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L E G G E R E

A Alessandro DI CARO Falce, martello e Nike F Edizioni Goliardiche, 2007 E iisbn 978-88-7873-066-3, pp. 102, € 14,80

a cura di Marco Massimiliani

Edizioni Goliardiche

L comunicazione e l’immagine dominano ogni I libri delle Edizioni Goliardiche La aaspetto della vita contemporanea, specialmen- li puoi trovare presso: tte nel mondo occidentale ed in quello occiden- › Libreria Voltapagina ttalizzato. A tale situazione, non può ovviamente via G. Mazzini 6, Gorizia ssottrarsi la politica, in cui è ogni giorno più evi› Libreria Rinascita dente la preponderanza dell’esteriorità a discapid viale San Marco 29, Monfalcone tto del pensiero e dei valori, oggi confinati ai mar› Libreria Rebus gini della scena pubblica. Alessandro Di Caro, dog via G. Matteotti 49, Cormons ccente presso la Facoltà di Sociologia dell’Universittà “Carlo Bo” di Urbino, rivede ed aggiorna qui le › Libreria Goliardica via F. Severo 147, Trieste ttesi presenti nel suo precedente saggio, “I colorri della politica” (Ed. Goliardiche, 2002), proponendosi di analizzare il significato antropologico e sociologico dei simboli politici e partitici, sintesi estrema di questo processo comunicativo, del dominio dell’immagine sulla parola. Ne studia pertanto la genesi, l’evoluzione storica e, soprattutto, l’impatto che hanno (o che dovrebbero avere) sulla popolazione, oggi costretta in un clima di perenne campagna elettorale. Lo dimostrano gli eventi degli ultimi mesi, durante i quali nuovi partiti, nuovi simboli e nuovi slogan sono nati per cercare di rinverdire l’immagine della politica e riavvicinare ad essa la gente comune. È il dominio dell’immagine sui contenuti. Ebbene, da queste attente osservazioni emerge, quasi spontaneo, il paragone tra questi simboli “pubblici” e quelli commerciali. Dietro ad entrambi vi sono profonde analisi dei colori, delle immagini e delle parole, studi di marketing e di comunicazione pubblicitaria. Da qui il titolo, volutamente provocatorio, in cui il simbolo politico più conosciuto al mondo viene accostato al logo di una delle aziende più note a livello globale, protagonista di ogni interruzione pubblicitaria sugli schermi delle nostre televisioni e di migliaia di cartelloni ed insegne luminose lungo le nostre strade. Un paragone semplicissimo che mette a nudo il lato commerciale ed esteriore dell’odierna arena politica, svelandone i principi comunicativi che la guidano.

Questo libro è il frutto di un ampio lavoro di ricerca coordinato dai due autori, Enzo Kermol e Francesco Pira, all’epoca entrambi docenti presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Trieste, dove il primo, psicologo sociale, insegna tuttora e dirige inoltre il Corso di perfezionamento in Comunicazione pubblica e d’impresa, mentre il secondo, giornalista professionista e sociologo, lavora ora presso il Corso di Laurea in Relazioni Pubbliche dell’Università di Udine e presso il Master in Comunicazione Pubblica e Politica dell’Università di Pisa ed il Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi di Milano. Il libro, tuttora di fortissima attualità, non si propone di studiare esternamente il rapporto tra i bambini e la televisione e, così facendo, di rinvigorire le ormai classiche polemiche sulle fasce protette, sulla violenza e sul sesso

Enzo KERMOL, Francesco PIRA Bambini mai soli davanti alla tv Edizioni Goliardiche, 1999 isbn 88-86573-51-0

imperanti nei palinsesti televisivi o, ancora, sul ruolo di baby-sitter che il piccolo schermo ha assunto sempre più negli ultimi decenni. Il libro, al contrario, vuole illustrare questo rapporto dall’interno, dando la parola ai bambini per capire cosa guardano e perché la guardano. A tal fine sono stati creati dei questionari per indagare in primo luogo il grado di fruizione del mezzo televisivo da parte dei bambini intervistati e, successivamente, per stabilirne l’incidenza sulla loro personalità, ed in particolar modo sull’eventuale aggres-

sività. Tutto questo senza tralasciare, ovviamente, l’ambiente familiare e sociale in cui vivono questi bambini. Ne emerge che i bambini si avvicinano alla televisione con curiosità, ma che questa, spesso, resta tale, perché nessuno spiega loro quello che vedono, perché né la scuola, né la famiglia li aiuta a capire come si può scoprire il mondo attraverso la scatola catodica. Per tal motivo gli autori precisano come questo lavoro non miri a demonizzare la televisione, ma, piuttosto, nasca “per lanciare un nuovo appello ai genitori: «Guardate la Tv insieme ai vostri figli». Non occorre sedersi accanto. Parlate con loro di tutti i programmi, discutete dei temi proposti, invitateli ad esprimere le loro opinioni, ma non lasciateli mai soli”.

L’INFORMAFREEMAGAZINE

| gennaio-febbraio 2008 | 53


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