iNBiCi magazine anno 9 – 01 Gennaio/Febbraio 2017

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Chi è Fabio Panchetti Giornalista Sportivo e Telecronista per il Ciclismo di Eurosport

Andrea Noè

A cura di Fabio Panchetti

Andrea Noè è stato uno dei gregari più preziosi del ciclismo italiano. Generoso, ostinato e tattico, storia di un luogotenente che, dalle retrovie, ha deciso molte corse: “Chi vince il prossimo Giro? Aru o Nibali, per me fa lo stesso…”

squadra ha uno staff preposto. I miei sono soprattutto consigli psicologici, far capire quanto sia bello ma quanto allo stesso tempo possa essere duro, brutto, questo lavoro. In una grossa squadra la figura del gregario, o luogotenente come si dice oggi, è importante. Anche di riferimento per il leader. Un gregario può anche decidere una grande corsa, dando il consiglio tattico giusto, nel momento giusto, al suo leader. Vero che abbiamo le radioline, ma capiterà sempre di dover talvolta cambiare le tattiche in corsa”. A te chi li ha dati i buoni consigli? Tante persone, penso a quando sono passato pro in Mapei. Grandi campioni da cui imparare e una persona eccezionale come Aldo Sassi. Ma i primi buoni, fondamentali consigli li devo a Walter Pollini, ai tempi della Mecair. Li ho sempre portati con me”. Il peggior difetto di Vincenzo Nibali e la sua più grande qualità? “L’ho conosciuto da giovane, ci misero in

La copertina del libro “Una vita da gregario”

camera insieme e non è più successo. Russava, ecco il suo peggior difetto, nessun dubbio. Ha tante qualità, quella che preferisco è il suo essere corridore di vecchio stampo. Una stagione si programma, ma quando si è in corsa bisogna esser pronti, come dicevo già prima, a cambiare atteggiamento, a fare mosse diverse da quelle decise al mattino. Vincenzo lo fa spesso. Qualche volta gli va pure male, gli è successo anche all’ultimo Giro, a Roccaraso, quando trovò il vento contro e lo ripresero. Altre volte però gli va bene, una su tutte il Giro di Lombardia che ha vinto sorprendendo gli avversari, che non s’aspettavano quell’attacco vincente”.

Chi vince il prossimo Giro d’Italia: Nibali o Aru? “Bella domanda. Risposta facile. E’ un Giro speciale, il numero 100. Deve vincerlo un italiano e questo mi basterebbe. Sarei contento che fosse Nibali, Aru o chi altro, basta che sia uno dei nostri. Il percorso è bellissimo. E in fondo omaggia sia la terra di Nibali che quella di Aru”. Un aggettivo per il Noè corridore? “Generoso. Molte volte potevo dire la mia, ma non l’ho fatto. Il mio compito era stare al fianco dei capitani e lavorare per loro. L’ho fatto per tanti anni e spero nel miglior modo possibile”


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