» testo di Gabriele Scanziani; fotografia IMMAGINA
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una lunga giornata di lavoro. Molto spesso mi viene chiesto dove trovo la forza per fare tutte queste cose, esclusivamente nel piacere di farle. Un altro amore della mia vita è la musica classica. Io sono nata a Cagliari, in Sardegna, e lì ho trascorso la mia infanzia fino all’età di diciotto anni. Poi sono andata a Milano dove ho svolto gli studi universitari. L’incontro però che ha segnato la mia vita, è stato senza dubbio quello con Piero Scanziani che diventò mio marito e il padre di mio figlio. Era il 1977 e io lavoravo in uno studio di Pubbliche Relazioni a Milano, si presentò da noi uno scrittore che aveva appena pubblicato il suo il rapporto umano. Se tu fai un ultimo libro. Ho sempre creduto nel grande mestiere e non fai un lavoro, amore, da bambina quando ne parlavo con tutto perde significato. mia madre mi diceva: “Ma sì... sono cose Spesso sento fare discorsi suda romanzi, il grande amore in realtà non perficiali riguardo ai giovani esiste”. Invece esiste, esiste eccome! Solo che di oggi, soprattutto da parte pensavo di incontrare un uomo della mia degli adulti. Mi sembra che dal età o pressappoco, invece mi si è presentato punto di vista umano i nostri in una maniera totalmente imprevista, era ragazzi siano molto pressati, si un uomo che aveva vent’anni in più di mio pensa soprattutto alla quantità papà. Io avevo quindici anni in meno della piuttosto che alla qualità di sua ultima figlia. È una situazione che ti turba ciò che gli si dà. Non è che da morire in un primo momento. Turberebbe uno studente con una granchiunque. Il grande amore non è un romanzo de quantità di nozioni è più rosa privo di difficoltà, da quando mio marito preparato alla vita di uno che è morto, ad esempio, io non riesco a pensare ne ha di meno ma più approa un altro uomo perché la persona del grande fondite. Riguardo ai giovani, amore occupa ancora così tanto e così pienami sembra che si parli molto mente dentro di me che qualsiasi rapporto io di loro e ancora troppo poco abbia con chiunque mi appare insufficiente. con loro. Tuttavia ho conosciuto il grande amore ed è Tornando al mio quotidiano, questa la fortuna: capire davvero cosa signila sera generalmente la dedico fica amare. L’amore, quello vero, è una donaalla lettura o ad altre attività zione gioiosa di sé. Di solito quando siamo come le lezioni di spagnolo, innamorati riduciamo questo sentimento alla che frequento due volte a setticontabilità del mercato delle vacche, tenendo mana. Mi rendo conto di avere stupidamente il conto delle volte in cui uno troppi pochi spazi per stare dei due telefona più spesso rispetto all’altro. con i miei amici e con le persoÈ il nostro ego a impedirci il grande amore, sono convinta che tutti Insegnante di italiano, donna dalle cento attività lo incontriamo ma che, e dalle mille energie. Moglie dello scrittore Piero in seguito, non tutti abbiamo la fortuna di Scanziani, si racconta parlando del grande amore riconoscerlo e riuscire e di come riuscire a restare “insieme insieme” a mantenerlo. Come ogni cosa non è facile, ne che amo. Amo molto anche ad accettarlo con Piero ci abbiamo messo la poesia e a volte la sera cerco cinque anni dal primo incontro, non due di scrivere ma non è facile, so giorni. Però da quel momento siamo stati, bene che la scrittura serale in come diceva anche lui, “insieme insieme”. genere non è di buona qualità Insieme insieme significa guardarsi negli ma non riesco a rinunciare al occhi e non vedere più “io” e non vedere più piacere di scrivere, anche dopo “tu”. Significa essere un solo “noi”.
Magì Scanziani
Vitae
uando mi sveglio al mattino, se posso, evito di buttarmi giù dal letto. Ho imparato con il tempo e grazie all’incontro che ha cambiato la mia vita, che la fretta appena svegli porta a vivere una giornata all’insegna dell’ansia. Cerco piuttosto di prendere un po’ di tempo per me stessa e con me stessa. Alcuni la chiamano meditazione, altri la possono chiamare preghiera, altri ancora semplicemente concentrazione interiore per non essere trascinati dagli eventi. Per me è molto importante cercare di conservare la posizione di testimone davanti ai fatti della vita, significa guardare il mondo con un certo distacco. Altrimenti le cose ci divorano, io lo so bene perché trascorro giornate piuttosto frenetiche. Insegno letteratura italiana al liceo di Mendrisio a tempo pieno, ho circa cento allievi con i quali ho un rapporto molto bello, ciò non toglie che l’insegnamento è un lavoro tremendamente impegnativo. Quando devi passare a qualcuno la tua esperienza culturale e di vita, se non adatti ciò che trasmetti alla persona a cui lo devi trasmettere, cade tutto nel vuoto. Non si può pensare all’insegnamento come a dei semplici concetti da imparare a memoria. È molto di più, si tratta di emozioni, sentimenti, scoperte. Insegni al meglio solo se riesci a toccare il cuore delle persone. È una cosa che avviene unicamente amando molto quello che fai, la Scuola non è qualcosa di lontano dalle persone, dalla gente. La Scuola siamo noi. La Scuola, la Chiesa, lo Stato, parliamo sempre in astratto, non ci mettiamo mai in gioco in prima persona e questo secondo me è un grave errore. La Scuola è fatta dalla gente, gli insegnanti da una parte e gli studenti dall’altra, il resto sono particolari burocratici che hanno la loro importanza perché un organismo deve poter funzionare bene ma non sono fondamentali. Il rapporto fondamentale è sempre e solo
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