Giovan Battista Moroni è un punto fermo della ritrattistica lombarda e non solo. Insuperato per saper rappresentare indimenticabili personaggi di una società di provincia nella quale si è calato ed è vissuto, egli trasmette attraverso la pittura una vicinanza al sentire umano che ci sorprende nella sua comunicativa.
La meditazione su Moroni ha indotto Piccoli a non sfidare la personalità del ritrattista, ma a evocare attraverso le immagini dei protagonisti della sua pittura, la memoria di quegli uomini e di quelle donne riproposti nelle stesse pose, ma rigorosamente senza volto. Da una posizione di rispetto e d’interesse per il passato, il pittore si pone in relazione con esso da un punto di osservazione contemporaneo: la nobiltà del nero, di cui Moroni è stato artista prodigioso, diviene per Piccoli, che padroneggia la
trasparenza con effetti raffinati ottenuti attraverso l’uso di garze che filtrano l’apparenza, il simulacro della ritrattistica moroniana.