iNBiCi magazine anno 6- n4 Aprile 2014

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115 Se invece vogliamo fare un lavoro più rapido, oppure il disco è particolarmente storto, allora utilizziamo la chiave regolabile.

3) Segniamo le zone fuori asse: con l’aiuto di un pennarello indelebile, segniamo sulla parte esterna le zone in cui il disco va a contatto con la pastiglia. Questo ci servirà per capire esattamente dove intervenire. Se il disco è storto a zig zag, consiglio di procedere segnando e raddrizzando prima da un lato, poi dall’altro, oppure usare pennarelli di colori diversi per individuare le zone storte internamente ed esternamente.

4) Raddrizzatura: bene, questa è la parte più delicata… Innanzitutto dobbiamo decidere che strumento utilizzare. Se il disco è poco storto o non abbiamo particolare esperienza e manualità, è meglio usare le mani.

Quando si utilizza la chiave regolabile è molto importante aprirla e la chiuderla ogni volta che la si mette o la si toglie dal disco. Questo da un lato evita che la chiave righi la pista frenante, dall’altro garantisce che quando si interviene per raddrizzare il disco, la chiave sia perfettamente a contatto la superficie, evitando spiacevoli incisioni. Come già detto in precedenza, i dischi sono molto elastici. Questo significa che se noi li riportiamo semplicemente in asse, questi ritorneranno esattamente nella posizione iniziale e non otterremo alcun risultato. Per produrre una deformazione plastica (permanente) dobbiamo andare ben oltre la posizione centrale, in modo che poi il disco, tornando verso la posizione originale, rimanga perfettamente centrato. La difficoltà è proprio riuscire a deformare adeguatamente il disco in maniera che poi, dopo il ritorno elastico, rimanga centrato. Per fare questo è estremamente importante procedere per gradi e con pazienza, in modo da evitare di storcere il disco dalla parte opposta. Procediamo quindi come segue: • Fissiamo l’attrezzo (nel nostro caso la chiave regolabile) o impugniamo saldamente il disco con le mani. • Deformiamo il disco, con un movimento netto e deciso ma non troppo forte, cercando di sentire quando il materiale arriva a deformarsi plasticamente. Non esageriamo nella deformazione: è sempre meglio essere prudenti e al limite ripetere l’operazione qualche volta. • Rimuoviamo l’attrezzo o le dita e controlliamo il risultato ottenuto facendo girare la ruota. Il nostro riferimento per identificare le zone fuori asse sono sempre la pinza e le pastiglie. • Se il disco risulta ancora storto, ripetiamo l’operazione da capo. Nel caso il disco sia storto in più zone, procedere su ogni singola parte fino a che il disco non è tornato dritto. Solo a quel punto si passa alla parte successiva. Per quanta pazienza uno possa metterci, è comunque praticamente impossibile ottenere un disco perfettamente dritto. Ci dobbiamo accontentare che il disco non strisci tra le pastiglie e giri liberamente: si tratta comunque già di un ottimo risultato. 5) Controllo finale: controlliamo, facendo girare la ruota, che il disco sia dritto e che non strisci sulle pastiglie. Se ci fossero ancora delle zone di contatto, puliamo i segni dell’indelebile con alcool e ripartiamo dal punto 2.

Impugniamo il disco come nella foto, utilizzando però entrambe le mani per fare più forza. Contrapponendo il movimento dei pollici e delle altre dita, possiamo raddrizzare il disco piegandolo all’interno o all’esterno.

6) Pulizia finale: con l’alcool isopropilico o il brake cleaner e lo straccio, puliamo la superficie del disco e rimuoviamo eventuali segni del pennarello indelebile. Il nostro disco è ora di nuovo dritto e possiamo finalmente uscire in bici senza quel fastidioso rumore di strisciamento metallico!


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