Inflazione e Moneta endogena www.keynesblog.com
1. La Teoria Quantitativa della Moneta “Almeno ho scoperto qual è la causa del Natale!” Nicholas Kaldor, ironizzando sulla Teoria Quantitativa della Moneta dopo aver notato che l'offerta di moneta sale a dicembre per poi scendere a gennaio In ambito mainstream è conv inzione comune che le masse monetarie siano controllate dalla banca centrale (per inciso anche Key nes, nella sua Teoria Generale, assunse questa ipotesi, sia pure in un quadro più complesso di quello dei neoclassici). Secondo la T eoria Quantitativ a della Moneta (T QM) la sequenza è la seguente: le banche centrali possono stampare denaro e con esso comprare titoli, priv ati o pubblici, dando così alle banche commerciali, o allo Stato, nuov a moneta. Inoltre, agendo sulle riserv e obbligatorie delle banche, possono v ariare la capacità degli istituti di credito di concedere prestiti, controllando così l'emissione della “moneta bancaria”, attrav erso quello che v iene chiamato “moltiplicatore monetario”. Meno riserv e sono richieste, più le banche possono prestare. Se la riserv a obbligatoria è il 2% di tutti i depositi posseduti da una banca, allora il moltiplicatore monetario è 50 (1 /0,02). IL MOLT IPLICAT ORE MONET ARIO Il meccanismo della riserv a frazionaria, contro il quale si scagliano a torto gli economisti “austriaci” (e i “signoraggisti” di v aria natura), è spiegato in questi termini: supponiam o che il sistem a bancario sia tenuto a trattenere il 2% com e riserv a obbligatoria. Quando qualcuno deposita 1 00 euro, la banca potrà concedere in prestito la parte eccedente la riserv a obbligatoria, cioè 98 euro (1 00-2%). Questi soldi v erranno spesi, ma alla fine torneranno nel sistema bancario come depositi da parte di chi li av rà ricev uti. Quindi av remo 1 00+98. Con i 98 euro le banche potranno concedere 98-2% euro di prestiti, ov v ero 96,04 euro, che a loro v olta finiranno nel sistema bancario e potranno alimentare nuov i prestiti per 96,04-2%=94,1 2 euro. E così v ia. Come si v ede ad ogni passaggio l'am m ontare dei nuov i prestiti dim inuisce. Alla fine del ciclo av rem o che la m oneta di banca com plessiv am ente creata sarà 49 v olte il deposito iniziale e, aggiungendosi ad esso, la m oneta com plessiv a arriv erà a 50 v olte il deposito iniziale (nel nostro caso quindi 5000 euro). Come v edremo questo meccanismo non è in realtà rilev ante, per cui le tesi “austriache” e “signoraggiste” non hanno fondamento. Ma anche se il moltiplicatore monetario fosse rilev ante esso non sarebbe affatto una truffa come spesso si legge. Si noti inoltre che questa descrizione sostiene che i depositi precedono i prestiti. Secondo la TQM quindi, se la banca centrale stampa troppa moneta (che v iene moltiplicata dalle banche commerciali secondo parametri sotto il controllo della banca centrale) questa offerta può superare quanto necessario a rappresentare i beni reali. In tal caso i prezzi saliranno, cioè av remo inflazione. La base teorica di questa affermazione è una particolare interpretazione della seguente identità, detta equazione degli scam bi di Fisher: M×V = P×T Dov e M è la quantità di moneta, V è la v elocità di circolazione (misura cioè quanto v elocemente la moneta v iene scambiata), P è il liv ello generale dei prezzi (la cui v ariazione si chiama inflazione) e infine T è il numero di transazioni (scambi). Assumendo per semplicità che l'economia produca un solo tipo di bene, possiamo sostituire T con Q (numero dei singoli beni scambiati), ottenendo: M×V = P×Q ESEMPIO Se in un'economia v i sono 1 00 beni e 200 euro di moneta, che in un dato periodo (diciamo un anno) v engono scambiati 5 v olte e il prezzo medio è 1 0 euro, av remo: 200 × 5 = 1 0 × 1 00 Il che ov v iamente è v ero v isto che a sinistra e destra dell'uguale abbiamo 1 000. Il problema è che questa equazione è un'identità contabile, v era per definizione. Difatti essa afferma semplicemente che la spesa totale in termini monetari (M×V ) è uguale al v alore monetario dei beni scambiati (P×Q). Nulla ci dice circa la relazione causale (“cosa causa un'altra cosa”) tra M e P. La T eoria Quantitativ a della Moneta, formalizzata da Irv ing Fisher e ripresa da Milton Friedman e dalle correnti monetariste, sostiene che l'aum ento di M causi quello di P e suggerisce che le masse monetarie, sotto il controllo delle banche centrali, debbano crescere modestamente, altrimenti l'inflazione esploderà, i lav oratori percepiranno salari reali minori e i mercati perderanno fiducia nella v aluta. Fisher giungev a a tale risultato ipotizzando l'equilibrio di pieno impiego (Q costante) e che V fosse stabile in quanto determinata da fattori istituzionali, ipotesi queste tutt'altro che realistiche. Per v erificare le conclusioni della TQM dov remmo quindi prendere in considerazione la correlazione tra M e P, cioè v edere se l'aum ento o la