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Musicista: una professione in crisi?

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Agorà

Il mestiere di musicista in ambito classico ha inizio con la formazione nei conservatori. Abbiamo incontrato i direttori delle due istituzioni di Lugano e di Como per avere un quadro delle offerte formative e delle problematiche ad esse legate ma soprattutto per conoscere gli sbocchi che il mercato offre oggi ai giovani musicisti

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on tutti leggono i quotidiani regolarmente, mentre quasi tutti ascoltano almeno una volta al giorno musica alla radio o alla televisione. Dallo studio compiuto nel 2008 dall’Ufficio federale di statistica (Ust) risulta che nel corso di un anno, globalmente, almeno un terzo della popolazione svizzera frequenta con una certa regolarità i concerti, indipendentemente dal genere musicale. All’interno di questo gruppo, con i dovuti distinguo per età, formazione, sesso e regione linguistica, il genere che richiama maggiore pubblico è quello della musica classica, i cui concerti sono seguiti da circa il 30% del totale. Sull’altro fronte, nel nostro paese ci sono circa mezzo milione di allievi che frequentano, professionalmente o in modo amatoriale, le scuole di musica. Eppure, nonostante l’ampia presenza della musica nella quotidianità di ognuno, i giovani musicisti, così come i meno giovani, affermano che trovare un’occupazione in questo settore risulta sempre più difficile. Quali complessità riserva oggi la professione del musicista in ambito classico? Ne abbiamo parlato con alcuni esperti, da anni in prima linea in questo settore formativo sia nel campo della didattica, sia come musicisti indipendenti attivi nella musica dal vivo. Benché impegnati in ruoli e in paesi diversi, sono unanimi nel riconoscere che oltre al talento e alla bravura, doti indispensabili, sono altresì necessarie per una buona riuscita professionale la flessibilità, la passione, la curiosità. Ma cosa offrono la formazione e la post-formazione a sostegno dell’inserimento nel mondo del lavoro? Lo abbiamo chiesto a Christoph Brenner, Direttore del Conservatorio della Svizzera italiana e a Bruno Raffaele Foti, Direttore del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Como.


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