La pillola mi ha resa disabile
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Lotta contro il gigante "Bayer"
uesta è la storia di un caso singolo di denuncia, di presa di coraggio, di volontà di farsi giustizia anche se dalla parte del nemico c’è un gigante dell’industria farmaceutica come la Bayer. Si tratta della vita di una ragazza di soli venticinque anni che è stata drammaticamente compromessa a causa di un ictus. Secondo quanto scritto sul quotidiano Le Monde, Marion Larat ha deciso di sporgere denuncia contro la grande casa farmaceutica tedesca, che produce il farmaco in questione, per ‘danni involontari alla sua integrità fisica’. Nel 2006 infatti Marion, appena tre mesi dopo aver cominciato a prendere la pillola di terza generazione Meliane, ha subito un grave incidente vascolare cerebrale che le ha causato handicap pesanti. Al risveglio dal coma provocatole, Marion è entrata in un incubo. Oggi la ragazza soffre di emiplegia, afasia, epilessia. Da allora è disabile al 65%. La sua denuncia presso il tribunale di Bobigny, vicino a Parigi, contro il laboratorio Bayer Santè è in realtà una denuncia estesa anche all’Agenzia sanitaria francese per la sicurezza dei farmaci (ANSM), rivendicando la pesante accusa di “violazione del principio di precauzione”, in quanto l’agenzia non ha mai chiesto il ritiro dal mercato del farmaco in questione. E’ il 2010 quando Marion avendo conosciuto un ragazzo, decise di riprendere la pillola, interrotta
al momento dell’attacco cerebrale. Solo allora comprese, osservando alcune analisi, che i dati riportati le manifestavano un’anomalia genetica. Marion scoprì di essere portatrice del fattore V di Leiden, una variante della proteina fattore V umana che aumenta il rischio di trombosi venosa. In questi casi l’uso di contraccettivi orali dovrebbe essere assolutamente evitato. Ma nessuno ha proposto a Marion di effettuare controlli sui fattori di coagulazione prima di prescriverle la pillola. Né le sono mai stati chiesti gli antecedenti familiari. Per altro nel 2006, anno che che accoglie il suo dramma, i rischi di trombosi venosa provocati da quella pillola di terza generazione non figuravano neppure sul foglietto illustrativo dell’anticoncezionale. Tale avvertenza è stata introdotta solo in seguito. Quello di Marion è il primo caso di denuncia in Francia. E sembra che a ruota altri ne seguiranno. In realtà negli Stati Uniti la Bayer ha pagato 142 milioni di dollari di risarcimento alle utilizzatrici americane delle pillole anticoncezionali Yasmin e Yaz in quanto sarebbero responsabili di emboli nelle donne. Vero e significativo problema è, quindi, anche e soprattutto di informazione sui rischi, con maggior riguardo nei confronti di quelle persone che vi sono più esposte.
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