Quic - mensile intercultura

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Mensile dell’Associazione Intercultura Via Venezia, 25 - 00184 Roma

L’ANNO DELLA FORMAZIONE INTERCULTURALE L'anno di Intercultura comincia alla fine dell'estate e, nelle settimane in cui tutti si augurano “buon anno" la nostra Associazione ha già superato il primo quadrimestre e guarda agli otto mesi che le mancano per arrivare ad agosto 2013 e completare il suo progetto di un anno intero dedicato alla formazione interculturale. A questo progetto ci siamo in qualche modo votati nel 1977 quando prendemmo il nome “Intercultura" (prima ci chiamavamo “AFS Associazione Italiana"). Incontri, convegni, seminari e pubblicazioni sul tema della formazione interculturale non sono mai mancati nel calendario delle nostre attività. Dal 2007 una Fondazione che porta lo stesso nostro nome incoraggia ricerche e ne diffonde i risultati. E tuttavia è sembrato giusto – insieme a tutta la rete mondiale dell'AFS – riprendere questi argomenti in modo più sistematico quest'anno, attraverso una formazione di base che parte dai Responsabili Sviluppo e formazione dei Centri locali, per arrivare agli assistenti degli studenti stranieri e poi a tutti quelli che rivestono incarichi operativi nell'Associazione. In questi incontri in cui si parla delle regioni profonde della nostra attività, volontari e professionisti, neofiti ed esperti trovano occasioni di confronto e di crescita personale e una motivazione rinnovata e più consapevole per essere in Intercultura. Buon anno a tutti!

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Direttore responsabile Carlo Fusaro Reg. 6/3/85 Tribunale di Roma al n.133. Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma. In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Siena per la restituzione al mittente.

n° 301 / GENNAIO 2013

ASSISTENTI ALLA COMPILAZIONE ASSISTENTI ALLA COMPILAZIONE PAG. 2-3 EUROPEAN CITIZENSHIP IN PIÙ C’È L’EUROPA PAG. 4-5

PAG.

6-7

ALLONTANARSI DALLA ECCO I BIMESTRALI PAG. 8-9

LINEA GIALLA!

ROSETTA STONE PROGETTO PILOTA: VEDIAMO COME VA! PAG. 10-11 «VORREI ANDARE ALL’ESTERO…» «DOVE?» «IN ITALIA» PAG. 12-13 TEMPO DI SELEZIONI GRANDI NUMERI! PAG. 14 AUGURI CORDIALI PAG. 15 LA “SETTIMANA DIVERSIINPACE PAG. 16

SELLERI”

M'ILLUMINO DI MENO “SERENATA AL CHIAR DI LUME” PER LA GIORNATA DEL RISPARMIO ENERGETICO PAG. 17

COSÌ VEDO L’ITALIA PAG. 18 “IL CORPO E LA RETE: STRUMENTI DI APPRENDIMENTO INTERCULTURALE” PAG. 19 LINK NEWS: IL MAGAZINE NEL MAGAZINE PAG. 20-21 SCRIPTA MANENT, LA STAMPA CHE CI LEGGE PAG. 22-23 NEWS, NEWS, PAG. 24

NEWS...

LETTERE A QUIC PAG. 25-27 PROMEMORIA E PAG. 28

Quíc

TRIMESTER PROGRAMME:

CONTATTI

Per inviare lettere, commenti, articoli, scrivere a: “Quic” c/o Intercultura, Via Gracco del Secco, 100 - 53034 Colle Val d’Elsa (SI) - Tel. 0577 90 00 01 - Fax 0577 92 09 48 e-mail: quic@intercultura.it - Qualsiasi originale non verrà restituito - Stampa: Vanzi Moduli, Colle di Val d’Elsa (SI)


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Fascicoli online «Pr Negli ultimissimi anni, il processo che di iscrizione al concorso Intercultura ha visto l’introduzione di molte modifiche, soprattutto nella direzione dell’informatizzazione del sistema. E’ andata assumendo sempre maggior importanza, quindi, la funzione degli assistenti alla compilazione dei fascicoli online, che per un mese mettono a disposizione la loro esperienza nelle fila del volontariato Intercultura, nonché il loro entusiasmo, con l’obiettivo di rendere più semplice e lineare il processo di compilazione. Lasciate che vi presenti gli assistenti di quest’anno: sono Giuditta, Solange, Jennifer e Savio. «Ciao Veronica (Emanuele, Elena, Alessandro…), chiamo dalla Sede nazionale di Intercultura. Stiamo effettuando il controllo dei fascicoli online e ho notato che il tuo risulta ancora incompleto e ci sarebbe qualcosa da modificare…». L’incipit “tipo” di ormai migliaia di telefonate, alternate a e-mail, alla fine di cinque intense settimane. All’altro capo del telefono Veronica, Emanuele, Elena, Alessandro; qualcuno preoccupato, ansioso, qualcun altro meno; altri ancora spavaldi. Oppure pulcini intimiditi. Denominatore comune, un obiettivo: l’ammissione a un programma Intercultura. Certe volte chi risponde è un genitore, gentile o meno; protettivo, scettico, stufo, coinvolto, distaccato. Qualcuno si inalbera, esasperato dalla mole di un fascicolo articolato, di cui ha preteso di occuparsi di persona al posto del figlio candidato e che a un occhio non allenato appare ostile e faticoso, specialmente dopo una giornata di lavoro. In altri casi gli interlocutori sono i nostri amici e “colleghi” Responsabili Invio dei vari Centri locali, che il più delle volte accolgono con sollievo e piacere il nostro supporto, spesso chiedendoci di contattare direttamente i candidati o scegliendo di rimanere unico punto di riferimento per i ragazzi, senza il nostro intervento. Noi siamo qui per questo e soltanto per questo. Quattro volontari desi- Da sinistra a destra: Jennifer Longobardi, Savio Grippo, derosi di mettere la loro esperienza (chi lunga, chi meno) e buona Giuditta Cirello e Solange Bonomo volontà (quella sempre tanta) a servizio non solo dei Centri locali, ma, soprattutto, di tutti i giovani studenti che hanno deciso di mettersi in gioco, più o meno consapevoli (mai del tutto!!!) e provare a crescere con quest’esperienza che lascerà nei prescelti un indelebile segno per tutta la vita. Ma, si chiederanno in molti, cosa fanno i volontari addetti all’assistenza alla compilazione dei fascicoli online? Aprono, spulciano, leggono, annotano, telefonano, scrivono, consigliano, “aggiustano”, incoraggiano, invitano alla riflessione certe volte, esortano a non indugiare. A taluni appaiono troppo zelanti ed esigenti e loro, con pazienza, spiegano, cercando di far comprendere il perché di simili requisiti «se in Cina leggeranno il tuo fascicolo per sapere chi sei e se desiderano accoglierti nella loro comunità, come fanno se tutto non è redatto in inglese?».

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E nell’“assistere”, tutte le volte che appaiono pedanti e rigorosi, quasi volessero ostacolare la partecipazione di un candidato al concorso, fanno del loro


ronto, chi compila?» meglio per trasmettere il messaggio chiave «non c’è conflitto d’interessi, il nostro è un obiettivo comune, la tua partecipazione ad un programma Intercultura». Lavoriamo infatti insieme affinché tutti i partecipanti vengano messi in grado di avere tutte le carte in regola per entrare a far parte di quella graduatoria che segnerà il loro destino dei prossimi mesi. Anche i momenti più neri (ce ne sono!) vengono allietati dalla postazione strategica della sala volontari: ogni giorno sfila davanti a noi l’intero staff di Intercultura, che, con la scusa del caffè o della sigaretta, passa a salutarci e a raccontarci gli aneddoti dell’ultima ora. Pause gradevoli che permettono anche confronti con gli altri membri dell’ufficio, che, come sempre, sono riusciti fin dall’inizio a farci sentire a casa. Ognuno di noi quattro, oggi coinvolto in questa maratona non sempre del tutto gratificante, ha avuto le sue giornate “no”, con troppi fascicoli “tutti da rifare” e nessun responso agli appelli accorati ai loro autori. Ma i momenti frustranti sono ampiamente compensati dalla sana risata causata dalla lettura delle varie “perle”, inesattezze e traduzioni in inglese maccheronico, sempre presenti nei fascicoli che scorrono sotto i nostri occhi. Non mancano inoltre i momenti goliardici tra di noi, quelli in cui basta un’occhiata o una parola per scatenare uno scoppio di ilarità che a stento teniamo a freno, per poi ricomporci concentrati sui nostri implacabili monitor. Per la prima volta ci troviamo a vivere a Colle, bellissima cittadina toscana a un tiro di schioppo dal Chianti. Le nostre intense giornate di lavoro si concludono nelle serate piene di tentazioni e impegni mondani offerti da questa metropoli tentacolare. Tra tentativi di cucina e fantastiche maialate al Bar Italia (per chi non è del luogo, aperitivi), il nostro mese trascorre rapido. Nei fine settimana, abbandonati da Giuditta, ci improvvisiamo turisti della Toscana, apprezzando i colori autunnali dei colli senesi; mercatini natalizi, shopping sfrenato (per la gioia di Savio) e ogni tanto un po’ di cultura. E così abbiamo l’occasione per arricchire le nostre conoscenze. Queste cinque settimane sono volate, Natale si avvicina e tra pochi giorni si parte. Ci siamo affezionati a tutti questi ragazzi che, come ogni anno, sono desiderosi di partire. Andiamo via, ma resta la curiosità di conoscere il destino di tutti i fascicoli che ci hanno tenuto compagnia per l’intero periodo. Sperando che il nostro lavoro sia servito a spianare la strada dei lettori ai quali passiamo il testimone. Buona fortuna candidati! Savio Grippo (Irsina), Jennifer Longobardi (Castellammare di Stabia), Solange Bonomo (Palermo) Giuditta Cirello (Arezzo) meglio conosciuti rispettivamente come Lettore1, Lettore2, Lettore3 e Lettore4.

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European Citizenship Trimester A dicembre, da alcuni anni, si conclude uno dei programmi più interessanti che la nostra Organizzazione propone: il Trimestrale di Cittadianza Europea. La chiusura avviene riunendo tutti i partecipanti in un campo che si tiene a Dworp, nei dintorni di Bruxelles (città scelta non a caso, in quanto sede di importanti organi dell’Unione Europea). Il campo è condotto da un gruppo di volontari provenienti da diversi Paesi. Anna Arena e Irene Manganini hanno fatto parte di questo gruppo e ci raccontano quest’anno com’è andata. Il 22 novembre 2009 arrivai a Dworp per il campo subito dopo aver lasciato la famiglia francese che per tre mesi mi aveva trattata come una figlia. Furono 5 giorni meravigliosi e divertentissimi e ancora oggi conservo un sacco di ricordi: le attività sulla cittadinanza europea, la gita al parlamento e a Bruxelles, le chiacchierate con gli altri ragazzi, i giochi, i volontari simpaticissimi e sempre disponibili. È proprio per tutto questo che quando, qualche mese fa, ho visto che l’EFIL cercava volontari per il campo ho inviato la mia candidatura a membro del support team… ed ecco che dopo mesi di attesa e preparativi il 30 novembre 2012 sono arrivata a Bruxelles piena di aspettative e molto emozionata! L’ECTP è il programma trimestrale organizzato da Intercultura e dall’EFIL che prevede l’ospitalità presso un Paese europeo per tre mesi e un campo finale nei pressi di Bruxelles, dove tutti i ragazzi europei che hanno trascorso un trimestre in un altro Paese si ritrovano. Dal 30 novembre al 7 dicembre a Dworp (vicino Bruxelles) sono state ospitate piu di 200 persone, tra volontari, membri dell’EFIL e studenti. Un campo multiculturale dove riflettere sul significato della cittadinanza europea e dell’Europa stessa (grazie ai numerosi workshop tenuti dai trainers) ma anche dove poter condividere le emozioni, le sensazioni e le paure sui tre mesi appena trascorsi in un altro Paese e sull’imminente rientro “a casa”, dove poter trascorrere momenti di svago insieme a coetanei provenienti da tutta Europa (grazie alle mille attività organizzate dai membri del support team).

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Programme: in più c’è l’Europa 199 partecipanti, 37 volontari divisi in 3 teams, 23 Paesi, 2 giorni di preparazione e 5 giorni di campo, 2 strutture ad ospitarci: questi alcuni dei numeri del campo dell’ECTP! Anna Arena Centro locale di Palermo

Diversamente da Anna, le mie motivazioni personali per la candidatura a membro del support team erano molto meno dettate da emozioni e ricordi, e più da una grande curiosità: Belgio? Volontari da tutta Europa? Far parte di un team all’interno del network AFS? Perché no? E c’è da ammettere che è stata davvero una grande scelta quella di partire e una grande fortuna quella di essere stata accettata. Una settimana intensa ma comunque rapidissima, scandita dalla mancanza di sonno, dalle corse per la struttura alla ricerca di materiali/partecipanti/informazioni, dai meetings nell’aula volontari e dai coffee breaks. Una settimana di cui mi rimarranno sicuramente i volti emozionati e stanchi degli studenti e il loro tentativo di affrontare la fase forse più delicata della loro esperienza, ma sicuramente ancora di più conserverò nella mente la fantastica sensazione di far parte di un gruppo, quello dei volontari, che lavora duro e con passione per una causa in cui crede. Gruppo colorato, sfaccettato e molto stimolante nelle sue numerose differenze interne (dall’Islanda alla Turchia, dalla Russia al Portogallo), ma che è riuscito a lavorare come un corpo unico per far funzionare il campo al meglio. E che ha soddisfatto le mie più rosee aspettative di rifornirmi di carica AFS per i giorni a venire. Il tutto condito da un’interessante dimensione, quella europea, che non avevo ancora correlato ad Intercultura, ma che sembra funzionare, e che merita di essere conosciuta più a fondo. Insomma: i waffles, la neve in gran quantità, un mix babelico di lingue e modi di pensare, tanti ragazzi, un gran livello di inglese, gli energizers, le canzoni, pane e burro per una settimana e l’immancabile sentimento di fratellanza. Questo, in poche parole, è stato per me l’ECTP! Irene Manganini Centro locale di Gorizia

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Approfondimenti sui programmi di Intercultura

Altrove le cose belle sono altre

I serbi sono i nostri vicini di casa. Eppure ignoriamo quasi tutto di loro: Belgrado, ad esempio, è una città molto moderna e un polo economico e commerciale estremamente vitale. Certo le cicatrici lasciate della guerra in tutto il Paese sono ancora fresche, ma il popolo serbo ha avuto la forza di rialzare la testa e adesso bussa a pieno diritto alle porte dell’Europa. Antonio, studente calabrese, ha trascorso un trimestre in questo Paese e ha acconsentito a condividere il suo punto di vista privilegiato con noi. Buona lettura!

SERBIA ECTP

ANTONIO AFFIDATO – CENTRO

LOCALE DI

CROTONE

Come mai hai scelto proprio la Serbia come destinazione? Sono partito con Intercultura perché volevo conoscere una cultura diversa, a prescindere dal Paese, D’altra parte, la Serbia mi attirava moltissimo perché conoscevo tante persone provenienti da quel Paese, perciò mi sono detto “perché no?”. Quali differenze hai notato tra il sistema scolastico serbo e quello italiano? A scuola in Serbia è molto più profondo il rapporto tra professore e alunno; inoltre non ci sono orari fissi ma le lezioni possono cominciare alle 9 come alle 10 o alle 11, l’orario è più elastico. In Serbia non avevo una classe “mia”, frequentavo varie classi in base alla materia. Le differenze per il resto non sono così marcate, il metodo di studio è molto simile. In quale città eri ospite? Come ti ci sei trovato? Ero a Sabac, a un’ottantina di km da Belgrado. A Sabac mi sono trovato benissimo, ho subito legato con la gente del posto, la mia famiglia mi ha accolto come un figlio, la gente del posto mi ha aiutato tantissimo, gente fantastica, aperta, calorosa. Bisogna pensare che per loro è molto strano vedere un ragazzo straniero in Serbia, quindi i primi tempi ero “la novità”, ma a prescindere da questo la gente è molto più aperta e calorosa che in Italia. 6


Qual è a tuo avviso il “valore aggiunto” del programma ECTP? Dopo aver trascorso tre mesi in Serbia grazie al Programma Trimestrale di Cittadinanza Europea, ora guardo il mondo con occhi diversi, non mi fermo più agli stereotipi, osservo le persone e vedo che c’è “altro” dietro i loro sguardi, altre culture, altre usanze: sono i miei occhi a essere diversi. La dimensione europea del programma ECTP ha una ricaduta ovviamente, a prescindere dal Paese ospitante: la Serbia infatti fa parte della cultura europea così come, ad esempio, la Turchia. Il campo finale a Bruxelles è stato importante perché ho avuto la possibilità di incontrare ancora altre culture e di confrontarmi con esse. Forse ho imparato più a Bruxelles in pochi giorni che durante i tre mesi in Serbia. Il valore aggiunto del Programma Trimestrale di Cittadinanza Europea forse è proprio questo. Quali sono le caratteristiche della società serba che ti hanno colpito? Quello serbo è un popolo forte perché nonostante la sua storia a tratti molto dolorosa, è sempre rimasto fedeli ai propri valori: la famiglia, l’amicizia, il rispetto. I serbi sono molto rispettosi dei propri principi e allo stesso tempo aperti al nuovo. Qual è stato, se c'è stato, l'avvenimento che per la prima volta, durante la tua esperienza all’estero, ti ha fatto sentire veramente “a casa"? Sì c’è stato: mi è successo quando ho cucinato la pasta e la pizza a casa dei miei genitori. Per un momento mi sono sentito proprio come a casa. Loro erano chiaramente molto curiosi di assaggiare. Anche queste, che possono sembrare cose piccole, banali, insegnano tantissimo: per loro il fatto che io cucinassi era una cosa molto nuova, esotica, mentre in Italia è un atto perfettamente normale. In definitiva i popoli di distinguono nelle piccole cose, nella sostanza siamo tutti molto più simili di quanto crediamo. Che bilancio trai della tua esperienza? La ripeterei altre mille volte. Non c’è stato un solo momento di crisi in cui avrei voluto tornare a casa: un’esperienza fantastica, nessun rimpianto, ho imparato tantissimo: una lingua, una famiglia, altri gusti… Consiglieresti il Programma Trimestrale di Cittadinanza Europea ai tuoi coetanei? Ovviamente sì. Lo consiglio con tutto il cuore, anche a chi ha un po’ paura di un Paese semisconosciuto e meno “di moda”: mille volte meglio la Serbia dell’America. 7


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Allontanarsi dalla li “Il treno Freccia Argento 9430 delle ore 11.58 proveniente da Venezia S. Lucia e diretto a Roma Termini è in arrivo al binario 1. La prima classe è in testa al treno. Allontanarsi dalla linea gialla”. L’avete letto anche voi con la voce di Trenitalia vero? Io non posso farne a meno! Ed è con questa voce che iniziano di solito le attività nazionali di Intercultura per noi volontari, eccetto per quei fortunati che ci vanno in macchina, o in aereo. Il Freccia Argento in questione mi ha portato agli arrivi bimestrali da una cinquantina di freschi giovani dell’emisfero sud pronti a trascorrere due mesi in terra italiana con i programmi Waati, Saati, AFS Australia e AFS Sud Africa. Ma non solo, mi ha portato anche da altri 6 volontari da diversi Centri locali e Marco Tosi, dall’ufficio di Roma (sì proprio uno di quegli uffici di cui ci dimentichiamo a volte, ma loro son lì e ad esempio quello di Roma fa un gran bel lavoro con gi Scambi di classe). Ho notato che non importa quanto diversi si possa essere tra volontari per età, interessi e provenienza: quando ci si trova in occasioni come queste nascono mille discorsi, tutti conditi dalle nostre più diverse espressioni dialettali e melodie regionali. E poi alla fine qualcuno conosce sempre qualcuno che conosci anche tu, anche se tu sei di Padova e l’altro volontario di Castelllammmare di Stabbbia. E’ chiaro, è subito chiaro che stiamo dedicando il nostro tempo ad un progetto comune a cui diamo grande valore: lo dicono la presenza dei volontari di Centri che stanno per ospitare alcuni di quei ragazzi e sono quindi venuti ad “accoglierli personalmente”; lo dice il fatto che non ci sono troppe lamentele quando Marco Tosi annuncia chi si dovrà svegliare alle 5 di mattina; lo dice il nostro impegno nelle attività per e con i ragazzi, e la soddisfazione di vedere studenti di diversi Paesi anche solo parlare tra loro: sappiamo bene che se tutti i rappresentanti dei popoli parlassero come stanno facendo ora questi ragazzi, il mondo sarebbe un posto più sereno e rispettoso della vita dei suoi abitanti. “Ma che ora abbiamo fatto?” “Arrivano?” “L’aereo da Dubai è in ritardo di un’ora! Quello dal Cairo invece è atterrato mezz’ora fa.” “Ok voi li accogliete noi andiamo a vedere dov’è il pullman!” “Oddio eccoli!!!” In questa vivace atmosfera sono arrivati i nostri primi ragazzi, i Sudafricani, per la precisione. Freschi come se non avessero viaggiato per 10 ore, loquaci come se non parlassero da proprio tanto tempo, contenti di essere arrivati nella nostra terra. Aspettando i ragazzi australiani, ci sediamo con loro e ascoltiamo le loro storie: nel giro di 5 minuti ci hanno già conquistati. Qualcuno estrae una banconota con Mandela e ne piega gli angoli: Mandela cambia espressione! Una ragazza invece ci spiega la storia della sua tribù, gli zulù. Un altro ci fa notare i diversi accenti tra chi frequenta una scuola privata e chi una pubblica. Adesso vogliamo tutti andare in Sudafrica, hanno pure appena aperto il programma annuale! Poi ci rendiamo conto che siamo troppo vecchi. Li ascolteremmo per molto altro tempo ma a nutrire il gruppo arriva la cinquantina di australiani, anche loro contenti, ma ovviamente molto più stanchi, dopo aver attraversato metà pianeta. Due ragazze canticchiano “Domani”, la canzone che uscì per i terremotati de L’Aquila: mi spiegano che l’hanno insegnata loro a scuola, ciò mi sorprende piacevolmente. Alcuni di loro portano cognomi palesemente italiani: “mio patre è da sicilia”, mi spiega un ragazzo con il suo meraviglioso accento australianeggiante. Il mio anno con Intercultura è stato proprio laggiù e la loro parlata mi fa sentire…nella mia seconda casa. Tra il classicissimo funky cicken un po’ rivisitato, giochi e attività varie passa la giornata di orientation: il gruppo risponde bene agli stimoli dei volontari, fanno domande e partecipano attivamente. Alla fine una ragazza fa riposare gli occhi (diciamo così) appoggiandosi sulla sua stessa spalla: è proprio l’ora di cenare e andare a dormire. Domani li aspetta un gran bel giorno: viaggeranno verso le loro città ospitanti e incontreranno le loro


inea gialla! Ecco i bimestrali famiglie. Trascorreranno due mesi con persone di lingua, provenienza, comunità e pensiero diversi. Affronteranno la nostalgia di casa, rideranno e parleranno con i compagni di scuola, condivideranno la quotidianità con la loro famiglia ospitante e chissà che bei legami si stanno formando proprio ora che leggiamo queste righe. Li lasciamo quindi andare alle loro famiglie (a cui siamo sempre grati): BUONA ESPERIENZA! “Attenzione, allontanarsi dalla linea gialla”. Elisa Coppo Responsabile Ospitalità, Centro locale di Padova

FAI QUALCOSA DI UTILE: LA SETTIMANA DI SCAMBIO La Settimana di scambio è un’ottima occasione per approfondire all’interno del Centro locale delle riflessioni sull’educazione interculturale oltre che a far conoscere il nostro progetto educativo a famiglie e scuole del territorio nel quale operiamo. Per i ragazzi che vi partecipano è un’occasione per conoscere un’altra realtà dell’Italia e per riflettere sulla diversità del territorio e delle persone con cui entrano in contatto. È importante che il Centro locale, se ne ha le forze e la possibilità, prepari con cura questa attività tenendo ben presenti gli obiettivi e le linee guida indicati dal Consiglio di amministrazione, rivisti l’anno scorso: • la Settimana di scambio è un’attività riservata agli studenti del programma annuale (quelli del semestrale si sono inseriti da poco nella famiglia ospitante e nel nuovo contesto e la maggior parte non ha una conoscenza sufficiente della lingua italiana per svolgere al meglio questa esperienza); • è facoltativa e deve svolgersi entro il 15 aprile; • il programma non deve essere ludico, ma mirato alla conoscenza di un'altra scuola e di un’altra famiglia e incentrato sui temi dell’educazione interculturale e alla mondialità; • la frequenza di una scuola durante lo scambio è obbligatoria per almeno tre giorni; • le spese di viaggio sono a carico degli studenti. Possono essere previste altre spese a carico dei partecipanti solamente a titolo di copertura di alcune attività previste durante la settimana per un ammontare massimo di 30 euro (copertura spese bus/treni/pullman di linea e simili); • ogni Centro locale potrà ospitare al massimo 10 studenti, in modo da consentire a tutti i Centri che organizzano l’evento di realizzarlo e di avere un'equa distribuzione di partecipanti tra tutte le zone d’Italia; • il programma di massima della settimana di scambio, le date e il responsabile a cui fare riferimento va comunicato all’Animatore di zona al coordinamento Presidenti di Centro locale di gennaio dove sarà possibile cercare di trovare delle intese a livello di zona; • entro la fine di gennaio vanno comunicati i dettagli definitivi all’Animatore di zona e all’Ufficio comunicazione di Milano all’indirizzo vichy.botteri@intercultura.it per la pubblicazione del programma nell’Area volontari del sito di Intercultura. Solo attraverso la condivisione e il rispetto delle linee guida da parte di tutti i Centri locali potremo trasmettere agli studenti, alle famiglie ospitanti e alle scuole un messaggio coerente dei nostri obiettivi educativi e del nostro operare.

Dove trovo tutte le informazioni? Nell’Area volontari nella sezione “Settimana di scambio” (programmi-ospitalità) ci sono suggerimenti utili, attività da proporre, documenti ed esempi di Settimane di scambio. Da gennaio, inoltre, saranno pubblicati tutti i progetti che rispetteranno le linee guida. Non dimenticate di inviare a Vichy Botteri (vichy.botteri@intercultura.it) dell’ufficio di Milano i vostri progetti!

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Rosetta Stone prog Come ormai noto, Intercultura ha fatto un grande investimento quest’anno per cercare di incrementare le conoscenze linguistiche degli studenti stranieri prima del loro arrivo in Italia. Essendo il primo anno, non si sapeva bene quali risultati aspettare. Sicuramente, però, avevamo grandi aspettative. Ci aspettavamo più entusiasmo da parte degli studenti, di quanto non abbiano dimostrato. Si vede dal primo grafico che le ore di utilizzo del corso non sono mediamente elevate. Per completare bene uno dei cinque livelli del corso, ci vogliono circa 20 – 30 ore (tab. 1). Gli studenti erano seguiti a distanza dai volontari di Intercultura che avevano il ruolo di “tutor” durante il periodo del corso. Questi tutor hanno cercato di stimolare gli studenti via email, per cercare di ottenere buoni risultati.

Tab. 1

All’arrivo in Italia, tanti studenti hanno dichiarato di aver seguito corsi diversi rispetto a Rosetta Stone (ad esempio presso gli istituti italiani di cultura, o presso le loro scuole) ed è anche per questo motivo che il numero di studenti con poche (o nulle) ore di studio risulta più alto del previsto. Altri, invece, non avevano ben capito l’organizzazione delle lezioni. Pensavano di aver raggiunto un livello maggiore rispetto a quanto hanno fatto realmente. Per migliorare questi aspetti per l’anno prossimo, Intercultura ha già comunicato ai Partner AFS che il corso sarà di nuovo disponibile (e obbligatorio), e offrirà una spiegazione migliore agli studenti per quanto riguarda le lezioni che devono seguire. Gli studenti che hanno partecipato ci dicono di aver gradito il corso. E’ comunque un corso di studio… Tanti dichiarano che era difficile trovare il tempo per farlo con serietà, considerando la mole di studio che avevano nella scuola di provenienza (soprattutto da parte degli studenti dell’emisfero sud e in Asia che studiano anche durante la nostra Tab. 2 10 estate [tab. 2-3]).


getto pilota: vediamo come va! All’arrivo in Italia, a Frascati (RM), tutti gli studenti del programma annuale hanno fatto un test per iscritto per permetterci di capire meglio indicativamente il loro livello di conoscenza dell’italiano in quel momento del programma. Il test era diviso in tre livelli di difficoltà: livello 1 (livello base), 2 e 3. Il 64% degli studenti sono arrivati con una conoscenza almeno “sufficiente” del livello base. C’è da tenere conto, comunque, che il test è stato svolto dagli studenti il giorno dopo l’arrivo in Italia, con tutta la stanchezza e l’ansia che ciò comporta (tab. 4).

Tab. 3 Qui di seguito (tab. 5) c’è il riassunto dei dati raccolti, invece, dai volontari forniti dagli insegnanti dei Corsi di Lingua locali. E’ interessante vedere che, sostanzialmente, questi dati confermano i risultati dei test iniziali a Roma (Frascati)… anche se i dati sono paragonabili solo per l’aspetto legato alla “lettura”.

Tab. 4 Lavoreremo insieme ai tutor e ai colleghi esteri per fare sì che questo dato sia migliore l’anno prossimo! Ci auguriamo che, con l’aiuto di questo corso, gli studenti si siano inseriti meglio a scuola e nelle famiglie ospitanti. Vedremo alla fine dell’anno di fare una valutazione complessiva, considerando anche questi fattori. Un ringraziamento speciale a Giulia Spaggiari, Presidente del Centro locale di Piacenza, per l’elaborazione dei dati! Settore Organizzazione Ospitalità Tab. 5

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«Vorrei andare all’ester

Nascita di un progetto pilota contro il pr Martina Gasslitter è partita con Intercultura per passare un anno in Italia. Tutto questo è avvenuto esattamente un anno fa quando Martina, iscrivendosi al concorso di Intercultura, ha deciso di vivere l’esperienza di un anno, lontano dalla sua realtà, con persone di una cultura molto diversa dalla sua. Voi direte: «Beh, tutti i ragazzi che si iscrivono al concorso di Intercultura hanno in testa questi obiettivi. Cosa c’è di stano?». La cosa non apparirebbe così strana se Martina non abitasse già in Italia, più esattamente a Castelrotto/Kastelruth in Alto Adige/Südtirol... La domanda che ci siamo posti è, perché una ragazza altoatesina, pensando ad un Paese straniero, è arrivata a pensare all’Italia? Risposta: «Perché evidentemente non si sente italiana». È già da cinque anni che durante le riunioni cittadine, organizzate dal Centro locale di Bolzano, veniva formulata la fatidica domanda: «ma si può andare un anno in Italia?», quella domanda che la prima volta aveva fatto ridere tutti, ma che successivamente fece riflettere a lungo. Dopotutto, perché se un ragazzo di madrelingua italiana può richiedere di trascorrere un anno in Austria o in Germania, lo stesso ragazzo, di madrelingua tedesca, solo perché nato a pochi chilometri a sud dal confine austriaco, non può chiedere di trascorrere un anno in Italia? Per capire meglio cosa vuol dire “di madrelingua italiana/tedesca” bisogna sapere che in Alto Adige/Südtirol, ogni persona, all'età di 14 anni, deve decidere, comunicando la sua decisione al Tribunale, se dichiararsi appartenente al gruppo linguistico italiano, tedesco o ladino. Questa decisione avrà una grande influenza sulla sua vita lavorativa: a seconda dell'appartenenza a uno o all'altro dei gruppi linguistici, costui potrà concorrere all’ottenimento dei posti lavorativi pubblici rivolti alle sole persone appartenenti a quel determinato gruppo linguistico. Strano? Ebbene sì! Pensate inoltre che per poter accedere ad un posto di lavoro pubblico è richiesto un attestato di accertamento delle due lingue che si ottiene sostenendo un esame scritto e orale che accerti le proprie competenze nell’una e nell’altra lingua. Le scelte dei ragazzi sono ovviamente influenzate da vari aspetti: frequentano una scuola italiana o tedesca? Provengono da una famiglia i cui genitori si sono dichiarati di madrelingua italiana o tedesca? Frequentano amici italiani o tedeschi? Scuole, uffici, luoghi di culto, tutto è diviso dalla lingua parlata. O si è italiani, o si è tedeschi. Quello che è presentato come bilinguismo e protezione delle minoranze viene da noi percepita come una netta divisione etnica e linguistica. Da sempre, lo scopo di Intercultura è stato quello di far conoscere altre culture al fine di abbattere i muri dei pregiudizi. Nel caso specifico di Bolzano, per conoscere una cultura diversa dalla propria, non servirebbe andare lontano, basterebbe affacciarsi alla finestra e relazionarsi col vicino di casa, ma questo non sempre è possibile: molti sudtirolesi di madrelingua tedesca non parlano italiano, così come molti madrelingua italiana non parlano tedesco. 12


ro…» «Dove?» «In Italia»

regiudizio tra i “Walschen" e i “Crucchi" L'intestardirsi di questa posizione di ignoranza reciproca, così come il trascinarsi dietro quei fatti storici che hanno segnato la popolazione locale, hanno causato una valanga di discriminazioni. Noi volontari del Centro locale di Bolzano vogliamo abbattere questo muro. Come? Dando la possibilità ai nostri ragazzi di madrelingua tedesca di trascorrere un anno in un'Italia non condizionata dal pregiudizio e dalla chiusura altoatesina e mostrando al resto d'Italia i valori e la cultura della nostra terra. Per far capire maggiormente la realtà altoatesina, Francesca Melandri ha scritto un bellissimo libro “Eva dorme”, un testo che spiega in maniera semplice ma efficace, la difficile e complicata realtà in cui ogni giorno si trovano a convivere persone di lingua e cultura molto diversa, una realtà ben lontana da quella che si legge spesso sui giornali, che tendono a celebrare la caduta di ogni barriera linguistica facendo emergere un falso senso di benessere puro e condiviso. Dopo alcuni anni passati a valutare la fattibilità e le modalità organizzative, siamo finalmente riusciti a far partire il nostro progetto pilota, ed è infatti dai primi giorni di settembre 2012 che il Centro locale di Catania sta ospitando Martina Gasslitter, la ragazza altoatesina partita alla scoperta di un nuovo mondo, di una cultura diversa, sorprendentemente diversa dalla sua. Una cultura, ahimè ancora piena zeppa di stereotipi e pregiudizi talmente forti, che, prima della partenza, la sua famiglia era a dir poco preoccupata all’idea che lei potesse finire in una famiglia del sud Italia. Una famiglia, per così dire, “mafiosa”. «Quando un forestiero viene al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte» (tratto da Benvenuti al Sud). Probabilmente per Martina sarà proprio così. Questa esperienza le sta permettendo di conoscere un’altra faccia dell’Italia, di scoprire persone aperte, accoglienti, sincere. Persone che non sono quelle che lei credeva di trovare. Quanto è importante per noi scoprire che la diversità non è un limite, un ostacolo, ma un’opportunità, una ricchezza, una sfida. Una consapevolezza che, forse, permetterà anche alla nostra chiusa realtà di montanari di instaurare un dialogo costruttivo e una vera accettazione tra i diversi gruppi linguistici. Una sfida, che noi volontari di Bolzano abbiamo voluto accettare. Un enorme GRAZIE va a Roberto Ruffino che per primo ha creduto in questo progetto, a tutti coloro che ci hanno dato la loro fiducia permettendoci di attuarlo, ed uno altrettanto grande a tutti i volontari del Centro locale di Catania che si sono messi in gioco accettando questa sfida. Cecilia Frego e Matteo Barricelli Centro locale di Bolzano Martina Gasslitter 13


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Tempo di selezioni

Grandi numeri!

Sono diventato volontario nel 2008 e da allora ho vissuto le selezioni con un coinvolgimento ogni volta maggiore identificandolo come il momento più importante dell’anno sociale. Senz’altro il momento in cui il dispiego di risorse ed energie è massimo. Una fase iniziale che dà i suoi frutti nel breve termine con la partenza dei selezionati e si ripercuote nel lungo termine sulla loro formazione. I dati raccolti negli ultimi anni dimostrano che le iscrizioni al concorso sono andate via via aumentando e tutti si aspettavano anche questa volta cifre ragguardevoli. Ma il 12 novembre, alla chiusura del bando, sono stato comunque sorpreso dai numeri. Ognuno dei tre Centri locali di Roma contava più di cento iscritti. Ero stupito e anche un po’ intimorito. La nuova sfida si rivelava stimolante ma avrebbe richiesto un grande impegno. A Roma al problema dei numeri si aggiunge quello dei grandi spazi. La divisione dell’area urbana in tre parti rende il lavoro più agevole, tuttavia il mio Centro locale si trova a coprire un’area immensa, che si estende ben oltre i confini del comune di Roma e nella quale risiedono più di un milione di abitanti. Diversi fattori mi hanno permesso di gestire con successo la situazione, nel mio primo anno da Responsabile Invio. Fondamentale è stato tutto ciò che ho appreso al Seminario nazionale dell’invio che si è svolto in ottobre preso la sede di Colle Val D’Elsa, sia nelle attività tenute dai relatori della sede, sia attraverso il confronto con i Responsabili di tutta Italia. Ho potuto contare inoltre sull’appoggio di tutto il mio Centro locale. Quando le attività raggiungono tali proporzioni i soci del Centro non possono lavorare a compartimenti stagni. Devono collaborare, più di quanto la struttura comunque elastica delle unità locali preveda. Ho potuto contare su un massiccio sostegno materiale e, cosa ancora più importante, su un enorme sostegno umano. Sono stato guidato nei momenti difficili dai volontari più esperti. Le occasioni di maggiore fatica sono state stemperate da un’atmosfera di partecipazione e allegria che forse si può rintracciare solo nel lavoro volontario. L’integrazione degli aggiornamenti ricevuti con le esperienze trascorse ha fatto sì che tutte le fasi della selezione si svolgessero con efficienza e accuratezza. In un simile momento di crescita si è rivelata molto importante anche la collaborazione con gli altri Centri locali della città. Alcune fasi della selezione, i test scritti, sono state organizzate e gestite congiuntamente. Lavorare su scala così larga significa dover mettere a punto un’organizzazione complessa, che realizzi un’ottimizzazione dei tempi e delle risorse. Il giorno del test abbiamo radunato in una facoltà universitaria svariate centinaia di persone. E mentre alcuni volontari somministravano il test ai candidati di Roma e dintorni, altri rispondevano alle domande dei genitori e, con l’aiuto di borsisti, returnees e ragazzi ospitati, illustravano i fondamenti della nostra Associazione. Anche nelle fasi svolte autonomamente ci siamo sostenuti a vicenda. Mi sono reso conto che la proposta di Intercultura è diventata molto popolare e ciò, oltre a rendermi felice, mi fa pensare al futuro. Se i numeri continueranno a crescere, credo che sarà necessario rinnovare l’organizzazione. Bisognerà renderla ancora più capillare, istituendo nuovi Centri locali. Ciò sarà possibile se l’aumento del numero dei candidati si tradurrà in un aumento del numero dei volontari. Penso che questa tendenza possa essere alimentata dalla passione che noi soci dovremmo riuscire a trasmettere con il nostro lavoro a coloro che per la prima volta, dall’esterno, si avvicinano all’Associazione. Sarà nostro compito impedire che l’aumento delle richieste determini una minor cura del servizio che rendiamo. I grandi numeri ci pongono davanti a nuove sfide. Porteranno novità ed evoluzioni che ci daranno occasione di crescere e migliorare e di diffondere sempre di più gli ideali che ci animano.

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Tommaso Autorino Responsabile Invio, Centro locale di Roma Ovest


Auguri cordiali Nel giorno di Santa Lucia, presso la sede romana di Intesa Sanpaolo in pieno centro storico, il Segretario Generale di Intercultura, insieme ai Vice presidenti dell’Associazione e della Fondazione, ha salutato le diverse personalità con cui l’Associazione e la Fondazione collaborano nell’arco dell’anno, una collaborazione preziosa e fondamentale per garantire qualità e quantità degli scambi di studenti. Intesa Sanpaolo, già sponsor di Intercultura con numerose borse di studio, ha offerto gli spazi della Sala degli Specchi per l’aperitivo e il pranzo. Questo incontro rappresenta l’occasione di riunire e far entrare in contatto i diversi ambiti in cui si muovono le nostre attività: le ambasciate e i consolati stranieri, il Ministero degli Affari Esteri, i rappresentanti degli sponsor, il mondo della scuola. Ciascun aspetto costituisce un tassello indispensabile nel mosaico dell’esperienza interculturale: le rappresentanze straniere e il Ministero degli Affari Esteri consentono i regolari spostamenti degli studenti italiani nel mondo e viceversa. Sarebbe impossibile, in primo luogo sul piano della documentazione, realizzare i programmi di Intercultura senza il loro sostegno. Gli sponsor, mettendo a disposizione borse di studio per i partecipanti, offrono l’opportunità di vivere l’esperienza interculturale a centinaia di studenti sostenendo le famiglie nei costi. Il Ministero dell’Istruzione e l’Associazione Nazionale Presidi e alte professionalità della scuola, con l’appoggio al progetto educativo di Intercultura, rappresentano un punto di riferimento per tutto il personale scolastico, sia sul piano normativo che per il credito accordato alla nostra associazione, oltre ad essere una garanzia per le famiglie e gli studenti che si avvicinano all’esperienza. In mezzo a loro, molti ex borsisti che in gioventù hanno trascorso un anno all’estero con Intercultura, ad esempio Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, la dottoressa Gisella Langé, consigliere del Ministero dell’Istruzione, Alessandro Alacevich del Gruppo Espresso, Grazia Francescato, parlamentare europea. Il coinvolgimento di tutti questi soggetti è sempre convinto e di anno in anno viene rinvigorito dai risultati della loro azione sinergica. L’incontro per lo scambio degli auguri di fine anno permette, dunque, di rafforzare i legami e possibilmente crearne di nuovi. Abbiamo avuto l’onore di ospitare due rappresentanti dell’Ambasciata della Repubblica del Sudafrica, Paese che sta entrando in misura sempre maggiore nel network AFS. Entrambe hanno avuto la possibilità di approfondire la conoscenza dei programmi di Intercultura e capire il contesto internazionale in cui si inserisce la nostra attività. Gli applausi e il brindisi di tutti i presenti hanno concluso la cerimonia. Con le parole del nostro Segretario generale: buone feste a tutti!

(da sinistra a destra) Renato Di Chiara Stanca (Consigliere di amministrazione Intercultura), Grazia Fassorra (Consigliere di amministrazione Intercultura, rappresentante ANP), Avv. Bettoni, Flaminia Bizzarri (Sede Intercultura di Roma), assistente dell'Avv. Bettoni, Paola Bucalossi (Amb. Canada), Gisella Langé (segretaria particolare del Sottosegretario, MIUR), PierLuigi Casu (WFP Fao), on. Grazia Francescato, Silvia Martorelli (WFP Fao), Luis Vera (Consolato Cile), Tiziana Fastella (Sede Intercultura di Roma), Maria Paola Pierini (Amb. Stati Uniti), Ann-Louice Dalhgren (Amb. Svezia). 15


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La “Settimana Selleri”

diVERSIinpace UN CONCORSO IN MEMORIA DI ALFONSO SELLERI Anche quest'anno, il Centro locale Intercultura di Castellammare Di Stabia, per ricordare il compianto Alfonso Selleri, suo fondatore, volontario e da sempre promotore infaticabile dei programmi Intercultura, scomparso prematuramente il 23 ottobre 2011, indice la seconda edizione del Premio Letterario “Alfonso Selleri”, dal titolo “diVERSIinpace – La diversità e il dialogo interculturale tradotti in versi letterari”, concorso di scrittura creativa con tema la diversità e il dialogo interculturale. Il Concorso guarda sia all’interno che all’esterno dell’Associazione. Infatti, come lo scorso anno, all’interno dell’Associazione il concorso si rivolgerà a tutti gli exchange students annuali ospitati dallo scorso settembre in Italia che potranno presentare i loro lavori entro e non oltre il 31 gennaio 2013 e secondo le forme indicate nel bando (scaricabile dalla pagina facebook del Centro locale, all’indirizzo http://facebook.com/intercultura.castellammare). Al 1° classificato verrà offerto dal Centro locale il biglietto a/r per venire a Castellammare. Agli altri 9 studenti stranieri classificatisi utilmente in graduatoria garantiremo ospitalità per una settimana presso famiglie del posto. Tuttavia, costoro contribuiranno in prima persona alle spese di viaggio. All’esterno dell’Associazione, il concorso si rivolgerà agli studenti di una determinata scuola della nostra area di riferimento, i quali saranno invitati a produrre un’opera letteraria creativa e il cui 1° classificato riceverà un premio. In abbinamento al duplice Concorso, il Centro locale istituisce nuovamente la “Settimana Culturale Alfonso Selleri", all'interno della quale avrà luogo in primis la presentazione delle opere e la premiazione dei vincitori del Concorso e durante la quale, inoltre, saranno organizzate dal Centro locale diverse attività culturali.

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Grazia Di Capua Responsabile Sviluppo e formazione, Centro locale di Castellammare di Stabia


“Serenata al chiar di lume” per la Giornata del Risparmio Energetico Anche quest'anno Intercultura aderisce alla campagna “M’illumino di meno" lanciata dalla trasmissione radiofonica di RAI Radio 2 “Caterpillar”; un'iniziativa che culminerà nelle manifestazione per la Giornata Internazionale del Risparmio Energetico, il prossimo 15 febbraio 2013, patrocinate dal Parlamento Europeo. Giornate dedicate alla celebrazione di qualcosa ce ne sono tante e dunque è lecito chiedersi perché proponiamo di aderire proprio a questa. Abbiamo iniziato, forse in modo anche un po' casuale, ormai più di sei anni fa, all'inizio solo preoccupandoci di spegnere computer e stampanti negli uffici di Colle. Poi anno dopo anno ci siamo resi conto che l'iniziativa piaceva all'interno del volontariato di Intercultura e che le varie attività organizzate dai Centri locali per aderire alla campagna offrivano preziose occasioni di riflessione e di confronto con “l’altro", fondamentali per chi opera in un’Associazione di volontariato che si occupa di formazione interculturale e di educazione alla mondialità. Gli eventi via via realizzati ci hanno aiutato a capire quello che facciamo tutti giorni come volontari, come studenti, come insegnanti, come famiglie, quando confrontiamo i nostri punti di vista e quando consideriamo con maggiore coscienza e consapevolezza le implicazioni delle nostre azioni a livello non solo locale ma anche e soprattutto globale (è molto di moda il termine glocale, un’interessante espressione di origine anglosassone per indicare l’interconnessione che esiste tra ciò che è prettamente locale e ciò che riguarda l’insieme del mondo). I temi legati ai diritti umani, all’educazione alla pace, allo sviluppo e all’ambiente ci danno la possibilità di riflettere sull'importanza di uno degli obiettivi educativi dei programmi AFS, il quarto per l'esattezza: la partecipazione ai programmi AFS/Intercultura accresce nei partecipanti il senso di appartenenza a una società basata su problematiche sempre più globali ma caratterizzata da infinite realtà locali. L’esperienza AFS/Intercultura fornisce uno stimolo in più per appassionarsi alle questioni internazionali e sentirsi partecipi nella ricerca delle soluzioni ai problemi. Ecco perché crediamo che sia importante che i nostri studenti si interroghino sull'impiego delle energie, sul recupero delle risorse naturali, sullo sfruttamento delle risorse e che non perdano l’occasione di guardare il mondo da altri punti di vista. Dulcis in fundo, non dimentichiamolo, spesso queste attività si sono rivelate un ottimo momento promozionale per fare conoscere più da vicino i ragazzi stranieri a tante potenziali famiglie ospitanti. Che cosa potremmo organizzare, quindi, quest'anno? Poiché la trasmissione Caterpillar invita gli ascoltatori a realizzare un inno per sostenere la campagna “M’illumino di meno", abbiamo pensato di proporvi di mettere le DECALOGO INTERCULTURA – LO STUDENTE A BASSO CONSUMO vostre idee sull’argomento in... musica!!! Vi chiediamo di ideare un BUONE ABITUDINI PER “M’ILLUMINO DI MENO” (E NON SOLO!) inno per la manifestazione e di inviarlo a comunicazione@inter- 1. Spegni il cellulare quando sei a scuola cultura.it entro il prossimo 15 febbraio. Ecco i requisiti: 2. Se hai acceso la luce del bagno, è davvero neces• che sia un video musicale o una canzone; sario accendere le luci sulla specchiera? • che abbia come tema il risparmio energetico e/o che si ispiri al 3. Spegni la TV per 1 ora… (non sarà solo l’ambiente a guadagnarci) decalogo “interculturale” proposto nel box accanto; 4. Non lasciare il cellulare sotto carica per tutta la notte • che sia una cover di una canzone nota o che sia un componi5. Ricaricare il cellulare solo quando è totalmente scamento originale sia nel testo che nella musica; rico (ciò consente non soltanto di risparmiare ener• che abbia come protagonisti, famiglie ospitanti e studenti alle gia, ma anche di allungare la vita della batteria) prese con strumenti musicali di fortuna (ad esempio riciclati), 6. Quando il cellulare è carico, stacca la spina della batteria 7. Elimina per qualche giorno alcuni elettrodomerigorosamente non attaccati a nessuna presa di corrente! stici senza i quali puoi comunque sopravvivere Il componimento migliore riceverà in dono un simpatico gadget! (esempio: scalda tazza, plaid elettrico, piastra per Vi consigliamo, inoltre, di visitare l’Area volontari dove inseriremo la frangetta, spazzolino elettrico, ecc…) qualche spunto in più per facilitare la vostra partecipazione e dove sarà 8. Per un giorno (solo per un giorno), non usare la playpossibile trovare un resoconto di altre attività realizzate negli anni prestation e la wii (piuttosto vai a fare una corsetta o cedenti (aperitivi a lume di candela, test sul risparmio energetico...). una partita a ramino con i tuoi compagni di classe) 9. Fai un esercizio: conta le stanze della tua casa e Aspettiamo i vostri i vostri inni, rigorosamente energetici! Vichy, Raffaele e Anna, Comunicazione e Sviluppo

poi conta le lampadine. Dopo averlo fatto… pensa 10. Dopo aver postato questo decalogo sulla tua bacheca di facebook, SPEGNI facebook e il computer e trascorri un po’ di tempo con un membro della tua famiglia/un amico/un compagno di scuola


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Così vedo l’Italia XII

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E TU, COME VEDI L’ITALIA? Dillo con una foto e partecipa al concorso fotografico “Così vedo l’Italia” Si rinnova anche quest’anno il concorso fotografico “Così vedo l’Italia”, rivolto agli studenti accolti in ogni parte d’Italia con un programma Intercultura. Il concorso, ideato dai volontari del Centro locale di Ivrea e giunto alla sua tredicesima edizione, è un’occasione per riflettere sull’identità italiana e sull’esperienza che questi ragazzi stanno vivendo nel nostro Paese. Il tema del concorso, come suggerisce il titolo, è l’Italia vista negli aspetti quotidiani che caratterizzano abitudini, folclore, paesaggio, ovvero tutto quanto sottolinei la specificità di un popolo. Sarà fondamentale il contributo dei volontari nell’aiutare e nello spronare gli studenti stranieri a dare libero sfogo creativo alla loro curiosità e nell’individuare quegli aspetti dell’Italia che li hanno particolarmente colpiti. I vincitori si aggiudicheranno un viaggio a Ivrea, durante il quale prenderanno parte alla cerimonia di premiazione. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.intercultura.it/Concorso-Fotografico 18

Gli studenti accolti quest’anno in Italia possono iscriversi al gruppo Facebook “COSÌ VEDO L’ITALIA” concorso fotografico 2013 - Intercultura. Qui potranno vedere le foto vincitrici degli scorsi anni, scaricare il regolamento di questa edizione, tenersi aggiornati sull’andamento del Concorso e sulla foto vincitrice del mese. Per altre informazioni, scrivere a concorsofotografico@intercultura.it


Un convegno a Firenze 28 febbraio - 2 marzo 2013

ULTIMI POSTI DISPONIBILI INTERVERRANNO: David Buckingham, Susanna Mantovani, Paolo Ferri, Antonio Casilli, Maurizio Ferraris, Leopoldina Fortunati, Elaine Hoter, Milena Santerini, Corrado Sinigaglia, Fernando Naiditch, Donatella Nucci, Ida Castiglioni, Bachisio Bandinu, Alberto Fornasari, Gianni Marconato, Maria Ranieri, Li-Ching Ho, Mark Baildon, Kostas Magos, Katerina Spanopoulou, Aleksandra Wach, Paolo Inghilleri, Paolo Balboni, Fabio Caon, Sara De Angelis, Elio Vera, Carla Chamberlin-Quinlisk, Paige Ware, Geoff Lawrence, Nicolas Geeraert, Derrick de Kerckhove, Alessandro Mariani, Roberto Toscano Invitiamo i Responsabili Sviluppo e formazione che non si sono ancora iscritti a procedere quanto prima con la registrazione attraverso il link inviato a suo tempo dal Settore Volontariato, in quanto i posti disponibili si stanno rapidamente esaurendo. Ricordiamo che la Fondazione mette a disposizione un posto gratuito per ogni Centro locale da assegnare preferibilmente al Responsabile Sviluppo e formazione, o in alternativa al Presidente, che sia comunque un volontario attivo da almeno due anni e abbia competenze di educazione interculturale. La gratuità prevede la partecipazione a tutto il convegno, la sistemazione in camera doppia, i pasti e il rimborso dei costi di viaggio, secondo le regole dell’Associazione Intercultura. Si può richiedere la sistemazione in camera singola pagando un supplemento. Per tutti gli altri volontari e per chi è interessato, è ancora possibile iscriversi, a condizioni molto vantaggiose, tramite il sito del convegno www.corpoerete.org. Per informazioni è possibile contattare il settore volontariato all’indirizzo volontariato@intercultura.it o la segreteria del convegno all’indirizzo sabrina.brunetti@intercultura.it.

ATTENZIONE: la Fondazione Intercultura cerca volontari disponibili per la gestione logistica del Convegno. Maggiori informazioni nella sezione “News” dell'Area volontari. 19


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LINK news: il maga Iniziata nel 2011, l’Intercultural Link Initiative è un insieme di attività, materiali e progetti messi a punto e raccolti da AFS International, che vuole aiutare tutti coloro che gravitano attorno alla rete AFS ad approfondire le proprie conoscenze e competenze interculturali, in modo da raggiungere e consolidare gli obiettivi che l’Associazione si pone.

FORMAZIONE... RESPONSABILE Formazione, Iceberg, Hofstede, Stereotipi, Stili di comunicazione, Cultura, Cipolle, Valori, Grove, Dimensioni culturali, Teorie accademiche, Hall, Pregiudizi, Curve di adattamento, Piogge acide, Obiettivi educativi: cosa hanno in comune questi termini? Un’unica parola in tre: Responsabili Sviluppo formazione! Entro il mese di febbraio in tutte le dieci zone dell’Italia interculturale si svolgerà un incontro di formazione della durata di una giornata dedicato ai Responsabili Sviluppo e formazione dei Centri locali; un incontro che precede il convegno Il Corpo e la rete, organizzato dalla Fondazione Intercultura dal 28 febbraio al 2 marzo 2013 a Firenze. Questo incontro sarà condotto dai Referenti regionali per la formazione interculturale, che per la prima volta si presenteranno ufficialmente al gruppo di RSF della propria zona. L’obiettivo della giornata è duplice: da un lato, ripercorrere insieme i principali temi legati all’educazione interculturale, che un Responsabile sviluppo e formazione di Intercultura dovrebbe padroneggiare, per svolgere al meglio il proprio compito, dall’altro fornire degli strumenti utili per riproporre gli stessi contenuti ai volontari, agli studenti, alle famiglie, alle scuole e alla comunità del proprio Centro locale. Il percorso che i Referenti regionali affronteranno, toccherà diversi argomenti. Innanzitutto si parlerà di Cultura: quali definizioni e concetti per spiegarne il significato? Quali metafore e modelli per descriverla? Come e quando parlare di Stereotipi e Pregiudizi: quali sono le differenze? Perché è importante essere consapevoli del loro significato? Si approfondiranno i concetti di Valori e Dimensioni culturali, seguendo il pensiero di Geert Hofstede, che spiega come i valori culturali influenzano i comportamenti, ovvero perché le persone di una certa cultura agiscono in un determinato modo. Si darà anche spazio alla Comunicazione e agli Stili comunicativi, a cui prestare attenzione nel confronto con persone provenienti da culture e contesti diversi dai propri, per evitare di incappare in incomprensioni e fraintendimenti e, in caso di conflitti interculturali, per sapere come agire. Si affronterà anche il tema dell’adattamento e verranno presentati alcuni modelli di Adattamento culturale. Dalla teoria alla pratica: sarà presentato uno strumento utile per analizzare, valutare e gestire alcune situazioni che gli studenti o le famiglie potrebbero trovarsi ad affrontare. I Referenti approfondiranno quindi il ruolo dei Responsabili sviluppo e formazione e gli Obiettivi educativi di AFS, che si ergono a guida dei volontari, dei partecipanti e di chi collabora con l’Associazione. Alla fine della giornata, i Responsabili sviluppo e formazione, forse un po’ frastornati, avranno in mano tante nozioni, più o meno conosciute, e tanti strumenti e spunti utili per gestire la formazione del proprio Centro locale nel suo insieme. 20


azine nel magazine Questo incontro e tutto il percorso interculturale, che l’Associazione sta promuovendo, rientrano nel progetto più ampio promosso da AFS International: AFS Intercultural Link Initiative. Non si tratta, quindi, di un incontro isolato, ma di un appuntamento che darà molti frutti, grazie in particolare alla diffusione dei contenuti da parte dei volontari nei propri Centri locali durante le varie occasioni di formazione: i Responsabili sviluppo e formazione, in primo luogo, avranno il compito di organizzare un incontro nel proprio Centro per condividere con gli altri volontari e riflettere sull’importanza di avere chiare le basi di quello che facciamo. Nelle prossime puntate… Il punto di vista di un Referente regionale e quello di un Responsabile Sviluppo e formazione.

CHI SONO I RESPONSABILI SVILUPPO E FORMAZIONE? DI COSA SI OCCUPANO? Sviluppo e formazione Responsabile 21/11/2004 Salerno Mondiale Italia dei Centri locali 140 Molto impegnato! Esperto in formazione interculturale Si aggiorna e aggiorna il Centro locale sui temi dell’educazione interculturale, organizzando incontri formativi; partecipa agli incontri di formazione organizzati da Intercultura; partecipa alla formazione per studenti e per famiglie, quando si affrontano argomenti di educazione interculturale; organizza eventi pubblici su temi interculturali e partecipa a tavole rotonde sulle tematiche interculturali; organizza la “Giornata del Dialogo Interculturale”

AFS Intercultural Link Newsletter! Compie un anno proprio in questi giorni l’appuntamento con l’AFS Intercultural Link Newsletter nell’Area volontari del sito internet di Intercultura! Visitando la sezione dedicata alla Formazione, si trova una pagina dedicata al progetto AFS Intercultural Link, al cui interno è possibile leggere l’ultimo (e non solo!) numero della Newsletter. Tantissimi sono gli articoli legati ai temi interculturali, utili nelle attività formative di Centro locale, ma ci sono anche interviste a volontari, dipendenti di tutto il network, esperti e professionisti dell’intercultura.

Variabile Gamma di colori molto ampia

Grandi Volontario di Intercultura: comunicativo, motivante, coinvolgente, empatico, disponibile, collaborativo e buon conoscitore dell’Associazione

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Scripta manent la s

LE FAMIGLIE E GLI STUDENTI DI INTERCULTURA PROTAGONIS

Da qualche settimana, il sito di Panorama.it ha aperto le porte direttamente alle famiglie e agli studenti che parteci invio e di accoglienza. In particolare il blog “Padri con figli” (http://blog.panorama.it/padri-con-figli/) in questi mesi st Gualtiero Terzi, la cui figlia Consolata è ora in Brasile, (negli anni scorsi sono stati all’estero anche Lodovico, in In Cavalli, la cui figlia Virginia sta seguendo il programma annuale in Repubblica Dominicana. Sono considerazioni molto riflessione interculturale che, per osmosi, passa dai figli ai genitori. L’invito a collaborare a questo blog è aperto a tutt te a anna.gomarasca@intercultura.it.


stampa che ci legge

STI DI PANORAMA.IT

ipano ai programmi di Intercultura di ta ospitando le riflessioni di due papĂ , dia e Gabriele negli Usa), e Maurizio o profonde, che nascono proprio dalla ti i genitori: se siete interessati, scrive-


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News, news, news... CONFETTI ROSSI... Ida Tulimiero (foto a sinistra), Responsabile Invio del Centro locale di Avellino, si è laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l'Università degli studi di Salerno lo scorso 28 novembre. Sandy Suardi (foto a destra), volontaria “iper attiva” di Bergamo, un anno in USA con una borsa di studio UBI, si è laureata all'Università Bocconi di Milano in International management con votazione 110/110. Congratulazioni a entrambe!

CENTRO PICCOLO, GRANDE INCONTRO Si è tenuto il 4 dicembre ad Andria – organizzato dal Centro locale Intercultura di Trani – un seminario dal titolo “L'interculturalità nella crescita della persona" volto a sensibilizzare e far conoscere il progetto educativo di Intercultura e le sue ricadute in ambito formativo. Il seminario è stato rivolto a dirigenti scolastici e docenti (hanno partecipato anche le autorità politiche e dei club Rotary e Lions). L’evento ha visto la partecipazione attiva del Prof. Alberto Fornasari e della Responsabile della Sezione Multiculturale della Biblioteca del Consiglio Regionale. Ha preso parte alla manifestazione anche il Console di Malta in Italia per le regioni Puglia, Basilicata e Molise. Nell’occasione, il Comune di Andria ha messo a disposizione i fondi per una borsa di studio per l’anno 2013, ma di questo bisogna ringraziare soprattutto i volontari del Centro locale che tanto si sono adoperati. La partecipazione è stata notevole e sulla stampa regionale come sulle testate televisive è stato dato grande spazio con interviste e servizi.

10 DICEMBRE 2012: LA GIORNATA DEI DIRITTI UMANI EUROPA CONTINENTE DI PACE Al liceo “Terragni” di Olgiate Comasco (CO), la Giornata dei diritti umani è un giorno speciale. La scuola apre le sue porte alle onlus attive nel territorio per discutere e parlare di diritti umani, grazie alla collaborazione con il Coordinamento comasco per la pace. Intercultura ha partecipato con uno stand nell’atrio della scuola preparato dagli studenti Valeria, Francesca, Rodolfo, Alberto e Sea con l’aiuto di Maddalena e Laura. In aula magna Edoardo e Paola hanno preparato un incontro rivolto alle classi II per discutere del Nobel per la pace assegnato quest’anno all’Unione Europea. (Paola Caspani)


Lettere a Sono Fabio e partecipo al programma trimestrale in Russia. Vivo praticamente nel cuore della Siberia, a 200 km dal più vicino centro abitato. Da novembre la temperatura comincia a scendere sotto i -20 gradi fino ad arrivare a -40. Praticamente sono isolato da una foresta sconfinata chiamata taiga che circonda la mia cittadina di soli 15.000 abitanti. Il sole tramonta alle 3 del pomeriggio (quando si vede) e il vento soffia quasi constantemente, portando continue bufere di neve. Dopo questa presentazione penserete che io stia passanto un periodo di sofferenza e sopravvivenza... invece paradossalmente qui posso dire che sento piu’ calore della mia Napoli. Non sono un pazzo, sono solo entrato nello spirito di questa popolazione, sto facendo parte della natura, sto capendo come vivere! Penso di vivere in uno dei posti più difficili al mondo, ma ho la consapevolezza che se riesco a risolvere i problemi qui dove il clima è impossibile, la gente parla un’altra lingua, le culture sono agli antipodi... sono pronto ad affrontare qualsiasi cosa nella mia vita. Non sto qui a raccontare che è un’esperienza facile, anzi, proprio nella difficoltà risiede il privilegio di poterla affrontare. Preparatevi ad abbattere ogni vostro pregiudizio, a vedere cose che neanche immaginate, ad azzerare la vostra vita e cominciarne una nuova; credetemi se dico che qualsiasi cosa avessi pensato riguardo questo paese è assolutamente il contrario. Qui ho conosciuto persone fantastiche, piene di affetto, di gioia e di amore; quanto me ne ha dato la mia famiglia non so quantificarvelo... ma vi basti sapere che la mia mamma ospitante, quando le ho chiesto se volesse ospitare ancora il prossimo anno, mi ha risposto: “non voglio ospitare nessun altro studente, perché non potrei mai amarlo quanto te, e questo sarebbe ingiusto nei suoi confronti”. Beh... direi che questa frase vale più di ogni descrizione che possa fornirvi. Qui ho capito anche che le donne russe sono allo stesso tempo estremamente forti ed estremamente belle: nascondono dietro la loro bellezza la forza di un popolo che non si fa abbattere da nulla... e risponde alle ingiustizie lavorando, lavorando e lavorando. Quando vogliono, però sanno essere sensibili ed amorevoli... dimostrandovi che l’apparente loro acidità inganna. Qui ho capito cosa vuol dire avere pazienza, forza di volontà e perseveranza. Senza una di queste, vivere in un contesto in un Paese di cui non sai la lingua è impossibile. Soprattutto è fondamentale comprendere come ragionano le persone, entrare nei loro stati d’animo, cercare di essere il più sensibili possibile in modo da capire di che profondità morale sono capaci. Se è vero che la conoscenza rende liberi, questa esperienza ti da le ali per raggiungerla la libertà. Alla fine, quando ritornerai a casa, sarai consapevole di essere una persona nuova, di essere cambiato, di non essere più la stessa persona di prima. Sarai consapevole di essere maturato e pronto per affrontare la vita quotidiana: che in confronto alla Siberia ti sembrerà un gioco. A chi sceglierà questo Paese e a tutti in generale auguro di essere quanto più attenti è possibile. Una persona intelligente disse “non ci si bagna mai due volte nella stessa acqua”... per cui fate tesoro di ciò che proverete... fate che non ne resti solo un ricordo. Fabio Granato Borsista trimestrale ECTP in Russia 2012/2013, Centro locale di Napoli

IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA... INDIANO Sono le 6.30 del mattino, tutti i membri della mia famiglia indiana dormono eccetto me. L'adrenalina nel mio sangue sembra quasi un insetto che corre sopra a un tronco. Il pensiero che tra precisamente 1


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ora e 20 minuti starò in un'altra scuola con nuovi amici, nuovi professori nel Paese così soprannominato “incredible India" mi fa unicamente emozionare. E' davvero incredibile pensare che sto ‘DA SOLO' senza i miei genitori in un altro Paese dall'altra parte del mondo. Ancora non riesco a realizzarlo. Finalmente la mia famiglia si è svegliata. Amma (che significa mamma in hindi) sta cucinando le uova per la mia colazione... anche quelle con le spezie, guru (papà in hindi) e i miei fratelli si stanno vestendo e credo che debba iniziare a farlo anche io. Lo so che vi starete chiedendo come faccio a scrivere e fare le cose contemporaneamente. Ebbene sì, ho deciso di portare con me un piccolo diario 24 ore su 24. Naturalmente non scriverò ogni cinque minuti in quanto socializzare è il mio primo obiettivo nonché quello dell'associazione Intercultura... però oggi essendo il primo giorno di scuola dedicherò più tempo al mio diario. Sono pronto, camicia a righe azzurra e bianca dentro i pantaloni grigi, scarpe nere e calzini bianche con 2 righe azzurre. Ho fatto già colazione: uova (con masala, un misto di spezie piccantissime!!!) e succo di guava (che equivale a un bicchiere di latte)... delizioso! Il grande momento si sta avvicinando, sto in macchina... non mi sembra vero, sto andando a scuola in India!! Eccolo l'ingresso della scuola... un cancello nero con le iniziali del nome dell’istituto (A.I.S., Amity International School, Saket). La principale (“the woman with the red saree" così me l'hanno descritta i miei fratelli) sta all'ingresso della scuola, mi sta aspettando. Eccitatissimo scendo dalla macchina, saluto la mia mamma indiana e la prima cosa che faccio unisco le mani e dico namastè (ciao in hindi) alla mia principale, in seguito le tocco i piedi, poi mi tocco il petto e la fronte (un'usanza indiana nei confronti delle persone adulte). Di conseguenza lei pronuncia la frase tipica “God bless you" per ringraziarmi del rispetto portatole. Subito dopo saluto i miei fratelli e la mia nuova principale mi fa visitare la scuola, una struttura alquanto moderna e grande. Laboratori di arte, informatica, campo di calcio, campo di pallavolo, campo di cricket etc. Gli alunni della scuola mi fissano come se fossi un extraterrestre. Sembro quasi un V.I.P. con la sua segretaria. Adesso sto in un piazzale con tutti gli alunni della scuola. Il Guru di Amity sta celebrando una pratica religiosa (Havan) tipica della religione hindu per venerare il dio del fuoco. Sta bruciando dei bastoncini e intanto recita delle preghiere ripetute dagli studenti. Finita la celebrazione CI (ormai sono anche io uno di loro) vengono distribuiti dei dolcetti arancioni (laddoo). Finalmente mi sto dirigendo verso la mia classe XI''F. Eccoli, sono loro i miei compagni. Mi stanno osservando come se fossero degli ispettori (quello che ci è stato detto negli orientamenti è proprio vero... corrisponde tutto perfettamente). Mi stanno aspettando all’entrata della classe. Non posso crederci che quelli sono i compagni con i quali passerò 10 mesi. Sto entrando in classe. Si sono alzati tutti. Chi mi saluta in italiano, chi in spagnolo. Che accoglienza! Neanche il presidente viene rispettato così tanto. La professoressa mi fa subito sedere tra un maschio e una femmina (Akash e Krity). Neanche il tempo di posare lo zaino, già hanno iniziato a farmi domande sulla cultura italiana e le nostre usanze in Italia. Sto davvero cercando di spremere al massimo le mie meningi ma non riesco a capire una sola parola. Il loro accento in inglese trasforma la lingua di Shakespeare in una specie di giapponese. Ho chiesto ad un compagno di dirmi “sì” in hindi e con uno strano movimento ondulante, quasi fosse un esercizio per eliminare il torcicollo mi risponde “ha!”. Che ridere!! La prof. vuole che mi presenti. OK, Domenico, prendi un bel respiro e go! Fatti avanti! Molto brevemente e un po’ emozionato inizio: “Hello, my name is Domenico Vitale, I’m from Italy” e finisco così: “nice to meet you all”. Che ricca presentazione!! Ma cosa stanno facendo? Credo economia. Troppe percentuali, troppi numeri e troppi grafici. Cosa starà mai dicendo la prof.? Non capisco davvero nulla. Questa che ora mi sembra una montagna sono sicuro che si trasformerà in pianura o magari in discesa (l’importante è crederci). La prima ora è finita. Adesso sto nell’ufficio (con aria condizionata e non con i semplici ventilatori come nella mia classe, dove a dir


poco si soffoca) con la principale per scegliere le mie materie. Facendo il classico in Italia, credo che le materie umanistiche ossia economia, scienze politiche, educazione fisica, inglese e storia, sia la migliore scelta. Ma, ma, ma… sono solo 5 le materie? E le altre 6 per raggiungere il bel numero di 11 materie italiane? O si è sbagliata lei oppure è proprio il sistema indiano. Due sono le possibilità. Finalmente ho finito. Adesso vado in classe perché i miei nuovi compagni mi stanno aspettando, così mi hanno detto, per andare sotto alla “canteen”, una specie di bar (ah ho dimenticato di dirvi che la mia scuola è composta da 3 piani, io sto al terzo). Addio Kinder fetta al latte e un bel benvenuto al riso con i fagioli, ai noodles e al succo di limone (limu pani in hindi). Dopo 25 minuti di ricreazione (e non gli scarsi 10 minuti italiani) è arrivato il momento di tornare in classe. Che succede? Devo restare qui? Perché? Ah giusto… Educazione fisica! Una bella partita di calcio nell’“incredibile India” non me la leva nessuno. Naturalmente starete pensando una partita di calcio 11 contro 11… ma quando mai, 20 contro 20! NON E’ UNA BAGGIANATA! Più che calcio mi sembra rugby! Spinte, pugni e scivolate a volontà. Malgrado ciò mi sto divertendo davvero tanto e in più ho segnato 2 gol! “The period is over” mi dice un mio compagno di classe. Sto tornando in classe. Sono completamente zuppo! Sembro una pezza appena immersa nell’acqua! Tra umidità e caldo sto sudando in una maniera davvero inquietante. Fermi un attimo, cos’è quella cosa lassù? Una scimmia!!! “Look on the roof of the school!! There is a monkey!” Queste sono le mie parole seguite da questa risposta “Oh, don’t worry, it’s normal!” “It’s normal?” Come fa ad essere normale vedere una scimmia su un tetto di una SCUOLA? E io, abituato a vedere colombe e passerotti, ora mi ritrovo tra formiche, scimmie e scoiattoli (quanti ce ne sono! La cosa strana è che anche Londra ne è piena… non è che per caso qualche colonizzatore inglese nel ‘800 se li è portati apposta in India per sentirsi “a casa”?). Che meraviglia la natura! Adesso sto di nuovo in classe, stanno facendo inglese o, per meglio dire, sto provando a decifrare il loro linguaggio, stile professore Hoggins in PYGMALION. Ce la farò a capire qualcosa? Non dico tutto ma almeno il 30% di un discorso. Ho dimenticato che sto ancora al primo giorno di scuola. Come posso pretendere di capire alla perfezione quello che dicono? Stanno leggendo un libro, adesso è il mio turno. Che bello! Iniziamo! “Well, she sent him back for her be… em… baggegi… buggage (oddio! come si pronuncia questa parola?) maa’m, excuse me for the pronunciation!”. Meno male la prof. ha risposto con un sorriso! Mancano 2 minuti alla fine di questo mio primo giorno di scuola davvero indimenticabile. Quante cose speciali in UN SOLO giorno di scuola!! Credo che sia arrivato il momento di smetter di scrivere. La mia mamma indiana, prima di scendere dalla macchina, mi ha detto che avrebbe aspettato davanti all’ingresso con i miei fratelli. “Scortato” dai miei compagni, la sto raggiungendo. Come disse un filosofo iraniano “la scuola non è solo studiare, fare i compiti e ottenere bei risultati… ma anche imparare a vivere con gli altri, nel rispetto e nella collaborazione”. Domenico Vitale Borsista annuale in India 2012/2013, Centro locale di Rieti 27


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Auguri sinceri di felice 2013!

Promemoria Presidente Insieme al Responsabile Ospitalità, verifica l’andamento della Ricerca Famiglie e, insieme al Responsabile Invio, pianifica le attività per le fasi conclusive delle selezioni. Imposta una nuova campagna di ricerca sponsor. Dirama un comunicato stampa sull’arrivo degli studenti per il programma semestrale. Aiuta i ragazzi che ritornano dal semestre all’estero a scrivere un articolo per i giornalini di scuole, palestre, circoli ricreativi... Cerca contributi e sponsarizzazioni per la Settimana di scambio e approfitta dell’occasione per far conoscere Intercultura ad aziende ed enti locali. Responsabile Ospitalità Programma annuale: Definisce le date degli incontri di orientamento di metà esperienza per gli studenti stranieri e per le famiglie ospitanti. Organizza e definisce il programma della Settimana di scambio. Programma semestrale: organizza una riunione con gli assistenti e il Responsabile Scuola e organizza un incontro di benvenuto per gli studenti stranieri e le famiglie ospitanti. Responsabile Scuola Designa un tutor per gli studenti del programma semestrale e li riunisce per definire, con ciascuno di loro, un piano di studio individuale. Verifica che gli studenti del programma annuale ricevano una valutazione e scrive ai presidi una lettera di ringraziamento. Collabora con il tutor per l’accoglienza degli studenti del bimestre, consegna e spiega loro la Dispensa Educare al Mondo – ospitalità. Per i programmi trimestrali che prevedono reciprocità, verifica l’iscrizione alla scuola del partner italiano o ricerca e iscrive lo studente straniero in una nuova scuola. Responsabile Invio Si prepara per le seconde selezioni; si tiene aggiornato sull’andamento dei propri candidati in concorso. Responsabile Sviluppo e formazione Cura i rapporti con i partecipanti all’estero. Collabora con il Responsabile Ospitalità all’organizzazione della Settimana di scambio. Coinvolge attivamente i returnees nelle attività del Centro. Partecipa agli incontri di zona e coinvolge il proprio Centro locale in attività di formazione interculturale.

Contatti

Sabrina Brunetti segreteria@intercultura.it Raffaele Pirola Direttore Programmi comunicazione@intercultura.it Francesco Fratagnoli Susie Eibenstein promozione@intercultura.it francesco.fratagnoli@intercultura.it Flaminia Bizzarri scuola@intercultura.it Settore Assistenza Tiziana Fastella ai Partecipanti visti@intercultura.it Settore Organizzazione Marco Tosi Matilde Piva Soggiorni all’Estero scambi.classe@intercultura.it matilde.piva@intercultura.it Giulio Putti Rita Bazzani Simonetta Martina giulio.putti@intercultura.it Settore Organizzazione simonetta.martina@intercultura.it rita.bazzani@intercultura.it Andrea Franzoi Ospitalità Anna Pessato Ilenia Zurri volontariato@intercultura.it anna.pessato@intercultura.it ilenia.zurri@intercultura.it Raffaele Porciatti Diana Maratea Sara Frattale Giulia Pezzi amministrazione@intercultura.it diana@intercultura.it sara.frattale@intercultura.it giulia.pezzi@intercultura.it Andrea Aliprandi Roberta Borri Violetta Pinna Letizia Scollo logistica@intercultura.it roberta.borri@intercultura.it violetta.pinna@intercultura.it letizia.scollo@intercultura.it Sergio Trotta Dario Radi Emanuela Abbate Paolo Murru dario.radi@intercultura.it emanuela.abbate@intercultura.it quic@intercultura.it paolo.murru@intercultura.it


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