Terra e Tradizione - Dicembre 2019

Casa Editrice iM.coM. sas - ALBA (CN) - www.im-com.it - www.terraetradizione.com - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale Aut. n° NO 1900 del 10.12.2010 – Periodico ROC - N.6 DICEMBRE. 2019

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Ne ha fatta di “strada” la pizzeria “La Rosa blu” e i suoi gestori Roberto e Loredana, che nel 2007 hanno iniziato l'attività nel centro di San Martino Alfieri; una “strada” che ha comunque seguito una linea precisa fin dal principio: la ricerca della qualità dei prodotti e della migliore proposta ai clienti.

Il percorso ha portato oggi all'offerta di pizze di tutti i generi e di varie dimensioni, oltre ai piatti di una cucina ad elevato livello qualitativo, sempre e comunque con l’utilizzo di prodotti locali e di stagione. Da subito, le pizze de “La Rosa blu” si sono caratterizzate per le loro generose dimensioni e per i ricchi condimenti di ottima qualità, basti fare l’esempio della pizza al prosciutto, che può contenere fino a due etti di prosciutto oltre agli altri ingredienti, una pizza grande con i bordi che escono dal piatto e un impasto sottile e croccante, cotto nel forno a legna alla temperatura di 320°, quindi molto digeribile, un piatto che soddisfa il cliente dal punto di vista del gusto, ma anche della vista.

Questo, è sempre stato il marchio di fabbrica de “La Rosa blu”.

Strada facendo, l'offerta è inevitabilmente migliorata e oltre alle pizze di grandi dimensioni che la clientela, da sempre premia, abbiamo affiancato pizze di dimensioni più contenute, per soddisfare tutte le esigenze. «In questo modo racconta Roberto – possiamo accontentare anche chi non desidera mangiare molto, penso alle persone anziane o ai bambini, oppure anche a chi vuole spendere un po' meno. Non sono più costretti a prendere una pizza per poi lasciarne parte nel piatto perché troppo abbondante. Oggi proponiamo appunto tre tipologie: quella piccola, quella normale ed infine quella grande che corrisponde al formato con cui abbiamo cominciato e che si riconferma sempre vincente».

Con queste soluzioni, Roberto e Loredana hanno ottenuto un altro importante risultato, la diminu-

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zione notevole di scarti e dunque di rifiuti: «Con l'introduzione dei nuovi formati, la quantità di rifiuti è drasticamente diminuita, questo rappresenta per tutti un risparmio, ma anche un comportamento virtuoso, visto che la riduzione di rifiuti corrisponde a una maggiore tutela per l'ambiente».

A questo si aggiunge anche la scelta di eliminare dalla cucina i prodotti in scatola, ovvero sughi e altri generi alimentari conservati: col passare del tempo i piatti proposti sono tutti realizzati con condimenti freschi e di stagione. Anche i dolci sono prodotti da noi. Tutto questo rende la cucina genuina e di assoluta qualità, anche perché le materie prime che utilizziamo, derivano dal territorio, compresi i vini, tutti provenienti da aziende vitivinicole della zona, tra cui anche quello imbottigliato nell'azienda agricola di famiglia “Vallatalfieri”.

Tutto viene preparato sul momento, dagli antipasti al pesce, che arriva fresco ogni settimana. La carne proviene da una macelleria del territorio, da vitelli nostrani, così come la salsiccia di Bra, certificata.

Anche la pasta viene realizzata in casa, e quando invece viene acquistata già preparata, comunque è frutto del lavoro di un'azienda locale. «Negli anni abbiamo alzato sempre di più l'asticella della qualità, per non scontrarci con la battaglia dei prezzi, che propone il ribasso maggiore, non rispettando la qualità! Puntiamo ad una clientela qualificata ed esigente, sempre più attenta alla selezione delle materie prime» dice Loredana.

La cucina, al di fuori delle proposte di pizze, ha subito un'evoluzione. Progressivamente il numero di piatti è diminuito dando spazio alla cura nella preparazione e alla stagionalità: «Rispetto a prima, proponiamo un numero minore di piatti ai nostri clienti, ma estremamente curati nella preparazione. Tutte le portate sono sempre di stagione e c'è sempre una chicca inaspettata, dedicata

ai nostri clienti. Una proposta creativa capace di stuzzicare il palato» continua Loredana.

Recentemente la pizzeria ha rinnovato anche la sua immagine con un logo differente dalla vecchia rosa di colore blu, che accompagnava il nome.

Il nuovo simbolo ha comunque un significato preciso. Le tre spighe di grano rappresentano la famiglia dei gestori, Loredana, Roberto e il figlio Mattia, che attualmente sta studiando per lavorare nel mondo della ristorazione. In futuro potrebbe raccogliere l'eredità dei genitori o seguire un suo percorso. «Quelle tre spighe rappresentano la nostra famiglia, grazie alla quale esiste la nostra pizzeria. Dunque un insieme di valori da cui nasce il nostro lavoro e la nostra passione. Anche lo slogan: “Agripizza e agricucina in collina”, richiama la nostra ricerca di una cucina strettamente legata al nostro territorio. Da noi non c'è il servizio Wi-fi per stimolare i commensali alla convivialità e alla vera socialità, simboleggiata dallo stesso saluto con cui accogliamo chi entra. All'ingresso un cartello accoglie tutti con “Ciao nè” espressione al contempo familiare e ossequiosa» dicono i due gestori. Queste novità si sono anche accompagnate ad una ristrutturazione interna che ha rinnovato gli spazi. Il progetto intende ricreare un ambiente familiare con materiali caldi e naturali come il legno lavorato, colore che richiama la terra. È la tonalità dell'argilla ad accogliere gli avventori, è stata tolta la televisione e ad accompagnare il pasto c'è una leggera musica soft, non impegnativa. Per un rinnovamente totale, occorrerà fare ancora alcuni lavori all'esterno, oltre a quelli già eseguiti, che sono stati rimandati alla bella stagione. Un passo alla volta, la pizzeria “La Rosa blu”, cresce nelle proposte dedicate ai suoi clienti, valorizzando la qualità su cui ha puntato fin dal principio, per conquistare il proprio spazio nella ristorazione sulle nostre colline.

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CREDITS

codice ISSN 2612-2359

Sede legale, Redazione, Pubblicità, Direzione, Progetto grafico, Pubbliche relazioni, Art Director, Proprietà artistica riservata:

Direttore responsabile: Livio Oggero Caporedattore: Diego De Finis Testi: Livio Oggero, Diego De Finis, Cesare Torta, Daniela Prevignano, Laura Icardi, Rebecca Cortese, Venti Luana, Riccardo Scanavino

Foto: Davide Papalini, Diego De Finis, Beppe Malò, Davide Gonella, Elena Chukovskaya da Pixabay, Giampiero Fanelli, Cristiano Porelli, Associazione Culturale Torre Del Conte Paolo Ballada Di Saint Robert , Enrico Chiavassa, Arne List, Gianfilippo Masserano, Cinzia Sandri, Comune di Bra, Archivio www.presepiingranda.it, Iat Nizza Monferrato, Pro loco Castello di Dogliani, Capitanomonti, Le Notti della Natività – Alba, Archivio Oro Incenso Mirra (www.presepinelmonferrato.it), Comune di Castagnole Lanze, Vallauri Ufficio Stampa Provincia di Cuneo

SOMMARIO • Ci siamo...è Natale • (A cura di L. Oggero) • Esiste una filosofia dell’amore (A cura di Diego De Finis) • Arrivano nuove forme di lotta politica (A cura di Cesare Torta) • I limiti della Somministrazione di lavoro (A cura di Daniela Prevignano) • Doposcuola AdMaiora (A cura di Venti Luana) • L’orto è sicuro dai pesticidi?

(A cura di Laura Icardi)

TERRITORIO • • • •

Speciale Associazioni Asti, meno plastica a Natale La Provincia di Alba chiede fondi per scuole e strade Il Carnevale di Mondovì

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Simona Colonna, in giro per il mondo con la mia terra nel cuore

Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dell’autore e non necessariamente quello dell’editore La redazione non si assume responsabilità per variazioni di date, orari e luoghi delle manifestazioni, e ringrazia tutte le Amministrazioni Comunali, gli Enti e le Associazioni di categoria, per la gentile collaborazione.

Dichiarazione di riservatezza Tutti i dati sensibili dei nostri clienti e/o lettori, il materiale e le informazioni, di cui la redazione venga a conoscenza, sono custoditi con la massima riservatezza, non diffusi a terzi per altri fini, nemmeno parzialmente, custoditi in modo appropriato, ed utilizzati unicamente dalla redazione iM.coM. per il proprio elaborato. Inoltre, chiunque non desiderasse più ricevere la rivista, deve semplicemente comunicarlo tramite mail: im-com@libero.it

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Natale sulle colline di Langhe Roero Monferrato

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editoriale

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Evviva il Natale Il Direttore Livio Oggero

Tutto vola via tra brivido, equilibrio e follia E siamo di nuovo a Natale. Questa frase mi sembra di averla detta solo ieri. Facciamo ieri l’altro, forse, perché è passato un anno (un anno!), ma il tempo lo ha reso un battito di ciglia.

E’ proprio così, perché la vita è “come un brivido che vola via”, come dice Vasco Rossi, “è tutto un equilibrio sopra la follia”.

Natale, brivido, equilibrio, follia, che cosa hanno in comune? Sembrano esprimere sentimenti e sensazioni, stati d’animo e di carattere opposti tra loro. Credo che non sia proprio così.

Il Natale, ed il periodo di preparazione che lo anticipa, creano una situazione psicofisica che racchiude in sé brivido, equilibrio e follia.

Credo che possa essere visto come un momento dell’anno a sé, che ognuno di noi vive in modo particolare, un modo tutto proprio, in cui molte cose si intrecciano.

Iniziamo dai brividi: alzi la mano chi non ha mai avuto i brividi fisici lungo la schiena o i brividi mentali provocati dalla magia del Natale, osservando magari le luci di un enorme Albero di Natale in una piazza, o contemplando il Presepe in una Chiesa.

Credo che poche siano le persone immuni da questa pandemìa positiva che “ci rende tutti più buoni” (se questo stato d’animo durasse di più durante l’anno... ma è un altro discorso…).

Equilibrio: non vi è mai capitato di sentirvi migliori, soprattutto durante le Festività? Trovare un equilibrio nella propria vita non è facile, e purtroppo il Natale non è la medicina contro tutti i mali del mondo, ma può aiutare a fermarsi, a riflettere, a sentirsi migliori. A raggiungere quell’equilibrio, anche provvisorio, che può stimolarci ad affrontare meglio l’anno nuovo.

E la follia? La follia c’è, sempre. Anche nel periodo del Natale, e si esprime nella frenetica ricerca del regalo perfetto, nella corsa alla preparazione della Festa, nel sentirsi quasi obbligati a dimostrare che anche il percorso natalizio deve essere vissuto al massimo, bombardati da stimoli esterni che ormai segnano la nostra società.

Quindi alla fine che cosa è il Natale? Il Natale, secondo il mio parere, è un periodo fantastico dell’anno, in cui tutto si riassume, in cui brivido, equilibrio e follia si uniscono: sta a noi saperli mixare nel modo giusto e trasformarli in una ricetta che, nonostante tutto quello che la vita ci riserva, possa portare a creare un piatto perfetto, o quasi, per prepararci al 2020 nel modo giusto.

Vi lascio una riflessione: è una poesia sul Natale di Umberto Saba, in cui speranza e timore si uniscono.

Ah, Buon Natale e Buon Anno! Quasi mi stavo dimenticando…

Nella Notte di Natale di Umberto Saba Nella notte di Natale.

Io scrivo nella mia dolce stanzetta, d’una candela al tenue chiarore, ed una forza indomita d’amore muove la stanca mano che si affretta.

Come debole e dolce il suon dell’ore!

Forse il bene invocato oggi m’aspetta.

Una serenità quasi perfetta calma i battiti ardenti del mio cuore.

Notte fredda e stellata di Natale, sai tu dirmi la fonte onde zampilla Improvvisa la mia speranza buona?

E’ forse il sogno di Gesù che brilla nell’anima dolente ed immortale del giovane che ama, che perdona?

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editoriale

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Esiste una filosofia dell’amore?

Il Caporedattore Diego De Finis

Il grande sforzo per dare senso a uno dei sentimenti più irrazionali Si può fare un ragionamento filosofico sull’amore?

Intendo proprio l’amore erotico quello fra uomo e donna (o fra uomo e uomo o donna e donna a seconda dei gusti), quello raccontato da tanti romanzi, poesie, racconti, quello che porta alla nascita di una famiglia. La risposta è ambigua, come lo è tutto l’argomento peraltro. Il filosofo come ben sappiamo cerca di comprendere la realtà con la ragione, ma l’amore è forse uno dei campi più irrazionali su cui indagare, come può essere possibile dunque una teoria filosofica su di esso? Eppure al contempo si tratta di uno dei sentimenti più universali che attraversa il genere umano, chi non ha provato amore nella sua vita? Questi caratteri hanno generato un rapporto ambiguo del filosofo verso l’amore, un’attenzione periferica, vari autori ne hanno parlato, tenendolo però ai margini del discorso. In fondo l’amore è una questione privata, come se ne può fare un ragionamento pubblico? L’amore è al centro di una delle opere più belle di Platone, il Simposio. Ma è un’opera anomala, un dialogo in cui il solito protagonista, Socrate, esprime solo una delle varie opinioni e se non fosse per l’irruzione a un certo punto di Alcibiade nel banchetto non saremmo poi così certi che sia la sua la tesi corretta. Comunque Platone, stando alle parole del Socrate del Simposio, aveva un’opinione molto alta dell’amore. Per lui si trattava del primo passo del filosofo verso la conoscenza. L’amore è la pulsione erotica verso il bello, di cui l’innamorato è privo, così la filosofia è la pulsione verso la conoscenza di cui appunto il filosofo è privo e che vuole raggiungere. Platone ha offerto dell’amore erotico forse l’immagine più bella dipinta da un filosofo. Quelle successive invece sono state un più problematiche e pessimistiche. Forse il filosofo che ha espresso una delle teorie più organizzate e raffinate sull’amore è stato Arthur Schopenhauer, che lo ha iscritto nel suo sistema pessimistico sul mondo e sull’umanità.

Per comprenderlo dobbiamo dunque, molto velocemente, illustrare la teoria generale. Il filosofo tedesco del XIX secolo era convinto che la vita umana fosse caratterizzata dall’infelicità. Questo perché

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ognuno possiede una volontà di vivere, che si estrinseca in desideri. Questi non possono mai essere del tutto soddisfatti e lo distanza fra volontà e ciò che effettivamente si può ottenere crea un’infelicità impossibile da estirpare. Questo in parole molto povere e brutali. L’amore che provano gli esseri umani non è altro, secondo il tedesco, che lo stratagemma escogitato dalla natura perché la specie possa continuare a esistere. Va notato che il filosofo non parla della pulsione sessuale, che ovviamente è un’istinto che ci spinge a procreare nuovi esseri umani, quanto proprio dell’amore affettivo che spinge uomo e donna a creare delle coppie stabili che siano poi il luogo in cui i figli non solo nascano ma crescano, insomma a dare vita alle famiglie. Tuttavia quella pulsione privata e iniziale dell’innamoramento finisce poi per scontrarsi con l’insoddisfazione perenne del contrasto fra desiderio dell’individuo e esigenze della specie umana. Una visione simile apparteneva a Giuseppe Rensi, filosofo italiano vissuto nella prima metà del Novecento. Poco noto, ha avuto una vita bizzarra.

Le sue teorie filosofiche si sono evolute verso un irrazionalismo che riteneva impossibile una conciliazione fra i punti di vista degli esseri umani e dunque inevitabile il conflitto, sicuramente politico, ma non solo quello. Fra uomo e donna, sosteneva Rensi, è impossibile che ci sia un rapporto armonico poiché hanno due concezioni troppo differenti del rapporto amoroso, sopratutto in campo sessuale. Questo, non può che portare al conflitto e certamente non alla felicità. Rensi. Forse per avere un’immagine precisa del rapporto fra filosofo e amorae dobbiamo fare qualche passo indietro nel tempo rispetto a Rensi.

Tornare all’Ottocento e al danese Søren Kierkegaard. Questi all’età di 27 anni si fidanzò con Regine Olsen, che aveva 18 anni, si amavano entrambi, ma dopo un anno lui decise di rompere il fidanzamento, nonostante la disperazione di lei. Una parte delle opere del filosofo danese sono stati anche scritti per apparire spregevole agli occhi della ragazza, fra cui il “Diario del seduttore” che gli garantì un certo successo letterario. Il motivo di questa drastica e per certi versi assurda scelta è e resterà inspiegabile, visto che il filosofo ha a tutti gli effetti continuato ad amare Regine. Ci sono varie teorie sulla sua scelta, dal suo rigore cristiano al tormento per un’oscura maledizione attribuita alla sua famiglia e a suo padre. Oppure ha cercato di evitare la delusione che quasi sempre segue l’innamoramento, lasciando la sua Regine sul piedistallo dell’idealizzazione amorosa. Ma se davvero fosse così, non si è comunque inflitto una forma di sofferenza, anche se diversa da quella della delusione amorosa?

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Tempo di sardine A cura del sociologo Cesare Torta

Partiti e sindacati in disarmo, nascono nuove forme di lotta politica In attesa che nascano e si facciano strada nuovi pensatori che siano in grado di indicarci nuove strade, nuove idee per affrontare i grandi nodi della società contemporanea, dobbiamo accontentarci delle sardine e dei gattini, prontamente chiamati per combattere un pericoloso fenomeno che incominciava ad allargarsi a macchia d’olio in tutta Italia.

Un distinguo, però, è d’obbligo. Il movimento spontaneo delle sardine qualche idea e qualche obiettivo politico, fosse anche solo quello di ribellarsi alla dilagante tendenza populista, ha dimostrato di averli, mentre i gattini si sono limitati al compito di mangiarsi le sardine con il solito meccanismo mentale per cui distruggendo l’avversario si distruggono anche le sue idee.

Oltre alle battute sarcastiche che sono state elaborate in pochi giorni dai “guru” dell’informazione di propaganda partigiana su tutti i social, molti si sono anche espressi con ragionamenti più strutturati come quello della mancanza di proposte concrete alternative a quelle sostenute dagli avversari e qualche ragione ci sarà pure.

Abbiamo tollerato e fatto nostre scempiaggini di ogni risma, hanno trovato adepti i “terrapiattisti”, i rivelatori delle scie chimiche degli aerei, quelli che sostenevano la pericolosità dei vaccini e quelli che dichiaravano che i porti erano chiusi.

Possiamo avere la pazienza di ascoltare quello che hanno da dire questi giovani che, tra l’altro sembra che abbiano anche superato qualche corso di studi e si esprimono in modo civile?

Sono convinto che più nessuno si aspetti che le soluzioni geniali e le idee vincenti possano venir fuori dalle scuole di politica di questo o quel partito o movimento politico attualmente attivo e con i più alti livelli di consenso elettorale. I leader di

queste organizzazioni si sono rivelati bravissimi nella gestione del potere tramite scissioni, alleanze contro natura, tradimenti a sorpresa… Tutto, tranne che nel faticoso compito della costruzione dei muri di una casa ipotetica che per durare nel tempo hanno bisogno di diversi mattoni, quello della conoscenza, quello dell’ascolto, quello della mediazione, della giustizia sociale e del cemento del confronto democratico.

In tutto il mondo nascono nuovi movimenti d’opinione e nuove forze politiche sulla spinta della ribellione spontanea contro le ingiustizie vecchie e nuove portate dalla globalizzazione e dall’aumento delle diseguaglianze sociali.

In questi casi la rete di internet ed i social vengono utilizzati in modo costruttivo, cioè per mobilitare migliaia e milioni di persone verso il raggiungimento di un obiettivo comune.

Questa è la conferma che il mezzo in sé non è né buono né cattivo. Lo si può usare per diffondere false notizie e messaggi di odio verso i nemici veri o inventati oppure per esprimere liberamente il proprio pensiero e per organizzare manifestazioni pacifiche che perseguono la tolleranza e l’umanità.

Se a volte non è facile distinguere la cosa giusta da fare o il movimento che merita il nostro appoggio proviamo con questo semplice accorgimento. Chiediamoci quanta fatica e quante conoscenze sono richieste per elaborare una proposta politica che pure può apparire affascinante a livello emozionale. E’ molto difficile che le soluzioni vere dei problemi scaturiscono da battute improvvisate o dalla lettura dei sondaggi d’opinione. Se per elaborarle sono sufficienti le tecniche del marketing, con tutto il rispetto per tali competenze, facciamoci venire qualche dubbio.

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nte al mio staff, Il Natale si avvicina…e spero, unitame azione sens una che possa diffondere gerendo alleg a, gioi di e positiva di serenità siero affannoso. pen i ogn da i cuor ri nost i le nostre menti e urio Questo è il nostro sincero aug per Voi

I suoi limiti invalicabili Il Decreto Dignità ha reintrodotto il reato di somministrazione fraudolenta, che ricorre in tutti i casi in cui “la somministrazione di lavoro sia posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicate al lavoratore”.

Si rende necessario esplicare che la somministrazione di lavoro venga esercitata mediante un contratto con il quale un’agenzia di somministrazione autorizzata metta a disposizione dell’utilizzatore uno o più lavoratori che, per la durata della missione, svolgano la propria attività nell’interesse e sotto la direzione ed il controllo dell’utilizzatore, secondo lo schema di un’obbligazione di mezzi. Pertanto, la somministrazione di manodopera può essere esercitata esclusivamente dalle agenzie per il lavoro espressamente autorizzate dal Ministero del Lavoro accertati i richiesti requisiti giuridici, finanziari e patrimoniali.

Con riferimento all’autore del reato, accanto al soggetto utilizzatore, si pone la figura del somministratore, che può essere individuato sia nel soggetto che esercita la somministrazione di lavoro senza essere preventivamente autorizzato dal Ministero del lavoro, nelle forme previste e senza la necessaria iscrizione alla relativa sezione dell’Albo nazionale delle Agenzie per il lavoro, sia nell’Agenzia di somministrazione perfettamente regolare, autorizzata e iscritta all’Albo.

Rileva, ai fini della configurazione del reato di somministrazione fraudolenta, l’intenzionalità del reato e la specifica finalità dello stesso, ossia che si ravvisi un’intesa fra utilizzatore e somministratore o, quanto meno, la effettiva consapevolezza riguardo all’utilizzo illecito della manodopera, sebbene possa ipotizzarsi anche un intendimento fraudolento in capo al solo utilizzatore.

Il Legislatore mira ad una tutela reale del lavoratore somministrato, sotto tutti i profili di protezione che le disposizioni legali e contrattuali gli riconoscono: retributivo, assicurativo, previdenziale e normativo.

Sovente il reato di somministrazione fraudolenta afferisce alle ipotesi di appalto “non genuino”, cioè nei casi in cui l’appalto di servizi sia meramente formale.

Il Consiglio di Stato ha individuato i seguenti indici di non genuinità: la richiesta da parte del committente di un certo numero di ore di lavoro, l’inserimento stabile del personale dell’appaltatore nel ciclo produttivo del committente, l’identità dell’attività svolta dal personale dell’appaltatore rispetto a quella svolta dal personale del committente, la proprietà in capo al committente delle attrezzature necessarie per l’espletamento dell’attività, l’organizzazione da parte del committente

dell’attività dei dipendenti dell’appaltatore.

Si può avere somministrazione fraudolenta anche in presenza di una somministrazione lecita e regolare, ma eseguita e realizzata in elusione di legge o di norme contrattuali collettive, come, a mero titolo di esempio, nei casi in cui un datore di lavoro utilizzi, quali lavoratori somministrati a termine, i medesimi soggetti già assunti direttamente a tempo determinato per 12 mesi, eludendo l’obbligo di individuare la causale giustificativa obbligatoria per il rinnovo o la proroga del rapporto di lavoro a termine.

La fattispecie più frequente di somministrazione illecita è individuata nell’utilizzazione, da parte di un datore di lavoro, quale lavoratore somministrato a termine, dello stesso soggetto già assunto direttamente in azienda e poi licenziato per essere assunto dalla Agenzia per il lavoro e inviato in missione presso l’ex datore di lavoro, quale utilizzatore, in seguito a somministrazione di lavoro, eludendo le norme contrattuali collettive in materia di anzianità lavorativa.

Il reato di somministrazione fraudolenta può realizzarsi anche nell’ambito del distacco illecito di personale, ossia qualora sia privo di uno specifico interesse del distaccante e non si ravvisi la temporaneità del distacco stesso.

Quanto al profilo sanzionatorio, la Legge di Bilancio 2019 ha introdotto le seguenti novità: a partire dal 1° gennaio 2019, in caso di esercizio non autorizzato dell’attività di somministrazione la sanzione, per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata lavorativa, è aumentata del 20% e passa da 50 a 60 euro; la stessa sanzione è applicata nelle ipotesi di appalto e distacco illecito che presentano gli elementi identificativi della somministrazione fraudolenta.

La suddetta sanzione non può, in ogni caso, essere inferiore a euro 5.000, né superiore a euro 50.000.

Alle stesse sanzioni è soggetto chi effettua utilizzazione illecita, cioè chi impiega lavoratori facendo ricorso a soggetti non autorizzati o al di fuori dei limiti delle autorizzazioni rilasciate.

Al quadro sanzionatorio anzidetto, viene aggiunta la sanzione penale dell’ammenda pari a 20 euro per ciascun lavoratore coinvolto dall’operazione fraudolenta e per ogni giorno di utilizzazione del lavoratore fraudolentemente somministrato.

La realizzazione professionale non dovrebbe rappresentare un circuito chiuso, ma la libera espressione delle capacità performanti di ognuno e il raggiungimento degli obiettivi che potenzialmente ci contraddistinguono.

Consulente del lavoro Daniela Prevignano

Studio in Asti - C.so alla Vittoria, 48 - Tel. 0141 33444 - 0141 530253 daniela.prevignano@gmail.com

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informazione publiredazionale

A cura della Consulente del lavoro Daniela Prevignano

Somministrazione di manodopera

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Doposcuola AdMaiora uno spazio per la condivisione

Se dovessimo utilizzare un verbo per descrivere ciò che viene proposto dallo studio AdMaiora di Rebecca Cortese, potremmo senza alcun dubbio parlare di "condivisione": condivisione di spazio, condivisione di sensazioni, condivisione di difficoltà, condivisione di opinioni, condivisione di esperienze e soprattutto condivisione di cultura. Tutto ciò che si vive al pomeriggio presso la sede è un continuo scambio tra persone che spontaneamente si sentono al pari.

In questa nostra società, dove fin troppe volte viene sottolineato il "diverso" e lo "speciale" come due forme definitive, che non solo vanno a determinare cose e persone, ma ne danno persino un valore morale, lo scopo che Rebecca Cortese si è proposta di raggiungere è quello di creare uno spazio aperto, scevro di ogni pregiudizio, nel quale tutti i bambini ed i ragazzi possono esprimere i propri disagi e le proprie difficoltà scolastiche senza il timore di ricevere in cambio un semplice giudizio.

Definire infatti questo clima di lavoro ed il lavoro stesso che sta dietro, lo studio e l'impegno effettuato da professionisti, come semplice "doposcuola" pare davvero minimizzante: non si parla, non si può parlare, di semplice correzione dei compiti a casa, anche se comunque questo è stato l'input iniziale, l'idea di base dalla quale poi è nata tutta la complessa ed importante attività di supporto allo studio – prima a Priocca e poi ad Alba - , ma si tratta soprattutto di un intenso ed importante supporto umano, volto a dare ai ragazzi un fondamentale punto di riferimento, in primis a livello di luogo - in questo caso le due sedi - e successivamente, ma non meno importante, a livello umano - grazie al dialogo privato e non che si può

sostenere con i professionisti, docenti e tutor presenti in sede in qualsiasi momento si voglia.

I ragazzi che hanno inizialmente partecipato a questo progetto, titubanti e remissivi, spesso obbligati dalla situazione scolastica o dalla famiglia, hanno poi compreso immediatamente la portata del messaggio di cui l'attività di Cortese si vuole far voce: aiutare gli studenti a trovare uno spazio libero, serio, fidato; uno spazio così accogliente da potersi sentire quasi come a casa e, si sa, sentirsi a casa quando si parla di compiti o di studio è impresa non da pochi.

Senza considerare i risultati: grazie all'attenzione, alla preparazione degli insegnanti e all'impegno degli studenti, l'obiettivo personale sperato (un sei di greco piuttosto che un nove in matematica) è già stato raggiunto da una buona percentuale di ragazzi – consideriamo poi anche l'attività svolta la scorsa estate, momento in cui molti studenti con debiti, seguiti dall'attività di supporto allo studio, hanno poi superato brillantemente a settembre ogni prova scolastica proposta!

Nella speranza di continuare su questa strada, non sempre troppo semplice, fatta di percorsi dissestati e capitomboli scolastici - le insufficienze sono infatti il primo motivo per il quale i ragazzi si rivolgono a questa attività – vi invitiamo a fare, come si suol dire, "un salto" presso questa realtà, non solo per recuperare insufficienze, ma soprattutto per ampliare il proprio bagaglio culturale ed umano.

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Rebecca Cortese Tutor AdMaiora

A cura di Venti Luana, docente di italiano e storia e responsabile del doposcuola di AdMaiora

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Il mio orto è al sicuro dai pesticidi?

A cura della dott.ssa Laura Icardi

I rischi di un area fortemente agricola Riuscire a vivere senza pesticidi può diventare una vera e propria impresa, soprattutto se accanto al vostro orto ci sono vicini che fanno uso di prodotti fitosanitari. L’esposizione ai pesticidi può determinare gravi pericoli per la salute di chi li utilizza, ma anche per chi vive vicino ad aree trattate. Il perché è chiaro…i pesticidi agiscono alterando le funzionalità vitali degli esseri viventi bersaglio, ma è inevitabile che essi producano effetti nocivi anche gravi su sistemi complessi come quello umano!

Bambini e adolescenti, donne incinte sono le fasce di popolazione più vulnerabili agli agrotossici per due semplici ragioni: gli effetti delle sostanze, in tossicologia, si misurano in mg/kg di peso corporeo. Tanto minore è il peso, tanto maggiori gli effetti nocivi, gli individui di peso inferiore sono proprio quelli in fase di formazione degli organi e dei sistemi (neurologico, endocrino, immunitario) maggiormente sensibili alla tossicità di alcuni agrofarmaci. La tossicità dei pesticidi è testata su adulti di 70 kg, non su bambini di 25-30 kg con un particolare metabolismo legato alla crescita.

Inoltre i bambini sono più bassi e quindi più vicini al suolo inquinato, respirano prevalentemente a bocca aperta, hanno l’abitudine mettere le mani e gli oggetti in bocca, hanno difficoltà ad assorbire, metabolizzare ed eliminare determinate sostanze chimiche. A parità di peso i bambini, rispetto ad un adulto, respirano 2,3 volte più, bevono 4,8 volte di più e mangiano 6,1 volte di più, quindi assorbono quantità maggiori di inquinanti dal cibo, dall’acqua, dall’aria. Il nesso causale tra insorgenza di tumori e malattie neurodegenerative ed esposizione a pesticidi è ormai certo, tanto più che l’occorrenza di tali patologie è maggiore nei lavoratori del settore agricolo. I lavoratori agricoli in genere utilizzano i dispositivi di protezione individuale, maschere e tute o addirittura caschi, durante i trattamenti, ma quando invece lavorano manualmente nel podere non hanno alcuna protezione! Ad un convegno IASMA - Unità Sperimentale Agraria, a Sernaglia nel 2011 fu riportato che esaminando le urine degli agricoltori prima e dopo i trattamenti e prima e dopo i vari lavori eseguiti in una vigna, gli inquinanti presenti nelle urine sono poco superiori alla media dopo il trattamento con i pesticidi, mentre sono quasi 4 volte superiori alla

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media dopo l’operazione di legatura tralci o altre operazioni abituali, cioe’ quando non sono protetti. Sono a rischio gli agricoltori…ma i cittadini che vivono vicino alle aree agricole trattate?

Io non vado in giardino con maschera e tuta….

Ora, non lanciamoci ad occhi chiusi in battaglie anti fitofarmaci stile Giovanna d’Arco! Apriamo gli occhi, invece, e vediamo come stanno le cose per davvero prima di decidere cosa e come si potrebbe agire in maniera responsabile e informata. I fitofarmaci sono prodotti che servono a combattere le malattie e gestire tutti i problemi che possono colpire le piante: malattie infettive, attacchi di parassiti, di insetti fitofagi e piante infestanti, alterazioni dovute ad avverse condizioni ambientali, come eventi climatici o sostanze presenti, o assenti, nel terreno. Questi prodotti, se utilizzati correttamente, hanno lo scopo di proteggere le piante e garantirne un sano sviluppo e svolgono un ruolo determinante in agricoltura per raggiungere alti livelli di rendimento sia in termini di qualità sia in termini di quantità. I prodotti fitosanitari di sintesi, che sono i più diffusi, hanno una notevole efficacia, ma anche un elevato grado di tossicità, sia nell’impiego diretto sia in forma di residui, e possono provocare effetti negativi a breve e lungo termine sulla salute dell’uomo, degli animali e su tutto l’ambiente.

Per questo sono nate negli anni una serie di direttive che definiscono modalità e limiti del loro utilizzo e promuovono sistemi di lotta biologica e integrata. La normativa sui prodotti fitosanitari è molto stringente riguardo alla loro immissione in commercio, alle modalità di vendita e stoccaggio dei prodotti, ai residui sugli alimenti, al divieto di trattamenti durante la fioritura per non causare danni alle api, ma dice poco o niente sulla esecuzione dei trattamenti vietando solo i trattamenti in prossimità dei pozzi. Per i trattamenti in prossimità di abitazioni e giardini esistono solo alcuni regolamenti comunali e le disposizioni del Codice civile e del Codice di procedura penale, in riferimento a danni a persone o cose determinati da modalità operative sconsiderate o comunque da negligenza nell’uso. Attendere che venga colmato il vuoto normativo, per altro già all’attenzione della comunità europea, potrebbe rimandare la soluzione del problema di troppo tempo. Per una volta, si potrebbe agire completamente al

www.terraetradizione.com contrario di come si fa generalmente con questi problemi…invece di litigare tra chi i fitofarmaci ha necessità di usarli e chi vive vicino alle aree agricole, ma non ha necessità professionali in tal senso, si potrebbe invece lavorare tutti insieme!

Siamo tutti esposti, abbiamo tutti bambini e animali e soprattutto ci teniamo tutti in egual misura alla nostra salute! Io non sono un agronomo, ma leggendo qua e la e cercando di vedere le cose da entrambe i punti di vista, vorrei suggerire idee che vi riporto. Trattare tutti insieme…certamente l’effetto sulle colture è più efficace e si limitano i disagi per i residenti perchè dovranno prendere precauzioni una sola volta. Se poi fossero avvertiti dei giorni di trattamento potranno organizzare di lavare i vetri più tardi, chiudere porte e finestre; raccogliere i panni stesi, non sostare nelle vicinanze dell’appezzamento da trattare. In fin dei conti, il problema può essere nei primi passaggi sul confine e quindi questione di minuti…

Trattare il minimo indispensabile solo quando è necessario…già trattando in sinergia sarà possibile migliorare l’efficacia sulla zona agricola globale, in secondo luogo, meno residui resteranno nei poderi, minore sarà l’esposizione dei braccianti quando dovranno intervenire direttamente. Avendo la scelta, collocare l’orto domestico lontano dal confine con i poderi trattati…e nel caso non sia possibile, invece che arrabbiarsi e litigare con i vicini un po più cocciuti, prevedere una siepe; ha due scopi, protegge dalle derive dei trattamenti e schermare la vista del vicino an-

tipatico. La siepe non è una cattiva idea neppure per il giardino. Comunicare ai residenti cosa si andrà a irrorare…spesso si utilizzano prodotti non pericolosi, ma il confinante ignaro, potrebbe ingenuamente pensare si tratti del peggior veleno. Pochi agricoltori irrispettosi “buttano fango” su tutta la categoria che generalmente è rispettosa e attenta all’ambiente in cui vivono, con cui lavorano e che ha permesso ai loro prodotti di essere riconosciuti a livello internazionale. A tal proposito esiste una sentenza molto chiara, risalente al 26 agosto 2014, che crea un precedente molto importante al fine di tutelare la salute dei cittadini e degli agricoltori coscienziosi. Per la prima volta, un giudice, riconoscendo l’applicabilità dell’art. 844 del Codice civile, ha dichiarato l’intollerabilità delle immissioni di sostanze tossiche nel fondo del vicino, ordinando a un viticoltore di Quarrata (PT) di trattare il proprio vigneto con accorgimenti che riducessero gli impatti derivanti dall’uso di fitosanitari. Il problema era nato quando un agricoltore di Quarrata (PT), proprietario di un campo confinante, aveva accusato il proprietario del vigneto confinante di averlo danneggiato per la quantità di diserbanti e/o pesticidi che si depositavano nei suoi terreni.

In conclusione, non lasciamo la ricerca di soluzioni a politici o giudici che per tanto si impegnino, non vivono le nostre realtà in prima persona, siamo una regione agricola altamente evoluta e specializzata con tutte le competenze necessarie a trovare la migliore via di mezzo.

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Porto la mia musica nel mondo con la mia terra nel cuore

Simona Colonna ci parla della sua carriera musicale dagli esordi ad oggi

Su questo numero di “Terra & Tradizione” abbiamo intervistato Simona Colonna, talentuosa musicista di Baldissero e ormai affermatasi come cautautrice ed interprete di talento, sia in Italia che all'estero.

Simona Colonna ha iniziato la sua carriera sin da bambina nella banda musicale del paese, per approdare ai corsi musicali accademici, e diplomarsi prima in flauto e poi in violoncello.

Ha fatto musica in orchestra, in formazioni da camera e come solista.

Immediatamente dopo il diploma, ha vinto il concorso “Città di Genova” per flauto traverso e si è perfezionata con Luisa Sello, Mario Ancillotti, Ubaldo Rosso, Giuseppe Nova. È stata docente di flauto traverso dal 1993 al 2011 presso l’Istituto musicale “Ludovico Rocca” di Alba.

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l’intervista Si è perfezionata in didattica della musica al Centro Goitre di Torino, insegnando per 20 anni alfabetizzazione musicale per bambini e ideando un progetto speciale intitolato “Le Storie Racc…

Cantate” con composizioni di testi e di musiche originali, pubblicato dalla casa editrice Antares.

Ha collaborato con figure di spicco del panorama musicale italiano, come Peppe Servillo, Enrico Rava, Stefano Bollani, Roberto Gatto, Mauro Negri e Barbara Casini, Franco Fabbrini, Daniele Di Bonaventura, Javier Girotto, gli Aires Tango, Danilo Rea, Riccardo Fioravanti, i Pollock Projet.

Poi il Teatro Stabile di Torino in uno spettacolo di Roberta Lena con Fabrizio Bentivoglio, ed in ambito teatrale, collabora con “Storie di Piazza” di Biella, Teatro Ragazzi di Torino.

Fra i riconoscimenti nel 2006 è stata invitata al Festival Internazionale di Vancouver (Canada) come unica ospite italiana e nello stesso anno ha inciso il suo primo cd intitolato “Viaggiare Piano”, seguito nel 2011 da un altro lavoro discografico dal titolo “Angelo 10 e Lode”.

Nello stesso anno ha vinto il premio Siae come migliore autrice al concorso “Senza Etichetta” di Ciriè presieduto da Mogol, con il brano “Dove sei amico”, scritto in collaborazione con Marco Brovia e Cristiano Alasia e il Biella Festival con il brano “Masca Vola Via”. Nel 2012 è stata finalista al Premio Andrea Parodi di Cagliari aggiudicandosi i riconoscimenti come miglior arrangiamento, migliore interpretazione del brano “Brigante stella” (tratto dall'album “Masca vola via”) e migliore artista del concorso. Nel 2014 ha vinto le selezioni territoriali del concorso “Suonare@ Folkest” di Loano, ha vinto il Premio Alberto Cesa 2014 con il brano “Cuntadin Poeta”.

Numerose le sue apparizioni televisive e radiofoniche: nella trasmissione “A sua immagine” il 30 marzo del 2013 per l'ostensione della Sacra Sindone, trasmesso in Mondovisione da Rai 1, ha eseguito alcuni brani originali composti per l’occasione.

Nella trasmissione “La Stanza della Musica” di Rai RadioTre, nel maggio 2013 ha presentato il suo lavoro discografico “Masca vola via”, una suite per voce e violoncello in lingua piemontese. È stata ospite al Salone del Libro di Torino 2014 per Rai Radio Tre all’interno dei programmi “Alza Il Volume” e “Fahrenheit” e per Rsi-Radio della Svizzera Italiana.

Nel 2016 è stata recentemente selezionata dagli artisti de Le Cirque de Soleil come solista cantante e violoncellista, dello spettacolo circense Alis, con “Le Cirque with the World’s Top Performers”.

In tale formazione ha tenuto un tour in tutta Italia. Nel 2017 è stata ospite nel disco “Sa Este” di Ambra Pintore.

La tua figura di musicista si sta affermando sempre di più a livello nazionale, hai collaborato con autori e artisti importanti, e hai calcato palcoscenici prestigiosi, ma mantieni un forte legame con la sua terra d’origine. Come si conciliano queste due dimensioni?

«Con molta fatica, devo ammettere. Negli ultimi tempi, proprio perché sono spesso in giro per

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l’intervista

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il mondo a cantare e suonare la mia terra, non passo molto tempo nel mio territorio…ma come dire, me lo porto nel cuore e nei ricordi …e ogni volta che posso vengo a casa e ci sto, e vado in mezzo alla gente dei paesi, del mio Roero, della Langa, a vivere, a camminare, cenare, bere… frequento gli amici, alimento i miei rapporti umani con le persone del posto.

Insomma le cose che si desidera fare, in qualche modo si trova il modo di attuarle e così con calma (e a volte faticosamente ) aggiungo tasselli alla mia esistenza, poi, provo a farne musica attraverso le mie canzoni».

Puoi dire qualcosa sul tuo stile dal punto di vista musicale? Come preferisci esprimerti? A quale strumento musicale sei più legata?

«Allora, qui bisognerebbe fare una parentesi ampia un libro... Lo stile musicale… difficile da definire. Cerco di non averne uno in particolare, piuttosto, provo a variegare un po’ tutti gli stili che conosco, che ho attraversato nella mia (ormai lunga 25 anni) carriera… avendo cantato e suonato un po di repertorio Folk – Rock – Cantautoriale – Classico – Jazz – Operistico… beh lascio contaminare lo stile e cerco di essere il più originale possibile.

Mi reputo una cantautrice… amo raccontarmi attraverso la musica utilizzando tutti gli strumenti umani e musicali che ho conosciuto e studiato e che utilizzo regolarmente.

Non ho uno strumento preferito…anche se il mio Chisciotte, il mio violoncello, è colui che negli ultimi 10 anni mi tiene compagnia più degli altri… Ma io sono Flautista anche e non lo dimentico mai lui… poi strimpello la fisarmonica, la chitarra, il pianoforte, un po’ di percussioni…

E poi la voce…che è il più importante strumento che tutti abbiamo, ecco la voce me la tengo ben coccolata… Sono io quella, la mia voce è la mia materia musicale più naturale, ci tengo molto… non avendo mai studiato in modo didattico e avendola sempre lasciata libera di esprimersi è il mio gioiello naturale, è il mio talento».

Hai iniziato a suonare da piccola a partire dalla banda musicale del paese. Cosa ne pensi dell’esperienza delle bande musicali? Che ruolo hanno per la diffusione della cultura musicale?

«La banda è fondamentale.

La banda ti insegna la tradizione del territorio, la popolarità… da li si può passare al classico per poi tornare nella terra ogni volta che lo si desidera arrichiti della tecnica e della armonia che la classica, il jazz, il blues e tutti gli altri stili ti sanno trasmettere. La musica a 360 gradi insomma.

Il ruolo della cultura è (o dovrebbe a volte) essere fondamentale. La musica è positiva come deve essere la vita. Quindi la cultura musicale così deve essere presente e positiva».

Recentemente ti sei esibita al Premio Tenco uno dei palcoscenici più prestigiosi della musica d’autore italiana, cosa puoi raccontarci di questa esperienza? «È stata emozione allo stato puro. Il palco dell’Ariston lo avevo varcato diverse volte, veramente… e anche ad un Tenco qualche

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l’intervista

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anno fa accompagnando un cantautore collega toscano, ma da solista mai, e mai cantando le mie canzoni in piemontese; dunque per me rappresenta un momento d'orgoglio assoluto.

Poi sono stata invitata dai boss del Tenco che mi hanno ascoltata dal vivo durante un mio miniconcerto in primavera, e che sono stati rapiti dalla mia musica, dal mio linguaggio e dalle mie canzoni in piemontese… quindi si direi cool… o figo … come direbbero i giovani di oggi no?»

Quali sono stati i momenti più significativi o che ricordi in modo particolare della tua carriera musicale?

«Qui non posso rispondere davvero. la mia vita musicale è stata così ricca e lo è attualmente che non posso ricordare di più o di meno i momenti significativi, perdonami.

Do significato a tutto quello che mi accade musicalmente e non: i diplomi strumentali sono un bel traguardo da cui partire, ma anche il ricordo della mia prima canzone cantata all’asilo, sul davanzale della finestra (Ramaia) con un pennarello-microfono in mano… come dimenticarlo. E i miei periodi all’estero dove ho cantato con canadesi, americani, francesi, cinesi… insomma spero che la mia carriera musicale mi riservi ancora tante belle esperienze, e forse, dico forse, alla fine della carriera potrò provare a rispondere a questa bellissima domanda».

Alla tua carriera di musicista affianchi anche l’attività di insegnante, cosa significa per te insegnare la musica?

«Si comincia di lì, dal nido dalla scuola materna.

Tutta la vita didattica, la storia di vita personale e quindi anche musicalmente se e quando si può!

Per me insegnare musica significa tramandare la mia passione, la mia professione, il mio stile di vita. Non ho figli e quindi non lascerò eredi musicali con legame di sangue, mi sembra una bella alternativa lasciare quel che so attraverso la scuola. Con i bambini degli asili che frequento insegnando la musica e le canzoni anche in piemontese, certo anche in piemontese, è una lingua come tante, perché no?

In più diciamo che tutto quello che si può esprimere con i nostri modi di dire, non sempre

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l’intervista si riesce a tradurre no? Quindi assolutamente si anche: musica in piemontese forever!»

Sei stata ospite in varie trasmissioni Rai sia in televisione che in radio, quale preferisci delle due come mezzo di comunicazione?

«La radio senza dubbio. Vuoi una rivelazione shock? Non possiedo la televisione dal 2001… incredibile vero? Qualcuno sostiene di sì… invece io dico che va bene così.

Ci si può informare in mille modi e maniere diversi: i giornali, internet, la radio appunto, i social. Insomma la sera io non resto molto in casa: frequento posti, e amici oppure leggo e spesso rispetto il SILENZIO che è fondamentale per la musica.

La televisione non mi manca, per ora».

C’è un o una artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

Peter Gabriel. Per me the best!

Quali sono i tuoi progetti futuri, nell’immediato e sul lungo periodo?

«Nel periodo natalizio sono due gli eventi importanti in programma.

Al FolkClub di Torino sabato 14 dicembre alle 21.30 parteciperò a un grande concerto con tanti ospiti per celebrare il 20° anniversario del primo tour italiano di Bocephus King e Domenica 22 dicembre alle 17 al Teatro Balbo di Canelli: “El Natal del Berin.

Il Natale visto con gli occhi dell’agnello” insieme all’attore Fabio Fassio.

Nei giorni scorsi sono stata a Pesaro da Stefano Melone, per finire la registrazione del mio nuovo prossimo disco che uscirà in primavera…. Ci sentiremo per questa importante news?

Così mi ri-strapperete una piacevole (spero) intervista tutta per voi?»

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SUPERNOVA: un'associazione che promuove la creatività con divertimento Ad Alba sono tante le iniziative dedicate soprattutto ai bambini Si è costituita da poco l'associazione Supernova che si propone come sodalizio di promozione dello sport, del movimento e della creatività sia per i bambini che per gli adulti, per chiunque cerchi una forma di svago che sia spensierato, ma anche “serio” e impegnativo, con obiettivi didattici ed educativi. Un sodalizio che vanta fra i suoi membri persone impegnate proprio in questi campi. Infatti il direttivo è composto da Simona Sacco nel ruolo di vicepresidente, Deborah Bordino laureata in progettazione artistica dell'impresa, Luana Venti docente di italiano e storia, Sara Tidu, laureanda in giurisprudenza con la passione per i bambini e Martina Meistro insegnante di danza. Il gruppo è guidato da Rebecca Cortese, che si occupa soprattutto di insegnamento alle persone svantaggiate.

L'associazione è già partita con numerose attività di laboratorio destinate in questa fase soprattutto ai più piccoli. Per esempio quelli di scrittura, per imparare le lettere, la grammatica e le pa-

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role divertendosi per un'età compresa fra i 3 e i 6 anni. “Amiamo l'ambiente” è invece l'attività per scoprire l'ecologia e il riutilizzo degli oggetti, destinata ai piccoli fra i 3 e i 6 anni e fra i 6 e i 9 anni. I laboratori del gusto si propongono di far conoscere, sempre in maniera divertente il mondo della cucina e far nascere piccoli grandi chef, per un'età fra i 6 e i 9 anni.

Con il laboratorio delle favole si preparano tante divertenti letture animate, per avviare i bambini alla lettura e alla passione per i libri, dedicati all'età fra i 3 e i 6 e fra i 6 e i 9 anni. Ci sono anche gli spazi più artistici dedicati a una delle attività che i bambini apprezzano di più, ovvero disegnare: il disegno a mano è per l'età fra i tre e i 6 anni e fra i 6 e i 9, per le stesse categorie è stato ideato anche quello dedicato alla pittura vera e propria, con l'attenzione rivolta alle varie tecniche, fra tempera acquarello e le altre. Le attività di mini yoga e psicomotricità sono destinate alla fascia d'età dei bambini piccoli, fra i tre e i

speciale associazioni

Rebecca Cortese Presidente Assoc. Supernova

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6 anni. Imparare l'inglese è sempre molto importante per avere una marcia in più nella vita e cominciare da piccoli può sempre essere molto utile per questo è stato pensato uno spazio più orientato verso il gioco per i più piccoli mentre per bambini e ragazzi più grandicelli, fra i 6 e i 15 anni, ci sono corsi di lingua veri e propri.

Sono anche previsti laboratori dedicati direttamente alla manualità: dunque alla creazione di oggetti e alla conoscenza di materiali, poi quelli dedicati alle costruzioni, per imparare a realizzare piccole grandi opere di ingegneria, infine

Abbiamo chiesto alla presidente Rebecca Cortese di spiegarci i principali obiettivi e lo spirito che spinge il sodalizio a proporre i suoi progetti:

quelli di manipolazione, per poter realizzare praticamente qualsiasi cosa partendo da materiali semplici; anche in questi casi sono previste due fasce d'età fra i tre e i 6 anni e fra i 6 e i nove.

Non mancano le proposte dedicate alla creatività più artistica: con il teatro si può cominciare e muovere i primi passi su un palcoscenico e la Babydance propone la danza come espressione di se stessi, anche per questi previste le due differenti fasce d'età. Infine, fra i laboratori previsti fino ad oggi, quello dei cinque sensi, dedicato allo sviluppo dei propri sensi con creatività e quello all'aperto, per conoscere gli elementi della natura e saperli utilizzare.

L'associazione in generale ha il programma di ideare nuovi laboratori e attività ogni mese, senza dimenticare l'animazione per feste ed eventi e baby sitting a domicilio.

famiglie e bambini».

Cos’è l’associazione Supernova?

«Supernova è un’associazione di promozione sociale e sportiva dilettantistica».

Con quale spirito si è costituita?

«Supernova nasce per dare un’ondata di energia e creatività per tutti: grandi e piccini, genitori e figli, adulti e studenti; insomma, chiunque cerchi uno svago spensierato ed educativo per qualsiasi età. Allo stesso tempo offriamo aiuti concreti per

Quali sono i progetti attuali che promuove Supernova?

«Di progetti ne abbiamo tantissimi, tutti con lo stesso scopo: arrivare ad aiutare chi davvero ha bisogno. Ci muoviamo però a piccoli passi.

Supernova è nata da poco, e siamo partiti dalla parte più divertente della nostra associazione: far divertire i bambini. Abbiamo creato dei laboratori per bambini e ragazzi per permettere loro di acquisire nuove competenze sempre attraverso il gioco e lo svago. I laboratori vengono svolti da soci volontari ognuno con competenze e preparazioni diverse, ma anche da professionisti esterni. Le iniziative sono tantissime, aperte a tutti i soci e rivolte a tutte le fasce di età. Da poco abbiamo iniziato anche a creare laboratori e percorsi per adulti in settori di vario genere».

Può fare alcuni esempi?

«Per i più piccoli abbiamo laboratori tutti i giorni di pre-scrittura, numeri, inglese, racconti, ambiente, motricità, musica, cucina, creazioni artistiche e adesso fantastici laboratori natalizi. Proprio adesso i nostri bimbi hanno creato lavoretti

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speciale associazioni natalizi da portare a casa, altri ancora da vendere a sostegno dell’associazione».

Oltre ai laboratori, in questi mesi avete organizzato anche altri eventi?

Certamente. Abbiamo organizzato una gita con tutti i bambini e soci dell’associazione presso le cantine Massucco, dove è stato possibile far conoscere ai bambini i passaggi che portano alla creazione del vino. Non solo, è stata organizzata anche la festa di Halloween con giochi e animazione. Non mancherà la festa di Natale.

A proposito del Natale, avete iniziative al riguardo?

«Come non potremmo pensare a far divertire i bambini nel periodo più bello dell’anno? Da adesso fino a Natale tutti i giorni abbiamo i laboratori natalizi. Inoltre, abbiamo pensato di organizzare “Natale Bimbi”: durante il ponte natalizio i bimbi dai 2 ai 5 anni potranno partecipare alle nostre giornate di gioco e di laboratori a sorpresa, mentre i bambini più grandi dai 6 ai 10 anni potranno partecipare alternando lo svago a momenti dedicati ai compiti con volontari con preparazione adeguata per l’aiuto compiti. Saremo aperti dal 24 dicembre al 3 gennaio (festivi esclusi) per intrattenere i bambini e per farli divertire.

Ovviamente, per inaugurare la nostra iniziativa e per augurare a tutti buon Natale, il 23 dicembre ci sarà la festa di Natale, durante la quale cucineremo biscotti natalizi, giocheremo, venderemo le nostre creazioni e estrarremo i premi della nostra lotteria».

www.terraetradizione.com Sono in vista iniziative a sostegno del sodalizio?

«Si, al momento abbiamo creato delle iniziative natalizie a sostegno dell’associazione. Nello specifico, i nostri bimbi che partecipano ai laboratori artistici e natalizi hanno creato, con l’aiuto della nostra socia volontaria Deborah Bordino esperta in tecniche artistiche, oggetti natalizi bellissimi e per nulla scontati, oltre che a disegni per la creazione del calendario di Supernova 2020. E ancora, è stata realizzata una lotteria con in palio numerosi premi, tra cui prelibatezze donate da diverse aziende albesi, buoni sconto e soprattutto tantissimi laboratori e corsi gratuiti per i vincitori».

Quali sono le prossime novità?

«I nostri laboratori sono sempre in continuo miglioramento, e nuovi sono in arrivo. Da gennaio avremo un corso di comunicazione per adulti e anche un nuovo laboratorio di baby pilates e movimento per i piccoli. Molto innovativo il nostro corso di inglese, il quale offre una via divertente e per nulla monotona per apprendere con facilità l’inglese. E non solo, abbiamo pensato, essendo alcune di noi mamme, di attivare un servizio di aiuto tra mamme per i propri piccoli. Si tratta del servizio di baby-sitting a domicilio: mamme, nonne, tate e ragazze socie volontarie soddisfaranno le richieste delle famiglie per accudire i propri figli presso le loro abitazioni».

Ci sono anche progetti a lungo termine?

«Assolutamente sì, il nostro progetto è molto importante quanto difficile da realizzare. Il nostro obbiettivo è quello di raccogliere abbastanza fondi per far partire dei laboratori gratuiti per bambini e ragazzi diversamente abili con personale qualificato. Allo stesso tempo vorremmo utilizzare i fondi anche in aiuto a bambini e ragazzi che necessitano di supporti specifici di vario genere».

Dove si svolgono i laboratori e come possono i nostri lettori contattarvi?

«I laboratori di Supernova vengono svolti presso le sedi dell’Associazione, ad Alba presso lo Studio AdMaiora in Corso Piave 146, e a Priocca, presso lo studio di Rebecca Cortese in Via Berca 13. Siamo presenti sui social alla pagina fb Supernova APS ASD. Telefonicamente ci potete contattare al 3492882383 o allo 0173590334.

Vi aspettiamo numerosi.

Un augurio di un sereno Natale e un ringraziamento a tutti coloro che parteciperanno alla nostra raccolta fondi tramite donazioni, all’acquisto dei lavoretti manuali di natale, alla nostra lotteria e all’acquisto del calendario con tutte le immagini disegnate dai nostri bambini e realizzato dalla iM.coM. di Alba».

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“Meno plastica a Natale” Questo è l’invito del Comune di ASTI per le festività In linea con la campagna iniziata in primavera, denominata “Nessuno è prefetto, neanche la plastica”, incentrata sulla strada ormai obbligata della riduzione e eliminazione degli imballaggi e dei contenitori monouso in plastica, il Comune invita i cittadini astigiani ad essere più buoni a Natale con l’ambiente, evitando il più possibile l’uso e l’acquisto di questi prodotti.

E’ noto che la produzione di rifiuti a Natale aumenta fino al 30% e che il rifiuto natalizio è costituito soprattutto da imballaggi: spesso perfettamente inutili, doppi, più grossi di quel che contengono, anche costituiti da materiali non riciclabili. Per non parlare degli sprechi alimentari (cene e cenoni opulenti per tradizione, con portate che non si riescono a finire), dell’aumento dei rifiuti indifferenziati, degli abbandoni per strada di scatoloni e sacconi che non stanno più nei normali contenitori: sono tutte circostanze che puntualmente ogni anno si ripropongono.

«Quest’anno vogliamo però concentrarci sul problema degli imballaggi e dei prodotti monouso, o usa e getta, in plastica, invitando i cittadini a impegnarsi su questo aspetto per raggiungere un obiettivo ben preciso: eliminarli o almeno drasticamente ridurli dai nostri acquisti per le feste» esorta l’assessore all’Ambiente Renato Berzano per le festività 2019.

Per questo sono stati preparati alcuni consigli pratici che possono aiutare a raggiungere questo obiettivo: 1) No alle stoviglie usa e getta in plastica per cene e cenoni in famiglia e con gli amici.

Tra l’altro solo i piatti possono essere riciclati, mentre le posate finiscono nell’indifferenziato.

Se abbiamo proprio tanti ospiti utilizziamo quelle biodegradabili e compostabili, che ormai si repe-

riscono facilmente commercio e che possono essere smaltite anche sporche con l’organico, pur essendo sempre meglio usare quelle tradizionali.

2) La spinta dal basso verso i produttori è importante per modificare le loro scelte nel packing: privilegiamo i prodotti con meno imballaggi possibile e facciamo attenzione: anche quelli in cartone hanno spesso parti in plastica o sono composti da più imballaggi di entrambi i tipi, come molti di quelli per i giocattoli.

3) Occhio anche alle carte da regalo e sacchetti luccicanti, non sono mono-materiale, ma contengono plastica.

Usiamo invece carta da regalo riciclata, anch’essa reperibile sempre più facilmente.

Una raffinatezza: per decorare il pacco usiamo rafia, fili di lana e cotone colorati, magari intrecciati con bastoncini di spezie, al posto dei nastri tradizionali che normalmente sono in plastica.

4) Per gli alimentari privilegiamo i prodotti sfusi, soprattutto se freschi, in attesa della messa fuorilegge dei contenitori in plastica grazie alle nuove norme europee.

5) Naturalmente privilegiamo sempre il regalo veramente utile ed utilizzabile.

Regalo trendy per i giovani (e non): la borraccia in alluminio per l’acqua, diventata simbolo della lotta agli imballaggi in plastica usa e getta.

Se ne trovano di coloratissime e ad ogni prezzo.

Sarà facile il conteggio di quante bottigliette vengono così risparmiate all’anno per esempio da chi va in palestra.

«Questi buoni propositi valgono per tutto l’anno – conclude il Sindaco Maurizio Rasero – speriamo di poter presto constatare che i nostri concittadini hanno capito la gravità del problema plastica e adottato comportamenti conseguenti ed ecocompatibili».

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I sindaci di Alba, Bra, Langhe e Roero suppotano la Provincia nel chiedere più fondi allo Stato I sindaci della Granda hanno dimostrato grande adesione all’appello lanciato dalla Provincia per ottenere una più equa distribuzione dei fondi destinati alla manutenzione ordinaria di strade e scuole che vale per i prossimi 15 anni. La folta partecipazione dei sindaci dell’Albese e Braidese all’incontro svoltosi il 20 novembre in municipio ad Alba lo ha confermato.

Durante la terza tappa del percorso, dopo Cuneo e Mondovì, il presidente della Provincia Federico Borgna, accompagnato da quasi tutto il Consiglio provinciale, ha incontrato 57 sindaci tra i quali il sindaco di Alba, Carlo Bo e quello di Bra, Giovanni Fogliato, oltre a quelli di Langhe e Roero provenienti anche da Comuni molto piccoli. Borgna ha affermato: «Quella di Cuneo è la terz’ultima Provincia d’Italia nella graduatoria relativa ai finanziamenti da Roma assegnati a tutte le province italiane per strade e scuole e riceve 1.156.581 euro su 250 milioni disponibili.

Ci sono Province vicino a noi, molto più piccole, che prendono anche 6 o 7 volte di più a causa di criteri di ripartizione che erano sbagliati e che vanno rivisti oppure, se ciò non fosse possibile, vanno previste risorse aggiuntive per riequilibrare i conti».

Borgna era stato preceduto dagli interventi dei consiglieri provinciali della zona Massimo Antoniotti, Carla Boffa, Annamaria Molinari e Roberto Passone che hanno sottolineato la necessità di tornare a riconoscere alla Provincia ruolo, risorse e personale per la gestione di un territorio molto vasto, oltre a chiedere allo Stato maggiore attenzione per la manutenzione delle scuole (72 edifici scolastici superiori in gestione alla Provincia e 500 mila euro all’anno a disposizione) e delle strade (3.260 chilometri di strade di cui 914 solo nell’Albese e Braidese).

Il presidente della Provincia ha ricordato come la legge Delrio del 2014, che doveva riformare le Province, avesse un carattere transitorio in vista della riforma costituzionale che poi non è avvenuta. «Oggi le Province sono in mezzo ad un guado – ha detto – e ci devono dire se andare avanti o tornare indietro. L’aver tagliato risorse e personale senza però diminuirne le competenze, fa sì che ora i servizi ai cittadini arrivino in ritardo

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Incontro ad Alba fra i primi cittadini e i vertici di Cuneo su scuole e strade o ridotti. E’ la prima volta che succede una cosa del genere: non stiamo chiedendo niente di speciale, solo un trattamento equo».

Al dibattito sono intervenuti i sindaci dei comuni di Castagnito, Sommariva Bosco, Alba, Bra, Monticello, Verduno, Cortemilia, Gorzegno e San Benedetto Belbo: tutti per chiedere azioni forti di protesta e maggior attenzione dallo Stato. In discussione anche i criteri adottati dal Ministero dell’Interno per finanziare le Provincie, criteri che hanno penalizzato la Provincia di Cuneo perché calcolati su una media di alcuni anni (e non altri). Ignorati il criterio dell’estensione geografica e della “montanità” del territorio.

Oggi, dopo la riforma Delrio, dal territorio cuneese vanno allo Stato ogni anno tra gli 11 e i 12 milioni di euro e quest’anno Cuneo ha ricevuto indietro solo 1,1 milione: troppo poco per garantire la manutenzione di strade e scuole, tenendo conto che soltanto per lo sgombero neve si spendono in media 7,5 milioni di euro all’anno oltre a 1 milione per il sale e che per pagare le utenze di tutte le scuole servono circa 4 milioni di euro all’anno. In particolare, solo per il reparto di Alba nel 2018-2019 la spesa per la gestione invernale delle strade è stata di 1.750.000 euro.

Da qui la proposta di un ordine del giorno, già approvato all’unanimità da tutti i sindaci presenti all’incontro di Alba, da far votare nelle prossime settimane dai Consigli comunali con cui si chiedono a Governo, Regione Piemonte, Unione delle Province Italiane e Parlamento criteri più equi o risorse aggiuntive che possano ridare dignità all’ente e al territorio della Granda.

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Natale da vivere sulle colline di Langhe, Roero e Monferrato La festa del Natale è quella preferita dai bambini, non solo per via dei regali che si troveranno il 25 dicembre in abbondanza sotto l'albero o accanto al Presepe. Durante le feste natalizie il mondo si colora e si anima, le città e i paesi si accendono e nonostante la temperatura rigida c'è desidero di uscire e incontrarsi.

Le luci degli addobbi, i dolci che si trovano abbondanti sulle nostre tavole, grazie anche alla ricca tradizione culinaria che ci portiamo dietro, rendono questa festa molto attesa da grandi e piccini. Tutti vivono il Natale in maniera speciale.

Se forse è un'espressione un po' retorica, quella che ci vuole “più buoni” durante le celebrazioni di dicembre, è però vero che l'atmosfera di serenità che circonda questa speciale ricorrenza religiosa è contagiosa.

Le città e i paesi in cui viviamo propongono tutti qualcosa per salutare il Natale: presepi, addobbi colorati, feste in piazza e nei centri storici, ma anche spettacoli e tanti concerti. Ognuno propone una sua chiave di lettura delle celebrazioni. Il rito del presepe si ripete ogni anno attraverso l’attività di artigianato che vive e si tramanda grazie a passione e entusiasmo di artisti, operatori locali, semplici cittadini e bambini che contribuiscono alla creazione di vere e proprie opere d’arte.

Nei presepi ognuno racconta la sua personale visione della natività e dei momenti di vita quotidiana fatta di botteghe e mestieri di un tempo.

“Terra & Tradizione” su questo servizio, vi segnala un circuito di autentica e sentita tradizione e si propone, attraverso le mostre e le iniziative natalizie, di far scoprire agli appassionati questi luoghi suggestivi del territorio langarolo e monferrino, offrendovi una panoramica, il più

completa possibile, di ciò che il lettore potrà trovare sul nostro territorio. Un'impresa titanica, poiché alla fine dell'anno sono davvero tanti gli eventi e di ogni genere.

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Per le feste di fine anno ogni città e paese si anima con eventi di ogni genere

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Bra Il Natale è ovunque una festa molto attesa perchè capace di regalare gioia e sorriso, soprattutto ai più piccoli, ma in generale a tutti. Le lunghe e fredde notti si colorano con le luminarie che abbelliscono i nostri splendidi centri storici, invitandoci a fermarci un pò più a lungo all'aperto, nonostante le temperature rigide. Questo naturalmente vale ovunque, ma in particolare, Terra & Tradizione, vi vuole segnalare la città della Zizzola, Bra, che si prepara ad accogliere le festività di fine anno con un ricco carnet di eventi, al chiuso e all'aperto, nella splendida cornice di un centro storico caratterizzato dai suggestivi edifici in stile Barocco. Nel fine settimana nel quale si inizia ad entrare nella vera atmosfera natalizia, quello fra il 14 e il 15 dicembre a Palazzo Mathis, uno dei più prestigiosi della città che ospita le mostre più interessanti, verrà proposto un omaggio-evento intitolato “Metamorfosi” dedicato all'artista Luca Cassine, l'artista emergente morto

improvvisamente un anno fa all'età di 42 anni.

L'esposizione è aperta dalle 9 alle 12,30 e dalle 15 alle 18. Il 15 dicembre è tempo di “Natale in città”. Una domenica di festa nel centro storico accompagnata da vin brulè, frittelle, polenta e salsiccia, con tante bancarelle, che saranno presenti nel tratto di via Vittorio Emanuele compreso

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dalla chiesa di San Giovanni fino alla chiesa della Croce. Non mancheranno i Babbo Natale a spasso per il centro che sapranno regalare sorrisi e dolcezze soprattutto ai bambini. Nel pomeriggio è previsto anche un doppio appuntamento musicale nella chiesa di Santa Chiara: alle 16 e alle 17,30 gli alunni del laboratorio di potenziamento artistico-musicale della scuola secondaria di primo grado “Dalla Chiesa” presenteranno “Suoni e colori in Santa Chiara”. L'ingresso è libero.

Il 16 dicembre alle 21 al Teatro Politeama Boglione, che sarà grande protagonista di questo periodo natalizio braidese, è previsto un concerto organizzato dall'associazione Commercianti.

Lo stesso giorno la biblioteca civica “Giovanni Arpino” organizza una lettura animata per bambini fra i 3 e i 6 anni. L'ingresso è libero su prenotazione obbligatoria. L’associazione Stregatocacolor proporrà “Attenti a quei due”.

Il 20 dicembre si torna di nuovo nel teatro per assistere allo spettacolo “La separazione” a partire dalle 21, Con Mario Zucca e Marina Thovez, che cura anche la regia. Si tratta della storia di Sarah, attrice di New York, e Joe, commediografo londinese, separati appunto, da un oceano. I due non si conoscono, ma il destino intreccia le loro esistenze. Sarah vuole mettere in scena una famosa commedia di Joe e lo chiama al telefono per chiedergli il permesso. Attraverso l’oceano e i fili del telefono tra i due nasce una sorprendente amicizia, per poi, finalmente, incontrarsi. Il 21dicembre torna l'animazione e l'intrattenimento musicale per le vie del centro cittadino col “Natale in città”, mentre una proposta molto allettante sarà presentata a bambini e ragazzi dall'associazione “Respiro” presso il Museo del giocattolo alle 15 e alle 16,30. Verranno condotti due laboratori per insegnare ai ragazzi a ricavare degli splendidi addobbi natalizi utilizzando materiale di recupero. L’associazione “Stregatocacolor” racconta “Un Natale sotto il mare”, lettura animata del racconto di Roberto Piumini “Il viaggio di Peppino”. A seguire si potranno realizzare dei burattini per mettere in scena il racconto appena ascoltato. Un altro appuntamento dedicato soprattutto ai piccoli, sarà in centro, nella giornata del 22 dicembre, con animazione e giochi proposti dall'associazione Ludobus.

speciale natale Ma l'appuntamento forse più atteso del fine settimana fra il 21 e il 22 dicembre è quello con il presepe vivente che verrà portato in scena sotto l'Ala di corso Garibaldi. Nei due giorni la santa natività verrà rievocata dai volontari che rappresenteranno Maria, Giuseppe, Gesù Bambino, i pastori e tutti i personaggi raccontati nei Vangeli. Sabato 21 la messa in scena si svolgerà dalle 20,30 alle 23 e domenica 22 dalle 17 alle 20.

Il 23 dicembre è un altro museo a proporre un evento legato al Natale. A Palazzo Traversa, sede del museo archeologico si cercano ragazzi volenterosi per la realizzazione di un albero natalizio che rallegri le sale di questo splendido edificio storico braidese. Una mattinata fra le 9 e le 12,30 dedicata a bambini e ragazzi fra i 6 e i 12 anni al prezzo di 5 euro. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione. La conclusione delle manifestazioni legate alle feste di fine anno è affidata, come di consueto, al Concerto di Capodanno “Un tour d'Europe” il 30 dicembre alle 21 al teatro Politeama Boglione. L’Orchestra Filarmonica del Piemonte, diretta da Paul Emanuel Thomas, porterà uno spettacolo che si iscrive nella tradizione dei concerti di fine anno. Si festeggia l’arrivo del 2020 con un program-

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ma che propone il meglio del Capodanno viennese e del repertorio classico, al termine del quale seguiranno gli auguri di tutta l’orchestra e il consueto brindisi con panettone e spumante. Da non dimenticare prima della conclusione definitiva del periodo natalizio (il detto dice che “L'Epifania tutte le feste si porta via”), al teatro Politeama Boglione "Valentina Vuole" il 5 gennaio alle 16, uno degli spettacoli inseriti nel cartellone dedicato alle famiglie e dunque soprattutto ai più piccoli. Dunque un ricco natale di eventi aspetta i braidesi e tutti coloro che si recheranno nella città nel periodo della fine dell'anno.

Agli appuntamenti nel centro storico cittadino si aggiunge anche un presepe molto particolare allestito in frazione Bandito, nella ex Villa Moffa, oggi centro “Raggio di luce” in via don Cremaschi 10. Il “Presepe in movimento” ha la particolarità di dare vita alla rappresentazione con oltre 40 piccoli movimenti: due fiumi, una cascata, un laghetto. Il paesaggio spazierà dai monti al verde dei pascoli per le greggi, al deserto con pastori e cammelli. Viene ricostruita anche l’alternanza di giorno, sera, notte ed alba. Quest’anno il gruppo si è impegnato a aumentare gli effetti della scenografia. Dal 2005 il gruppo di volenterosi cerca di restituire a Bra e Bandito una antica tradizione, nata con il lavoro e la dedizione dei Seminaristi di Don Orione, che per tanti anni e fino al 1994 aveva visto nascere nella Casa di Formazione, nei giorni di Natale, un presepe artigianale ricco di movimenti e di soluzioni allora “avveniristiche”. La creazione si può ammirare dal 25 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni dalle 15 alle 18.

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Diano - Ricca

Vergne - Verduno

A Diano d’Alba per esempio, a partire dal 2000, un gruppo di amici dianesi, grazie all’aiuto del parroco don Antonio Valsania, allestisce in occasione del Natale il presepe meccanico nei pressi della chiesa parrocchiale, precisamente nella parte sottostante la casa canonica, presso il campetto da calcio. L’allestimento partirà dal 22 dicembre per concludersi il 20 gennaio del 2020, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 20.

A Vergne, frazione che si divide fra Narzole e Barolo ormai da molti anni è consolidata la tradizione della mostra dei presepi a cielo aperto.

I cittadini del borgo allestiscono le loro creazioni, dalle più piccole a quelle davvero evidenti, in ogni angolo, dalle piazze alle strade, nei crocicchi, sui balconi e nei cortili. Ogni luogo può ospitare la sua rappresentazione della Natività. Sono creazioni fatte con qualsiasi materiale e si possono ammirare naturalmente in qualsiasi momento nel corso della giornata. Saranno visibili dal 15 dicembre fino al 12 gennaio.

A Verduno invece è il Santuario del Beato Valfré a ospitare un allestimento originale: il “Presepe del viaggiatore”.

E’ un’opera che coniuga le due grandi passioni degli autori, Maddalena Ravinale e Carlo Casavecchia: i viaggi intorno al mondo e la costruzione di presepi. Ogni anno il visitatore attraversa nuovi paesi, si accosta a differenti culture passando dai paesaggi latino-americani a quelli europei, dalle atmosfere dell’Africa nera al fascino del deserto del Sahara, dalle ambientazioni palestinesi e medio-orientali alle suggestioni indiane e dell’estremo oriente. Viaggiare in posti lontani permette a Carlo e Maddalena di riprodurre, lavorando con la fantasia e con grande cura dei particolari, ciò che hanno scoperto in giro per il mondo.

L'edizione 2019/2020 propone le ambientazioni di Giordania, Palestina, Namibia, Grecia e Mongolia.

Ogni anno l’allestimento ha come obiettivo il finanziamento di un progetto di Emergency. Quest’anno è stato scelto il nuovo centro di eccellenza ospedaliera, specializzato in chirurgia pediatrica, costruito ad Entebbe in Uganda. Vi sono quindi almeno due buoni motivi per visitare il Presepe di Verduno: viaggiare attraverso il mondo con la fantasia e contribuire ad un importante progetto umanitario.

Nello stesso Comune, ma in frazione Ricca, nel Salone parrocchiale in piazza della Chiesa la notte di natale sarà inaugurata la mostra di presepi artistici, che quest'anno si arricchisce con una esposizione di disegni dal tema: “Terra chiama luna”. Nel 50° anniversario dello sbarco dei primi uomini sulla luna, si chiede ai giovani artisti di vedere questo satellite del nostro pianeta con occhi diversi.

Alla mostra partecipano le scolaresche di Ricca/ San Rocco Cherasca e quasi tutti i paesi limitrofi.

Disegni singoli e lavori di gruppo saranno poi esposti accanto ai presepi fino al 7 gennaio con apertura dalle 15 alle 18.

Da due anni si può anche visitare la mostra/museo di arti e antichi mestieri "Conservare il passato", allestita nei locali del “Centro Culturale Don Mario Destefanis”.

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Dogliani A Dogliani l'evento più atteso di Natale, come avviene ogni anno è il Presepe vivente, uno dei più rinomati fra le nostre colline. Ma prima di questo appuntamento l'associazione commercianti e il Comune proporranno una serie di giornate in Piazza San Paolo intitolate “Il Circo nel bosco delle meraviglie”, con vari appuntamenti dedicati soprattutto ai più piccoli ma non solo. Questi potranno incontrare Babbo Natale dalle 15 nelle varie giornate di eventi fino al 23 dicembre.

Sabato 14 dicembre dalle 15 si potrà assistere all'esibizione dell'Asd Pgs Auxilium Dogliani intitolato “Un pattino per Natale”; il giorno successivo, il 15, sempre alla stessa ora torna il gruppo sportivo del paese e alle 15,30 in Piazza Carlo Alberto si potrà ascoltare il concerto Gospel del coro “Envie de Chanter”, alle 18 in Piazza Umberto I, il nuovo concerto del coro George's Planets. Inoltre si potranno gustare caldarroste e polenta accompagnate da vin brulé e cioccolata calda. Martedì 17 alle 21 musica con “Didi e chi c'è”; sabato 21 alle 16 si potrà trascorrere un pomeriggio in allegria insieme al Mago Arcobaleno e alle 20 gran polentata di Natale.

Domenica 22 alle 15 Castagne e non solo e a seguire, alle 16 lo spettacolo comico intitolato: “Come Ello organizza il Natale”.

Arrivano dunque le due giornate dedicate al Presepe vivente. Come vuole la tradizione sono quelle dell'antivigilia e della vigilia, il 23 e 24 dicembre. La suggestiva rappresentazione è resa possibile da circa 350 figuranti in costume.

Una grande attenzione viene posta nel ricreare con precisione gli ambienti, gli arredi, le merci, la foggia degli abiti di quel tempo, l’uso degli attrezzi, le situazioni, i dialoghi e i comportamenti della Betlemme della notte della natività.

Questo Presepe vivente deve il suo fascino alla perfetta ricostruzione di scena tra i vicoli medioevali di Dogliani Castello, il borgo alto della città. I vicoli della contrada brillano della luce di torce e falò. Il contadino contratta con il mercante. Il nobile acquista tessuti pregiati. Il vasaio, il falegname, il cestaio lavorano usando antichi strumenti.

Il fabbro picchia senza sosta con il suo martello.

Le botteghe, le locande, le stalle, le case di poveri pescatori e quelle dei ricchi signori si animano.

Si sforna il pane e si offre vino nelle osterie, mentre, tra il fervore del borgo e l’indifferenza inospitale della gente di Betlemme, una coppia di viandanti, la Madonna e San Giuseppe, cammina per le vie del paese alla ricerca di un riparo per la notte.

Nella mangiatoia di una povera capanna infine, riscaldato dal bue e dall’asinello, riposa un dolce bambino.

Passato Natale, venerdì 27 dicembre alle 18,30 Piazza San Paolo si anima nuovamente con Aperibosco, grazie alla musica di “Rhythm brain dj”; sabato 28 animazione e divertimento dalle 15,30 con Lello Clown che propone “Bizzarri equilibri”; domenica 29 alle 15,30 va in scena lo spettacolo di pupazzi “Fuffy Pappets show”. Dogliani ospita anche una festa di capodanno in grande stile.

Di solito le notti di capodanno vengono organizzate nelle piazze dei grandi centri, il paese langarolo prova ad andare controcorrente con il “Capodanno in Langa”, che si è ritagliato uno spazio importante tra gli eventi della notte di San Silvestro della zona.

L'evento ormai riscontra adesioni da tutta la Regione: un pubblico attratto dalla sapiente capacità delle Langhe nell’abbinare la cucina e il vino, e dalla rodata organizzazione, che ogni anno propone nomi di primo piano nel panorama musicale, con ospiti per tutte le età.

Non mancano mai l’orchestra da ballo e il dj set, che animano la nottata dopo un ricco cenone nel padiglione riscaldato.

Un’area bimbi con personale qualificato è dedicata a quei genitori che non vogliono perdersi la magia del Capodanno, restando insieme ai figli, in un ambiente di festa protetto. Ci sono anche menù convenzionati in vari ristoranti del paese, con navette.

La magia del Natale prosegue ancora nel paese langarolo di nuovo in Piazza San Paolo sabato 4 alle 15 con “Ops teatro” che propone “La magia delle bolle”; infine domenica 5 dalle 21 serata “aspettando la Befana”.

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Alba Ad Alba le celebrazioni di fine anno vedono la collaborazione fra Borgo di San Lorenzo e Comune per l'evento denominato “Notti della natività”. L'edizione del 2019 vede la presenza di due grandi ospiti musicali: il 7 dicembre alle 21 al Teatro sociale il maestro di Violino Alessandro Quarta e la sera successiva alle 18 nel Cortile della Maddalena il concerto della banda salentina dei Boomdabash che piacerà certamente ai giovani si tratta di una delle formazioni di maggior successo degli ultimi anni, vincitrice - fra l’altro - delle ultime due edizioni Wake Up Festival Winter Edition.

Il resto degli eventi è reso possibile grazie alla collaborazione dell'Aca e dell'Ente Fiera internazionale del Tartufo bianco D'Alba, ed ogni fine settimana, sono in programma celebrazioni come il Presepe vivente che verrà allestito nella chiesa di San Domenico sabato 14 dicembre.

Nella Città delle Cento Torri il Capodanno si festeggia nella Chiesa di San Domenico grazie a un appuntamento diventato ormai atteso dagli appassionati di musica classica, ovvero il Concerto di Capodanno in programma immancabilmente il primo giorno dell'anno, dunque mercoledì 1 gennaio 2020 alle 17.30. Giunto all'edizione numero 13, sotto la direzione artistica di Giuseppe Nova e Jeff Silberschlag, l’appuntamento richiama oltre 500 persone. Grandi protagonisti saranno Elisso Gogibedaschwili al violino, lOrchestra di Stato della Bulgaria, diretta da Abzal Mukhitdinov che proporranno musiche di Paganini, Verdi, Čajkovskij, Strauss.

Al Teatro sociale “Busca” di Alba invece, come primo appuntamento della rassegna “Famiglie a teatro”, con appuntamenti adatti anche al pubblico infantile, va in scena una storia classica del periodo di fine anno: “Il Canto di Natale”. Si tratta proprio dell'ormai celebra racconto di Charles Dickens, raccontato dagli orfanelli del pio Ospizio di Marshalsea di e con Giacomo Anderle e Alessio Kogo. Un classico che non ci si stanca mai di ascoltare: l’avaro Scrooge ed il suo viaggio fantastico tra le ingiustizie e le sofferenze che il suo comportamento ha provocato, sono entrati nell’immaginario collettivo. Letto, narrato e messo in scena in mille modi diversi ha superato anche alcune indimenticabili parodie.

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Govone A Govone si rinnova l’appuntamento col “Magico Paese di Natale”. L’organizzazione dell’evento propone la visita al Castello sabaudo di Govone, parte della rete delle residenze sabaude e dunque patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco, con tanti eventi collaterali nello storico edificio, nel parco e in tutto il centro storico. Non può mancare naturalmente la Casa di Babbo Natale con uno spettacolo dedicato ovviamente ai bambini. In una notte burrascosa poco prima di Natale, la regina delle fate, Zurline, e re Ak, ricordano la prima avventura della ormai amatissima renna Rudolph. Tanti anni prima, Rudolph, non era la renna famosa e tanto amata di oggi: era emarginata per via del suo naso rosso e della sua debolezza fisica che non le permetteva di trainare la slitta di Santa Claus, il suo sogno più grande. Grazie al sostegno del suo amico elfo Julius, Rudolph riuscì a sopportare "le frecce e i dardi della sorte avversa" e a trovare la forza di perseverare finché non gli si presentò l'occasione di mostrare il suo vero valore. Il musical-spettacolo richiama tratti della letteratura tradizionale sul Natale e dell'opera di F.L. Baum. Si potranno ammirare da vicino gli ambienti della sua dimora, consegnare le letterine agli elfi posta e, al termine della visita, incontrare Babbo Natale. Si può scattare una foto con lui e i suoi aiutanti per portare a casa un pezzetto di questa bella avventura. Fra gli eventi la “Scuola degli elfi”, percorso ludico nel giardino del Castello di Babbo Natale, adatto ai bambini dai 5 agli 11 anni. Babbo Natale, come sempre indaffarato tutto l’anno nella preparazione dei regali, è alla ricerca di nuovi aspiranti elfi. Essendo molto impegnato, affida questa importante missione alla regina Antea.

Chi meglio della fidata Regina degli elfi sarebbe in grado di preparare ed istruire gli aspiranti elfi?

Ciascun bambino potrà essere accompagnato da 2 adulti che non dovranno acquistare il biglietto. Torna anche la “Bottega del Magico Paese di Natale” uno spazio tutto dedicato al vino e ai prodotti speciali e sponsor non venduti nelle casette di legno, vi si trovano inoltre moltissimi vini selezionati per il pubblico con sommelier e produttori che faranno piccole degustazioni e potranno vendere al pubblico le bottiglie e i vari prodotti in confezione regalo.

Inoltre nel parco del Castello si effettueranno prove di tiro con l’arco ed altri giochi di equilibrio (slackline, trampoli ecc.).

Tutte le attività saranno assistite dagli istruttori dell’associazione Exploravita. Un modo per

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scoprire come possa essere divertente l'attività all'aria aperta e a contatto con la natura anche nella stagione fredda. C’è anche un Presepe meccanico, con artigiani, pastori, pescatori, animali e contadini, animati da un complesso sistema meccanico che rappresenta scene di vita comune e antichi mestieri. La realizzazione è a cura dell’associazione la “Collina degli Elfi” e si trova nel percorso del mercatino. Questo a sua volta è aperto tutti i sabati e le domeniche, con oltre 110 casette di artigianato, oggettistica e gastronomia selezionate in tutta Italia. Per l’edizione 2019 il Mercatino govonese è candidato a partecipare al concorso European Best Christmas Markets dove gareggerà come unica rappresentanza italiana.

L’evento è in programma tutti i fine settimana e nei giorni festivi e prefestivi fino al 22 dicembre.

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Albugnano Anche i paesi del Monferrato allestiscono i loro presepi tradizionali.

Certo questa non è una novità, ma alcuni appuntamenti sono diventati consolidati eventi attesi ogni fine anno, grazie alla cura con la quale vengono proposti.

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Partiamo da Albugnano il cui presepe non può non venire allestito in quel vero e proprio gioiello di arte romanica che è l'Abbazia di Vezzolano, la canonica di Santa Maria.

Qui ci sarà la creazione del singolare presepe della restauratrice Anna Rosa Nicola.

Ogni anno l’opera è capace di stupire con nuovi dettagli e particolari, scorci di vita quotidiana in miniatura, una rappresentazione realistica di mestieri originali e talvolta dimenticati: una vera poesia di arte artigianale.

Da non perdere anche il centro storico del paese e il suo Belvedere, il balcone sul Monferrato, alla ricerca dei tipici addobbi natalizi sparsi per il paese.

Si potrà visitare a partire dall'8 dicembre fino al 6 gennaio ogni sabato, domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 17 e tutti i giorni tra Natale e Capodanno.

Solo su prenotazione, per i gruppi negli altri giorni della settimana.

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Aramengo Per quanto riguarda Aramengo sono previsti ben due allestimenti. Uno sarà in frazione Marmorito, nella piazza del Peso, creato dai bambini del paese; le figure, studiate e preparate in precedenza, sono decorate dai piccoli abitanti del borgo che firmano le loro “opere d’arte”.

Inoltre nel salone delle associazioni, verrà presentata la mostra “Presepe... che meraviglia”, in collaborazione con Anna Rosa Nicola, l’artista Giorgio Franco e il Centro Francescano Culturale Rosetum: un percorso fatto di 18 passaggi attraverso i quali ci si inoltra nei diversi significati degli elementi che compongono il Presepe. Si tratta di una rappresentazione senza epoca e senza stagioni precise, con atmosfere poetiche che raccontano storie e momenti preziosi attraverso gli atteggiamenti e le espressioni dei personaggi.

Da segnalare che Sabato 21 dicembre alle 16 nel Salone delle Associazioni è in programma la rappresentazione teatrale “Il Presepe...che Meraviglia!” a cura del Centro Culturale Rosetum, con P. Marco Finco, Pietro Grava e Roberta Paolini.

L'ingresso è gratuito.

Quello in piazza del peso naturalmente si può ammirare tutti i giorni a qualsiasi ora, la mostra è visitabile il sabato e la domenica dalle 14.30 alle 18 esclusi Natale e Capodanno.

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Camerano Casasco Castagnole M.to A Camerano Casasco si rinnova una tradizione del presepe diffusa e al contempo complessa, ovvero la ricostruzione meccanica.

Sotto i voltoni in tufo delle cantine del castello, vicino all’antico forno comunale del 1700, si può visitare il presepe meccanico degli antichi mestieri costruito dallo scultore Gennaro Cosentino.

La realizzazione è frutto di 25 anni di lavoro attento, ne fanno parte circa 40 statue in legno, animate dal meccanismo di decine e decine di motori elettrici progettati dallo stesso Cosentino.

Nei giorni di apertura del presepe è possibile visitare anche i preziosi stucchi dei maestri Luganesi (risalenti al 1650 circa) nella chiesa parrocchiale recentemente restaurati e, a Palazzo Balbo, la camera che ospitò Silvio Pellico per tre anni, con gli arredi originali.

Le visite sono possibili tutti i giorni festivi e prefestivi fra le 15 e le 17.30. Sono anche possibili visite private o in gruppo, durante tutto l’anno.

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Castagnole Monferrato offrirà ai visitatori il presepe in due popolari tradizioni: una mostra di vari allestimenti e la popolare rappresentazione dal vivo con la cittadinanza impegnata a rappresentare le figure al centro della santa natività.

Per quanto riguarda la mostra nelle cantine della settecentesca “Tenuta La Mercantile” saranno allestite varie creazioni. Molto particolare è certamente il “Presepe del Vino”: opera di Stefano Parodi e Marco e Piera Roggero. Si tratta di una rappresentazione ispirata alla vendemmia e alla commedia dialettale “Gelindo ritorna”; inoltre il paese di Castagnole è protagonista del presepe fatto dagli ospiti della Casa di Riposo “Coniugi Valpreda Capitolo”, coordinati da Betty Pavese; attirerà certamente la curiosità la nuova realizzazione di un presepe fatto all’uncinetto da Carla Fresia. Il Coordinamento generale è affidato a Fulvio Durando. La mostra sarà allestita dall'8 dicembre al 6 gennaio con orario di visita dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17 tutti i giorni festivi oppure su appuntamento. Domenica 15 dicembre a partire dalle 15.30 ci sarà la rappresentazione del Presepe Vivente fra le vie e le piazze del centro storico della Miraja. La suggestiva rappresentazione non mancherà di affascinare gli spettatori, grazie anche alla bellezza del centro monferrino. Gli abitanti ricostruiranno le fasi salienti della natività come raccontata dai Vangeli.

Saranno offerti Ruché brulé, caldarroste, polenta e cioccolata calda per i più piccini.

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Castagnole Lanze La presenza di Castagnole delle Lanze rappresenta la principale novità della rassegna di quest'anno.

Il paese alle porte delle Langhe riproporrà la sua tradizionale e suggestiva mostra di presepi allestiti per tutto il centro storico. Sono circa 200, costruiti con materiali poveri e semplici dalla cittadinanza castagnolese che utilizza tutta la sua creatività e fantasia, richiamano prodotti e tradizioni del territorio e saranno esposti nelle vie del borgo storico, nel paese alto di Castagnole delle Lanze, sui davanzali delle finestre, sulle soglie di porte e portoni, a ridosso di cancellate e muretti.

E' previsto un presepe con elementi a misura naturale collocato nella parte finale del percorso, nel parco della Rimembranza.

L’iniziativa, lanciata qualche anno fa dai volontari dell’associazione culturale “Torre del Conte Paolo Ballada di Saint Robert”, vede anche il coinvolgimento di una parte della popolazione di Castagnole delle Lanze, compresi i bambini e alcuni artigiani locali. Essendo a cielo aperto non ci sono particolari orari da seguire per ammirare le creazioni della popolazione castagnolese, per quanto riguarda quello nel parco della Rimembranza, sarà visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 18.

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Cocconato Una suggestione del tutto simile potranno viverla i visitatori di Cocconato, visto che lì saranno allestiti circa cento presepi, esposti tra gli angoli più caratteristici del centro storico e i punti più panoramici di uno dei “Borghi più belli d'Italia” anche con la suggestione dell'illuminazione notturna. L'esposizione dei Presepi d'artista propone davvero creazioni di altissimo pregio e creatività: un allestimento con 40 movimenti dell’ormai celebre presepe all’uncinetto, le realizzazioni più recenti dei presepisti del gruppo “Artigiani del Presepe Torino”, il pezzo unico intagliato in legno dall’artista polacco Jan Leonczak, la nuova versione del presepe in foglie di mais, quelli napoletani in teca e campana, le creazioni uniche in rilievo su piatti di ceramica, in quadro con sabbie colorate, in mosaico di cereali, in setaccio. La si potrà ammirare nel Salone comunale nel Cortile del Collegio con apertura nei festivi e prefestivi (escluso Natale) dalle 14.30 alle 18 o su appuntamento. Invece il presepe animato propone personaggi a grandezza naturale, sarà illuminato in notturna e realizzato da artisti cocconatesi lungo il suggestivo percorso della storica scalinata che raggiunge la chiesa di Santa Maria della Consolazione. Per questi allestimenti di pregio ci sarà una partenza importante domenica 8 dicembre: “Presepiando...degustando” con il mercatino di Natale. Alla presenza di alcuni artisti espositori che spiegheranno curiosità e aneddoti dal vivo sulle loro creazioni, i visitatori a partire dalle 12 potranno degustare le specialità cocconatesi a buffet nel salone comunale di via Rosignano.

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Grana A Grana il presepe ha una firma ben precisa, quella di Nino di Muzio. L'allestimento è stato da lui realizzato e oggi viene gestito dal figlio Cristiano, sarà esposto nei locali sottostanti la Chiesa in piazzetta Maria Ausiliatrice. La tecnica di realizzazione è artigianale: alcune statue sono state costruite a mano, con resina e stoffa. L'allestimento occupa una superficie molto ampia, di circa 100 metri quadri, con 380 personaggi e due sinagoghe in legno, oltre a un castello, il palazzo di Erode, e abitazioni varie.

Di fronte al presepe, la rievocazione dell’Annunciazione, dei profeti e un piccolo villaggio con il vecchio mulino ad acqua.

Suggestivi sono anche i giochi di luce che scandiscono i momenti dell’alba, del giorno, del tramonto e della notte. Lo si potrà ammirare dall'8 dicembre al 6 gennaio nei giorni festivi con orario dalle 11 alle 12.30 e dalle 15 alle 16, il sabato dalle 15 alle 16. Per visite di gruppi su richiesta, occorre telefonare.

Nel periodo di esposizione ci sarà la possibilità di degustare piatti tipici e vini del territorio al ristorante Roma con sconto del 10%.

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Monale

Montegrosso

La caratteristica della proposta di Monale è quella delle statue a grandezza naturale. Il percorso prenderà il via dal presepe realizzato da Remo Marangon, le cui statue, ad altezza naturale, rappresentano alcuni dei concittadini monalesi.

Si arriva fino al castello. Si potranno ammirare anche le statue di terracotta prodotte dai cittadini del paese nei corsi che sono stati guidati quest’anno dall’artista Martino Canavese. La conclusione dell'esposizione è affidata al presepe intagliato nel legno da Canavese, dove la Sacra Famiglia è stata realizzata a grandezza naturale.

Inoltre oltre 100 presepi provenienti da tutto il mondo sono esposti nel Salone polivalente. L'anteprima della manifestazione è stata domenica 1 dicembre. In occasione dei festeggiamenti di Santa Caterina: ci sarà anche il mercatino di Natale, quello dello scambio e del baratto. I visitatori non dovrebbero perdere l'occasione per una visita allo storico castello. L'orario di visita Dall'8 al 20 dicembre va dalle 10 alle 12; dal 20 dicembre fino al 6 gennaio anche nel pomeriggio fra le 15 e le 18.

Si possono effettuare visite anche su prenotazione. Il 24 dicembre è in programma la processione natalizia, la Messa di Natale e ulteriori festeggiamenti. In chiusura, il 6 gennaio, la camminata della Befana, con visita guidata.

Come a Camerano, anche Montegrosso d'Asti a partire dall'8 dicembre presenta un grande presepe meccanico, interamente realizzato a mano da Maurizio Nanni, molto curato nei particolari con personaggi in movimento e la scena scandita dalle fasi del giorno e della notte.

Rimarrà esposto fino al 26 gennaio del 2020 nell’edificio dello “Scalo Ferroviario”, adiacente alla stazione, allestito in due vagoni storici e si potranno visitare anche diversi presepi, tra i quali quelli realizzati dalle scuole dell’Istituto Comprensivo di Montegrosso d’Asti.

Si aggiungerà nel pomeriggio di domenica 22 dicembre, dalle 14 alle 18, nella splendida cornice del centro storico, con più di 40 figuranti impegnati soprattutto negli antichi mestieri, la ricostruzione dal vivo del villaggio di Betlemme col presepe vivente.

Nella capanna della Natività, la Sacra Famiglia sarà riscaldata dal bue e dall’asinello.

Alle 18.15 nella storica chiesa parrocchiale del 1800 verrà anche proposto un concerto di musica sacra natalizia.

La mostra sarà visitabile il martedì dalle 10 alle 12, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 12.00 e dalle 15 alle 18, l'ingresso è libero.

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Schierano L'ultimo borgo all'interno di questa speciale rassegna natalizia è Schierano, frazione di Passerano Marmorito. Anche qui c'è una mostra diffusa di creazioni che si possono ammirare per strade, incroci, piazze, crocicchi. A partire dal 2010 queste rappresentazioni della natività rappresentano un messaggio francescano di pace, fede e tradizione.

Ogni anno aumentano di numero e hanno raggiunto il numero di 250 circa.

Vengono esposti davanti alle chiese, alle porte delle case e sulle finestre, nei vicoli e lungo la strada principale. La particolare illuminazione notturna crea un’atmosfera natalizia calda e suggestiva. Sono realizzati con semplicità e materiali naturali e vengono dedicati a Papa Francesco e al suo trisnonno Giuseppe Bergoglio nato a Schierano proprio nel 1816.

La mostra a cielo aperto è visitabile dall'8 al 6 gennaio, le domeniche, nel periodo dell’esposizione, la Pro loco offrirà ai visitatori un dolce e caldo ristoro.

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Nizza Monferrato Anche quest’anno a Nizza Monferrato la Pro loco distribuirà, il 26 dicembre alle 12,30 l'aperitivo alla cittadinanza sotto il “Campanon” nella Piazza del Municipio, a ricordo della ribellione dei nicesi contro i sostenitori dei Savoia nel periodo napoleonico.

Dunque si tratta di un evento natalizio solo per la concomitanza della data con la fine dell’anno, ma l’evento non ha particolari significati spirituali, al contrario ben mondani. La ricorrenza merita comunque che sia raccontato il fatto storico a cui è collegata. Nella primavera del 1796 Napoleone Bonaparte sconfisse le truppe Austro-Piemontesi a Caiso Montenotte, Dego e Millesimo, nelle nostre zone di qui la firma dell’Armistizio di Cherasco che costringeva il Regno sabaudo alla resa. L’influenza della rivoluzione francese in

Piemonte si stava facendo sempre più forte, con vari episodi in tutto il territorio, compresa Alba, Nel 1798 re Carlo Emanuele IV abbandonò Torino ed a ritirarsi in Sardegna. In questo quadro politico il 6 Nevoso dell’anno 7° della Rivoluzione, ovvero il 26 dicembre del 1798, A Nizza scoppiarono alcuni tumulti. Verso l’una del pomeriggio giunse a Nizza una moltitudine di per-

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sone armate di ogni tipo di oggetto contundente, da vere e proprie armi, come fucili, pistole, sciabole a arnesi usati come tali, dai comuni di Costigliole, Montegrosso, Agliano, Mombercelli, Mosca, Castelnuovo Calcea, Canelli, San Marzano ed altri del territorio.

Il piccolo e improvvisato esercito, suddiviso in tre colonne, piombò su Nizza al suono di tamburi battenti, guidato da un un tale Mariotti, al grido “Viva il Re”. Venne sconfitto il corpo di guardia, abbattuto l’albero della libertà, ammainata la bandiera tricolore e le altre insegne della Repubblica; il consigliere Rognone fu ferito con la sciabola, il segretario Chiodi e il comandante della Guardia nazionale Pietro Agostino Sobrino arrestati, il Capitano Colomba oltraggiato.

I rivoltosi pretendono la consegna di pane e vino.

I nicesi, anche se richiamati dal suono del “Campanon”, restarono tranquilli e mentre una commissione avviava trattative con i rivoltosi, uno stuolo di giovani, provvisti di randelli, si preparava a una controffensiva. A questo punto l’episodio si colora anche di ironia un po’ brutale. “Cosa Volete?” chiesero i parlamentari di Nizza alla turba che rispondeva: “Viva il Re! Viva i Savoia! Vogliamo pane e vino buono”. In replica una voce replicò “Se aspettate vi daremo anche il lardo!” In questo momento i giovani nicesi si scatenarono contro gli assalitori mettendoli in fuga e difendendo gli ideali repubblicani che avevano conquistato gli animi nel centro monferrino.

Per questo motivo da quel momento a Nizza “dare il lardo” significa dare una severa lezione e l’episodio viene ricordato ogni 26 dicembre, con lardo vero, non con randelli.

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Asti Ora ci concentriamo su Asti città, e sono davvero tanti gli appuntamenti legati al periodo natalizio, con particolare attenzione agli spettacoli teatrali, che nel capoluogo sono più frequenti nel mese di dicembre. In particolare per i bambini si moltiplicano gli eventi come quello del Teatro la Torretta che propone alle 17,30 del 13 dicembre “Aspettando Papà Noel”, viaggio per tutta la famiglia pensato per far riscoprire a grandi e piccoli la gioia che accompagna l'attesa del giorno di Natale. Lo spettacolo di Marco Sereno è ambientato nel laboratorio in cui Babbo Natale prepara i giochi da consegnare ai bambini.

Il 15 dicembre alle 17,30 al Teatro Alfieri va in scena “Lo Schiaccianoci” è il balletto natalizio per eccellenza, nella versione del Balletto di Milano, che ripercorre la fiaba originale. L'elegante messa in scena in stile anni '20 e la brillante coreografia riempiono gli occhi, la frizzante interpretazione conquista il cuore. Il rosa degli arredi e dei preziosi costumi del primo atto si sfuma nell'azzurro cinerino della nevicata con fiocchi danzanti sulle punte nei loro tutù ricamati d'argento. In un crescendo di entusiasmo appare abbagliante la coppia dei protagonisti, interpreti del “grand pas de deux”. Un balletto per tutte le età per trascorrere una bella nel periodo natalizio, il più scintillante e luminoso dell'anno. Il 17 dicembre, ancora all'Alfieri alle 21 il Concerto Gospel di David Bratton, gigante di questo genere musicale, che si esibisce con una formazione che accoglie i migliori cantanti e musicisti provenienti dalla Virginia e da New York, per un totale di 30 artisti. Bratton dopo anni in tour sia negli Usa che in Italia e Europa, miscela sapientemente musiche tradizionali e gospel contemporaneo. Il suo talento, sia come compositore che come interprete e solista, gli ha dato l’opportunità di collaborare con diversi artisti di rilievo del panorama internazionale come Edwin Hawkins (autore di Oh Happy Day) Richard Smallwood, Timothy Wright, Heze-

kiah Walker , Roberta Flack e Pattie LaBelle, oltre che cantanti del calibro di Anastasia e Dee Dee Bridgewater.

Il 20 dicembre alle 21 “Skianto” di e con Filippo Timi, ancora al Teatro Alfieri. Una favola amara, un testo spiazzante che mescola rabbia e dolore ad una esilarante ironia. Sul palco un anticonvenzionale, istrionico e intimo Filippo Timi che in una sarabanda di lampi immaginifici e sferzate emotive nell’impasto dolce di una favola pop racconta l’irrefrenabile ricerca di un'identità fuori dalla “handicappitudine”. A questi eventi si aggiungono la Mostra dei presepi fra il 14 dicembre e il 6 febbraio allestita presso il Museo Diocesano in via Natta su iniziativa del Lions Club Storici, Artisti e Presepisti d'Asti. L'altra esposizione e concorso "Il Più Bel Presepio - Premio On. Giovanni Giraudi”, cone le opere esposte nella chiesa di San Martino dal 15 dicembre al 6 gennaio. Senza dimenticare il Presepe vivente napoletano ancora al Museo Diocesano di Asti, sempre a cura del Lions Club Storici, Artisti e Presepisti d'Asti e il Mercatino dell'Antiquariato il 22 dicembre in giornata, sotto i portici di piazza Alfieri e piazza Libertà su iniziativa di Comune e Pro.com. Si arriva così al doppio appuntamento di fine e inizio anno di nuovo al Teatro Alfieri di Asti. Il 31 dicembre Capodanno a teatro a partire dalle 21 il musical Thriller “Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet street”, con musiche e liriche di Stephen Sondheim. Un musical coinvolgente, la favola nera di Sweeney Todd arriva in Italia. Una storia tormentata che nasce nel 1842 dalla penna del drammaturgo inglese George Dibdin Pitt, per diventare prima film nel 1936, poi musical e poi ancora film nel 2008 nella versione di Tim Burton con Johnny Depp ed Helena Boham Carter. Il musical, con le musiche di Stephen Sondheim e tratto dal libro di Hugh Wheeler, è stato portato in scena nei teatri più famosi di Londra e di Broadway con interpreti d’eccezione quali Angela Lansbury ed Emma Thompson. Il cast della versione italiana è composto da attori d’eccellenza, tra i migliori protagonisti del panorama teatrale nazionale. Una notte di fine anno molto originale con biglietto che include anche ovviamente il rinfresco; e si torna all'Alfieri anche il primo giorno dell'anno alle 17,30 con l'Orchestra sinfonica di Asti che eseguirà l'augurale e tradizionale concerto di capodanno.

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Mondovì

Il Carnevale

A Mondovì, i i preparativ per l'antica festa di Febbraio

Arriva il CARNEVALE, la pazza festa in maschera 44

L’Epifania tutte le feste si porta via. Questo proverbio popolare, resta valido, ma solo per un po’, un mesetto circa il tempo di far passare il mese di gennaio per smaltire i bagordi del periodo natalizio, poi comincia il Carnevale. Ed è di nuovo festa, quella per eccellenza che capovolge le convenzioni e magari anche gli assetti sociali, ma solo per un po’. I latini dicevano “Semel in anno licet insanire” (una volta l’anno è lecito perdere il senno). Nel territorio piemontese uno dei carnevali più celebri è quello di Ivrea, ma nella nostra zona, nel Basso Piemonte, è quello di Mondovì, ad aver conquistato una certa popolarità, grazie alla cura nella preparazione.

In questo modo è stato anche capace di catalizzare l’attenzione del territorio, non è un caso che in tutti i paesi limitrofi si organizzano carri e delegazioni per partecipare alle sfilate (non è mai una sola) del Carnevale di Mondovì. A dire il vero non solo dai paesi limitrofi, la partecipazione al “Carlevè ‘d Mondvì” (il suo nome dialettale) è ambita anche da un territorio più ampio e gruppi e carri si contendono con passione la vittoria come

territorio gruppi mascherati e come carri. Al momento in cui scriviamo un programma non è ancora stato definito, ma solitamente il Carnevale monregalese occupa più fine settimana intorno alla data tradizionale indicata dal calendario che nel 2020 cade domenica 23 febbraio e martedì 25, il martedì grasso. Queste date naturalmente sono certe ed è possibile che le sfilate si svolgano anche nei giorni precedenti o successivi, di solito la festa occupa una decina di giorni almeno, se non di più.

La festa della città in Provincia di Cuneo ha origini antichissime, risale infatti al XVI secolo e la sua maschera più rappresentativa, il Moro, trae spunto da una statua meccanica in ferro realizzata, nella seconda metà del XVIII secolo. Il Moro nel corso della storia monregalese è diventato a poco a poco uno dei simboli della città, insieme a quello più antico della Torre del Belvedere ed è maschera ufficiale del carnevale a partire dal 1950. A dire il vero la storia raccontata dalla maschera, anzi dalle maschere va molto più indietro nel tempo, fino all’alto medioevo e a personaggi storici, circondati da un aura di leggenda.

Il Moro, infatti, era il più audace e meno crudele dei capi Saraceni. Secondo la vicenda che ispira la festa, questi si era arroccato presso la Torre dei Saraceni che domina la Val Tanaro tra Garessio e Ormea. Lì, l’Imperatore Ottone I lo assediò per scacciarlo definitivamente dalle terre monregalesi.

Durante una delle sue scorribande il Moro rapisce una fanciulla: la Bela Monregaleisa (l’altra maschera del carnevale). Costei condivide numerose avventure al seguito del capo dei Saraceni, che, infine, la mette al servizio della Principessa Adelasia.

Appena ottenuta la libertà, la Bela Monregaleisa

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www.terraetradizione.com parte a capo di un gruppo di popolani per inseguire il suo sogno: costruire un paese dove non esiste nessuna disparità sociale. Per una settimana costeggia il corso del Tanaro, fino a giungere nel punto in cui il torrente Ellero confluisce nel grande fiume; da qui risale una collina denominata Monte di Vico (Mondovì) e lì si stabilisce creando il villaggio dei suoi sogni. La fanciulla ha deciso che quella collina fosse chiamata Monteregale: il monte in cui tutti gli abitanti possano avere gli stessi diritti dei re. In questo viaggio, la Monregaleisa si fa accompagnare da Pietro, servitore del Moro; che la aiuta a realizzare il suo sogno, arrivando sul Monte di Vico in una bellissima sera di maggio. Dopo alcuni mesi, ad ottobre, nel piccolo villaggio di Monteregale, la Bela Monregaleisa e Pietro si sposano. Un altro personaggio del carnevale monregalese è Ottone I di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero veramente esistito nella seconda metà del 900. Disceso in Italia per scacciare i saraceni e riprendere possesso dei suoi domini. Il suo destino si è incrociato con quello del Moro a cui, dopo la sua resa, ha risparmiato la vita perché aveva dato ospitalità e protezione alla figlia Adelasia che era fuggita con lo scudiero Aleramo, dopo il diniego del padre al loro rapporto.

L’Imperatore chiede al Moro di abbandonare le terre occupate e, in cambio, lo invita a tornare nel Monregalese ogni anno nel periodo di Carnevale per celebrare l’amore tra Aleramo ed Adelasia.

In una festa come quella del carnevale il lieto fine è garantito: i nemici diventano amici e le disparità sociali si livellano. Come si può vedere la storia che le da origine è degna di rappresentare questa ricorrenza. Le due maschere principali sono quella del Moro, naturalmente e quella della “Bèla Monregaleisa” che lo scorso anno ha portato fortuna alla ragazza che l’ha impersonata: Francesca Servetti di Dogliani infatti ha raggiunto le finali nazionali di Roma del concorso “Miss Universo”. Per lei è anche arrivato il riconoscimento di Miss “Nakai Resorts 2019” alla fine di agosto di quest’anno.

Un buon viatico per colei che indosserà i panni della bella e per tutti i partecipanti al Carlevé che non mancherà sicuramente di garantire tanto divertimento a tutti i partecipanti.

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