Il Romanista del 14 maggio 2025

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NON HA PORTATO RISULTATI

STADIO DELLA ROMA SI ACCELERA, TECNICI A PIETRALATA de Angelis Pag 7
LA COPPA ITALIA
Stasera contro il Bologna, dubbio Jovic o Gimenez per Conceicao Pag 6
Nella ripresa la Roma ha arretrato il baricentro
l’entrata di Pisilli ha confermato
scelta di cautela Lo Monaco Pag 4-5
COGITO ERGO SUD CE L’HANNO FATTA SOZZA
Tonino Cagnucci
Pensavo che dopo aver visto Di Canio difendere la Roma dopo Genova, non arrivasse pure il giorno in cui Parolo... Pag 3

Verso Roma-Milan

CASO KONÉ L’AIA CONTRO RANIERI

Dubbi di protocollo Zappi: «Applicato correttamente»

E Rocchi ne parlerà a Open Var. Ma Sozza ha visto tutto?

Gabriele Fasan gabriele.fasan@ilromanista.eu

Ci risiamo. La Roma e gli arbitri, ma stavolta s’arrabbia anche il mite Ranieri. La ricostruzione è facile: minuto 21 del secondo tempo di Atalanta-Roma di lunedì sera. Pasalic interviene su Koné lanciato verso la porta in area di rigore, l’arbitro Sozza fischia la massima punizione ma viene richiamato dal Var per revocare il penalty. Apparentemente è chiusa qua, ma in realtà in casa Roma si scatena l’inferno: squadra in silenzio stampa e parole affidate al solo Claudio Ranieri che bisticcia in diretta con il match analyst arbitrale di Dazn, Luca Marelli, e chiede chiarezza anche in conferenza stampa a Rocchi e compagni sulla sfera di intervento del Var su questo tipo di episodi. Risposta arrivata il giorno dopo.

TRA UNA SETTIMANA SENTIREMO L’AUDIO DEL CAMPO, NON COME ACCADUTO A VERONA CON NDICKA

L’Aia ha valutato correttamente l’applicazione del protocollo Var, come confermano anche le parole di Zappi, presidente degli arbitri, di ieri all’Ansa: «Siamo sinceramente dispiaciuti per le dichiarazioni di Claudio Ranieri in merito all’episodio del rigore inizialmente assegnato per un contatto tra Pasalic e Koné, poi correttamente revocato dal Var. Il designatore Gianluca Rocchi mi ha confermato la bontà della valutazione tecnica che sarà illustrata pubblicamente anche nella prossima puntata di “Open Var”. Non si trattava di calcio di rigore. Pasalic interviene, ma è il giocatore della Roma che, per effetto della propria dinamica, finisce addosso all’avversario». «Ranierisottolinea Zappi - è un allenatore da sempre rispettato per la sua correttezza, misura e cultura sportiva. Ed è proprio per questo che le sue parole hanno un peso rilevante. Tuttavia, in questo caso, la ricostruzione

Il contrasto PasalicKoné di lunedì sera. A destra l’arbitro Sozza MANCINI. In basso il designatore Gianluca Rocchi in tv durante una puntata di Open Var

IL NUMERO 1 DELL’AIA: «LE PAROLE DAI GRANDI STADI ARRIVANO IN PERIFERIA, CHIEDIAMO CAUTELA»

non corrisponde a quanto emerso dalle immagini e dalla valutazione tecnica. Il Var è intervenuto nel pieno rispetto del protocollo, correggendo un errore chiaro e determinante. Siamo alle battute finali di un campionato bellissimo e molto combattuto - conclude Zappi -, e in questo momento più che mai è fondamentale che tutti - allenatori, dirigenti, arbitri e media - esercitino la massima responsabilità. Le parole dette nei grandi stadi arrivano fino ai campi di periferia, dove purtroppo troppo spesso si trasformano in tensioni o addirittura in violenza. Continueremo a fare del nostro meglio con equilibrio, trasparenza e rispetto per tutti. Chiediamo solo che lo stesso rispetto venga riservato al nostro difficile e delicato ruolo». La Roma incassa e per ora non risponde.

Comunicazione inversa Qualche dubbio, tuttavia, resta -

come è rimasto ai vari Calvarese, Pistocchi e altri “moviolisti” - nonostante le dichiarazioni del numero uno dell’Aia - sempre pronta a rispondere pubblicamente agli allenatori della Roma, un po’ meno ad altri tecnici o dirigenti -, in quanto il direttore di gara a bordocampo è stato richiamato per valutare il contrasto tra le gambe dei due calciatori (con l’inquadratura dal basso e frontale). Un focus che “bypassa” completamente ciò che si vede dall’alto - molto più utile all’analisi del contatto - e da un’inquadratura che Sozza non ha visto. Cioè la spintarella di Pasalic a Koné data con anca e ginocchio. Troppo lieve? Può darsi (come tanti ne abbiamo visti però concessi...), ma perché Sozza non lo vede o lo vede solo parzialmente? Probabilmente perché Abisso - che presumiamo abbia visto tutto - non lo reputa un contatto d’intensità (televisiva) tale da mostrarlo al collega. Così è, se vi pare, ma così il Var, di

ha senso - sostiene a Radio Romanista l’ex arbitro Massimiliano Coppola -. Voglio citare le parole di Rocchi, poi, sul’episodio di Anguissa e Dumfries (di novembre scorso, ndr): disse che se l’errore non si dimostra clamoroso, dopo il richiamo, resta la decisione del campo. Anche in questo caso, se non si vede che Koné simula o si butta, la decisione deve restare quella del campo, stando a ciò che dicono loro... Koné “cerca” il rigore? Si può sostenere per tanti altri rigori. In molti casi simili è stata confermata la decisione del campo, come detto da Calvarese».

Le spiegazioni Il giallo è ancor più giallo considerando quel che ha riferito il Quarto Uomo Collu al tecnico giallorosso, che coincide con quanto affermato da Sozza nel colloquio con de Roon subito dopo il rigore quando spiega il perché Manu Koné non può essere ammonito per simulazione. Contatto sì, ma non determinante, come sembra essere nell’inquadratura dal basso, dove su un Koné sicuramente astuto a cercare l’avversario non si vede il gesto anch’esso astuto di Pasalic. Insomma, l’astuzia ha due pesi e due misure.

GIUDICE SPORTIVO

Arriva il Daspo all’invasore del Gewiss

“IGNORATO” IL CONTATTO DI ANCA E GINOCCHIO TRA PASALIC E MANU: MA NON C’È GIALLO PER SIMULAZIONE

IL FUTURO

C’è

fatto, arbitra, o meglio, fa la moviola, concetto inviso alla categoria: decide che è un chiaro ed evidente errore il contrasto - che non c’è - dal ginocchio in giù e valuta che anca e ginocchio che sbilanciano il francese lo toccano solo lievemente. Il tutto, per altro, quanto meno in contraddizione con la linea da sempre propinata dall’Aia: sull’intensità dei contatti valuta l’arbitro di campo e il Var non interviene. «Falli bassi, caviglie e ginocchia», sic dixit Ranieri. Sozza, poi, ha una visuale perfetta per giudicare il fallo, specie anca e ginocchio, che vede in primo piano anche se ad altezza uomo e non come potrebbe, ma non glielo mostrano, con la telecamera alta. «Se gli arbitri della sala Var hanno ritenuto un chiaro ed evidente errore, perché quando Sozza va al monitor revoca il rigore,ma non ammonisce il giocatore e non dà punizione indiretta contro la Roma? Applicare il regolamento così, non

In attesa della fumata bianca per il conclave romanista, con l’annuncio per quello che sarà il nuovo tecnico, continua a sfogliarsi, un nome dopo l’altro, la margherita: m’allena, non m’allena. Da ieri, abbiamo potuto depennare un altro nome dalla lista dei papabili (restando nella semantica vaticana), uno di quelli che nelle scorse settimane è stato accostato a più riprese alla panchina della Roma (e non solo, visto l’interesse del Bayer Leverkusen per il dopo Xabi Alonso). Si tratta di Cesc Fabregas. L’emergente allenatore spagnolo, ieri a Formello per un corso Uefa Pro, protagonista di una grande stagione col neopromosso Como (che un anno fa aveva portato in Serie A), rimarrà almeno un altro anno in riva al lago. A renderlo noto ci ha pensato Sky Sport, spiegando come, dopo l’incontro avvenuto tra il tecnico e la dirigenza comasca, Fabregas abbia deciso di allontanare il suo addio, respingendo le avances ricevute.

L’ARBITRO ERA BEN POSIZIONATO E DECISO A FISCHIARE, MA DOPO

REVIEW HA RITRATTATO: È MOVIOLA

Per fortuna, però, sembra che questa volta la richiesta di trasparenza sarà esaudita, anche se dopo una settimana (bisognerà aspettare il prossimo salotto tv), non come avvenuto dopo la gomitata di Magnani su Ndicka nella sconfitta della Roma a Verona, quando da Lissone fecero vedere a Marcenaro solo alcune telecamere e non quelle che chiarivano l’evidenza del fallo e quando fu stroncato, nonostante la richiesta di Dazn, l’audio della spiegazione della decisione arbitrale.

C’è ovviamente da aspettarsi che l’audio coincida con la versone ufficiale dell’Aia, quindi non come a Verona, quando non fu mai reso pubblico, o come a Monza, quando le spiegazioni trasmesse in diretta lasciarono non pochi dubbi sul contatto tra Kyriakopoulos e Baldanzi, che poi Rocchi dopo mesi ammise fosse da rigore.

Ps. Oltre all’audio del Var, en passant, sarebbe interessante sapere perché Sozza non ha fatto battere l’ultimo calcio d’angolo. ■

rimane

Trigoria e dintorni

E così, dopo Ancelotti (semplice suggestione) ufficiale al Brasile, anche Fabregas è da escludere. Chissà se il suo nome è mai comparso nella lista presentata, settimane fa, da Ranieri e Ghisolfi a Friedkin. La cosa certa è che, a

LO SPAGNOLO, ACCOSTATO

CON INSISTENZA A ROMA E LEVERKUSEN, ALLENERÀ

ANCORA IN RIVA AL LAGO. FRIEDKIN DECIDE IL FUTURO

stretto giro, il nodo dovrà essere sciolto, per iniziare insieme al nuovo tecnico a preparare il nostro domani. Un futuro che passa soprattutto dal campo, con una Champions più complicata, anche se non impossibile, dopo Bergamo, ma non solo. Anche dal progetto stadio o dal riassetto dirigenziale, temi che Dan in persona ha analizzato in questi giorni a Trigoria. Non è dato conoscere la posizione attuale del presidente, ma è probabile che il texano sia ancora in città, mentre il suo aereo ieri è partito da Salisburgo e ha fatto ritorno negli Usa. ■

Arriva un Daspo di 5 anni per l’invasore di campo del Gewiss Stadium, con l’obbligo di firma per un anno, all’inizio e al termine di ogni partita dall’Atalanta, scrive l’edizione di Bergamo del Corriere della Sera. Il tifoso (non munito di biglietto per assistere alla sfida) si era introdotto in campo dopo il secondo gol dell’Atalanta, provocando Svilar e venendo in seguito allontanato. Comunicate anche le decisioni del Giudice Sportivo: nessuna multa al club nerazzurro, mentre arriva la seconda sanzione per Claudio Ranieri

COGITO ERGO SUD di Tonino Cagnucci

W RE CLAUDIO DA TEMPO CE L’HANNO FATTA SOZZA

Pensavo che dopo aver visto Di Canio difendere la Roma in seguito al triplo furto subito a Genova che è costato la panchina a De Rossi, non arrivasse pure il giorno in cui Parolo dicesse quasi da solo a Dazn che quello a Bergamo era rigore per la Roma. Menomale che c’è un “quasi” e che quel “quasi” si chiama Claudio Ranieri. Visto che domenica col Milan gioca l’ultima partita in casa da allenatore della Roma, ricordiamocelo. Ricordiamoci tutto, non solo la rimonta del 2010, non solo questa da Como a Bergamo (maledetta tratta lombarda), o i 6 derby giocati, 5 vinti e uno pareggiato in rimonta; non solo le lacrime nello stesso giorno dell’addio di De Rossi con inchino verso la Sud, o il saluto dalla tribuna da tribuno al mondo durante Roma-Leicester tratta perfetta del suo destino. Non ricordatevi nemmeno solo le sublimi dichiarazioni de “li state a fa gode’ come ricci i romanisti” o la disponibilità a dire sempre di sì alla squadra della città in cui è nato, giocato e allenato uno, due, tre, stella al merito. Per me nel giorno in cui la Roma cade dopo 19 partite in volo (avendo preso la rincorsa dall’inferno) Claudio Ranieri mette la sua firma romanista più bella: ci mette faccia, voce e cuore e in diretta tv difende la Roma, zittisce chi non è abituato al contraddittorio, ma anzi è pratico a scivolare facilmente lungo le coordinate mainstream. Magari correggerà qualcosa, edulcorerà, perché è maestro di diplomazia, ma non cambia la sensazione che ha dato ai tifosi della Roma: essere rappresentati in un contesto dove o non ci siamo o dove veniamo bypassati, avere voce in capitolo dentro una scatola dove solitamente echeggia solo la voce del padrone. A me frega quasi niente se c’è il rigore, a me importa che della Roma si abbia cura. Che i romanisti non passino come “piagnoni” o “vittime” perché è una pratica che fanno proprio i colpevoli e i carnefici. Paulo Roberto Falcao, cioè il sinonimo perfetto di mentalità vincente (quindi tutto ciò che non è “scusa”, “alibi”, “giustificazione da perdente”) solo quattro giorni fa in un post ha ricordato il gol di Turone nel giorno del 44esimo anniversario dal furto. Non è piangersi addosso, è memoria, non è lamentela, è amor proprio: senza di quello non si cresce. Io sto ancora fermo lì e non sopporto i romanisti che fanno i meme sulla nostra storia. Sto ancora nel garage di Budapest. Chi ha difeso la Roma là? Chi ha difeso Mou? Chi ha difeso De Rossi? Chi ha ricordato quest’anno il rigore di Shomurodov con l’Empoli, lo scempio di Genova, quello peggiore di Monza, il gol del Verona eccetera? È arrivato una volta Ghisolfi a parlare in francese e l’hanno perculato, l’altro ieri è arrivato Claudio Ranieri e ha zittito tutti. Da romanista. Da romano. Perché quando parlate della Roma quello bisogna fa’: silenzio. ■

Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Il saluto tra Claudio Ranieri e Cesc Fabregas, in occasione di Como-Roma 2-0, del 15 dicembre 2024 MANCINI

Dentro le partite giallorosse

Nel dettaglio

Bergamo, lunedì 12 maggio 2025

36ª giornata del campionato di Serie A

Atalanta Roma

2 gol 1

2.41 xGol 0,78

16/3 tiri /in porta 10/4

0 tiri in porta su az. p. inattiva 0

0 tiri in porta diretti p. inattiva 0

12 tiri in porta da area 3

0 pali 0

8 tiri fuori 3

5 tiri respinti 3

4 occasioni da gol 1 11 passaggi chiave 7

1 assist 1

14 falli fatti 14

8 calci d’angolo 8

0 fuorigioco 1

7/27 cross utili/tentati 4/18

5 dribbling 9

378 passaggi riusciti 259

82% passaggi riusciti/tentati% 74%

98 passaggi 3/4 riusciti 72

192 palloni giocati in av. riusciti 147

23 passaggi lunghi 17

2 parate 1

44 recuperi 46

57% possesso palla % 43% Tempo di gioco

L’ANALISI DI ATALANTA-ROMA

STAVOLTA IL BLOCCO BASSO NON HA PORTATO RISULTATI

Oltre Sozza Dopo un inizio promettente, i gol hanno cambiato l’inerzia della gara Ma nella ripresa la Roma ha abbassato il baricentro, reagendo solo in svantaggio

Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu

La Roma ha perso a Bergamo la sua prima partita del 2025 e siamo a maggio inoltrato. Non si può non partire da questo dato per analizzare una partita storta in cui, come vedremo, ci sono stati molti episodi di natura tecnica, tattica e regolamentare che hanno inciso in maniera significativa sul risultato finale. Delle questioni arbitrali, però, ci occupiamo in altre pagine del giornale e dunque, come da abitudine, qui ci limitiamo a sottolineare gli aspetti più prettamente calcistici, ben sapendo che l’assegnazione poi revocata di quel rigore, e ovviamente il relativo esito, avrebbe inevitabilmente condizionato anche tutte le altre considerazioni sul valore della Roma, in assoluto e sulla prestazione stessa di Bergamo.

Totale 97’ 05”

Effettivo 51’ 49”

Primo tempo 26’ 24”

Secondo tempo 25’ 25”

Dati LEGA SERIE A

La scelta del 3421 a specchio Nell’analisi partiamo dunque dall’inizio e dalla formazione schierata da Ranieri con l’evidenza del relativo piano strategico di gara. Cambiando il sistema di gioco l’allenatore ha certamente adeguato all’avversario la sua strategia. Contro Inter e Fiorentina, due squadre schierate pur con le differenti interpretazioni con il 352, Ranieri aveva scelto lo stesso sistema con una mossa tattica che aveva garantito alla squadra in fase di non possesso quell’aggressività da cui è disceso il coraggio per affrontare le due avversarie a viso aperto (le pressioni alte con le mezze ali). Risultato: due vittorie per uno a zero e grandissimi elogi per le scelte strategiche dell’allenatore. Stavolta Ranieri ha deciso di cambiare, tornando al vecchio 3421 essenzialmente per due motivi: il primo è che nell’inevitabile contrapposizione di duelli individuali sarebbe stato più comodo per la squadra schierarsi stavolta realmente a specchio (nel 352 in realtà due attaccanti sono contrapposti teoricamente ai tre difensori, nelle pressioni poi bisogna fare scelte diverse per non lasciare un uomo libero, e infatti Ranieri contro Inter e Fiorentina aveva mandato la seconda punta sul play e le due mezze ali alternativamente sugli altri braccetti), così ha inserito Soulé da mezzapunta al fianco di Shomurodov e dietro Dovbyk per impedire la facile costruzione del gioco ai tre difensori dell’Atalanta, chiedendo ai quattro centrocampisti di occuparsi dei quattro dirimpettai e lasciando agli uno contro uno in difesa i tre difensori sui tre attaccanti nerazzurri. L’altra motivazione, secondo chi scrive, alla base della scelta di questo diverso sistema di gioco, da cui è nata evidentemente anche una scelta tecnica, è stata la necessità di coprirsi sulla fascia destra con un uomo più abituato alla marcatura rispetto a Soulé, ecco perché

SIMBOLICO IL CAMBIO DI PISILLI (PRIMA ESTERNO, POI MEZZALA)

ha mandato in campo a destra Rensch con il preciso compito di aiutare Celik, soprattutto in caso di difesa a blocco basso nella marcatura di Lookman. Chiaro che in questi casi l’allenatore deve pensare a due diversi momenti della fase di non possesso: sulla prima impostazione dal portiere avversario, Rensch avrebbe potuto alzarsi su Zappacosta, ma in caso di possesso prolungato degli avversari, allora l’olandese si sarebbe dovuto abbassare sulla linea dei tre difensori e avrebbe costruito una trincea un po’ più compatta di fronte all’imprevedibilità di Lookman. La casualità ha voluto che proprio l’incertezza di questa doppia marcatura abbia favorito il primo gol del nigeriano: nello sviluppo dell’azione, infatti, Rensch ha stretto la marcatura verso l’interno dell’area proprio per aiutare Celik sull’avversario, ma quando poi si è reso conto che aveva lasciato spazio per l’inserimento di Zappacosta sull’esterno, ha avuto quel fatale momento di esitazione che ha consentito a Lookman di girarsi verso la porta e calciare praticamente senza ostacoli, di fatto ingannando anche Celik.

Il coraggio a intermittenza Prima del gol la Roma era sembrata assistita dalla vena dei giorni migliori, con quel coraggio tattico che in altre situazioni l’aveva premiata. Dopo il gol, invece, sono arrivate quelle incertezze tra pressione forte e difesa bassa che han-

Al di là dei circoletti colorati raffiguranti i numeri dei giocatori oggetto di sostituzione (sia sostituiti, sia subentrati) si notano le differenze nelle posizioni medie tenute dai giocatori delle due squadre a dispetto del sistema di gioco uguale. In alto, l’Atalanta, con la precisa distribuzione degli attaccanti lungo tutto il fronte offensivo, con De Ketelaere a destra, Retegui centrale e Lookman a sinistra. In basso la Roma con le posizioni assai più sfumate delle tre punte, con Dovbyk (11) a lambire il cerchio di centrocampo, Shomurodov (14) e Soulé (18, semicoperto dal 61 di Pisilli) ancora più cauti. Nella ripresa il baricentro della Roma si è abbassato molto (e il possesso palla nel primo quarto d’ora è stato 80% a 20%)

no consentito all’Atalanta di trovare all’improvviso grandi spazi di manovra per le percussioni veloci in verticale e per diversi minuti la Roma è stata in balia dell’Atalanta. Ancora una volta è stato il gol di Cristante a spostare di nuovo l’inerzia della gara. Ed è stato proprio qui che è mancata un po’ di qualità ai giocatori giallorossi nelle rifiniture, con Cristante sempre un po’ a disagio negli spazi stretti, Koné spesso vittima del suo stesso dinamismo, Shomurodov non sempre lucidissimo, Soulé che quando sente di dover vestire i panni del supereroe alla Dybala, a volte va fuori giri e Dovbyk che se c’è da partecipare a rifiniture veloci e di fino sulla trequarti non è l’attaccante più adatto.

Quel baricentro basso Nel secondo tempo, la colpa della Roma è stata quella di abbassare troppo il proprio baricentro, lasciando il possesso palla ai più freschi avversari. L’Atalanta è una squadra che sa prendersi gli spazi che le vengono concessi dagli avversari e più una squadra arretra il proprio baricentro più i nerazzurri sembrano moltiplicare le proprie forze. Come abbiamo poi scritto all’inizio, l’eventuale rigore avrebbe potuto sparigliare le carte in tavola e cambiare l’esito della sfida in una maniera che sarebbe diventata trionfale per la Roma, ma Abisso e Sozza l’hanno pensata in maniera diversa e a poco a poco si è concretizzato l’ineluttabile. Nello specifico l’azione decisiva ha avuto un esito persino un po’ casuale, di sicuro il rimpianto più grande per come la Roma si è contrapposta in quel contesto deriva dal mancato intervento di Shomurodov. In situazioni come quelle, infatti, bisogna andare a contrasto con tutto il vigore possibile, e purtroppo l’uzbeko non ce l’ha messo. Quel che è accaduto poi, infine, dimostra che a mancare alla Roma non sono state le forze fisiche, altrimenti non avrebbero potuto gettare il cuore oltre l’ostacolo come hanno provato a fare nei 15 minuti finali. La Roma ha infatti rialzato immediatamente il proprio baricentro e l’Atalanta ha difeso a fatica anche se non sono state create vere e proprie occasioni da gol, ma solo potenziali. Resta il rammarico per alcune scelte di Ranieri, peraltro poco spiegate, visto il tema dominante degli spogliatoio relativo alle decisioni arbitrali. Ma la scelta di Pisilli in sostituzione di Rensch - rimangiata peraltro due minuti dopo, a gol subito, con la riproposizione di Soule a tutta fascia - e soprattutto l’inserimento di Saelemaekers, El Shaarawy e Baldanzi solo nei minuti finali ha lasciato molti dubbi in qualche commentatore. Per quanto ci riguarda. Ciò che ha fatto Ranieri in questi mesi merita stima e fiducia incondizionata e non può essere certo la condivisione o meno di una sostituzione a mettere in dubbio neanche un grammo del valore mostrato dall’allenatore. ■

Sul primo gol dell’Atalanta la prima distrazione nasce sulla punizione a metà campo battuta velocemente da Pasalic, con i romanisti disattenti 1 Sulla punizione che Pasalic fa passare tra Shomurodov e Koné, Ndicka resta con la sua linea e non esce preventivamente su De Ketelaere 2 Il belga avanza, sono due schieramenti di cinque giocatori a contrapporsi, mentre due romanisti (Shomurodov e Cristante) e un atalantino (Pasalic) corrono velocemente nella direzione della porta difesa da Svilar

1 2 5 6 3 4 7 8

Alla fine del primo
costruita dalla
un recupero
pallone
Soulé 5 L’argentino avanza, De Roon e Ederson hanno un attimo
esitazione e Mati serve un delizioso pallone tra i due nella direzione della corsa di Shomurodov, in sovrapposizione interna 6 Qui c’è un vero e proprio pezzo di bravura di Eldor che sull’uscita forte di Djimsiti gli fa passare il pallone esternamente e lo buca internamente, creando un promettente 3 contro 2
3 In qualche modo questo è il frammento che spiega il momento chiave: quando gli spazi davanti a De Ketelaere sono chiusi, Lookman in qualche modo “spinge” Rensch verso il centro dell’area, presumibilmente per liberare una linea di passaggio verso Zappacosta, in arrivo a sinistra.
Quando Lookman controlla il pallone, Rensch ha un attimo di esitazione fatale: teme il passaggio a Zappacosta e molla la marcatura, ma Celik è lontano: il tiro è imprendibile
7 Shomurodov

Verso

SUBITO SU LA TESTA

A

Trigoria Ieri allenamento di scarico per chi ha giocato di più nel ko del Gewiss Stadium

Lavoro individuale per Pellegrini, come lui anche Dybala e Sangar. Gollini resta indisponibile

Leonardo Frenquelli leonardo.frenquelli@ilromanista.eu

La striscia di risultati utili consecutivi si è interrotta, ma non si può e non si deve smettere di lavorare. La Roma di Ranieri deve portare a termine la sua corsa verso un posto in Europa e in calendario c’è un altro big match dopo il ko di Bergamo, contro una squadra che è in ripresa, anche se avrà sulle gambe un impegno in più rispetto ai romanisti: domenica sera alle 20.45 all’Olimpico c’è Roma-Milan. Sarà una serata dai due volti e uno di questi sarà di certo quello delle emozioni, perché sarà l’ultima in casa di questa stagione, ma soprattutto l’ultima da allenatore nella Capitale e non ci sarà da sorprendersi se la Curva Sud o lo stadio intero dovesse dedicargli qualcosa di speciale.

L’altro aspetto poi sarà quello del campo, con la necessaria forza di rialzarsi dopo una sconfitta che brucia e di tenere botta per riprendere subito la retta via. Ieri a Trigoria la squadra, sotto lo sguardo attento e concentrato del suo tecnico, ha svolto il primo allenamento settimanale, con il normale scarico per chi ha giocato di più al Gewiss Stadium. Gli altri, tra cui anche Saelemaekers e Baldanzi che a Bergamo hanno provato ad aggiungere un po’ di qualità nel forcing finale alla ricerca del pareggio, hanno lavorato a ritmi discretamente alti, tra parte atletica e partitelle a campo ridotto per tenere alta l’intensità della preparazione e l’attenzione nelle scelte. Fuori dal gruppo chiaramente Paulo

OGGI NESSUNA SEDUTA, LA SQUADRA SI RITROVERÀ DOMANI PER PROESEGUIRE LA PREPARAZIONE IN VISTA DEI ROSSONERI

Dybala, come lui anche Lorenzo Pellegrini (la cui stagione è finita a causa della lesione del tendine del retto femorale della coscia destra accusata la scorsa settimana in allenamento). Individuale anche per Sangaré e nessun allenamento per Gollini che al Gewiss Stadium è andato soltanto in tribuna per un problema alla spalla. Oggi nessun allenamento in programma per la squadra, che si ritroverà domani a Trigoria e lì sì, inizieranno le reali valutazioni in ottica Milan, oltre a dover raccogliere le forze mentali dopo il ko contro l’Atalanta. A Bergamo la coppia di attaccanti non è riuscita a limitare gli avversari o a rendersi particolarmente pericolosa come fatto nelle uscite precedenti (in modi diversi contro Inter e Fiorentina), quindi senza alcun dubbio l’eventuale conferma del tandem Dovbyk-Shomurodov sarà uno degli aspetti che Ranieri dovrà prendere in considerazione, così come il modulo iniziale. La certezza è che c’è subito da rialzare la testa, perché, citando il tecnico «i cavalli di razza si vedono all’arrivo». 

MILAN In finale di Coppa Italia dubbio tra Jovic e Gimenez

Con il campionato che volge verso i titoli di coda, Milan e Bologna hanno ancora un grande obiettivo da raggiungere: la vittoria della Coppa Italia in un Olimpico vestito a festa dai tifosi rossoneri e rossoblù. La Roma osserva molto da vicino questa sfida, non solo perché la vincente sarà automaticamente qualificata alla prossima edizione dell’Europa League, ma anche perché domenica sera all’Olimpico i giallorossi giocheranno contro il Milan, in una gara fondamentale per il sogno Champions. Ieri le delegazioni di Milan e Bologna hanno incontrato il Presidente della Repubblica Mattarella al Quirinale. Anche

Conceicao e Italiano hanno preso parola. Il tecnico rossonero ha tenuto a ringraziare il Presidente per l’accoglienza: «Grazie ancora, Presidente. Da parte mia, dello staff e di tutta la squadra, Le assicuro che scenderemo in campo con rispetto, con cuore, e con la volontà di onorare questo trofeo e ciò che rappresenta per il calcio italiano».

Anche Italiano ha parlato in rappresentanza del Bologna: «Grazie ancora, Presidente, per questa accoglienza. Da parte mia, dello staff e di tutta la squadra, Le assicuro che scenderemo in campo con rispetto, con cuore, e con la volontà di onorare que-

sto trofeo e ciò che rappresenta per il calcio italiano».

Le probabili formazioni I due allenatori sono al lavoro per sciogliere gli ultimi dubbi di

formazione. In casa Milan l’unico vero ballottaggio è tra Jovic e Gimenez per il ruolo di prima punta nel 3-4-3, per il resto pronto Maignan tra i pali con Tomori, Gabbia e Pavlovic in difesa. A centrocampo spazio a Jimenez, Fofana, Reijnders e Theo. In avanti Pulisic, uno tra Jovic e Gimenez con Leao a sinistra. Italiano risponde con il 4-23-1 con Skorupski tra i pali, De Silvestri, Beukema, Lucumi e Miranda in difesa. In mediana Freuler e Ferguson, mentre la trequarti potrebbe essere formata da Orsolini, Odgaard e Cambiaghi con Castro come unica punta di riferimento. ■

Claudio Ranieri, 73 anni,
della Roma. Da novembre
Sergio Conceicao e Vincenzo Italaino GETTY

Il clamoroso paradosso di tre generazioni illuse dall’idea di andare avanti

Ma quale stadio, lo stadio non serve.

E chi se ne frega se a Londra non bastano le dita di due mani per contarli tutti o se a Parigi due impianti differenti distano, tra loro, il corrispettivo di una tavolata di venti persone: qui da noi, a ROMA, non serve.

C’è l’Olimpico e basta avanza

FATELO!

PER LA ROMA

Meno stadi più centri commerciali

per il calcio, il rugby, l’atletica, i concerti e chissà se, prima o poi, anche qualche corso di decoupage da organizzare sulla pista in tartan. E ci sono i parcheggi. Anche se, in realtà, manco servirebbero tanto è collegato bene con la metro e tutti gli altri mezzi pubblici.

E se a Tor di Valle c’era da salvaguardare il capolavoro architettonico della tribunetta dell’ippodromo – migliaia i turisti che la inseriscono nel tour della Capitale – a Pietralata c’è il bosco con le sue famigerate fragoline speciali su ogni tipo di torta e, soprattutto, i tassi che con questa inflazione, altrimenti, chissà

dove arriverebbero.

Perciò no allo stadio: ieri, oggi, domani, sempre. E ROMA caput mundi: il futuro è per gli ansiosi… che bisogno c’è di guardare avanti, di creare nuovi posti di lavoro o altri punti di aggregazione?!? E poi siamo proprio sicuri che questa città, già bloccata dal traffico, senta per davvero l’esigenza di un altro cantiere?!? Non scherziamo. E casomai, lì necessario, un cantiere lo valutassero in funzione della nascita di un altro bel centro commerciale. Ecco, quello sì, servirebbe: i giovani hanno bisogno di un posto al chiuso dove poter gironzolare, senza meta, davanti

le vetrine dei soliti rassicuranti negozi in franchising. Lì dove un nuovo ipermercato di diecimila metri, e con sole tre casse aperte, possa fare l’ennesima offerta sul tonno.

Più tonno per tutti!

Consapevoli che se un nonno con Viola, un padre con Sensi e un figlio con Pallotta non sono riusciti a vedere un nuovo stadio... chi siamo noi per pretendere di non rispettare questa sacrosanta tradizione di famiglia?!? Noi che siamo nati e cresciuti dentro l’Olimpico, noi che ci invecchieremo e, chissà, forse un giorno ci moriremo pure. Nei secoli dei secoli, amen. ■

STADIO, L’ACCELERATA

Pietralata I tecnici della Roma sono entrati nell’area mentre i Comitati contrari erano in Campidoglio

Gualtieri: «Siamo in uno stato avanzato». Veloccia: «Zero minacce: impossibile rinviare gli scavi»

Andrea de Angelis

Lo Stadio della Roma si farà. Parola del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri che, intervenuto a Omnibus su La7, ha voluto ribadire la volontà del Campidoglio. «Siamo ormai in uno stato avanzato - ha aggiunto il Primo Cittadino della Capitale - Noi non diremo mai di no a chi vuole realizzare dei progetti utili e belli, senza cubature aggiuntive e facendo grandi parchi». Del resto la volontà del Comune è sempre stata chiara e il supporto al Club giallorosso non è mai mancato.

A riprova di questo finalmente va registrato l’ingresso dei tecnici della Roma nelle aree di Pietralata cui lunedì era stato impedito l’accesso da alcuni manifestanti. Il tutto è avvenuto mentre i rappresentanti del Comitato contrario allo stadio si trovavano in Campidoglio per un incontro utile a rasserenare gli animi e tentare una conciliazione. Cosa che non sembra essere avvenuta, a sentire le parole dei diretti interessati. Il Comitato infatti ha denunciato come pur «di fare entrare di soppiatto nell’area di Pietralata la ditta per i sondaggi» sia stato convocato un «colloquio-farsa». «Siamo davanti a una classe politica - ha scritto il Comitato in una nota - per cui il “confronto” non è un momento di democrazia ma un’arma di distrazione, funzionale alla versione di un dialogo con la cittadinanza nei fatti inesistente, esattamente come l’incontro di oggi ha dimostrato». E si sono detti pronti da subito a nuove.

Oggi alle 12 è prevista una conferenza stampa davanti all’Assessorato all’ambiente, domani nel pomeriggio una manifestazione davanti all’Assessorato all’Urbanistica, e infine sabato una mobilitazione in Campidoglio. Le accuse sono state rispedite al mittente. Dal Comune infatti filtra come nel corso dell’incontro sia stata ribadita la bontà e la regolarità dell’iter svolto, come pure la necessità di procede-

TRANSENNE

ATTORNO AI LOTTI IN CUI

DOVRANNO

ESSERE

SVOLTI

I RILIEVI

NECESSARI

re con le indagini. I vertici del Campidoglio infatti ritengono non percorribile la richiesta di interrompere le attività avanzata dai comitati, mentre hanno confermato la disponibilità a consegnare tutta la documentazione richiesta e a mantenere aperto un canale di confronto sui prossimi step del progetto. Fatto sta che ora però i tecnici della Roma sono nell’area e hanno transennato e perimetrato i lotti in cui dovranno essere svolti i rilievi archeologici, ultimo passo per completare il progetto definitivo da consegnare al Comune. Sulla questione è intervenuto anche l’Assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia, con una nota che fa chiarezza: «Basta con le ricostruzioni false e fantasiose, che sanno di farsa. Ieri alla Roma è stato impedito, da parte di alcune decine di persone,

di avviare le attività di indagini archeologiche che erano perfettamente note, annunciate e autorizzate. Di fronte alla situazione di nervosismo abbiamo chiesto alla Roma di sospendere queste operazioni perché ci è stato detto che i comitati non conoscevano esattamente cosa si stesse per fare e con quali atti autorizzativi. Oggi li abbiamo convocati per dipanare ogni dubbio. Di fronte alla richiesta di non effettuare gli scavi archeologici, rimandandoli in successive fasi, abbiamo ribadito che questo non era possibile e che se qualcuno riteneva illegittima la procedura utilizzata poteva contestarla nelle sedi opportune. Quindi, zero minacce, zero intimidazioni e molta pazienza». Tutto risolto quindi. Almeno apparentemente, perché a rovinare la giornata ci ha pensato il

Un rendering del progetto dello Stadio della Roma, che dovrebbe sorgere a Pietralata

Presidente della Regione, Francesco Rocca, che a margine di un evento, ha pensato bene di aprire alla possibilità di scegliere altre aree. «A me piace da morire l’idea di fare lo stadio della Roma a Tor Vergata - ha dichiarato il Governatore del Lazio - Lo dissi anche all’allora amministratrice delegata della Roma, quando venne a trovarmi e a presentarmi il progetto, che quella di Tor Vergata era un’idea importante. Si potrebbe pensare così, anziché avere un impatto forte su una comunità come quella di Pietralata». Una dichiarazione, questa, che lascia purtroppo spazio a preoccupazioni, visto che proprio la Regione avrà il compito di indire la Conferenza dei Servizi Decisoria, che avrà l’ultima parola (anche se solo sul piano squisitamente tecnico) sul progetto dello stadio.  Verso

TUTTI IN CAMPO RICORDANDO DIBBA

“Coppa Ago” Alle 9 la settima edizione in via Costantino

La “Coppa Ago”, in programma stamattina dalle 9 presso il Campo Fiorini di via Costantino 5, è un’iniziativa in onore di Agostino Di Bartolomei nata da un’idea di Massimo Pelliccia, assistente amministrativo del Liceo Artistico Caravaggio, che nel 2015 ritrova nei corridoi della scuola il trofeo “Roma Junior Club”, il campionato delle scuole superiori organizzato dall’AS Roma e dal Corriere dello Sport, che lo studente Agostino vinse nel 1972 con il suo Liceo Borromini. Il torneo vide la sua prima edizione nel 2016 grazie all’intesa raggiunta con Luca Di Bartolomei e con la presidenza del Municipio VIII, e ha come protagonisti gli studenti delle scuole del territorio dove Agostino è cresciuto, fra Tor Marancia e Garbatella, ma anche di altri quartieri, ed è in

continua crescita per quanto riguarda eventi collaterali sempre e comunque nel nome di Ago. Da sottolineare come, proprio in occasione della prima edizione, gli studenti del Liceo Artistico Caravaggio sotto la guida della Prof. ssa Stefania Fabrizi, realizzarono all’ingresso della scuola di viale Odescalchi 75 l’opera muraria che ritrae Agostino nella sua immagine più rappresentativa.

Quest’anno la “Coppa Ago” è alla sua settima edizione e si svolgerà come di consueto

presso il Campo Fiorini dell’AC Tre Fontane in via Costantino 5. Parteciperanno i Licei Majorana, Caravaggio e Socrate, e l’Istituto Tecnico Armellini. Tutte le edizioni sono state patrocinate dal Municipio VIII, mentre nel corso degli anni hanno partecipato attivamente anche la Regione Lazio e le società calcistiche del Cesena e della Salernitana, dove Agostino giocò al termine della sua carriera. Alle cerimonie di premiazione hanno spesso presenziato ex compagni di squadra di Ago, come Faccini, Chierico, Righetti. E da quest’anno, la Coppa Ago si avvale anche del contributo dell’Associazione di Promozione Sociale e Sportiva “Agostino Di Bartolomei”, che dal 2024 sostiene la pratica sportiva dei giovani particolarmente bisognosi all’interno del Municipio VIII con l’erogazione di borse di studio. 

INTERNAZIONALI DI TENNIS Sinner e Musetti più forti della pioggia

Lorenzo Fares

Più forti della pioggia. Il 2025 di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti si arricchisce di un’altra pagina gloriosa, grazie al passaggio di entrambi ai quarti di finale a Roma. Parto da Musetti: il carrarino ha battuto 75 64 Daniil Medvedev. Una partita, quella sulla GrandStand Arena, che sarà ricordata anche per il modo particolare con cui si è conclusa. Nel momento del match point a favore col servizio a disposizione Musetti ha dovuto aspettare quasi tre ore per chiudere a causa di un violento acquazzone che si è abbattuto

su Roma. Alla ripresa del gioco, sul 40-30, Musetti ha potuto servire da sinistra e ha chiuso, mostrando oltre alla solita tecnica anche un più che discreto sangue freddo. Mai Lorenzo era arrivato così lontano nel torneo di casa, ma il Musetti di questa stagione ha modificato in modo importante il suo gioco, ora finalmente più potente ed aggressivo, libero da quella tendenza che lo ha tenuto storicamente un po’ dietro la riga di fondo.

E poi c’è Sinner. Straordinario come sempre, il numero uno: Francisco Cerundolo è un osso duro e proprio al Foro sconfisse Jannik nel 2023.

Ma stavolta la storia è stata diversa, con l’altoatesino bravissimo a tenere botta in un primo set lottatissimo, durato un’ora e diciassette minuti. Vinto il tie-break con un netto 7-2 Jannik ha brekkato l’argentino nel quarto game del secondo set per poi controllare il prezioso vantaggio fino al 76 63 finale. Una partita che rappresentava un banco di prova di quelli importanti per Sinner, a livello fisico e statistico: quella con Cerundolo è la 24ma vittoria consecutiva per uno Jannik che non conosce sconfitta dalla finale di Pechino 2024 contro Carlos Alcaraz. Il sogno romano continua. ■

A sinistra, la locandina della “Coppa Ago”, evento in programma oggi presso il Campo “G. Fiorini” di via Costantino 5. A destra, Agostino Di Bartolomei in azione durante la stagione 1983-84, la sua ultima in maglia giallorossa MANCINI
Due tifosi speciali agli Internazionali d’Italia. Presenti anche Pierluigi Gollini e Mats Hummels al Foro Italico per seguire la sfida tra Fils e Zverev
Sul suo profilo Instagram, Mats Hummels condivide uno scatto della squadra vincitrice in partitella alla ripresa dopo l’Atalanta
Attimi di relax per Saud Abdulhamid. Il terzino della Roma condivide sui suoi social uno scatto in compagnia di un suo amico

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Il Romanista del 14 maggio 2025 by Il Romanista - Issuu