (fotografie sessualmente esplicite, videoclip intimi, manoscritti personali) nella rete.

DENIGRATION: (“denigrazione”), quando l’obiettivo del cyberbullo è quello di danneggiare la reputazione o le amicizie di un coetaneo, diffondendo online pettegolezzi e/o altro materiale offensivo. I cyberbulli possono, infatti, inviare o pubblicare su internet immagini (fotografie o videoclip) alterate della vittima, ad esempio, modificando il viso o il corpo dello studente target al fine di ridicolizzarlo, oppure rendendolo protagonista di scene sessualmente esplicite, attraverso l’uso di fotomontaggi.

In questi casi, i coetanei che ricevono i messaggi o visualizzano su internet le fotografie o i videoclip non sono, necessariamente, le vittime (come, invece, prevalentemente avviene nell’harassment e nel cyberstalking) ma spettatori, talvolta passivi del cyberbullismo (quando si limitano a guardare), più facilmente attivi (se scaricano – download – il materiale, lo segnalano ad altri amici, lo commentano e lo votano).

L’attività offensiva ed intenzionale del cyberbullo può concretizzarsi in una sola azione (esempio: pubblicare una foto ritoccata del compagno di classe), capace di generare, con il contributo attivo, ma non necessariamente richiesto, degli altri utenti di internet effetti a cascata non prevedibili.

Ricordiamo, infine, che la denigration è la forma di cyberbullismo più comunemente utilizzata dagli studenti contro i loro docenti: numerosi sono, infatti, i videoclip, gravemente offensivi, presenti su internet, riportanti episodi della vita in classe.

IMPERSONATION: (“imitazione”), quando uno studente viola l’account di qualcuno (perché ha ottenuto consensualmente la password o perché è riuscito, con appositi programmi, ad individuarla) e può farsi passare per questa persona e inviare messaggi con l’obiettivo di dare una cattiva immagine della stessa, crearle problemi o metterla in pericolo, danneggiarne la reputazione o le amicizie.

OUTING AND TRICKERY: si intende con il termine “outing” una forma di cyberbullismo attraverso la quale, il cyberbullo, dopo aver “salvato” (registrazione dati) le confidenze spontanee (outing) di un coetaneo (SMS, Chat, etc), o immagini riservate ed intime, decide, in un secondo momento, di pubblicarle su un Blog e/o diffonderle attraverso E-mail.

In altri casi, il cyberbullo può sollecitare, con l’inganno (trickery), “l’amico” a condividere online segreti o informazioni imbarazzanti su se stesso o un’altra persona per poi diffonderli ad altri utenti della rete, o minacciarlo di farlo qualora non si renda disponibile ad esaudire le sue richieste (talvolta anche sessuali).

EXCLUSION: (“esclusione”), quando il cyberbullo decide di escludere intenzionalmente un coetaneo da un gruppo online (“lista di amici”), da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti protetti da password. Talvolta gli studenti per indicare questa modalità prevaricatoria utilizzano il termine “bannare”.

E’ bene precisare che la leadership di un giovane studente attualmente è determinata non solo dai contatti che ha nella vita reale ma anche dal numero di “amici” raggiungibili online. L’exclusion è, allora, una severa punizione, impartita dai coetanei, che determinando una netta riduzione di collegamenti amicali, riduce la popolarità, dunque, il potere.

CYBERBASHING O HAPPY SLAPPING: (Aftab e Smith nel 2007 inseriscono questa tipologia tra le diverse forme di cyberbullismo), quando un ragazzo o un gruppo di ragazzi picchiano o danno degli schiaffi ad un coetaneo, mentre altri riprendono l’aggressione con il telefonino. Le immagini

vengono, poi, pubblicate su internet e visualizzate da utenti ai quali la rete offre, pur non avendo direttamente partecipato al fatto, occasione di condivisione online (possono commentare, aprire discussioni, votare il video preferito o più “divertente”, consigliarne la visione ad altri…).

SEXTING: (da sex = “sesso” e texting = “pubblicare” ), quandosi ha lo scambio o la condivisione di testi, video o immagini sessualmente espliciti e di foto/video a sfondo sessuale (via cellulare o tramite Internet) che spesso ritraggono se stessi. Tali contenuti, anche se inizialmente indirizzati ad una stretta cerchia di persone, spesso si diffondono in modo incontrollabile e possono creare gravissime ripercussioni sui soggetti ritratti. Il sexting è un fenomeno ampiamente diffuso tra gli adolescenti.

COSA DICE LA LEGGE A PROPOSITO DI BULLISMO E CYBERBULLISMO Chi compie atti di bullismo e cyberbullismo è responsabile di reati penali e danni civili e i ragazzi e le ragazze che compiono tali azioni possono commettere reati. Secondo il codice penale italiano i comportamenti penalmente rilevanti in questi casi sono: • percosse (art. 581 c.p.)

• lesione personale (art. 582 c.p.)

• ingiuria (art. 594 c.p. - Depenalizzato D.Lgs 7/2016) • deturpamento di cose altrui (art. 639 c.p.)

• diffamazione aggravata (art. 595/3 c.p.)

• violenza privata (art. 610 c.p.)

• minaccia (art. 612 c. p.)

• danneggiamento (art. 635 c.p.)

• il trattamento illecito dei dati personali (art. 167 T.U. privacy) • la sostituzione di persona (art. 494 c.p.)

• l'accesso abusivo a un sistema informatico (art. 615 ter c.p.)

• l'estorsione sessuale (art. 629 c.p.)

• molestie e stalking (art. 660 c.p. e art. 612 bis c.p.)

Nei casi più gravi, basta la denuncia ad un organo di polizia o all'autorità giudiziaria per attivare un procedimento penale (p.es. lesioni gravi, minaccia grave, molestie); negli altri casi, la denuncia deve contenere la richiesta che si proceda penalmente contro l'autore di reato (querela). Anche il minore che ha compiuto 14 anni può sporgere querela da solo ma in caso di disaccordo col minore prevale la volontà del genitore. È bene evidenziare che per il nostro ordinamento l’imputabilità penale (ossia la responsabilità personale per i reati commessi) scatta al quattordicesimo anno di età. La legge sancisce che “nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se al momento in cui l’ha commesso, non era imputabile”, dove per “imputabilità” si intende la cosiddetta “capacità d’intendere e volere”.

Dunque, per poter avviare un procedimento penale nei confronti di un minore è necessario che questi abbia compiuto 14 anni e che, comunque, anche se maggiore di 14 anni, fosse cosciente e volente al momento del comportamento, cioè in grado di intendere e volere (tale non sarebbe, per esempio, un ragazzo con degli handicap psichici).

Dato che il più delle volte l'atto di bullismo viola sia la legge penale, sia quella civile, si può dar vita a due processi, l'uno penale e l'altro civile.

Se il ragazzo di 14 anni compiuti era cosciente e volente nel momento dell'atto di bullismo/cyberbullismo il minore risponde per le proprie azioni davanti al Tribunale per i minorenni.

Se invece non ha compiuto i 14 anni, non risponde penalmente per l’evento, ma i genitori saranno tenuti al risarcimento del danno, per presunta “culpa in educando”, così come previsto dal codice civile per i fatti commessi dal figlio.

Non c’è responsabilità penale dei genitori perché la responsabilità penale è personale.

Se i genitori riescono fornire la prova di aver fatto di tutto per impedire il fatto, possono essere esonerati dall’obbligo di risarcire il danno causato dal figlio, ma questo tipo di prova è molto difficile da produrre, perché significa poter dare evidenza certa: • di aver educato e istruito adeguatamente il figlio (valutazione che viene dal giudice commisurata alle circostanze, ovvero tra l’altro alle condizioni economiche della famiglia e all’ambiente sociale a cui appartiene), • di aver vigilato attentamente e costantemente sulla sua condotta, • di non aver in alcun modo potuto impedire il fatto, stante l’imprevedibilità e repentinità, in concreto, dell’azione dannosa. Qui va precisato che una condotta come ad esempio il cyberbullismo, per sua definizione reiterata, difficilmente sarebbe considerata fatto repentino e imprevedibile, in virtù del quale si possa riconoscere l’esonero di responsabilità del genitore.

Le responsabilità per atti di bullismo e cyberbullismo compiute dal minorenne possono ricadere anche su: • i genitori (culpa in educando e culpa in vigilando, art. 2048, I co., c.c.), perché devono educare adeguatamente e vigilare, in maniera adeguata all’età del figlio, cercando di correggerne comportamenti devianti. Questa responsabilità generale persiste anche per gli atti compiuti nei tempi di affidamento alla scuola e nei diversi ambiti del contesto sociale in cui il soggetto si trovi ad operare.

• gli insegnanti e la scuola (culpa in vigilando, art. 2048, II e III co., c.c. e responsabilità patrimoniale, l'art. 61 della L.312/1980), perché nei periodi in cui il minore viene affidato all’istituzione scolastica il docente è responsabile della vigilanza sulle sue azioni e ha il dovere di impedire comportamenti dannosi verso gli altri ragazzi, insegnanti e personale scolastico o verso le strutture della scuola stessa. A pagare in primis sarà la scuola, che poi potrà rivalersi sul singolo insegnante. La responsabilità si estende ovviamente anche a viaggi, gite scolastiche, manifestazioni sportive organizzate dalla scuola.

COSA FA LA SCUOLA PER CONTRASTARE E PREVENIRE BULLISMO E CYBERBULLISMO La Legge 29 maggio 2017, n. 71, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo è stata una tappa fondamentale per la definizione di tutto ciò che un'istituzione scolastica può e deve fare per contrastare nello specifico il cyberbullismo. Viene così riconosciuta alla scuola una specifica funzione educativa che prevede un complesso di misure volte alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo, con speciale attenzione alla tutela dei minori, privilegiando azioni di carattere formativo-educativo.

La scuola, in ottemperanza a quanto stabilisce la legge si impegna a:

• istituire la figura del ferente per il cyberbullismo col compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto al fenomeno • istituire uno sportello dedicato • organizzare attività di informazione e prevenzione del cyberbullismo rivolte a personale, studenti e famiglie • segnalare ai genitori e alle autorità competenti i casi di cyberbullismo di cui viene a conoscenza • creare un contatto con la polizia postale o con un referente della pubblica sicurezza Nell'ottica di svolgere il proprio ruolo nella lotta al bullismo in generale e al cyberbullismo nello specifico, l'ISIS “Galilei-Fermi-Pacassi” si attiva tramite il proprio referente di Istituto per le attività di prevenzione e contrasto del bullismo e cyberbullismo (ex L.71/2017 art. 4 c.3), prof.ssa Sarah Quali, predisponendo per l'a.s. 2018/2019: ➔ unità didattiche trasversali in ogni classe dell'istituto per sensibilizzare ed educare gli studenti sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo ➔ incontri con la Polizia Postale per alunni e genitori al fine di informare e documentare ragazzi e adulti in merito ai reati che possono venir perpetrati online ➔ formazione di insegnanti e personale scolastico tramite incontri con esperti legali e/o rappresentanti delle Forze dell'Ordine ➔ partecipazione di classi campione e/o docenti selezionati alle attività promosse da Parole O_Stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole ➔ predisposizione anche per le tematiche di bullismo e cyberbullismo di sportelli di ascolto e di attività concernenti il benessere degli studenti a scuola tramite il progetto “Crescere insieme con What's Up” ➔ segnalazione sul sito d'istituto https://www.isitgo.it/ nella sezione Offerta di attività riguardanti la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo ➔ segnalazione all'interno del PTOF d'istituto di un dettagliato regolamento di disciplina che illustra nello specifico quali azioni vengono messe in atto dalla scuola per le infrazioni disciplinari degli allievi, comprese quelle relative ad atti di bullismo e cyberbullismo ➔ pubblicazione in allegato al PTOF d'istituto di un protocollo per la prevenzione ed il contrasto del bullismo e cyberbullismo come riferimento per studenti e famiglie in merito ai fenomeni in oggetto L'impegno dell'istituto non è però sufficiente nelle attività di prevenzione e contrasto di fenomeni così insidiosi e tentacolari e quindi anche alunni e genitori sono chiamati in causa . È fondamentale che gli alunni segnalino a genitori ed insegnanti episodi di cyberbullismo di cui fossero vittime o testimoni anche nella ricerca di un metodo per dissociarsi in modo esplicito da tali dinamiche.

Ed è altresì importante che le famiglie collaborino con l'istituzione scolastica nella lotta al cyberbullismo stabilendo regole per l'utilizzo dei social network da parte dei propri figli e segnalando tempestivamente alla scuola e/o alle autorità competenti episodi di tale fenomeno di cui venissero a conoscenza anche se messi in atto al di fuori dell'orario scolastico.

CONTATTI sosbullismo@isitgo.it

LINK UTILI •

https://www.generazioniconnesse.it/

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https://www.commissariatodips.it/

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https://www.garanteprivacy.it/cyberbullismo

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www.consiglio.regione.fvg.it/cms/pagine/garante-diritti-persona/

per segnalare casi di bullismo e cyberbullismo è attiva la casella di posta bullismo@istruzione.it

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