Informare Novembre 2013

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Informare è un periodico del “Centro Studi Officina Volturno”

LAGHETTI DI C.V. Per fare chiarezza basta citare i dati e gli studi ufficiali > > > pag. 3

Sit-in di solidarietà per i bambini ricoverati al Santobono > > > pag.3

Sintesi dei Grandi Progetti per il Litorale Domitio > > > pag. 5

Le mani sulla città: intervista al regista Francesco Rosi > > > pag. 10

Riflettori puntati sulla “Terra dei Fuochi” > > > pag. 8

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Da settimane, sulle nostre teste volteggiano tanti elicotteri alla ricerca di rifiuti interrati a seguito delle ultime testimonianze di “pentiti - non pentiti” o di “pentiti dell’ultima ora” che, forse, ne hanno annusato la convenienza per i propri interessi. A ciò si aggiungono recenti campagne giornalistiche fatte di tanta disinformazioni e tanto terrorismo mediatico. A noi del territorio resta lottare, quotidianamente, contro le paure giustificate dei cittadini comuni e contro istituzioni cieche che per anni non hanno saputo/voluto leggere le tante denunce e che continuano a promettere interventi che, forse, non vedremo mai. Una verità è venuta, forse, dal Presidente Caldoro, che ha ribadito che ci vorranno 80 anni per le bonifiche e che, non essendoci soldi, saranno necessarie delle vere e proprie manovre finanziarie per restituire la terra ai diretti proprietari, cioè a noi cittadini. Abbiamo dedicato diversi speciali a tali argomenti all’interno del giornale, dando voce soprattutto ai ragazzi dell’Associazione officina Volturno - Contro la Camorra non Molliamo. Infatti, non molliamo mai, fino alla fine, come ha fatto Giancarlo Siani a cui dedichiamo questo numero grazie ad un articolo scritto in esclusiva per noi da Paolo Miggiano, autore del libro “A Testa Alta”, che ha accompagnato con la macchina che fu di Siani i vari testimoni di legalità per la città di Napoli. Apriamo con quest’articolo, perchè Siani è un simbolo identificativo per molti giovani ed in modo particolare per la libertà di stampa, quella libertà che si ottiene con la professionalità, raccontando la verità e facendo informazione, perchè una comunità è libera quando è correttamente informata; queste, da sempre, sono state le linee guida di questo periodico e a queste terremo sempre fede! Un grazie a Paolo Miggiano per il contributo che ha Tommaso Morlando voluto donarci.

Sono le 21 di una serata di inizio autunno del 1985. Una piccola automobile Méhari di colore verde, simbolo della spensieratezza e della libertà degli anni ’80, si ferma in piazza Leonardo a Napoli con il suo carico di speranze e quasi certamente di paure. A guidarla c’è Giancarlo Siani, un giovane giornalista “abusivo” - precario si direbbe oggi - de “Il Mattino”, il più importante quotidiano della città. Paure tenute per sé o forse riferite a

Anno 8° - Numero 127 - NOVEMBRE 2013

qualcuno di sua fiducia. Di certo Giancarlo Siani qualcosa ha scoperto e ne porta il peso. Ad attenderlo sotto casa i killer della camorra che lo crivellano di colpi proprio nella sua piccola auto. La sua colpa? Aver scritto tre mesi prima un articolo. Questo il titolo: Camorra: Gli equilibri del dopo – Gionta. Occhiello: Marano. Il capoclan catturato a Marano sarà interrogato dal magistrato sui retroscena della strage di Torre Annunziata – Gli investigatori cercano ora il fratello e il suocero del padrino. Sottotitolo: Cosa cambia nella geografia del crimine con l’arresto del boss. Di Giancarlo Siani, della sua morte, dei suoi detrattori e dei tentativi di offuscarne la memoria, delle false piste e dei veri depistaggi, dei processi ai suoi assassini e della loro condanna si è detto

e scritto molto. Forse troppo poco si è scritto delle carriere di certi personaggi e dei dossier spariti . Ma della sua Méhari, l’auto sulla quale è stato ucciso e che il 23 settembre del 2013 si è rimessa in moto cosa sappiamo? Certamente che è stata protagonista durante le riprese del film di Marco Risi “Fortapàsc”, ma nient’altro. Del resto a chi poteva interessare il destino di una semplice automobile? Dell’auto di Giancarlo Siani, per circa un quarto di secolo, infatti, si erano perse le tracce. Poi all’improvviso è ricomparsa. Ma come ricompare? Me lo racconta Michele Caiazzo, già sindaco di Pomigliano d’Arco, uomo impegnato sin da giovane nei movimenti anticamorra e amico di Paolo Siani, fratello di Giancarlo. CONTINUA A PAG. 2


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