Ticino7

Page 14

» testimonianza raccolta da Marco Jeitziner; fotografia di Reza Khatir

14

Edgardo Rossi

Vitae

eravamo arrivati con dieci secondi in meno di loro. Dieci secondi! A quei tempi, il peso del kart non contava. C’erano piloti di 50 chili che, anche se non erano granché, alla partenza ti “davano” già tre, quattro metri. Poi è arrivato il regolamento: pilota e kart dovevano pesare complessivamente 120 chili. Ma c’era sempre chi faceva il furbo: un ticinese attaccava al telaio delle padelle di piombo di più di 10 chili l’una. Oppure aveva due caschi uguali, ma in uno inseriva dei pesi. Alla pesatura indossava quello “truccato”, e poi quando correva metteva l’altro: ne ha vinte diverse La grande passione per i motori, il bri- di gare così… Ma anche con vido della velocità e le competizioni, le questi trucchi non era facile gare vinte e l’amicizia con altri campio- battermi! Se il kart aiutava con le ragazze? (ride, ndr.) Be’, ni. Una carriera breve ma intensa negli loro seguivano… anni Sessanta, fino al titolo di campione Quasi tutti i piloti a livello mondiale vengono dal kardel mondo di karting ting: Hakkinen, Senna, Hadi, ero già passato davanti. milton, Schumacher, Alonso, ecc. E come Fatto sta che ho vinto quel nella Formula Uno, quando si compete, mondiale, non la corsa, ma anche nel kart bisogna essere freddi. Per ai punti. Per vincere bisogna combattere la tensione, a quei tempi magari fare i furbi. Purtroppo poche si beveva qualche caffè in più ed eravamo a volte ho avuto la fortuna di posto così, ma a quei livelli non puoi confare il tempo migliore, pertrollarla. C’è chi è freddo, chi si emoziona ché non avevo mai il mezprima e chi, ed è peggio, durante la gara, e zo uguale agli altri, a parte questo non va bene... Cos’è cambiato oggi? l’anno del mondiale. Ricordo Tantissimo. Allora avevo 22 anni ed ero che a Düsseldorf avevo vinto tra i più giovani, oggi invece i ragazzini prima, seconda e terza mancominciano a 6 anni. Il kart ormai è una che, poi si ruppe il motore, macchina, potente, con tenuta di strada, ma arrivai comunque terzo. ma soprattutto eravamo tutti più o meno Un’altra volta, vicino a Pariamici. Ronnie Peterson, che ha vinto il gi, a 140 chilometri orari sul mondiale di Formula Uno e poi è deceduto a rettilineo prendo una curva Monza, era svedese, io ticinese... ma quando a destra, freno e perdo una ci trovavamo ci si abbracciava, anche se io ruota che non era stata stretnon parlavo inglese. Ero anche amico di ta bene: ho rotolato ma nulla Guido Sala, che è stato due volte mondiale. di grave. Andavamo in Germania, in Olanda, oppure In Ticino, invece, abbiamo coi ticinesi si andava a correre a Losanna cominciato nel 1962, quando o a Vevey, facendo il Sempione, dove si avevano appena costruito la pranzava e si stava tutti assieme. Già ai miei pista a Magadino. Già allotempi sono riusciti a fare andare un kart a ra, con la nazionale svizzera 214 chilometri orari! Oggi con uno da 100 composta da quattro ticinesi, cc che pesa 60-70 chili sono arrivati a oltre avevo una marcia in più. Una 270 km/h! volta abbiamo fatto una corsa Penso che ancora oggi il karting per i giovani in salita al Luzzone e c’era ragazzi sia sicuramente una scuola. Imparaanche Silvio Moser: noi coi no cosa significa guidare, dosare la velocità, kart, loro con le auto da Forquanto si può viaggiare per arrivare vicino a mula Uno. Ero salito veloce, una curva, come impostarla, come compornon so in quanto tempo. tarsi in caso di uscita di pista o di incidente. Anni dopo, ho poi saputo che Perché è questo guidare una macchina!

»

H

o sempre avuto la passione per i motori, già da ragazzino, quando al campo di calcio di Monte Carasso organizzavano delle corse di gimcana. Avevamo fatto anche una gara di stock-car, saldando delle putrelle davanti alle auto: averle ancora oggi, quelle auto varrebbero un milione, ma a quei tempi l’avevo pagata una miseria… Comunque, quando ero ragazzo i kart in Ticino non c’erano ancora: venivano dagli Stati Uniti e ricordo che il primo l’avevo comprato in Italia. La mia carriera è durata solo cinque anni: ho cominciato quando ne avevo 22 e verso i 27 ho smesso. La prima corsa l’ho fatta a Stans, all’aeroporto, arrivando secondo; dunque già un bel risultato, ma al terzo anno potevo già vincere il Mondiale a Milano. Naturalmente, ci vuole anche un po’ di fortuna, non dipende solo dal pilota ma anche dai mezzi, dai motori, ecc. Ho vinto diversi campionati ticinesi, il campionato svizzero, partecipando anche a diversi campionati europei a squadre e infine ho vinto un campionato del mondo. A quest’ultimo, ho partecipato quattro volte, a Roma nel 1964, poi in Germania, in Olanda e l’ultimo vincente a Montecarlo nel 1967. Avevo rischiato di non farcela: eravamo cinque piloti con cinque punti di differenza e bastava che qualcuno arrivasse davanti. Ma c’erano stati dei sabotaggi e il mio motore non andava. Così, capendo già un po’ di motori e di telai, dissi al meccanico che non avevo più bisogno di lui e ho fatto a modo mio. Siccome c’erano anche degli accordi con altre nazioni, che ti facevano vincere o che ti buttavano fuori, ho indossato la tuta di un altra squadra, poi ho cominciato a guadagnare, il motore andava bene, non era più il “cammello” di prima. Sorpassavo belgi e francesi, loro si chiedevano chi fossi, ma era troppo tar-


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.