"in Aspromonte" numero 2

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Vallata del Gallico

inAspromonte Ottobre 2013

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LA CARTIERA RACCONTA...

A pugni con la storia

L’anacronismo di una scelta, condannata da dieci anni di sviluppo consapevole, che si vorrebbe riproporre di Maurizio Malaspina

C

he a distanza di dieci anni dai giorni di lotta si torni a parlare della costruzione di un impianto di rifiuti in Contrada Cartiera è, prima ancora che una scelta sbagliata, un’eresia, qualcosa di completamente fuori dalla storia. La lotta fu, infatti, tanto grande e tanto giusta da tradursi in un processo di valorizzazione che ha coinvolto negli anni l’intera Vallata del Gallico, diventando un modello virtuoso e meritando uno spazio importante su un giornale come questo che parla di Aspromonte, ma al contempo di paesaggio, di voglia di riscatto, di valorizzazione delle risorse, di persone e comunità temprate da secoli di ingiustizie. Che il sito di Contrada Cartiera, prossimo a quello che si vorrebbe chiudere per i problemi legati al dissesto idrogeologico della zona dell'alveo del Gallico, con problematiche ancora più gravi per certi versi del sito che attualmente ospita l'impianto di Sam-

batello, non sia idoneo a ricevere impianti per il trattamento rifiuti è stato sancito da almeno una decina di organi istituzionali e scientifici [...].

non certo di chiusura, il che dà certezza che non ci sia rischio alcuno di perdita di lavoro ed attività per i dipendenti di Sambatello.

IL PRIMO ACCENNO relativo ad un ritorno di fiamma per Contrada Cartiera riprendeva le linee guida del Piano rifiuti che la Regione Calabria sta predisponendo. In quel documento si parla di delocalizzazione dell’impianto oggi esistente a Sambatello, cento metri più a monte di località Cartiera. Dietro il rischio di una chiusura di Sambatello, i lavoratori, accompagnati dai sindacati, avrebbero proposto all’Assessore regionale Pugliano che questo venisse spostato cento metri più in basso, in quel sito passato alla Regione Calabria con la fine del commissariamento dell’emergenza ambientale. Ora, nel rispetto assoluto delle esigenze occupazionali che devono essere tutelate, i recenti provvedimenti regionali parlano di esigenza di delocalizzazione

IN UN SECONDO momento, a seguito di un sopralluogo dell’Assessore Pugliano, fu presentata alla stampa una nuova posizione, ovvero l’esistenza di un’opzione che vorrebbe l’ammodernamento del sito esistente come alternativa alla costruzione di un nuovo impianto a Contrada Cartiera. Certo ha sorpreso non poco leggere che questa scelta sarebbe subordinata esclusivamente a “valutazioni di natura tecnico-economica”, in quanto vorrebbe dire continuare a localizzare industrie insalubri in Calabria senza valutazioni di carattere ambientale, idrogeologico, paesaggistico, storico-culturale, senza il parere dei cittadini e soprattutto senza la valutazione comparativa tra più alternative, come la prassi vuole nel caso di impianti di questa natura. Non è certo sufficiente una valutazione esclusivamente “tecnico-economica” per scegliere un sito su cui localizzare un impianto che dovrebbe trattare centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti (parliamo di spazzatura, non di barbabietole), bensì dovrebbero essere messe in campo analisi e valutazioni ben più ampie, complesse e probabilmente diseconomiche. E questo dovrebbe di per se incidere nelle scelte.

SUPPOniamo che ... vivendo, in migliaia, in un ambiente fatato, fra lo Jonio l'Aspromonte e Pentedattilo, vi proponessero di barattare il vostro paradiso per un centinaio di posti di lavoro, e un po' di tumori al seguito, costruendovi una centrale a carbone, come la prendereste?

ORA, PRENDENDO atto della nuova posizione, e ammettendo di voler discettare su questa, facendo finta che prima si sia scherzato o che quanto detto non sia realmente presente in un do-

Nella foto l’impianto per lo smaltimento dei rifiuti di Sambatello cumento di indirizzo (a proposito, non si dovrebbe approvare il nuovo piano rifiuti prima di annunciare la costruzione di un impianto?), non dovrebbe esserci storia nella valutazione di convenienza tra le due alternative, ovvero tra compromettere un nuovo sito dalle importanti valenze ambientali e storico-culturali, un sito che non risolve alcuno dei problemi che si vorrebbe risolvere con l’intera operazione (dissesto idrogeologico, etc) che si sta mettendo in piedi, e intervenire e sanare con interventi di ammodernamento una situazione che investe un sito già da tempo compromesso. LA CHIUSURA DI Sambatello, oltre a determinare la costruzione di un nuovo impianto, vorrebbe dire smantellare il vecchio sito, bonificarlo e risanarlo per riconsegnarlo alla collettività nella sua conformazione originaria, con enorme dispendio economico e di risorse. Nella convinzione che la Regione oggi sia un interlocutore più credibile e consapevole dell’Ufficio del Commissario, si è certi invece che il buon senso prevarrà e si opterà per soluzioni coerenti con le posizioni da tutti espresse sulla vicenda. Si cominci a lavorare, invece, affinché località Cartiera diventi una grande opportunità per il territo-

rio. Ora che il sito è passato alla Regione, si cominci a pensare ad un progetto di valorizzazione orientato alla vocazione rurale e paesaggistica, un sito al servizio della cultivar belladonna di Villa San Giuseppe (produzione di eccellenza per l’intera Regione Calabria riconosciuta dal marchio DECO comunale), un centro sperimentale che coinvolga il territorio, l’università, i dipartimenti Ambiente ed Agricoltura della Regione, con un ecomercato sulle produzioni di qualità della Vallata del Gallico. RECUPERIAMO I mulini della Cartiera e orientiamo questa componente del sito alle visite guidate e al turismo didattico nella Vallata; inseriamo la Cartiera in circuiti di fruizione turistica e in un sistema produttivo virtuoso. Fino a qualche mese mancavano gli interlocutori a cui rivolgersi per proporre tutto questo, perché quel sito era dell’Ufficio del Commissario all’emergenza ambientale e non poteva essere distolto da quella funzione. Oggi quell’area è della Regione Calabria, un interlocutore che può farsi promotore di uno dei più importanti processi di valorizzazione che si siano mai registrati dalle nostre parti. Nel decennale di quella lotta, non si perda quindi questa occasione.


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