Giornalinoipssarsbt

Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di San Benedetto del Tronto Bimestrale N° 3 Marzo-Aprile 2011

Arrivederci al prossimo anno scolastico...

amarcord

we are the champions

Esterino Forti e Lino Narcisi due chef che hanno fatto grande l’Istituto pag 3-4

I successi del nostro Istituto nelle gare professionali pag 5

yes we can

I fratelli Emidio e Francesco Cicoria “ Titolare della Locanda Ottoemezzo di Londra”

news from the ipssar

Studenti alla Maratona dei fiori

pag 8

L’angolo della cultura

Scuola e inclusione

Il commento degli allievi a libri ed opere d’arte pag 15,16,17

Il lavoro nobilita tutti, il ritorno agli anni 50 pag 13 la nostra posta

Fra storia e attualità

Ci siamo anche noi! Quelli del serale!

pag 18

Mauthausen: mai più simili atrocità pag 19

il piceno in pochi scatti

In questo numero gli scorci più belli di Ascoli Piceno pag 20, 21

Le nostre ricette

La pizza di Mary e tante altre golosità pag 22,23,24,25

caccia allo scrittore!

anche on line

www.ipssars

pag 9,10,11,12

bt.org

Si aggira furtivo per i corridoi con la sua aria svagata, ascolta tutto prendendo spunto per le sue diaboliche trame…alle nuove colleghe dice: “Enchanté”.

Chi è? Alla pagina 15 viene svelato il mistero!

Editoriale Editoriale del Direttore prof . Alfonso Sgattoni *

S

e entri , attraverso le vetrate chiare e trasparenti, nelle anguste e abbaglianti volute al piano terra, non puoi non avvertire l’alito inconfondibile della scuola - il via vai frettoloso dei bidelli, il vocìo fragoroso degli alunni in attesa o il cadenzato incedere dei passi degli insegnanti - come un’eco reale di antiche movenze, testimoni, queste, di atti ripetuti ma sempre autentici ed intrisi di sacralità.

Percorrerai scale di marmo che ampi corridoi illuminano di finito, e annuserai l’aria intrisa

N

di carta stropicciata e di inchiostro, di gesso e di libro aperto.

Mentre ti accingi, ancora non lo sai, a salire l’ultima rampa di scale, una luce bianchissima, forse d’infinito, ti conduce in un immenso salone e, in fondo, davvero, in fondo, l’azzurro infinito del mare e del cielo.

Prosegui , facendoti accompagnare dallo sguardo, e giungi sul ponte di una meravigliosa nave in procinto di salpare: davanti a te la linea di un orizzonte misterioso anche se conosciuto, che continuamente suggerisce, ora con i due azzurri che si confondono in un continuo placido e terso, ora con il ghigno di marosi multicolori, il viaggio, metafora perenne della conoscenza e con essa della capacità di comprendere, della capacità di tolleranza, di convivenza, di solidarietà e di accoglienza; che suggerisce anche l’ approdo,

el cuore della notte, di un normale sabato sera, è scomparso il nostro caro amico Mattia. Era il 2 Aprile. Nonostante i giorni che trascorrono veloci, l’emozione che quella tragica notizia ci ha trasmesso è ancora forte. Forte come la rabbia. I pensieri dei suoi compagni su facebook, le foto nelle bacheche della scuola e il suo banco, lasciato li dov’era, non bastano a convincerci che sia davvero cosi. “Ucciso da un ubriaco”, sono queste le parole scritte dai giornali, poche parole ma con un grande significato. Troppo poche, forse, per esprimere ciò che noi amici e i familiari proviamo. L’ultimo saluto a te caro nostro amico, la tua perdita ha lasciato dentro noi un dolore indescrivibile, non meritavi ciò che ti è successo. La vita è stata ingiusta con te ma tu non hai mai smesso di lottare, di affrontare tutte le difficoltà con coraggio e determinazione. Avevi un cuore d’oro come pochi, purtroppo nella vita le persone migliori sono le prime ad andarsene. Ci manca tutto di te: i nostri scherzi, le nostre urla in classe, le nostre risate, i nostri abbracci; tutto questo non svanirà mai dai nostri cuori. Non smetteremo mai

2

come meta comune e condivisa da perseguire, come comune sentire ed agire per il perseguimento del bene comune vero approdo della civiltà.

Anche Mattia aveva sognato, davanti all’ampia vetrata che si affaccia sul porto e sul mare, di salpare con le sue speranze che appena iniziava a dipanare dal magma delle paure e delle esuberanze di adolescente, cercando di scovarvi il suo futuro.

E’ ancora lì, con il suo sorriso, ora un po’ triste, il viso reclinato sul vetro obliquo, ad osservare quell’infinito che lo ha rapito per sempre.

* Dirigente Scolastico IPSSAR San Benedetto del Tronto

di pensarti.. Vola in Paradiso…vola perche le persone come te vanno in Paradiso a vivere la vita eterna. Avevi soltanto 16 anni, troppo pochi per essertene andato, ma quando il destino ci chiama, purtroppo, non possiamo fare niente per evitarlo. Resterai sempre con noi..

Ciao Mattia, il 3ACucina

Amarcord ESTERINO FORTI E LINO NARCISI due chef che hanno fatto grande l’Alberghiero di San Benedetto

Esterino Forti. e Lino Narcisi due cuochi che hanno

in Italia ed all’estero. Esterino Forti, insieme al grande gettato le basi per costruire il nostro Istituto. Persone professionista Carlo Ricco (rimasto solo un anno a San che oggi sono sconosciute alla maggior parte della po- Benedetto) è stato il primo Chef dell’Alberghiero, propolazione scolastica ma a noi, cresciuti dentro l’Alber- veniente dall’hotel Twan, nel cantone svizzero bernese.

Ha organizzato la prima ghiero di San Benedetcucina nel 1968 all’hotel to, evocano sentimenti, Persico, sul lungomare grandi emozione e ricordi Porto d’Ascoli, che di a non finire. Esterino ospitava scuola e conForti è stato per 14 anni vitto, ed ha smesso di lo “Chef” dell’IPAS, insegnare, per raggiunti l’anima delle cucine, la limiti d’età, nel 1984. La chioccia di centinaia di scuola e gli allievi erano studenti. Con il suo modo la sua vita ed ha pianto di insegnare è riuscito ad disperatamente quando inoculare la professione ha dovuto abbandonare del cuoco in tantissimi il servizio. Ci ha lasciaragazzi che oggi sono ti nove anni dopo, il 15 veri e propri professiofebbraio del 1993. Un nisti. Nel nostro Istituto da sinistra: chef Lino Narcisi, prof.ssa Anna Palma, chef Emanuele Bani, cuoco autodidatta con la ci sono diversi Docenti Prof. Franco Infriccioli. grandissima passione per la cucina.

Un professionista ed Assistenti Tecnici suoi ex allievi, ma molti sono nelle cucine dei migliori alberghi e ristoranti della zona, modesto che ha saputo affiancare l’allora Preside Filippo Buscemi, restando sempre al suo posto, mai inda sinistra in vadente. Una persona onesta, buona d’animo. Un uomo piedi: chef Lino Narcisi, chef con le sue debolezze, ma soprattutto con un grande Esterino Forti, amore per la famiglia, le figlie Anna Maria e Nicoaiuto chef Guido Menzietti, guarletta, la moglie Giovannina. Uno Chef con la grande darobiera Lupassione per la cucina semplice. Era emozionante oscia Gaetani, al centro il preside servarlo mentre lavorava, con la sua calma incredibile, Prof. Filippo Bucon le sue mani che sembravano suonare un pianoforte scemi. più che tagliare un arrosto, che sembravano dirigere un’orchestra più che distribuire il lavoro ai suoi allievi.

Un professionista capace di ricavare un piatto importante da pochi elementi racimolati nel frigorifero. Come dimenticare le sue polpettine “Montebianco”, le “Cotolette” con pomodoro e mozzarella, le animelle ed i rognoncini di vitello, Quando preparava il “Pollo all’America Lo chef Forti Esterino mostra orgoglioso una Cernia in Bellavista preprata con i suoi allievi.

Il preside Buscemi si congratula con gli chef Forti Esterino e Lino Narcisi al termine di un pranzo di gala.

3

Amarcord na”, il “Filetto sul crostino di pane” con contorni di piselli, funghi, pomme paie e pomodorini, per lui era un rito, un grande evento. La sua passione e la sua arte stava nel guarnire i piatti: l’Aragosta e la cernia in bella vista, la cascata di scampi o di prosciutto. Se Esterino Forti è stato l’anima della Scuola, Lino Narcisi lo è stato del convitto. Una persona estremamente timida, riservata, corretta, fin troppo attaccata al suo lavoro, ricco di una enorme carica di umanità e senso di responsabilità. Da

cuoco provetto riuscì a portare avanti il convitto, che ha ospitato fin oltre 100 ragazzi e ragazze, anche quando la struttura si trovò a fronteggiare una fase di notevole indebitamento, provocato dalla mancata erogazione di contributi statali. Lino fu pervaso da un’ansia devastante, ma riuscì in breve tempo a far quadrare nuovamente i conti, facendo grandi economie. Quel convitto ed i suoi collaboratori, in particolare Guido Menzietti, Emanuele Bani e Lucia Gaetani, sono stati la sua famiglia per 16 anni, fino al 1987, per poi volare in alto nel cielo, il 17 luglio del 2008. Esterino Forti e Lino Narcisi li vogliamo ricordare con un unico grande abbraccio, sicuri che da lassù ci osservano, ci proteggono e ci guidano come sempre hanno fatto. Amorevolmente!

Marcello Iezzi

Lo chef Lino Narcisi e lo chef Emanuele Bani con alcuni studenti, hanno appena ultimato la preparazione di un buffet di antipasti con “cascata di scampi”.

Lo chef Esterino con i suoi allievi di cucina e alcuni allievi di sala, pronti per servire un antipasto montato attorno al Faro di San Benedetto realizzato completamente con lo zucchero.

Il 16 aprile del 1973 il nostro Istituto ha ospitato Luigi Carnacina, chef autore di numerosi libri e pubblicazioni sull’arte della Cucina internazionale. Il preside, professor Filippo Buscemi, aveva in mente di intitolare l’Istituto Alberghiero di San Benedetto al grande gastronomo, ma il progetto non andò a buon fine perché si trattava di persona ancora vivente.

Oggi il suo nome è legato all’Alberghiero di Bardolino (Verona). Nella foto il maestro Luigi Carnacina con lo chef Esterino Forte, il preside Filippo Buscemi e la signora Floriana titolare del caffè Florian, alle sue spalle lo chef Lino Narcici, a destra il professor Mario Fasciocco, docente di sala-bar, con alcuni suoi allievi.

4

We are the champions UN GALEONE DI PANE…CARICO D’ORO Il professor Mauro Michetti, chef esecutive docente

di cucina nel nostro Istituto, non smette di stupire negli appuntamenti che contano. Al concorso Internazionale di Italia, svoltosi a Marina di Massa, dove si è tenuta la 31° mostra Convegno Tirreno CT , ha conquistato la medaglia d’oro individuale e la medaglia d’argento a squadre. In terra toscana si sono dati convegno tutti i migliori chef d’Italia e non solo, per confrontarsi attraverso la presentazione di innumerevoli preparazioni gastronomiche a partire dalla cucina calda, a quella fredda, dalla cucina artistica alla preparazione di dolci e piatti salati. Dopo un’approfondita valutazione la giuria tecnica ha assegnato al professor Mauro Michetti la medaglia d’oro per la migliore preparazione artistica.

Un fantastico galeone incagliato, realizzato interamente con la pasta di pane. Un lavoro tecnico e meticoloso

fino all’esasperazione, che è durato la bellezza di due mesi. A completare il successo del docente è arrivata anche la medaglia d’argento di squadra conquistata dagli chef della regione Marche che hanno presentato la cucina fredda artistica combinando innumerevoli preparazioni. Sono passati dai finger food ai piatti unici, attraverso il vassoio della festività, la preparazione ovolacto, i menù di pesce e di carne per arrivare alla realizzazione di un programma di pasticceria dove piccolissime praline, dolci e pezzi artistici di cioccolato si univano ottenendo una grande armonia organolettica,visiva e nutrizionale. Una preparazione che ha avuto il giusto riscontro da parte della giuria e grande ammirazione da parte delle migliaia di visitatori presenti alla manifestazione organizzata in Versilia.

La Redazione

Fermo: Tipicità, nuova affermazione del nostro Istituto

ECCO IL CAPPUCCINO DEL TRICOLORE

Un onorevole terzo posto per Federico Rossi Ed è in quest'ultima categoria che il giovanissimo Fen podio derico Rossi, della classe 2^ E ha conquistato il terzo che sa di posto. L'allievo dell'Ipssar di San Benedetto ha propoimpresa quelsto un cappuccino “Unite 150”. Una creazione unica e lo conquistadi gusto: caffè solido, crema di latte, mascarpone e latte to da Fedefresco, decorato semplicemente con un tocco di tricorico Rossi, al lore (foto). Un terzo posto che completa il primo ed il concorso sul secondo conquistato l'anno scorso nella manifestazio“Caffè più ne di Monteprandone dai suoi compagni di terza sala buono” che - bar. Per la cronaca al secondo posto si è classificasi è tenuto to Lorenzo Pacetti all'interno della fiera “Tipicità” di Fermo. Il terzo posto dell'Alberghiero di può essere giudicato un'impresa perché lo studente freCingoli ed al priquenta solamente il secondo anno (2^E), quindi con una mo posto, Rosa preparazione meno approfondita rispetto ai concorrenti Peloso dell'Alberdelle altre scuole presenti. È stato bravo a prepararlo il ghiero di Loreto. A suo insegnante, professor Antonio Giordano, che l'ha tutti i ragazzi ed ai anche accompagnato alla manifestazione ed il Dirigenloro docenti vanno te Scolastico, professor Alfonso Sgattoni a motivare il riconosciuti l'imgruppo. Gli organizzatori hanno scelto come tema “150 pegno e la professionalità che mettono in camanni dell'Unità d'Italia” ricorrenza che doveva essere richiamata nella decorazione, negli ingredienti o nel po ogni giorno nei rispettivi Istituti per offrititolo dell'elaborato. Due le categorie: “Caldo classico re servizi di qualità agli ospiti italiani e stranieri.

La redazione con fantasia”, “Freddo ma speciale – caffè evolution”.

U

5

News of the world Progetto Comenius

L’ALIMENTATION, LE SPORT ET LA SANTE’

A

nche quest'anno l’Istituto Alberghiero. “F. Buscemi” ci ha dato l'opportunità di partecipare al progetto europeo Comenius sul tema: “ L'Alimentation, le Sport et la Santé”. Oltre al dirigente scolastico prof. Alfonso Sgattoni, vi hanno partecipato le professoresse Leonella Ferrarini e Rosella Tomassetti.

Insieme ad altri due alunni: Matteo Petrini e Luigi Luca Pica, sono stata in Portogallo per una settimana. La scuola ospitante era nella cittadina di Rio Maior, dove gli studenti ci hanno accolto nelle loro famiglie per tutto il periodo del soggiorno.

Gli alunni sono stati molto disponibili e ci hanno seguito sempre, mostrandoci luoghi meravigliosi nei dintorni. Inoltre ho avuto la possibilità di conoscere molti studenti provenienti dalla Romania, Polonia,

Grecia e Turchia. Le attività riguardanti il progetto sono state svolte nella scuola ospitante e abbiamo avuto anche la possibilità di andare nella capitale Lisbona dove abbiamo visitato altre bellezze come: la Torre di Belem, il Monastero dos Jerònimos, il Monumento alle scoperte, il Centro Culturale di Belem e il Palazzo di Belem. Durante il soggiorno siamo stati trattati con grande disponibilità, ci siamo sentire ospiti davvero graditi. Per me è stata un'esperienza molto importan-

te perché oltre a farmi crescere dal punto di vista linguistico e formativo, mi ha dato la possibilità di conoscere delle realtà inimmaginabili.

Stavila Aurelia classe 2° F

Viaggio d’Istruzione a Barcellona

GITA CON CORSA CONTRO IL TEMPO Il

viaggio verso Barcellona delle classi quinte comincia nel classico dei modi.

Sul pulman si alternano momenti di grande calma ad esplosioni di euforia. Giunti a Civitavecchia l’inattesa sorpresa.

Un nostro compagno scopre d’aver dimenticato la carta d’identità a casa mentre ne stava facendo la fotocopia. Dopo la prima fase di preoccupazione fiduciosa, sperando che la fotocopia fosse sufficiente per varcare la frontiera, subentra il panico perché ci viene confermato che è indispensabile il documento originale. Si pensa allora di chiede-

6

re aiuto al padre nella speranza che riesca a portare la carta di identità prima della partenza della nave.

Una corsa contro il tempo sulla quale tutti facevamo affidamento, ma che è riuscita solo in parte.

Il padre del nostro compagno è arrivato a Civitavecchia proprio nel momento in cui il personale stava togliendo gli ormeggi. Nulla da fare, nonostante il nostro tentativo di far bloccare le operazioni in corso.

Il miracolo è svanito sotto i nostri occhi e non ci è rimasto altro che salutare il compagno rimasto a terra. Restava solo la speranza che riuscisse a raggiungerci in seguito, chissà in che modo, ma era impor-

tante che anche lui ci fosse. Il nostro arrivo a Barcellona è avvenuto sotto tono, con tutta la comitiva a riflettere sull’accaduto, ma il giorno dopo la bella sorpresa! Come nei film a lieto fine, il nostro amico ci raggiunge dopo aver rimediato un volo di linea all’ultimo momento. La festa ha avuto subito inizio e la gita è stata un divertimento continuo.

Daniele Iobbi V A TST

News of the world Stage a Dublino

DREAM EXPERIENCE IN DUBLIN

A

n c h e quest'annol'Istituto Alberghiero “F.Buscemi” ha dato la possibilità ad alcuni alunni di vivere un'esperienza lavorativa all'estero, per la precisione a Dublino in Irlanda. Lo stage è stato progettato appositamente per dare l’opportunità, ai partecipanti, di entrare attivamente nel mondo del lavoro e nello stesso momento di migliorare e ampliare la conoscenza della lingua inglese, vivendo in famiglia.

Ancora di più è stata data la possibilità di frequentare un corso di lingua presso il Dorset College e di ricevere un attestato di livello A2. Lo stage, della durata di 2 settimane (dal 4 al 18 aprile), ci ha permesso di scoprire il mondo del lavoro all'estero e di visitare una nuova città con le proprie realtà politiche, economiche

ssa Leonella Ferrarini e il prof. Antonio Giordano e tutti i datori di lavoro che ci hanno ospitato a Dublino. Infine, ma non per importanza, un caloroso saluto e ringraziamento a tutti i ragazzi che hanno partecipato e reso magico questo indimenticabile viaggio.

Pronti a ripartire?! e sociali. E' stata anche l'occasione per fare conoscenza con persone del luogo, ma soprattutto di approfondire ulteriormente l'amicizia tra studenti. Occasione che credo sia stata sfruttata da noi tutti nel migliore dei modi per l'arricchimento della propria cultura, abbinando del sano divertimento. Ed è per questo che personalmente desidero, a nome di tutti, ringraziare il dirigente scolastico prof. Alfonso Sgattoni, la prof.

Nicolò Simoncini 3°D Cucina

7

Yes we can Il successo dei fratelli Emidio e Francesco Cicoria

RISTORATORI NEL CUORE DI LONDRA Titolari della “Locanda Ottoemezzo”

Molti ragazzi, compiuto il ciclo di studi presso il no-

stro Istituto, hanno avuto la fortuna, ma anche la capacità professionale, di fare una brillante carriera nelle diverse attività alberghiere. Oggi raccontiamo il successo di due fratelli ascolani, Emidio e Francesco Cicoria che nel 1976 si sono recati in Inghilterra per approfondire la loro conoscenza linguistica e lavorativa, ma in seguito hanno trovato anche l’opportunità e la forza imprenditoriale per dare vita ad un ristorante italiano nella centralissima Londra. Si chiama “Ottoemezzo” ed è una prestigiosa Locanda di Thackeray Street.

Quali aspirazioni hanno maturato gli anni trascorsi nel nostro Istituto?

Voglia di migliorare e crescere professionalmente.

Un ristorante dalla tradizione tipica italiana, quale è stato l’impatto tra la vostra offerta culinaria e il territorio in cui operate?

L’impatto è stato ottimo anche perché sviluppatosi dopo diversi anni presenti su Londra e comunque è sempre necessario dare uno sguardo ai rapidi cambiamenti che avvengono in città, cambiamenti sociali, culturali, economici e di Healthy Food.

La soddisfazione più grande che avete avuto in tutti questi anni?

Molte soddisfazioni, ma sempre pronti, on alert, a non adagiarsi e a riceverne altre.

I fratelli Cicoria con Dustin Hoffman

Come avete deciso di avventurarvi in questa professione?

I motivi son diversi: la possibilità di un veloce e diretto sbocco professionale; l’esistenza nel territorio piceno e nazionale (1976 sig ) di una forte offerta di lavoro nel settore turistico e l’accessibilità ad una più facile esperienza lavorativa Internazionale.

La scuola, secondo voi, è stata in grado di fornire le giuste basi per intraprendere questa carriera?

La scuola, come tutte le altre forme di istruzione, dovrebbe essere sempre in grado di fornire “conoscenza” e sicurezza se intrapresa dagli studenti con coerenza ed una certa disciplina (professionalità scolastica). L’ IPSSAR di San Benedetto era in grado di fornire conoscenza teorica con una forte impostazione pratica, anche trasmessa dalle esperienze lavorative dei docenti molto qualificati professionalmente. Docenti e assistenti come: Iezzi, Regis, Pirozzi, La Galla, Forti Esterino, Sciamanna, Cozza, Infriccioli, ecc. Erano in grado di stimolare spesso gli studenti ad un certo challenge o competizione tecnica necessaria per una crescita e maturazione scolastica.

E non dimentichiamo il Preside Filippo Buscemi, onnipresente (forse anche quando era meglio che non lo fosse!!).

8

Le difficolta’ sono il sale del lavoro. Siete d’accordo con questa affermazione?

Se dobbiamo usare un termine gastronomico direi più un bel peperoncino (termogenico e vaso dilatatore).

Qual è il target di utenza a cui avete puntato dando il via al progetto?

I target cambiano in continuazione, Forse in momenti di difficoltà sarebbe meglio orientarsi più verso il Customer Satisfaction ponendo il cliente come target e non il Volume of sales o Food Cost come target.

Come gestisce i rapporti con i suoi clienti?

Con i nostri clienti abbiamo un rapporto diretto, friendly, non molto comune in città come Londra.

“L’esempio è la più alta forma d’insegnamento” (Guglielmo Marchesi), credete di essere un modello da seguire?

Nel nostro caso direi di si, ma a volte non basta per spronare e stimolare le potenzialità delle persone.

Calma, determinazione e spirito di iniziativa, volete aggiungere qualcos’altro che sia di incoraggiamento per noi giovani?

Ancora mi considero giovane e mi auto incoraggio con “obsessed for passion e passionate for obsession”.

Laura Ferretti 5° TSR

News of the IPSSAR

LIM

sta per Lavagna Interattiva Multimediale.

Da quest'anno anche l'IPSSAR ha iniziato a utilizzarla ritenendola un valido strumento che stimola la partecipazione di noi studenti (nativi digitali) attraverso l'uso di contenuti multimediali.

Ho intervistato la prof.ssa. Giuliana Cipriani, docente di economia aziendale, che la usa da qualche mese durante le sue lezioni e che riporta la sua esperienza: “La LIM ha rappresentato sin da subito uno stimolo a ripensare le mie tecniche di insegnamento e i vantaggi sono stati molteplici: maggiore attenzio-

ne e coinvolgimento da parte degli alunni, possibilità di riutilizzare le lezioni precedenti e di effettuare ricerche e approfondimenti in tem-

ed appagante anche per l’insegnante. A noi alunni del settore turistico l'uso della lavagna interattiva, infatti, permette di sperimentare un metodo di studio alternativo, attraverso le ricerche delle offerte turistiche e delle strutture ricettive, le presentazioni in power point, l'analisi di opere d'arte in modo approfondito, e l' esecuzione di esercizi di contabilità durante le ore di economia aziendale.

po reale ed, infine, essa consente di mettermi sulla stessa linea d'onda dei nativi digitali; un modo nuovo di lavorare sicuramente accattivante

Antonio Massetti classe V A TST

Preparato nei laboratori dell’Alberghiero il dolce tricolore

TORTA DELL’UNITA’ D’ITALIA

Applausi per i ragazzi della 3^ Cucina C e 2^ Sala D

In

occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, il nostro Istituto, su richiesta dell’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto, ha organizzato la preparazione e il servizio di un dolce adatto alla ricorrenza, soprattutto sotto l’aspetto scenico. Gli alunni della classe 3 C Cucina, con l’insegnante Emanuele Bani e con la supervisione del maestro pasticcere Leo Mecozzi, hanno preparato quattro torte con: pan di Spagna, crema alla vaniglia, ananas e panna montata. I dolci, per un peso complessivo di 15 kg, sono stati decorati con serigrafie di zucchero che raffiguravano il logo ufficiale della ricorrenza, le frecce

tricolore, il francobollo celebrativo di grande visibilità per l’Istituto. e la scritta dei 150 anni dell’Unità Classe 3 C Cucina d’Italia. Il servizio è stato curato Prof.

Emanuele Bani dagli allievi dalla classe 2^ D del professor Antonio Giordano, che con la loro professionalità e simDa sx il Prof. Antonio Giordano, il dirigente prof.

Alfonso Sgattoni, lo chef prof.

Emanuele Bani.

patia hanno messo ulteriormente in risalto il tricolore. E’ stata una bellissima esperienza per entrambe le classi che hanno partecipato alla manifestazione e un momento

Il dirigente prof. Alfonso Sgattoni con gli alunni.

9

News of the iPSSAR L’Alberghiero al fianco dell’Avis

STUDENTI ALLA MARATONA DEI FIORI

Accolti con simpatia gli allievi del professor Vincenzo Guardato

A

llestire un buffet di dolci, frutta e bibite per ristorare migliaia di atleti che hanno appena terminato una faticosa maratona, può sembrare poco professionalizzante per gli alunni di un Istituto Alberghiero, ma non è stato così. Provate a chiedere ai ragazzi delle seconde classi del professor Vincenzo Guardato che, con l’ausilio degli assistenti tecnici Luigi La Rocca e Antonio Ferri, domenica 17 aprile hanno prestato servizio all’interno del campo coperto del Circolo Tennis, per servire un vero e proprio trionfo di “energie” ai circa 3 mila partecipanti alla “Maratona dei Fiori”. Crostate di frutta, banane, mele, arance, dolci e bibite di ogni genere.

Un’esperienza unica, se è vero che ogni operatore della ristorazione e dell’accoglienza deve conoscere tutto, dal servizio da attivare nei locali più in, a quello nazional popolare.

L’importante è non perdere mai di vista la professionalità e l’entusiasmo e in questo i ragazzi sono stati ammirabili, sotto la guida del loro docente e degli assistenti tecnici, tutti perfettamente in divisa. Ed allora ben vengano esperienze come queste, che fanno crescere, fanno sentire vicina la città, generano simpatia e creano visibilità per la Scuola.

La redazione

Riuscita la colletta per acquistare una bella pianta di limone

PROFUMO D’ERBE AROMATICHE

Sul terrazzo della scuola si lavora per avviare una nuova produzione

S

pazzata via la serra, costruita sul terrazzo Ovest all’ultimo piano del nostro Istituto, con la collaborazione della Provincia e la buona volontà di Marcello, Milena, Roberta e qualche altro appassionato, la coltivazione delle Erbe Aromatiche riprende lentamente. Per molte essenze si tratterà di una produzione stagionale, poiché non riusciranno a sopravvivere ai rigori dell’inverno, altre, invece, potranno farcela come il rosmarino tradizionale e quello strisciante, l’alloro, la ruta, ecc. In questo periodo gli assistenti tecnici Marcello Iezzi e Benito Erbuto hanno messo a dimora: Basilico, Salvia, due varietà di Menta, Timo comune, Timo tappezzante e Timo Compactus, Prezzemolo, Origano, Maggiorana, Erba Cipollina, che vanno ad aggiungersi all’Alloro, al Rosmarino di tre varietà, allo Zafferano, ad otto vasche di Fragole, alla Lavanda e perfino ad otto piante di Pomodori, giunte direttamente da Napoli grazie all’assistente tecnico Luigi La Rocca. Tutti prodotti da utilizzare, liberamen-

10

te, per le esercitazioni pratiche di Cucina e Sala –Bar. A l t r a bella novità è la pianta di limone che gli Assistenti Tecnici di Sala hanno messo a dimora in un grande vaso, (montato su un carrello costruito appositamente per poterlo spostare a secondo delle condizioni meteo), che si trova sul terrazzo Est al terzo piano. L’albero del limone, alto m.1,80, è stato acquistato, al prezzo di 50 euro, presso “La Fiorita” di Porto d’Ascoli, grazie ad una colletta fra docenti e personale ATA. Presto arriveranno i primi limoni da utilizzare per le Esercitazioni Pratiche.

La Redazione

News of the IPSSAR

U

A San Benedetto per un convegno L’ON. WALTER VELTRONI ALL’ALBERGHIERO

na Scuola aperta a tutti. E’ questo il messaggio che il Dirigente Scolastico dell’Alberghiero, professor Alfonso Sgattoni, ha inteso trasmettere accogliendo la cena del PD di San Benedetto, che il 21 febbraio scorso ha ospitato l’ex segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni.

L’esponente politico, dopo aver partecipato al convegno sul tema: ”Fuori dal Novecento: giusta, aperta, forte, viva l’Italia! Per un’Italia unita, moderna, forte, per ridare speranza al Paese”, è stato accolto nella sala “Emidio Galié ” per la cena di lavoro preparata e servita dalle classi terze di Cucina e Sala Bar dei docenti: Emanuele

N

el marzo scorso presso il Centro Locale Formazione di San Benedetto, si è tenuto il seminario di chiusura del corso di formazione in “Tecnologie di ricezione” (B&B e strutture ricettive extra-alberghiere).

Il corso formativo progettato dalla Provincia di Ascoli Piceno, in collaborazione con la Prof.ssa Maria Pia Spurio, ha voluto fornire agli allievi (gestori di B&B del territorio piceno) tutte le conoscenze e le competenze di base necessarie per intraprendere un’attività di accoglienza extra-alberghiera e sviluppare ed accrescere il senso dell’ospitalità che, al di là delle motivazioni economiche, permette di intraprendere rapporti interculturali con turisti provenienti da diverse realtà geografiche.

Al seminario conclusivo, nel corso del quale sono stati assegnati gli attestati di partecipazione, erano presenti, oltre che i corsisti, il Dirigente Scolastico dell’IPSSAR, Prof. Alfonso Sgattoni, il Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Piero Celani, l’Assessore Provinciale alla Formazione Petrucci, la Dirigente del servizio Formazione Dott.ssa Matilde Menicozzi e una rappresentanza dei docenti. L'IPSSAR “F.Buscemi” è stato uno dei protagonisti del corso poiché alcuni insegnanti della scuola sono stati coinvolti, con le loro competen-

Bani, Giovanni De Mola, Giovanni Acciarri e Francesco Felix. Una cena semplice e veloce la classica cena di lavoro, ma molto curata nel servizio e nella qualità delle pietanze, tutte rigorosamente legate alla tradizione del territorio, che sono state elogiate dagli ospiti. Entusiasta il sindaco Giovanni Gaspari e lo stesso Walter Veltroni che aveva deciso di lasciare San Benedetto alle 21,30 per tornare a casa, invece si è attardato fino alle 22,15, rendendosi disponibile per le foto ricordo con il personale e gli allievi di servizio.

La redazione

ze, nelle docenze previste per la realizzazione del progetto. I docenti dell'Alberghiero coinvolti, sono stati : Giovanni De Mola. “Laboratorio di cucina e tipicità”, Leonella Ferrarini “Lingua inglese”, Maria Pia Spurio coprogettista, “Tecnica Turistica”, Simona Ruggieri ”Sostenibilità”, Laura Parissi “ Valorizzazione ed eccellenze del territorio Piceno”, Ercole Capriotti “Tecnica delle comunicazioni turistiche”, Rossella Di Domenico “Igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro”e Milena Iaconi per la materia “Housekeeping - arte e decoro”. Le alunne della classe 3A Ricevimento sono state coinvolte nel servizio di accoglienza e di check-in, dimostrando, ancora una volta, le loro maturate capacità tecniche e senso di responsabilità che apporta un indispensabile contributo alla valorizzazione degli eventi a cui partecipano, ricevendo elogi e complimenti.

Prof.ssa Maria Pia Spurio

Foto di: Borzacchini Beatrice Classe3A Ricevimento

11

News of the IPSSAR

I

l 6 aprile alcune classi del nostro Istituto sono state invitate all’EXPO 2011 per assistere a una conferenza che ha visto la partecipazione di tecnici del settore ed il presidente della provincia Piero Celani. Il presidente della Confindustria ha rilevato come molti giovani si presentano al colloquio impreparati, senza informarsi minimamente neppure sul tipo di attività da svolgere e per questo hanno scarsissime possibilità di ottenere un posto di lavoro. Il presidente Celani, che ha presieduto la conferenza, ha messo subito in chiaro che avrebbe evitato ogni paternale e che crede che i ragazzi abbiano bisogno di esempi positivi con cui confrontarsi per ottenere sempre il meglio dalla vita in tutti i suoi aspetti. Secondo Celani i principali esempi per noi ragazzi sono i professori che

devono formare la personalità umana e professionale di ognuno di noi. In seguito ciascuno si costruirà un percorso in base agli obiettivi che vuole raggiungere.

E’ evidente che le mezze misure sono destinate a fallire nelle “grandi competizioni della vita” . Celani ha aggiunto che nel territorio del Piceno oramai si cerca solo personale altamente qualificato nel settore turistico. “ L’Italia e più in particolare il Piceno non può sfidare le altre Nazioni sul prezzo, vista la mancanza di infrastrutture low cost – ha affermato il presidente Piero Celani - bensì deve conquistare il turista sulla qualità e sulla bellezza del territorio. Le belle infrastrutture non attirano il turista se queste non sono supportate da possibilità di svago e luoghi da visitare nel territorio. Questo compito spetta alla Provincia. Gli imprenditori, invece, devono garantire infrastrutture e qualità del servizio”. Rivolgendosi a noi studenti, Celani ha concluso: “la Provincia crede in voi” .

Daniele Iobbi V° A TSR

Buonumore in Ristorante

Buone maniere: IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE Un cliente burlone al ristorante guarda il menù e appena si avvicina il cameriere dice:” mi scusi ma non vedo il piatto che vorrei ordinare”. Il cameriere molto gentilmente risponde: “ Non si preoccupi la serviremo secondo i suoi desideri”.

Il cliente a quel punto sorridente e soddisfatto ordina: “ Gradirei una FORMICA ARROSTO.” Prontamente il cameriere risponde:” PETTO O COSCIA?” Sempre lo stesso cliente burlone nella sala di un ristorante mette alla prova la pazienza del cameriere e dello chef.

Il cameriere si avvicina e con molta professionalità chiede: “ Cosa gradisce ordinare?”.

Il cliente risponde: “Vorrei un panino con la balena!”.

Il cameriere va in cucina e riferisce quanto sentito. Lo chef stupito lo rimprovera accusandolo di aver sentito male la richiesta e lo esorta a chiedere di nuovo l’ordinazione.

Il cameriere torna dal cliente ed un po’ imbarazzato dice: “ Mi scusi, forse c’è stato un malinteso! Può ripetermi cosa desidera mangiare?”.

Il cliente impassibile: “ Un panino con la balena!”

Il cameriere torna in cucina dallo chef e ripete l’ordinazione affermando di non aver capito male.

A quel punto lo chef, rosso in viso dalla rabbia, urla: “Dì al cliente che per un panino la balena non la inizio!!!”.

12

Scuola ed inclusione IL LAVORO NOBILITA TUTTI!

IL RITORNO AGLI ANNI '50

P

urtroppo non è un articolo di moda ma ciò che mi è venuto in mente quando ho saputo che a mio figlio Roberto, e non solo a lui erano state tolte ben sei alla settimana di assistenza scolastica. Roberto oggi ha diciassette anni, ha iniziato il suo percorso scolastico con dieci ore di insegnante di sostegno e venti di assistenza scolastica. Non contenti di risparmiare con l'assistente scolastica che costa molto meno dell'insegnante di sostegno, le autorità competenti hanno pensato di ridurre ulteriormente il budget spettante ad ogni ragazzo con disabilità, arrivando a diciotto ore quattro anni fa ed oggi ad appena dodici ore. Considerando che nel frattempo sono diminuite anche le ore di sostegno, da dieci a sei, il diritto allo studio si è ridotto a diciotto ore settimanali complessive, contro le trentaquattro degli alunn normodotati. Quando ho chiesto spiegazioni alle autorità competenti mi è stato risposto che questa è la conseguenza dei tagli dello Stato ed io ho detto loro: "Li volete riportare agli anni '50, quando i ragazzi con disabilità stavano chiusi a casa". E' evidente che quelli che ci rimettono di più sono i bambini più piccoli con disabilità, che per le scelte economiche scellerate di chi governa, non sono adeguatamente sostenuti nella loro già difficile crescita evolutiva. Essendomi poi confrontata con i genitori dei più piccoli sono venuta a conoscenza che sono state dimezzate le ore dei trattamenti di fisioterapia, psicomotricità e logopedia. Per concludere ce la stanno mettendo tutta per creare un futuro di ragazzi con gravi disabilità piuttostoo che adulti autonomi e produttivi. Queste sono le conseguenze se non si investe sulle potenzialità dei nostri figli. La legge 104 è stata calpestata.

Paola Pari, mamma di Roberto

I

n questo numero, vorrei soffermarmi su un problema che riguarda tutti.

La questione del lavoro e la sua emergenza pone un serio problema alle generazioni che oggi devono affrontare la ricerca di una occupazione. Se il problema occupazionale colpisce duramente la persona “normale”, sottraendogli quindi la possibilità di costruire un futuro, per la persona disabile significa affrontare un vuoto che il lavoro avrebbe sicuramente colmato.

La questione relativa al rapporto tra disabilità e lavoro non potrà essere chiarita con questo solo articolo. Questi primi pensieri pubblicati nel giornalino scolastico rappresentano una introduzione ad un ragionamento che seguirà nei prossimi numeri. La domanda che ora ci poniamo è: perchè una persona con disabilità dovrebbe lavorare? Lavorare è, per ogni persona, un diritto-dovere che assume un valore fondamentale non soltanto dal punto di vista prettamente economico e remunerativo, ma anche per le sue inclinazioni sociali e psicologiche, con un impatto determinante sulla qualità della vita. Se le considerazioni di cui sopra valgono per la maggior parte delle persone, è chiaro come anche (e soprattutto) per le persone con disabilità il lavoro possa rappresentare molto di più della semplice possibilità di indipendenza economica. Ciò costituisce invece una vera e propria forma di realizzazione come cittadini uguali agli altri nei diritti e nei doveri.

Uguaglianza nel lavoro non significa solo proibizione della discriminazione, si tratta di modificare lo status quo e trasformare tutti i luoghi di lavoro, nonché l'intero sistema, in veri luoghi inclusivi Marco Marconi Educatore presso l'IPSSAR di San Benedetto del Tronto

13

Scuola ed inclusione Vittoria Quondamatteo “Vicky” una giovane “malata” di altruismo

Un ‘fiore del deserto’

A

nche noi dell’Alberghiero potremmo contribuire a far crescere un “Fiore del deserto” sostenendo la concittadina Vittoria Quondamatteo che passa tutto il suo tempo a lottare a fianco di chi è piombato nell’emarginazione. “Vicky” coordina il progetto “Fiore del deserto” che accoglie ragazze e ragazzi di diverse età, nazionalità e provenienza socio-culturale, promuovendo processi di integrazione. Mossa sin da bambina da un profondo senso di giustizia, Vittoria Quondamatteo, psicologa e psicoterapeuta di comunità, crescendo ha fatto dell'impegno sociale il valore guida della sua esistenza. Il volontariato in Africa, l'associazione AINA ed il progetto Fiore del Deserto costituiscono il risultato della passione di Vichy, una donna "malata di senso dell'altro". Il valore della solidarietà, dell’impegno sociale, e della condivisione totale spingono persone semplici a seguire il proprio istinto superando le paure per gettarsi con passione nella costruzione di micro realtà in grado di rispondere efficacemente e concretamente alla povertà e alla marginalità sociale. La Casa Famiglia per

giovani donne, nella riserva naturale della Marcigliana, ne è un grande esempio. Attualmente Aina Onlus opera in kenya nella cooperazione internazionale e nel sostegno scolastico. Nel 2010 Aina ha costruito un villaggio- famiglia “ Bimbi del meriggio” che ospita bambini malati di hiv. Il progetto “Bimbi del meriggio” realizza percorsi a sostegno delle economie di prossimità più povere con le quali integra le sue attività sociali. In Italia con “Il fiore del deserto” realizza percorsi di accoglienza e sostegno per adolescenti che vivono una difficoltà sociale o famigliare. Sarebbe bello da parte nostra uno slancio di generosità, oltre che un gesto di civiltà e di impegno sociale, promuovere, con la collaborazione di tutti, famiglie comprese, una piccola raccolta di fondi da inviare all’AINA (Associazione Italiana Nomadi dell’Amore), destinata al progetto Accoglienza “Il Fiore del Deserto”. Se qualcuno desidera farsi promotore dell’iniziativa può contattare il coordinatore Marcello Iezzi.

Via Nomentana,1367 -00137 Roma eventuali offerte possono essere effettuate su Conto corrente bancario n.

5984/67 Credito artigiano IBAN IT72E0 3512 03200 000000005984 P.IVA/C.F 06393451007 intestato a Il Fiore del Deserto - Via Nomentana, 1367- 00137 Roma

Splendido hotel in prima fila sul mare con spiaggia privata - aria condizionata locali comuni - aria condizionata in camera - TV sat in camera - cassaforte in camera - telefono in camera - parcheggio - sala giochi - piano bar - menù a scelta con servizio di buffet per contorni e colazioni - bici, risciò tandem a richiesta per escursioni - cabine e sdraio in spiaggia - pedalò e lettino a richiesta. Dal 2009 l'Hotel Eden offre alla clientela l'accesso ad internet direttamente dalle stanze.

E-mail: info@hoteleden-ap.it E-mail: info@hoteledengrottammare.it WEB :www.hoteledengrottammare.it Hotel Eden *** - Viale De Gasperi, 146 - 63013 Grottammare (AP) - Italy - Tel. +39 0735 581757- Fax +39 0735

14

L'angolo della cultura Siamo orgogliosi di presentare nelle pagine dedicate alla cultura l’intenso racconto di una nostra alunna che ha partecipato al I° Concorso di narrativa breve “Riflessi di scrittura”, ne potete trarre interessanti spunti di riflessione.

Principessa per sempre

S

ono qui. Distesa su un letto a fissare il soffitto. In questo istante, rivivo ogni pezzo della mia breve vita che, lentamente, vedo scorrere davanti ai miei occhi. Solo adesso mi accorgo di come la meschinità e l’indifferenza degli altri può portare a gesti estremi. E ora che sono arrivata al punto di non essere più ciò che ero e ciò che il mio nome rammenta, sono pronta a raccontare la mia storia. Ero graziosa, dolce e negli occhi avevo la vivacità di una bambina, che si appresta impaziente a diventare adolescente, come una donna aspetta ansiosa di diventare madre. Tutto non poteva che essere perfetto. Questa favola però fu ben presto interrotta, tutto il mio mondo non poté far altro che frantumarsi con essa. A poco a poco tutti coloro che mi erano accanto scomparivano, la mia famiglia si spezzava, i miei genitori nel separarsi smettevano per sempre di volermi bene e il mio corpo mutava nella direzione inversa; poi c’era la crudeltà dei compagni, ancora troppo infantili, per capire il peso di ogni parola. Inconsapevolmente cominciai a provare simpatia per un compagno poco più grande di me; era bello, sicuro di sé e talvolta aveva un atteggiamento da spavaldo. Riuscii a suscitare in lui simpatia e questo mi rese più forte e solare, però tant’erano influenzati i miei occhi che gli permisi di distruggere tutta la mia dignità. Aveva approfittato della mia ingenuità per ottenere un attimo di piacere e ora mi sentivo sporca. Se questo significava diventare grandi, rimanere soli in mezzo a una folla, che non aspetta altro d’infliggerti i propri artigli fatti di parole, di false promesse; se crescere, voleva dire fare

sempre a meno dell’amore dei miei e cominciare ad imbattersi in situazioni da cui sola sarei dovuta uscirne, allora NO! Da quel momento dovevo fare in modo che tutto tornasse com’era: peccato, a mio danno! Giorno per giorno sentivo spegnersi dentro ogni aspirazione, come il mio corpo a mano a mano si distruggeva con le mie stesse mani. Avevo trasformato me stessa come un oggetto di sfogo e come mezzo per chiedere aiuto a chi mi prestava indifferenza. Lo avevo fatto solo per far sì che la mia famiglia tornasse com’era e che nessuno potesse più farmi del male. Solo ora che la mia ribellione è visibile a tutti, è visibile a me che guardandomi allo specchio mi ritorna in mente Auschwitz, dove quell’orrore era dato dai pazzi, mentre il mio è dato da una paura della mia mente; solo ora che tutti si preoccupano per me e mi guardano con pietà senza sapere la vera motivazione di questa autodistruzione, io capisco di quanto ancora posso aver bisogno della vita.

Mi rivolgo a voi che invece mi potete capire, a quelli che come me vorrebbero tutto semplice e possibile, ma che invece si trovano a vivere situazioni di grande delusione e sofferenza; non distruggete voi stessi solo per la paura di crescere, di provare nuove emozioni e affrontare nuove incertezze. Questa fase della vita è degna di essere vissuta. Il mio nome è Sarah, che in ebraico vuol dire “Principessa”. Amici ascoltatemi, non imitatemi mai, sono il peggior esempio da seguire.

Ilenia Ottaviani classe V A TSR

BRIVIDI A TAVOLA! IL CUORE DELL’UOMO

IL CUORE DELL’UOMO Antipasto

15

L'angolo della cultura Notte stellata-Vincent van Gogh giugno 1889

N

otte stellata è probabilmente il dipinto più famoso di Vincent van Gogh. La tela è stata realizzata durante il suo soggiorno nel manicomio di SaintRémy. Van Gogh rimase sveglio tre notti ad osservare la campagna che vedeva dalla sua finestra, affascinato soprattutto dalla stella Venere, che appare, soprattutto all'alba, come la stella più grande delle altre.

Se osserviamo le dimensioni del quadro, prevale la volta stellata, il cielo maculato di astri, di bagliori e di aureole. È evidente l'intento del pittore di rappresentare un mondo sensibile, che affascina, stupisce per la sua grandiosità, per l'energia che può emanare. La nota carica espressiva di Van Gogh fa sì che il cielo copra il paesaggio sottostante, quasi ad avvolgerlo, a proteggerlo "affettuosamente" in un largo e materno abbraccio. In quest'opera non si possono più distinguere le macchie di colore tipiche del puntinismo, perché questi elementi appaiono tutti insieme: i vortici di linee si tramutano in stelle nel cielo notturno, le cime dei cipressi sono rese con pennellate slanciate, le superfici arrotondate fittamente tratteggiate sono lecreste

16

dei monti. Il cielo notturno è reso da spesse pennellate di blu cobalto e verde, punteggiato qua e là dai cerchi luminosi delle stelle. In primo piano si stagliano la sagome nere di alcuni cipressi, alberi particolarmente amati da Van Gogh per la maestosa forma longilinea e per il colore cupo e intenso. La tela è pervasa da un senso di poesia molto evidente e di immediata presa.

COMMENTO Ci sembra che il quadro non sia una fedele riproduzione del paesaggio, ma una immaginaria visione in cui affiorano anche ricordi struggenti come il suo quieto paesino olandese. Abbiamo anche notato come i cipressi facciano da immaginario ponte tra la terra e il cielo, luoghi trattati con evidente dualismo: calma e tranquilla la terra è assopita nel buio e nel sonno, pulsante di energia e di vitalità il cielo notturno è solcato dalla luce vibrante delle stelle.

Classe IV CTSR

L'angolo della cultura

Bice Piacentini La più importante poetessa dialettale sambenedettese

mente verista.

Personaggio di grande spessore degli inizi del Novecento, scrisse poesie in vernacolo . I temi a lei cari sono basati sui sentimenti e sui costumi popolari della antica cultura marinara, genuina-

SAMMENEDETTE Lu mònne 'ntire pù pure ggèrà lu mònne 'ntire comma sta piantate, e quanne scillu tutte reggerate, revì jècche e tte sinte ricrìa.

Quiste jè nu paèse 'ffatturate; se lu sci viste 'n te lu pù scurdà e lu frastìre che cca capetate ce revè, preste u tarde, 'n ce penzà!

J'atre pajìce ce pò pure dì!

Appitt'a nnuje, ccuse 'nn'arèvente jècche ji murte ji fa rebbevì!

Sammenedètte, care bbille mì, lu mare, tune jè lu ppiù lucènte, lu cìle tùne jè lu ppiu ttrecchì

COMMENTO

In questa poesia emerge l’amore per il paese natio, ritenuto il più bello del mondo, capace quindi di “fatturare” cioè di ammaliare e addirittura di risuscitare i morti “jécche ji murte ji fa rebbevì”. Nell’ultima strofa viene esaltato il mare che è il più lucente e viene elogiato il cielo che è il più azzurro!

Classe 2^ C

Il meraviglioso mondo del teatro Quando si parla di teatro spesso ci vengono in mente nomi di grandi drammaturghi, commedie o drammi che abbiamo visto o di cui abbiamo sentito parlare, musical, concerti lirici e quant’altro…

Ma solo colui che pratica quest’ arte può capire cosa è veramente!

Il teatro è un attività che coinvolge a 360°, fisicamente e mentalmente, ma soprattutto prende ANIMA e CUORE. Sotto quei personaggi che vengono rappresentati alla fine di un percorso vi è uno studio approfondito su se stessi, prendendo consapevolezza del proprio corpo e del proprio ego interiore.

La conoscenza di se stessi perciò è alla base di tutto, conoscenza che può svelare lati del carattere sconosciuti, in quanto ben celati da quella maschera che ogni giorno indossiamo.

Nel teatro questa copertura si infrange quando riusciamo a spogliarci di tutte le falsità e ad allontanarci da tutto il resto. Veniamo catapultati in un mondo totalmente diverso in cui possiamo essere chiunque.

Ciò che diventiamo rispecchia veramente noi stessi con tutte le nostre insicurezze, paure, ma anche virtù e capacità.

L’attore è quindi colui che accoglie nella sua vita un personaggio di cui racconta la storia, analizzandolo e mettendolo a confronto con se stesso e perché no, facendo tesoro di ciò che ha da insegnare.

Il teatro è considerato terapeutico. Grazie a esso si superano timidezze, complessi di inferiorità e paure in quanto si acquisisce quella fiducia in se stessi che dà una determinazione tale da superare l’enorme scoglio delle insicurezze.

Il mio invito è pertanto rivolto a tutti, dai più giovani ai meno giovani, dagli alunni ai professori: non è mai tardi per intraprendere questo meraviglioso viaggio pieno di gioie e soddisfazioni, un’arte antichissima che purtroppo è sempre meno praticata dai giovani che preferiscono fare altro e soprattutto è un passatempo sano e costruttivo.

Sofia Capone 3 A Ricevimento

17

Ditelo a ... www.ipssar.it redazioneipssarsbt@libero.it

Una SCUOLA per TUTTI Un' alunna del 5° TSR Serale scrive ai compagni di scuola del mattino.

Dedicato a Maria Grazie di esistere!

M

i chiamo Antonella, ho 41 anni e sono una di voi. Ogni sera mi trovate seduta dietro un banco, pronta ed attenta.

Secchiona? Forse!!!

E’ stata la scuola a scegliermi, a cercarmi. Io neppure pensavo di rimettere il naso sopra ai libri. Tre anni fa un medico mi disse che avevo una grave patologia Immaginate la mia disperazione. Avrei potuto annullarmi in molti modi. L’importante, in questi casi, era non pensare! Si, avete capito bene, ero furibonda!

Mi era appena nato un bambino, non potevo crollare.

Ero passata dalle stelle alle stalle. Una donna, non molla. Una madre, lotta e tira fuori le unghie, proprio come fanno gli animali quando difendono i loro cuccioli. E da lì ho iniziato il mio calvario. Davanti allo specchio, c’era una persona che stentavo a riconoscere. Poi, piano piano, la luce in fondo al tunnel.

Ho cominciato a riprendere in mano la mia vita. Ero determinata a far tornare tutto come prima. Volevo mettere fine ai giorni tristi e bui. Avevo però, bisogno, di tenere la mente occupata, così una persona a me cara, mi propose di ricominciare a studiare. Accettai.

Ed ora sono qui. Frequento il V° anno Serale e quest’anno ho gli esami di maturità. Rido. Io gli esami!!! Ricordo ancora il primo giorno di scuola, del III° Serale. Intorno a me c’erano volti curiosi ed emozionati, proprio come lo ero io. Avevo timore.

Cercavo di sembrare una persona diversa e sicura, ma ero timida e spaurita.

Poi, per fortuna, la tensione si sciolse e da allora abbiamo camminato insieme fra alti e bassi, condividendo gli stessi interessi. I professori ci hanno sostenuto, incoraggiati e spesso lodati. Studiare alla mia età è faticoso! Ho una famiglia, un lavoro part–time ed una casa da mandare avanti. Sono un giocoliere.

Ogni giorno, cerco di non far cadere a terra neppure un birillo. Non sempre ci riesco. Le vostre paure, sono anche le mie. Ho mille dubbi e pongo cento domande.

Sono preoccupata, proprio come voi. Mi lamento che i professori ci danno troppo

18

da studiare. Come voi.

Eppure sono felice!

Ho conosciuto persone, diverse da me.

Mi sono messa in gioco.

Solo così ho capito qualcosa in più su me stessa.

Sapete? Adesso sono consapevole di avere grandi potenzialità!

Ed ora, raccontatemela voi la vostra storia.

Perché siete qui?

Antonella Paci 5° TSR Serale

Ci siamo anche noi! Quelli del serale!

P

er noi che dalle 17:30 alle 23:30 è ancora mattino!

Per noi che a 100 giorni dagli esami, c'è rimasto solo Lourdes. Noi che, tornati ragazzi tra i banchi di scuola, ce la stiamo mettendo tutta. Ci siamo spogliati d'ogni orgoglio! Rimessi in discussione! Messi a disposizione, per colmare quel forte senso d'irrisolto, quel sospeso, quella possibilità negata che, in noi latente, grida.

Siamo madri di famiglia, lavoratrici che, dopo “una brevissima pausa”, durata anche vent'anni, ci siamo rimesse in gioco.

Parlo al femminile perchè la nostra classe è rappresentata per il 95% da donne, che dopo aver trascorso 3 anni, gomito a gomito tutte le sere, più che amiche siamo diventate sorelle. Questa scuola, oltre alla crescita interiore, allo scambio culturale, ha cercato di farci acquisire certezze, sicurezze e nuove prospettive.

Ora il silenzio ha un altro senso e le parole altri valori.

Leopardi disse che possiamo cambiare il nostro destino anche in punto di morte: ecco, noi ci stiamo organizzando, in anticipo!!!

Abbiamo scelto la scuola come trampolino di lancio per una nuova ri-partenza e vogliamo cogliere questa occasione per poter dire grazie a quest'Istituto per averci offerto una seconda possibilità.

Ai professori, grazie, per non averci sottovalutati.

Ai ragazzi del mattino a gran voce vogliamo dire: “Non scendete dal treno della scuola fino a quando non si fermerà alla stazione del vostro arrivo, perchè poi... per risalirci bisogna correre!”

Gianna Paolini 5^ A TSR Serale

Tra storia e attualità

D

al 6 al 10 aprile, grazie al gemellaggio che il Comune di San Benedetto ha promosso con il Comune di Steyr (Austria), alcuni ragazzi delle seconde classi degli Istituti Superiori cittadini, hanno avuto l’opportunità di recarsi in visita ad istituzioni scolastiche similari, nella cittadina austriaca. Il gruppo dei nostri studenti, composto da 22 allievi delle classi 2^ B-D-G, si è unito ad altri 80 ragazzi del Liceo Classico, del Liceo Scientifico, dell’IPSIA e dell’Istituto Commerciale e a 10 docenti accompagnatori, unitamente al consigliere comunale dottor Francesco Bruni.

Gli studenti hanno avuto, così, l’opportunità di conoscere da vicino la realtà scolastica dei loro coetanei.

Il programma del viaggio prevedeva, all’andata, una tappa a Salisburgo, dove abbiamo potuto apprezzare le bellezze della città austriaca, ricca di storia che, fra l’altro, ha dato i natali a Mozart, celebre musicista del ‘700, compositore di opere, sinfonie, sonate per pianoforte e orchestra, fra cui ricordiamo, una tra tutte, il “Don Giovanni”.

Il Comune di Steyr ha dimostrato una squisita accoglienza per la nostra delegazione, ricevuta dal Sindaco.

Il primo cittadino ci ha rivolto un saluto ed ha auspicato una crescente colla- borazione, rallegrandosi per la presenza dei giovani studenti, che ha definito cittadini di domani che dovranno continuare con maggiore entusiasmo l’amicizia tra i due popoli. Il secondo giorno, al mattino, gli studenti hanno vissuto una interazione tra scuole, assistendo alle lezioni insieme agli studenti di Steyr, avendo l’opportunità di scambiare informazioni e fare amicizia. Nel pomeriggio, hanno avuto la possibilità di conoscere meglio la città austriaca, visitando, con una guida in lingua italiana, il suo centro storico con i suoi principali monumenti e alcune bellezze naturali del luogo. Il giorno prima della partenza è stato il giorno più toccante del nostro viaggio; il program-

ma prevedeva la visita al campo di sterminio di Mauthausen, della cui atroce realtà non riusciremo mai a capacitarci e a rassegnarci. Tutti si sono commossi ascoltando la guida davanti ai forni crematori, alla camera a gas, alle baracche, alla cava di pietra “della morte”, davanti a quei luoghi c h e sono stati e che sono, testimoni di ingiusta sofferenza e dolore. Siamo tornati a casa con una consapevolezza maggiore e una coscienza diversa.

Gli allievi hanno più volte espresso un giudizio su questo viaggio altamente positivo e affermato di aver vissuto una interessante esperienza. Grazie a questo

gemellaggio hanno potuto conoscere persone che vivono la loro stessa realtà scolastica, ma in un contesto diverso, che parlano un’altra lingua, che hanno tradizioni e culture diverse dalle nostre, ma che sono stati pronti a confrontarsi con la nostra realtà, realizzando il presupposto per una crescita e una apertura al dialogo, obiettivo comune in questo scambio culturale. Un ringraziamento va al Sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari, al Dirigente Scolastico dell’IPSSAR “F.Buscemi”, prof. Alfonso Sgattoni, ai docenti accompagnatori, prof. Capriotti Ercole e Laureati M. Cristina.

Allievi delle classi 2^ B,D,G

19

Il piceno in pochi scatti

I

l secondo numero del nostro giornalino scolastico, nella rubrica “Il Piceno in pochi scatti, ospita il capoluogo di provincia Ascoli Piceno. 51.159 abitanti, quarto comune per popolazione nella regione Marche. L'agglomerato urbano di Ascoli Piceno si estende al di là dei confini comunali costituendo così un continuum con i centri abitati di Folignano, Maltignano, Castel di Lama, Castorano, Colli del Tronto, Pagliare e Spinetoli, contando dunque circa 85.000 abitanti. “Sicuramente Ascoli, non se ne dolga Urbino, è la più bella città delle Marche, una delle più belle d’Italia. Urbino è splendida , ma è un palazzo, non una città”. Così si esprime Cesare Brandi, uno dei maggiori critici e storici dell’arte, in Terre d’Italia, raccolta di emozioni suscitate dalla visione di luoghi, ambienti e monumenti dell’Italia. A differenza di Urbino, identificabile nel rinascimentale Palazzo Ducale, Ascoli è nella sua interezza un monumento di monumenti, che deve la sua unicità e la sua armonia al materiale di cui è costituita. La sua storia può infatti essere letta attraverso la pietra, pagine di travertino bianco e poroso, reso dorato dagli anni, lavorato con grande sapienza dai Romani, poi dai Longobardi, scolpito in linguaggio medievale, rinascimentale, barocco, neoclassico. Prezioso elemento unificante che ha permesso alla città di svilupparsi senza interruzioni e senza strappi, lasciandoci in dono austeri palazzi, intrecci floreali dei portali delle chiese romaniche, le fontane, riproduzioni in miniatura dei templi, i ponti con le loro possenti arcate, le svettanti torri gentilizie, vere e proprie costruzioni militari e Status Symbol, gli orti medievali, gelosamente protetti dalle poderose mura, le piazze dominate dai mirabili edifici pubblici e religiosi, le piazzette che si schiudono all’incrocio delle rue, trama ed ordito del tessuto urbano. Un vero e proprio museo all’aperto che, nell’attesa di essere riconosciuto patrimonio dell’umanità, è stato inserito dal giornale americano “Usa Today” tra le dieci meraviglie d’Italia da visitare.

Ponte Romano di Solestà di Ascoli Piceno è stato costru-

ito durante il periodo dell’età augustea ed il suo ideatore è rimasto ancora ignoto. La struttura del ponte è costituita da un’unica campata realizzata con un maestoso arco a tutto sesto. Il suo piano stradale, da sponda a sponda, è di 62 metri, la luce dell’arco è di 22,20 metri. Queste misure erano straordinarie per l’epoca della sua realizzazione, è il quarto ponte più grande di età romana che si conosca.

Piazza del Popolo e Palazzo dei Capitani del Popolo.

Ascoli Piceno è una della città più belle e monumentali d’Italia, il suo centro storico è interamente costruito in travertino, ed ha come fulcro la suggestiva Piazza del Popolo in stile rinascimentale. La piazza raccoglie i monumenti più importanti della città come il Palazzo dei Capitani del Popolo con accanto lo storico Caffè Meletti, la chiesa di San Francesco con l’Edicola di Lazzaro Morelli, la Loggia dei Mercanti.

20

Il piceno in pochi scatti

Il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, dalla struttura neoclassica, è uno dei 63 teatri storici delle Marche. Sulla sua scena compaiono i più bei nomi del teatro italiano ed europeo. Le attività e le produzioni del Teatro Ventidio Basso sono attualmente impegnate anche in importanti collaborazioni con molti teatri e festival culturali in tutto il mondo. .

A lato del Duomo si erge il Battistero di San Giovanni (XII sec.), unico nel suo genere in tutta la regione. Vicino è Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale, che raccoglie testimonianze dell’antica città e dell’intero territorio provinciale. Nella rete museale cittadina va ricordato il Museo Naturalistico “A. Orsini”, che conserva la ricchissima documentazione raccolta tra i secoli XVIII e XIX dallo scienziato ascolano. .

Forte Malatesta.

Costruzione fortificata edificata nei pressi del ponte di Cecco, passo obbligato per chi accedeva nella città dalla zona est. Sorge vicino alle sponde del torrente Castellano, l’attuale fortezza è stata ricostruita sui resti di una precedente rocca per volere del Signore di Rimini Galeotto Malatesta verso la metà del 1300.. .

La Cattedrale di Sant’Emidio, patrono della città, si trova su Piazza dell’Arringo. In essa si trova la cripta dove si vedono i resti del patrono ascolano e dei suoi discepoli.

21

Le nostre ricette Stanchi della solita pasta?

ECCO A VOI LA “CARBONARA DI MARE” La rivoluzione nella vostra cucina

P

rima di presentarvi la nuova rivoluzione in campo gastronomico della classica “Carbonara” vorrei riportare alcuni cenni storici su come è nata tale ricetta: le origini del piatto sono Laziali e Abruzzesi. Si tramanda la provenienza del termine come piatto tipico dei carbonai, per la facile reperibilità e conservazione degli ingredienti. La possibilità che siano stati proprio i carbonai ad iniziare la tradizione degli spaghetti alla carbonara, nasce proprio dalla loro attività, che li teneva impegnati, nel produrre il carbone dalla legna, per lunghi periodi nei boschi, quando le tecniche di conservazione delle uova non erano adeguate. La carbonara sarebbe in questo caso l'evoluzione del piatto detto "cacio e ova", che i carbonai usavano portare nei loro "tascapane", preparato anche il giorno prima e consumato freddo, con il solo utilizzo delle mani che essendo sporche di carbone conferivano il colore nero alla pasta. Il nero fu sostituito poi più, gradevolmente, dal pepe per ricordare tale colore. La seconda tesi ipotizza che la carbonara sia stata inventata da un cuoco che faceva parte dei Carbonari, il gruppo di rivoluzionari che si batteva contro l'occupazione austriaca del Nord Italia, attivo tra la fine del '700 e le guerra d'indipendenza italiane. Il piatto è stato registrato per la prima volta nel periodo immediatamente successivo alla liberazione di Roma nel 1944, quando nei mercati romani apparve il bacon (pancetta) portato dalle truppe angloamericane. Questo spiega anche perché nella carbonara, a differenza di altre salse come l'Amatriciana, (pancetta e guanciale) vengono riportati spesso come ingredienti equivalenti. Ora, dopo avervi brevemente accennato la nascita di questo squisito piatto, arriva la rivoluzione... la Carbonara di Mare! Per variare potete preparare la Carbonara non di terra... ma di Mare Ingredienti per 8 persone 700 g. di pennette rigate, 5 uova , 300 g. di seppioline pulite, 300 g. di cozze già sgusciate, 300 g. rana pescatrice, 50 g. di parmigiano grattugiato, prezzemolo, 1 cipollina, mezzo bicchiere di vino bianco, sale, olio e pepe quanto basta .

Prepara il condimento Taglia la cipollina finemente e falla imbiondire nell’olio, utilizzando una padella capiente.

Tuffaci le seppioline e falle rosolare e insaporire un pò nell’olio caldo con la cipollina. Aggiungi il vino e fai cuocere a fuoco lento per circa 10 minuti, coprendo con un coperchio.

Taglia la coda di rana pescatrice a pezzettini ed uniscila alle seppioline. Aggiungi anche le cozze, condisci con sale e pepe e un po’ di prezzemolo tritato finemente; fai cuocere il tutto per circa 5 minuti. Il condimento non si deve asciugare troppo, deve rimanere un po’ di sughetto di cottura.

Cuoci la pasta Cuoci la pasta e nel frattempo sbatti le uova con un pizzico di sale e il parmigiano.

Scola la pasta al dente e aggiungila nella padella con il condimento, quindi fai insaporire, poi aggiungi l’uovo sbattuto e allontana dalla fiamma, gira il tutto velocemente. Spegni il fuoco e distribuisci sopra una bella manciata di prezzemolo fresco tritato e se occorre un po’ d'acqua di cottura della pasta..

Servi subito in tavola. Un primo piatto gustoso e originale... da provare!

Nicolò Simoncini 3 D Cucina

22

Le nostre ricette A primavera coltiviamole sul balcone

LA MAGIA DELLE ERBE AROMATICHE

L

e erbe aromatiche sono piante erbacee o arbustive che possono crescere spontaneamente o essere coltivate. Contengono sostanze, che sprigionano un profumo caratteristico, in cucina è consigliabile aggiungerle a crudo o a fine cottura per mantenerne tutto l’aroma. Le piante aromatiche sono note soprattutto per il loro uso nella gastronomia, ma non bisogna dimenticare che contengono anche dei principi attivi e sono dotate di proprietà farmacologiche. Possiamo averle sempre a disposizione coltivandole sul balcone di casa.

Per chi non ha il “pollice verde” si consiglia di mettere a dimora piantine già pronte per il

trapianto.

Prezzemolo Ha origine in Africa Settentrionale e in Asia Minore, stimola l’appetito ed ha proprietà diuretiche. Le foglie vengono utilizzate per aromatizzare il pesce ed anche carne, verdure, salse.

Basilico Proviene dall’Asia, ha proprietà digestive e antinfiammatorie. Le foglie vengono utilizzate per pasta, verdure, pizza, sughi.

Maggiorana Ha proprietà digestive e sedative. Le foglie vengono utilizzate per carne, pesce, salse, zuppe, pizza.

Salvia Ha origine nel Bacino del Mediterraneo, ha proprietà digestive, antisettiche, antinfiammatorie, balsamiche. Le foglie vengono utilizzate per pasta, carni (suine), pesce, verdure, salse.

Origano Stimola l’appetito ed ha proprietà digestive, calmanti, sedative. Le foglie vengono utilizzate per pesce, verdure, insalate.

Timo Tipico del Mediterraneo, ha proprietà digestive e leggermente calmanti. Le foglie vengono utilizzate per carne, pesce, burro aromatico.

La ricetta…

“SPAGHETTI DEL PESCATORE” (PER 4 PERSONE) Ingredienti: Spaghetti o linguine 320 g Canocchie n. 12 Olio extra vergine d’oliva 80 g Aglio 1 spicchio Sale e peperoncino, quanto basta.

Prezzemolo, Timo, Maggiorana, Salvia, Origano, alcune foglie.

Esecuzione: Mettere a cuocere la pasta in abbondante acqua salata, nel frattempo pulire le canocchie, tagliarle a metà e preparare un trito di erbe aromatiche. In una padella mettere l’olio e lo spicchio di aglio. Far imbiondire l’aglio e aggiungere le canocchie, sale e peperoncino quanto basta. Cuocere per dieci minuti, aggiungere il trito di erbe e dopo qualche minuto la pasta cotta al dente. Mescolare bene e servire.

23

Le nostre ricette Cosa sapere sulla pizza: 1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

Le farine commerciali sono considerate deboli quindi hanno una lievitazione molto veloce…

Scegliere comunque una OO .

Queste farine assorbono circa il 50% d’acqua (proporzioni per kg1 di farina kg 0,5 d’acqua).

L’acqua troppo calcarea non è consigliabile.

Preferire un sale igroscopico, quindi, scegliere il sale marino per allungare la lievitazione.

Controllare sempre il lievito di birra che sia in perfetto stato di conservazione ( è un prodotto vivo!)

Non tritare la mozzarella con macchinari, cambierebbe sapore e sarebbe meno filante.

Nell’ impastare non mettere mai in contatto il sale con il lievito o con l’olio, impedirebbero la lievitazio ne.

La temperatura di lievitazione è da circa 23/25 fC in estate, se le temperature sono superiori, diminuire il contenuto di lievito.

10. Cuocere in forno già caldo a 250fC per circa 12-20 minuti dipende dallo spessore.

11. A metà cottura cospargere di mozzarella.

12. Favorire la lenta lievitazione contribuisce a……digerire meglio.

LA PIZZA DI MARY Ingredienti: 0.5 l acqua 1 kg farina 00 20gr lievito 25gr (un cucchiaino) di sale 25gr d’olio extravergine Preparazione: 1. In una bacinella sciogliere il lievito nell’ acqua tiepida.

2. Unire la farina mescolando e quando si sarà formata la consistenza di una pastella, unire il sale e l’olio e completare con il resto della farina.

3.

Versare la pasta sul tavolo ed iniziare a lavorarla aiutandosi con un po’ di farina fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.

4.

Lasciar lievitare per circa un’ ora e mezza in una bacinella chiusa con pellicola o con uno strofinaccio umido, in luogo caldo (20/25 fC).

5.

Formare circa 6 o 7 palline per creare la pizza al piatto o stendere la pasta in una teglia capiente oliata, infarinata e far lievitare ancora circa 30/45 minuti.

6.

Condire a piacere e cuocere in forno già caldo a 250fC ( mi raccomando già caldo).

Mary Associazione Albergatori Riviera delle palme Lungomare Marconi, 39, San Benedetto del Tronto, 63039 (AP) Tel. 0735 83036 - Fax 0735 83697 www.rivieradellepalme.com assalb@rivieradellepalme.com

24

classe 2 F

Le nostre ricette SALMONE MARINATO IN SALSA AGRUMATA

Accorgimenti:

Preparazione del salmone Pulite accuratamente il salmone, lavatelo, sfilettatelo e togliete le lische residue.

Preparate un composto con il sale grosso, lo zucchero di canna nella proporzione di un terzo del sale e aggiungete poco pepe. Depositate il salmone in un recipiente, cospargetelo con il composto e sistematelo nel frigorifero in modo inclinato per favorire la separazione dai succhi che emetterà. Potete metterlo a marinare tutto intero, oppure tagliarlo in piccoli tranci. Lasciatelo riposare per almeno 24 ore.

Trascorso il tempo necessario, che dipende anche dallo spessore delle carni e quindi dalla grandezza del salmone, eliminate il sale e se lo desiderate, potete affettarlo in modo molto sottile, quindi lasciatelo in congelatore per circa un’ora in modo che possa essere affettato più facilmente.

Servizio: Per preparare una salsa emulsionata agli agrumi, spremete: limone, arancia, pompelmo, lime e ponetelo in un contenitore con coperchio facendo sciogliere il sale necessario. Versare rispetto alla dose di spremuta due terzi d’olio extravergine, chiudere il contenitore e miscelare energicamente. Se la salsa risulterà troppo liquida, aumentare la dose di olio. Al momento di servirla versare sulle fettine di salmone.

Idee e varianti: Potete sbizzarrirvi nella marinatura, aggiungendo altre erbe o spezie di vostro gradimento. Si sposano particolarmente bene le bacche di ginepro e l'aneto.

Classe 3 A Cucina (Ascoli Piceno) Prof. Mauro Michetti

Drink

25

Società Odierna TABAGISMO: 85 MILA DECESSI OGNI ANNO Il tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel Mondo.

UBRIACHI DI GIOVENTU’

A

bbiamo trattato in classe il tema dell’abuso da parte dei ragazzi di alcol e droga: “Una miscela estremamente nociva per organismi in evoluzione”. Quello che abbiamo trovato più drammatico è che dietro i baby alcolisti di oggi non ci sono situazioni sociali emarginate e realtà traumatiche ma famiglie senza problemi apparenti. Uno psicologo afferma:”Si tratta di ragazzi cresciuti in famiglie normali, coccolati; il problema è nei genitori che sono sempre più deboli, incapaci di costituirsi come guida e fonte di limite per i giovani”.

Si tende a minimizzare il primo campanello di allarme. Le famiglie chiedono aiuto troppo tardi: “Quando la vita in casa con i figli diventa un inferno, il rendimento scolastico crolla e gli adolescenti diventano anche aggressivi”. È stato interessante soprattutto sentire la testimonianza di Don Mazzi, fondatore e animatore della comunità di recupero giovanile “EXODUS”.

Egli sostiene che i giovani, a volte ragazzini di 13-14 anni, fanno un uso spregiudicato di droghe mischiate all’alcol. Bevono birre rinforzate da pillole, coca cola spiderizzata da gin e whisky, poi ci buttano sopra la canna o l’acido. Sono ragazzini che hanno fretta di essere grandi, che vogliono conquistarsi gli atteggiamenti e i successi dei ventenni. L’alcol e la droga diventano complici di questi desideri. È stato scioccante per noi sentire la testimonianza di educatori che raccontano: “ I ragazzi…piangono tra le nostre braccia per ore, chiedono la nostra mano prima del sonno perché è l’unico modo per allontanare la paura e la solitudine”.

Andrea Carminucci e Matteo Petrini classe 2 C

I

l fumo è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie respiratorie, cardiovascolari e neoplastiche. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale sanità) il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel Mondo. Il tabagismo rappresenta quindi uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale e come per molte altre patologie un importante strumento di contrasto è rappresentato dalla prevenzione. Purtroppo, per il momento, i dati evidenziano che il tabagismo è ancora un fenomeno rilevante. Ogni anno nel nostro paese muoiono 85.000 persone per cause attribuibili al fumo di tabacco. Da un'indagine DOXA effettuata nel 2010 per conto dell'Istituto Superiore di Sanità i fumatori sono 11.1 milioni di cui 5.9 maschi e 5.2 femmine.

Per quanto Riguarda l'età di inizio, l'età media in cui si inizia a fumare è di 16 per i maschi e 18 per le femmine. Se prendiamo in considerazione la fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, l'85,3% ha iniziato a fumare tra i 15 e i 17 anni. Alcuni dei principali motivi per i quali si inizia a fumare: il 60.1% " influenzato dagli amici/i miei amici fumano/alle feste/ con i compagni di scuola. Il 16.8% " ho provato e mi piaceva". L'8.8% " per sentirmi più grande. Il Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche da me diretto ha attivato nel 2005 il Centro Antifumo, inserito dall'Istituto Superiore di Sanità nell'elenco delle strutture pubbliche per la cessazione del fumo di tabacco, e nel mese di giugno verrà attivato il Corso per smettere di fumare. Spero che siano in tanti a parteciparvi. dott. Claudio Cacaci Patologo e responsabile Sert Zona Territoritoriale n. 12

GROTTAMMARE (Ap)

SS 16 km 383 Tel. 0735.591214

26

Un po' di Galateo Bere

- Durante il pranzo, prima di berci si pulisce la bocca con il tovagliolo, operazione da ripetersi anche dopo aver posato il bicchiere.

- Servendo una bevanda si versa da destra.

- La persona di servizio versa la bevanda rimanendo alla destra del commensale, facendo poi ruotare leggermente la bottiglia nell'atto di alzarla dal bicchiere evitando in questo modo di far cadere gocce sulla tovaglia.

- Trattandosi di un calice, se il contenuto deve mantenersi fresco (vino bianco o rosato, ad esempio), il bicchiere si tiene per lo stelo e solo con due dita (il pollice e l'indice). Meglio ancora reggere il bicchiere alla base dello stelo - Bevendo non si va incontro al bicchiere, ma è questo che si avvicina alla bocca.

Il bicchiere della staffa precede il congedo dalla compagnia. Il termine deriva dall'uso antico di berlo quando già il piede era nella staffa del cavallo. Dal brindisi in onore di qualcuno, non è ammessa l'astensione. Gli astemi si limitano a sfiorare il bicchiere con le labbra.

- L'acqua e il vino non vanno uniti nello stesso bicchiere, ma eventualmente bevuti separatamente.

Il Caffè -

Lo zucchero si mescola muovendo il cucchiaino dall'alto in basso, e viceversa.

- Si beve tenendo la tazza con il pollice e l'indice, mentre l'altra mano sorregge il piattino, se siamo ospiti a casa di qualcuno.

- Il caffè si offre due volte, anche al ristorante. Liberi di accettare o meno la seconda tazzina.

Gli errori più frequenti sono: zucchero nella tazzina prima di versare la bevanda, rotazione del cucchiaino (verso destra o verso sinistra) nel caffè, quasi fosse polenta; cucchiaino inoperoso all'interno della tazzina; mignolo alzato mentre si sorseggia; cucchiaino alla bocca, anche solo per saggiarne la dolcificazione. sbucciandola con il coltello nella destra. Poi, con enFrutta trambe le posate, si fanno i pezzetti da portare alla bocca con la forchetta. Nei pranzi protocollari: con l'aiuto del Ultimo piatto a giungere sulla tavola, sia coltello e della forchetta si taglia la buccia del frutto su come macedonia, sia fresca, la frutta non è d'ob- tutta la lunghezza; quindi si sbuccia. Il compito succesbligo mangiarla. In tavola già lavata, la frutta si può sivo di preparare i bocconi è affidato alla sola forchetta. eventualmente rinfrescare nella coppetta posizionata in L'uva, servita in piccoli grappoli, si tiene con la mano alto a sinistra. A tavola si consuma utilizzando il coltelsinistra mentre la destra stacca gli acini che prendono la lo e la forchetta. Fanno eccezione i cachi, la frutta secca via desiderata. I cachi si tagliano a metà e si mangiano e l'uva. Mele, pere e pesche vanno tagliate in quattro con il cucchiaio. Le ciliege e le amarene si tengono con con il coltello, sempre tenendole sul piatto ed aiutanil picciolo, sputando con discrezione il nocciolo nella dosi con le dita dell'altra mano. Ogni pezzo infilato con mano per depositarlo sul bordo del piatto. Il cocomero la forchetta si sbuccia con il coltello. Indi si taglia nelsi mangia utilizzando la forchetta e il coltello, prima lila misura desiderata, con il contributo di entrambe le berandolo dai semi, poi tagliandolo a pezzetti da portare posate. Gli agrumi si tengono con la mano sinistra e si alla bocca. La frutta cotta si mangia con la forchetta o sbucciano con il coltello nella destra, tagliando prima con il cucchiaio, a seconda della consistenza. Eventuai due poli, poi incidendo la buccia a sezioni verticali. li noccioli si sputano sulla forchetta o sul cucchiaio, Sezioni che si staccheranno facilmente con il coltello, quindi si adagiano sul piattino. I fichi, prima tagliati in tenendo il frutto fermo con la forchetta. Gli spicchi si portano alla bocca con le dita. I semi vengono discre- quattro spicchi, si mangiano con la forchetta. Fragole tamente sputati nella mano chiusa a pugno, prima di e lamponi, serviti con il picciolo, si portano alla bocca essere deposti sul bordo del piatto. Quandol’arancia è con la mano. Diversamente, posti in una coppa, sono molto succosa è bene consumarla nel seguente modo: accompagnati da un cucchiaino. con l'aiuto della forchetta si punta il frutto, poi con il coltello si taglia in quarti o in ottavi che si sbucciano separatamente. La banana si tiene con la mano sinistra,

Classe 2 D

27

Locali al top e curiosità dal mondo alberghiero CAFFE’ FLORIAN

V

i presento il caffè Florian perchè è lì che ho fatto il tirocinio del terzo anno.

L’ospitalità e la gentilezza dei proprietari: Massimo Paoletti, Michele Capillo e di tutto lo staff, mi hanno confermato che si tratta di un bar davvero speciale.

Si trova al centro di San Benedetto e nasce ai primi del ‘900. Il suo nome prende spunto da quello della ex proprietaria Floriana.

Una grande sala, una saletta ristorante, lo spazio esterno, la ricca cantina, l’invitante vetrina della pasticceria e l’abilità dei suoi barman AIBES, fanno si che il locale sia sempre pieno di clienti.

Lo storico barman Loris, vincitore di numerosi concorsi tra cui il 1°premio Nazionale Cappuccino, ve lo preparerà con decorazioni davvero uniche. Da 20 anni questo professionista, con il sorriso sempre in bocca, dimostra la sua sapienza anche nei cocktail e come sommelier professionista.

Lo storico cameriere Anito in servizio da più di 20 anni, si muove tra quei tavoli e non potrà che affascinarvi con la sua ironia e sagacia, ma soprattutto, riesce ad accontentare anche i clienti più difficili.

Il locale, specie d’estate, organizza eventi e piano bar. I premi sono innumerevoli ed a livello nazionale, ricordiamo soltanto gli ultimi riconoscimenti come il 1° Concorso dolce tipico e gelato artigianale, il premio “Bar Campari” e soprattutto il 6° posto nella graduatoria “Bar d’Italia”.

Come possiamo non essere fieri del nostro CAFFE’ FLORIAN e soprattutto del suo staff?!

Da parte mia spero un giorno di poter far parte di quella brigata, ma nel frattempo desidero ringraziare tutti per la loro accoglienza e per i tanti insegnamenti.

Grazie a tutti..

Lucio Pagani 3° Sala Bar

Il Cognac più Costoso al Mondo: l’ Henry IV Dudognon Heritage

Flawness: Il Cocktail più Costoso del Mondo

Il cognac più costoso al mondo è certamente l’ Henry IV Dudognon Heritage. Confezionato dal gioielliere Jose Davalos, è stato prodotto nel 1776 e imbottigliato in una confezione super lussuosa. Infatti la bottiglia è decorata con 24 carati doro e platino e con 6.500 diamanti di piccolo cabotaggio. Ricordo inoltre che stiamo sempre parlando di un cognac con un grado alcolico elevato, circa il 41%, quindi da bere con cautela. In totale il nostro Henry IV Dudognon Heritage ha un peso pari ad 8 kg, non male per una bottiglia che contiene solamente 100 cl di cognac. Il prezzo di questo cognac francese richiestissimo è di circa 1.982.300 dollari, un cifra che fa meno impressione se vista in euro, solamente 1.3 milioni di euro. Ogni sorso vale circa 100.000 dollari.

Dal nightclub Movida (Londra) arriva il cocktail più costoso del mondo. Si chiama Flawness e viene servito per ben 48.oo0€. Cognac Luigi XII è mischiato con mezza bottiglia di champagne Cristal Rose con aggiunta di foglioline in oro da 24 carati, commestibili, sotto gli occhi di due guardie di sicurezza. Solo questo basterebbe per il primato, ma la ragione dello smisurato costo del cocktail è un anello di diamanti in oro bianco da 11 carati sul fondo del bicchiere. Max Reigns giovane imprenditore londinese è stato il primo a ordinarlo volendo stupire la sua ragazza, ma la bevanda è presto diventata uno sfoggio di ricchezza e di potere.

28

Classe 2^E

Spadelliamole Rubrica “in punta di penna” a cura di “Ultrasipssar”

Dicono doppio che chi lav or presen lavoro. E' a a a scuola m n tanti" di ogg messo, per on può fare et ti pr ò eziosi , fare le "r il ! ap! i ... vista, s .a .. to a Il rd " a P u atron" di n è più G Striscia la serenamenra n o Ora che no io v a L Ricci, ha .

Notizia, A ro e b li n o o u m deciso di nt nb u a h v , e à li it n sente un uo n o rs e n cambia oive per la te n 'U ll a a n to e r t e ll ri a r le za e tiva. Noi, ti, si te, si è isc invece, n dizione consecuuoi studen s i ra ie n o n c a o s n le poss tituire, c in m rappor to e le dob iamo so, si alimenta li, carboite n e b N m ia a o s m n lo o a c a re t e n e c n t scrupo a ere così. n no, ma d o e forse nepp t ta, yogur t, capiure balla i cer to s corret ta (fru roteine). Ma vallo a culet tano e p i dizione! d e o rs s o f c drati, poch il a n n u o . fa almeno re.... se non

COME SONO CAMBIATI? Nella prima edizione del 1999 ci siamo cimentati con una rubrica “Up” and “Down” giocando simpaticamente con alcuni dipendenti dell’Istituto. Dopo 12 anni molti personaggi sono ancora nella nostra scuola ed allora abbiamo deciso di vedere come sono cambiati, utilizzando lo stesso metodo scherzoso di valutazione.

Anno 1999

Anno 2011

Daniela Fazzini ( vuole fare la modella)

Lidia Mancini (Cri

sto che corpo)

Giuditta Faina (Dio la be

nedica)

Domenico Chiappani (V iagra man) Iezzi Marcello (Il pulizer dell’Alberghiero)

Tip – Tap, stop al tempo con antiage Cresce…. Bona e santa

e!

…E Dio continua a benedirla… e com

vizio pelo ma non il Il lupo perde il

Eccolo tornato dall’esilio

Volpi Gilberto (Dalla Ru ssia con furore. Homo ero ticus )

Di eroticus gli è rimasto solo “O pilo!”.

Pasqualino Capretti (L’uomo che incontrò gli indiani)

Si ostina a… vivere nelle stesse riserve.

Valter Di Matteo (L’uomo Michelin) Luigi Di Fortunato (Meglio un morto in casa che Luigi dietro la porta) Benito Erbuto(L’allenatore nel pallone)

Lorena Felicioni ( www.Deutsch.du)

…Ora fa la mongolfiera Ha smesso di fare collette

Adesso è assessore al Bilancio… ma … L’accento si è ammorbidito…

pur sempre nel pallone!

29

Ditelo in note “JEFF BUCKLEY” RIVIVRA’ IN UN FILM

A

distanza di quattordici anni dalla sua scomparsa si torna a parlare di Jeff Buckley, mai dimenticato cantautore americano, la cui breve esistenza ha però lasciato un solco profondo nel panorama musicale contemporaneo. È di questi giorni la notizia che gli Sudios di Hollywood stanno lavorando alla realizzazione di un film sulla sua vita.

Jeff Buckley stava per diventare un mito con un solo disco, Grace, destinato a rimanere uno dei capolavori degli anni '90, quando una morte assurda lo portò via.

Tutta la sua vita è segnata da un destino negativo. Ma chi era Jeff Buckley? Jeffrey Scott Buckley nacque il 17 novembre 1966 ad Anaheim, nella contea di Orange, in California, unico figlio del cantante e cantautore Tim Buckley, uno dei più grandi cantanti e compositori della storia del rock, e della violoncellista Mary Guibert. A seguito della separazione dei genitori, avvenuta ancor prima della sua nascita Buckley fu cresciuto dalla madre e dal patrigno Ron Moorhead, di cui prese il cognome. Tim Buckley, il padre biologico, morì di overdose nel 1975 all'età di 28 anni, entrando nella leggenda della musica americana e vide per la prima volta il figlio solo poche settimane prima di morire. Fu dopo la morte del padre che Jeff scelse di usare ufficialmente il nome reale (Jeffrey Scott Buckley). All'età di 12 anni decise di diventare un musicista, ricevendo in dono, l'anno successivo, la sua prima chitarra elettrica. Si diplomò alla Loara High School, suonando nella band jazz della scuola. Dopo essersi diplomato al liceo, lasciò il paese natale per andare a vivere da solo a Hollywood, iscrivendosi al Guitar Institute of Technology. Conseguì il diploma nel 1985 a 19 anni. Quindi, trascorse sei anni lavorando in un hotel e suonando la chitarra nel giro musicale locale, cimentandosi in generi quali il jazz, il rock e l'heavy metal. Nel febbraio 1990, si trasferì a New York, trovando però poche occasioni di esibirsi. Nei primi mesi dell'anno seguente, Buckley tornò a New York per fare il suo debutto pubblico durante un concerto tributo a suo padre denominato "Greetings from Tim Buckley". Il concerto si rivelò il primo passo verso il mondo della musica. Iniziò ad esibirsi solista

30

in diversi locali di Manhattan, si fece, così, notare da diversi manager di case discografiche e nell'estate del 1992, fu contattato dalla Columbia Records. Nel 1993 registrò il primo disco, Live at Sin-é, composto di quattro pezzi, mentre il suo capolavoro Grace fu pubblicato il 23 agosto 1994. Oltre a 7 pezzi inediti, l'album includeva 3 cover: "Lilac Wine", basata sulla versione di Nina Simone, "Corpus Christi Carol" di Benjamin Britten e "Hallelujah" di Leonard Cohen, che gli portò il successo per via de "l'eccellente interpretazione", come la definì il Time e inclusa da Rolling Stone's nella lista "The 500 Greatest Songs of All Time" I pareri dei critici furono entusiasti: il The Sydney Morning Herald definì il disco un "capolavoro romantico" e un "essenziale lavoro definitivo". Divenne disco d'oro in Francia e in Australia, e successivamente disco d'oro in USA, oltre che ancora disco di platino per sei volte in Australia nel 2006. Nel 1997 iniziò a scrivere per un nuovo album Sketches for My Sweetheart the Drunk, ma la sera del 29 maggio 1997, mentre, a bordo di un furgone si stava dirigendo presso gli studi di registrazione, passando lungo le rive del Wolf River di Memphis, un affluente del Mississippi, chiese all'autista di fermarsi, avendo voglia di fare un bagno. Già in precedenza aveva nuotato in quelle acque, quindi si immerse nel fiume tenendo, però, addosso i vestiti e gli stivali, arrivando fino ai piloni del ponte dell'autostrada (canticchiando il ritornello di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin), nello stesso momento in cui un battello stava transitando, creando un gorgo che probabilmente lo risucchiò.

L'autopsia non rilevò tracce di alcol o di droghe; il caso venne archiviato come incidente. Il funerale si celebrò il 1º agosto 1997, nella chiesa di Saint Ann a Brooklyn, nello stesso luogo dove era iniziata la sua carriera durante il Tim Buckley Tribute. Dopo la morte, vennero pubblicati diversi album postumi come Mystery White Boy, Live a l'Olympia, Live at Sin-é (Legacy Edition) e Grace Around the World, oltre che, naturalmente, l'inconcluso Sketches for My Sweetheart the Drunk. Buckley è oggetto di un vero e proprio culto da parte dei fan, che vedono in lui la figura dell'artista maledetto e misterioso, un po' come era stato fatto con Jim Morrison o Kurt Cobain.

IPSSAR sede di ( Ascoli Piceno)

Lo sport ATTIVITA’ SPORTIVE TEMPO DI BILANCI L’anno scolastico volge al termine!

E’ tempo di consuntivi in ogni ambito. Il Centro Sportivo Scolastico, avviato nel mese di novembre, ha registrato la partecipazione alle varie attività motorie molti studenti, soprattutto del primo triennio. L’IPSSAR ha partecipato ai Giochi Sportivi Studenteschi di: Corsa Campestre, Nuoto, Calcio a 11, Pallavolo e Atletica Leggera, ottenendo in alcune specialità discreti risultati. La squadra maschile di Corsa Campestre, che aveva ottenuto l’accesso alla fase regionale, causa influenza, ha partecipato con una formazione rimaneggiata. Le squadre di Pallavolo maschile, femminile e calcio maschile, si sono battute degnamente con le altre formazioni del distretto scolastico.

Nel mese di marzo l’IPSSAR “Buscemi” ha riportato ottimi piazzamenti nel Nuoto, sia nella fase provinciale sia in quella regionale, ad opera dei ragazzi con bisogni speciali. L’atletica Leggera su pista, sport per eccellenza, ha permesso ad un gruppo di alunni di avvicinarsi a questa disciplina. Gli allenamenti si sono svolti in palestra (nei giorni più freddi) e sulla pista di Atletica del Campo di Porto D’Ascoli, grazie alla collaborazione della Società Sportiva “Collection” che, a titolo gratuito, ci ha permesso l’accesso all’impianto e l’utilizzo degli attrezzi. Anche in questa specialità gli alunni dai bisogni speciali hanno ottenuto tutti l’accesso alla fase regionale dei GSS a Fermo. Aspettando e auspicando che il MIUR abbia fondi per l’organizzazione delle Fasi Nazionali dei GSS 2010/2011 auguriamo ai nostri grandi atleti di vivere lo sport con il vero senso dettato da Pierre De Coubertain : “ L’importante è partecipare”.

PROGETTO

“REMARE A SCUOLA” L’adesione al Progetto “ Remare a scuola” è stato proposto dalla Lega navale di San Benedetto e fortemente sostenuto dal Dirigente scolastico e dagli insegnanti di Educazione Fisica. La Lega Navale e la Federazione Italiana Canottaggio hanno promosso questa attività nelle scuole del territorio durante i Campionati nazionali di Rowing indoor, che si sono svolti a San Benedetto nel mese di gennaio. Durante la manifestazione le scuole sono state invitate a partecipare simulando una gara di rowing sulla distanza di 100 metri. La nostra scuola ha partecipato alla giornata promozionale con le classi 1C e 1E. Nell’occasione tutti gli alunni sono stati protagonisti e quelli che si sono distinti, hanno ricevuto le medaglie e sono saliti sul podio. È stata una esperienza veramente emozionante, anche perché alcuni hanno ricevuto i complimenti del Presidente del CONI Provinciale, Aldo Sabatucci e del dott. Enrico Imbastaro della sezione locale della Lega Navale. Dopo la fase promozionale, la Lega Navale di San Benedetto ha fornito alla scuola un remergometro (simulatore di voga) che ha permesso agli studenti di

provare l’attrezzo durante le ore di educazione fisica e nelle attività pomeridiane, creando interesse e curiosità. L’IPSSAR ha ricevuto la visita dei giudici federati per costatare che si stesse facendo attività e il prof.

Foglia ha selezionato 2 equipaggi che stanno provando in acqua la specialità del “4 con” per la partecipazione alla Fase nazionale dei GSS sul Lago di Bomba.

TORNEO INTERNO DI PALLAVOLO Si sta ancora svolgendo il Torneo Interno Interclassi di Pallavolo organizzato dai professori Di Massimo e Spaziano per le classi del biennio e triennio, richiesto a gran voce dagli alunni. Questa attività permette di osservare le varie dinamiche emotive e socializzanti sia tra i compagni di classe che tra classi parallele.

31

La stampa di questo giornalino scolastico è stata possibile grazie al contributo di alcuni sponsor, in particolare degli amici dell’Istituto ai quali va la nostra piÚ sentita riconoscenza.