Scienza e ispirazione nelle sostanze di alberto casadei

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semprefermo») e la discontinuità testimoniata dalle indicazioni di tempo e di luogo che, anche se a volte in modo fittizio, determinano con chiarezza la singolarità compositiva di ogni testo. Tanto vari e precisi sono i luoghi in cui nascono le poesie (si va da Orbetello ai non-luoghi degli aeroporti, dal treno alla finestra pisana), tanto più risalta la presenza di un mondo interiore, senza meridiani e paralleli, ma attraversato dalle linee curve della storia e della biologia: «Così versi nascono dalle acque / putride, dal linguaggio che soggiace, / esistendo nell'alternarsi di cellule / respiro crescita, per esprimerlo, / dal muoversi caotico nascosto / che sarà energia storia / ego». La scrittura emerge come il prodotto finale di una proliferazione cellulare che ha sede nell'inconscio e che si libera dalle connotazioni mitico-sacre: l'ispirazione non affonda nell'assoluto inconoscibile, ma in zone oscure della nostra sfera cognitiva, che parlano grammatiche segrete ma che non per questo debbono essere ritenute impermeabili all'indagine. Un primo riferimento esterno fondamentale, il più evidente, può quindi farsi a un altro libro di Casadei, scritto stavolta in veste di storico e critico letterario, cioè Poesia e ispirazione (Luca Sossella, 2009), in cui l'autore getta

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