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TERMINI
Termini. In una qualunque parte del pianeta si manifesta all’aperto, nella città, nel teatro del nostro vivere collettivo. A una data ora, in un dato spazio, accadono cose: vengono compiuti gesti, vengono prodotti suoni. C’è chi rientra a casa, chi esce per portare a spasso il cane, chi parla al telefono, chi osserva, chi arriva per la prima volta in una nuova città, chi corre per lasciarsela alle spalle, chi mangia, chi ascolta della musica, chi inciampa, chi aspetta… Lo spazio è aperto agli sguardi, è uno spazio comune. Al suo interno ogni cosa è parte di un processo. Al suo interno tutto è in continuo movimento.
Gli spazi antistanti la Stazione Termini ospitano un evento unico nel suo genere caratterizzato da una dimensione di totale prossimità e promiscuità con il tessuto degli eventi reali e da una forte interdisciplinarietà di linguaggi volta a restituire il racconto di ciò che esiste già. Un QR code che dà accesso a delle didascalie che de-scrivono la città direttamente davanti agli occhi di chi la abita. Una narrazione tanto invisibile quanto è invisibile quello che va a narrare, pur stando sotto gli occhi di tuttə. Una drammaturgia di eventi che dialoga con quello che c’è e che a esso si sovrappone delicatamente, così da aprire squarci di possibile, di eventuale, di fortuito, di desiderato o dimenticato in un luogo che ogni giorno viene attraversato distrattamente da una cittadinanza. Un macro-racconto di micro-azioni che rincorre e allarga il presente riscrivendo il reale a partire dal reale stesso e che permette al nostro sguardo addormentato di ri-appoggiarsi su quelle cose che ormai diamo per scontate sottolineandone sia la straordinarietà che l’assoluta normalità. Un confuire di momenti quotidiani e di momenti intercettati delle azioni performative di Giovanni Onorato, Gabriele Portoghese e Arianna Pozzoli, che si muovono leggère, senza palchi o luci, mescolandosi a tutte le persone che in quel momento attraversano lo spazio urbano ed entrando in dialogo con la drammaturgia esplosa e non lineare curata da Muta Imago, Daria Deforian e Antonio Tagliarini.
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Qualcosa sta accadendo veramente? Cosa è reale e cosa no?